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La Commissione europea ha riconosciuto ufficialmente l’eradicazione della peste suina africana dal cinghiale su tutto il territorio sardo. La proposta è stata votata venerdì scorso a unanimità dai rappresentanti degli stati membri dell’Unione europea e la decisione sarà pubblicata ufficialmente nelle prossime ore. Un verdetto che ridefinisce in modo significativo la geografia delle prescrizioni ancora in vigore nell’Isola, fino a oggi caratterizzata da tre zone, oltre a una zona ‘libera’ da restrizioni estesa già a maggio al 62% dei Comuni della Sardegna. La decisione di Bruxelles cancella infatti la ‘zona 2’ (del selvatico) e restringe la ‘zona 1’ (la cosiddetta zona cuscinetto, ora ridotta a 35 Comuni) al solo perimetro attorno alla ‘zona 3’ (zona in fase di regolarizzazione sul piano dei suini non censiti), che rimane invariata per dodici Comuni della Sardegna centro-orientale e a cui si aggiunge una zona di restrizioni, in vigore fino al 22 dicembre, sui territori interessati dal recente focolaio ‘di importazione’ del genotipo 2 in un allevamento a Dorgali, prontamente gestito dall’Unità di progetto.

Le aree completamente libere in cui non sarà più necessario il ricorso alle deroghe per la movimentazione degli animali, delle carni o per la caccia, passano così a oltre l’85% del territorio, per un totale di 330 Comuni.

“Il riconoscimento a livello comunitario dell’eradicazione del genotipo 1 della peste suina nel selvatico, che in Sardegna circolava da oltre quarant’anni, rappresenta un traguardo storico a coronamento del grande lavoro portato avanti nell’Isola su questo fronte. Un risultato che assume ancora più rilevanza in un momento in cui, ovunque, a livello nazionale ed europeo, la peste suina continua a rappresentare una piaga. La Sardegna ha dimostrato che quella contro il virus è una battaglia che si può vincere e siamo orgogliosi che questo messaggio di speranza, al mondo, arrivi dal nostro territorio”.

Una lotta, quella intrapresa nell’Isola contro la peste suina africana, che arriva a un punto di svolta nel 2021, in seguito all’audit della Commissione europea da cui partiranno le osservazioni che, porteranno la Sardegna al potenziamento della sorveglianza sanitaria, all’estensione del censimento degli animali, fino all’implementazione dei più moderni strumenti di condivisione delle informazioni e dei dati tra la Regione, il Ministero della Salute e Bruxelles. Azioni rese possibile anche grazie a una collaborazione sinergica di diverse forze in campo, dal Ministero della Salute, all’Istituto zooprofilattico e i servizi veterinari delle Asl, passando per l’Agenzia Forestas, il Corpo Forestale e di vigilanza ambientale, le associazioni di categoria degli allevatori, le associazioni venatorie e cinofile e le amministrazioni locali su tutto il territorio. Lo dichiara il Presidente della Regione, Christian Solinas, che oggi, nel corso di una conferenza stampa a Villa Devoto, a presentato la decisione della Commissione europea insieme all’assessore della Sanità, Carlo Doria, e il responsabile dell’Unità di progetto per l’eradicazione della peste suina, Giovanni Filippini.

“La gestione della malattia nell’isola - spiega l’assessore Doria - è sensibilmente migliorata, sia in termini epidemiologici, con la notifica di un numero di focolai di malattia in continuo decremento, sia in termini di risoluzione di molte criticità organizzative che avevano ostacolato o rallentato l’eradicazione della malattia. Negli ultimi tre anni sono stati compiuti notevoli passi in avanti che hanno permesso alla Sardegna di ottenere formalmente il riconoscimento del suo percorso di eradicazione. Un percorso che lo scorso dicembre ha portato alla fine di un lungo embargo e che a maggio ha visto ulteriormente aumentare il numero dei territori nella zona ‘libera’. Il risultato odierno è frutto di un impegno che non si è mai interrotto e che proseguirà fino alla completa alla rimozione delle ultime restrizioni e anche oltre, per garantire la sicurezza di un settore, quello suinicolo, che in Sardegna può esprimere un grande potenziale. A questo fine, per garantire il potenziamento per il potenziamento dei servizi veterinari in risposta alle azioni previste nel piano di mitigazione del rischio PSA genotipo 2 abbiamo previsto uno stanziamento nella prossima variazione di bilancio di 2.437.000 euro per il 2023 e 2024 e 1.950.00 per il 2025”.

