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La presidente della Regione Alessandra Todde ha reso note oggi, in Consiglio regionale, le dichiarazioni programmatiche sul programma di governo.

 

Di seguito la traccia del suo intervento.

 

 

Signor Presidente, onorevoli Consigliere e Consiglieri, poter servire come Presidente della nostra Regione Autonoma è per me un onore immenso e un compito di cui sento profondamente la responsabilità, conscia delle sfide che ci attendono ma anche delle innumerevoli possibilità che insieme possiamo realizzare.

Aggiungo che essere la prima donna Presidente della Regione è un fatto storico, e lo è soprattutto perché anche qui da noi, da ora in avanti, questa potrà essere considerata una conquista di civiltà acquisita e non più come un evento eccezionale.

 

La campagna elettorale è finita. Per quanto sia stata difficile e ruvida, ho sempre avuto chiara la distinzione del piano politico da quello personale. E sul piano politico voglio sempre e solo confrontarmi. In modo leale e costruttivo.

Oggi sono la Presidente di tutto il popolo Sardo, di chi ha votato per noi e di chi ha votato per proposte alternative alla nostra, incluse quelle non rappresentate in questo consiglio. Sono la Presidente di tutti quei nostri cittadini che hanno deciso di non partecipare al voto.

Per tutti, io e la Giunta che mi onoro di presiedere, ci impegniamo a lavorare ogni giorno con passione, integrità e trasparenza, mettendo sempre al primo posto il benessere e la prosperità di chi abita la Sardegna. 

Per tutti intendo governare con credibilità e con l’obiettivo di costruire una fiducia sempre più forte tra i Sardi e le nostre istituzioni regionali.

Ma veniamo al lavoro che ci aspetta e quindi alle dichiarazioni programmatiche.

In questo momento storico difficile, quando il pensiero corre spesso alle notizie su ciò che succede in parti del mondo dove anche un valore universale come la pace viene minato da più parti, è fondamentale costruire su di noi, partendo da chi e da come siamo, e riconoscere che la forza della nostra terra risiede nella sua gente, nella sua identità, nella diversità e nella varietà delle sue culture, nella sua storia, nella ricchezza delle sue tradizioni e della sua natura.

La nostra missione comune, per la quale abbiamo bisogno della collaborazione attiva delle tante persone che lavorano nella Pubblica Amministrazione e di tutte le forze che in Consiglio regionale rappresentano i territori e i cittadini che li hanno votati, è quella di valorizzare ogni angolo della nostra amata isola, promuovendo lo sviluppo sostenibile e l’innovazione, l’inclusione sociale e la tutela dell’ambiente che ci circonda.

Conto molto sulla squadra che mi accompagnerà in questo viaggio. Non si tratta solo di un gruppo di professionisti ed esperti nei loro campi, ma di donne e uomini profondamente innamorati della Sardegna, determinati a spendere il loro sapere e le loro energie per il bene comune. È insieme a loro e a voi tutti che affronteremo, con visione e coraggio, le sfide presenti e future.

 

Il nostro unico obiettivo sarà di perseguire l'interesse del popolo sardo. Questo significa creare opportunità per un lavoro dignitoso e giusto, garantire un'istruzione di qualità, promuovere e tenere vive la nostra cultura e le nostre tradizioni, proteggere la salute dei cittadini e l'integrità del nostro territorio mentre ci apriamo al mondo. Significherà anche ascoltare, essere presenti e rispondere costantemente e concretamente alle necessità di ogni comunità, quelle delle città e dei più piccoli comuni, affinché nessuno si senta lasciato indietro.

Invito ciascuno di voi a partecipare attivamente a questo percorso. Solo insieme, con fiducia reciproca e unità di intenti, possiamo superare ogni ostacolo e costruire un futuro di pace e prosperità per la nostra regione.

Serve una mobilitazione collettiva a partire dalle cittadine e dai cittadini, servono una responsabilità condivisa e una buona dose di ottimismo pragmatico, per fare in modo che la Sardegna possa affrontare e superare le sfide del presente e del futuro con coraggio e con una chiara visione.

Serve un'azione corale per superare le disuguaglianze, le povertà, le ingiustizie e la trascuratezza, per tutelare la salute, per promuovere un nuovo sviluppo innovativo e sostenibile e creare opportunità lavorative dignitose.

La costruzione della casa del nostro domani non può essere rimandata oltre: il momento di agire è ora. È adesso che dobbiamo dare gambe ai propositi in base ai quali le elettrici e gli elettori ci hanno accordato la loro fiducia e assegnato l’incarico che siamo chiamati a svolgere.

È un percorso ambizioso, basato su dieci assi programmatici, che delinea azioni chiave in vari ambiti essenziali per il rilancio della Sardegna. Tra questi, voglio citare la rinascita dei servizi pubblici con particolare attenzione alla sanità ed ai suoi livelli essenziali, la promozione del "buon lavoro", lo sviluppo di un modello economico adatto e non subito dall'isola, il diritto ad una mobilità interna ed esterna che superi la nostra insularità e ad un'istruzione di qualità, l'investimento in autodeterminazione e la necessità di una rappresentanza adeguata a livello europeo e globale.

La nostra visione enfatizza anche l'importanza di governare le transizioni tecnologiche come volano di crescita, amplificazione del nostro modello di sviluppo e semplificazione burocratica, contrastando la povertà e le disuguaglianze e promuovendo una crescita che tenga conto dell'ambiente, dell'istruzione e dei servizi essenziali. Vogliamo realizzare una transizione energetica che sia utile prima di tutto alla Sardegna e ai sardi, che mira al mantenimento dell'acqua come bene pubblico e ponga al centro paesaggio e ambiente, valori primari e beni non negoziabili. Non tollereremo speculazioni.

Vogliamo investire sulla nostra identità culturale e linguistica. L’autodeterminazione, lo abbiamo detto, cammina sulle spalle di un popolo istruito. Un popolo consapevole di sé.

 

Nonostante i temi siano tanti, la visione è unica ed è quella di una Sardegna pacifica, sana, libera, solidale, inclusiva, europeista e sostenibile, dove la qualità della vita si basi su servizi efficienti grazie a un'amministrazione agile e capace di rispondere alle esigenze dei cittadini. Puntiamo a un'isola connessa, tecnologicamente avanzata e dotata di un tessuto imprenditoriale innovativo e competitivo.

La Sardegna che vogliamo costruire è un luogo dove ciascun individuo dotato di istruzione, coraggio, creatività e spirito collaborativo, contribuisca attivamente alla vita politica, economica e sociale dell'isola e trovi compimento in una vita sana, piena e prospera, ed è per questo che stiamo lavorando e lavoreremo per fare in modo che la qualità della vita sia al centro delle politiche pubbliche, che l'efficienza dei servizi e un'amministrazione snella siano a servizio dei cittadini, che l'economia cresca in armonia con l'ambiente e che ogni persona possa trovare un lavoro che non solo sostenga, ma che accompagni e arricchisca la vita.

Vogliamo ricreare il patto generazionale tra i nostri giovani, che devono avere da noi gli strumenti per creare in Sardegna il loro presente ed il prossimo futuro e i nostri anziani che sono i custodi dei valori e della conoscenza delle nostre comunità.

E ora vediamo più nel dettaglio gli assi programmatici.

 

Salute

Proponiamo un modello per il Sistema Sanitario Sardo, basato sull'articolo 32 della Costituzione Italiana, che mira a rafforzare l'assistenza sanitaria pubblica, attualmente indebolita. Dobbiamo intervenire urgentemente, data la criticità della situazione in Sardegna, schiacciata da carenze di personale, distribuzione ineguale delle risorse e infrastrutture inadeguate.

 La nostra priorità è quindi ristrutturare il sistema sanitario regionale sardo, ponendo la presa in carico della salute dei cittadini ed il loro percorso sanitario al centro. Vogliamo ottenere questo obiettivo riorganizzando le ASL e le Aziende Ospedaliere, con l'ottimizzazione delle risorse, l'avanzamento nell'informatizzazione e nella digitalizzazione dei servizi, inclusa la telemedicina. Fondamentale è il rafforzamento dell'integrazione ospedale-territorio, migliorando l'accesso alle cure e costruendo una sanità più vicina alle comunità attraverso la creazione di Reti di Assistenza di Prossimità, valorizzando l'approccio "One health" e incentivando la collaborazione tra i vari settori per una sanità integrata e inclusiva.

Nella prospettiva di ricostruire la sanità territoriale sono fondamentali i Distretti sociosanitari ed è necessario lo sviluppo di strutture di prossimità come le Case della Comunità, il potenziamento delle cure domiciliari e l’uso della Telemedicina. Vogliamo integrare l'assistenza sanitaria, sociosanitaria e sociale, utilizzando tecnologie digitali per un'assistenza efficiente e al passo coi tempi, per coordinare le cure e migliorare l'accesso ai servizi. Il Fascicolo Sanitario Elettronico deve essere strumento cardine del processo di presa in carico del cittadino. Dobbiamo quindi dare priorità al suo aggiornamento e alla sua disponibilità in tutta la rete sanitaria. Dobbiamo rafforzare la centrale operativa territoriale per la presa in carico dei pazienti ed intervenire per l’abbattimento delle liste d'attesa attraverso l’incremento delle risorse dedicate e una diversa organizzazione del sistema di prenotazione e della disponibilità di specialisti sul territorio. Dobbiamo predisporre un piano straordinario per la salute mentale, attraverso il ricorso a Centri qualificati ed una assistenza capillare e coordinata con i comuni.

È necessario intervenire sull’ottimizzazione della sanità ospedaliera sarda, che richiede la modernizzazione delle strutture per rispettare i Livelli Essenziali di Assistenza e portare al miglioramento dell'efficienza dei trattamenti. Si propone la riqualificazione ospedaliera, riclassificando gli ospedali per intensità di cura e rafforzando ed integrando i pronto soccorso e i servizi di emergenza. Fondamentale è l'integrazione tra ospedali di alta specializzazione e territoriali, promuovendo la multidisciplinarietà, la creazione di reti e di poli sanitari.

