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tempi di attesa sempre più lunghi della sanità pubblica spingono i cittadini a rivolgersi a quella privata e, per sostenerne i costi, tanti chiedono un prestito; nel 2023 la Sardegna, secondo l’analisi di Facile.it e Prestiti.it, è stata la prima regione in Italia per richieste di prestiti personali destinati a pagare le cure mediche: a fronte di una media nazionale del 4,70%, nella regione il 5,3% dei finanziamenti è stato richiesto per coprire costi legati alla salute.

Chi ha presentato domanda per questa tipologia di prestito ha cercato di ottenere, in media, 6.149 euro e aveva, all’atto della firma, mediamente 49 anni; nel 46,1% dei casi a presentare domanda di finanziamento è stata una donna, percentuale più elevata rispetto alle richieste di prestito totali, dove la quota femminile di richiedenti si ferma al 31,4%.

lunghi tempi di attesa nella sanità pubblica sono confermati da una recente indagine commissionata da Facile.it a mUp Research, che ha rilevato come, in Italia, l’attesa media sia arrivata a circa 77 giorni, valore che al Sud e nelle Isole sale addirittura a 85 giorni.

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Un vero e proprio traguardo per la medicina generale in Sardegna è stato raggiunto in queste ore con la sottoscrizione dell’intesa fra le diverse sigle sindacali e la Regione sulla struttura del nuovo accordo integrativo regionale della medicina generale, fermo dall’anno 2010.

L’assessore della sanità Carlo Doria ha sottolineato come, attraverso l’accordo raggiunto “si raccolgano i frutti di un arduo lavoro che ha impegnato il tavolo regionale per circa un anno, con incontri mensili e confronti serrati che hanno poi visto la convergenza di tutte le parti in campo nell’esclusivo interesse dei pazienti e degli operatori sanitari. Un nuovo accordo integrativo regionale della medicina generale era atteso da tanto tempo e oggi, più che mai, se ne sentiva l’esigenza in un momento di cambiamento radicale della medicina territoriale che, con il D.M. 77 e le regole dettate dal PNRR, acquisisce maggiore centralità nella sanità pubblica, abbandonando il concetto ospedale-centrico e favorendo la medicina di prossimità che necessita di un reale potenziamento territoriale e dell'impiego di tutte le risorse a disposizione, sia di tipo economico, che correlate all’innovazione tecnologica”.

Un particolare ringraziamento, a margine della sottoscrizione, è stato espresso da allo staff dell’assessorato “che ha creduto e collaborato fin dal principio in questo percorso di rilancio della sanità territoriale”.

Umberto Nevisco, segretario regionale della FIMMG, la Federazione italiana di medici di medicina generale, ha affermato con soddisfazione come “a conclusione di un impegnativo percorso leale e collaborativo, abbiamo concordato e sottoscritto con l'assessore della Sanità Carlo Doria la struttura del nuovo Accordo integrativo regionale Sardegna della medicina generale, Assistenza Primaria Ruolo Unico. Un risultato molto importante per la Sardegna, seppur non ancora definitivo, visto il ritardo delle altre regioni italiane. La FIMMG sente di dover manifestare il proprio apprezzamento all'Assessore per questo importante traguardo raggiunto e per la costante e diretta disponibilità  al confronto, con la consapevolezza che il pieno  sviluppo della medicina territoriale sarda richiederà ancora tanto lavoro e tanto impegno”.

Domenico Salvago, presidente regionale dello SNAMI, il Sindacato nazionale autonomo dei medici italiani, ha sottolineato come “oggi sia stata licenziata una prima tranche dell’accordo integrativo regionale e per questo importante traguardo ringraziamo l’assessore della Sanità Carlo Doria che è stato molto disponibile in questi mesi di trattative, non mancando mai nei momenti di confronto. Siamo soddisfatti che la parte economica sia stata più che raddoppiata rispetto al pregresso. Purtroppo, talune norme in essere inique e non al passo dei tempi ci hanno impedito di allocare i nuovi emolumenti come avremmo voluto. Ci attendono adesso nuove sfide sulla semplificazione burocratica e sulla deburocratizzazione, puntando su un nuovo assetto della sanità territoriale, da troppo tempo dimenticata e privata dei finanziamenti necessari alla sua ripresa”.

