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Secondo l’analisi di Facile.it, a parità di consumi, nel 2023 le famiglie residenti in Sardegna con un contratto di fornitura nel mercato tutelato hanno speso, in media, 914 euro per la bolletta della luce, vale a dire il 34% in meno rispetto all’anno precedente.

Il conto fa guadagnare alla Sardegna il primo posto nella classifica delle regioni dove si è speso di più per l’elettricità; è bene ricordare che in molte parti della regione non è attivo il riscaldamento con gas di città, situazione che spesso viene compensata utilizzando dispositivi elettrici con forti impatti sui consumi.

Guardando i consumi a livello provinciale emerge che, per l’energia elettrica, si è speso in media di più a Cagliari (947 euro), Sud Sardegna (920 euro) ed Oristano (883 euro); chiudono la graduatoria Sassari (879 euro) e Nuoro (877 euro).

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Le prime fiammate della campagna elettorale per le elezioni regionali in Sardegna del 25 febbraio si sono accese proprio sul tema dell'energia. Renato Soru, candidato di Coalizione sarda, ha accusato Alessandra Todde, candidata del Campo Largo, di essere stata la "promotrice e ideatrice" del decreto Draghi che ha semplificato i procedimenti autorizzativi per gli impianti di energie rinnovabili nell'Isola. Soru ha anche sostenuto che Todde ha lavorato contro la dorsale del gas e contro il metano, accusando il Movimento 5 Stelle di essere responsabile dell'attuale situazione del sistema energetico della Sardegna.

Todde ha respinto le accuse, sostenendo che durante la sua presenza nei governi Conte II e Draghi non c'è stato alcun innalzamento del tetto delle rinnovabili in Sardegna. Ha inoltre sottolineato che è stato il governo Meloni a decidere di aumentare di dodici volte il tetto della potenza installabile in Sardegna entro il 2030.

Il confronto tra Soru e Todde si è inasprito ulteriormente quando Soru ha rivelato che Todde in passato gli era stata proposta come amministratore delegato di una sua azienda. Soru ha affermato che Todde non era stata ritenuta adeguata per il ruolo, mentre Todde ha replicato che Soru sta mentendo.

Anche il candidato del centrodestra Paolo Truzzu ha accusato il Movimento 5 Stelle di aver contribuito alla situazione attuale dell'energia in Sardegna. Truzzu ha sostenuto che il M5S ha bloccato la progettualità della dorsale del gas e ha avallato il decreto Draghi sulle energie rinnovabili, che secondo Truzzu avrebbe favorito le grandi imprese e non le piccole e medie imprese sarde.

Il tema dell'energia è destinato a essere uno dei temi centrali della campagna elettorale sarda: la mancanza di una rete gasifera e di una rete elettrica efficiente rende la Sardegna una delle regioni italiane più costose per l'energia.

In attesa del confronto a quattro tra i candidati, che si terrà il 17 febbraio, proseguono gli incontri dei candidati con le parti sociali e le associazioni di categoria. Ieri il segretario della Cisl Gavino Carta ha consegnato a Truzzu un documento con alcune proposte per lo sviluppo e il lavoro in Sardegna. Truzzu ha dichiarato di impegnarsi a attivare immediatamente la programmazione delle risorse 2021/2027 e a sostenere le famiglie con un piano per gli anziani che preveda una completa assistenza sociosanitaria e lo sviluppo della telemedicina.

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 “Un importante momento di confronto, in cui la Regione Sardegna presenta i dati del Rapporto di Monitoraggio del Piano Energetico e Ambientale regionale, che costituisce la base per l’aggiornamento dello stesso. All’interno di questo rapporto troviamo i dati relativi al bilancio energetico regionale, al bilancio delle emissioni e allo stato di attuazione del piano energetico”. Lo ha detto l’assessore dell’Industria, Anita Pili, introducendo i lavori della tavola rotonda “Energia e Prospettive in Sardegna. Presentazione del Rapporto di Monitoraggio del Piano Energetico e Ambientale della Regione Sardegna”, che ha avuto luogo questa mattina nella sala Anfiteatro della Regione. All’incontro è intervenuto il Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, che ha sottolineato come l’attenzione del Governo sulla questione energetica e sulle problematiche specifiche della Sardegna sia sotto l’attenzione del suo Ministero.

