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“Sosteniamo le imprese e l’occupazione per portare la Sardegna fuori dalla crisi, supportare le attività che hanno dovuto chiudere e favorire la ripartenza del sistema Sardegna”. Così il presidente della Regione, Christian Solinas, commenta la destinazione di 221 milioni di euro alle “azioni di sostegno al sistema economico della Sardegna e a salvaguardia del lavoro a seguito dell'emergenza”: le risorse sono contenute nel nuovo provvedimento, approvato dalla Giunta. 

“Il primo risultato importante – spiega l’assessore alla Programmazione, Giuseppe Fasolino- è stato scongiurare i tagli della spesa già programmata in settori quali la sanità e gli enti locali e orientare le risorse frutto di alcune riprogrammazioni di spesa e di entrate pregresse, per affrontare gli impatti negativi causati dal Covid alla nostra economia. Abbiamo incrementato di 50 milioni di euro il ‘Fondo Emergenza Imprese’,  destinato anche ai professionisti, che vedrà così un maggior numero di beneficiari di prestiti e sovvenzioni a tasso zero. Abbiamo inoltre previsto – continua Fasolino – la costituzione di una serie di fondi rotativi come ulteriore strumento di sostegno alle attività economiche, al fine di riportare le aziende su un piano di naturale competitività e confronto: 60 milioni alle grandi aziende alberghiere e 10 milioni per prestiti e sovvenzioni dirette per interventi di crescita o rilocalizzazione delle attività, dedicando particolare attenzione ai settori che più di altri hanno patito le conseguenze del lockdown. Abbiamo inoltre destinato 4.000.000 quale concessione di contributo a favore dei taxi e degli NCC, fortemente penalizzati dalle limitazioni alla circolazione. Tra le misure previste a sostegno dell’occupazione si evidenziano i 15 milioni destinati alla filiera turistica, consentendo lo scorrimento della graduatoria già approvata e portando ad oltre il 90% il numero complessivo delle istanze soddisfatte. Altri 1.225.000 euro sono dedicati alle politiche attive del lavoro: compresi negli interventi sono quelli in favore dei lavoratori del “Porto Canale di Cagliari” e dell’area industriale di Portovesme. Interveniamo inoltre con un cofinanziamento regionale pari a euro 1.400.000 su  progetti del Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG), che attraverso un effetto moltiplicatore consente di destinare all’intera misura l’importo complessivo di euro 3.500.000”.

Con 875.000 euro si provvede, invece, allo scorrimento della graduatoria in favore delle micro, piccole e medie imprese  operanti nei settori delle tonnare, dell’allevamento delle cozze e dei mitili, e dell’apicoltura.  Ai lavoratori autonomi, a prescindere che siano o meno titolari di partita IVA ed analogamente ad organismi, agenti e scuole professionistiche operanti nel settore dello spettacolo dal vivo, teatro, musica, cultura, danza, - inclusi i professionisti e i tecnici del settore - andrà una indennità pari a 7.000 euro.

Previste anche ulteriori misure per integrare il reddito dei lavoratori dei Servizi scolastici di Istruzione degli studenti con disabilità e in situazioni di svantaggio. Altri 3 milioni vanno ad incentivare le nuove assunzioni e le conversioni a tempo indeterminato dei contratti a  tempo determinato.

“Questo è l’impegno della Sardegna sul fronte dell’impresa e del lavoro: affrontiamo l’emergenza – ha concluso l’assessore – ma con lo sguardo attento alla ripresa, alla prospettiva, alla creazione di un nuovo modello economico che offra nuove opportunità alle aziende e maggiore stabilità al lavoro per le nuove generazioni”.

Il provvedimento è stato discusso oggi in commissione Lavoro del consiglio regionale ed è passato a maggioranza.  L’assessore del Lavoro, Alessandra Zedda (Fi), ha illustrato, nello specifico, le misure e gli stanziamenti contenuti negli articoli 3 (comma 5, lettere dalla a- alla f) e 7 (comma 5, lettere dalla a - alla c) e che riguardano politiche attive del lavoro, bonus per l’occupazione e sostegni di vario tipo per il mantenimento e la salvaguardia dei salari e dei posti di lavoro, minacciati dal perdurare della crisi da Covid.

Assente per motivi personali, invece, l’assessore della Cultura, Andrea Biancareddu (Udc), che è stato sostituito in audizione dal direttore dei beni culturali, Renato Serra, e da quello della Pubblica Istruzione, Giorgio Cicalò. Ed è proprio sulle parti del provvedimento che riguardano l’assessore Biancareddu che i consiglieri della minoranza (Desirè Manca, M5S; Laura Caddeo e Maria Laura Orrù, Progressisti; Franco Stara, Italia Viva) hanno mostrato perplessità e sottolineature critiche, con riferimento soprattutto agli stanziamenti indicati nell’articolo 6 del Dl. 224. L’accusa, non troppo velata, rivolta dagli esponenti del centrosinistra e dei Cinque Stelle, è che si tratti di interventi non dettati dall’emergenza economica e sanitaria e caratterizzati da un troppo elevato tasso di discrezionalità nelle scelte.

In precedenza la commissione aveva sentito l’assessore del Personale, Valeria Satta, sulla questione del precariato nel sistema regione. Come è noto si tratta della vertenza che riguarda circa 60 lavoratori, impiegati con contratti a tempo negli assessorati, in enti e agenzie regionali, che sono rimasti esclusi dalle stabilizzazioni che hanno interessato, nella precedente legislatura, oltre 530 lavoratori.
L’assessora Satta ha annunciato, la previsione, proprio nell’assestamento di Bilancio, della norma per la proroga di un anno (fino al 31 dicembre 2021) dei contratti dei 60 precari attualmente in servizio nel sistema regione ma ha dichiarato di non voler procedere con le stabilizzazioni.

«La scelta politica – ha dichiarato l’assessora del Personale – è quella di aprire una nuova stagione che si dovrà caratterizzare per l’espletamento dei concorsi per favorire le nuove assunzioni in Regione».
Sul punto, la Seconda commissione, non ha escluso però di proporre una serie di proposte emendative al disegno di legge n. 224, che favoriscano l’attivazione delle procedure per la stabilizzazione (anche a scaglioni) dei lavoratori precari del sistema regionale.

Pubblicato in Regione

Il consiglio regionale ha respinto la mozione di sfiducia presentata dalle opposizioni contro il presidente Christian Solinas dopo l'esplosione del caso dell'apertura estiva delle discoteche in Sardegna. Il documento, alla fine di un lungo dibattito, è stato respinto con 34 voti contrari, 19 favorevoli e 1 astenuto. Di seguito il verbale della seduta. 

La seduta del Consiglio regionale si è aperta sotto la presidenza del presidente Michele Pais, che ha comunicato che la consigliera Sara Canu ha aderito al Gruppo consigliare dei Riformatori sardi. In apertura dei lavori il presidente è intervenuto, prima di aprire la discussione sul punto all’ordine del giorno, la Mozione n. 361 (Ciusa e più) di sfiducia al Presidente della Regione. “Unitamente alla Conferenza dei capigruppo ho ritenuto di portare immediatamente questa discussione in aula, sottraendola così alla strumentalizzazione e alla spettacolarizzazione televisiva a cui abbiamo assistito in questi in questi giorni – ha affermato Pais - e questo per evitare che venissero minate, ulteriormente, la credibilità delle istituzioni e dell’immagine della Sardegna e dei sardi. Mi sia consentito – ha continuato il presidente - di esprimere tutta la mia amarezza per quanto abbiamo assistito: perché non è tollerabile e non è accettabile che qualcuno possa affermare, riferendosi alla Sardegna, alle Istituzioni sarde e all'Assemblea legislativa della Sardegna che l'umanità viene distrutta dal politico incosciente senza principi e dallo scienziato senza umanità. Questo non è consentito a nessuno. Un fatto che deve creare indignazione assoluta fuori da quest’aula, ma soprattutto in quest’aula”. Il presidente ha poi aggiunto: “Queste frasi sono sterili, inutili e, soprattutto, offensive nei confronti di una Sardegna che è stata dipinta come terra degli untori mentre invece è stata contagiata. Dico questo perché devo difendere l'autonomia del Consiglio regionale della Sardegna e le prerogative di tutti i consiglieri di maggioranza e di opposizione che esprimono il loro voto in maniera libera. Il Consiglio regionale ascolta tutti, ma non subisce alcuna pressione. Questo è un fatto che noi dobbiamo ripeterci perché lo dobbiamo alla integrità e all’onorabilità delle Istituzioni nei confronti dei sardi che rappresentiamo”, ha concluso.

Il presidente ha poi dato la parola al primo firmatario della Mozione. Michele Ciusa (M5S) ha sottolineato che sono giorni di grande sofferenza per la Sardegna in cui i contagi Covid nell’ultimo mese hanno superato i 10.000. Per Ciusa anche questa estate, quando i contagi erano molto più bassi, la comunità scientifica è sempre stata chiara nel dire che l'esperienza dolorosa dei mesi di marzo e aprile non sarebbe stata l'unica di quest'anno e che era necessario prepararsi al meglio per la stagione autunnale-invernale. “Cosa che peraltro voi non avete fatto e questo è sotto gli occhi di tutti: avete sottovalutato la seconda ondata in maniera clamorosa, gli ospedali della Sardegna sono in ginocchio, le file delle ambulanza fuori dai pronto soccorso della Sardegna sono il simbolo della totale mancanza organizzativa”. E ha aggiunto: “Questa è la reale situazione ma per voi va sempre tutto bene, anzi per voi bisogna evitare gli allarmismi”. E ha continuato: “Avete scelto di modificare la governance della sanità, invece di organizzare le strutture sanitarie per la seconda ondata. Avete pensato alle poltrone della sanità invece di tutelare i sardi dal Covid”, ricordando che “stiamo vivendo uno dei periodi più duri dalla fine della Seconda guerra mondiale”. Ciusa ha poi spiegato che, da parte del presidente sono venuti meno il senso di responsabilità, la trasparenza e la fiducia.  E ha chiesto al presidente Solinas se le decisioni prese, seppur nelle sue facoltà, siano state assunte con senso di responsabilità, ricordando “che la scienza è e deve essere il nostro migliore alleato e non si può assolutamente non considerarla, magari solo per favorire interessi vicino al proprio elettorato”. Ciusa ha posto poi una serie di domande: l'11 agosto c’era l’urgenza di riaprire le discoteche? C'era da soddisfare qualche interesse personale a discapito della salute dei sardi? Il Comitato tecnico scientifico ha detto sì o no alla riapertura delle discoteche? “Lei deve rispondere a queste domande”, ha continuato Ciusa, “perché su questa vicenda lei non ha praticamente fornito nessun elemento, ed è ancora più grave: sembra che lei voglia nascondere qualcosa”, ricordando che le dimissioni della maggior parte dei componenti il Comitato tecnico scientifico è un segnale inequivocabile.