Positivo il commento anche di Piergiorgio Fiori, segretario generale della CISL, che afferma come “dopo tanti anni finalmente si interviene sul territorio attraverso una rivalutazione della ex guardia medica e un investimento nella tecnologia al servizio del MMG per evitare le file nei Pronto Soccorso e dare così un servizio migliore alla cittadinanza. E’ il frutto di un proficuo e lungo lavoro tra sindacati e assessore, sempre presente in tutte le estenuanti riunioni”.

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Il nuovo Centro di senologia diagnostica, interventistica e di screening mammografico ritorna, dopo che era stato trasferito durante l'emergenza Covid al PO San Giovanni di Dio dell'AOU di Cagliari, al piano terra dell'ospedale R. Binaghi in via Is Guadazzonis.
"Il progetto di riallocazione dei servizi della ASL di Cagliari continua con un incessante lavoro che sta producendo i suoi frutti. Vogliamo riqualificare la funzione dell'ospedale Binaghi e come primo passaggio abbiamo trasferito il Centro di senologia riportandolo nella sua precedente sede - spiega il manager Marcello Tidore-. Siamo molto contenti di essere riusciti a riportare il Servizio in un ospedale centrale, dotato di parcheggi gratuiti, facilmente raggiungibile.  Siamo certi che sia un punto di riferimento per la comunità per il prezioso lavoro che svolge nella diagnosi e nella prevenzione del tumore al seno". "Vogliamo incrementare gli screening oncologici, potenziando anche la tecnologia a disposizione del reparto - ha aggiunto il Direttore Sanitario Roberto Massazza - quello di oggi è il primo tassello in questa direzione".  

Il Centro, diretto dalla dott.ssa Maria Antonietta Barracciu, è dotato di una sala attesa e accettazione, di 5 diagnostiche mammografiche, 3 diagnostiche ecografiche e due sale refertazioni screening. Il team è composto da 6 medici radiologi, 8 tecnici di radiologia, 3 infermieri professionali e un OSS; nel servizio vengono effettuati gli screening mammografici per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore al seno, visite senologiche, mammografie, ecografie mammarie e interventistica senologica.
All’interno del reparto è inoltre presente un ambulatorio ecografico per l'esecuzione di ecografie internistiche e una sala referti della radiologia tradizionale.
 
Gli screening mammografici
Il programma di screening mammografico per la prevenzione e la diagnosi precoce del tumore della mammella è rivolto alla popolazione femminile residente nella ASL di Cagliari compresa nella fascia d'età 50 - 69 anni, per un totale di circa 100 mila donne ogni due anni (50000/anno), e prevede una lettera di invito diretto spedita dal Centro Screening della ASL n. 8, che fa capo al Servizio Promozione della Salute della ASL di Cagliari.  
 
La senologia diagnostica
La senologia diagnostica, o screening spontaneo, si rivolge a donne che si presentano spontaneamente ad effettuare gli accertamenti (donne fuori dall’età di screening; donne sintomatiche; donne operate; donne con mutazione genetica BRCA1 E BRACA2), tramite richiesta del proprio medico di medicina generale. Prevede, oltre all’ esame mammografico, la visita senologica e l’ ecografia.

Le tecnologie in dotazione
    • 2 mammografi dedicati esclusivamente allo screening mammografico;
    • 3 mammografi dotati di sistema tomosintesi, dedicati sia allo screening che alla senologia diagnostica, per esecuzione mammografie con mezzo di contrasto;
    • 3 diagnostiche ecografiche, dove vengono eseguite ecografie diagnostiche, esami ecografici di secondo livello dello screening mammario, biopsie ecoguidate;
    • Due sale refertazione screening;
    • Una sala per il counseling.

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Arriva all’Ospedale Oncologico Presidio Ospedaliero Armando Businco dell’Arnas Brotzu, nella Struttura Complessa  di Radioterapia Oncologica, diretta dal dott. Raffaele Barbara, la Tomoterapia elicoidale, ultima frontiera nel campo della radioterapia, che consentirà di trattare tutte le tipologie di neoplasie attraverso i più moderni trattamenti radioterapici, in linea con i centri oncologici più evoluti in Italia.

