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"La nuova 195 è una delle grandi incompiute della rete viaria sarda che abbiamo ereditato. L’ultimo di una lunga serie di incidenti mortali riporta in evidenza la necessità di garantire collegamenti stradali celeri, efficienti, sicuri nella fascia costiera. Occorre un impegno concreto di Anas per portare a compimento un'opera ferma da decenni, simbolo di incuria e lungaggini burocratiche”. Lo ha detto il presidente della Regione Christian Solinas, sollecitando Anas affinché imprima la necessaria accelerazione sui cantieri, a partire da quello relativo alla nuova 195 Sulcitana. Il riferimento al nuovo incidente è quello nel quale ha perso la vita Gianmarco Gimmy De Agostini, cagliaritano di 30 anni, rimasto vittima di uno scontro frontale all'altezza del chilometro 6,500 (in un tratto che non sarà interessato dai lavori)

"Come noto, l’intero tracciato della 195 costituirà il collegamento veloce tra Cagliari e Pula attraverso i territori comunali di Capoterra, Sarroch, Villa San Pietro - dice il Presidente - ma nonostante la strategicità dell’arteria e i finanziamenti stanziati, quei 15 km totali di nuova strada sono ancora una chimera".

"È un ritardo decennale, ormai inaccettabile – sottolinea - Abbiamo il dovere di consegnare ai nostri figli infrastrutture moderne ed efficienti. I gravi ritardi accumulati nella progettazione ed esecuzione dei lavori in tutta la Sardegna, il non rispetto dei cronoprogrammi, il mancato incremento della dotazione organica di Anas nell’Isola, sono gravissimi e rendono urgente porre in essere tutte quelle azioni necessarie allo sviluppo della rete viaria sarda affinché le tragedie a cui ancora oggi assistiamo non si verifichino più”, ha sottolineato ancora il Presidente Solinas.

L’intero tracciato della nuova 195 aspetta ancora di essere completato. È costituito dai Lotti 1 e 3, in continuità con il Lotto 2 del CACIP (ancora in fase di progettazione). Il lotto 3, tra Sarroch e Pula, è stato aperto al traffico nel mese di ottobre e si estende per oltre 6 km, tra la fine del Lotto 2 e la rotatoria di accesso all’abitato di Pula (Via Diaz), con una sezione stradale a 4 corsie ad eccezione dell’ultimo tratto di circa 1,5 km che si riduce ad una corsia per senso di marcia. Sono in costruzione il Lotto 1 (circa 8 km a 4 corsie) e l’Opera Connessa Sud (di 2,750 km a 2 corsie). Il lotto 1 in particolare consentirà di bypassare il tratto stradale storico, interno alle località costiere della Città Metropolitana di Cagliari.

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Il Tar della Sardegna dice no: niente sospensiva per l'ordinanza del ministero della Salute che ha classificato la Sardegna in zona arancione, con conseguente chiusura di bar e ristoranti fino - almeno - a sabato 6 febbraio. La prima sezione del tribunale amministrativo ha rigettato la richiesta presentata dalla Regione che chiedeva di sospendere gli effetti della decisione di Roma, considerata dannosa per l'economia e ingiusta, visto che tutti i valori del Covid nell'isola sono ampiamente tornati sotto la soglia di allarme. 

Quasi scontato, ormai, il ritorno in zona gialla dal prossimo fine settimana. Ma da Villa devoto il presidente Christian Solinas commenta amareggiato il verdetto: "Rispetto la sentenza del Tar, come ogni altro pronunciamento della Magistratura, ma sono certo che le ragioni della Sardegna fossero prevalenti sulle argomentazioni puramente tecnicistiche e farisaiche avanzate dal Ministero. Abbiamo condotto una battaglia difficile, ma sono orgoglioso di avere difeso gli interessi legittimi della Sardegna, che faremo emergere anche nella discussione di merito". L'udienza è fissata per il 17 febbraio. 