Ciusa ha evidenziato che è difficile credere al fatto che il presidente Solinas non abbia letto il parere del Cts del 6 agosto, visto che ne era a conoscenza l’assessore regionale della Sanità.  “Se lei ha assunto in prima persona la decisione della riapertura discoteca mi domando su quali basi ha compiuto questa scelta personale, visto che in quei giorni in Sardegna, a Carloforte, era scoppiato un cluster proprio a causa di una serata in discoteca, con 21 contagiati e 100 persone in isolamento”. Ciusa ha poi concluso chiedendo “Come si possa avere fiducia in chi prende decisioni, dicendo che si sarebbe confrontato con il comitato tecnico scientifico e non l'ha fatto, in chi ha preferito quest'estate pensare alle poltrone della governance sanitaria anziché predisporre una strategia mirata di contrasto alla seconda ondata, in chi, probabilmente, ha voluto anteporre gli interessi privati a quelli della comunità sarda. Presidente non siamo solo noi che chiediamo le dimissioni ma glielo chiedono i sardi”.

E quindi intervento il presidente della Commissione Salute, Domenico Gallus (Udc  Cambiamo), che ha sottolineato l’infondatezza delle tesi sostenute dalla mozione, affermando che bisogna contestualizzare le decisioni e non decontestualizzarle come “gli estensori della mozione surrettiziamente vorrebbero”. Gallus ha spiegato che l’ordinanza fu adottata in giorni in cui si pensava che ormai il virus fosse in qualche modo attenuato, per lo meno nella sua fase più acuta di carica virale contagiosa. “Tutta la letteratura scientifica e la narrazione del momento concordavano  sul fatto che un’eventuale ripresa del contagio fosse da mettere in conto, ma non preoccupante come quella appena passata, in quanto ritenuta più che altro fisiologica. In quei giorni si incoraggiava una graduale ripresa delle attività  socioeconomiche e di ripresa della vita normale. “Nessuno sino ad oggi aveva messo in dubbio la correttezza delle ordinanze di riapertura delle discoteche”, ha detto, “la questione è tornata di attualità non già per un revisionismo tipico di esponenti del centrosinistra sulla loro posizione favorevole, espressa nell’ordine del giorno del 11 agosto, ma per il servizio di Report andato in onda su Rai 3. Un servizio non ispirato certo all'informazione corretta, indipendente, pluralista e imparziale, che ha reso un pessimo servizio alla Sardegna e ai sardi”.  Gallus ha ricordato che quando è stata emanata l’ordinanza l’ RT della Sardegna era tra i più bassi d’Italia e che l’ordinanza di riapertura conteneva l’obbligo per i gestori delle discoteche di osservare  tutte le disposizioni ministeriali circa la prevenzione del contagio del coronavirus. “Il Parlamento sardo si è espresso all'unanimità dando mandato al presidente la Giunta regionale di predisporre un'ordinanza che consentisse l'apertura delle discoteche in Sardegna nel periodo di maggior presenza dei turisti, anche per poter esercitare un puntuale monitoraggio sui frequentatori delle notti estive, piuttosto che saperli esposti ad assembramenti fuori controllo in luoghi privati, piazze e spiagge”. C’è da parte della minoranza, ha sottolineato Gallus, il  vano tentativo di colpevolizzare il presidente Solinas. Gallus ha ricordato che i contagi in discoteca, rispetto all’insieme dei dati dei contagi di tutta la regione, hanno costituito una percentuale ridottissima rispetto al numero dei positivi nei mesi estivi tra giugno e agosto. Il presidente della Commissione ha anche ricordato la richiesta del presidente Solinas di tutelare l’Isola dall'ingresso dei possibili soggetti positivi al virus attraverso lo strumento del cosiddetto “passaporto sanitario”, contrastato da ambienti sanitari, dal Governo e da esponenti del centrosinistra nazionale. Nessuna pressione è stata esercitata sul Consiglio regionale e sul presidente regionale, ha proseguito. “Colpisce tuttavia in tutta questa vicenda surreale che non si sia levata da parte dei presentatori della mozione una sola voce se non di sdegno almeno di presa di distanze dal fatto che nel servizio di Report la Sardegna e i sardi sono passati come un popolo di untori”, ha affermato Gallus, aggiungendo che le stesse attenzioni non sono state riservate ad altre regioni, che hanno aperto le discoteche questa estate. Per Gallus il servizio andato in onda su Rai 3 ha creato un gravissimo contraccolpo di carattere economico per l'intera Sardegna, colpendo il settore turistico e ha offeso l'intero popolo sardo. Gallus ha proposto di valutare la possibilità di citare la trasmissione di Rai tre per i danni causati all’immagine della Sardegna e al settore turistico. “Caro presidente vada avanti perché la strada da lei intrapresa è quella sicuramente migliore,  tutto il resto è noia”, ha concluso.

Francesco Mura, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha giudicato quello dell’opposizione un attacco che non rientra nella normale critica politica, perché non rispetta la sicurezza, l’onorabilità delle persone e della loro professionalità e mina la credibilità di tutto il popolo sardo. Per Mura la voglia di rivalsa per la sconfitta elettorale ha portato un danno enorme alla Sardegna e ai sardi. Mura ha accusato il collega Francesco Agus di essersi fatto trascinare “dal bullo di turno”. «Abbiate la coscienza – ha detto -  di chiedere scusa a noi e ai sardi soprattutto per aver costruito comunicativamente, con una violenza inaudita contro la Sardegna, un'azione che non ha niente di politico ma è dannosa per tutti quanti.  Un’azione comunicativa costruita sul nulla, su un’ordinanza che ha avuto un valore per quattro giorni e che ha inciso pochissimo sul contagio».  Per Mura quella in discussione è la mozione di Massimo Zedda.

Per Giovanni Satta (Psd’Az) la trasmissione di Report “è stata faziosa” e “non rispetta la Costituzione”, in particolare non rispetta il  diritto di uguaglianza e la presunzione di innocenza.  Satta ha ricordato “che è stata fatta un’operazione di sciacallaggio politico” e ha aggiunto riferendosi all’opposizione, “avete firmato un ordine del giorno all’unanimità”. Anche lo stesso professor Vella, ha proseguito, ha dichiarato che il nostro presidente è stato uno dei più attenti e prudenti, che ci ha portato a fine maggio ad essere una regione Covid free. Satta ha ricordato che lo stesso collega Zedda aveva espresso preoccupazione, nel caso di chiusura delle discoteche, per un eventuale rischio di assembramenti non controllati. Satta, esprimendo amarezza per la gestione della sua intervista da parte dei giornalisti di Report, ha sottolineato di  non aver mai subito pressioni.

Per Roberto Deriu (Pd) il problema del presidente Solinas sarà ottenere la nuova fiducia da parte della sua maggioranza “a trazione leghista”. Una fiducia “che la renderà prigioniero dell’immobilismo politico nel declino economico e del marasma amministrativo che caratterizzano questa recente fase della storia autonomistica”. Deriu ha aggiunto che la struttura genetica di questa maggioranza è regolata dalle leggi della giungla e “dalla giungla, dal caos di questa maggioranza vengono infatti gli imbarazzanti rumori mediatici dei giorni scorsi” e non “dai complotti caserecci, evocati dal collega Francesco Mura”. Per Deriu i problemi della macchina amministrativa sono sotto gli occhi di tutti e ha ricordato il senso di responsabilità che ha sempre animato l’azione politica dell’opposizione.

Per Cesare Moriconi (PD) la mozione in esame è uno strumento di confronto che permette di discutere nella sede giusta della drammatica situazione sanitaria che la Sardegna vive. “Siamo di fronte ad un atto politicamente gravissimo. Credo che la vera sfiducia, il vero atto di accusa nei suoi confronti – rivolgendosi al presidente Solinas - siano state proprio le dimissioni di tutti gli esperti del Cts”. Il consigliere di opposizione ha evidenziato che non sia il momento di azioni propagandistiche: “Esprimo il mio tale dissenso rispetto a quelle espressioni che non tengono conto della oggettive difficoltà alle quali i governi di tutto il mondo e di tutti i livelli sono stati chiamati”, ma anche detto di ritenere “stucchevole il ricorso sistematico allo scudo delle presunte responsabilità altrui dentro il quale lei e la sua maggioranza, presidente Solinas, provate a negare le vostre inadeguatezze e le vostra improvvisazione”. Moriconi ha anche evidenziato che se le azioni annunciate oggi fossero state messe in campo prima, molte situazione critiche delle nostre strutture ospedaliere, probabilmente, non ci sarebbero state. “Invece il 13 di novembre, giorno della conferenza del Presidente, - ha proseguito il consigliere del Pd - a fronte degli attuali complessivi 392 posti letto disponibili, i ricoverati covid positivi nelle nostre strutture ospedaliere erano ben oltre i 580, cioè molto più dei 392, ma addirittura anche più dei 545 che nel breve dovrebbero costituire la capacità complessiva dei posti letto per covid positivi”. Moriconi ha ricordato che la maggioranza non ha tenuto conto delle tante segnalazioni delle minoranze e dei cittadini.  “Non basterà respingere la mozione di sfiducia per assicurare alla Sardegna e ai sardi un'azione di governo dell'emergenza all'altezza delle attese e delle responsabilità che vi sono state affidate. Occorre molto di più molto di più di quanto non abbiate dimostrato di saper fare”, ha concluso Moriconi.

Emanuele Cera (FI) ha evidenziato che il compito della politica non è quello a cui stiamo assistendo. “E’ una tecnica ricorrente, che condanno a tutti i livelli, - ha affermato - quello di aizzare l’opinione pubblica contro l’avversario politico come colpevole. Perché nei momenti di rabbia c’è un’istintiva sete di colpevoli contro i quali sfogarsi. Questa volta ci si è superati perché arrivare ad accusare il presidente della Regione di una pandemia nazionale e mondiale e dipingere la Sardegna peggio di Wuhan è un’operazione ardua e senza precedenti”. Cera si è detto dispiaciuto per l’azione portata avanti da chi cerca di riprendersi da una sconfitta politica a discapito della Sardegna. L’Isola sta affrontando, ha continuato, la situazione con tantissime difficoltà ma con impegno, grande serietà e responsabilità. Cera ha poi ricordato che ci sono stati altri esponenti politici che promuovevano aperitivi, abbracci con i cittadini cinesi o leader nazionali venuti nella nostra isola a posare per i giornali che si occupano di cronaca rosa. Cera ha infine ricordato che il presidente Solinas aveva tentato di controllare gli arrivi nell’Isola ed è stato osteggiato dal Governo. “Abbiamo approvato il fondo d’emergenza per le famiglie di 120 milioni e di 200 milioni per le imprese, abbiamo dato una boccata d’ossigeno agli enti locali consentendo la spesa delle somme residue dei fondi europei. Questo è il compito della politica ed è su questi temi che dobbiamo confrontarci e scontrarci per arrivare a una sintesi per il bene della Sardegna. Non si può trascinare l’Assemblea sarda in una zuffa politica, perché c’è qualcuno che vuole rivincite mediatiche”, ha concluso Cera. 

