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Il parere favorevole del comitato tecnico scientifico della Regione alla riapertura delle discoteche in Sardegna c'era. Il giorno dopo il blitz della Polizia alla Regione per acquisire i documenti emergerebbe dunque che l'ordinanza sarebbe arrivata dopo la mail favorevole di uno degli esperti che avrebbe parlato anche a nome degli altri. L'indagine della Procura di Cagliari, dunque, secondo quando apprende l'Ansa, va verso l'archiviazione, almeno per quanto riguarda la parte sul reato di epidemia colposa.

Sono due, forse tre, le persone informate sui fatti che verranno sentite nelle prossime ore dal pool di magistrati guidati dall'aggiunto Paolo De Angelis (composto dai sostituti Daniele Caria, Guido Pani e Maria Virginia Boi), ma solo dopo che gli investigatori studieranno le carte acquisite ieri in Regione. Si tratta dei consiglieri regionali che a Report hanno ipotizzato pressioni da parte dei gestori delle discoteche per non farle chiudere. Un esame che però potrebbe chiudersi già in poche ore, visto che l'email cruciale - quella col parere favorevole - sarebbe già nelle mani degli inquirenti.

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Il presidente della Regione Christian Solinas ha prorogato l'ordinanza dell'11 settembre - impugnata dal Tar - che imponeva l'obbligo di tampone o il certificato di negatività a tutti i viaggiatori in ingresso in Sardegna. Il governatore ha firmato oggi l'ordinanza per ribadire gli obblighi che erano stati contestato dal governo: proprio domani, data di scadenza della precedente ordinanza, si discute il merito del ricorso presentato dal consiglio dei ministri.E Solinas gioca in contropiede. 

Quindi fino al 23 ottobre "Tutti i passeggeri che intendono fare ingresso nel territorio regionale - si legge nel testo - provenienti dall’estero e/o dal territorio nazionale, dal 14 settembre sono invitati a presentare, all’atto dell’imbarco, l’esito di un test – sierologico (IgG e IgM) o molecolare (RNA) o Antigenico rapido – eseguito non oltre le 48 ore dalla partenza, che abbiano dato esito negativo per covid-19. I passeggeri potranno, alternativamente, dimostrare, sempre all’atto dell’imbarco, di aver compilato on line apposita autocertificazione comprovante di essersi sottoposti, nelle 48 ore antecedenti all’ingresso nel territorio regionale, ad un test sierologico, molecolare o antigenico, il cui esito è risultato negativo, avendo cura di indicare obbligatoriamente: a) il tipo di test effettuato e la data di esecuzione; b) il nome della struttura (pubblica, privata o privata accreditata) presso la quale lo stesso test è stato effettuato". 

Questo perché, come scritto dal presidente nel nuovo documento, "nel corso delle ultime due settimane il numero dei soggetti in isolamento domiciliare è cresciuto di circa 650 unità con ciò triplicando il dato percentuale relativo al picco del periodo del lockdown e attestandosi in oltre 2190 casi", si legge". Inoltre "nel corso delle ultime due settimane il numero dei soggetti ricoverati in ospedale in reparti non intensivi ha avuto un incremento di circa 14 unità, conciò raggiungendo in buona sostanza il dato percentuale del periodo del lockdown e attestandosi in circa 116 casi".

In più "il numero dei soggetti attualmente ricoverati in terapia intensiva è pari a 19unità con un incremento notevole, nel corso delle ultime due settimane,strettamente connesso e proporzionale all'aumento esponenziale dei decessi passati da 140 a 156 in ragione di ben 16 morti. Il sopraddetto incremento esponenziale dei soggetti risultati positivi deve essere posto in relazione per un verso al numero effettivo di posti letto liberi -pari a sole 14 unità in terapia intensiva e a 28 unità in terapia semintensiva - e per altro verso con i dati sulle proiezioni degli arrivi dai traghetti e dagli aerei secondo i quali sono attesi più di 100.000 sbarchi e circa 300.000 arrivi in aereo nel trimestre ottobre/novembre/dicembre". 

 

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“La mia formazione culturale e politica mi impone di rispettare ogni sentenza, ma non posso esimermi dal formulare alcune considerazioni, sul piano politico e su quello giuridico”. Così il Presidente della Regione Christian Solinas, che in una conferenza stampa a Villa Devoto è intervenuto in merito alla sentenza del Tar Sardegna che ha sospeso alcune parti dell’Ordinanza n 43.