Solinas considera l'assegnazione della fascia arancione come un "atto di prevaricazione. Ricordo ancora una volta che dietro i colori assegnati da certi moderni “Dottori della Legge”, dice il Presidente Solinas, ci sono i volti delle persone sofferenti, le attività economiche e produttive in crisi che hanno faticato in questi mesi per restare in vita e assicurare un futuro ai propri titolari e dipendenti. I dati ufficiali e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla attestavano l'ingiustizia del provvedimento adottato; erano già stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l'indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Ed anche l'ultimo rapporto Gimbe confermava una situazione pienamente sotto controllo e in continuo miglioramento. Il Ministro era stato sordo alle nostre ragioni, prosegue il Presidente Solinas, e non ci era stato consentito di esprimere i nostri elementi di valutazione, che certo avrebbero consentito di pervenire a conclusioni differenti. Questa sentenza, conclude il Presidente, conferma purtroppo una decisione arbitraria di uno Stato ostile alla Sardegna". 

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Ricorso della Regione Sardegna al Tar contro l'ordinanza del ministro della Salute Speranza che conferma l'isola in zona arancione. L'ha annunciato il governatore Christian Solinas. L'atto è stato depositato in piazza del Carmine  nel capoluogo sardo, e non nel Lazio. E si attende la fissazione dell'udienza. Che, per essere utile, dovrebbe arrivare nei primi giorni della settimana prossima. 

"Difendiamo i legittimi interessi e i diritti della Sardegna contro un provvedimento immotivato, che danneggia gravemente il nostro tessuto economico e produttivo affliggendo la Sardegna con un nuovo insopportabile atto di prevaricazione. Oggi tutti gli indicatori consentono di mantenere la Sardegna in zona gialla, permettendo al nostro sistema economico e produttivo di continuare il proprio lavoro", ha spiegato Solinas. 

"Tuteliamo dunque le ragioni e i diritti della Sardegna. La collocazione in arancione - prosegue Solinas - appare immotivata, e nemmeno è possibile individuare con certezza a quali dati si sia fatto riferimento per adottarla. I dati da noi trasmessi dopo essere stati tardivamente avvisati dal Ministero, quelli pubblicati da Agenas e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla, confermano l'ingiustizia del provvedimento adottato, tanto più che sono stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l'indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Non vi è alcun sovraccarico dei servizi assistenziali. L'ultimo rapporto Gimbe, pubblicato ieri - dichiara ancora il presidente della Regione Sardegna - conferma una situazione pienamente sotto controllo e in continuo miglioramento. Il Ministro della Salute, con l'ordinanza impugnata, ha quindi stabilito sussistesse la necessità e l'urgenza di collocare la Sardegna in zona "arancione" e vi ha dato corso senza che in merito l'Amministrazione abbia potuto concretamente esprimersi o apportare i propri elementi di valutazione (che certo avrebbero consentito di pervenire a conclusioni differenti), applicando un Dpcm pubblicato il venerdì della stessa settimana cui si riferivano i dati presi in considerazione. La Regione, ritenendo tale decisione ingiusta e ingiustificata, ha chiesto, con spirito di leale collaborazione, che il provvedimento venisse modificato, in ragione delle non corrette modalità di adozione del provvedimento e dell'insussistenza dei presupposti per l'applicazione delle misure in esso previste, ma senza esito. Ciò sebbene l'art. 2, comma 3 del Dpcm del 14.1.2021 attribuisca al Ministro della Salute il compito di aggiornare l'ordinanza adottata, a seguito di verifica settimanale del permanere dei presupposti che ne hanno giustificato l'adozione".

"Il Ministro non ha ritenuto di provvedere in tal senso e dopo ore di discussione con gli organi tecnici sulle misure da adottare oggi ha deciso di tenere la Sardegna in zona arancione. La Regione Sardegna - conclude Solinas - si vede quindi costretta a chiedere l'annullamento dell'ordinanza impugnata all'intestato Tar, con richiesta di urgenza e di intervento immediato inaudita altera parte".

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In una lettera inviata al ministro della Salute Speranza, il presidente della Regione Christian Solinas ha chiesto l’immediata modifica dell’ordinanza del 22 gennaio scorso e il ritorno della classificazione gialla per la Sardegna. In caso contrario, ha scritto il Presidente, saranno avviate azioni legali volte ad evitare ogni ulteriore danno ad un territorio già duramente provato dalla crisi.