Ha preso poi la parola l’on. Li Gioi (Movimento Cinque stelle), che ha esordito così: «Sapevamo che aprendo troppo avremmo ammazzato la Sardegna, non volevamo rischiare sulle vite umane. Mi chiedo quale sia il senso di tutto questo, di tutte queste parole che ho sentito pronunciare da un capogruppo di maggioranza a un giornalista. Il problema poi è che questa non è casa di nessuno di noi e nemmeno è casa del presidente della Regione. Siamo stati costretti a presentare questa mozione di sfiducia davanti a questa colossale dimostrazione di inadeguatezza da parte vostra. E non parlo del Comitato tecnico scientifico, che ha perso ogni giorno un pezzo». Per l’oratore «l’etica non è stata presente nei vostri banchi, per voi non esiste e lo state dimostrando. Noi sappiamo che il presidente Solinas sarà portato oggi in trionfo dalla sua maggioranza ma non ci sarà nulla di etico: sarà tutto soltanto patetico. Noi abbiamo la coscienza pulita».  

Per il sardista Stefano Schirru «la prudenza a volte è una valore troppo vicino alla viltà e faccio questa premessa perché raramente ho letto una mozione così male argomentata, peggio di certe trasmissioni giacobine di Rai 3. Una mozione che ci costringe a dare del consiglio regionale una immagine pessima. In Sardegna come in Italia e nel mondo siamo di fronte a una pandemia i cui contorni non sono chiari ai professori e agli addetti ai lavori: non sono i ricchi cattivi ad aver sputazzato il virus addosso ai poveri sardi in cambio di spiccioli». L’on. Schirru ha proseguito: «Dietro i locali della Costa Smeralda, come li chiamano i miei colleghi giacobini, ci sono discoteche ma anche alberghi, noleggi, porti e ristoranti. C’è una economia e bene ha fatto il presidente Solinas a considerare tutto l’insieme».

Per i Progressisti l’on. Orrù ha detto: «I sardi che vi avevano votato e io con loro hanno perso la fiducia nei vostri confronti ed è per questo che sostengo questa mozione di sfiducia. La responsabilità politica è tutta di chi ha firmato l’ordinanza che ha consentito ad agosto la riapertura delle discoteche. E’ necessario affrontare una volta per tutte questa emergenza, partendo da dati certi. Dobbiamo evitare in futuro di chiudere altri reparti, perché oltre al Covid ci sono le altre patologie e ci sono lunghissime liste d’attesa. Siamo sinceri: per noi oggi è molto difficile venirvi incontro perché state affrontando questa emergenza con impreparazione e servilismo mai visti nella storia della autonomia. E’ invece questo il momento di cavalcare l’onda di una rinascita, perché i soldi ci sono e serve reperirli e spenderli».

A seguire l’on. Ignazio Manca (Lega Sardegna), che ha parlato della necessità di «collaborazione tra le forze politiche, auspicata pure dal presidente Conte quando  invece in Sardegna lavorate soltanto per far cadere il presidente Solinas. La Sardegna ad agosto era Covid free e al presidente Solinas è stato impedito di adottare misure per controllare l’arrivo dei turisti sotto il profilo sanitario. Al presidente della Regione rinnovo la mia totale fiducia».

L’on. Alessandro Solinas (Movimento Cinque stelle) ha detto che «ciò che succede oggi è la naturale evoluzione del modo di fare che avete adottato sin dall’insediamento. Abbiamo ricevuto da parte vostra accuse di allarmismo, le stesse che hanno ricevuto i sindaci. Ma il vero allarme è di chi è chiuso a casa, attende un tampone e nessuno gli risponde. Nessuno gli dà l’esito di un esame. Non mi stupisce in nessun modo che dietro l’ordinanza di riapertura delle discoteche ci siano state le pressioni di chi ha società costruite con scatole cinesi e tiene i capitali all’estero. La Sardegna vive un dramma senza precedenti ma nessuno può pensare che la  classe politica che la dirige non abbia enormi responsabilità. Lo vedremo alle prossime elezioni, al di là dell’esito di questa mozione».

Per la Lega l’on. Piras «sarebbe bastato che l’opposizione avesse dato via libera ai certificati di negatività per i turisti in arrivo in Sardegna. E allora l’opposizione sarebbe stata credibile. Ma non lo ha fatto e non è credibile. Ci sono altre 17 regioni che hanno aperto le discoteche, anche ben prima della Sardegna. Perché non diciamo questo? Perché non diciamo che il viceministro della Sanità era favorevole alla riapertura e lo ha detto chiaramente a Radio 24? Qui siamo davanti a una macchina della fango: prima di essere politici siamo sardi e abbiamo il dovere di difendere la Sardegna. Vada avanti, presidente Solinas».

A nome di Leu ha preso la parola l’on. Eugenio Lai, che ha detto: «In altri tempi non ci sarebbe stato bisogno di una mozione di sfiducia per invitare il presidente della Regione ad essere trasparente sui dati di una pandemia. Altro che costringerci a una richiesta di accesso agli atti, alla quale non avete nemmeno dato risposta. Con le vostre decisioni superficiali avete consentito al virus di correre dentro l’Isola e di rovinare ancora di più l’economia delle imprese sarde. Non quella delle società off shore di cui vi siete invece assai preoccupati. Chiedete ai sardi cosa pensano della vostra gestione sanitaria e non ci sarà bisogno di una mozione di sfiducia come la nostra». Per l’oratore «sino a oggi i sardi hanno sentito soltanto lo stridolìo sugli specchi dei consiglieri di maggioranza».

A seguire l’on. Giuseppe Meloni (Pd)  «non è nostro compito sostituirci ad altre istituzioni dello Stato ma chiediamo che sia fatta chiarezza su una vicenda opaca. E tutto questo mentre a breve si rischia che le terapie intensive non bastino più. Avete accusato i sindaci di essere catastrofici, avete detto che in sanità va tutto bene. E invece non è così e lo sapete. La salute viene prima di tutto se siamo davvero amministratori pubblici coscienziosi. Avete tirato in ballo il nostro ordine del giorno, che chiedeva soltanto dati scientifici certi prima di ogni decisione. E lo avete fatto per tentare di coprire la vostra responsabilità. Avete consentito la riapertura delle discoteche e pure delle sagre paesane, altrettanto pericolose sotto il profilo della diffusione del virus».

Dai banchi della maggioranza il leghista Pierluigi Saiu ha parlato «dell’imbarazzo di alcuni colleghi ma ai sardi deve essere chiaro che nel momento più duro della pandemia le forze di opposizione chiedono una nuova campagna elettorale. Per questi colleghi la soluzione per affrontare questa emergenza è una nuova campagna elettorale, sono nuove elezioni. Voi che sprizzate spregio nei nostri confronti per aver aperto le discoteche chiedete una nuova campagna elettorale oggi che in Sardegna ci sono cinquecento nuovi contagiati. Avete questo coraggio, lo chiedete all’Aula. E vergognandovi, giustamente, provate a spostare il dibattito. Ma avete portato avanti un teatrino diffamatorio, pur sapendo di danneggiare l’immagine della Sardegna. Avreste dovuto sostenere la nostra voce quando chiedevamo al governo il diritto di controllare dal punto di vista sanitario chi voleva arrivare nella nostra isola».

Per il Pd l’on. Valter Piscedda «alcune affermazioni fatte nei confronti dell’on. Giovanni Satta non mi sono piaciute e volevo esprimere la mia solidarietà. Ma andando nel merito nella mozione sia chiaro al presidente Solinas che deve stare tranquillo: non è solo ad essere sfiduciato. La sfiducia è anche verso tutta la Giunta e in particolare verso l’assessore alla Sanità, tanto che si deve supplire con i medici militari e nemmeno loro bastano.  Dal nostro punto di vista voi non state rispondendo nel modo giusto verso una pandemia che obiettivamente è un problema affrontare per tutti. La nostra disponibilità a dare una mano è caduta nel vuoto. Sappiamo benissimo che se questa richiesta fosse accolta andremmo a casa pure noi ma io penso che voi della Lega siate un incidente politico della Sardegna e i sardi oggi non vi voterebbero più perché questo governo regionale a trazione sardo leghista fa rizzare i capelli ai sardi. Se il prezzo da pagare per liberare la Sardegna da questo incidente sardo leghista è tornare a casa, bene, noi lo facciamo volentieri». 

Il consigliere Piero Comandini (Pd), dopo aver annunciato il suo voto favorevole alla mozione di sfiducia, ha chiarito che l’orientamento suo e del suo partito non dipende dai contenuti dell’inchiesta di Report mandata in onda su Rai 3.

«Da quando il Covid è arrivato in Sardegna abbiamo sempre dato la nostra disponibilità a ragionare insieme e a costituire una cabina di regia come è stato fatto in altre regioni. La nostra disponibilità è però caduta nel vuoto – ha detto Comandini – si è preferito individuare un nemico nel governo nazionale.  Avete deciso di andare da soli». L’esponente del Pd ha poi affrontato la questione relativa alla riapertura delle discoteche decisa dalla Giunta: «L’altra ragione per cui voterò a favore della mozione sta in una sola parola: “acquisito”. Quando lei scrive di aver acquisito il parere del Comitato scientifico per l’ordinanza dell’11 agosto dice qualcosa di non vero – ha detto Comandini rivolgendosi al presidente Solinas – quel parere non esiste, se così fosse perché il 12 agosto non ce lo avete fornito nonostante le nostre pressanti richieste? Quel parere non lo abbiamo mai visto. Perché salta fuori solo dopo la trasmissione di Report? Voi avete la responsabilità politica di tutto questo: avete causato troppi danni economici e morali alla Sardegna e avete detto troppe bugie».

Gian Filippo Sechi, capogruppo di Udc Cambiamo ha detto che questa  mozione parte da presupposti sbagliati e che sarebbe meglio ritirarla. L’esponente della maggioranza ha affermato  di essere dispiaciuto che, in un momento come questo, non ci sia unità di intenti e alcuni cavalchino l’onda delle polemiche. Sechi ha ricordato che la scelta sulla riapertura o meno delle discoteche è stata lasciata alla decisione delle singole regioni. Quindi,  nonostante le Regioni, anche quelle che oggi hanno una situazione molto più grave di quella della nostra isola, abbiano assunto le proprie decisioni, l’unico luogo in cui sono state messe in discussione le scelte è stata la Sardegna , regione che ha i numeri tra i migliori d’Italia. Per Sechi l’apertura o meno delle discoteche non è la causa della pandemia che sta sconvolgendo il mondo. Quindi, si è chiesto se c’è realmente bisogno di discutere questa mozione e se non sarebbe invece il caso di ricercare l’unità per tentare di trovare strumenti per dare risposte immediate ai cittadini.

Per Massimo Zedda (Progressisti)  la seduta di oggi non è stata convocata perché il presidente della Regione ha sentito il bisogno di chiarire con il Consiglio le tante vicende legate al coronavirus, ma solo dopo che bravi professionisti dell’informazione  hanno raccontato in tv la verità. Per il consigliere dei Progressisti sono state dette dal Presidente della Regione e dalla sua giunta  troppe bugie su posti letto, sui vaccini, sulle terapie intensive, sulle assunzioni che non sono state mai fatte. Nessuna comunicazione neanche riguardo al comitato tecnico scientifico che non esiste più e  sui  protocolli attivati tra la Regione e i medici privati. Inoltre, questa Giunta, per Zedda, ha messo il bavaglio al personale sanitario che deve  lavorare in condizioni drammatiche ma deve tacere e non deve rilasciare dichiarazioni o comparire nei social. La settimana scorsa – ha ricordato Massimo Zedda – il Presidente ha anche silenziato i microfoni, impedendo durante una conferenza stampa, ai giornalisti di fare domande. La conclusione è uno sola: il Presidente Solinas non vuole il  confronto, mente perfino alla sua stessa  maggioranza,  non governa certo in maniera trasparente e emana provvedimenti che crea solo un poltronificio.  