È importante rendere attuale il piano regionale di prevenzione definendo con maggiore dettaglio obiettivi che possano rendere efficaci i percorsi di prevenzione in tutto il territorio.

Per valorizzare il personale sanitario in Sardegna, è importante migliorare le condizioni di lavoro e incentivare il personale. Serve inoltre implementare la formazione continua, l'adeguamento dell'organico e la valorizzazione delle risorse umane. Serve un approccio moderno che incentivi la collaborazione, migliori le condizioni di lavoro e promuova la partecipazione decisionale. Si sottolinea l'importanza di integrare formazione e sviluppo professionale con incentivi economici e di carriera, oltre a garantire il benessere del personale attraverso politiche di equilibrio lavoro-vita e programmi di salute.

È importante integrare l’assistenza sociale e sanitaria in Sardegna, riconoscendo la salute come un bisogno complesso che include aspetti sociali e culturali e ponendo in atto strategie per rispondere alle esigenze delle popolazioni più vulnerabili e affrontare problematiche sociali che influenzano la salute. Per questo vogliamo puntare sull'implementazione di percorsi di riabilitazione integrati, programmi di promozione della salute, e il potenziamento dei servizi sociosanitari. Vogliamo valorizzare il ruolo del privato sociale e la necessità di supportare la rete farmaceutica territoriale per migliorare l'accesso ai servizi, con un forte accento sulla collaborazione e l'innovazione.

Vogliamo una sanità a misura di bambini e quindi investire in un ospedale pediatrico di eccellenza e cure pediatriche accessibili sul territorio.

 

Politiche Sociali

L’innovazione delle politiche sociali in Sardegna non è più rimandabile. E’ necessario adeguarle ai tempi che cambiano e non abbandonare a sé stesso chi ha più bisogno. Per realizzare questo obiettivo dobbiamo coinvolgere attivamente le istituzioni politiche, e amministrative in tutti i territori, promuovendo la collaborazione e l'uso innovativo di strumenti di partecipazione e comunicazione, per affrontare le sfide sociali con impegno e coesione.

Dobbiamo investire nella sicurezza sociale e nella protezione economica degli strati più fragili della nostra popolazione. Essere poveri non è una colpa, ma una condizione da cui ci si può emancipare con un supporto attivo da parte della regione.

Per ridurre il divario socioeconomico in Sardegna, amplificato da pandemie e crisi globali, occorrono politiche integrate per combattere la povertà e serve valorizzare l'educazione come leva di cambiamento intergenerazionale. Bisogna dare priorità a sostegni economici diretti all’alfabetizzazione, alla lotta all'emarginazione, alle misure di inclusione sociale per contrastare la marginalizzazione e promuovere l'accesso universale a servizi essenziali, puntando su un approccio olistico che coinvolga il terzo settore e le comunità locali per un tessuto sociale più forte e coeso.

Per promuovere la salute e il benessere sociale nella nostra isola, dobbiamo focalizzarci su prevenzione e integrazione dei servizi per anziani, giovani e vittime di violenza. Priorità va data all'autonomia degli anziani e al welfare comunitario, con azioni di prevenzione fin dalla giovane età e con attenzione all’individuazione di soluzioni che integrino, invece di isolare, chi ha bisogno. Le politiche da perseguire includono il rafforzamento del supporto domiciliare, lo sviluppo di cohousing e la formazione di assistenti familiari, insieme a servizi di prevenzione e promozione di stili di vita sani per tutte le età, attraverso un coordinamento interistituzionale e comunitario. Contribuiremo alla costruzione del benessere con l'istituzione dei servizi psicologici di base (primo livello), distribuiti sul territorio.

Vogliamo lavorare per tessere inclusione e benessere, collegando diritti di cittadinanza, famiglia, sport e prevenzione della violenza. Istituiremo un fondo per le spese essenziali di famiglie vulnerabili, promuoveremo la partecipazione attiva attraverso consulte cittadine e sosterremo il terzo settore e il volontariato. Vanno poste in primo piano l'educazione giovanile alla rappresentanza sociale e l'importanza dello sport come veicolo di valori positivi e inclusione, prevedendo la creazione di strutture coordinate per una gestione integrata delle politiche giovanili, sportive e di benessere familiare. Sosterremo queste azioni fornendo all'agenzia educativa per eccellenza, la scuola, la figura dello psicologo scolastico in modalità continuativa.

Dobbiamo garantire alloggi dignitosi e accessibili, affrontando l'insicurezza abitativa e promuovendo l'inclusione sociale. L'edilizia sociale è importante per fornire soluzioni abitative a prezzi accessibili. Servono azioni concrete per migliorare la gestione del patrimonio edilizio, per promuovere la sostenibilità ambientale e rivitalizzare i piccoli centri. È necessario un monitoraggio efficace e servono interventi per la sostenibilità e per l’aiuto alle famiglie nei piccoli centri, così come per invertire fenomeni di spopolamento e denatalità, creando un ambiente favorevole e garantendo i servizi necessari alla vita familiare e al benessere delle comunità.

Per contrastare l'aumento delle disuguaglianze, servono sostenibilità, innovazione e cooperazione per una società inclusiva. Servono azioni per combattere la povertà, promuovere l'istruzione, garantire pari opportunità, e sostenere l'integrazione e la partecipazione attiva. Serve un organismo pubblico a tutela delle pari opportunità, dell'educazione alla diversità, è necessario sostenere i Centri Anti Violenza e applicare un approccio sistemico all'integrazione sociale, mirando a una Sardegna equa e solidale.

 

Lavoro

Il lavoro è un valore fondante e un aspetto fondamentale per la qualità della vita. L'economia sarda è fragile, dipendente dall'intervento pubblico e troppo legata all'economia nazionale, ha un basso PIL pro capite, una struttura produttiva debole e una demografia in calo. È essenziale rafforzare l'economia locale, sfruttando opportunità come il PNRR, con politiche orientate a piena occupazione, sostenibilità, inclusione e qualità del lavoro, coinvolgendo tutti gli attori nel "Patto per il buon lavoro".

Il mercato sardo del lavoro mostra un alto livello di precarietà e una massiccia emigrazione giovanile, aggravata dall'invecchiamento demografico. La strategia proposta punta a invertire l'emigrazione e attrarre talenti, valorizzando l'alta formazione e l'inserimento lavorativo con un focus su innovazione e smart working. Vanno coordinati gli sforzi per integrare politiche attive, formazione, e servizi per l'impiego. È cruciale adattare il mercato del lavoro alle dinamiche globali, promuovendo l'occupabilità e l'integrazione dei migranti, con un occhio attento alla qualità e alla dignità del lavoro.

Dobbiamo lavorare fianco a fianco con la nostra classe imprenditoriale per costruire e sviluppare con loro le competenze necessarie per una crescita competitiva delle nostre realtà produttive e poter creare dei percorsi sempre più robusti tra istruzione, formazione e opportunità di lavoro che consentano ai nostri giovani di potersi realizzare nella loro terra.

La formazione professionale è cruciale per l'occupazione e lo sviluppo in Sardegna ed è trasversale a tutti gli assi programmatici. Si propone una legge organica per riformare il sistema formativo, includendo l'accreditamento delle agenzie e la collaborazione tra formazione e istruzione. L'istituzione di un Osservatorio della formazione professionale mira a sincronizzare l'offerta formativa con le esigenze di mercato. Serve migliorare le competenze digitali, certificare le qualifiche e supportare piccole imprese e individui fragili nella formazione, contribuendo così alla capacità di adattamento del sistema economico e all'innovazione.

Il lavoro in Sardegna va tutelato e reso sicuro per tutti. Si prevede l'applicazione del Testo Unico sulla Salute e Sicurezza, con enfasi sulla formazione, vigilanza, e collaborazione tra enti. Bisogna combattere il lavoro sommerso, promuovere la partecipazione dei lavoratori alla gestione aziendale, e valorizzare il workers buyout. Si intende anche sensibilizzare sui diritti lavorativi, migliorando l'informazione, la formazione e il supporto ai lavoratori per una maggiore consapevolezza e protezione. Queste misure puntano a garantire un lavoro dignitoso, salubre e produttivo, contribuendo al benessere e alla competitività economica della regione.

Lavoreremo per promuovere un ambiente di lavoro sicuro e di qualità in Sardegna, sottolineando l'importanza di salute, sicurezza, e giustizia lavorativa. Sosterremo in ogni modo il lavoro dignitoso, incentivando le imprese a rispettare norme sulla sicurezza e contratti lavorativi per poter accedere ai contributi pubblici. Si punta anche all'integrazione dei lavoratori fragili. Questo approccio mira a garantire un lavoro di qualità, equo e inclusivo, contribuendo al benessere dei lavoratori e allo sviluppo sostenibile della regione.

La diversità deve essere vista come risorsa e va garantito un lavoro dignitoso, sicuro, e ben retribuito. Le azioni mirano a promuovere l'uguaglianza di opportunità, contrastare la discriminazione, e supportare la conciliazione vita-lavoro. Vogliamo combattere la precarietà tramite politiche attive che assicurino condizioni lavorative eque e accesso a diritti e tutele. La formazione professionale e il sostegno all'autoimpiego (cultura d’impresa) sono strategie chiave per creare opportunità lavorative e stimolare l'autonomia economica.

 

Conoscenza e Cultura

Per generare speranza serve un approccio alla cultura diverso da quello utilizzato finora.

È necessario superare la cultura della rivendicazione, in cui noi sardi chiediamo ad altri di farsi carico dei nostri problemi e delle loro soluzioni, per costruire invece, con tutta la passione e l’intelligenza possibile, delle istituzioni moderne al pieno servizio della Sardegna.

Il primo modo per cambiare il nostro approccio è raccontare la nostra storia in modo diverso. Anche a costo di mettere in discussione quegli stereotipi che nascondono la difficoltà a darsi motivi di unità e motivi per avanzare.