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Sono state consegnate questa mattina al Servizio Farmaceutico della ASL di Cagliari, presso l'Ospedale Binaghi, 14.400 dosi di vaccino Covid per adulti, 4.400 dosi per bambini dai 6 mesi ai 4 anni, e altrettante 4.400 destinate alle vaccinazioni dei bimbi dai 5 agli 11 anni. Le dosi saranno poi distribuite a tutte le ASL della Sardegna e alle Aziende ospedaliere e Universitarie dell'Isola. Prima della consegna, è stato necessario verificare che la spedizione fosse stata fatta in maniera corretta e che i vaccini siano stati trasportati alle giuste temperature secondo il tracciamento presente sulle scatole (data logger).
 
"Quello arrivato questa mattina all'ospedale Binaghi è un vaccino efficace contro tutte le nuove varianti di Sars-Cov2 circolanti, che derivano da Omicron, in grado di garantire un'alta protezione - spiega Gabriele Mereu, Direttore del Servizio Vaccinoprofilassi della ASL di Cagliari -. Il vaccino è indicato nella fascia di età dai 6 mesi in su e può essere somministrato anche a chi ha già effettuato le altre dosi di vaccino. Si tratta di una somministrazione monodose, di facile gestione perchè, una volta scongelato, dura circa 10 settimane, facilitando così il compito dei medici vaccinatori che possono conservarlo a temperature . Può essere effettuato, secondo le indicazioni ministeriali, insieme alla vaccinazione antinfluenzale. La percezione nell'ultimo periodo è che il Covid non stia circolando, ma in realtà abbiamo avuto un picco di contagi nelle ultime settimane anche se sottostimati. Il consiglio è quello di vaccinarsi anche contro il Covid, oltre che contro l'influenza, anche perchè non sappiamo cosa ci aspetterà questo autunno, quando inizieranno a circolare anche gli altri virus influenzali".
 
"La priorità verrà data come sempre alle persone ultraottantenni, ai fragili,  alle persone ospedalizzate o ricoverate nelle RSA, o immunodepresse, e tutte le categorie a rischio di ogni fascia di età, oltre che al  personale sanitario - prosegue Mereu -. La vaccinazione non è obbligatoria, ma è altamente raccomandata secondo le indicazioni ministeriali".
 
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“La risposta del Governo all’interrogazione parlamentare presentata dal PD conferma ciò che abbiamo sostenuto sin dall’inizio: sulla radioterapia in Sardegna non esiste alcuna emergenza, le cure sono garantite e non c’è alcuna situazione che richieda ai cittadini sardi che devono sottoporsi alle terapie di doversi rivolgere ai centri fuori dall’Isola”. Lo dichiara l’assessore regionale della Sanita, Carlo Doria, in riferimento all’intervento del sottosegretario del Ministero della Salute, Marcello Gemmato, ieri, durante il Question time in risposta all’interrogazione parlamentare promossa da alcuni deputati del PD sul caso della radioterapia di Nuoro.

“Nel suo intervento – sottolinea l’assessore Doria – il sottosegretario alla Salute ha precisato come la notizia circa la necessità di rivolgersi ai centri della Penisola, per l’impossibilità di eseguire trattamenti di radioterapia in Sardegna nel rispetto dei tempi tracciati dalle linee guida, sia destituita di ogni fondamento. Questo restituisce un’informazione corretta su un tema delicatissimo. Le cure radioterapiche nell’Isola sono sicure e garantite, oggi affermare il contrario è ingiusto nei confronti dei pazienti oncologici e delle loro famiglie e ha come unico risultato quello di gettare allarme su chi già deve affrontare le sofferenze e l’angoscia della malattia, ma è altrettanto ingiusto nei confronti degli operatori sanitari quotidianamente impegnati in prima linea con professionalità e spirito di servizio”.

“L’ammodernamento tecnologico della radioterapia del Businco ha inevitabilmente avuto un impatto che grazie a uno sforzo organizzativo corale di tutto il sistema sanitario regionale stiamo gestendo al meglio, nonostante le carenze di personale. Presto le nuove apparecchiature entreranno in funzione e le nuove tecnologie consentiranno trattamenti efficaci in meno sedute con benefici enormi per i pazienti”, conclude l’assessore Doria.