Stamane, alle 12, è stato presento il nuovo Acceleratore Lineare (LINAC) di ultima generazione, unico sul territorio regionale. Presenti alla cerimonia d’inaugurazione l’Assessore Regionale della Sanità, Carlo Doria, l’Arcivescovo di Cagliari, Monsignor Baturi, i vertici dell’Arnas Brotzu, la Direttrice Generale Agnese Foddis, il Direttore Sanitario Raimondo Pinna, il Direttore Amministrativo Ennio Filigheddu.

 “La Regione ha mantenuto l’impegno di dare la massima attenzione all’ospedale oncologico, investendo in tecnologie avanzate che garantiscono ai pazienti una qualità di cura più alta. Lo scorso mese di novembre abbiamo inaugurato il nuovo acceleratore nella radioterapia, oggi parte la seconda fase del processo di rinnovamento dei macchinari del reparto di Radioterapia Oncologica del Businco. Queste modernissime apparecchiature consentiranno di ridurre la mobilità dei pazienti verso altre regioni”. Così il Presidente della Regione Christian Solinas a margine dell’evento.

Un passo importante che conferma come il Businco rappresenti il polo di riferimento Onco-Ematologico Pediatrico e dell’Adulto per tutta l’isola.  Attraverso l’utilizzo dei nuovi macchinari, più veloci, potenti e mirati sul bersaglio sarà possibile ottenere risultati anche per il trattamento di tumori che colpiscono i pazienti più fragili, riducendo gli effetti collaterali. Il macchinario, infatti, consente di valutare in tempo reale la riduzione della lesione neoplastica durante il trattamento radiante, eseguendo una Radioterapia adattativa (Adaptive Radiotherapy), cioè in grado di adattarsi alle modifiche di volume tumorale.

Soddisfazione è stata espressa dall’Assessorato della Sanità, che ha sottolineato l’importanza di investire in strategie e strumentazioni all’avanguardia a livello nazionale, in grado di migliorare non solo il tasso di efficacia e di successo delle terapie oncologiche, ma anche la qualità di vita dei pazienti più delicati, come i bambini e gli adolescenti,

Il sistema si avvale della tecnologia Synchrony, che permette il monitoraggio e il controllo continuo del movimento d’organo e dell’escursione della lesione durante l’irradiazione e il conseguente cambiamento di direzione del fascio in tempo reale in modo da seguire il movimento della lesione neoplastica da trattare e adeguare perfettamente la distribuzione di dose sul tumore risparmiando gli organi adiacenti.

Per l’acquisto della Tomoterapia sono stati impegnati € 5.897.000,00. L’importo è stato finanziato con le risorse del PNRR – M6.C2 1.1.2 – Ammodernamento del parco tecnologico e digitale ospedaliero – Grandi Apparecchiature Sanitarie e con il cofinanziamento regionale (DGR n. 12/16 del 07.04.2022).

Il piano di ammodernamento tecnologico programmato si concluderà a luglio del 2024 con l’operatività del Cyberknife, un LINAC Robotico di ultimissima generazione, estremamente versatile, in grado di soddisfare le esigenze di cure oncologiche e non oncologiche in tutto il territorio regionale.

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La Regione renderà disponibile gratuitamente ai pazienti diabetici il farmaco salvavita glucagone nella sua versione spray nasale. La Sardegna, dopo l’Emilia Romagna, è la seconda regione in Italia a farsi carico del costo del farmaco dopo che la riclassificazione operata dall’Aifa a ottobre ha determinato il suo passaggio dalla fascia “A” alla “C” e quindi la sua fuoriuscita dall’elenco dei farmaci a carico del sistema sanitario nazionale.

Il provvedimento è contenuto in un emendamento, proposto dalla Giunta, alla variazione di bilancio e prevede uno stanziamento di 400mila euro, di cui 50mila per il 2023 e 350mila per il 2024.