Da troppo tempo siamo intrappolati in un racconto che è “contro”. Un racconto in cui altri hanno il potere di decidere della nostra vita e a noi non rimane che ribellarci per rivendicare un trattamento meno opprimente.

Ma questa non è l’unica storia che il nostro passato ci ha lasciato in eredità. Non è la migliore che possiamo raccontare a noi stessi e, soprattutto, ai nostri figli e alle nostre figlie.

E’ necessario, soprattutto, ripensare alla cultura come vero e nuovo motore anche dell’economia, valorizzandone il grande patrimonio archeologico, post-industriale, delle arti visive, dello spettacolo. Su questo sarà nostro compito potenziare la formazione di nuove professioni utili a rafforzare il settore culturale ma, nel contempo, utili a fornire occasioni di lavoro ai giovani e le giovani sarde.

Bisogna innovare mantenendo i valori della nostra tradizione, ma al contempo promuovendo un'evoluzione della società verso una dimensione cosmopolita e multiculturale. La sfida è migliorare l'istruzione e la formazione, valorizzare l'identità sarda e promuovere l'Educazione alla Cittadinanza Globale, in linea con gli obiettivi dell'Agenda 2030 dell'UNESCO. Promuoveremo iniziative per rafforzare l'istruzione STEAM, soprattutto per le bambine e le ragazze, l'orientamento professionale, la mobilità internazionale dei giovani, e la partecipazione sociale, puntando a un'offerta formativa che rispecchi i bisogni attuali e futuri. Vogliamo valorizzare il patrimonio storico e linguistico sardo, trasformando il territorio in un museo a cielo aperto, in cui i nostri beni culturali sono interconnessi e raggiungibili.

Il sistema educativo in Sardegna è in forte ritardo. Ci proponiamo di innovare l'offerta formativa e di aumentare le risorse per il diritto allo studio. È opportuna una Legge Quadro sull’Istruzione e la Formazione per adeguarle alle esigenze dei tempi, ottenibile attraverso due leve fondamentali: il confronto con le istituzioni scolastiche e la messa in campo di una stretta collaborazione con lo Stato centrale per un accordo quadro che valorizzi e preservi la scuola sarda dalle logiche razionalistiche dei numeri. Occorre riprendere l’Osservatorio sulla dispersione scolastica, monitorarne i risultati, riprogrammare azioni mirate e aumentare i finanziamenti per l'innovazione nella didattica e per i progetti di scuola aperta. Vogliamo promuovere l'inclusione sociale attraverso l'educazione, con un focus sull'integrazione di categorie discriminate e sull'accesso all'istruzione per tutti. Vogliamo incoraggiare la pratica dello sport e stili di vita sani nelle scuole attraverso misure dedicate. L'obiettivo è trasformare la Sardegna in un’isola dell’intelligenza e dell’istruzione: la scuola torni ad essere un ambiente accogliente, inclusivo e un presidio culturale territoriale centrale per i nostri giovani e le nostre giovani.

È importante promuovere e sostenere la cultura, la storia e la lingua sin dai primi cicli scolastici, rafforzando, anche a scuola, l’insegnamento della lingua sarda e promuovendo il bilinguismo nel sistema educativo, con l'obiettivo di valorizzare il patrimonio culturale e linguistico come fondamento per lo sviluppo personale e collettivo e preservare la grande ricchezza identitaria impressa nella nostra storia millenaria.

Vogliamo combattere l'abbandono scolastico intervenendo sulle sue cause: difficoltà economiche, ingresso precoce nel mercato del lavoro, difficoltà a raggiungere la scuola in modo agevole e continuativo o demotivazione dovuta a rendimenti scolastici mediocri. Servono interventi mirati e serve agire su più fronti: sostegno economico, collegamento tra scuola e lavoro, un sistema di trasporto su misura degli studenti e innovazione della didattica per aumentare il loro interesse. È importante l’educazione alla complessità e all'innovazione tecnologica e va invertita la tendenza politica al contenimento delle risorse a discapito della qualità dell'istruzione. Serve stimolare la cooperazione tra scuole e terzo settore per progetti condivisi di contrasto all'abbandono.

Sappiamo quanto uno spazio accogliente, multifunzionale e innovativo incida sulla qualità dell’apprendimento: vogliamo ripensare gli spazi educativi per contrastare l'abbandono scolastico, promuovendo ambienti didattici meno statici, che stimolino lo sviluppo creativo e dinamico degli studenti. L'obiettivo è creare ambienti flessibili, polifunzionali e sostenibili, sostenere l'orientamento formativo e migliorare i servizi educativi dagli asili alle università. Vogliamo inoltre implementare un modello di didattica innovativa ed inclusiva, concentrando gli sforzi sul rafforzamento dell'offerta formativa nelle aree periferiche, interne e rurali per ridurre il divario educativo attraverso un modello che si basa sulla rete delle piccole scuole.

Università e ricerca sono determinanti per lo sviluppo della Sardegna, per questo proponiamo investimenti in ricerca aperta e multidisciplinare, favorendo la realizzazione di progetti di rilievo internazionale come l'Einstein Telescope e promuovendo la sinergia tra università e centri di ricerca. L'obiettivo è valorizzare le competenze dei giovani ricercatori e stimolare l'innovazione attraverso partenariati, promuovendo la ricerca di base e applicata.

 

Governo del Territorio

Il Governo del Territorio in Sardegna è essenziale per l'implementazione di politiche innovative e nuovi modelli di sviluppo e deve utilizzare appieno l’autonomia regionale per gestire urbanistica, trasporti, beni culturali, paesaggio, ambiente, energia, rifiuti, istruzione e altre materie. Saranno utilizzati vari strumenti che richiedono un coordinamento efficace tra assessorati ed un ufficio dedicato, l’ufficio del Piano, per l'integrazione tra le diverse discipline. Fondamentale è la collaborazione tra Enti Locali e Regione, nel rispetto del principio di sussidiarietà, per garantire piani e politiche che rispecchino le specificità territoriali e le esigenze locali, promuovendo al contempo un approccio di progettazione integrata a livello intercomunale.

La nostra visione comporta un approccio coordinato ed integrato basato su un piano di sviluppo del territorio che consideri insieme istruzione, ambiente, paesaggio, trasporti, energia, abitare, puntando sul rafforzamento delle strutture tecniche locali. Vogliamo promuovere la collaborazione tra diversi settori e la partecipazione inclusiva dei diversi attori territoriali nel processo decisionale. Inoltre, proponiamo la redazione di una nuova legge urbanistica e il completamento e l’aggiornamento del Piano Paesaggistico Regionale, capace di integrare e connettere aree costiere ed interne, per affrontare sfide come la resilienza climatica, la sostenibilità, la conservazione del patrimonio, con un occhio alla riduzione del consumo di suolo e alla promozione di comunità energetiche rinnovabili.

Tutto questo verrà fatto anche attraverso misure specifiche di rigenerazione urbana e territoriale comprendendo la rivitalizzazione delle aree degradate, promuovendo inclusione sociale, l’accessibilità e la riqualificazione dei territori, inserendo nuove funzioni e costruendo nuove forme di relazione tra territorio e società locale. Vogliamo puntare su una visione integrata che riguardi residenze, modelli economici, servizi, spazi condivisi, verde. Vogliamo introdurre anche una nuova disciplina regionale per valorizzare gli usi civici a fini produttivi, garantendo la conservazione delle risorse e il beneficio per la collettività. La nostra visione include la valorizzazione di aree urbane e rurali, attraverso la costruzione di un’urbanità che si innervi nel territorio, promuovendo la rigenerazione come motore di sviluppo sostenibile, la riqualificazione del patrimonio edilizio e il recupero di immobili abbandonati, con un focus sulla qualità della vita e su inclusione, partecipazione e coesione territoriale.

 

Vogliamo difendere il diritto all'abitare attraverso piani integrati che includano non solo alloggi ma anche attività e servizi, adatti alle esigenze dei diversi territori, promuovendo modelli innovativi di residenza individuale e collettiva e garantendo l'accessibilità per le persone con disabilità. Prevediamo la modifica delle norme sui mutui regionali, incentivi per la locazione, alloggi temporanei per emergenze abitative, il rafforzamento delle misure per l’edilizia popolare e l’housing sociale. Un'azione chiave sarà una nuova legge regionale per disciplinare il diritto all'abitare e gli affitti brevi con l’istituzione di un fondo di garanzia per i problemi di morosità.

 

Il rapporto Regione-Stato deve essere improntato al rispetto dello Statuto autonomistico sardo e alla co-gestione di beni demaniali e servitù, inclusi beni culturali, ambientali, porti e aeroporti. È fondamentale rinegoziare la gestione di canoni e concessioni demaniali, potenziando le strutture locali per una gestione efficace. In Sardegna, dove ricade il 60% delle servitù militari italiane, è necessario rinegoziare le servitù laddove possibile, valorizzare gli usi civici, conciliare il più possibile le attività militari con usi civili e di ricerca, bonificare, rigenerare, riconvertire beni militari inutilizzati.

Il patrimonio archeologico e storico è parte della nostra identità ed è una risorsa fondamentale per il turismo. Molti siti sono abbandonati, richiedono recupero e valorizzazione, e non sempre sono supportati da adeguati fondi regionali. Investiremo nella formazione, nella mappatura digitale e nella promozione di progetti territoriali integrati, con una collaborazione tra Regione, Soprintendenze, enti locali e gestori dei siti. È fondamentale rafforzare le strutture regionali per una gestione efficace, assicurare una distribuzione equilibrata dei fondi, e promuovere l'accesso e la fruizione (anche digitale) del patrimonio e dei luoghi.

 

Ambiente e Paesaggio

L'Ambiente e il Paesaggio, sintesi di natura e cultura, sono essenziali per l'identità sarda, non sono beni negoziabili e richiedono una strategia integrata che attraversi tutte le politiche regionali.

Per perseguire sviluppo sostenibile e adattamento ai cambiamenti climatici, riteniamo fondamentale creare una consapevolezza ambientale proattiva.