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 “I tempi d’attesa per le prestazioni di radioterapia in Sardegna rientrano tutti all’interno dei parametri stabiliti dalle linee guida per la sicurezza delle cure nelle patologie oncologiche. La certificazione rilasciata il 28 agosto 2023 da un dirigente medico della unità operativa di radioterapia della Asl di Nuoro che attesta la necessità di un trattamento fuori regione non trova giustificazione nei tempi di attesa dei servizi di radioterapia della Sardegna e sarà l’indagine interna avviata dalla Asl di Nuoro e dalle autorità competenti a far luce su questa vicenda che ha generato allarme e causato un grave danno all’immagine del sistema sanitario regionale e della Asl di Nuoro in particolare. I centri di Nuoro, Cagliari e Sassari a cui si aggiunge il Mater Olbia, sono oggi perfettamente in grado di garantire le cure in sicurezza, nei tempi adeguati ai diversi casi”.

Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, per fare il punto sulle radioterapie della Sardegna dopo i fatti di cronaca che hanno interessato l’ospedale San Francesco di Nuoro.

“Nonostante la carenza di personale e il momento delicato determinato dall’importante e non più rinviabile ammodernamento tecnologico della radioterapia dell’ospedale Businco, che da solo assorbe gran parte della domanda di cure di tutta l’Isola, il sistema – sottolinea l’assessore – mostra segnali di tenuta che trovano riscontro nei dati sui tempi d’attesa comunicati dalle stesse aziende”.

La conferma, precisa l’esponente della Giunta Solinas, arriva dagli stessi resoconti delle aziende sanitarie regionali che ospitano i centri di cura. In sintesi:

Aou di Sassari (Cliniche San Pietro): i casi ‘urgenti’, per i tumori responsabili della sindrome della vena cava superiore, registrano tempi d’accesso per la prestazione entro le 48 e le 72 ore; nelle fattispecie che rientrano invece fra i casi definiti come ‘prioritari’, per i trattamenti palliativi di tumori causa sindrome dolorosa refrattaria agli oppiacei o causa di disturbi funzionali severi, la tempistica è entro i 10 giorni, per i trattamenti radicali o preoperatori associati o meno a chemioterapia l’accesso al trattamento è fra i 20 e i 30 giorni, mentre per i trattamenti adiuvanti ai tumori a rapida crescita (testa-collo, polmone, cervice, glioblastomi e linfomi) entro i 30 e i 45 giorni; infine i casi ‘differibili’, per i trattamenti adiuvanti alle neoplasie a lenta crescita, si va dalle 16 alle 20 settimane per quelle alla mammella ed entro i 4 e i 6 mesi per quelle alla prostata.

Asl Nuoro (ospedale San Francesco): l’attesa per i trattamenti dei tumori alla mammella è tra uno e due mesi; per i tumori testa collo curativi e adiuvanti i tempi vanno tra i 30 e i 45 giorni, stessa tempistica per i tumori maligni dell’encefalo, esofago, stomaco e pancreas; un mese per il tumore alla cervice (K cervice); 2 mesi circa (in base al programma terapeutico post chirurgico) per il tumore all’endometrio; uno o due giorni per metastasi ossee sintomatiche, sanguinamenti e compressioni midollari; da 4 a 6 mesi per il tumore alla prostata (in base allo stadio della malattia e ad altri parametri).

Mater Olbia: in supporto degli altri centri, per far fronte alle operazioni di ammodernamento del Businco, l’ospedale ha aumentato il volume dei trattamenti giornalieri di radioterapia in convenzione con la sanità pubblica del 25%. Nonostante l’impatto abbia inevitabilmente inciso sulle liste, i tempi d’attesa rimangono attualmente all’interno di quanto previsto per le cure oncologiche. I casi urgenti sono trattati entro le 72 ore, mentre i prioritari (per il trattamenti palliativi – sintomatici) entro 10 giorni. Per i trattamenti neoadiuvanti, preoperatori, curativi non differibili e adiuvanti alla chirurgia, l’accesso è entro i 45 giorni. Infine nell’ambito delle prestazioni differibili per i trattamenti delle neoplasie a lenta crescita della mammella i tempi sono di 60 giorni e 120 giorni per le neoplasie a lenta crescita della prostata.