“L’ipoglicemia severa – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, illustrando le ragioni del provvedimento – è la complicanza acuta più grave e temuta dalle persone con diabete di tipo 1, in particolare per i bambini. Il glucagone spray nasale, farmaco salvavita disponibile in alternativa solo nella versione iniettabile, è stato approvato dall’Aifa nel 2021 e inserito tra i farmaci in clesse A, a carico del sistema sanitario nazionale. Le vicende legate alla cessione del brevetto hanno però determinato la sua riclassificazione, con un disagio per i pazienti e le loro famiglie che, ricordo, in Sardegna sono tantissime. Il farmaco rappresenta una soluzione semplice per trattare tempestivamente le ipoglicemie severe, la sua versione spray ha reso molto più facile la somministrazione alle persone con diabete, in particolare nei bambini, non solo da parte dei familiari, ma anche del personale scolastico. Per questo motivo, nelle more di un nuovo accordo tra l’Aifa e la nuova casa farmaceutica titolare del brevetto, abbiamo ritenuto di intervenire direttamente con una norma a tutela della salute di migliaia di famiglie sarde”.

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Giovedì, 30 Novembre 2023 16:57

L'Aou di Sassari premiata con due Bollini Rosa

C'è anche l'Aou di Sassari tra i 367 ospedali premiati dalla Fondazione Onda con i Bollini Rosa per il biennio 2024-2025. Si tratta di un riconoscimento riconosciuto agli ospedali che offrono servizi dedicati alla prevenzione, diagnosi e cura delle principali patologie femminili. Il numero di ospedali premiati quest'anno è salito da 354 a 367 rispetto al biennio precedente, evidenziando anche un miglioramento qualitativo con 126 strutture che hanno ottenuto il massimo riconoscimento. L'Aou di Sassari è tra le 188 strutture a cui vengono riconosciuti due Bollini Rosa.

La premiazione, che si è svolta nella fine mattinata di oggi il ministero della Salute, ha visto la partecipazione di 31 enti e società scientifiche che hanno patrocinato l'11a edizione dei Bollini Rosa. Gli ospedali premiati sono valutati sulla base di servizi personalizzati per la salute femminile e la gestione di patologie trasversali a entrambi i generi.

La valutazione, condotta tramite un questionario di candidatura composto da circa 500 domande, ha coinvolto 367 ospedali. Un Advisory Board presieduto dal Prof. Walter Ricciardi ha validato i Bollini conseguiti, considerando anche elementi qualitativi rilevanti non inclusi nel questionario. Tre criteri di valutazione sono stati presi in considerazione: specialità clinichepercorsi diagnostico-terapeutici gender-oriented servizi clinico-assistenziali. La cerimonia ha incluso un riconoscimento speciale a 34 referenti Bollino Rosa per il loro impegno, tra questi anche la referente dell'Aou di Sassari Maria Grazia Morittu della struttura Affari generali e comunicazione e Urp.

"I due bollini rosa - afferma la direzione generale dell'Aou di Sassari - confermano come gli ospedali sassaresi siano dalla parte della donna. Il nostro impegno, intanto, ha consentito quest'anno, con l'approvazione del nuovo atto aziendale, l'attivazione della Breast unit come vera e propria struttura, quindi a luglio scorso l'approvazione del percorso diagnostico terapeutico assistenziale Codice rosa per le vittime di violenza. A queste iniziative si aggiungono quelle che ci consentiranno di avere apparecchiature all'avanguardia per la diagnostica dedicata alla Senologia".

Sul sito www.bollinirosa.it è possibile consultare le schede degli ospedali premiati, suddivisi per regione, con l’elenco dei servizi valutati.

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In dieci mesi 101 casi di donne vittime di violenza, 46 di violenza di genere, 55 di violenza altrui. Queste ultime per il 44 per cento sono state vittime di violenza o aggressione in famiglia, 44 per cento per vari motivi o non dichiarati e 12 per cento sul lavoro. Sono questi i dati registrati dal Pronto soccorso dell’Aou di Sassari, da gennaio a ottobre, di quest’anno che danno il quadro di un fenomeno, la violenza di genere, che rappresenta un problema sociale complesso e diffuso. Numeri che sono stati esposti ieri sera, durante il convegno Codice Rosa: percorso di assistenza alle vittime di violenza. L'impegno dell'Aou di Sassari, organizzato dall’Aou di Sassari nell’aula magna dell’Università di Sassari nell’ambito dell’(H)Open week contro la violenza sulle donne, organizzato dalla Fondazione Onda.

Il quadro delineato sin da subito dagli esperti fa capire quanto il potenziamento dei servizi di supporto alle vittime e la sensibilizzazione continua siano fondamentali, per garantire una società equa e libera dalla violenza di genere. Un tema di forte attualità e che, ogni giorno, riporta sulle pagine di cronaca dei giornali atti di violenza, aggressione e femminicidi.