Intendiamo indirizzarci verso il superamento di approcci settoriali per una pianificazione e progettazione ambientale olistica, anche attraverso la creazione di un ufficio speciale con risorse adeguate alla gestione e il coordinamento interdisciplinare. Vogliamo sviluppare una strategia che tuteli ambiente e paesaggio, ricercando un modello di sviluppo sostenibile attraverso la cooperazione, la partecipazione e il coordinamento tra enti istituzionali e territoriali, basandosi sul rispetto dei beni identitari sardi e sull'equilibrio con le politiche europee per la transizione ecologica.

Vogliamo integrare la tutela ambientale con le politiche di sviluppo sostenibile, promuovendo la produzione e il consumo locali e coinvolgendo attivamente comunità e istituzioni.

Vogliamo gestire attivamente le aree forestali e valorizzare i parchi, con un'attenzione particolare alla gestione sostenibile delle risorse e al turismo eco-compatibile e sviluppare un modello economico che valorizzi le specificità sarde, promuovendo produzioni agro-alimentari di qualità e sostenendo l'innovazione nel rispetto dell'ambiente.

Puntiamo ad incrementare il riciclo, modernizzare gli impianti di smaltimento, migliorare la differenziazione e proteggere la biodiversità, promuovendo un approccio integrato che coinvolga tutti i soggetti territoriali e istituzionali per una gestione ambientale efficace e trasparente che si basi su una autorità regionale unica e sulla definizione di una tariffa unica sui rifiuti che premi comunità e cittadini virtuosi.

Vogliamo che bonificare il nostro territorio si trasformi in eccellenza con un polo sulle bonifiche che metta a fattor comune ricerca, tecnologia, impresa.

Miglioreremo la gestione pubblica delle risorse idriche per un sistema integrato in grado di garantire l’autosufficienza per usi civili, agricoli e industriali e rafforzeremo l’Ente Acque Sardegna per supportare la produzione energetica rinnovabile e garantire la sostenibilità ambientale, efficientando e modernizzando nel contempo le infrastrutture con l’obiettivo della riduzione delle perdite.

 

Mobilità, Trasporti e Reti Tecnologiche

La Sardegna ha bisogno di un sistema dei trasporti e di mobilità – inteso come l’insieme di infrastrutture, servizi e governance - sostenibile ed efficace, in grado di superare svantaggi strutturali come l’insularità e cronici ritardi di sviluppo. Deve essere garantito il diritto alla mobilità interregionale e intra-regionale dei residenti, e il diritto per la Sardegna all’essere accessibile per visitatori e merci. Attueremo una gestione efficiente e integrata dei trasporti, per sviluppare e promuovere la mobilità sostenibile, il trasporto pubblico e la mobilità attiva, per adottare tecnologie smart, per migliorare l'accessibilità e la qualità dei servizi di trasporto, per implementare infrastrutture digitali avanzate.

Vogliamo ridurre l'inquinamento, promuovendo lo sviluppo sostenibile delle città e del territorio e migliorando la qualità della vita. Per questo svilupperemo un sistema di mobilità pubblica moderno e innovativo, alternativo all'uso esclusivo dell’auto privata, un sistema di mobilità multimodale integrato e connesso con tecnologie digitali, che preveda infrastrutture adeguate e servizi di mobilità pubblica collettiva (pedonalità, ciclabilità, trasporto pubblico locale, mobilità condivisa) adeguati alle esigenze della popolazione e ai tempi che viviamo.

La Sardegna punta a diventare leader in innovazione e digitalizzazione, un vero hub per la tecnologia avanzata e l'etica digitale. Vogliamo gradualmente portare l’ultra-connettività su tutto il territorio, ed ampliare le infrastrutture digitali e promuovere l'innovazione aperta e il trasferimento tecnologico al fine di stimolare investimenti e progetti-pilota internazionali, anche con la collaborazione tra pubblico e privato. Istituiremo l’Osservatorio sull'Intelligenza Artificiale per promuovere l'innovazione etica e sostenere la ricerca e lo sviluppo dell'integrazione responsabile dell'AI nei settori-chiave.

A causa della mancanza di una governance efficace, la Sardegna presenta ancora notevoli ritardi nei trasporti rispetto alla media europea, sia nei servizi che nelle infrastrutture. Serve dotarsi di un piano regionale dei trasporti e della mobilità sostenibile, che integri il sistema dei trasporti in coerenza con le politiche insediative, sociali, sanitarie, educative, economico-produttive, turistiche ed ambientali. Daremo priorità all’adeguamento e al miglioramento - in sicurezza e funzionalità - della rete stradale regionale, sulla quale si svolge la gran parte della mobilità giornaliera di passeggeri e merci, specialmente al servizio delle aree più deboli in cui rappresenta l’unica alternativa esistente, e alla modernizzazione e allo sviluppo di quella ferroviaria, in integrazione con i servizi su gomma.

La Continuità Territoriale area e marittima è lo strumento con il quale un’isola può e deve essere unita al resto d’Italia e d’Europa, in applicazione del diritto all’essere accessibile, per fare sì che la sua condizione geografica di insularità e perifericità non sia causa di divari economici e sociali e di disuguaglianze territoriali. Pertanto, intendiamo:

1) negoziare con il Governo risorse economiche molto più rilevanti di quelle oggi disponibili per dare attuazione al principio di insularità per il quale lo Stato deve promuovere “le misure necessarie a rimuovere gli svantaggi derivanti dall'insularità”, svantaggi sostanziali nella continuità territoriale aerea quanto in quella marittima

2) riprendere un confronto continuo e serrato con la CE per la CT aerea con un progetto di OSP (Obbligo di Servizio Pubblico) chiaro, tecnicamente ben supportato e difendibile in qualsiasi sede.

3) Sperimentare, negli aeroporti ad alta stagionalità e nel periodo estivo, un modello che preveda, oltre gli OSP, anche degli aiuti sociali - rimborsi - ai passeggeri residenti su tutti i collegamenti Sardegna-Continente.

Ci attiveremo per mettere in atto un coordinamento e una collaborazione continua e più stretta con l’Autorità di Sistema Portuale Regionale, specie per migliorare la qualità delle infrastrutture di ultimo miglio, per connettere i porti con le reti principali di trasporto e per incentivare politiche come quella del Marebonus da cui la Sardegna è sempre stata esclusa. È essenziale valorizzare la posizione strategica della Sardegna nel Mediterraneo.

 

Transizione Energetica

 Il nostro obiettivo è un futuro sostenibile e giusto, basato sull'integrazione delle risorse rinnovabili nel sistema energetico locale. Miriamo a ottenere benefici diretti per la comunità, sviluppo economico, nuova occupazione, riduzione delle emissioni di CO2 e costi energetici accessibili per i cittadini e competitivi per le imprese.

Lavoreremo per una transizione energetica sostenibile, mirando alla neutralità climatica e all’indipendenza dalle fonti fossili entro il 2040. Agiremo su governance, sviluppo di Comunità Energetiche Rinnovabili (CER) e innovazione tecnologica, includendo il ricorso all’idrogeno e a nuovi sistemi di accumulo. Vogliamo istituire La Società Energetica della Sardegna, nella forma di una multiutility, basandoci sui modelli virtuosi di altre regioni, che coordinerà la transizione, assicurando energia pulita e prezzi equi, con un focus sull’inclusività e sui benefici per la comunità.

Ridurremo gradualmente la dipendenza da fonti fossili e gestiremo le fonti energetiche rinnovabili (FER) nel primario interesse dei Sardi. Nel farlo sarà necessario gestire efficacemente i flussi di potenza per stabilizzare il sistema elettrico, promuovendo l'autoconsumo e sviluppando infrastrutture e politiche industriali compatibili con l'aumento delle FER. Perciò miglioreremo la distribuzione dell’elettricità, definiremo le aree idonee per gli impianti rinnovabili, e supporteremo la transizione con investimenti in tecnologie avanzate e di accumulo energetico.

Introdurremo azioni per ottimizzare il consumo energetico nei settori domestico, pubblico, industriale e nei trasporti. L'obiettivo è di migliorare l'efficienza attraverso incentivi, partenariati pubblico-privati, e sostegno all'autoconsumo. Ridurremo i consumi energetici nel trasporto, promuovendo la mobilità collettiva e l'elettrificazione dei mezzi e valorizzando l'energia rinnovabile con un approccio che bilanci benefici economici, sociali e ambientali.

Integreremo la mobilità elettrica con il sistema energetico per ottimizzare l'uso delle Fonti rinnovabili e prevederemo azioni specifiche per promuovere la diffusione dei veicoli elettrici, inclusa la creazione di un sistema di ricarica capillare ed economicamente vantaggioso per i cittadini, le imprese e il trasporto pubblico.

Promuoveremo una transizione energetica consapevole, attraverso la formazione di utenti, fornitori, e installatori verso comportamenti sostenibili e la diffusione dell'etica ambientale. Creeremo programmi formativi qualificanti e percorsi formativi avanzati in discipline STEAM per contrastare la fuga di talenti, proponendo borse di studio e collaborazioni aziendali.

 

Sviluppo economico e Sociale sostenibile

Vogliamo promuovere un'economia sostenibile ed equa, che coniughi progresso ed inclusione sociale. Di vitale importanza sarà in questo senso l’adeguatezza delle infrastrutture, sia materiali - come trasporti, acqua, energia, rifiuti, reti di connessioni digitali - sia immateriali - come istruzione, formazione, giustizia, capitale sociale - e la necessità di un'amministrazione regionale efficiente. Imprese e Regione avranno un ruolo cruciale nel creare un contesto favorevole allo sviluppo economico, attraverso un uso programmato e monitorato delle risorse ed evitando l'assegnazione indiscriminata dei fondi.

Dobbiamo superare la dipendenza economica e la fragilità produttiva tramite la diversificazione, l’innovazione e la promozione di un'occupazione di qualità. È cruciale il ruolo dell'amministrazione regionale nel guidare lo sviluppo e nell'uso efficace dei Fondi Europei per stimolare crescita e lavoro. Creeremo strumenti di supporto a nuove imprese innovative, soprattutto nel settore della sostenibilità e dell’economia circolare e ci impegneremo nel rafforzamento delle piccole imprese e del settore artigianale, promuovendo la collaborazione tra imprese per renderle più forti sui mercati.

