Giovedì, 05 Ottobre 2023 18:33

Gavino Faa professore emerito di Anatomia patologica

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Gavino Faa, da Masullas ai vertici dell'anatomia patologica mondiale Gavino Faa, da Masullas ai vertici dell'anatomia patologica mondiale

 

Una nomina che vale doppio! Lo specialista, già preside della facoltà di medicina  e della scuola di specializzazione della disciplina all’ateneo di Cagliari, è stato il più giovane direttore dell’Istituto. Nel decreto le congratulazioni della ministra, Anna Maria Bernini

Mario Frongia

Allo staff del ministro, e ancora prima, al Consiglio del dipartimento di Scienze mediche e Sanità pubblica della facoltà di medicina e al Senato accademico del’Università di Cagliari, non dev’essere sfuggito lo studio pubblicato da Springer, bibbia del mondo medico. La firma è di Gavino Faa. E neanche quello andato sulle pagine di Cardiovascular Diagnosis and Therapy. Due tra le quasi quattrocento pubblicazioni del professore di Anatomia patologica dell’ateneo del capoluogo. Il primo affronta il tema salute, che passa anche dallo sviluppo del rene in gravidanza, ed è frutto dell’intesa con il neonatologo Vassilios Fanos. L’altro, nato in pieno lockdown, ipotizza che il Sars-Cov-2 possa causare l'infiammazione delle placche aterosclerotiche ed è stato condotto con l’attuale presidente di Medicina, Luca Saba. Dunque, un filo verde che vede il più giovane direttore, a 42 anni, dell’Istituto di Anatomia patologica di Cagliari, cogliere con merito quanto fatto in oltre mezzo secolo di docenza, ricerca, buona medicina. “Faccia le mie congratulazioni al professor Faa” scrive la ministra dell’Università e ricerca al rettore Francesco Mola. Gavino Faa professore Emerito di anatomia patologica è un gran gol, individuale e di squadra. Già preside della facoltà di Medicina e direttore della scuola di specializzazione dell’ateneo, ha insegnato alla Temple university di Philadelfia e presieduto il Collegio nazionale degli ordinari della disciplina. Alle 13.15 di venerdì scorso, 29 settembre, si è chiuso l’iter: è stato insignito del titolo di professore Emerito di Anatomia patologica. L’atto premia uno dei grandi della medicina sarda e nazionale. E ha riflessi di pregio per la scuola e la facoltà dell’accademia cagliaritana, con il professor Saba e il prorettore per le Attività sanitarie, Giorgio La Nasa. Una giornata speciale, dunque. Con le affettuose parole della senatrice Anna Maria Bernini, un meritato step professionale, medico e umano.

Delibera all’unanimità. Amante del rock (Dire Straits su tutti), della buona cucina, del cinema, delle letture di qualità e della vita all’aria aperta: cura con devozione una casetta nelle campagne di San Vito. Il professore ha avuto la proposta di nomina a professore emerito di Anatomia patologica il 23 marzo scorso, deliberata all’unanimità dal Consiglio del dipartimento di Scienze mediche e Sanità pubblica. Il 31 maggio si è espresso all’unanimità anche il Senato Accademico dell’Università di Cagliari. Originario di Masullas, classe ’52, si è laureato con 110/110 a Cagliari con i professori Nino Frongia, Bebo Zucca e Aniello Macciotta. A seguire, la trafila all’Istituto di Anatomia e Istologia patologica (San Giovanni di Dio). Da buon figlio d’arte, il padre Angelo era medico, ha fatto la gavetta a San Nicolò Gerrei e Silius. La prima docenza (Anatomia patologica del feto) è del 1980. Diventa specialista in Anatomia patologica all’Università Cattolica del Sacro Cuore, Roma. Insegna “Diagnostica istopatologica” nelle Scuole di specializzazione in Anatomia patologica e Tossicologia.

Da Lovanio a Philadelpia. Gavino Faa frequenta anche l’Istituto di Anatomia e Istologia patologica dell’Università Cattolica di Lovanio. Con la supervisione del direttore, il professor Valeer Desmet,  partecipa, tra gli altri, alla refertazione di centinaia di biopsie epatiche, alla discussione clinico-patologica dei casi complessi di patologia epatica e cura la stesura scientifica dei lavori per il “Journal of Hepatology”. Si occupa di distribuzione del ferro nel fegato fetale, del neonato, dei pazienti talassemici. Dal 1994 è ordinario e fino al settembre del 2022, dirige la I^ Cattedra di Anatomia patologica della facoltà di Medicina, dell’Istituto di Anatomia patologica e del Servizio di Anatomia e Istologia patologica al “San Giovanni di Dio”. A Lovanio studia i modelli sperimentali di induzione della proliferazione delle cellule ovali e delle malattie vanificanti delle vie biliari intraepatiche. A Cagliari viene eletto direttore della Scuola di specializzazione in Anatomia patologica. Dal 1° ottobre 2002 al settembre 2008 è preside della facoltà di Medicina e chirurgia dell’Università di Cagliari, con importanti novità didattiche, di metodiche di ricerca e studio, strutturali. Viene eletto alla presidenza del Collegio nazionale degli Ordinari di Anatomia patologica.