Arnas G. Brotzu (ospedale A. Businco): per i casi che rientrano fra le urgenze radioterapiche (sindrome della vena cava superiore) la tempistica per l’accesso al trattamento si assesta tra le 24 e le 72 ore; tra i casi prioritari invece abbiamo i trattamenti palliativi (entro 10 giorni), i trattamenti radicali o preoperatori (tra i 25 e i 30 giorni), i trattamenti adiuvanti alle neoplasie a rapida crescita (tra i 30 e i 45 giorni); infine le differibili, neoplasie a lenta crescita nella mammella entro 16-20 settimane e neoplasie a lenta crescita nella prostata entro 5-6 mesi).

Da aprile all’ospedale oncologico Businco sono iniziate le operazioni di ammodernamento per la sostituzione dei vecchi acceleratori lineari con apparecchiature di ultima generazione altamente performanti. Attualmente, con due dei vecchi acceleratori in funzione dei quattro in dotazione, la radioterapia riesce ad erogare prestazioni per una media di 100 pazienti al giorno con un’operatività che, per rispondere alle nuove necessità, è stata incrementata fino alle ore 23 dei giorni feriali con sedute anche il sabato mattina. I trattamenti prioritari ed urgenti non hanno mai subito ritardi o variazioni. Il servizio di radioterapia ha sempre garantito la continuità di cura ai pazienti oncologici.

In merito al Businco l’assessore Doria precisa: “Da novembre è prevista la messa in funzione di uno dei nuovi acceleratori e all’inizio del 2024 le nuove apparecchiature in funzione saranno due con una previsione di circa 200 prestazioni al giorno. Alla fine delle operazioni di ammodernamento il Businco avrà quattro nuove apparecchiature moderne, tra cui una tomoterapia e un cyberknife, con la dismissione di macchinari obsoleti di cui non è più garantita nemmeno la riparazione, poiché i pezzi di ricambio non sono più prodotti, questo solo per dare un’idea dell’urgenza dell’intervento in corso”.

“Grazie alla riorganizzazione del lavoro e alla professionalità di medici e tecnici che lavorano nei centri si sta facendo fronte a tutto questo. I trattamenti di radioterapia in Sardegna sono e continuano ad essere garantiti in sicurezza nei tempi stabiliti dalle linee guida nazionali ed è giusto che questo venga restituito alla verità dei fatti a beneficio dei tanti sardi, pazienti oncologici e le loro famiglie, che devono sapere di poter realmente contare su cure adeguate alle loro necessità nella loro regione senza dimenticare tutto il personale sanitario che con abnegazione lavora instancabilmente per garantire le cure a questi pazienti fragili. Oggi, per quanto riguarda sia le cure radioterapiche che le cure chemioterapiche, nessun paziente sardo ha necessità di recarsi fuori Sardegna, perché in loco vengono fornite le cure moderne e avanzate che rispettano gli standard nazionali ed europei. I nostri centri non hanno nulla da invidiare al resto della penisola, né per i tempi né per le terapie somministrate”, conclude l’assessore Doria.

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Ci sarà più tempo a disposizione per i medici che vorranno presentare domanda per l’ammissione al corso di formazione specifica in medicina generale per il triennio 2023-2026. Il ministero della Salute ha infatti accolto la richiesta della Regione Sardegna e delle altre Regioni e province autonome nell’ambito della Commissione Salute della Conferenza delle Regioni, che ha proposto lo slittamento del termine inizialmente fissato al 7 settembre. “L’avviso del bando per l’ammissione al corso – precisa l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria – è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale l’8 agosto. Il periodo di presentazione delle domande ricadeva prevalentemente ad agosto, mese durante il quale molti medici interessati avrebbero potuto non avere la possibilità di venire a conoscenza dell’avvenuta pubblicazione del bando. Insieme agli assessori della Sanità delle altre Regioni, in Commissione Salute, abbiamo quindi deciso di chiedere lo spostamento del termine inviando una comunicazione al Ministero il 16 agosto. La risposta da Roma è stata positiva, la proroga sarà pubblicata nella Gazzetta ufficiale del 29 agosto e i medici avranno tempo fino al 30 settembre per presentare le domande”.

