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Nemmeno la pandemia li ha fermati. I cervelli di Sardegna Ricerche hanno continuato a macinare idee anche nel pieno della emergenza sanitaria. I progetti dell’ente per eccellenza che in Sardegna raccoglie ricerca, innovazione e sviluppo, e all’occorrenza li offre al mercato, sono andati avanti. Resta al palo solo il parco scientifico tecnologico di Pula. Un’area immersa nel verde che ospita i più curiosi, le scolaresche e le famiglie. Le visite non sono ancora consentite ed è aperto solo l’edificio che ospita il Crs4. Ma il gruppo di dipendenti, circa 80 tra precari e assunti, non è rimasto a guardare in attesa che passasse l'epidemia. Ha utilizzato l’innovazione per entrare nelle case delle famiglie e ha anche ideato un eBook (disponibile anche in formato cartaceo) che stuzzica la manualità dei più piccoli. Si chiama “inventori in famiglia”, ottanta pagine con dieci avventure per liberare la creatività: sculture mobili, castelli di carte, trottole, teatro di ombre e tanto altro.

Nel frattempo ci sono anche finanziamenti per le imprese che hanno un progetto di ricerca, una linea è dedicata all’emergenza covid. A disposizione in tutto ci sono 700mila euro. Si propone un massimale di 15mila euro per ogni progetto che ha una copertura finanziaria fino all’80 per cento dei costi. C’è tempo fino al 31 dicembre di quest’anno per (tra le altre cose) proporre nuovi gel e nuovi dispositivi.

Ma le proposte di finanziamento sono continue. “Stiamo lavorando per finanziare progetti di ricerca e sviluppo”, dice Valter Songini, responsabile relazioni esterne di Sardegna Ricerche, “non sono necessariamente legati al covid”.

Ma chi si avvicina a Sardegna Ricerche, perché dovrebbe farlo? Le porte sono aperte sia agli imprenditori tradizionali che vogliono innovarsi (anche digitalizzando i prodotti o l’azienda), che ai più giovani. Diploma o laurea in tasca, arriva un’idea: ma si può trasformare in un’impresa e creare prodotto economico? La risposta la offre il team di esperti dell’ufficio dedicato alle start up. Ma attenzione, un’idea non sempre si trasforma in un’impresa, e soprattutto un’impresa non sempre ha lunga vita.

“Nessuno nasce imprenditore, lo diventa”, precisa Songini, “e dietro un imprenditore ci sono sempre almeno due fallimenti. Il tasso di mortalità delle start up è altissimo, fisiologico”. Tanto che, anche se non si conoscono i numeri, coloro che si avvicinano a Sardegna Ricerche sono soprattutto imprenditori che vogliono mettersi al passo con i tempi.

I soldi ci sono. L’ente regionale ha ricevuto oltre 100 milioni di euro in sette anni e finanzia in generale il 70 per cento dei costi. Talvolta, anche se in caso rari, si arriva anche al 90 per cento. Cervelli e innovazione vanno di pari passo e spesso valicano i confini regionali andando a spasso per il mondo, come nel caso del Web Summit di Lisbona 2019, fra i più importanti eventi nel settore digitale. In pochi anni ha toccato 70mila visitatori. “Abbiamo accompagnato circa venti aziende sarde: non sono poche”, dice con fierezza Songini. La vetrina sarda per eccellenza rimane Sinnova, il salone dell’innovazione. Appuntamento sempre in autunno, ormai da sette   anni. Novantadue le imprese espositrici solo nel 2019. Una tappa con cadenza annuale per sapere come si guarda al futuro in Sardegna.

Pubblicato in Cronaca