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Quasi metà delle risorse sono destinate alla sanità, per la lotta al Covid. Ma la Regione, nello stilare la manovra finanziaria da 8,8 miliardi che arriverà martedì in consiglio regionale, ha cercato di trovare un equilibrio per non intaccare capitoli di spesa fondamentali in altri settori. 

Sono 3,7 miliardi di euro le risorse destinate alla sanità e alla tutela della salute, per complessivi 11 miliardi nel triennio 2021-2023 (quasi il 50% dell’intera manovra). Potenziata la dotazione finanziaria per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza (Lea), con un incremento di 100 milioni rispetto al 2020. Crescono quindi gli investimenti, in particolare per rispondere alle necessità rese ancora più pressanti dall’emergenza Covid e viene, contestualmente, rafforzata anche la presenza sanitaria sui territori con lo stanziamento di 4,6 milioni di euro a integrazione delle risorse per la medicina specialistica ambulatoriale. “La pandemia ci ha costretto ad affrontare, anche dal punto di vista sanitario, un periodo di profonde trasformazioni a cui sono inevitabilmente seguite misure straordinarie messe in campo per arginare gli effetti della crisi, che con la Finanziaria abbiamo voluto confermare e arricchire”, ha detto il Presidente della Regione Christian Solinas commentando le misure relative alla sanità e alle politiche sociali contenute nella manovra. “Pur permanendo un approccio orientato a sostenere lo sviluppo complessivo e sistemico già avviato nel 2020, la nuova programmazione è stata fortemente influenzata dalla pandemia, che ancora oggi impone misure restrittive e richiama alla massima prudenza – continua il Presidente – Il Covid ha comportato lo stravolgimento degli ospedali e delle altre strutture: con il mutamento degli stili di vita sono cambiate le esigenze dei pazienti, con l’introduzione di tecnologie e nuovi protocolli sanitari è cambiata la formazione del personale. Con questa manovra, la cui spesa sanitaria rappresenta quella con maggiore incidenza sul bilancio regionale, si confermano risorse importanti e altre se ne mettono in campo per sostenere le famiglie sarde e garantire la tenuta del sistema sanitario della Sardegna, con un'attenzione particolare a quei territori in passato troppo trascurati”, ha concluso il Presidente.

A favore dei pazienti diabetici della Sardegna è stata autorizzata la spesa per di 4 milioni, per ciascun anno nel triennio in corso, per l’acquisto di dispositivi di misurazione della glicemia, che rappresenta una delle misure più attese e di sicuro una delle novità della manovra. Dopo anni d’attesa, grazie a uno stanziamento di un milione di euro, potrà finalmente essere attivato l’Hub unico del farmaco, strumento che consentirà una gestione più efficiente e snella della distribuzione dei farmaci sul territorio.

Massima attenzione alle persone più fragili: 328 milioni di euro le risorse stanziate per le politiche sociali e la famiglia, di cui oltre 250 destinati a sostegno di interventi per la disabilità, finanziamenti per cui la Sardegna si posiziona fra le regioni più virtuose. Confermata la dotazione del Fondo regionale per la non autosufficienza per cui è stata prevista una programmazione pluriennale per circa 694 milioni sul 2021, 2022 e 2023. Di questi, confermati nel 2021 gli oltre 231 milioni di euro destinati al Fondo che andranno a integrarsi con le risorse nazionali per l’attuazione di misure come ‘Ritornare a casa’, i programmi personalizzati a favore di persone con grave disabilità, compresi gli interventi previsti dalla legge 162 del 1998, le azioni di integrazione socio-sanitaria e gli interventi rivolti a persone affette da particolari patologie (leggi di settore).

"È un disegno di legge, aggiunge l'assessore alla Sanità Mario Nieddu, che ha l'obiettivo di restituire ai cittadini servizi sempre più efficienti e cure moderne, in un sistema che sia realmente vicino alle esigenze dei sardi. Abbiamo lavorato e continueremo a lavorare per un sistema sanitario e socio-sanitario che garantisca assistenza a tutti, senza lasciare nessuno indietro”.

Intanto però  la Regione tutela il valore sociale, ricreativo e della salute che lo sport rappresenta, destinando risorse ad hoc per le tipologie di imprese sportive che più a lungo sono state interessate dalle restrizioni. Particolare attenzione, nella Finanziaria che a inizio settimana verrà esaminata dall’Aula del Consiglio, è infatti stata dedicata alle imprese di uno dei settori più colpiti dalla crisi sanitaria ed economica, quello sportivo, in virtù delle chiusure a inizio pandemia e di quelle più recenti.