Rafforzeremo l'agricoltura sarda anche attraverso la revisione dell’attuale organizzazione delle agenzie e promuoveremo l'integrazione tra produzione agricola e trasformazione agro-alimentare in modo da incrementare valore aggiunto e occupazione, preservando il patrimonio culturale e naturale. Attraverso una legge-quadro per un approccio strategico e unitario, incentiveremo l'innovazione, supporteremo le start-up e integreremo le filiere agroalimentari con i mercati nazionali e internazionali. Rafforzeremo l'agro-forestazione, la biodiversità e le pratiche sostenibili, valorizzando le produzioni locali e integrando l'agricoltura con il turismo, e promuoveremo la formazione e la ricerca per un settore agricolo più competitivo e sostenibile.

È necessario rinnovare l'industria, riducendo drasticamente l'inquinamento ed eliminando gli ostacoli allo sviluppo quali i costi energetici e di trasporto eccessivamente elevati, la globalizzazione e il disinteresse della politica. Punteremo su una manifattura moderna, integrata con tecnologie avanzate e con le biotecnologie, promuovendo la transizione ecologica e l'attrazione di investimenti. Vogliamo andare nella direzione consentita e suggerita dalle tecnologie oggi a disposizione, che spianano la strada a una nuova rivoluzione industriale e possono portare un importantissimo apporto al settore agroalimentare.

Vogliamo incentivare l'economia del mare puntando sulla Blue Economy per sviluppare e non impoverire le risorse marine, integrando turismo, pesca e innovazione tecnologica. Investiremo in ricerca, svilupperemo infrastrutture eco-compatibili e gestiremo le risorse attraverso piani integrati.

Il settore nautico è in forte sviluppo e intendiamo rafforzarlo con investimenti, formazione e strumenti mirati.

 Il turismo marittimo è senz’altro una leva importante per attrarre investimenti, per cui promuoveremo la Sardegna come destinazione per la nautica da diporto e svilupperemo politiche di supporto per il turismo nautico e la conservazione ambientale.

Il settore turistico deve essere rinnovato. La regione, tradizionalmente ricca di attrattive, registra un calo di visitatori, più attratti da altre destinazioni italiane ed estere. Le criticità includono connessioni inefficienti e costose, mancanza di programmazione e valorizzazione delle risorse culturali e naturali. Per invertire la tendenza, focalizzeremo la nostra azione nella realizzazione di una DMO (Destination Management Organization) che metta in rete i soggetti istituzionali con tutti gli attori della filiera turistica e li faccia lavorare della direzione di un turismo sostenibile e diversificato, sul miglioramento delle infrastrutture e sulla promozione dell'ospitalità, puntando a rendere l'isola attrattiva per tutto l'anno e valorizzando l’unicità del patrimonio sardo.

L'economia sarda deve essere rafforzata dalla valorizzazione e dal rilancio dell'artigianato locale. Attraverso un marchio di qualità regionale, promuoveremo l'unicità dell'artigianato sardo, integrando le eccellenze produttive in una strategia di marketing globale. L’obiettivo è di attrarre investitori e turisti, sfruttando il crescente interesse per il turismo esperienziale. Il progetto prevede la creazione di fondi per sostenere l'arte e l'artigianato, promuovere collaborazioni imprenditoriali e valorizzare il patrimonio culturale sardo per uno sviluppo turistico sostenibile.

 

Nuovo Sistema Sardegna

Vogliamo lavorare per affrontare sfide cruciali come la partecipazione politica, l'autonomia speciale, l'efficienza amministrativa, i rapporti con l'Europa e col Mediterraneo.

Per sostenere questi obiettivi vogliamo introdurre le riforme statutarie e legislative necessarie per migliorare il governo e l'amministrazione regionale, valorizzando le specificità sarde.

Il successo finale dipenderà anche dalla partecipazione attiva dei cittadini e delle forze produttive.

Procederemo con la riforma dello Statuto sardo per valorizzare l'autonomia regionale, migliorando la rappresentanza politica, territoriale e di genere. Lo faremo anche mediante un utilizzo cosciente e oculato delle norme di attuazione, quali meccanismo di integrazione delle competenze della Regione Sardegna, in un’ottica di valorizzazione e di centralità del popolo sardo e delle sue esigenze concrete.

Puntiamo ad un rafforzamento della presenza sarda in Europa e a un confronto aperto con le istituzioni nazionali, non passivamente, ma in maniera proattiva e consapevole rispetto ai fabbisogni della nostra isola che, ahimè, per troppo tempo, sono stati messi in secondo piano. La riforma mira anche a una gestione più efficace della Giunta, del rapporto tra questa e il Consiglio Regionale nonché dell'apparato amministrativo regionale, con l'obiettivo di migliorare l’efficacia, efficienza e l’economicità nell'attuazione delle politiche pubbliche, con l’obiettivo ultimo di ampliare e rafforzare l’insieme dei diritti speciali della Sardegna.

Un ulteriore impegno che dinanzi a voi assumiamo è quello di intervenire sulla legge statutaria n.1 del 1977 proprio per dare spazio a un organo esecutivo regionale maggiormente rispondente rispetto alle sfide che attendono la nostra epoca. È una priorità superare la logica “per silos” degli assessorati, valorizzando competenze inter – assessoriali e tavoli di confronto al fine di favorire un lavoro collegiale e non per monadi asettiche e spesso non in grado di coordinarsi tra loro.

Per far ciò interverremo al fine di ridurre la rigidità delle deleghe previste dalla legislazione attualmente vigente, prevedendo maggior flessibilità sulle competenze assessoriali al solo fine di favorire una maggior armonia tra ambiti di competenza, strutture amministrative ed esigenze di politiche pubbliche. In questo modo saremo anche in grado di favorire un accorpamento di funzioni omogenee, attualmente sdoppiate e che quindi tendono a sovrapporsi in sede di attuazione delle medesime.

Per favorire lo sviluppo punteremo sulla programmazione regionale, gestendo nel migliore dei modi i significativi fondi destinati agli investimenti infrastrutturali. Con oltre 10 miliardi di euro previsti per il 2021-2027, miriamo a ottenere il massimo risultato possibile nel rispetto dei vincoli temporali dei programmi.

L'obiettivo è dotarci di un'organizzazione efficace, che faciliti la collaborazione tra la Regione e gli enti locali e che attraverso la gestione unitaria delle risorse promuova un bilancio utile a generare valore pubblico.

Trasformeremo l'amministrazione regionale sarda in un ente più efficiente e trasparente, valorizzando le risorse umane e promuovendo l'innovazione organizzativa. Per questo serve una riforma che coinvolga una riorganizzazione delle direzioni generali, una nuova gestione del personale e l'introduzione di un sistema di valutazione basato sui risultati.

L'obiettivo è quello di ridurre la lentezza amministrativa, semplificare i processi e potenziare la digitalizzazione per offrire servizi pubblici più accessibili e di qualità. Questa riforma prevede anche un forte coinvolgimento dei cittadini e la creazione di uffici territoriali polifunzionali per un accesso facilitato ai servizi regionali.

Riformeremo il rapporto tra Regione ed enti territoriali, sostituendo l'approccio centralista con uno che valorizzi la partecipazione dei territori, al fine di dare piena attuazione ai principi di sussidiarietà e di leale collaborazione tra tutti i livelli di governo anche mediante la decentralizzazione delle competenze amministrative, rafforzando l'autonomia locale e promuovendo l'efficienza dei servizi pubblici.

Opereremo una riorganizzazione istituzionale che garantisca pari opportunità di sviluppo a tutti i territori, migliorando il coordinamento e la cooperazione tra i vari livelli di governo e stimolando la partecipazione attiva dei territori nelle decisioni che li riguardano direttamente. A tal fine sarà necessario ripensare completamente le linee di coordinamento, consultazione e concertazione tra Regione ed Enti territoriali, valorizzando e potenziando le sedi di collaborazione deputate. In questo senso, la nostra azione di coordinamento e valorizzazione dell’intero territorio regionale andrà letta nell’ottica di un patto territoriale che riporti i territori e i cittadini al centro della politica regionale.

È fondamentale che la Sardegna rafforzi le sue relazioni con l'Europa, il Mediterraneo e il sistema globale, puntando su una maggiore incidenza nei processi decisionali europei e su un rinnovato impegno nelle cooperazioni mediterranee e internazionali. Agiremo strategicamente per aumentare l'impatto e la presenza sarda in ambito europeo, migliorando la gestione dei programmi di cooperazione euromediterranea e promuovendo l'export e le relazioni internazionali delle imprese sarde. Intendiamo dotarci di un rappresentante per gli affari europei, mediterranei e internazionali e di istituire un Ufficio Speciale per coordinare le iniziative, con l'obiettivo di posizionare la Sardegna come punto centrale nello scenario mediterraneo e globale, valorizzando le sue unicità e potenzialità.

 

Conclusioni 

Per raggiungere l’obiettivo di trasformare la nostra isola è importante seguire poche chiare regole: 

  1. Studiare
  2. Contestualizzare
  3. Trovare ambiti di applicazione
  4. Mettere a sistema 

Ma ci sono alcuni nodi da indirizzare subito.

 

Autonomia: l’ora della responsabilità 

Non possiamo continuare a pensare alla nostra autonomia esclusivamente centrata su un piano di di rivendicazioni e richieste economiche nei confronti dello Stato. 

Impostare su questa sola base il principio di insularità significherebbe abdicare all’esercizio dell’autonomia in nome di una “dipendenza più soddisfacente”. Errore che spesso in passato la classe dirigente regionale ha fatto.

Il principio di insularità è una call to action su cui sarà testata la capacità di pensare l'autonomia della classe politica e intellettuale regionale.

 

Ripensare il rapporto Regione-Enti Locali 

E’ necessario ripensare il rapporto Regione-Comuni per far sì che la programmazione degli investimenti pubblici sia davvero efficace.

