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La Regione sta predisponendo il ricorso contro il ‘Decreto Energia’, che presenterà formalmente nei prossimi giorni. L'obiettivo è quello di tutelare i diritti dei sardi ad avere una soluzione definitiva e strutturale al problema energetico, tale da poter garantire un futuro adeguato al territorio e al sistema produttivo.

"La Regione Sardegna ha avuto un ruolo decisivo sul tema energetico all’interno della Commissione Energia nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni – ha sottolineato l’assessore regionale dell’Industria, Anita Pili, coordinatrice della Commissione nazionale, in risposta ad alcune polemiche sollevate dall’opposizione durante il dibattito – Abbiamo guidato la Commissione ad esprimere i pareri su tutti i decreti energia, evidenziando in particolare la posizione di contrarietà, espressa da tutte le Regioni, al metodo che il Governo nazionale ha utilizzato per implementare le rinnovabili e per rispondere all’emergenza energetica nel territorio nazionale”.

“Il Governo non può accantonare la leale collaborazione istituzionale, non può venir meno ai principi che sono sanciti dalla Carta costituzionale e non può dimenticare che la materia energetica è una materia concorrente – ha aggiunto l’assessore Pili – La Regione vuole rivendicare i suoi diritti con forza in tutti i tavoli”.

“E’ innegabile che la Sardegna sia stata protagonista in tutte le occasioni in cui è stato necessario rivendicare la propria autonomia, i propri diritti e lo ha fatto in maniera concreta”, ha aggiunto l’assessore regionale della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, coordinatore della Commissione Ambiente nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni.

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Il Tar della Sardegna dice no: niente sospensiva per l'ordinanza del ministero della Salute che ha classificato la Sardegna in zona arancione, con conseguente chiusura di bar e ristoranti fino - almeno - a sabato 6 febbraio. La prima sezione del tribunale amministrativo ha rigettato la richiesta presentata dalla Regione che chiedeva di sospendere gli effetti della decisione di Roma, considerata dannosa per l'economia e ingiusta, visto che tutti i valori del Covid nell'isola sono ampiamente tornati sotto la soglia di allarme. 

Quasi scontato, ormai, il ritorno in zona gialla dal prossimo fine settimana. Ma da Villa devoto il presidente Christian Solinas commenta amareggiato il verdetto: "Rispetto la sentenza del Tar, come ogni altro pronunciamento della Magistratura, ma sono certo che le ragioni della Sardegna fossero prevalenti sulle argomentazioni puramente tecnicistiche e farisaiche avanzate dal Ministero. Abbiamo condotto una battaglia difficile, ma sono orgoglioso di avere difeso gli interessi legittimi della Sardegna, che faremo emergere anche nella discussione di merito". L'udienza è fissata per il 17 febbraio. 

Solinas considera l'assegnazione della fascia arancione come un "atto di prevaricazione. Ricordo ancora una volta che dietro i colori assegnati da certi moderni “Dottori della Legge”, dice il Presidente Solinas, ci sono i volti delle persone sofferenti, le attività economiche e produttive in crisi che hanno faticato in questi mesi per restare in vita e assicurare un futuro ai propri titolari e dipendenti. I dati ufficiali e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla attestavano l'ingiustizia del provvedimento adottato; erano già stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l'indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Ed anche l'ultimo rapporto Gimbe confermava una situazione pienamente sotto controllo e in continuo miglioramento. Il Ministro era stato sordo alle nostre ragioni, prosegue il Presidente Solinas, e non ci era stato consentito di esprimere i nostri elementi di valutazione, che certo avrebbero consentito di pervenire a conclusioni differenti. Questa sentenza, conclude il Presidente, conferma purtroppo una decisione arbitraria di uno Stato ostile alla Sardegna". 

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Il Tribunale amministrativo della Sardegna deciderà oggi se la Sardegna debba restare in zona arancione oppure se potranno essere applicate le minori restrizioni della zona gialla. Entro le 15 il ministero della Salute dovrà fornire al tar una relazione che deve spiegare quali sono state le ragioni che hanno portato alla classificazione che ha imposto la chiusura di bar e ristoranti e il divieto di circolazione tra i comuni: lo ha chiesto il presidente del Tar che ha analizzato il ricorso presentato dagli avvocati dello studio legale della Regione, su impulso del presidente Christian Solinas. 

Il tribunale di piazza del Carmine chiede di sapere tutto "sulle ragioni che hanno determinato la permanenza della Regione Sardegna per un’altra settimana in zona arancione, anche nel confronto con i dati riguardanti le altre Regioni". Poi il ministero deve informare "sui criteri automatici, o con margini di discrezionalità, seguiti per l’assegnazione alle Regioni di una colorazione, anche in sede di aggiornamento (come quello che è stato fatto il 29 gennaio), nonché sulla valutazione (automatica o discrezionale) sul numero dei giorni minimi di valutazione favorevole necessari per il passaggio in una colorazione meno restrittiva" e dare chiarimento  "sulle valutazioni eventualmente fatte sui dati trasmessi dalla Regione Sardegna ai fini di ottenere il reinserimento in zona gialla, anche con riferimento all’attivazione". 

In serata il provvedimento che decide il destino dei sardi per i prossimi giorni. 

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“Abbiamo detto fin dal primo momento che l’attuale classificazione è assolutamente sbagliata, e penalizza pesantemente tutto il settore produttivo sardo e gli operatori commerciali, mettendo ulteriormente in crisi l’economia dell’Isola. Occorre quindi un intervento immediato per modificare la classificazione, che da arancione deve tornare gialla”. Lo ha dichiarato il presidente della Regione, Christian Solinas, a margine dell’inaugurazione dei nuovi Centri dell’Ospedale San Giovanni di Dio, intervenendo sull’emergenza Covid e sulle restrizioni imposte all’isola dal Governo.

“Abbiamo tutti i requisiti per essere in zona gialla. Se il Governo non provvederà a riclassificare la regione, tuteleremo la Sardegna in tutte le sedi”, precisa il presidente, annunciando che la Regione ha già pronto il ricorso contro il provvedimento deciso da Roma.

“Noi non abbiamo voglia di fare contrapposizioni sterili. Abbiamo fornito al Governo e al Ministero – prosegue il Presidente – tutte le evidenze numeriche che dimostrano come la Sardegna non sia in condizione di rischio in questo momento, e possa quindi mantenere la zona gialla. Se non ci sarà il buonsenso di voler accettare questa leale collaborazione, è chiaro che dovremo difenderci in altre sedi”.

Il Presidente è infine intervenuto sull’attuale crisi di Governo: “Siamo in piena emergenza. Una pandemia sanitaria ed economica che sta mettendo in ginocchio l’intero Paese. Se ci sono le condizioni perché ci sia rapidamente un nuovo e autorevole governo, lo si faccia in fretta. Se queste condizioni non ci sono, si restituisca la voce agli elettori e quanto prima si formi un governo autorevole, in grado di contrattare con l’Europa tutto ciò che è nel Recovery Fund, e che possa dare finalmente risposte sanitarie ed economiche ai cittadini logorati da questa crisi”.

 

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