Michele Ennas (Lega) ha detto che questa mozione è mera propaganda. Cosa c’è – ha chiesto -  di più irresponsabile, in questo momento di emergenza, di essere lasciati senza un governo regionale? Cosa accadrebbe se oggi sfiduciassimo il Presidente della Regione? Trasformare l’aula del Consiglio in un grande teatro, in un bluff non è accettabile, per rispetto di chi lavora e di chi sta affrontando l’emergenza.  Ennas ha parlato di grande ipocrisia tra quello che avviene qui e quello che avviene a livello nazionale.

Diego Loi (Progressisti)  ha detto di voler lanciare un grido di dolore. La popolazione si sente abbandonata e appesa a un filo.  I sindaci  non sono in grado ancora di avere dati certi, vengono aggiornati con grave ritardo sui dati epidemiologici del loro comune, si devono sostituire ai medici di base o dell’igiene pubblica per sollecitare i tamponi o visite anche a persone scomparse. Una situazione inaccettabile anche a Oristano dove il pronto soccorso dell’ospedale San Martino apre a  singhiozzo e la situazione è gravissima nonostante l’abnegazione di medici, infermieri e di tutti i lavoratori della sanità a cui va un grande plauso.

Per Stefano Tunis (Misto) oggi si respingerà la mozione di sfiducia ma nel contempo si cacceranno “i mercanti dal tempio”.   L’esponente di Sardegna20venti ha criticato duramente la trasmissione Report che aveva l’unico scopo – ha detto – di dire che questo è il luogo del mercato. Come se in quest’aula  si potesse mercanteggiare un interesse. Si è cercato di   distruggere l’onorabilità di una istituzione.

Antonio Piu (Progressisti) ha sottolineato il grande spirito costruttivo con cui l’opposizione ha sempre cercato di collaborare per tentare di arginare il Covid  in Sardegna. Quindi non c’è mai stata, da parte della minoranza  nessuna strumentalizzazione.  Mi auguro  - ha detto - che cambi l’approccio che questa maggioranza ha nell’affrontare la pandemia. Affermare da parte dell’assessore regionale alla Sanità che non era prevista la seconda ondata del virus è gravissimo . Io ho forti dubbi sull’operato dell’assessore Nieddu: c’è troppa improvvisazione. Piu ha espresso solidarietà al collega Satta  

Per Annalisa Mele  (Lega) l’opposizione ha chiesto le dimissioni del Presidente della Regione dopo aver montato,  con un talk show spazzatura,  un caso di  sciacallaggio politico. Anziché fare  questo – ha aggiunto -  sarebbe stato più opportuno  intervenire presso il governo centrale per potenziare la sanità e così evitare di abbandonare le regioni in questa situazione di pandemia mondiale.  La consigliera, ha ricordato al collega Deriu che il vero bavaglio lo ha messo il governo centrale che è stato capace solo di istituire il coprifuoco, chiudere le scuole e le attività con la complicità di questa opposizione. Al collega Li Gioi ha detto che  non avendo altri punti di riferimento è ossessionato dal loro coordinatore Eugenio Zoffili.  Annalisa Mele ha concluso esprimendo la piena fiducia al Presidente Solinas.  

Pietro Moro (Udc Cambiamo!) ha espresso la sua volontà di rigettare la richiesta di dimissioni del Presidente della Regione. Sono convinto – ha detto – che si tratta dell’ennesimo tentativo di strumentalizzazione. Il presidente Solinas può essere accusato solo di lungimiranza. Lavoriamo tutti insieme per il futuro della nostra isola.

 Rossella Pinna (Pd) ha parlato di tante omissioni da parte di una maggioranza che l’11 agosto ha approfittato della disponibilità di una parte politica che ha sempre collaborato con lealtà nell’interesse del popolo sardo. La nostra posizione – ha chiarito -  non era certo quella di dare il  via libera all’ apertura delle discoteche. Io non voglio entrare nelle indagini che sono in corso e che faranno piena luce sulla vicenda ma esprimo sconcerto e rammarico per le parole dell’on. Cocciu .  

Sara Canu (Riformatori sardi) ha espresso solidarietà e totale appoggio al Presidente della Regione. Il caso sollevato da questa mozione – ha detto – non esiste.  Mentre noi in quest’aula facciamo la “caccia alle streghe” le persone devono affrontare un’emergenza sanitaria ed economica senza precedenti. Siamo seri e continuiamo a lavorare per il bene di tutti.

I lavori sono stati sospesi con la ripresa fissata alle 16,30 con gli interventi dei capigruppo. 

Alla ripresa pomeridiana il presidente Pais ha dato subito la parola al capogruppo di Leu, Daniele Cocco. «Continuano ad arrivarmi messaggi da pazienti e medici – ha esordito Cocco – persone che non riescono a trovare risposte. Un medico ieri mi ha chiamato da Oristano per segnalare la situazione di un paziente intubato che non si riusciva a trasferire in terapia intensiva». Sulla mozione di sfiducia, l’esponente della minoranza è stato chiaro:« Sappiamo bene che sarà respinta ma è lo strumento per parlare dei problemi della sanità. Voglio approfittare di questa occasione per affrontare i problemi. Sto ripetendo da tempo che ai comuni non arrivano le comunicazioni dei soggetti positivi. Ciò significa che i sindaci non sono in grado di avviare le procedure per mettere in sicurezza i propri cittadini. In questo modo la catena di contagio non si può interrompere».

Il capogruppo di Leu si è poi rivolto alla Giunta: «Mi dispiace che non ci sia l’assessore Nieddu, a lui avrei voluto porre delle domande.  Ci aveva promesso di rafforzare le Usca ma così non è stato. Io ringrazio i medici per il lavoro che stanno facendo ma i tamponi processati devono essere comunicati al più presto ai medici di base e ai Comuni. Il sistema di tracciamento è saltato e questa è la cosa più preoccupante. Di Covid si muore e si continuerà a morire».

Cocco ha poi ricordato la situazione drammatica dell’ospedale di Nuoro: «Sono stato accusato di fare allarmismo quando dissi che il reparto di oncologia del San Francesco rischiava di essere trasferito, invece è successo proprio questo. Non va tutto bene, non è tutto sotto controllo. Non lo si può dire con 24 ambulanze in fila nei Pronto Soccorso. So bene che non è solo una situazione sarda. L’allarme va creato perché altrimenti la situazione viene presa sottogamba».

Concluso l’intervento del capogruppo di Leu, il presidente Pais ha precisato che l’assenza in Aula dell’assessore Nieddu non è imputabile a una sua volontà ma alla sua partecipazione alla Conferenza Stato-Regioni con il ministro Boccia.

Ha quindi preso la parola il consigliere Fausto Piga che, a nome del gruppo di Fratelli d’Italia, ha difeso l’operato della Giunta: «Il presidente Solinas è stato tra i più prudenti, fin dall’inizio della pandemia ha chiesto la chiusura di porti e aeroporti. Il governo ha impugnato l’ordinanza sollevando problemi di incostituzionalità, ma la vera ragione era dettata dal fatto che qui governa una maggioranza di centrodestra».

Piga ha poi proseguito evidenziando la tenuta del sistema sanitario isolano: «Abbiamo un indice di contagio tra i più bassi d’Italia, il sistema sta reggendo grazie a tutti gli operatori sanitari. Certo si può fare di più, ma non dimentichiamo che siamo nel mezzo della seconda ondata della pandemia».

Sul “caso discoteche”, il consigliere di Fratelli d’Italia ha parlato di «tempesta in un bicchier d’acqua. Un caso mediatico creato per dipingere la Sardegna come untrice del Covid quando invece siamo tra le regioni più sane d’Italia. Il 7 agosto Conte ha pubblicato un Dpcm nel quale delegava le regioni sulle aperture delle discoteche. La stragrande maggioranza delle regioni lo ha fatto, la Sardegna no. L’ordinanza aveva l’obiettivo di scongiurare movide auto organizzate. La questione fu segnalata anche da Massimo Zedda. Il 16 agosto si è deciso di chiudere tutto ma fino ad allora si è ballato in tutta Italia, in Sardegna per soli 4 giorni, ma poi si è parlato solo della nostra Isola e del parere del Comitato tecnico scientifico. La verità è un’altra e riguarda i controlli che dovevano essere più efficaci e non lo sono stati. La responsabilità non è del presidente della Regione ma di altri. I controlli li fanno le forze di polizia, i carabinieri, i vigili: c’è una responsabilità collettiva. Perché non guardate a ciò che sta facendo il Governo. La Sardegna non è stata ascoltata quando chiedeva la chiusura dei porti e degli aeroporti e poi è stata contagiata. L’opposizione è stata complice. Se c’è qualcuno da sfiduciare siete voi». 

Dopo l’on. Piga ha preso la parola l’on. Talanas (Forza Italia), che ha ringraziato “l’opposizione e tutti i colleghi che hanno firmato la mozione per la visibilità che ci hanno regalato. Davvero vorrebbero lasciare il popolo sardo in questa pandemia senza un governo regionale? Non c’era bisogno di montare un teatrino sulla sfiducia al presidente Solinas se l’obiettivo è quello di parlare di sanità, come state facendo. A me questo gioco delle parti non va bene perché la parte dovrebbe essere una sola, quella dei sardi. Ci state facendo perdere un’intera giornata per nulla, per far cadere nel ridicolo la massima istituzione regionale”.

A seguire per il Movimento Cinque stelle l’on. Desirè Manca ha ringraziato per la sua presenza il presidente Solinas, “presente per la quattordicesima volta su ottanta sedute. Ci troviamo qua per sfiduciare lei e lo facciamo al di là della destra e della sinistra, perché non ci interessano le posizioni politiche. Noi parliamo di fatti e parliamo della realtà”. L’oratrice ha descritto le condizioni dei reparti degli ospedali di Sassari e delle condizioni nelle quali si trova il personale. Lei non ne ha idea perché dagli operatori sanitari lei non va”.

Per i Riformatori sardi l’on. Cossa ha ricordato che “allora, all’inizio di agosto scorso, tutti gli operatori sardi ci chiedevano un po’ di ossigeno e il tema delle discoteche era molto gettonato in quest’Aula.  Io ricordo che il presidente Solinas era riottoso sulla riapertura delle discoteche e quella ordinanza era zeppa di prescrizioni, difficili da applicare come è difficile praticare le precauzioni anti covid nei ristoranti. Il contagio in Sardegna si sarebbe potuto evitare controllando le entrate, come chiedeva il presidente Solinas. Invece ci hanno fatto passare come la regione canaglia d’Italia, perché così ci hanno dipinto con una campagna mediatica vergognosa”. L’oratore ha spiegato che ci sono centinaia di anziani che rischiano di rimanere senza assistenza perché “gli infermieri delle rsa stanno lasciando il posto di lavoro per andare sotto contratto negli ospedali. Si chiedono le dimissioni per motivi non politici ma per motivi penali e non mi sento nemmeno di dirlo che confermiamo la fiducia al presidente Solinas, perché non c’è nulla da rimproverargli”.