La collocazione della Sardegna tra le Regioni ad alto rischio, prosegue il Presidente Solinas, in ragione dell’incidenza dei contagi per 100 mila abitanti, avrebbe certamente meritato maggiore ponderazione e condivisione, vista anche la mole di provvedimenti statali che le Regioni, con cadenze imprevedibili, sono tenute ad applicare con enormi sforzi interpretativi. Fino al 14 gennaio, prosegue il Presidente Solinas, la Sardegna era saldamente in zona gialla, e proprio il 14 gennaio si è deciso inopinatamente di abbassare sensibilmente le soglie di rischio per l’ingresso in zona arancione, con immediata esecuzione. Proprio a questa collocazione si è vista candidata, a nostro avviso immotivatamente, la Sardegna, prosegue il Presidente. I dati immediatamente precedenti a quella data, relativi all’incidenza epidemiologica, segnalavano evidenze migliori di molte altre regioni e un trend in miglioramento. La collocazione della Sardegna in arancione, dunque, prosegue il Presidente Solinas, appare immotivata, e nemmeno è possibile individuare con certezza a quali dati si sia fatto riferimento per adottarla. I dati da noi trasmessi dopo essere stati tardivamente avvisati dal Ministero, prosegue, quelli pubblicati da Agenas e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla, confermano l’ingiustizia del provvedimento adottato, tanto più che sono stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l’indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione.

Non vi è alcun sovraccarico dei servizi assistenziali.

Nello spirito della leale collaborazione che deve guidare i rapporti tra Istituzioni, le chiedo dunque, prosegue il Presidente Solinas rivolgendosi al Ministro, di modificare l’ordinanza del 22 gennaio.

In caso contrario, prosegue il Presidente, il dovere di tutelare gli interessi generali della Sardegna mi imporrà di intraprendere ogni azione in favore della mia terra. Per la Sardegna, conclude Solinas, non è possibile accettare uno scenario così gravemente dannoso.

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"Mi unisco al doloroso ricordo, che si eleva oggi in ogni angolo del mondo da ogni coscienza libera, delle sofferenze indicibili patite da una moltitudine di persone. Un ricordo che impegna tutti noi a tramandare la memoria della Shoah, a riflettere sulle sue radici e sulle sue terribili conseguenze". Inizia così il messaggio del presidente della Regione Christian Solinas in occasione della Giornata della Memoria. 

"Il Giorno della Memoria induce ad una riflessione che non può e non deve esaurirsi su ciò che accadde quasi 80 anni fa, ma che deve interrogarci ancora oggi sulle radici della violenza che, purtroppo, in molti, troppi casi si mostrano ancora presenti nel mondo, generando odio e discriminazione", prosegue Solinas, "Sono i frutti malvagi di una perversa concezione dell’uomo e della società, che hanno trovato espressione in varie sfaccettature, tutte accomunate dalla cieca volontà di sopprimere l’avversario, il debole, il diverso, l’ostacolo alla propria volontà di dominio. La Shoah, dunque, trascende il limite storico e diventa un perenne monito all’umanità’, un monito che dobbiamo continuare ad ascoltare perché ciò che accadde non accada mai più. La persecuzione nazista ha ucciso milioni di donne, uomini, bambini perché ebrei. Un peso insopportabile per l’umanità’, un orrore incancellabile. Ricordare, dunque, perché la coscienza umana sia una sentinella sempre attenta ai segnali di violenza che si riaffacciano nella nostra società sofferente. Perché il valore sacro di ogni vita umana sia sempre al primo posto". 

 

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“Abbiamo detto fin dal primo momento che l’attuale classificazione è assolutamente sbagliata, e penalizza pesantemente tutto il settore produttivo sardo e gli operatori commerciali, mettendo ulteriormente in crisi l’economia dell’Isola. Occorre quindi un intervento immediato per modificare la classificazione, che da arancione deve tornare gialla”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas, a margine dell’inaugurazione dei nuovi Centri dell’Ospedale San Giovanni di Dio, intervenendo sull’emergenza Covid e sulle restrizioni imposte all’isola dal Governo.

“Abbiamo tutti i requisiti per essere in zona gialla. Se il Governo non provvederà a riclassificare la regione, tuteleremo la Sardegna in tutte le sedi”, precisa il presidente, annunciando che la Regione ha già pronto il ricorso contro il provvedimento deciso da Roma.

“Noi non abbiamo voglia di fare contrapposizioni sterili. Abbiamo fornito al Governo e al Ministero – prosegue il Presidente – tutte le evidenze numeriche che dimostrano come la Sardegna non sia in condizione di rischio in questo momento, e possa quindi mantenere la zona gialla. Se non ci sarà il buonsenso di voler accettare questa leale collaborazione, è chiaro che dovremo difenderci in altre sedi”.