L’assessore Doria esprime quindi soddisfazione per la risposta del Ministero: “Una decisione giusta che consentirà di massimizzare il numero delle domande al corso di formazione specifica in medicina generale in Sardegna come nelle altre Regioni. Per rispondere alla carenza di professionisti indispensabili per l’assistenza territoriale stiamo mettendo in campo ogni azione possibile in modo da assicurare il reclutamento e la formazione del maggior numero possibile di medici di medicina generale”.

Dal Governo risposte anche sulla riapertura delle graduatorie del corso di formazione 2022-2025: “Relativamente al triennio di formazione specifica in medicina generale 2022-2025, il cui corso è stato avviato lo scorso aprile 2023, è stato chiesto al Ministero di riaprire la possibilità di scorrimento della graduatoria al fine di assicurare la copertura di posti eventualmente ancora disponibili laddove possibile. Il Governo, recependo la nostra richiesta, con DM del 21 agosto 2023, in corso di registrazione, ha riaperto il termine di scorrimento delle graduatorie del concorso per l’accesso al corso”, conclude l’assessore Doria.

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Passo in avanti della Regione verso la realizzazione della centrale operativa del numero europeo armonizzato (NEA) ‘116117’ per l’accesso alle cure mediche non urgenti e altri servizi sanitari territoriali a bassa intensità di cura. La Giunta Solinas, su proposta dell’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, di concerto con l’assessore dei Lavori Pubblici, Pierluigi Saiu, ha approvato la delibera che dispone l’assegnazione all’Azienda regionale dell’emergenza e urgenza della Sardegna (Areus) delle risorse (circa 250mila euro) per la ristrutturazione edilizia e l’adeguamento funzionale dei locali dell’ex Convento delle Carmelitane in via Oggiano, a Nuoro, già sede dell’’Areus, per la realizzazione della nuova Centrale operativa dell’116117.

“Dopo l’attivazione del numero unico per l’emergenza 112, con l’apertura della Centrale unica di risposta (CUR) a Sassari e la sua progressiva implementazione fino all’intera copertura del territorio regionale, ci avviamo ad aggiungere un altro importante tassello nel consolidamento della struttura organizzativa di Areus e dei servizi sanitari che l’azienda eroga ai cittadini. L’intervento a Nuoro per la realizzazione della Centrale operativa del numero per le cure mediche non urgenti e continuità assistenziale segue un percorso definito e un impegno con il territorio a cui stiamo dando gambe”.

Gli interventi sulla struttura di via Oggiano saranno affidati da Areus a Ois, Opere e infrastrutture della Sardegna, società in-house della Regione. “Presto Areus – dichiara l’assessore Saiu – darà il via ai lavori per la realizzazione della Centrale operativa. Gli interventi strutturali e tecnologici partiranno a breve e saranno terminati entro il 2023, grazie anche alla collaborazione con Ois, società dei lavori pubblici, che espleterà le procedure di affidamento dei lavori. L'attivazione della Centrale NEA sarà anche un’opportunità per il reclutamento di nuovo personale qualificato. In servizio saranno costantemente presenti sia operatori tecnici, sia infermieri dedicati, che gestiranno le interlocuzioni Centrali operative territoriali (Cot), con le Case di Comunità attivate nelle diverse Asl e con lo stesso 112 per i casi che dovessero invece rivelarsi emergenze. Areus è un’azienda regionale, che ha sede a Nuoro, che in questa legislatura abbiamo difeso e potenziato. Abbiamo instaurato una collaborazione fruttuosa che servirà ad affrontare insieme le prossime impegnative sfide che riguarderanno le infrastrutture sanitarie della Sardegna”.

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In Sardegna si riducono i tempi d’attesa sulla maggior parte delle prestazioni sanitarie erogate nell’Isola. “Il confronto tra il mese di aprile del 2018 e lo stesso periodo del 2023 – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria – restituisce un quadro con diversi indicatori in miglioramento rispetto a cinque anni fa. Parliamo di tempi d’attesa che possono e devono essere migliorati ancora, ma il trend che registriamo oggi, specie se si considera il peso che ha avuto la pandemia sul nostro sistema sanitario, ci dice che il lavoro e gli sforzi fatti vanno nella direzione giusta. Ritengo, inoltre, sia doveroso nei confronti dei cittadini fare un’operazione di verità e chiarezza sul tema delle liste d’attesa in Sardegna. Affermare, come è stato fatto, che occorrono 12 anni per le prestazioni oncologiche, 11 anni per quelle ematologiche o 10 anni per quelle di neuropsichiatria non solo non corrisponde al vero, ma è da irresponsabili: dati palesemente abnormi che potrebbero essere considerati perfino ridicoli se di mezzo non ci fossero le preoccupazioni e la salute delle persone, e questo è inaccettabile”.

