Sabato, 28 Maggio 2022 16:41

Quartu, addio amaro di Marini ai Riformatori: "Troppo distanti dai cittadini"

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"Lascio un gruppo politico dopo ventidue anni di militanza, un leader incontrastato ed amici, con cui ho condiviso progetti e iniziative che rimarranno uniche nella storia politica della nostra regione: i Referendum regionali del 2012; la prima proposta di legge costituzionale di iniziativa popolare “Insularità in costituzione”, che porterà ad un risultato incredibile per la nostra Sardegna. Mi rendo conto, che queste iniziative, pur importanti, non sono state sufficienti a cambiare il sistema politico, che risulta essere sempre più distante dai cittadini, per la mancanza di attrattività e quindi di una partecipazione attiva importante". 

Con queste parole lo storico esponente dei Riformatori a Quartu, Gabriele Marini, annuncia la sua fuoriuscita dal partito. 

"Il rammarico è non essere riuscito a far prevalere tale principio nell’organizzazione che lascio, posso dire di averci provato seriamente, ma non sempre, il partito ha corrisposto all'emergere di opinioni differenti e un efficace confronto di idee, che nel tempo hanno determinato incertezze politiche ma anche scelte improvvide per la mancanza di ascolto delle sollecitazioni dei dirigenti quartesi", spiega Marini, "Ecco le principali ragioni che mi hanno determinato a lasciare i Riformatori. Da tempo si sono allontanati dalla politica nei territori e in particolare da Quartu che ha dato tanto alla crescita regionale del partito. Questo è il mio modo per dire basta ad un percorso politico senza via d'uscita, nella convinzione che non si governa una "Regione o una Città senza coinvolgere i cittadini".

Lascia i Riformatori ma, precisa, non la politica.  "Ho 57 anni, sono stato Consigliere comunale eletto nelle liste dei Riformatori a Quartu per tre mandati, dal 2001 al 2015,  ho ricoperto l'incarico di assessore e vicesindaco, primo dei non eletti in Consiglio regionale nel 2014, nella lista dei Riformatori", prosegue la lettera, "L'entusiasmo e le energie che accompagnano la mia attività politica è per me pari alla responsabilità che ancora sento nei confronti dei cittadini, ai quali intendo offrire la mia credibilità personale. La mia idea è che per troppo tempo la politica ha immaginato di poter governare senza i cittadini, occupandosi poco dei loro bisogni, del loro disagio e delle loro speranze. La politica che parla a se stessa, che fa gioco a sè, non è una buona politica. E questo non piace nè a me nè agli elettori. 

Ultima modifica il Mercoledì, 01 Giugno 2022 18:46