Il Presidente è infine intervenuto sull’attuale crisi di Governo: “Siamo in piena emergenza. Una pandemia sanitaria ed economica che sta mettendo in ginocchio l’intero Paese. Se ci sono le condizioni perché ci sia rapidamente un nuovo e autorevole governo, lo si faccia in fretta. Se queste condizioni non ci sono, si restituisca la voce agli elettori e quanto prima si formi un governo autorevole, in grado di contrattare con l’Europa tutto ciò che è nel Recovery Fund, e che possa dare finalmente risposte sanitarie ed economiche ai cittadini logorati da questa crisi”.

 

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“Assistiamo a un paradosso. Mentre inauguriamo nuovi posti letto in terapia intensiva, ben trenta, e altri quattordici sono già pronti a Cagliari, nella struttura Covid del Binaghi, il Ministero decide il passaggio della Sardegna in zona arancione per il superamento della percentuale dei ricoveri. Noi riteniamo che questo calcolo sia sbagliato e già da ieri abbiamo manifestato allo stesso Ministro tutte le nostre perplessità e la contrarietà assoluta a una decisione di questo tipo”. Lo ha dichiarato il Presidente della Regione, Christian Solinas, che oggi, a Sassari, ha inaugurato il nuovo reparto di Terapia intensiva Coivd dell'Azienda ospedaliero-universitaria, allestito nella "Stecca bianca", al piano terra della struttura di viale San Pietro. Trenta i posti letto ospitati nel nuovo reparto i cui lavori per la realizzazione sono partiti il 7 dicembre e si sono conclusi, con grande rapidità, il 6 gennaio. “Si realizza una struttura capiente e moderna – precisa il Presidente – con il meglio delle tecnologia presente. Oggi servirà per affrontare l'emergenza Covid e ci auguriamo che molto presto possa essere dedicata all'attività clinica dell'Università e a tutti i reparti che offrono assistenza sanitaria al nord-ovest della Sardegna”.

Critica, invece, la posizione del Presidente verso l'inasprimento delle restrizioni deciso dal governo: “Dietro quei colori ci sono persone, attività economiche e produttive. Oggi tutti gli indicatori consentono di mantenere la Sardegna in zona gialla, permettendo al nostro sistema economico e produttivo, già duramente provato dal perdurare della pandemia, di continuare il proprio lavoro. Tuteleremo le ragioni della Sardegna in ogni sede”.

Il presidente ha infine concluso facendo il punto sulle vaccinazioni: “La campagna procede secondo i piani, purtroppo abbiamo subito un rallentamento dovuto alla ristrettezza di dosi trasferite dallo Stato alla Sardegna. Il contratto tra la Pfizer e lo Stato prevedevano una certa dotazione, l'azienda ne ha fornito meno e la Sardegna sta pagando un prezzo in questi termini. Tuttavia grazie alle scorte che abbiamo messo da parte contiamo di vaccinare tutto il personale sanitario con la seconda inoculazione e quindi di rendere immuni tutti i centri ospedalieri”.

Sulla decisione del governo è intervenuto anche l'assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu, presente a Sassari per l'inaugurazione del nuovo reparto: “La pressione sulle strutture sanitarie è diminuita, così come l'indice di occupazione degenze ordinarie, mentre restano stabili le terapie intensive, con un'occupazione di circa cinquanta posti letto. Per i meccanismi contorti di questa zonizzazione, ci ritroviamo un passaggio della Sardegna in zona arancione con un indice RT migliore rispetto a quello per ci aveva garantito il mantenimento dell'Isola in zona gialla. Le restrizioni non aumentano perché i nostri numeri vanno male, ma per il 'rischio elevato', secondo quanto stabilito da Roma, che questi possano peggiorare. Una valutazione che solleva parecchie perplessità”.

L'assessore infine si dice soddisfatto per la realizzazione della terapia intensiva nella struttura ospedaliera di Sassari: “Un risultato non facile da ottenere in così poco tempo e che rispetta gli impegni presi con l'adozione del Piano regionale dell'emergenza. Con la realizzazione della nuovo reparto abbiamo centrato due importanti risultati: il potenziamento della terapia intensiva del nostro sistema sanitario, in risposta alla pandemia, e il rilancio di un progetto arenato da oltre sei anni. Questo consentirà, conclusa l'emergenza, di restituire un reparto moderno a servizio dell'area sassarese e non solo”.

