Giovedì, 10 Ottobre 2024 13:30

Sardegna contemporanea e agropastorale al cinema con la firma di Tomaso Mannoni In evidenza

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La Sardegna di Tomaso Mannoni, tra passato e presente La Sardegna di Tomaso Mannoni, tra passato e presente

Il regista cagliaritano con “Il sogno dei pastori”, primo lungometraggio di finzione, nelle sale di Cagliari e Roma. Cast d'eccezione per narrare una regione feconda e bistrattata

Mario Frongia

Quel giusto mix che sposa storia, poesia, passione. E li unisce ai tanti piccoli e grandi anfratti culturali di una terra che si ritrova, oggi come ieri, a chiedersi tanti perché. Sacrifici, rinunce, diffidenza. Ma anche orgoglio e ambizioni, spesso amputate da decisioni distanti da Campidano e Barbagia, Sulcis e Gallura. Territori ricchi di energie e abnegazione. Ma da tanto, troppo tempo, vittime di angherie e colonialismo selvaggio e indiscriminato. Quasi che i sardi fossero, e siano, cittadini di serie B. Ecco perché la visuale di Tomaso Mannoni colpisce. E va a bersaglio, peraltro in un momento particolarmente complesso qual è la questione del far west energetico, dei trasporti, della sanità, della scuola. E di come questo poker decisivo ed esistenziale, sia sotto la pelle e dentro mente e cuore dei residenti. Di certo, molto più in profondità di quanti ne discettano a distanza. “Il sogno dei pastori” disegna un arco tra fiaba e commedia. Narra e incastra paesaggi, custodisce anima e fuoco di un popolo taciturno ma di parola. Il lungometraggio, esordio nel cinema di finzione del regista, vola leggero. Con Fabio Fulco, Alessandro Gazale, Astrid Meloni e Federico Saba: volti. movenze e parole che scuotono. L’intreccio tra atmosfere rurali e Sardegna contemporanea fanno da culla alla crisi del comparto agropastorale.  Con rabbia e disincanto, dialoghi severi e puntuali, il regista porta i pastori al centro del villaggio. Strozzati dal prezzo del latte, immersi in un inferno senza fine, affrontano le mille salite di un’esistenza drammatica. L'epidemia della lingua blu, ad esempio. Poi, arriva la tecnologia. Che con i social pare offrire una via d'uscita. Da qui, speranze e fantasia per eventuali soluzioni.

Lotta, tradizione, modernità. L’accento ironico di Tomaso Mannoni plana su stereotipi e luoghi comuni. Ecco Ignazio, un burbero Alessandro Gazale nei panni del pastore sardo duro e puro. Pellaccia che non cede anche se la disillusione è feroce. C’è poi Andrea. Lo scafato e truffaldino turista d’oltre Tirreno che Fabio Fulco interpreta senza esitazioni. Nel duo si inserisce Astrid Meloni - nel cast della serie Netflix “Il gattopardo”, prossimamente in onda - nelle vesti di un’Antonietta appassionata e pragmatica. “Nel Sogno dei pastori ci sono due secoli di lotte, l’attualità di uno scontro continuo con la burocrazia e la politica. C’è la rabbia del latte versato. Con l'aspetto documentaristico che stavolta resta sullo sfondo” spiega il regista. Mannoni affronta e predilige la dimensione onirica. Un intreccio narrativo che si sviluppa come una commedia classica. Personaggi inizialmente mossi da forze opposte, s’incontrano per un gioco del destino in paese, al bar, nel presente immobile della Sardegna polverosa e rurale. In sintesi, urgenze del presente per sognare insieme il modo utile a curare un processo economico malato. Tradizione e modernità che paiono fare a botte. Diffidenze, di vecchia e nuova data, più che giustificate. Ma l’analisi del regista è profonda e si spinge su territori persino inediti. Un must per chi ama il cinema di qualità. “Della commedia classica il film ha la semplicità nella quale si muovono personaggi e situazioni. L’ironia come mood, la tecnica dell’imbroglio che capovolge e risolve l’irrisolvibile”. Tomaso Mannoni prova a restituire l’incanto della Sardegna. E ci riesce. Anche grazie alle musiche di Mauro Palmas, le suggestioni della fotografia di Matteo De Angelis, la scenografia di Marianna Sciveres.

Prima cagliaritana. Sono i cinema Odissea (18 e 20.30) e Notorius (17, 19 e 21) a ospitare stasera “Il sogno dei pastori”. La prima nazionale avviene in contemporanea nelle sale di Cagliari e di Roma. Al battesimo del lungometraggio, prodotto e distribuito da Ombre Rosse Film Production e Blue Film, sostenuto da Rai Cinema e dalla Fondazione Sardegna Film Commission e con il contributo del Ministero alla cultura, oltre al regista, hanno preso parte Alessandro Gazale, Astrid Meloni, i produttori Luca Cabriolu e Andrea Di Blasio. Il film resterà in programmazione a Cagliari, per essere poi distribuito nelle sale regionali e italiane. Insomma, un bel colpo per un affresco dei Quattro mori delicato e diretto. Ottantaquattro minuti tra storia, attualità memoria griffati Mannoni. Approdato alla fiction dopo una carriera da documentarista, con una pregiata nomination ai Nastri d'argento con “The Wash”, l’autore cagliaritano è fresco di debutto al Riff, il Rome Independent Film Festival. Ma non solo. La scorsa estate è stato invitato alla Maddalena per “La valigia dell'attore” e la selezione ufficiale al festival di Richmond. Chi ha onestà intellettuale, buone intenzioni, vedute larghe e combatte per la Sardegna, sotto qualsiasi veste, farà fatica. Ma non potrà che avere la coscienza, e la fiction, a posto. 

Ultima modifica il Giovedì, 10 Ottobre 2024 16:13