La spesa pubblica rappresenta la maggiore voce del PIL, la quota per investimenti derivante da fondi regionali, fondi strutturali europei, fondi della coesione nazionale, PNRR; è il principale motore per la realizzazione di opere. Il ciclo di programmazione si conclude nella maggior parte dei casi al livello degli enti locali: i Comuni sono i soggetti attuatori degli interventi, il terminale della spesa.

Ai Comuni deve essere dato un supporto conseguente al ruolo che giocano nel ciclo di programmazione: è necessario investire nel rafforzamento della capacità amministrativa dei Comuni.

 

Una programmazione davvero unitaria: la strategia comanda, i programmi la applicano. 

Una programmazione regionale efficace è la trasformazione di un’idea di Sardegna in una strategia e nella sua attuazione attraverso la gestione unitaria dei programmi. Anche in questo caso si deve spostare il focus: dai programmi alla strategia. La strategia guida, i programmi la trasformano in linee di spesa.

Costruiamo con coraggio una Sardegna rivoluzionaria, partecipe, aperta.

La domanda che dobbiamo porci è: ma noi vogliamo veramente questo Futuro? E vogliamo veramente lavorare per creare le condizioni affinché avvenga?

Perché questo futuro ha un prezzo nell’isola dove tutto cambia perché nulla cambi.

Questo futuro implica un cambiamento profondo di mentalità.

Implica che la Sardegna la smetta una volta per tutte di vergognarsi di se stessa e di lamentarsi del suo destino.

Che la smetta con gli attacchi sistematici all’identità, fatti di dileggio, di ridicolizzazione, di disistima corrosiva. Di disconoscimento.

E che la smetta di parlare di colonia e si assuma la responsabilità del cambiamento.

Assumiamo finalmente la consapevolezza piena e matura degli aspetti di indiscutibile grandezza della nostra storia e delle belle stagioni che hanno caratterizzato il nostro passato.

Ed iniziamo ad imparare a voler essere conosciuti e ricordati anche per quello che si è oggi. Qui ed ora.

Noi lavoreremo con serietà per un progetto trasformativo, di cambiamento per la Sardegna, saremo inclusivi, ma non saremo maschera per chi vuole solo conservare.

L’augurio che voglio fare a tutti noi è lo stesso che ha accompagnato tutto il percorso fino ad oggi. E lo esprimo con le parole della mia Grazia: “ Tutto forse potrà essere vinto”.

Per costruire insieme il futuro che vogliamo e collaborare per un obiettivo prossimo e immediato: ottenere con piena legittimazione e condivisione la Sardegna in cui tutti noi saremo felici di vivere.

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Si è svolto questa mattina negli spazi di Sa Manifattura a Cagliari, in occasione della Festa dell’Europa, l’evento di lancio del Programma regionale FESR 2021-2027 dal titolo “Una Sardegna più intelligente e sostenibile con il supporto dell'Europa”.  Si è trattato del primo momento di confronto, con esperti della materia, sulle due transizioni principali della nuova programmazione: la transizione digitale e quella verde. La manifestazione ha visto la partecipazione anche degli studenti delle scuole sarde che hanno partecipato all’atto finale dell’Europe School Contest, la competizione a squadre sui temi fondamentali dell'Unione Europea e del FESR.

Proprio alla Festa dell’Europa ha voluto rivolgere una riflessione, saluti istituzionali, Giuseppe Meloni, Assessore della Programmazione, Bilancio, Credito e Assetto del territorio della Regione Sardegna: “Quella di oggi è una data particolarmente significativa perché rappresenta un momento di riflessione sui nostri valori condivisi e sul nostro impegno verso un futuro comune. Diamo così sostanza alla storica Dichiarazione Schuman, un pilastro fondamentale per la costruzione dell'unità europea. Questa Festa, anche grazie alla presenza degli studenti di tutta la Sardegna, - ha sottolineato il vice presidente della Regione Sardegna - è un’occasione importante per riflettere e trasmettere quei valori comuni proprio alle nuove generazioni che saranno chiamate a costruire un'Europa sempre più unita e prospera”.

Per quanto riguarda il PR FESR Sardegna 21-27, l’Assessore Meloni ha manifestato l’apprezzamento per “un documento che è stato definito attraverso un continuo confronto con il partenariato, interlocutore privilegiato per una costruzione del Programma che è sempre stata condivisa al fine di raggiungere i risultati migliori e intercettare in modo efficace i bisogni dei cosiddetti portatori di interesse e possibili beneficiari.”

Sulle ingenti risorse messe in campo dal FESR, circa 1 miliardo e mezzo di euro, Meloni si è detto fiducioso sul fatto che, unitamente alle altre che arriveranno dall’Europa e dai piani di investimento nazionali, “possano davvero rappresentare – ha concluso - strumenti in grado di creare sviluppo e occupazione stabile in Sardegna”.

L’Autorità di Gestione, Luca Galassi, nei suoi saluti ha ricordato la road map che ha portato all’approvazione da parte della Commissione Europea del Programma Regionale del FESR Sardegna 21-27, evidenziando il contributo che esso fornisce agli obiettivi ambientali UE, agli obiettivi trasversali (parità di genere e sviluppo urbano sostenibile).  La dotazione finanziaria del PR FESR della Regione Sardegna. ha ricordato Galassi, è pari a 1.581,04 milioni di euro, ed è distribuita su 6 Priorità principali: 1) Competitività intelligente; 2) Transizione digitale; 3) Transizione verde; 4) Mobilità urbana sostenibile; 5) Sardegna più sociale e inclusiva; 6) Sviluppo sostenibile integrato urbano e territoriale. A queste si aggiunge la priorità relativa alle azioni di Assistenza Tecnica. La dotazione finanziaria del FESR Sardegna è alimentata sia da risorse europee (70%) che da una quota parte di cofinanziamento nazionale (30%).

Andando nel dettaglio delle singole priorità, l’Autorità di Gestione del FESR Sardegna ha evidenziato: “Proseguendo la rinnovata Strategia di Specializzazione Intelligente della Regione Sardegna, tramite la priorità n.1 saranno perseguiti gli obiettivi di: sviluppo di tecnologie avanzate, creazione di posti di lavoro, crescita delle PMI e sviluppo di competenze per la specializzazione intelligente. La priorità n.2, invece, è destinata al miglioramento della qualità, accessibilità ed efficienza dei servizi digitali della PA, tramite forme di co-progettazione, di sostegno alla transizione digitale del comparto produttivo e l’incentivo a pratiche e tecnologie digitali nelle micro e piccole medie imprese. La priorità n.3 – ha continuato Galassi - promuove una transizione energetica pulita ed equa, per il miglioramento della gestione delle fonti energetiche, verso un'economia a zero emissioni nette di carbonio, investimenti verdi e blu, l’economia circolare ed efficiente, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione e la gestione dei rischi.”

Galassi ha poi delineato il quadro strategico delle altre tre priorità per il prossimo settennio: “La priorità n.4 accoglie le istanze del tema della gestione della mobilità urbana, che negli ultimi anni ha acquisito un ruolo centrale sia nel dibattito scientifico sia nell’agenda politica europea e italiana. Perciò, attraverso le azioni di impatto strategico si promuove la mobilità urbana multimodale sostenibile, nell'ambito della transizione verso un'economia a zero emissioni di carbonio. In un quadro sociale caratterizzato da sfide occupazionali e sociali molto importanti, - ha evidenziato l’Autorità di Gestione – la priorità n.5 integra e rafforza l’azione nazionale ordinaria delle politiche del lavoro, dell’istruzione e dell’inclusione e protezione sociale. Sul fronte dei servizi sanitari, inoltre, la priorità n.5 tiene conto della necessità di nuovi investimenti per garantire la parità di accesso all'assistenza sanitaria e promuovere la resilienza dei sistemi sanitari. Inoltre sono previsti interventi per la valorizzazione del ruolo della cultura e del turismo nello sviluppo economico del sistema regionale”.

La priorità n.6, infine, promuove lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza nelle aree urbane. “L’obiettivo perseguito – ha concluso Luca Galassi - sarà quello del rilancio di tutte le aree della Sardegna, puntando sulle vocazioni e sulle potenzialità proprie di ciascun territorio.

L'evento di Cagliari, promosso dal Centro Regionale di Programmazione nell’ambito della strategia di comunicazione del Programma regionale FESR Sardegna, ha anticipato i quattro successivi incontri tecnici che si svolgeranno nel mese di maggio sul territorio regionale focalizzati su altrettante priorità del Programma regionale: Sviluppo sostenibile integrato urbano e territorialeTransizione verdeSardegna più sociale e inclusivaCompetitività intelligente.

In conclusione della Festa Europa, in collegamento da Bruxelles, è giunto il messaggio della Commissione Europea affidato a Francesca Raimondi (Senior Programme Manager, DG REGIO Unit G4).

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 La presidente della Regione Alessandra Todde e l’assessore dell’Industria Emanuele Cani hanno incontrato questa mattina a Roma il Sottosegretario di Stato al Ministero delle Imprese e del Made in Italy, Fausta Bergamotto. Si è trattato di un primo incontro, assai proficuo, nel corso del quale è stata compiuta un’ampia ricognizione delle diverse vertenze industriali dell’isola ed è stato tracciato un percorso condiviso volto ad affrontare e risolvere, in uno sguardo d’insieme, le singole crisi aziendali.

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L’assessore della sanità, Armando Bartolazzi, ha ricevuto la Garante regionale per le persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale, dottoressa Irene Testa. Un incontro proficuo che getta le basi per una collaborazione istituzionale doverosa. La sanità nelle carceri è un diritto inalienabile delle persone recluse, così come per ciascun cittadino. I profili che la Garante ha evidenziato e stigmatizzato riguardano la mancanza di personale medico e paramedico in tutti e 10 gli istituti di pena; la carenza di luoghi alternativi in cui scontare la pena, a favore delle persone che, a causa di gravi disagi psichiatrici, sono incompatibili con la detenzione. Infatti l’unica REMS (Residenza per l’Esecuzione delle Misure di Sicurezza) in Sardegna conta 16 posti, con lunghissime liste di attesa e il grave problema delle tossicodipendenze in carcere, che mostrano il fallimento dei sistemi di prevenzione e di cura e che richiedono una rinnovata attenzione della amministrazione regionale. L’assessore Bartolazzi ha preso nota di alcuni casi specifici che riguardano l’assistenza sanitaria negli istituti di pena e nei casi di TSO, per cui la Garante è competente.