Nell’Isola, nello specifico, si riducono i tempi d’attesa per le prime visite di chirurgia vascolare (28 giorni in media ad aprile 2023, contro gli 84 registrati nello stesso periodo del 2018), oculistica (73 giorni contro 119), ginecologia (19 contro 36) e urologia (101 giorni nel 2023 contro 111 del 2018).

Trend positivo anche sulle attese per gli esami strumentali, si passa così dai 192 giorni d’attesa che risultavano necessari per una mammografia nel 2018 ai 118 del 2023 per una mammografia monolaterale, che si riducono ulteriormente a 79 per l’esame bilaterale. Nelle diverse tipologie di esame con la tac la performance migliore la registra quella al torace (in media necessari 19 giorni, o 37 se con contrasto, contro i 90 giorni del 2018). In calo i tempi d’attesa anche per le tac all’addome superiore (dove oggi i giorni necessari per la prestazione sono in media 26, contro i 68 del 2018), tac all’addome inferiore (mediamente 19 giorni necessari ad aprile 2023 contro 76 giorni del 2018) e tac addome completo (33 giorni contro 96 del 2018).

Per una risonanza magnetica del tronco encefalico i tempi d’attesa passano in media dai 127 giorni del 2018 ai 99 registrati ad aprile, 99 giorni necessari anche per una risonanza magnetica all’addome inferiore (occorrevano mediamente 107 giorni nel 2018). Per gli esami ecografici la riduzione più sensibile si rileva per l’esecuzione dell’ecografia alla mammella, 72 in media i giorni necessari (48 se monolaterale) contro i 107 del dato 2018.

“Per contro – precisa l’assessore Doria – registriamo alcune performance in peggioramento rispetto a cinque anni fa. È il caso, ad esempio, delle prime visite di endocrinologia (144 giorni l’attesa media nel 2023, contro i 108 del 2018), neurologia (91 giorni contro 60 di cinque anni fa), ortopedia (69 giorni contro 37), otorino (60 contro 35), dermatologia (137 giorni contro 48), gastroenterologia (182 giorni contro 88). Non a caso queste prestazioni sono riconducibili a specialità di cui è rimasta una sola scuola in tutta la Sardegna. Un aspetto su cui stiamo già intervenendo e che ci ha spinto a stanziare risorse ad hoc per potenziare la formazione dei medici di cui oggi registriamo le carenze più forti”.

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Ricetta elettronica, meccanismi più snelli nelle comunicazioni della carenza dei farmaci e un anno di validità della ricetta dematerializzata per le terapie dei pazienti cronici: “Provvedimenti attesi, che le Regioni auspicavano da tempo. Un alleggerimento delle incombenze amministrative a vantaggio dei cittadini, ma anche dei medici. Non dimentichiamo che, secondo le stime, gli adempimenti burocratici oggi pesano per il 30% sull’attività dei medici di medicina generale. Qualsiasi misura improntata alla semplificazione consente ai medici di dedicare più tempo ai pazienti e alle loro necessità di assistenza”.

Sono le parole dell’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, che esprime soddisfazione per le novità in ambito sanitario contenute nel DL Semplificazioni approvato in Consiglio dei Ministri.

“Il provvedimento del Governo – prosegue l’assessore – mette fine alla lunga sperimentazione della ricetta elettronica, che diventa, a tutti gli effetti, un elemento strutturale del nostro sistema sanitario, i cui benefici per i cittadini sono già stati largamente apprezzati. Bene anche la durata di un anno della validità delle prescrizioni rivolte ai pazienti cronici che consentiranno, inoltre, sempre sulla base delle indicazioni del medico, un approvvigionamento di farmaci per 30 giorni di terapia. Parliamo di persone che necessitano di assumere sempre lo stesso farmaco, così facendo si evita loro, o chi si prende cura di loro, nel caso di persone non autosufficienti, di doversi recare ripetutamente dal medico, anche in condizioni di disagio”.