 “La presenza del ministro Pichetto Fratin oggi in videoconferenza – ha detto, a questo proposito, l’assessore Pili – rappresenta senza dubbio un segnale positivo del rapporto di collaborazione che si è instaurato tra il governo regionale e quello nazionale. È chiaro che oggi la Sardegna non può più aspettare: occorre trovare una soluzione immediata al problema dell’energia”.

 Il Piano Energetico e Ambientale regionale dovrà aggiornarsi tenendo conto del complesso delle fasi di produzione, trasmissione, distribuzione, utilizzo e immagazzinamento dell’energia. In questo quadro, rientra anche il criterio di selezione delle aree idonee di installazione degli impianti, che spesso non collimano con quelle che sono le necessità dei singoli territori.

All’interno del territorio regionale si consumano annualmente 687ktep di energia elettrica. Di questi, il 40% viene utilizzato dal settore industriale, il 29% dal terziario (rientrano in questa quota i trasporti) e il 28% dal settore domestico.

 “La strategia energetica regionale – ha spiegato Anita Pili – deve essere in grado di rispondere a tutte le questioni. La mancata metanizzazione dell’isola rappresenta uno dei nostri principali gap, per questo è fondamentale il percorso che la Regione sta perseguendo per diversificare le fonti energetiche e poter così affrontare in maniera autonoma la transizione verde. È molto importante, come avviene qui oggi, ascoltare tutte le parti, pubbliche e private, per trovare insieme le soluzioni”.

“Con la legge dell’Energia approvata a novembre – ha proseguito Anita Pili – abbiamo semplificato l’iter di modifica del Pears. In questi mesi stiamo lavorando insieme ad Agenda Industria, a Confindustria e a Confapi, ai sindacati, ai comuni con l’Anci e il Cal, oltre che alle università di Cagliari e Sassari, con l’obiettivo comune di aggiornare il Piano, che contiene la strategia energetica della nostra isola, in maniera determinata e rispondente alle esigenze attuali. Dobbiamo rendere il Pears uno strumento molto più versatile rispetto a ciò che ha rappresentato finora: ci siamo infatti resi conto, in alcuni momenti di difficoltà, che il documento non ci consentiva di adattare le nostre strategie in relazione ai fortissimi e velocissimi cambiamenti che si sono avvicendati sul contesto globale, prima che nazionale e regionale”.

 “In questo momento – sottolinea ancora Pili – stiamo dando attuazione alla Legge sull’energia, che vede l’istituzione non soltanto delle comunità energetiche ma anche del reddito energetico: una serie di strumenti che consentono di trovare soluzione alle emergenze contingenti in materia di energia, e, anche e soprattutto, di varare misure strutturali che consentano nel medio e lungo periodo, alle nostre famiglie e alle nostre imprese di avere un costo dell’energia finalmente equo”.

 Al dibattito sono inoltre intervenuti, tra gli altri, l’assessore dello Sviluppo Economico del Veneto Roberto Marcato, il vicepresidente della Regione Campania Fulvio Bonavitacolo, i deputati Gianni Lampis, Salvatore Deidda e Mauro del Barba, e il Presidente della Commissione Via-Vas e Pnrr-pniec del Mase Massimiliano Atelli.

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L’incremento dei costi dell’energia ha determinato un significativo aumento dei costi di irrigazione in Sardegna, con gravi problemi per i Consorzi di bonifica dell’Isola. Nel corso del vertice, convocato oggi dall’assessore regionale dei Lavori Pubblici, Pierluigi Saiu, i rappresentanti dei Consorzi di Bonifica e l’Enas hanno concordato una serie di misure da adottare per garantire l’integrale copertura dei costi sostenuti dagli stessi consorzi, così come previsto dalla normativa vigente. La definizione dei criteri per il rimborso dei maggiori costi energetici sostenuti dai Consorzi di bonifica della Sardegna e dei meccanismi di semplificazione e di garanzia per accelerare l’erogazione delle risorse, evitando i maggiori oneri dovuti a eventuali ritardi nei trasferimenti, sono stati i temi al centro dell’incontro.

