Il video su quella che è stata una delle più forti calciatrici brasiliane e oggi apprezzata professionista del wellness, premiato al festival di Visciano. Nelson Dida nel cast applaudito in Campania anche dal premio Oscar, Nicola Piovani. “Una storia con tante storie che affascinano e commuovono” dice il produttore Francesco Pili
Mario Frongia
Un mosaico toccante. Che scomoda tecnica e fantasia pallonara al femminile. Mette in ballo un pezzo in divenire di sardità. Affianca una leggenda del calcio mondiale. A raffinare il tutto musiche e immagini che vanno dritte al cuore. “Lucy” di Roberto Pili ha portato a casa il premio Carpine Visciano come Miglior video musicale. Prodotto da Francesco Pili, ritrae la campionessa brasiliana Lucy Alves. Donna determinata, professionista in campo e fuori. In Sardegna da decenni, prima da professionista del calcetto. Poi, da allenatrice, consulente, professionista affermata nell’ambito della fisioterapia e del benessere. Non a caso opera con successo alla Spa del Forte Village, una delle location più apprezzate al mondo. Insomma, un quadro a tinte forti ma comunque garbato, attento, senza eccessive forzature. Da qui, il film che ha conquistato platea e giurati. Il top anche per colpire il pubblico.
Ritratto a cinque stelle. Lucy e l’omaggio di Nelson Dida. Per una storia che cammina da sola, appassiona e coinvolge. “Un destino da pioniera”, sottotitolo del video, è il filo conduttore dell’opera premiata al festival campano. “È il centesimo riconoscimento in meno di dieci mesi dall’uscita. Un traguardo straordinario. Al progetto - spiega Francesco Pili - ha partecipato anche lo storico portiere brasiliano e del Milan, Nelson Dida”. Sorta di leggenda del calcio mondiale, tra i soli tre campioni ad aver vinto trofei quali Champions, Copa America e Libertadores, Dida ha colto l’attimo con lo spirito giusto. Più l’adeguata disponibilità. Pallonate da vetrina, certo. Ma anche quotidianità, sacrifici e rinunce. L’approdo di Lucy nell’isola, il lavoro, l’inserimento, le passioni. Il riassunto di un percorso per nulla facile. “Sono fiera di quel che ho fatto, ho trovato una mia dimensione, coltivato amicizie, simpatie, amori. La Sardegna è la mia seconda terra” dice la protagonista. Il volto segnato dalle intemperie della vita, un sorriso che emerge dal profondo di un’esistenza mai banale. Le immagini scorrono veloci. Tramonti, giornate assolate, luoghi noti, un mix di quotidianità. Spesso con tempi feroci, dove te la devi cavare e mai, e poi mai, puoi permetterti di mollare. Anche questi passaggi sono al centro del video. Con la meditata colonna sonora composta dal duo Calice + dj Iceone, l’opera made in Sardinia ha prevalso al concorso che ha avuto la partecipazione di 530 opere. Tra queste, 63 sono volate in finale. “È stata un’edizione da record, arricchita da celebrità come Artem di “Mare Fuori”, Mario Di Leva di “Resta con me” e Sanremo, Miriam Candurro di “Un posto al Sole” e “I bastardi di Pizzofalcone”, Denise Capezza di “Gomorra”. Anche per questo siamo molto orgogliosi” rilancia Francesco Pili, apprezzato manager del centro benessere del resort pluripremiato di Santa Margherita di Pula.
Problematiche sociali, inclusione e artisti top. Il premio Carpine Visciano è ispirato alla vita di Padre Arturo D’Onofrio. Con un traguardo: sensibilizzare il pubblico, senza distinzioni di provenienza, censo, cultura, età e convinzioni, sulle problematiche sociali. La promozione della dignità e dell’identità deve essere centrale nei cortometraggi. “Una cornice che ci ha permesso di scavare a fondo, ma con la giusta dose di sensibilità, anche sugli aspetti umani” aggiunge Francesco Pili. Dunque, una serata magica. Arricchita dagli applausi per Lucy e il team made in Sardinia, dal premio Oscar Nicola Piovani, dal David di Donatello Francesco Di Leva e da numerosi artisti. Tra questi, Massimiliano Caiazzo, Giorgio Haber, Denise Capezza, Nicola Pistoia, Carolina Crescentini, Autilia Ranieri, Giulia Michelini, Mariagrazia Cucinotta, Gabriel Garko e Manuela Zero. In sostanza, un gran gol all’incrocio dei pali. Che premia determinazione e fatiche. Ma anche quel genere di talento e di personalità che spesso, nella vita e in campo, fa la differenza.