Per l’anno in corso è stata autorizzata la spesa nel limite complessivo di 2.500.000 euro finalizzata alla concessione di un contributo a fondo perduto a favore delle società e associazioni iscritte all’Albo regionale delle società sportive a copertura delle spese di gestione sostenute nei mesi di chiusura durante l'emergenza epidemiologica Covid-19 e per garantire la ripartenza. Nel dettaglio, 1.500.000 euro sono stati destinati alle palestre e alle scuole di danza affiliate ad una Federazione ovvero ad Ente di promozione sportiva. Si tratta di strutture che tra chiusure, riaperture con adeguamento alle norme sanitarie nazionali che hanno seguito la prima e più feroce fase del Covid e poi nuovamente chiusure, hanno pagato il prezzo più alto.  Ai Centri sportivi natatori della Sardegna affiliati alla Federazione italiana Nuoto, alla Federazione italiana nuoto paralimpico, alla Federazione italiana sport disabilità intellettivo relazionale oppure ad un Ente di promozione sportiva è stato invece destinato 1.000.000 di euro.

Limitatamente al 2021 è stata autorizzata la spesa complessiva di 4.500.000 di euro per la concessione di contributi per la corrente stagione sportiva a favore del settore sportivo regionale e di 4.250.000 euro a favore delle società e associazioni sportive dilettantistiche aventi sede operativa in Sardegna.

Nonostante minori entrate da trasferimento nazionali, si è pensato anche agli enti locali, con  600 milioni per il Fondo Unico per gli Enti locali e 25 milioni destinati alle sofferenze finanziarie e salvaguardia degli equilibri degli Enti locali, misure decise dalla Giunta regionale nella Finanziaria all’esame delle Commissioni e che a giorni verrà discussa dall’Aula del Consiglio. “Siamo consapevoli delle difficoltà del momento e conosciamo da vicino le conseguenze che la pandemia ha avuto per le casse di Comuni ed Enti locali. È per questo motivo – ha continuato il Solinas – che pur approvando una Finanziaria snella abbiamo considerato questa misura necessaria per continuare a garantire la salute del sistema sardo”.

Dall’analisi macroeconomica sulla Sardegna che ha preceduto la predisposizione della manovra è infatti risultato evidente l’impatto della crisi sul tessuto economico e sociale sardo, anche in riferimento agli Enti locali che senza la volontà politica di riconfermare l’ammontare del fondo per il prossimo triennio (552.871.000 per ciascuno degli anni 2021,2022, 2023) si sarebbero visti costretti ad attivare ulteriori razionalizzazioni delle spese, con conseguenti tagli sui servizi e aumento dei tributi locali.

Complessivamente, l’articolo 2 della Finanziaria conferma il riparto di spese previsto dal Fondo Unico per gli Enti locali. Sono garantiti 484.705.120 a favore dei comuni; 65.565.880 per il riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna); 600.000 a favore della provincia di Nuoro per il funzionamento del museo MAN; 600.000 per gli studi di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica in materia di difesa del suolo; 1.400.000 a favore della città metropolitana di Cagliari.

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Abbandonati e per troppo tempo dimenticati, 13 edifici di proprietà regionale saranno rimessi a nuovo e valorizzati. Ex caserme e ville storiche, da Cagliari a La Maddalena, saranno restaurate e inserite in un circuito storico-turistico. È questo quanto prevede il piano di valorizzazione degli immobili del patrimonio regionale, approvato con delibera della giunta regionale proposta  dall’assessore agli Enti Locali Quirico Sanna.

Nell’elenco delle priorità spiccano edifici di grande prestigio come Villa Laura a Cagliari, realizzata nei primi anni del Novecento non lontano dalla grotta della Vipera, con vista sulla necropoli punica di Tuvixeddu. Vista mozzafiato anche per l’ex palazzina ufficiali di Calamosca composto da 10 unità residenziali che si affacciano sulla scogliera.

Sullo splendido mare de La Maddalena insiste invece l’ex ospedale militare, dalla storia travagliata. Realizzato agli inizia della Seconda guerra mondiale, successivamente usato come centro di assistenza medica per i dipendenti della Difesa, nel 2008 è stato restaurato e riconvertito in vista del famigerato G8 del 2009. L’evento che aveva trasformato l’isola in un cantiere, era poi stato spostato frettolosamente a L’Aquila distrutta dal terribile terremoto. Da allora la struttura ha conosciuto solo abbandono e polemiche.