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Con una dotazione finanziaria di 120 milioni di euro per ciascun anno, 2021 e 2022, la Giunta regionale ha assicurato la continuità di tutti i piani assistenziali per le persone con disabilità grave previsti dalla legge 162/98 e il finanziamento dei nuovi piani, che potranno partire dal 1 maggio 2021, una volta trasmessi dagli Enti locali alla Regione entro il 30 aprile, attraverso il Sistema informativo sanitario integrato (SiSaR).

“Una conferma dell'attenzione della Giunta a favore delle persone con disabilità e delle loro famiglie”, dichiara il presidente Christian Solinas. “Rafforziamo il nostro impegno – prosegue il Presidente – a sostegno di una misura di indubbio valore sociale che assume un'importanza ancora più grande in virtù del particolare momento che la nostra Isola sta attraversando a causa dell'emergenza”.

In Sardegna, nel 2020, sono stati attivati piani personalizzati per 40 mila persone, di cui il 61% d'età superiore ai 64 anni. Il 78% dei piani sono stati in continuità con l'anno precedente. “A causa del Covid, nell'anno che si sta concludendo – spiega l'assessore regionale dell'Igiene e sanità e dell'assistenza sociale, Mario Nieddu – la pianificazione di assistenza domiciliare e di servizi educativi è stata preminente rispetto all'attività sportiva e di socializzazione o all'inserimento nei centri diurni e ai soggiorni temporanei in strutture”.

Restano invariati i criteri d'assegnazione con una particolarità: “proprio in considerazione della pandemia – conclude Nieddu – siamo intervenuti per escludere dalla valutazione dei piani del 2021 l'ampio ricorso ai permessi di lavoro che in tanti hanno richiesto quest'anno per poter accudire i propri familiari a casa e che, diversamente, avrebbero inciso sul carico assistenziale comportando una riduzione dei contributi per l'anno prossimo. Puntiamo quindi a massimizzare i benefici degli aventi diritto evitando una penalizzazione che sarebbe stata ingiusta vista l'eccezionalità del momento”. 

 

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Le sezioni riunite della Corte dei conti della Sardegna hanno parificato, giudicandolo regolare, il rendiconto della Regione per l'esercizio di bilancio 2019. Con qualche rilievo ssu alcune criticità emerse nella requisitoria della Procura generale, le stesse del passato, e su tutte il perdurare dell'eccessivo indebitamento, seppure con un recente cambio di tendenza, la gestione del personale e la spesa sanitaria, sulla quale si dovrà ancora calcolare l'impatto dell'emergenza Covid.

"Apprezzamento e ringraziamento per il lavoro svolto dalla Corte dei Conti e per le positività evidenziate nella Relazione in merito alla composizione del Bilancio Regionale, impegno per una politica finanziaria sempre più orientata allo sviluppo e al benessere delle future generazioni": con queste parole il presidente della Regione Christian Solinas ha commentato, nel suo intervento durante l’udienza per il giudizio di parificazione del Bilancio regionale 2019, quanto espresso dalla Magistratura contabile. 

"Non posso non sottolineare", ha aggiunto Solinas, "come la riduzione del personale abbia rallentato nei decenni passati queste volontà. Siamo però riusciti ad approvare il piano delle assunzioni che ci consentirà di tornare a bandire concorsi pubblici per dare finalmente nuovo slancio all’azione amministrativa, eliminando il precariato. È un tempo di profonde inquietudini e di angoscia", ha aggiunto Solinas, "che ci costringe ad adattare giorno per giorno l’azione amministrativa ad una emergenza alla quale nessun sistema sanitario mondiale era preparato".