E l’Azienda ospedaliero universitaria di Sassari è partita proprio da qui, con la presentazione di un percorso assistenziale che, rispondendo alle linee guida nazionali, è stato approvato a luglio di quest’anno.

Un percorso, il Pdta elaborato dall’Aou di Sassari, Percorso Codice Rosa e per persone in condizioni di fragilità, vittime di violenza d'abusoche rappresenta un vero e proprio strumento di aiuto, che ha l’obiettivo di garantire una tempestiva e adeguata presa in carico delle donne, e dei loro figli minori, a partire dal triage del Pronto soccorso. Uno strumento che le accompagni e le orienti, se consenzienti, ai servizi presenti sia all’interno della Aou sia sul territorio, per elaborare un progetto di assistenza multidisciplinare per la fuoriuscita dall'esperienza di violenza.

A moderare gli interventi che si sono succeduti in un'aula magna gremita, sono stati la professoressa Alessandra Nivoli e il dottor Fabrizio Demaria, referenti del Coordinamento codice rosa, previsto dall’Aou come figura trasversale della Clinica psichiatrica e la Psicologia ospedaliera, e che coinvolge un gruppo multidisciplinare di professionisti al servizio della vittima di violenza. e a illustrare la “genesi” del Pdta è stata Fulvia Ferrari (Qualità, accreditamento e gestione del rischio) che ha ricordato come il pronto soccorso sia la porta d’accesso di questo percorso. «È importante che vengano colti subito i segnali di questa violenza – ha detto la dottoressa Laura Piras, del Pronto soccorso generale, perché le possa essere attribuito subito un codice di priorità».

Un codice (quello rosa è virtuale), definito nel contesto dell'organizzazione del Pronto Soccorso, che attiva un percorso specifico che è fondamentale nell’impegno per contrastare la violenza di genere. Si attivano quindi subito i professionisti del Pdta, lo psicologo, lo psichiatra, il ginecologo, l’infettivologo, il medico legale e gli assistenti sociali

«Dobbiamo rispettare i tempi della vittima, in questo caso della donna che arriva nel nostro pronto soccorso ginecologico – ha detto Maria Carmela Fadda della Clinica di Ginecologia e ostetricia – dobbiamo rispettare i suoi silenzi, essere empatici nei suoi confronti». Un ruolo complesso quello svolto dai professionisti. «Il nostro diventa un intervento di riparazione del terremoto emotivo della vittima – ha detto la psicologa Stefania Casula – dobbiamo sostenerla, perché non corra il rischio di una sua ri-traumatizzazione».

Un percorso che deve essere allargato con l’inserimento di altri soggetti fragili, come i minori. «La nostra attività – ha detto Alessandra Carta, della Neuropsichiatria infantile – è volta alla prevenzione verso le categorie più a rischio. È importante intervenire con la prevenzione primaria, con una formazione che comprenda territorio, scuole, famiglie». Un’azione che consente di avvicinare i soggetti più a rischio alle cure degli specialisti: minori, minori con problemi di neuro-sviluppo.

Sugli aspetti legali, del percorso e sull’importanza del codice rosso finalizzato a rafforzare la tutela delle vittime di maltrattamento e violenza sessuale si sono soffermati la professoressa Claudia Trignano e il sostituto procuratore del Tribunale di Sassari Angelo Beccu.

E' stata invece la dottoressa Monica Fiori del Centro di vittimologia della Clinica psichiatrica a illustrare la presa in carico psichiatrica della vittima di violenza. Il professor Giordano Madeddu di Malattie infettive ha, invece, parlato del ruolo dell'infettivologo nei casi di violenza sessuale. Di consulenza psichiatrica in urgenza ha parlato anche la dottoressa Franceschina Piras dell'Spdc dell'Asl 1 Sassari.

La dottoressa Simona Serra del Servizio sociale della Direzione medica di presidio dell'Aou di Sassari ha spiegato il ruolo del servizio all'interno del percorso Codice rosa e dell'attività di raccordo con i servizi territoriali di tutela.