“Un incontro utile per affrontare alcune criticità e definire una cabina di regia che ci consentirà di individuare il percorso e le soluzioni migliori da adottare”, dichiara l’assessore Saiu. “La situazione internazionale ha comportato un aumento dei costi dell’energia che ha avuto, nell’ultimo anno, un peso enorme. Ricordo – sottolinea l’assessore – che la Regione con la legge Omnibus dello scorso anno ha previsto uno stanziamento straordinario pari a 22 milioni di euro proprio a favore dei Consorzi di bonifica per coprire i maggiori costi dell’energia e impedire che quegli aumenti gravassero solo sulle aziende. Con la legge Finanziaria recentemente approvata il contributo è stato confermato anche per il triennio 2023-2025 con una dotazione di 22 milioni di euro all’anno”.

“Le risorse messe in campo – precisa l’assessore – ci consentono di riconoscere e liquidare ai consorzi i maggiori costi sostenuti sul fronte energetico, ma è necessario aprire un confronto per semplificare le modalità e accorciare i tempi legati al trasferimento dei fondi. L’esposizione generata dall’anticipo delle risorse da parte dei Consorzi di bonifica e il dilatarsi dei tempi originano dei costi ulteriori che possono e devono essere evitati. Soprattutto occorre individuare un meccanismo che, riducendo i tempi, consenta il rimborso integrale dei costi. L’incontro di oggi dimostra che c’è la piena volontà di intervenire con soluzioni concrete. Un più efficiente impiego delle risorse significa avere più fondi a disposizione per migliorare e potenziare i servizi a beneficio degli utenti, dei cittadini e delle imprese. Abbiamo dato il via libera a una cabina di regia ristretta che entro la prossima settimana consenta di individuare un provvedimento condiviso che garantisca la copertura integrale dei costi sostenuti dai consorzi di bonifica e individui procedure semplificate per l’erogazione dei rimborsi annullando i ritardi che costringono i consorzi stessi ad onerose esposizioni finanziarie”, conclude l’esponente della giunta Solinas.

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L'incontro da me convocato sui temi delle vertenze energetiche e industriali, alla presenza dei sindacati, del mondo imprenditoriale e dei principali players energetici, ha fatto emergere ancora una volta la strategia della Regione, che è chiara ed è indirizzata alla tutela degli interessi delle imprese e delle famiglie sarde, ed è frutto di una costante condivisione con tutti gli attori in campo. Lo dichiara l'assessore all'Industria Anita Pili, che risponde alle critiche avanzate dalle sigle sindacali.

Dichiarazioni, dice l'assessore Pili, lontane da quanto sinora manifestato e sottoscritto dalle stesse sigle sindacali nei verbali di agenda industria. Non risponde al vero che questo governo regionale non abbia una visione strategica: essa è stata costruita proprio facendo sintesi delle posizioni portate al tavolo, anche dalle sigle sindacali, insieme a Confindustria e CONFAPI e ai Sindaci dei territori coinvolti nell’ambito del percorso di elaborazione, da parte del governo nazionale, del DPCM energia, opportunamente impugnato dal Presidente della Regione proprio perché distante dalle richieste fatte dallo stesso tavolo di agenda industria.

A partire dalla mancata intesa tra governo nazionale e regionale, per arrivare all’esclusione di 1/3 della popolazione sarda dalla perequazione del gas. È importante ricordare, prosegue l'assessore, che la situazione ereditata da questa giunta regionale parte proprio dalla mancata traduzione in legge del patto per la Sardegna Renzi Gentiloni che garantiva, attraverso la metanizzazione dell’isola, condizioni di eguaglianza energetica per le nostre famiglie e le nostre imprese.

Le polemiche lasciano dunque perplessi, perché questa giunta regionale ha lavorato nel pieno sostegno del rilancio industriale.

Dopo 7 anni d’attesa la Giunta Solinas ha sbloccato le autorizzazioni per il rilancio di Eurallumina, così come per la Sider Alloys che finalmente inizia la prima fase di ripresa.  Senza dimenticare il lavoro fatto per consentire ad altri player presenti sul territorio regionale di proseguire la propria attività senza creare nuovi disoccupati in aree territoriali già pesantemente ferite dalle crisi industriali.