Il decano dell’Udc, l’on. Giorgio Oppi, ha detto: “La mia storia è sempre stata contraria agli attacchi personali e mi chiedo perché l’opposizione abbia presentato una  mozione che sa che sarà respinta. Lo avete fatto per non discutere di altro e per avere altri cinque minuti di pubblicità in tv? Bene, complimenti. Il passaporto che avete contestato non era altro che un controllo degli ingressi in Sardegna. Abbiamo problemi molto più gravi di questa sciocchezza delle dimissioni e mi permetto di dire alle opposizioni che bisogna impegnarsi di più. Per superare la pandemia e per superare la miseria che c’è e soprattutto quella che purtroppo prevedibilmente verrà. Ora dobbiamo pensare alle vaccinazioni e a chi sarà in ginocchio. E a chi c’è già. Altro che perdere tempo con mozioni e giornalisti da strapazzo”.

L’ex presidente del Consiglio regionale Gianfranco Ganau, a nome del Pd ha illustrato le contestazioni sull’ordinanza di riapertura delle discoteche: “Il Consiglio regionale non ha avuto notizia del parere contrario alla riapertura fornito dal Cts. Ce lo avete taciuto e ora chiediamo chiarezza. Ci sono state pressioni per ottenere la riapertura delle discoteche? Eravate consapevoli o meno di correre il rischio di diffondere nuovi contagi? Noi non abbiamo intenti animati da giustizialismo ma il rapporto di fiducia che è alla base di tutto è cessato. Avremmo preferito parlare di vaccini e di assestamento di bilancio ma non è colpa nostra se il Consiglio non si riunisce da 45 giorni”.

Dai banchi della Lega l’on. Dario Giagoni ha detto: “Siamo qui a discutere la fiducia al presidente della Regione sulla base di un servizio giornalistico della tv pubblica, che esiste perché tutti noi paghiamo un canone. E vorrei ricordare che voi siete quelli che hanno ritenuto che il passaporto sanitario avrebbe impedito l’afflusso di turisti. Voi non siete interessati ai sardi e non siete interessati a collaborare per il benessere della nostra terra. Voi siete capaci solo azioni di sciacallaggio e di fare i modelli davanti alle luci delle telecamere. Chiedete le dimissioni di chi si è dato da fare per difendere il suo popolo: è assurdo. E assurdo è leggere i nomi dei firmatari della mozione di sfiducia. Se c’è qualcuno che ha disonorato la nostra isola quelli siete voi dell’opposizione, che preferite farci perdere tempo e fare un teatrino”.  

Sempre per la maggioranza l’on. Franco Mula, capogruppo del Psd’Az, che ha portato la sua solidarietà al presidente Solinas e ha aggiunto: “Avete venduto la Sardegna e avete descritto noi in quei servizi televisivi come quelli che hanno contagiato i turisti. Vi siete fatti trascinare in una polemica che ha fatto danno alla Sardegna e basta, visto che le discoteche erano aperte in tutta Italia. Mica solo da noi. Dovete vergognarvi”.

I Progressisti hanno preso la parola con Francesco Agus, che ha esordito indicando che “sono tanti gli alibi politici a favore del presidente Solinas. Basta accodarsi al più importante dei negazionisti, l’ex presidente Trump. Il tema però è che il presidente ha mentito ai sardi non rivelando l’esistenza di un parere contrario alla riapertura delle discoteche. Quanti controlli sono stati effettuati nelle discoteche in quei giorni su sollecitazione del presidente Solinas?”. L’oratore ha proseguito: “A chi si chiede cosa ci siamo persi sino a oggi dico che non ci siamo persi nulla perché voi non convocate da 46 giorni il Consiglio. Noi vogliamo i dati esatti sui ricoveri e se serve la mozione di sfiducia per riunire l’aula siamo fieri di averla chiesta”.

Il presidente Pais ha quindi dato al parola al presidente della Regione Christian Solinas per la replica. In apertura del suo intervento, il presidente ha ricordato un aneddoto su Winston Churchill: «In un confronto acceso con una rappresentante della Camera dei Lord che rivolgendosi al premier disse “Badi che se fossi stata sua moglie avrei messo il veleno nel the delle cinque”, Churchill rispose: «Se lei fosse stata mia moglie io quel the l’avrei certamente bevuto”. Questa mozione merita un atteggiamento analogo – ha detto Solinas – ci sarebbe il tanto di dimettersi dalla politica vista la  strumentalizzazione senza precedenti messa in atto, un modo di agire incurante del gravissimo danno d’immagine arrecato alla Sardegna».

Il presidente Solinas ha quindi accusato la minoranza di utilizzare la pandemia per fini politici: «Si cerca di dare una spallata alla mia persona e alla maggioranza. E’ un atteggiamento indecoroso, c’è qualche novello Torquemada che ha cercato di rappresentare la Giunta come una banda di lazzaroni, di mentitori seriali che vogliono ingannare il popolo sardo. Ma come vi permettete, è vergognoso dire che avrei firmato l’ordinanza un’ora prima del parere, è una calunnia. Il vostro atteggiamento strumentale vi ha impedito di guardare a ciò che fa il Governo nazionale che ha secretato i verbali del Cts. In nessuna Regione d’Italia è stata utilizzato lo strumento della mozione di sfiducia contro il presidente».

Solinas ha quindi affrontato la questione relativa al parere del Comitato scientifico sulla riapertura delle discoteche nel periodo estivo. «Avete parlato di parere inesistente, poi di parere non valido. Ragionamenti che tendono a minare la stabilità della maggioranza. Proviamo a dire che cosa è successo sotto il profilo sanitario: siamo di fronte a una pandemia di portata epocale, nessuno era pronto. Grazie al sacrificio di tutti fino ad oggi la Sardegna continua ad essere la Regione con il minor tasso di diffusione virale. Nessuno può negare le difficoltà del sistema ospedaliero. Qualcuno però evoca le file delle ambulanze e i reparti in sofferenza senza guardare a ciò che succede nel resto del mondo. Non è una cosa che deriva da un parere del Cts. Lo ha chiarito bene il direttore della Prevenzione del Ministero della Salute Giovanni Rezza: non  c’è legame tra l’apertura delle discoteche e la ripresa dei contagi. Lo si può vedere anche dall’andamento della curva epidemiologica. Se proprio dobbiamo dirla tutta, sono stato il più prudente tra tutti i presidenti di regione. Quando abbiamo proposta la chiusura dei porti e degli aeroporti il Governo ha impugnato la nostra ordinanza e i tribunali hanno detto che doveva essere respinta perché non c’era un rischio incombente». Eppure, secondo Solinas, la chiusura dei porti o, in alternativa, i test d’ingresso ai turisti avrebbero contribuito a confermare per la Sardegna  lo status di isola Covid-free. «Il virus cammina sulle gambe degli uomini, se in Sardegna il virus non c’era come è arrivato? Non sono io a non aver voluto i controlli. Dallo scoppio dell’emergenza abbiamo cercato di lavorare per costruire un sistema ordinato, di dare risposte. Se oggi ci sono circa 500 ricoveri nei reparti Covid e 67 in terapia intensiva significa che i posti ci sono, che c’è stata una programmazione. Certo se l’epidemia continuerà ad andare avanti occorrerà fare altri sacrifici, decidere le priorità, stabilire a chi dare precedenza. State creando un clima che vi chiedo di rivedere e rivalutare finché siamo in tempo. Avvelenare il dibattito politico in questo modo non fa bene».

Il presidente ha quindi svelato di aver ricevuto pesanti minacce e per questo di essere sotto scorta: « Vi sembra una cosa civile che qualcuno dia l’indirizzo di casa mia in una trasmissione televisiva? Anche in questo ho ricevuto la solidarietà di alcuni e un assordante silenzio da parte di altri. Questo clima di odio non aiuta nessuno, ma credo che chi alimenta questo clima debba essere considerato il mandante morale delle conseguenze a cui potrà portare. Stiamo impegnando il tempo su una discussione surreale mentre ci sono questioni che hanno bisogno di tutta la collaborazione della parte politica. Ho cercato di coinvolgere tutti i gruppi in alcune questioni e anche in quell’occasione non si è approdati a decisioni condivise».

Solinas ha poi ribadito la bontà dell’azione di contrasto alla pandemia portata avanti dalla sua Giunta: «Abbiamo presentato un piano a 40 giorni dicendo cosa sarebbe successo nel potenziamento dei posti letto e nel trasferimento di reparti per offrire una risposta adeguata. Tutto questo significa avere una pianificazione. Possiamo dire ai sardi in quale verso stiamo lavorando. Voi dite che nulla è sotto controllo, tutto va male: qual è il risultato che si vuole ottenere? L’allarme verso l’esterno rischia di far precipitare la situazione. La pandemia è un problema colossale, c’è bisogno di grande senso di responsabilità, non è questo il momento delle strumentalizzazioni e di forzature. Per la competizione politica ci sarà tempo, ora è necessario che si torni a fare politica. Ho detto che avrei dedicato le mie energie al bene dell’Isola e continuerò a farlo».

Sulle dimissioni dei componenti del Cts, Solinas è stato categorico: «Sono state motivate per iscritto. Se voi riuscite a dare motivazioni diverse alimentate un dibattito che rispetto alla soluzione dei problemi non offre nessuna prospettiva. Gli scienziati hanno dato un contributo prezioso, questo marasma mediatico ha alimentato una confusione che non obnubila, né oblitera, le cose buone che si sono fatte. Il Comitato è ispirato alla massima velocità, i pareri vengono dati in forma sintetica, in alcuni casi da un componente a nome degli altri. Non c’è nulla di cui meravigliarsi. Il parere del 6 agosto è stato richiamato a novembre per creare una suggestione. Spero che da questa mozione si metta il punto sulle polemiche e si cominci a dire ai sardi cosa fare per migliorare la situazione».

Concluso l’intervento del presidente è intervenuto il primo firmatario della mozione per Michele Ciusa (M5S) che si è dichiarato insoddisfatto: «Lei, presidente Solinas, ha  dimostrato ancora una volta di essere un abilissimo oratore – ha detto Ciusa – noi  però abbiamo fatto delle domande e, sinceramente, non abbiamo avuto risposte. La mozione per questo è un atto giusto anche per come ci si sta muovendo in questa seconda ondata pandemica. Non c’è stata nessuna organizzazione e programmazione, lo sottolinea chi è in prima linea. Gli operatori sanitari chiedono un aiuto concreto. Crescono i numeri di terapia intensiva, siamo arrivati ormai al livello di guardia. Lei un mese fa annunciò uno stop and go ma quando ha capito che il governo andava in quella direzione ha cambiato strategia. Si continua ad accusare il governo nazionale, è il solito ritornello ma bisogna dire che la sanità è di competenza della regione come i trasporti. Su questo fronte non avete fatto nulla. Ci vogliono dati certi per decidere la chiusura delle scuole, non basta accusare il Governo».