“Sul piano politico – ha detto il presidente Solinas – se qualcuno avesse avuto dubbi sulla propensione di questo Governo di utilizzare due pesi e due misure, credo che questa vicenda li abbia definitivamente fugati, offrendone una rappresentazione plastica”.

“La stessa attenzione, la stessa avversione non è stata infatti riservata ad altre Regioni Italiane, che hanno emesso ordinanze e impartito direttive discriminatorie nei confronti dei Sardi o di coloro che avevano soggiornato in Sardegna: a titolo di esempio – ha detto il Presidente – basti verificare ciò che dispone l’art. 1 dell’ordinanza 69 della Regione Campania, che obbliga all’effettuazione del tampone chi proviene dalla Sardegna e perfino all’isolamento di 14 giorni nelle more dell’esito dell’analisi. La stessa Regione Lazio, teatro della vergognosa discriminazione a danno di una famiglia di sardi che non è stata ammessa all’ingresso dello Zoo di Roma in base, così ha dichiarato il Direttore, a direttive regionali, si fa oggi promotrice di voli aerei riservati a passeggeri muniti di attestazione di negatività. Interpretazione ancora più severa del cosiddetto “passaporto sanitario” da noi proposto fin dal mese di maggio, e per il quale fummo duramente attaccati da quello stesso Governo che oggi, invece, tace”.

“Non occorre sottolineare – ha detto Solinas – che tale trattamento è riservato ad amministrazioni di colore politico omogeneo a quello governativo”.

“La Sardegna – ha proseguito il Presidente – ha sempre cercato e offerto piena collaborazione al Governo nazionale per la gestione dell’emergenza e della ripartenza, proponendo modelli da adottare che abbiamo ritenuto e riteniamo validi per la difesa della salute pubblica. In questa direzione va anche l’Ordinanza n.43, finalizzata non certo alla limitazione di diritti personali ma piuttosto all’aumento dello screening su residenti e ospiti”.

“È dunque chiaro – ha detto il Presidente – che l’impugnazione da parte del Governo non ha ragioni costituzionali, ma esclusivamente politiche, ed appare fortemente discriminatoria”.

“Sul piano giuridico – ha proseguito il Presidente – la sentenza monocratica del Presidente del Tar afferma che è sì legittimo, da parte delle Regioni, adottare provvedimenti specifici in difesa della salute pubblica in casi di particolare gravità, ma nella fattispecie la diffusione del virus in Sardegna non apparirebbe di gravità tale da giustificare alcune prescrizioni stabilite. La motivazione costituzionale, dunque, non ha fondamento.

Non solo. Alla luce di queste parole – ha sottolineato il Presidente Solinas – è evidente quanto sia grave e colpevole la campagna mediatica e politica che la Sardegna ha dovuto subire nel vedersi indicata, ingiustamente, come Regione-focolaio, quasi come una zona rossa. Davanti all’accusa di non effettuare un numero sufficiente di test – ha proseguito il Presidente – è poi lo stesso Tar invece ad affermare che “l’incremento del numero dei contagiati è determinato dall’elevato numero di test effettuati””.

“Difenderemo le ragioni della Sardegna nell’udienza prevista per il 7 ottobre – ha proseguito il Presidente Solinas – certi di avere fatto tutto il possibile per tutelare la salute dei nostri cittadini e dei nostri turisti.

Rispetto all’operato e all’atteggiamento del Governo nazionale – ha detto il Presidente – non posso non denunciare una palese discriminazione nei confronti della Sardegna. Piuttosto che offrire paternalisticamente un “aiuto ai Sardi e alla Regione”, come detto da autorevoli esponenti di Palazzo Chigi, il Governo dia invece un esempio di imparzialità e impugni immediatamente anche le Ordinanze di quelle Regioni che hanno adottato provvedimenti palesemente discriminatori verso i sardi. In caso contrario – ha concluso il presidente Solinas – si renderebbe responsabile di una palese ingiustizia e di un’offesa all’ordinamento giuridico, ma soprattutto, ciò che ci sta più a cuore, al diritto alla salute dei cittadini”.

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