È evidente che crisi ataviche trascinino un carico di tensione e incertezza, ma è importante non dimenticare che per restituire pari dignità al mondo produttivo sardo è necessario uno spirito di unità, lontano da divisioni politiche. Si pone con urgenza, conclude l'assessore Pili, l'esigenza di percorrere una strada comune per ottenere alla Sardegna risultati concreti che possano garantire condizioni di piena eguaglianza energetica con il resto delle Regioni d’Italia.

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Settanta milioni per il “pacchetto efficientamento energetico”: è questa la somma stanziata dalla finanziaria regionale, approvata dal consiglio, che supporterà imprese e famiglie nella spesa per l’energia rispettivamente con 30 e 40 milioni.

“La Regione Sardegna – dice il Presidente Solinas – già da tempo sta mettendo in campo le risorse necessarie al proprio efficientamento energetico, e al sostegno delle comunità e delle famiglie. La misura approvata con la manovra segue quanto già previsto dalla Legge sull’Energia lo scorso ottobre, con  l’introduzione del reddito energetico. In particolare, dice il Presidente, si vuole favorire la spinta sulle energie rinnovabili e gli impianti domestici di accumulo, attraverso finanziamenti che vadano a dare sostegno alle famiglie, le quali si trovano ancora in uno stato di difficoltà, causato dall’aumento dei prezzi dell’energia dovuto alla congiuntura internazionale”.

La finanziaria include, infatti, la concessione di contributi in conto capitale per le imprese e le famiglie al fine di favorire l'efficientamento energetico, che avrà come conseguenza la riduzione dei costi per l'energia.

“Per favorire l’abbattimento dei costi energetici – afferma l’assessore dell’Industria, Anita Pili – è necessario proseguire sulla strada della transizione energetica, privilegiando fonti di energia rinnovabile e autoprodotta. Si dovranno favorire le associazioni tra comuni: proprio in quest’ottica, specifica Pili, con un emendamento dedicato sono stati stanziati ulteriori 2 milioni di euro di risorse destinate ai comuni della Sardegna al di sopra dei 5mila abitanti, per l’implementazione delle comunità energetiche. Si tratta dei comuni finora esclusi dai precedenti finanziamenti regionali e dai fondi del Pnrr, destinati solo ai comuni al di sotto del 5mila abitanti”.

“I 30 milioni destinati al sostegno delle micro, piccole e medie imprese – spiega l’assessore dell’Industria – prevedono sia il sostegno alla realizzazione di interventi di adeguamento e rinnovo degli impianti, sia interventi di efficientamento energetico e miglioramento emissivo degli edifici. Non dimentichiamo – prosegue Pili – che l’incremento dell’efficienza energetica nei comparti produttivi è uno dei capisaldi del Green Deal Europeo, che prevede di raggiungere la quasi totale decarbonizzazione nel 2050: per farlo, è fondamentale proseguire nella strada della riduzione dei costi energetici e dell’ottimizzazione dei processi di produzione, adottando, ad esempio, nuove soluzioni di smart manufacturing, incrementando l’efficienza dei macchinari e ottimizzando così tempi e risultati delle produzioni”.

“La Sardegna – conclude l’assessore dell’Industria – sta facendo enormi passi avanti nella transizione energetica. Le comunità energetiche sono già realtà in molte aree della regione, i cui comuni possono dotarsi di energia autoprodotta. Proseguiamo quindi su una strada che sta già dando ottimi risultati e, nel tempo, potrà rendere la Sardegna autosufficiente dal punto di vista energetico.

Inoltre, con il recente accordo sottoscritto con Assessorato della Difesa dell’Ambiente, Anci, Cal e Università di Cagliari e Sassari, portiamo la cultura dell’ecosostenibilità e della transizione verde nelle scuole e nelle comunità locali, per sensibilizzare i cittadini fin da giovani sull’importanza delle buone pratiche finalizzate a garantire una maggiore efficacia delle politiche di adattamento, le uniche da intraprendere per assicurarci un futuro che rispetti l’ambiente e ottimizzi le risorse”.

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