Eugenio Lai (Leu) dopo aver espresso solidarietà al presidente Solinas per le minacce ricevute e per la violazione della sua privacy ha annunciato il suo voto favorevole alla mozione: «Non ha spiegato il perché di determinate decisioni. Anche la maggioranza si è soffermata solo sulla puntata di Report. Sono i sardi che chiedono trasparenza e si sentono abbandonati a se stessi. Il danno d’immagine alla Sardegna è riconducibile alle interviste rilasciate a Report dagli esponenti della sua maggioranza. La politica deve essere chiara. C’è bisogno di un cambio di metodo. Le chiediamo più coraggio e più trasparenza».

Sulla stessa linea Massimo Zedda (Progressisti): «Dispiace se il presidente è sottoposto a misure di sicurezza. Molti di noi in passato sono stati sotto scorta. Nessuno ha però usato l’argomento della sicurezza per cercare di zittire l’opposizione. Questo non si fa. E’ l’ennesima caduta di stile. Non è lei che deve dare la patente all’opposizione: da una parte i buoni e dall’altra i cattivi. Le patenti le danno gli elettori. L’altro aspetto è che lei continua ad accusarci di aver creato un danno d’immagine. Questo lo hanno fatto le incaute interviste dei vostri esponenti. Noi avevamo un dubbio sull’esistenza del parere. Siete voi ad aver creato il danno d’immagine. Siete voi che avete creato un equivoco sui test d’ingresso».

Anche il capogruppo del Pd Gianfranco Ganau  ha espresso solidarietà a Solinas per la grave violazione della sua privacy ma ha poi ribadito la volontà di votare a favore della mozione di sfiducia. «Lei ha fatto riferimento a un danno d’immagine provocato da un’ondata mediatica. Questa nasce da esternazioni che vengono dalla sua maggioranza. Non si può dire inoltre con certezza che ci sia una mancata relazione tra aumento dell’epidemia e apertura delle discoteche. Di certo è che dopo quel provvedimento, a distanza di 15 giorni, c’è stato un incremento dei casi. Sugli interventi e la programmazione ci sarebbe tanto da discutere ma non è stato possibile».

E’ quindi intervenuta Desirè Manca (M5S) che rivolgendosi a Solinas ha detto: «Non sapevo delle minacce di morte né della violazione della privacy – ha detto – come ho fatto in passato le esprimo al mia piena solidarietà. Quando esprimo una mia opinione lo faccio solo sul piano politico, non è mio costume attaccare la persona. Nel suo discorso le è sfuggito un particolare: è vero che ci sono momenti di difficoltà non solo per la Sardegna ma verifichi quante e quali proposte sono state presentate dal nostro gruppo. Se lei le avesse lette, forse avrebbe trovato un terreno di confronto che le avrebbe potuto dare una mano».

Anche il capogruppo dei progressisti Francesco Agus si è unito al coro di solidarietà per gli attacchi e le minacce subite dal Presidente Solinas ma, allo stesso tempo, si è dichiarato insoddisfatto delle risposte ricevute. «Si pecca con parole opere e omissioni. Le sue omissioni sono agli atti e giustificano il nostro voto di sfiducia – ha detto Agus – la Sardegna ha le migliori condizioni possibili per uscire prima dall’emergenza: siamo un’isola e abbiamo una densità di popolazione bassa, un centesimo di quella di Milano. Però queste caratteristiche rischiano di diventare la nostra tomba. Qui non c’è la possibilità di trasferire i nostri pazienti nelle terapie intensive di altre regioni. Siamo a ridosso del 40% di riempimento dei reparti. E’ un segnale d’allarme, si rischia di privare i sardi delle cure salvavita. Bisogna concentrarsi su questo, lasciare da parte tutto il resto e occuparsi delle salute dei sardi».

Anche Maria Laurà Orrù ha annunciato il suo voto a favore della mozione: «Dispiace apprendere delle minacce al Presidente. Potete fare anche una caccia alle streghe ma sarebbe una perdita di tempo. Concentratevi sulle emergenze di questo periodo. C’è bisogno di una scossa nell’azione di governo, nessuno di noi può più aspettare».

Il capogruppo del Psd’Az Franco Mula ha invece annunciato il voto contrario di tutto il gruppo: «Valuteremo una censura politica per l’atteggiamento di questi signori. Nel frattempo segnalo alla Giunta che ciò che è successo a febbraio e a marzo si sta ripetendo: arrivano dalle altre regioni tante persone ad occupare le case nelle zone costiere. E’ una situazione problematica».

Il presidente Pais ha quindi messo in votazione la mozione che è stata respinta con 34 voti contrari, 19 favorevoli e 1 astenuto. Terminate le operazioni di voto la seduta è stata tolta. Il Consiglio sarà convocato a domicilio.

Pubblicato in Regione

 “Vogliamo favorire il rinnovamento nelle piccole e medie imprese del comparto dell'artigianato attraverso la realizzazione di programmi di ricambio generazionale, con l’obiettivo di assicurare la sopravvivenza delle imprese caratterizzate da una specifica professionalità, favorire il mantenimento in vita delle attività economiche, valorizzare i mestieri ed evitare di disperdere conoscenze ed esperienze”. Lo ha detto il Presidente della Regione, Christian Solinas, commentando l’approvazione in Giunta della delibera che stabilisce i criteri e le direttive di attuazione per gli incentivi alle imprese artigiane coinvolte nel passaggio generazionale, che ora verrà inviata alla competente commissione del Consiglio regionale per l’acquisizione del parere.

Il progetto è sostenuto da uno stanziamento di 2 milioni di euro per il triennio 2020-2022 da destinare a contributi a fondo perduto per imprese con sede legale e operativa in Sardegna: “Vogliamo sostenere le imprese artigiane coinvolte nel cosiddetto passaggio generazionale a favore dei figli dell'imprenditore o di dipendenti presenti da almeno cinque anni nell’organico dell'impresa”, ha aggiunto l'assessore del Turismo, Artigianato e Commercio, Gianni Chessa.

Il contributo erogato ad ogni impresa potrà essere tra i 15mila ed i 20mila euro ed è finalizzato alle spese connesse a progetti di sviluppo o consolidamento nei settori di attività e all'acquisizione di servizi per l'avvio dell'impresa da parte del successore.

Pubblicato in Bandi

Un augurio di buon lavoro ai numerosi sindaci sardi già eletti, in ragione del raggiungimento del quorum, viene rivolto dal presidente della Regione Christian Solinas. “Le sfide importanti che ci attendono in questa fase delicata – dice il Presidente – possono essere vinte con il sostegno delle comunità che essi da oggi possono legittimamente rappresentare. La Regione – prosegue il Presidente – assicura il proprio costante supporto per un lavoro comune e coordinato, nel quadro di una piena e leale collaborazione tra le Istituzioni”.

Un particolare augurio viene rivolto dal presidente al nuovo sindaco ed a tutta la comunità di Austis, che dopo un lungo commissariamento può finalmente avere una guida ed un consiglio comunale democraticamente eletti.

“Qualche segnale positivo – prosegue il Presidente Solinas – seppure in un trend purtroppo sempre negativo, viene dai dati dell’affluenza alle urne, nettamente superiori a quelli registrati nelle amministrative del 20 e 21 settembre scorsi sul territorio nazionale, e che testimoniano una grande maturità democratica del popolo Sardo unita, nonostante le tante difficoltà del momento, al desiderio di partecipazione alla vita delle Istituzioni”.

Pubblicato in Altri Comuni

Le opportunità offerte dal Recovery Plan, il piano delle infrastrutture materiali e immateriali, l’energia, lo sviluppo del turismo e le politiche industriali. Sono stati i temi trattati dal Presidente della Regione Christian Solinas, che ha chiuso la sessione dedicata alla Sardegna dagli Innovation Days organizzati da ‘Il Sole 24 Ore’.

L’intervento del Presidente Solinas si è articolato su vari temi, ad iniziare dal forte impatto che anche sul tessuto economico e produttivo dell’Isola ha avuto la pandemia, in modo particolare sul settore turistico e sulla vita delle piccole e medie imprese della Sardegna.

“Al netto delle difficoltà storiche che hanno inciso negativamente sull’economia sarda nei decenni precedenti - ha sottolineato il Presidente Solinas - nella fase pre-Covid la situazione sarda era caratterizzata da un seppure debole rafforzamento del sistema economico produttivo, con un indice di disoccupazione calato al 14,7 per cento, in lieve miglioramento rispetto all’anno precedente". Non mancavano segnali incoraggianti e indicativi di un’evoluzione positiva soprattutto nel terziario, e in particolare per la nostra industria turistica che, ha sottolineato Solinas, a febbraio registrava un incremento delle prenotazioni di oltre il 7% rispetto al 2019.

“Al termine del lockdown - ha ricordato il Presidente - la Sardegna aveva proposto un modello di prevenzione del contagio che avrebbe limitato al massimo la possibilità di diffusione del virus in Sardegna, consentendo uno svolgimento sereno della stagione turistica e offrendo alla nostra regione l’opportunità di proporsi come terra ideale per le vacanze. Un modello che alla Sardegna non è stato permesso di attuare, ma che nei mesi successivi si è confermato utile e opportuno”.

Essendo un’isola, ha ricordato Solinas, avremmo avuto la possibilità di avvalerci di uno strumento efficace per limitare la circolazione virale, non certo una limitazione dei diritti dei cittadini, ma anzi una garanzia per tutti, sardi e turisti.

“Molti, oggi - ha ricordato il Presidente - ci danno ragione; ormai però non dobbiamo pensare al passato ma piuttosto a come contrastare questa seconda ondata e la pandemia economica che potrebbe seguire”. “Occorre certamente puntare sulla destagionalizzazione del nostro turismo - ha detto il Presidente Solinas - e per questo guardiamo con estremo interesse a come utilizzare le nuove risorse europee, che finalmente avremo a disposizione fin dal 2021, per l’adeguamento del nostro sistema di infrastrutture, utili a realizzare una stagione turistica sempre più prolungata e indirizzata non più esclusivamente alle bellezze delle nostre coste. Intendiamo valorizzare quegli aspetti di identità e unicità che la Sardegna racchiude, in grado di destagionalizzare valorizzando il nostro immenso patrimonio archeologico ed etnografico”.

La Sardegna, inoltre, investe sull’innovazione e sulla tecnologia, che è lo strumento oggi più valido, ha ricordato Solinas, per attrarre investimenti internazionali e per consentire l’abbattimento delle ristrettezze del mercato locale.