 A chiudere il convegno è stato un dibattito scientifico con i responsabili delle strutture aziendali che hanno partecipato alla stesura del Pdta e che sono le protagoniste dello stesso percorso. A discutere con il pubblico erano presenti, oltre ad Alessandra Nivoli (Clinica psichiatrica) e Fabrizio Demaria (Psicologia ospedaliera),  Roberto Foddanu (Qualità accreditamento e gestione del rischio) coordinatore del gruppo di lavoro che ha prodotto il documento aziendale, Paolo Pinna Parpaglia (Pronto soccorso e Obi), Stefano Sotgiu (Neuropsichiatria infantile), Giampiero Capobianco (Ginecologia e ostetricia), Claudia Trignano (Medicina Legale), Sergio Babudieri (Malattie infettive). Un dibattito partecipato con numerose domande da parte del pubblico e il racconto di una dottoressa della sua vicenda che l’ha vista vittima di stalking di un paziente psichiatrico. Al dibattito sono intervenuti anche il comandante provinciale dell’Arma dei carabinieri Massimiliano Pricchiazzi e il comandante provinciale della Guardia di finanza Stefano Rebecchesu.

A portare i saluti istituzionali sono stati il professor Giampiero Capobianco per il rettore dell'Uniss, il sindaco di Sassari Nanni Campus, il professor Paolo Castiglia per la direzione strategica dell'Aou di Sassari, il direttore generale dell'Asl 1 Sassari Flavio Sensi, il dottor Gianni Caria procuratore generale del Tribunale di Sassari, il dottor Francesco Cattari per l'Ordine delle psicologhe e degli psicologi delle Sardegna e il dottor Nicola Addis presidente dell'Ordine dei medici della provincia di Sassari.

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“Oggi diamo testimonianza di quella sanità che funziona, di quella sanità pubblica che fa meritoriamente passi in avanti. Riportiamo l'oncologia pubblica in Sardegna al livello che merita, perché la dotiamo di attrezzature, strumentazioni e tecnologia che non solo la rimettono in pari rispetto ad altre iniziative private, ma la rendono competitiva a livello nazionale”. Lo dichiara il Presidente della Regione, Christian Solinas, oggi in visita all’ospedale oncologico Businco, di Cagliari, in occasione dell’entrata in funzione del nuovo acceleratore lineare Linac, il primo delle quattro grandi apparecchiature di ultima generazione previste nel piano di ammodernamento della radioterapia nel centro di riferimento regionale per le cure oncologiche della Sardegna. Nei prossimi mesi, sempre nell’ospedale Businco, è prevista l’installazione di un secondo Linac e di una tomoterapia elicoidale. L’ospedale di Cagliari sarà inoltre uno dei quattro centri in Italia ad ospitare il Cyberknife, apparecchiatura all’avanguardia nelle cure dei tumori.

“Fin dall’inizio – ha sottolineato il Presidente – abbiamo preso l’impegno di dare un'attenzione particolare all'ospedale oncologico, garantendo, da parte della Regione, tutto il supporto necessario per portare a compimento gli investimenti non solo in tecnologia ma anche strutturali e infrastrutturali. Il nuovo acceleratore lineare rappresenta un primo risultato concreto. Le sue potenzialità ci aiuteranno non solo ad essere più efficienti, più innovativi, più sostenibili, ma ci consentiranno di erogare un più elevato numero di prestazioni in un tempo minore. Questo significa aggredire le liste d'attesa e una migliore qualità delle cure. Si pensi, ad esempio, al sistema di puntamento intelligente, capace di seguire in modo mirato il tumore bersaglio, riducendo in modo significativo le dosi di radiazioni verso il paziente e le lesioni alle cellule sane circostanti, oltre a consentire applicazioni terapeutiche fino a questo momento impossibili in Sardegna con macchinari vecchi di quindici anni, ora in sostituzione”

“Grazie alle nuove tecnologie diamo ai pazienti e ai professionisti nuove speranze e nuove aspettative. Mi auguro a breve – ha sottolineato il Presidente Solinas, in merito al progetto del nuovo ospedale – di poter anche dare certezze rispetto a una nuova casa nella quale possano essere svolte tutte queste attività al meglio. Nell’ospedale San Michele procedono tutte le attività relative alla piastra tecnologica che è stata prevista per migliorare la capacità dei blocchi operatori, ma questo non esclude il poter dare, soprattutto ai reparti di oncologia, ai reparti che sono maggiormente in sofferenza rispetto agli spazi e alla loro adeguatezza, un nuovo presidio che possa offrire i migliori e più moderni standard da un punto di vista non solo strutturale e tecnologico, ma anche sul piano dell'ospitalità”.