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 “Non c’erano alternative al bando pubblicato nei giorni scorsi dalla Regione per evitare l'interruzione della continuità territoriale in scadenza ad ottobre 2024”, così spiega l’assessora dei trasporti, Barbara Manca, la quale fa notare che per varare la nuova continuità, che vedrà la luce ad ottobre 2025, sia indispensabile riavviare le trattative con il Ministero e con la Commissione Europea.

“Questo impone dei tempi tecnici non compatibili con i vincoli imposti dal calendario e dalle norme Ue, che, si ricorda, prevedono che i bandi siano pubblicati almeno sei mesi dell’avvio del servizio in continuità”. In parallelo gli uffici dell’assessorato stanno lavorando al nuovo modello di continuità partendo da un’attenta analisi dei dati storici e delle criticità emerse negli ultimi 20 anni, al fine di arrivare ad una proposta forte, efficace e condivisibile con le altre istituzioni coinvolte. Sul tema relativo al budget finanziario per la continuità, l’esponente dell'Esecutivo chiarisce il perché i fondi a disposizione per la gara d’appalto siano inferiori rispetto al passato.

“Si tratta, infatti, di 26,5 milioni di euro per un anno a fronte di una base d’asta che precedentemente si aggirava intorno a 48 milioni ma per un periodo più lungo, 20 mesi. Pertanto, se si rapportasse il valore del precedente bando all’anno, la differenza sarebbe di circa 4 milioni. Tale contrazione è diretta conseguenza dell’incremento del numero di passeggeri trasportati, che nel corso del 2023 sono sensibilmente aumentati con un trend in continua crescita. Questo, infatti, ha consentito alle compagnie aeree di conseguire maggiori ricavi ed è dunque calata la necessità di compensazione dei costi, così come è previsto dalle norme del Trattato in materia di aiuti di Stato”.

Considerando inoltre i ribassi proposti dalle compagnie in fase di gara, la Regione attualmente spende meno di 18 milioni all’anno ben al di sotto dei 26,5 milioni messi a base di gara.

L’assessora Manca precisa che il numero dei voli giornalieri “è stabilito dal Decreto Ministeriale 466/2021, quindi identico a quello del precedente bando. Quelli in più, messi a disposizione attualmente dalle compagnie aeree sulle varie tratte, derivano da successive iniziative delle stesse aziende che, in virtù della crescita della domanda, hanno incrementato l’offerta”.

“Il nuovo regime di continuità territoriale aerea - conclude Barbara Manca - verrà accompagnato dal neonato sistema di aiuti sociali, che prevede il rimborso parziale dei biglietti aerei per alcune categorie residenti di passeggeri (in particolare i giovani con meno di 26 anni e gli over 65) in tutte le tratte con l’eccezione di quelle per Fiumicino e Linate. Il provvedimento è stato definito dalla Giunta precedente, ma ora il nuovo Esecutivo guidato da Alessandra Todde potrebbe estendere i contributi ad altre categorie di viaggiatori in modo da migliorare ulteriormente il servizio per i cittadini”.

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 Consolidare i rapporti tra Sardegna e Norvegia e approfondire ulteriori spazi di collaborazione e di interscambio culturale ed economico, anche in chiave turistica. Sono alcuni dei temi trattati nel corso dell’incontro tra la Presidente della Regione, Alessandra Todde, e l’ambasciatore di Norvegia in Italia, Johan Vibe. La visita si è svolta in un clima di viva cordialità ed ha offerto l’occasione per un proficuo confronto su temi di particolare interesse generale che legano la Sardegna e la Norvegia, con particolare riferimento ai temi prettamente culturali e l’avvio di un proficuo percorso di potenziamento delle presenze turistiche, soprattutto nell’Isola.

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La Regione Sardegna parteciperà, dal 6 al 9 maggio 2024, all'Arabian Travel Market, la più importante fiera internazionale dedicata al turismo inbound e outbound degli Emirati Arabi, presso il Dubai World Trade Center.

Per la Sardegna sarà un'importante occasione per raccontarsi a un potenziale nuovo mercato in espansione, che si preannuncia strategico per le prossime stagioni turistiche dell'isola anche grazie all'inaugurazione della rotta Olbia-Dubai, operata dal vettore flydubai del gruppo Emirates.

Il nuovo volo, che sarà operativo ogni martedì e sabato dal 15 giugno al 31 agosto 2024, verrà presentato in una conferenza stampa all'Arabian Travel Market, in cui interverranno l'assessore regionale del Turismo Franco Cuccureddu insieme a Jeyhun Efendi, Senior Vice President Commercial Operations flydubai, e a Mario Garau e Giovanna Loriga, rispettivamente direttore e vicedirettore commerciale Aviation e marketing Aeroporto di Olbia.

"È la prima fiera alla quale partecipo in veste di assessore - dichiara Cuccureddu - e sono fiducioso che possa essere l'opportunità per approcciare un nuovo interessante mercato: sono convinto che il target che potremo intercettare in quest'occasione, con l'attivazione della nuova tratta, attivata sperimentalmente già nella scorsa estate, possa essere particolarmente importante per il turismo della nostra Isola. L'obiettivo è quello di lavorare al meglio sui nostri prodotti turistici, che possono andare incontro alle esigenze del pubblico degli Emirati, in termini di qualità e varietà. Ringraziamo flydubai per aver programmato questo collegamento diretto di linea intercontinentale, già sperimentalmente attivato lo scorso anno, e ci auguriamo che in futuro si possa ulteriormente ampliare l'offerta di voli diretti di linea con Paesi extra Unione europea, in termini di frequenza, di destinazioni e di aeroporti sardi coinvolti".

Il pubblico di riferimento, spiega l'assessore Franco Cuccureddu, non è solo quello degli Emiratini, ma anche, forse soprattutto, quello dei numerosi liberi professionisti, molti europei e americani che vivono a Dubai e negli Emirati Arabi, e che in estate, quando lì le temperature sono molto elevate, cercano un luogo dal clima più mite per le loro vacanze.

In questo senso, la Sardegna rappresenta per loro la destinazione perfetta, con la sua offerta marino-balneare che, visto il periodo estivo, sarà certamente al centro della narrazione che verrà portata a Dubai, ma anche con gli altri prodotti, commercializzabili tutto l'anno. L'offerta culturale (con la civiltà Nuragica ad esempio, unica nel Mediterraneo, comparabile alla civiltà egizia per originalità e maestosità delle opere, o con le Domus de Janas, ufficialmente candidate a entrare nella lista del Patrimonio Mondiale dell’umanità stilato dall’Unesco), quella escursionistica (con percorsi come il leggendario "Selvaggio Blu", una delle reti ferrate più famose al mondo), quella naturalistica o quella enogastronomica. Senza dimenticare il turismo dei borghi, che è in forte crescita anche perché, grazie al lavoro sul territorio, si arricchisce di nuovi eventi, o l'attrattiva dei grandi eventi di spettacolo, con artisti di livello internazionale che, soprattutto d'estate, si ritrovano in Sardegna per festival e concerti.

"Nel periodo estivo, è ovvio, il nostro punto di forza è certamente il mare - conclude l'assessore Franco Cuccureddu - ma tutti gli altri attrattori contribuiscono a completare un'offerta di vacanza che confidiamo possa trovare grande interesse negli Emirati ma non va ricordato che l’aeroporto di Dubai è anche uno dei principali hub del trasporto aereo e così questo collegamento diretto rende potenzialmente accessibile la Sardegna a visitatori provenienti da ogni parte del mondo”.

 

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Dopo la preventiva valutazione da parte di una commissione tecnica dell’assessorato dell’agricoltura e dell’assessorato del lavoro, le Autorità di Gestione del CSR (Complemento regionale per lo sviluppo rurale) Sardegna 2023-2027 e del PR FSE+ 2021-27  (Fondo sociale europeo plus) hanno approvato la graduatoria dei 17 Gruppi di azione locale (GAL) con diritto di accesso ai fondi per la realizzazione delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo. In riferimento al Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR), si tratta complessivamente di 50 milioni di euro destinati allo sviluppo delle aree rurali, integrati da risorse del Fondo Sociale Europeo per migliorare l'accesso all'occupazione e la qualità del “capitale umano” nelle suddette aree.

Sono stati ammessi al finanziamento i seguenti GAL individuati nell'ambito del Piano Strategico della Politica agricola comune (PAC) 2023/2027, già operanti nella programmazione 2014-2022: Gal Anglona Coros, Gal Barbagia, Gal Barigadu Guilcer, Gal Campidano, Gal Distretto Rurale Bmg, Gal Gallura, Gal Linas Campidano, Gal Logudoro Goceano, Gal Marghine, Gal Marmilla, Gal Nuorese Baronia, Gal Ogliastra, Gal Sarcidano  Barbagia Di Seulo, Gal Sarrabus Gerrei Trexenta, Gal Sinis, Gal Sulcis Iglesiente e Gal Terras De Olia.

“I Gal – ha sottolineato l’assessore dell’agricoltura e riforma agro-pastorale Gian Franco Satta – recitano un ruolo strategico e fondamentale, reso ancora più determinante dall’importante risultato raggiunto in quanto, a differenza della gran parte dei bandi europei, il finanziamento delle strategie LEADER scaturisce dall’utilizzo di una metodologia partecipativa che, a part i “dal basso”, individua e implementa strategie di sviluppo locale su scala sub-regionale elaborate dagli attori pubblici e privati dei territori rurali interessati. L’obiettivo raggiunto è la risposta alle esigenze di sviluppo: si punta a favorire la vitalità e la crescita delle zone rurali in contrasto al fenomeno dello spopolamento e del divario esistente tra zone rurali e urbane, con particolare riguardo a servizi di base, infrastrutture, disoccupazione, povertà, inclusione sociale, parità di genere e gruppi vulnerabili”.