“In passato - ha ricordato il Presidente - la Sardegna è stata vista come luogo di opportunità grazie a piani di finanziamento particolarmente agevolati in alcuni settori, come quello della grande industria; opportunità che oggi non sono più realizzabili. Dobbiamo dunque muoverci in uno scenario diverso e creare occasioni diverse di sviluppo. Non per questo si deve abbandonare l’industria”. Se è vero che la stagione dei grandi investimenti agevolati, della grande industria con forte impatto ambientale è superata, è pur vero, ha proseguito Solinas, che non esiste economia al mondo che non abbia nel paniere del suo Pil anche l’industria tradizionale. “Dobbiamo dunque comprenderla nel nostro futuro – ha aggiunto il Presidente - e le esigenze di questo comparto, che resta fondamentale, non possono essere disattese. Il grande miracolo italiano, la grande risalita della nostra economia, è stata determinata dalla capacità di produrre cose che piacciono al mondo. È stato il miracolo industriale della siderurgia, della metalmeccanica, del manifatturiero realizzato dai grandi gruppi industriali, insieme al boom edilizio. Va dunque trovato il giusto equilibrio”.

In questo settore un forte sostegno potrà venire dal Recovery Plan, che interverrà sulle aree delle grandi industrie con 75 miliardi che saranno indirizzati verso gli interventi green. “La Sardegna - ha detto il presidente Solinas - ha molti progetti. Uno, particolarmente importante, riguarda le miniere dismesse del Sulcis, per la produzione del gas nobile Argon, in un impianto secondo solo a quello presente negli Stati Uniti, in Colorado. Anche per Porto Torres l’evoluzione green è già nei fatti, con il passaggio dalla chimica pesante a quella fine, indirizzata all’industria farmaceutica e alla trasformazione delle piante officinali”. Interventi che possono rimettere in piedi quelle grandi aree produttive, che in alcuni casi hanno consumato territorio lasciando eredità di disoccupazione e disperazione.

“Occorre infine - ha detto il Presidente Solinas - puntare sempre più sui nostri giovani e sulla formazione: aiutare i nostri talenti a restare in Sardegna da protagonisti. La nostra è una delle poche Regioni che finanzia la ricerca nelle Università, con cospicue risorse che sostituiscono i trasferimenti dello Stato. È un investimento importante per il nostro futuro. Dobbiamo sempre più sviluppare e affinare la connessione tra formazione universitaria e domanda di lavoro”.

In chiusura, il Presidente Solinas ha ricordato le due richieste fondamentali della Sardegna anche in ordine all’utilizzo dei fondi del Recovery Plan: un piano straordinario per le infrastrutture che includa non solo le reti di trasporto ma anche quelle energetiche, e una continuità territoriale effettiva che consenta alla Sardegna di abbattere il gap determinato dall’insularità e permetta un sistema di collegamenti con frequenze certe.

 

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Il presidente della Regione Christian Solinas ha prorogato l'ordinanza dell'11 settembre - impugnata dal Tar - che imponeva l'obbligo di tampone o il certificato di negatività a tutti i viaggiatori in ingresso in Sardegna. Il governatore ha firmato oggi l'ordinanza per ribadire gli obblighi che erano stati contestato dal governo: proprio domani, data di scadenza della precedente ordinanza, si discute il merito del ricorso presentato dal consiglio dei ministri.E Solinas gioca in contropiede. 

Quindi fino al 23 ottobre "Tutti i passeggeri che intendono fare ingresso nel territorio regionale - si legge nel testo - provenienti dall’estero e/o dal territorio nazionale, dal 14 settembre sono invitati a presentare, all’atto dell’imbarco, l’esito di un test – sierologico (IgG e IgM) o molecolare (RNA) o Antigenico rapido – eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza, che abbiano dato esito negativo per covid-19. I passeggeri potranno, alternativamente, dimostrare, sempre all’atto dell’imbarco, di aver compilato on line apposita autocertificazione comprovante di essersi sottoposti, nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio regionale, ad un test sierologico, molecolare o antigenico, il cui esito è risultato negativo, avendo cura di indicare obbligatoriamente: a) il tipo di test effettuato e la data di esecuzione; b) il nome della struttura (pubblica, privata o privata accreditata) presso la quale lo stesso test è stato effettuato". 

Questo perché, come scritto dal presidente nel nuovo documento, "nel corso delle ultime due settimane il numero dei soggetti in isolamento domiciliare è cresciuto di circa 650 unità con ciò triplicando il dato percentuale relativo al picco del periodo del lockdown e attestandosi in oltre 2190 casi", si legge". Inoltre "nel corso delle ultime due settimane il numero dei soggetti ricoverati in ospedale in reparti non intensivi ha avuto un incremento di circa 14 unità, conciò raggiungendo in buona sostanza il dato percentuale del periodo del lockdown e attestandosi in circa 116 casi".

In più "il numero dei soggetti attualmente ricoverati in terapia intensiva è pari a 19unità con un incremento notevole, nel corso delle ultime due settimane,strettamente connesso e proporzionale all'aumento esponenziale dei decessi passati da 140 a 156 in ragione di ben 16 morti. Il sopraddetto incremento esponenziale dei soggetti risultati positivi deve essere posto in relazione per un verso al numero effettivo di posti letto liberi -pari a sole 14 unità in terapia intensiva e a 28 unità in terapia semintensiva - e per altro verso con i dati sulle proiezioni degli arrivi dai traghetti e dagli aerei secondo i quali sono attesi più di 100.000 sbarchi e circa 300.000 arrivi in aereo nel trimestre ottobre/novembre/dicembre". 

 

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Dalla riforma della sanità alla legge urbanistica fino ai provvedimenti per il Covid: il consigliere regionale all’opposizione, Piero Comandini, il più votato del Pd, si dice fortemente deluso dall’operato di quest’anno e mezzo circa della Giunta di Christian Solinas. “Sta facendo soltanto politica contro il governo nazionale. C’è una grande tensione. Non pensa ai problemi ma soltanto a svolgere questo ruolo politico contro il governo Conte”. La riforma sulla sanità invece per Comandini è solo un aumento di poltrone. “Non è stato fatto nulla per migliorare la qualità del servizio”, afferma. 

Quale è il suo giudizio su un anno e mezzo circa della Giunta Solinas?

“Estremamente negativo e deludente:  sono andati avanti con programmi e con fortissima contraddittorietà interna, senza portare a casa nessun risultato che in qualche modo era stato promesso ai sardi durante la campagna elettorale. Potrei fane tre di esempi: dal prezzo del latte a un euro sbandierato in piazza Palazzo dai leader della Lega, che i pastori stanno ancora aspettando, passando per riforme strutturali come quella degli enti locali, che ancora non vede la luce, fino alla legge sulla riforma sanitaria che non è altro che un aumento di poltrone che non risolve il problema delle liste di attesa e che non migliora la sanità dei territori.  Oltre alla delusione politica c’è anche la presa d’atto dell’incapacità amministrativa di questa Giunta. Si è vista impugnare dal governo  più leggi  per vizi di incostituzionalità. Il che dimostra un’improvvisazione nel fare i legislatori che non promette nulla di buono per i prossimi anni”. 

Come è la gestione dell'Aula da parte del presidente Michele Pais? 

“A me dispiace dirlo, essendo vicepresidente, ma avendo conosciuto altri presidenti non ne ho mai visto uno scendere, dall’alto della posizione dell’Aula che occupa, e dirigersi verso la sua maggioranza per cercare di mettere d’accordo i suoi componenti.  Questo significa che lui, più che un ruolo super partes da presidente del Consiglio regionale, sta cercando di mettere insieme i pezzi di maggioranza”.

Riforma della sanità: alla fine è passato il ritorno alle vecchie Asl... 

“La parola riforma è sempre legata a un cambiamento strutturale di un settore della società. Quindi si mettono le basi per cambiare strutturalmente qualcosa da migliorare.  Qui invece non cambia nulla. Sono state soltanto aumentate le Asl e i posti a disposizione per manager, sotto manager e pseudo manager. Quindi sono soltanto aumentate le poltrone.  Non c’è nulla sullo smaltimento delle liste d’attesa, non c’è nulla sulla sanità territoriale e sugli investimenti degli ospedali. Non c’è nulla per migliorare la qualità del servizio, c’è soltanto la voglia di un taglio netto col passato e quella di aumentare le poltrone”. 

Legge urbanistica, il governo ha impugnato l'interpretazione autentica del Ppr, cosa c'è da aspettarsi in questo settore da parte dell'Esecutivo? 

“Le leggi devono avere un percorso di coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, lo dice la Costituzione e lo Statuto della Sardegna.  Sulla legge urbanistica è stata fatta un’interpretazione che era una chiara violazione delle leggi nazionali del Piano paesaggistico regionale, che per poter essere modificato deve seguire un processo di coinvolgimento degli enti locali, delle associazioni. Questo invece non è stato fatto con quella ‘specie’ di norma di interpretazione inutile.  Perché poi abbiamo visto che il Governo è intervenuto per quanto riguarda i problemi della Sassari-Alghero, che doveva essere il cavallo di Troia per intervenire sul settore.  Però ripeto, questo è il modo di operare di questa Giunta sardo-leghista: improvvisazione a strappo e senza studiare, programmare e riformare veramente”. 

Parlando invece della gestione dell’emergenza Covid, ci può dire cosa pensa in merito all’ordinanza di Solinas, sui test obbligatori, impugnata dal Governo?

“Solinas sta svolgendo il ruolo di presidente della Regione ed è un dirigente della Lega in veste sardista che opera all’interno di una logica di aumento della tensione contro il governo nazionale, in piena campagna elettorale per le prossime elezioni politiche.  Quindi ogni occasione è buona - sia sul Covid, che sull’urbanistica che su altre materie -per dire che il Governo è incapace.  Solinas sta facendo soltanto politica contro il governo nazionale. C’è una grande tensione. Non pensa ai problemi ma soltanto a svolgere questo ruolo politico contro il governo Conte.  L’ultima ordinanza ne è la prova. Tutti hanno detto (costituzionalisti esperti) che era una ordinanza illegittima, lui l’ha fatta sapendo benissimo che il Governo l’avrebbe impugnata e quello era il suo vero obiettivo”.

I finanziamenti alle imprese invece sono arrivati? 

“Abbiamo dato un grosso contributo sulla legge 22 approvata in Consiglio regionale per dare i finanziamenti alle imprese. Come opposizione abbiamo anche permesso che i tempi fossero più brevi possibili proprio per agevolare la possibilità che i bandi fossero emanati e che i soldi arrivassero in fretta.  A oggi, purtroppo, ci risulta che è ancora tutto fermo per via della burocrazia”.

Come è il rapporto con i colleghi del M5s che a Roma sono alleati? 

“Buono. Ma  va costruito giorno per giorno perché c’è un’impostazione un po’ diversa dalla nostra che è più meditata e più organizzata e tiene conto di vari aspetti. Quella del M5s è un po’ più movimentistica, è più attenta alla notizia che a proporre soluzioni organiche. Tuttavia credo che ci siano tutte le condizioni per poter continuare a lavorare insieme e a migliorare. Governare insieme fa anche bene a noi (del Pd ndr) per essere più movimentisti e a loro per essere più riflessivi quando si fanno le cose”.

Solinas arriverà alla scadenza naturale del mandato? 

“Purtroppo sì. I sardi meritano di meglio però considerando il numero di consiglieri di maggioranza e la voglia di continuare a governare ce lo porteremo fino alla fine della legislatura”. 