Il Presidente ha inoltre ricordato le difficoltà legate all’attuale carenza di medici in alcune specialità: “Purtroppo dei tanti concorsi banditi in questi anni, spesso non si riesce neanche a coprire il numero di posti messi a concorso con il numero dei partecipanti. C'è una emergenza enorme nel settore dell'anestesia e della rianimazione. C'è un grande problema sui medici dell'emergenza urgenza. Addirittura incontriamo problemi nelle scuole di specializzazione rispetto a queste discipline. Pur avendo scommesso tanto come Regione sulle borse di specializzazione, portandole ad un numero veramente importante su alcune discipline specifiche, abbiamo registrato pochissime domande e siamo in attesa di un riequilibrio a livello nazionale, attraverso una soluzione con il ministero e con le università, in maniera da garantire copertura a tutti i posti messi a disposizione”.

Sul futuro dell’Arnas G. Brotzu il presidente ha concluso con un riferimento ai nuovi reparti: “Auspico che all'interno dell'azienda possa nel più breve tempo possibile portare a compimento il percorso di apertura dei posti di rianimazione pediatrica, per essere in grado di dare un tipo d’assistenza che deve poter essere svolta in Sardegna senza dover continuamente ricorrere a trasferimenti e viaggi verso le altre regioni”.

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Presentato oggi a Nuoro, nella sede di Areus, il progetto del NEA, 116117 (uno-uno-sei-uno-uno-sette), il numero europeo armonizzato per l’accesso alle cure mediche non urgenti e altri servizi sanitari territoriali. La centrale operativa di risposta per tutta la Sardegna sarà proprio a Nuoro, nell’ex convento delle Carmelitane scalze, in via Oggiano, al termine di un intervento finanziato dalla Regione. Presenti all’incontro l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, che ha portato i saluti del presidente Solinas, e l’assessore dei Lavori Pubblici, Pierluigi Saiu, oltre al direttore generale di Areus, Simonetta Bettelini, il direttore generale dell’assessorato della Sanità, Francesca Piras, e al sindaco di Nuoro, Andrea Soddu.

“La Sardegna - dichiara l’assessore Doria - è avanti su un servizio oggi attivo solo in poche Regioni. Un servizio che arricchisce l’offerta sanitaria del territorio, completamente integrato e coordinato con gli altri servizi. L’116117 costituirà un ulteriore filtro che consentirà una gestione più moderna ed efficiente dell’assistenza, consentendo ai cittadini di trovare in modo più semplice una risposta alle proprie necessità e, allo stesso tempo, di ridurre l’impatto sui punti di guardia medica e soprattutto sui pronto soccorso. Un progetto che va di pari passo con quello che stiamo facendo con i medici di medicina generale, nella rivisitazione della rete della continuità assistenziale, attraverso il nuovo Accordo integrativo regionale, fermo dal 2010, che contiamo di chiudere a breve”.

Nella struttura di proprietà del Comune di Nuoro e oggi sede di Areus procedono i lavori di riqualificazione degli spazi che ospiteranno la centrale unica. “A giugno - dichiara l’assessore Saiu, esprimendo soddisfazione - di concerto con l’assessorato della Sanità abbiamo presentato la delibera per il finanziamento dell’intervento e l’assegnazione delle risorse a OIS, Opere e infrastrutture della Sardegna, la società in-house della Regione, che fa capo all’assessorato dei Lavori pubblici e soggetto attuatore dell’intervento. Abbiamo mantenuto così gli impegni e in tempi rapidi è stato avviato il cantiere. Il NEA rappresenta un servizio importante per tutta la Sardegna e la Centrale rappresenta anche un’opportunità per il reclutamento di personale qualificato. Con la riforma sanitaria abbiamo difeso Areus e la sua presenza a Nuoro, che ora si rafforza con un nuovo importante servizio”

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Prima donazione italiana di midollo osseo in Ucraina: cellule staminali emopoietiche volano da Cagliari a Kiev
Il Centro donatori dell’Ospedale Binaghi della ASL di Cagliari ha verificato la disponibilità della donatrice sarda risultata idonea, certificato il suo buon stato di salute e, grazie al consenso della donna, è stato possibile procedere al prelievo di cellule destinate a un paziente ucraino.

