Giovedì, 04 Febbraio 2021 12:15

Teatri chiusi, il sogno di Cullin: "Non vedo l'ora di tornare a farvi ridere"

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Jacopo Cullin è uno degli attori più amati in Sardegna. Lui, come tutti coloro che appartengono al mono della cultura., ha dovuto rinunciare agli spettacoli dal vivo. E mentre si dedica a numerosi progetti, legati soprattutto al cinema, non può che pensare ai bei giorni in cui i teatri si riempivano. E nostalgicamente ripensa al suo esordio all'Anfiteatro romano di Cagliari, quando era giovanissimo. E manda un messaggio: "Non vedo l'ora di tornare a farvi ridere". Ecco cosa ha scritto. 

Era il settembre del 2005, avevo 23 anni e me ne stavo seduto sulla platea di un Anfiteatro che da li a poco avrebbe ospitato 5.000 spettatori. I biglietti per gli spettacoli andavano via come il pane e io non mi rendevo davvero conto di cosa stessi facendo... per fortuna.
Mi sembrava normale che qualcuno uscisse di casa, spendesse i soldi per i biglietti e il giorno dello spettacolo decidesse di dedicarmi la serata intera.
Fu come se una famiglia molto allargata si riunisse per ascoltare le scemenze del nipote, del cugino etc etc...
Fu una delle serate più belle della mia vita, una botta di adrenalina irripetibile, non volevo più scendere da quel palco, volevo che lo spettacolo non finisse mai.
Non c’è emozione più grande che far ridere contemporaneamente tutte quelle persone, è una droga dalla quale è difficile disintossicarsi.
Non mi è mai interessato il successo fine a se stesso, a me interessava solo far ridere le persone raccontando le mie storie.
Negli anni ho messo un po’ da parte gli spettacoli, poi ho rinnegato i miei personaggi perché volevo far vedere che ero in grado di fare anche altro, ho smesso di scrivere spettacoli perché ero convinto che i personaggi facessero parte del mio passato... per fortuna con gli anni ho fatto pace con me stesso e ho capito che una cosa non esclude l’altra. 
Son sempre stato in continua evoluzione, non mi sono mai fermato e ho imparato le lezioni della vita a schiaffoni forti. Mi piace quando rompo tutte le mie certezze per ricostruire qualcosa di più bello, un po’ come quella tecnica giapponese che sigilla le crepe dei vasi rotti con l’oro.
Ho spesso lavorato a corrente alternata, ma adesso ho capito che voglio sfruttare ogni giorno che mi sarà concesso, voglio usare il mio corpo e la mia mente per creare qualcosa di bello e che possa far stare bene le persone.
Non vedo davvero l’ora che tutto questo finisca per sentire nuovamente le vostre risate e gli applausi, nel frattempo sto lavorando a una marea di cose e presto le condividerò con voi.

Grazie per tutti questi anni, per il sostegno e per l’affetto.