 

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“La mia formazione culturale e politica mi impone di rispettare ogni sentenza, ma non posso esimermi dal formulare alcune considerazioni, sul piano politico e su quello giuridico”. Così il Presidente della Regione Christian Solinas, che in una conferenza stampa a Villa Devoto è intervenuto in merito alla sentenza del Tar Sardegna che ha sospeso alcune parti dell’Ordinanza n 43.

“Sul piano politico – ha detto il presidente Solinas – se qualcuno avesse avuto dubbi sulla propensione di questo Governo di utilizzare due pesi e due misure, credo che questa vicenda li abbia definitivamente fugati, offrendone una rappresentazione plastica”.

“La stessa attenzione, la stessa avversione non è stata infatti riservata ad altre Regioni Italiane, che hanno emesso ordinanze e impartito direttive discriminatorie nei confronti dei Sardi o di coloro che avevano soggiornato in Sardegna: a titolo di esempio – ha detto il Presidente – basti verificare ciò che dispone l’art. 1 dell’ordinanza 69 della Regione Campania, che obbliga all’effettuazione del tampone chi proviene dalla Sardegna e perfino all’isolamento di 14 giorni nelle more dell’esito dell’analisi. La stessa Regione Lazio, teatro della vergognosa discriminazione a danno di una famiglia di sardi che non è stata ammessa all’ingresso dello Zoo di Roma in base, così ha dichiarato il Direttore, a direttive regionali, si fa oggi promotrice di voli aerei riservati a passeggeri muniti di attestazione di negatività. Interpretazione ancora più severa del cosiddetto “passaporto sanitario” da noi proposto fin dal mese di maggio, e per il quale fummo duramente attaccati da quello stesso Governo che oggi, invece, tace”.

“Non occorre sottolineare – ha detto Solinas – che tale trattamento è riservato ad amministrazioni di colore politico omogeneo a quello governativo”.

“La Sardegna – ha proseguito il Presidente – ha sempre cercato e offerto piena collaborazione al Governo nazionale per la gestione dell’emergenza e della ripartenza, proponendo modelli da adottare che abbiamo ritenuto e riteniamo validi per la difesa della salute pubblica. In questa direzione va anche l’Ordinanza n.43, finalizzata non certo alla limitazione di diritti personali ma piuttosto all’aumento dello screening su residenti e ospiti”.

“È dunque chiaro – ha detto il Presidente – che l’impugnazione da parte del Governo non ha ragioni costituzionali, ma esclusivamente politiche, ed appare fortemente discriminatoria”.

“Sul piano giuridico – ha proseguito il Presidente – la sentenza monocratica del Presidente del Tar afferma che è sì legittimo, da parte delle Regioni, adottare provvedimenti specifici in difesa della salute pubblica in casi di particolare gravità, ma nella fattispecie la diffusione del virus in Sardegna non apparirebbe di gravità tale da giustificare alcune prescrizioni stabilite. La motivazione costituzionale, dunque, non ha fondamento.

Non solo. Alla luce di queste parole – ha sottolineato il Presidente Solinas – è evidente quanto sia grave e colpevole la campagna mediatica e politica che la Sardegna ha dovuto subire nel vedersi indicata, ingiustamente, come Regione-focolaio, quasi come una zona rossa. Davanti all’accusa di non effettuare un numero sufficiente di test – ha proseguito il Presidente – è poi lo stesso Tar invece ad affermare che “l’incremento del numero dei contagiati è determinato dall’elevato numero di test effettuati””.

“Difenderemo le ragioni della Sardegna nell’udienza prevista per il 7 ottobre – ha proseguito il Presidente Solinas – certi di avere fatto tutto il possibile per tutelare la salute dei nostri cittadini e dei nostri turisti.

Rispetto all’operato e all’atteggiamento del Governo nazionale – ha detto il Presidente – non posso non denunciare una palese discriminazione nei confronti della Sardegna. Piuttosto che offrire paternalisticamente un “aiuto ai Sardi e alla Regione”, come detto da autorevoli esponenti di Palazzo Chigi, il Governo dia invece un esempio di imparzialità e impugni immediatamente anche le Ordinanze di quelle Regioni che hanno adottato provvedimenti palesemente discriminatori verso i sardi. In caso contrario – ha concluso il presidente Solinas – si renderebbe responsabile di una palese ingiustizia e di un’offesa all’ordinamento giuridico, ma soprattutto, ciò che ci sta più a cuore, al diritto alla salute dei cittadini”.

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«Il ministro Boccia bene farebbe a chiarire come e perché i cittadini sardi siano discriminati in alcune regioni senza che il Governo abbia detto una parola. Lazio, Campania e Puglia hanno adottato ordinanze che impongono a chi rientra dalla Sardegna il tampone e la quarantena. E’ di oggi la notizia di una famiglia sarda con bambini, che riconosciuta all’ingresso dello zoo di Roma per via della nostra lingua, è stata fermata e le è stato impedito l’accesso sulla base di disposizioni amministrative della Regione Lazio, per paura che potesse contagiare gli animali. E su questo il Governo di Boccia, quello che si dichiara “vicino alla Sardegna” , non ha avviato nessuna istruttoria, nessuna verifica di legittimità costituzionale, non ha nemmeno sentito il bisogno di chiedere scusa», ha dichiarato il Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, in risposta alle dichiarazioni rese dal Ministro degli affari regionali Francesco Boccia sul test d'ingresso introdotto con ordinanza della Regione. 

 «Abbiamo subito dalla metà di Agosto un attacco politico e mediatico senza precedenti nei confronti della Sardegna da parte di Regioni del centrosinistra, che hanno creato un danno enorme all’immagine dell’Isola volendola rappresentare come epicentro della nuova ondata di Coronavirus. Ora – prosegue il Governatore sardo – “stranamente” lo stesso leitmotiv viene ripreso dal Ministro Boccia con una inaccettabile mistificazione della realtà. Basti vedere i numeri diffusi oggi dallo stesso Governo per smentire le sue parole e comprendere chi stia facendo propaganda sulla pelle dei sardi: su 1.458 nuovi casi in Italia, solo 33 sono segnalati in Sardegna mentre il Lazio e l’Emilia sono a 143 e la Campania a 122. E il problema saremmo noi? Boccia addirittura afferma che solo in Sardegna i protocolli nazionali non funzionerebbero ma dimentica di sottolineare che nel resto d’Italia stanno funzionando talmente meglio che ci sono 37.105 casi attuali contro i nostri 1.404, la cui genesi epidemiologica è interamente riconducibile a casi d’importazione o di ritorno».

 L’indagine epidemiologica nazionale ha certificato che con il più basso indice di sieroprevalenza del Paese, pari a 0,3, fino a luglio la Sardegna non ha avuto circolazione virale, prosegie il Presidente. Avevamo chiesto di preservare questa situazione attraverso un sistema di controlli che il Governo non ha voluto accettare ed in particolare il Ministro Boccia ha osteggiato in qualsiasi modo a favore di una riapertura senza filtri della circolazione di persone in tutto il territorio nazionale e dall’estero. Risultato: i grandi flussi turistici registrati in Sardegna, con oltre 10 milioni di presenze, hanno riportato il virus e favorito la sua diffusione, che abbiamo comunque affrontato in maniera ordinata e tempestiva con il nostro servizio sanitario regionale.

 «La proposta di accordo con la sola Regione Lazio, che non abbiamo accettato, era a dir poco paradossale: proponeva i controlli ( che in quel caso sarebbero stati inspiegabilmente “costituzionali” ) solo lungo le rotte marittime tra porti sardi e Civitavecchia, lasciando che sul resto delle linee via mare ed in tutti gli aeroporti la gente potesse continuare ad entrare in Sardegna senza controllo».

 «L’ordinanza non parla di alcun passaporto sanitario, chiarisce il Presidente Solinas. Anche questa volta è la propaganda di regime che cerca di mistificare il nostro modello per contrastarlo, esattamente come ha fatto con i numeri dei positivi: abbiamo assistito ad annunci di positivi in un camping dati a reti unificate prima ancora che fossero effettuati i test di laboratorio, che hanno certificato l’esatto opposto. Si è creato un caso nazionale su un noto locale della Costa Smeralda, attribuendogli oltre 60 casi positivi mentre i dati ufficiali ci dicono che erano 32 e soprattutto lascia sgomenti come tutta la comunicazione si sia concentrata su questo mentre nelle stesse ore venivano registrati 133 casi positivi in una discoteca di Cervia. Stranezze di una propaganda geopoliticamente selettiva».

 «I pasticci e la propaganda non appartengono certo all’operato della Regione Sardegna ma suggerisco cristianamente, conclude il Presidente Solinas, a chi rivolge queste accuse di indagare dentro il proprio occhio, perché ne trarrebbe nuove e più corrette consapevolezze».

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“Questa riforma ha una portata storica: è studiata per riportare la governance della sanità pubblica sul territorio, vicino ai cittadini, con il supporto di figure manageriali che si impegneranno a tradurre i bisogni della collettività in servizi e assistenza efficienti. La riforma porterà ad un miglioramento delle condizioni di lavoro degli operatori sanitari e all’acquisto di beni e servizi con procedure semplificate e coerenti per ottimizzare risparmio ed efficienza. Superiamo un modello, fondato sull’Ats, che ha paralizzato il sistema sanitario regionale e la sua capacità di rispondere al bisogno d’assistenza dei sardi, affermando, nel contempo, la volontà di tornare a investire per riqualificare i presidi ospedalieri e realizzare nuove strutture, puntando a cure moderne e di qualità”. Lo dichiara il presidente Christian Solinas che esprime soddisfazione per l’approvazione, oggi in Consiglio, della legge di riforma del sistema sanitario regionale. “Abbiamo preso un impegno preciso con i cittadini e lo abbiamo onorato – prosegue il presidente – la riforma è il frutto di un percorso serio, ponderato e responsabile che guarda al futuro dei servizi nell’Isola e alle necessità del presente”.

Sul nuovo assetto, che porta alla suddivisione dell'azienda unica in otto Asl, Solinas precisa: “È una vittoria dei sardi. Il risultato raggiunto è stato possibile grazie alla capacità di fare sintesi di questa maggioranza, mantenendo fermi gli obiettivi”.

“Un passo decisivo – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – nella direzione che abbiamo tracciato sin dall’inizio di questa legislatura. Restituiamo ai territori autonomia e allo stesso tempo, con l’istituzione dell'Ares, manterremo centralizzati quegli aspetti, come gli acquisti e la gestione del personale, che consentiranno di realizzare una spesa efficiente attraverso le economie di scala, a vantaggio di tutto il sistema regionale”.

“Abbiamo importanti sfide davanti a noi. L'emergenza Covid-19 – prosegue Nieddu – ha cambiato e sta cambiando il modo di concepire l'assistenza sanitaria in tutto il mondo. Puntiamo a un sistema moderno in cui sviluppare la telemedicina, potenziare le cure territoriali, realizzare integrazione socio-sanitaria e non solo. La riforma è la base solida di un progetto coraggioso, di ampio respiro che riporta al centro le nostre comunità e i loro bisogni”.

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