 

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Giovedì, 02 Maggio 2024 15:50

Lavoro, sostegno alla filiera turistica

Con l’obiettivo di dare un rinnovato impulso alle politiche attive a sostegno dell’incremento occupazionale della filiera turistica, è stata presentato oggi l’avviso SO.LA.RE. Sardegna - Sostegno Lavoro Regione Sardegna, nell’ambito del Programma regionale FSE + 2021 – 2027.

“Rispetto al precedente intervento pluriennale “Destinazione Sardegna lavoro”, con l’Avviso SO.LA.RE. abbiamo introdotto alcune importanti novità. Modifiche – spiega l’assessora del Lavoro Desirè Manca  - dettate da una precisa volontà politica, quella di tendere una mano alle imprese sarde più fragili, a tutte quelle imprese che negli scorsi anni non sono riuscite ad ottenere un sostegno economico, e per le quali ricevere un aiuto finalizzato all’assunzione di personale può davvero fare la differenza. Sulla base dell’osservazione del dato storico, abbiamo deciso di introdurre un massimale, di 300 mila euro per le medie e grandi imprese e di 150 mila euro per le micro e piccole imprese, in modo da poter così soddisfare un maggior numero di istanze e ampliare la platea dei beneficiari. Inoltre - ha precisato l’assessora – alle micro e piccole imprese sarà riconosciuto il sostegno per l’intero arco temporale compreso tra marzo e dicembre, mentre per le medie e grandi imprese si è scelto di non estendere il contributo nei mesi di alta stagionalità turistica come luglio e agosto, in considerazione della natura dell’intervento che punta a promuovere e incentivare la creazione di nuovi posti di lavoro che senza aiuto non potrebbe altrimenti realizzarsi”.

L’avviso è rivolto a tutte le aziende del comparto turistico e del suo indotto e comprende circa 70 codici Ateco: dalla ricettività alla ristorazione, dai trasporti alla cultura e spettacolo. Le risorse a disposizione (20.000.000 FSE + 2021 -2027, 17.842.000 fondi regionali) ammontano complessivamente a 37.842.000, di cui 4 milioni destinati alle grandi imprese e 33.842.000 alle micro, piccole e medie imprese.

“Altra importante novità – sottolinea l’assessora del Lavoro – riguarda la tempistica. L’avviso verrà pubblicato entro maggio, ovvero tre mesi prima rispetto all’edizione del 2023. Inoltre, lavoreremo affinché a partire dal 2025 possa essere pubblicato a inizio anno e con copertura di 12 mesi”.

“L’obiettivo – conclude l’esponente della giunta Todde - è la creazione di circa 15 mila posti di lavoro per i disoccupati over 35 e per i giovani under 35 con particolare attenzione alla tutela dell’occupazione femminile. Il contributo garantisce la copertura compresa tra il 30 e il 40% delle spese per il personale neoassunto”.

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Gli Enti Locali della Sardegna sono tra i più veloci nel saldare le fatture alle imprese. Nel 2023, infatti, i Comuni sardi hanno pagato i lavori pubblici eseguiti con una media di 24 giorni, ben 6 sotto il limite imposto dalla Direttiva Comunitaria sui pagamenti 2011/7/UE - recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2012 n.192, che impone infatti 30 giorni come termine ordinario di pagamento per tutti i settori della PA. Questi dati pongono l’Isola al quarto posto nazionale per velocità nella classifica aperta dal Veneto con 20 giorni, seguito Friuli e Trentino con 22. La classifica è chiusa dalla Calabria con 52 preceduta dalla Campania con 47, contro una media nazionale di 32.

E’ questo ciò che emerge dall’ultima analisi sui “Tempi di pagamento dei Comuni”, realizzata dall’Ufficio Studi di Confartigianato Imprese Sardegna su dati MEF-RGS dell’anno appena concluso.

I dati comunali più recenti ricordano come sui 375 Comuni isolani, ben 242 pagassero entro i 30 giorni (il 64,5%), 124 entro i 60 giorni (il 33,1%), 8 arrivavano a 90 (2,1%) e solo 1 toccava i 180 (0,3%). I paesi della provincia di Sassari risultavano i più virtuosi; seguiti da quelli del Sud Sardegna con 29 di media, Nuoro con 32 e Oristano e Cagliari con 35.

“La velocità media dei pagamenti che abbiamo rilevato è positiva - commenta Fabio Mereu, Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna - ma ci sono ancora imprenditori sardi che ricevono ciò che dovrebbero oltre i 30 giorni, costringendoli ad attingere da risorse proprie o, peggio, ad indebitarsi con il sistema bancario. Per questo è necessario sostenere quelle Amministrazioni Locali che non riescono a rispettare i termini della Direttiva”. “Al di là dei dati positivi – continua Mereu – la nostra proposta è chiara: è sempre più necessari la compensazione secca, diretta e universale tra i debiti della Pubblica amministrazione verso le imprese e i debiti fiscali e contributivi delle imprese fornitrici della stessa PA”.

“E’ necessario impegnarsi affinché tutti paghino entro i termini stabiliti per Legge – aggiunge Daniele Serra, Segretario Regionale di Confartigianato Sardegna - le nostre imprese artigiane non possono permettersi il lusso di attendere il saldo delle fatture oltre il dovuto anche perché a loro volta sono tenute a rispettare il calendario dei vari pagamenti e contributi che devono versare allo

Stato. Abbiamo tanti esempi virtuosi di Comuni che saldano tutto con largo anticipo: quindi si può fare”. “Da anni Confartigianato si impegna per rafforzare la normativa al fine di rendere più vincolanti i termini di pagamento e contrastare il fenomeno del “business del pagherò” – conclude Serra – le PMI non devono più essere esposte all'incertezza normativa e all'arbitrarietà di chi detiene posizioni dominanti. In questo periodo di alta inflazione e tassi di interesse elevati, ritardare i pagamenti o non pagarli affatto ai fornitori è il modo più semplice per ottenere finanziamenti senza ricorrere ai prestiti bancari. Tutto ciò grava sulle spalle delle imprese creditrici”

La situazione nazionale.

Se la Sardegna è un “piccolo paradiso dei pagamenti pubblici”, questo non si può dire per il resto d’Italia. Infatti, oltre ad un cronico elevato debito pubblico, nell’ambito dell’Unione europea la Nazione presenta il terzo più alto peso sull’economia dei debiti commerciali delle Amministrazioni pubbliche verso le imprese. Il confronto europeo, condotto sulla sola parte di spesa corrente comprensiva delle anticipazioni, evidenzia che nel 2022 tale debito in Italia è pari al 2,5% del PIL dietro al 2,8% del Belgio e al 2,6% della Finlandia. L’Italia supera inoltre anche l’1,7% della media Ue a 27 e dell’Eurozona, l’1,6% Francia e lo 0,8% della Spagna.

Ad oltre dieci anni dall’entrata in vigore della direttiva europea (UE/2011/7) contro i ritardi di pagamento in vigore dal 2013 che sancisce il pagamento entro 30 giorni persistono alcune situazioni di eccessive dilazioni nei pagamenti delle forniture pubbliche. Tra gli obiettivi del PNRR era previsto il rispetto dei termini definiti dalla legislazione europea e italiana, ma l’Italia ha dovuto chiedere una proroga al marzo del 2025 rispetto al termine del 31 dicembre 2023.

Il focus sui Comuni.

In una fase caratterizzata dall’incremento della spesa per investimenti dei Comuni, si registra per queste amministrazioni locali, al primo semestre 2023, un tempo medio di pagamento di 32 giorni. A fronte di un dato medio che si allinea al limite imposto dalla normativa, si osservano ampie differenze territoriali. L’analisi dei dati del monitoraggio dello stock dei debiti commerciali relativo alle Amministrazioni comunali evidenzia che nel 2023 i tempi medi di pagamento più elevati si riscontrano nei Comuni del Sud con 43 giorni seguiti dai Comuni del Centro con 32 giorni, dai Comuni del Nord-ovest con 26 giorni e dai Comuni del Nord-est con 23 giorni. Le situazioni più critiche nel Mezzogiorno si associano ai più elevati tassi di interesse pagati dalle imprese: a settembre 2023 il tasso di interesse annuo effettivo alle imprese del Mezzogiorno è del 7,23%, superiore di 125 punti base superiore al 5,98% del Nord Est.

In chiave regionale i tempi medi di pagamento più elevati si registrano per i Comuni della Calabria con 54 giorni, i Comuni della Campania con 47 giorni, i Comuni della Sicilia con 46 giorni, i Comuni dell’Abruzzo con 43 giorni, i Comuni del Molise con 41 giorni e i Comuni della Basilicata con 40 giorni. Le situazioni più virtuose si registrano per i Comuni della Toscana e i Comuni della Lombardia con 25 giorni, Comuni della Sardegna e della Valle d’Aosta con 24 giorni, i Comuni del Trentino-Alto Adige e Friuli Venezia Giulia con 22 giorni e i Comuni del Veneto con 20 giorni.

L’area più critica – Nonostante il tempo medio di pagamento dei Comuni sia sostanzialmente in linea con i requisiti di legge, va evidenziato che, a undici anni dall’entrata in vigore della Direttiva, si contano ancora 970 Comuni, pari al 12,3% dei Comuni monitorati, che hanno ricevuto fatture nel primo semestre del 2023 per 1,9 miliardi di euro e che registrano tempi medi di pagamento superiori a 60 giorni, con una media di 77 giorni, oltre due volte e mezzo i termini di legge. Di questi, 569 comuni sono localizzati del Mezzogiorno, con una incidenza pari al 23,0% del totale delle Amministrazioni comunali della ripartizione, più che tripla rispetto al 7,4% rilevata per i Comuni del Centro-Nord.

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