Un importante annuncio è arrivato proprio durante il passaggio sulla riforma della sanità in Sardegna: "Siamo intervenuti", ha detto, "con un processo di riforma importante, che ha posto una prima base dalla riforma della governance con il principio della separazione netta tra prestazione sanitaria e assetto organizzativo. L’obiettivo è quello di lasciare sulle aziende territoriali l’onore di programmare ed erogare la prestazione sanitaria, senza il peso della gestione economica e amministrativa. Quest’ultima sarà competenza della centrale di committenza Ares, che si occuperà di acquisti, concorsi e formazione del personale, con risparmi sulla gestione complessiva e snellimento delle procedure. Abbiamo programmato la realizzazione di nuovi ospedali, grazie all’accordo sulle entrate stipulato con il Governo nel novembre 2019, che prevede un imponente ristoro per la Sardegna grazie alla ridefinizione degli accantonamenti e la compensazione parziale di risorse in conto capitale, per 1 miliardo e mezzo di euro spalmati su più anni, che la Cassa depositi e Prestiti ci metterà a disposizione per la realizzazione delle nuove strutture. Gli ospedali sardi sono in gran parte vecchi (l’ultima inaugurazione risale a circa 40 anni fa) e i loro problemi  determinano costi eccessivi che possono essere eliminati con impianti più moderni e un’organizzazione efficiente, che porterà ad un risparmio del 20-30 % sulla gestione complessiva e a servizi di migliore qualità per i nostri cittadini". 

 

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Il piano di emergenza della Regione procede più rapidamente del previsto. Ad oggi si registra uno stato di avanzamento che segna il raggiungimento del 75% degli obiettivi. È il bilancio dei primi venti giorni del Piano di intervento per l’emergenza Covid-19 adottato il 20 novembre, che fissa a 40 giorni la realizzazione, su differenti aree operative, delle principali azioni di contrasto alla pandemia nell’Isola.

“Andiamo avanti più velocemente del previsto  – dice il presidente della Regione Christian Solinas  – grazie ad un massiccio lavoro di pianificazione che sta dando risultati concreti nella gestione dell’emergenza. Proseguiamo sulla strada tracciata sin dall’inizio, con un’impostazione modulare che punta all’efficienza del nostro sistema sanitario e all’efficacia delle risposte alle necessità di cure e assistenza dei cittadini”.

“La macchina regionale - prosegue il presidente - è al lavoro per risolvere tutte le criticità emerse nel corso di questa seconda ondata, coordinando ogni elemento utile al risultato e attivando sinergie tra tutti gli attori in campo, con un unico obiettivo: sconfiggere il virus e garantire la salute dei sardi”.

La rimodulazione dei posti letto Covid-19, prevista nel piano regionale, ha portato in tre settimane a un loro incremento del 68% negli ospedali pubblici. Da una situazione di partenza di 392 posti letto effettivi si è quindi giunti a 658 (superiore al target di 545 posti letto fissato a quaranta giorni). Se si aggiungono i 100 posti letto delle strutture private, la situazione attuale registra 80 posti letto dedicati ai pazienti Covid di terapia intensiva (66 nelle strutture pubbliche e 14 nelle strutture private), 77 di semintensiva (49 e 28) e 601 posti letto in area medica (543 e 58).

“Il piano predisposto dalla Regione – dichiara l’assessore della Sanità, Mario Nieddu – ha focalizzato gli interventi su diverse aree su cui abbiamo lavorato e stiamo lavorando per risolvere le criticità e rafforzare l’intero sistema attraverso un potenziamento a 360 gradi. Abbiamo avviato un incremento importante del personale sanitario in servizio, sul territorio e negli ospedali, e adottato soluzioni come l’attivazione dei covid-hotel, per la gestione dei pazienti che non necessitano più di cure ospedaliere, per allentare la pressione sulle nostre strutture”.

Le assunzioni di personale in emergenza Covid, che includono medici e operatori, sono circa 630 unità. Le risorse attivate, oltre ai 2 milioni di test antigenici rapidi per la campagna di screening di massa, comprendono 12.500 saturimetri, 9 strumenti per test molecolari rapidi, 4 strumenti per indagine biologica molecolare, 150 letti di degenza e terapia intensiva, 200 monitor multiparametrici per degenze ordinarie semintensive e intensive, 200 pompe per farmaci e nutrizione, 50 elettrocardiografi, 15 defibrillatori, 4 emogasanalizzatori e 3 centrali di monitoraggio.

Nei primi venti giorni d’attivazione del Piano sono state avviate anche importanti accordi: con l’Esercito (4 postazioni fisse e 1 postazione mobile), Protezione Civile (fornitura di 25 mila test antigenici rapidi ai medici di medicina generale); Esercito e Croce Rossa (personale sanitario per l’ospedale da campo di Nuoro). Fra le misure messe in campo, anche l’attivazione dell’Rsa Covid a Macomer, tra le prima in Italia, da 40 posti letto.

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