Dal Registro tumori ai metalli in medicina. Il professor Faa ha curato le lauree Honoris causa in Medicina per i luminari Valeer Desmet, Robert Henry Riddell e Karel Geboes, insigniti dal rettore Pasquale Mistretta. Ha gestito decine di congressi internazionali, è stato nominato Editor della rivista “Frontiers in Medicine – Pathology” con Impact factor 3.9. Da vari assessori regionali alla Sanità è stato nominato responsabile scientifico del Registro tumori, componente della Consulta della ricerca, membro della Commissione oncologica. Dal 2012 è Adjunct Professor al Department of Biology-College of Science and Technology, della Temple University a Philadelphia (Usa). Dal 2018 è consulente della Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito, in qualità di esperto nel campo dei “Metalli in medicina”. È tuttora presidente eletto della commissione per l’Abilitazione scientifica nazionale. Inoltre, ha diretto e fondato il Cusma (Centro interdipartimentale simulazione medica avanzata), ha partecipato alla stesura del protocollo d’intesa tra Università di Cagliari e Sassari e la Regione Sardegna per la creazione delle Aziende miste ospedaliero-universitarie. Ha coordinato la riorganizzazione delle 41 scuole di specializzazione, curato l’istituzione delle scuole di Chirurgia plastica, Fisica sanitaria e Neurochirurgia) e la nascita di sei corsi di laurea triennale delle professioni sanitarie, di una laurea specialistica e di numerosi master. Nella facoltà di Medicina ha introdotto i manager didattici. Ha pubblicato i volumi “Qualità e sanità: un dialogo per l?umanizzazione?” con A Cadeddu, E. D’Aloja, V. Fanos, A. Granese, P. Rutelli (2007, ed. Franco Angeli), “Umanizzazione e professione sanitaria” con N. De Carlo e P. Rutelli (2008, ed. Franco Angeli). È autore di alcuni capitoli dei libri “Il fegato”, testo per gli studenti del corso di laurea in Medicina, “Anatomia Patologica” di Pietro Gallo Giulia D’Amati. 

 

Ricerca e lavori scientifici. Oltre ai colleghi Luca Saba e Vassilios Fanos, Gavino Faa condivide il momento con tanti specialisti: “Ricordo la bravura di Giulia Farci, grande gastroenterologa, Pier Paolo Coni, biologo molecolare, e Ferdinando Coghe, bravissimo laboratorista, Cristina Atzeni, istochimica: siamo stati gli unici in Italia, grazie a una sua metodica, a fare le diagnosi sul morbo di Wilson. Mentre sull’accumulo dei metalli lavoro con Guido Crisponi e Valeria Nurchi”. Alla lista si aggiungono amici e docenti. Tra questi, Alessandro Riva, Antonella Balestrieri, Clara Gerosa, i ricercatori Max Wintermark (Stanford University, Usa), Ulf Hedin (Karolinska University Hospital, Stoccolma, Svezia) e Jasjit S Suri (Roseville, Usa). Lo scorso autunno nell’aula dedicata a Virgilio Costa (“Il mio maestro!”), per l’andata in pensione l’hanno applaudito Giuseppe Casula, Francesco Ginesu, Gianni Fenu, Antonello Tramontin, Alberto Granese, Francesco Sitzia, Ninni Murru, Chiara Seatzu, Nando Coghe, Antonello Pani, Michele Boero, Mirko Manchia e Ninni Pillai. “Ho imparato tanto dal professor Bevilacqua, patologo molecolare a Pisa, ho studiato con i colleghi stranieri, da Peter Van Eyken Karel Geboes e Yuikio Gibo. E non scordo Robert Riddell, scopritore della displasia della mucosa del colon, il professor Giordano che mi ha chiamato alla Temple University di Philadelfia, Pietro Rutelli, Alberto Granese ed Ernesto D’Aloja, Gavino è arrivato a Medicina dopo Angelo Balestrieri. E ha cambiato la facoltà. Ha innovato, ideato, proposto: un vulcano operativo con una visione illuminata. Io stesso faccio parte della sua campagna acquisti: la cattedra di Ematologia l’ho avuta con Gavino. “E non scordo la ricerca. Il suo gruppo - ha detto il professor La Nasa - è stato il primo ad approfondire le atresie congenite delle vie biliari”. L’addio all’insegnamento, di fronte alla moglie Donatella Campus e ai figli Armando - che ha seguito le orme paterne -  e Andrea, è scivolato via in fretta. Nel frattempo, il direttore più longevo dell’Istituto di anatomia patologia (28 anni!), ha continuato a studiare e a fare ricerca. Numerosi i progetti tuttora sul tavolo. E se la ministra Bernini sapesse che per laurearsi ha pubblicato un lavoro su Rassegna medica sarda, anni dopo ripreso da Hepatology, colonna internazionale del settore, sarebbe ancora più contenta della firma apposta sul decreto di nomina a professore emerito.   

Ultima modifica il Giovedì, 05 Ottobre 2023 18:39