Lunedì, 05 Agosto 2024 08:56

Emanuela Audisio, signora del giornalismo mondiale In evidenza

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Nadia Comaneci, regina della ginnastica, con Emanuela Audisio ai giochi di Rio Nadia Comaneci, regina della ginnastica, con Emanuela Audisio ai giochi di Rio

Undici Olimpiadi, un'infinità di Mondiali e sfide narrate in carriera. Tra campioni, luoghi, valori. Inviata di Repubblica, penna di straordinaria bellezza al servizio del lettore. Appunti sparsi da Parigi. Con un saluto alla Sardegna e il ricordo di Gigi Riva

Mario Frongia

“Il bagno nella Senna? Appena lo fa Macron mi tuffo”. Emanuela Audisio a Parigi prende per mano i Cinque cerchi per l’undicesima volta. Sport, ma non solo. Mondi diversi, guerre, successi e tregue, record e diritti calpestati, tecnologia. “Sì, 40 anni e undici città, da Los Angeles ‘84, la prima sostenuta dai privati e senza i russi come a Parigi. Poi, Seul, Barcellona, Atlanta, Sydney, Atene, Pechino, Londra, Rio de Janeiro e Tokyo”. Inviata di Repubblica, scrittrice, un’infinità di premi - “Vazques Montalbàn”, “Estra-Ussi”, “Enzo Tortora”, “Gianni Brera”, “Sport media Pearl award”, “Ilaria Alpi” - autrice dei libri “Bambini infiniti”, “ Il ventre di Maradona”, “Tutti i cerchi del mondo”, “W Maria Montessori”, dei documentari “Mennea segreto”, “Heysel la notte del calcio” , “Le streghe della notte”, “Pasolini, maestro corsaro”, “La casa sul lungofiume”, “Il Giudice dei Giusti” e “Da Clay ad Ali, la metamorfosi”, è originaria di Roma ma da anni a Senigallia. Cittadina del mondo. Forma e merito del buon giornalismo. Sempre dritta al punto, sintassi che inchioda, notizie che si inseguono, chiare e senza tentennamenti. Al centro, attività sportive, immerse nel sociale, ma anche cronaca, politica, business. “Montreal ’76 ha lasciato ai cittadini debiti per 20 anni. Al presidente del Comitato, Peter Ueberroth, avvelenarono i cani. Eppure, gli impianti erano precari, i bus quelli gialli delle scuole e dei fumetti di Charlie Brown. Il ricordo? Nawal El Moutawakel vince i 400 ostacoli, prima donna islamica a cogliere una medaglia e primo oro del Marocco, e siamo andati al traguardo. Ha pianto di felicità sulla mia spalla”.

A Los Angeles la musica è cambiata?

“Sì e no. Per capirci, si andava all’alba a inviare i pezzi per fax. Incontravi Muhammad Alì, senza scorta. E Rafer Johnson, ultimo tedoforo, campione del decathlon a Roma ’60: il 5 e il 6 giugno ’68, Bob Kennedy viene assassinato all’hotel Ambassador, Rafer disarma Sirhan Sirhan. Los Angeles di sera era deserta. Il collega Gianni Mura va al ristorante Rex, quello di Richard Gere che porta Julia Roberts in “Pretty Woman” a mangiare lumache. Si entra solo con giacca e cravatta. Non è più ripassato.

Poi, c’è stata la Corea.

A Seul gli studenti protestano per la democrazia. Il villaggio dei media è circondato da filo spinato, non potevi avere visite. Ben Johnson vince i 100 in 9”79, record del mondo. È la finale più drogata di sempre, sei su otto.

E i campioni dove sono?

A Sidney una sedicenne arriva seconda e mette il broncio. È Federica Pellegrini, diventerà la Divina. A Pechino ammiriamo il giamaicano Usain Bolt. A Londra applausi per il sudafricano Oscar Pistorius: biamputato, corre il giro di pista con protesi in carbonio dopo una lotta in tribunale.

Quindi, Atlanta, Rio, prima volta del Sudamerica, e Tokyo 2020 che si tiene l’anno dopo causa Covid.

Il Giappone non ci vuole, siamo untori. Controlli, tamponi, mascherina e guai a tossire. Brilla Tamberi e la staffetta con Jacobs e Tortu.

Ed eccoci in Francia. Sensazioni?

Alle Olimpiadi non ci si abitua. Parigi è un progetto ambizioso, lo sport esce dallo stadio per fondersi nella storia. Ma non può diventare l’Onu e sarebbe meglio se fosse al centro di tutto. Poi, mi preoccupa la comunicazione basata solo su app, login, Telegram. Devi stare attaccato al telefono. Spesso, la tecnologia toppa.

Passo indietro. Gli atleti che non si scordano?

Facile dire Mennea, meno Walter Bonatti, alpinista che ha messo il tricolore sul K2. Nadia Comaneci, quella del 10 nella ginnastica, l’ho rivista a Rio. Donna speciale.

Gente che ha vinto. E i tanti che perdono?

L’ha detto Mandela, o vinco o imparo. 

Giornalista. Come, con chi e perché?

Per crescere devi metterti sul ciglio della strada e vedere chi e come si pedala. Devo tanto a Mario Fossati, Mario Sconcerti e Gianni Mura, che racconto per Sky in “Mura-Am(o)ur. Le cartoline sentimentali di un grande giornalista". Gianni aveva il vostro sangue. Come ha testimoniato un altro grande collega sardo, Giorgio Porrà.

Nata nella culla di Barbapapà: qual è il ricordo di Eugenio Scalfari?

Un gigante. Una volta mi ha spedito in Amazzonia. Viaggio da incubo nella foresta, su un aereo grande quanto un’utilitaria, afa assurda e zanzare enormi. Mi chiamano al telefono. Il tuo direttore, dall’Italia. Mi dice che nell’Artico c’è la Banca dei semi, cassaforte nata per custodire varietà biologiche. Ci vado. Diciotto ore e non so più quanti fusi. Arrivo, mi danno un fucile: gli orsi qui non scherzano, spiegano seri. Lo sportello dopo firmo un modulo dove indico a chi mandare i miei resti.

Di calcio non ne parliamo?

Certo. Quando ho detto che Pelè era il futuro, abile pianificatore di sport, carriera e successi, con Messi, Mbappé e Ronaldo suoi cloni, qualcuno ha storto il naso. Ma il calcio di O’Rey ha segnato la storia.

Stiamo ai grandi. Quest’anno se ne è andato Gigi Riva.

Cuore tenero, viso da gladiatore. Gigi era forza e coraggio, sensibile, soffriva. Lo ricordo a Settebagni, dove L’Italia era in ritiro. Il giornale mi manda a intervistare Vialli, appuntamento alle 14.30. Aspetto. Alle 15 passa Riva, mi saluta. Chiede che ci faccio. Glielo dico. Torna indietro, un attimo ed ecco Gianluca, in imbarazzo. Gigi, un altro gigante di un mondo dai valori appannati.   

Emanuela, ha un messaggio per le donne?

Viviamo in un mondo di uomini e spesso sono loro a sceglierci. Non siano invisibili e non dobbiamo stare dietro. Dico alle colleghe: se andate a un evento chiedete chi c’è. Se siete la sola donna protestate e non andateci.

Chiudiamo con la Sardegna?

Terra magica. L’altra estate sono stata dalle parti di Villasimius. A Torre delle stelle ho incontrato persone meravigliose. Tornerò  molto presto. Adesso, vediamo se dopo la sindaca Hidalgo, Macron fa il bagno nella Senna.   

Ultima modifica il Lunedì, 05 Agosto 2024 09:24