CAGLIARI, 25 ottobre 2023 - La guerra non ferma la solidarietà: è stata completata con successo nelle scorse settimane una procedura di prelievo di midollo osseo, effettuato a Cagliari grazie a una donatrice volontaria. Il midollo è stato trasportato e consegnato a Kiev per un trapianto di cellule staminali emopoietiche su un paziente ucraino.

Il reperimento del donatore e l’organizzazione del trasporto del materiale biologico sono stati gestiti dal Registro IBMDR attraverso un trasporto a “staffetta”. La richiesta era partita 3 mesi prima dall’Ukrainian Bone Marrow Donor Registry per una persona bisognosa di un trapianto di midollo che non aveva trovato un donatore compatibile tra i propri familiari. Come avviene sempre in questi casi, la ricerca è stata estesa a livello mondiale, dato che le possibilità di rintracciare un “gemello genetico” idoneo sono circa una su 100mila. La compatibilità era stata riscontrata dall’IBMDR in una donna afferente al Registro regionale della Sardegna, una delle regioni con il tasso di donazione più alto in Italia.

A quel punto il Centro donatori dell’Ospedale Binaghi della ASL di Cagliari ha verificato la disponibilità della donatrice, certificato il suo buon stato di salute e, grazie al consenso confermato dalla donna, è stato possibile procedere al prelievo.

Il prelievo di cellule staminali emopoietiche,  è stato eseguito presso il Centro Prelievi del Brotzu (ARNAS Brotzu) di Cagliari, quindi la sacca contenente le cellule salva-vita, preparata dall’Istituto dei tessuti dell’Ospedale Businco dell’ARNAS Brotzu di Cagliari, è stata consegnata a un primo corriere del gruppo Time:matters che l’ha scortata fino al checkpoint di Medyka-Shehyni, sul confine tra Polonia e Ucraina: lì un secondo corriere inviato dal Registro ucraino l’ha presa in carico e l’ha recapitata all’Ospedale Okhmatdyt di Kiev, dove è stato effettuato il trapianto di midollo.

"E' davvero motivo di orgoglio vedere un lavoro di squadra tra Aziende sanitarie, una macchina perfetta che in questi casi si attiva immediatamente per salvare vite umane - ha affermato il direttore sanitario della ASL di Cagliari Roberto Massazza - . In questa occasione, inoltre, sono stati superati i confini tra Stati e popoli diversi. Per questo è fondamentale iscriversi al Registro Donatori Midollo Osseo: con un semplice gesto è possibile salvare la vita di tante persone in ogni parte del mondo!"

Tutte le donazioni portano con loro una meravigliosa storia umana, ma questa donazione è stata un po’più speciale: la donazione è un atto solidaristico che supera tutte le barriere ma questa volta c’era un’altra barriera da superare: la guerra”, ha dichiarato la Dr.ssa Sara Lai referente del Registro Regionale della Sardegna della ASL Cagliari.

Con questa consapevolezza tutto il personale sanitario della Sardegna, coinvolto nel processo di donazione, si è riunito presso l’Ospedale Businco di Cagliari (ARNAS G.Brotzu), sede dell’Istituto dei tessuti, quando la sacca è stata consegnata al primo corriere, che l’avrebbe dovuta portare fino al confine Ucraino.

Il Registro Regionale Donatori di Midollo Osseo della Sardegna

Il Registro Regionale Donatori di Midollo Osseo della Sardegna, attualmente sotto la Direzione della Prof.ssa Sabrina Giglio,  è nato nel 1987 per volontà del Prof. Licinio Contu, Ematologo e Genetista, con lo scopo di creare un Registro di donatori volontari che potessero aiutare i pazienti Sardi, in attesa di trapianto, che non avevano trovato un donatore familiare.

Con la nascita del Registro Italiano IBMDR, il Registro Sardo, è entrato a far parte della rete dei 17 Registri Regionali che coprono tutta la Nazione. Nei 36 anni di attività ha iscritto circa 34.000 donatori.

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