“Non meno importanti – precisa l’assessore – le nuove regole per far fronte all’eventuale carenza dei farmaci, che impongono un termine più breve nelle comunicazioni tra le aziende farmaceutiche e l’Aifa in caso di interruzione temporanea o definitiva della produzione di un farmaco. Aspetto che potrà consentire ai medici di valutare tempestivamente quali farmaci prescrivere per garantire ai pazienti la prosecuzione delle terapie in corso”.

“Voglio sottolineare con grande soddisfazione come l’impegno finora profuso anche da parte nostra abbia sancito una stretta intesa fra Governo e Regione nel condividere percorsi che vadano incontro alle esigenze dell’utenza e degli operatori”, conclude l’assessore Doria.

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La Regione apre al reclutamento di medici e infermieri stranieri. L’assessorato regionale della Sanità ha emanato un avviso pubblico per la costituzione di un elenco regionale dei professionisti disponibili e in possesso dei requisiti per l’esercizio temporaneo delle professioni sanitarie di medico e di infermiere che intendano esercitare sul territorio regionale, secondo le attuali prescrizioni di legge.

“I professionisti iscritti nell’elenco, che dovessero soddisfare i requisiti previsti, potranno all'occorrenza essere impiegati nella sanità pubblica e nelle strutture private accreditate, sanitarie e socio sanitarie, come le strutture residenziali per anziani, minori, psichiatriche e delle dipendenze che fanno parte della rete regionale, con incarichi provvisori per sopperire alle eventuali carenze e necessità assistenziali”, dichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria.

Le domande dovranno essere inviate via posta certificata alla direzione generale dell’Assessorato regionale dell’Igiene e sanità e dell’Assistenza sociale all’indirizzo Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo..

Medici e infermieri che volessero iscriversi all’elenco dovranno allegare alle domande copia del titolo di studio e del certificato di iscrizione all’albo o ordine del Paese di provenienza, curriculum e, nel caso di cittadini di Paesi al di fuori dell’Unione Europea, copia del permesso di soggiorno che consenta di svolgere attività lavorativa. 

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Una nuova strategia in tre fasi, con l'introduzione di una fase "zero" in cui non saranno più attivi reparti Covid19 a bassa intensità di cure negli ospedali sardi, è quanto stabilito nell'ultimo decreto dell'assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, emanato ieri, che modifica il piano regionale per la gestione dei pazienti affetti dal Covid nei presidi ospedalieri dell’Isola.

“L’attuale quadro epidemiologico nazionale – dichiara l’assessore Doria – è caratterizzato da un importante abbassamento dell’incidenza con un dato che si assesta di poco al di sotto dei 33 casi per 100mila abitanti, notevolmente inferiore rispetto ai 226 casi per 100mila abitanti dello scorso dicembre”.

“Nell’attuale fase post-pandemia – sottolinea l’assessore Doria – appare evidente che la priorità debba essere quella di garantire ai nostri ospedali la massima capacità assistenziale e la riapertura di tutti i servizi temporaneamente ridotti per far fronte all’emergenza Covid19. La rimodulazione che stiamo effettuando va appunto nella direzione di garantire la migliore qualità d’assistenza a tutti i pazienti ospedalizzati, sulla base della loro patologia prevalente e non in funzione o meno di positività al virus Sars Cov2, mantenendo allo stesso tempo ogni precauzione per impedire la circolazione di tutti i patogeni per via respiratoria e tutte le buone pratiche per la protezione dei pazienti più fragili come indicato anche nella ordinanza del ministero della salute n. 100 del 29 aprile 2023”.

Secondo le disposizioni indicate dall’assessorato, l’attivazione o la disattivazione di posti letto dedicati ai pazienti positivi al Covid19 negli ospedali sardi saranno determinate dall’andamento della curva epidemiologica e sulla base della saturazione dei posti letto Covid, in numero crescente secondo quanto indicato per le tre fasi (0, 1 e 2).

Sarà compito dei direttori sanitari di ogni azienda, tramite i propri ‘bed manager’, garantire un flusso dei dati puntualmente aggiornato sui ricoveri di pazienti affetti da Covid19, mentre eventuali trasferimenti di pazienti positivi da presidi ospedalieri non dotati di reparti Covid19 verso altri ospedali saranno gestiti dal bed manager regionale.

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