Sono invece immerse nel verde l’Hotel Villafiorita di Sorgono (Nuoro) - costruito nel 1955 e circondato da un parco-giardino di quasi 6mila metri quadrati – l’ex seminario pontificio di Cuglieri (Oristano) - un complesso immenso realizzato negli anni Venti e circondato da un’area verde di oltre 16mila metri quadrati – e l’ex compendio immobiliare di Foresta di Burgos (Sassari) con i suoi 19 ettari di estensione complessiva nella zona degli altipiani del Goceano, comprende anche un maneggio. 

Di grande valore storico è l’ex carcere di Castiadas (Sud Sardegna) proprio al centro del paese e costituito da diversi edifici, così come l’ex villa del direttore depositi penitenziali di Arborea (Oristano) inaugurata nel 1928 e inizialmente destinata al direttore della Società bonifiche sarde. Nell’elenco figurano anche la caserma Trieste di Cagliari realizzata nei primi anni Quaranta; l’ex batteria capitana di Quartu Sant’Elena (Sud Sardegna); l’ex cantina di Castiadas; l’ex vivaio forestale di Gran Torre a Oristano e i fabbricati dell’ex aeronautica di Bari Sardo (Nuoro) che ricadono in un’area di pregio.

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Questa mattina, gli assessori regionali del Personale, Valeria Satta, e della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, hanno partecipato (in videoconferenza) al primo tavolo di contrattazione separata con le sigle sindacali per esporre gli indirizzi da approvare in Giunta regionale prima degli incontri per il nuovo contratto regionale del Corpo forestale davanti al Coran, dando così completa attuazione alla Legge regionale, approvata lo scorso anno, che ha introdotto un comparto separato di contrattazione.

“Vogliamo consentire al Corpo forestale di disporre di una disciplina contrattuale adeguata al rilievo del ruolo ed alla delicatezza del lavoro svolto nel territorio, perciò era importante dare immediato avvio alla trattativa – ha detto l’assessore Satta – Tra i temi, si dovrà dare priorità all’adeguamento dell’indennità di funzione. Altri punti importanti sono quelli dell’orario di lavoro, di un nuovo regolamento disciplinare, della formazione e del trattamento retributivo. Argomenti che andranno definiti tenendo conto delle esigenze del Corpo forestale e, per quanto possibile, degli istituti dettati per il corpo di polizia”.

“Dopo 30 anni di attesa – ha aggiunto l’assessore Lampis – la Giunta regionale ha disposto di inserire in legge l’assegnazione dell’indennità di funzione, consentendo la risoluzione di una battaglia che le donne e gli uomini del Corpo forestale portavano avanti da allora. Oggi, abbiamo provato a dare indirizzi precisi rispetto alle priorità che la Giunta intende dare al Coran, anche sulla base del nuovo contratto collettivo regionale, e vogliamo arrivare preparati prima della nuova campagna antincendio”.

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È partita oggi nel Nuorese la seconda tappa della campagna di screening ‘Sardi e sicuri’, il progetto della Regione, condotto da Ares-Ats, con la collaborazione del professor Andrea Crisanti, microbiologo e ordinario dell'Università degli studi di Padova. La ‘macchina’ dei test per la rilevazione del virus Sars-cov-2 è stata messa in moto alle 8.30 nelle aree designate all'interno dei 52 Comuni della provincia. I punti allestiti sono almeno uno per Comune, sette per la sola Nuoro.

I test si svolgeranno in quattro giornate, due turni suddivisi in altrettanti weekend. Una sola giornata per ciascun turno nei centri più piccoli: per i Comuni di Loculi, Noragugume e Osidda il primo turno si svolgerà solo oggi, mentre a Lei, Onanì e Onifai nella giornata di domani.

I test antigenici rapidi saranno ripetuti nel prossimo weekend su tutte le persone risultate negative al virus. In entrambi i turni i soggetti che dovessero risultare positivi saranno immediatamente testati con il tampone molecolare per confermare l'eventuale infezione e consentire il tracciamento dei contatti stretti.

Il target: la popolazione a esclusione dei minori di 10 anni, per un numero di test stimato tra i 70mila e i 100mila tamponi.

“Prosegue un progetto in cui crediamo con forza. L’obiettivo – dichiara il presidente della Regione Christian Solinas – è l’abbattimento della circolazione virale, che ci consentirà di portare l’Isola fuori dall’emergenza il più rapidamente possibile. Oggi che la Sardegna vede un generale miglioramento dei dati riferibili alla pandemia è fondamentale consolidare i risultati raggiunti per poter successivamente invertire l’andamento della curva dei contagi”.

Una grande opportunità per la Sardegna: “Puntiamo a un risultato importante che può essere raggiunto solo con il contributo di tutte le istituzioni e dei cittadini”, dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu. "Abbiamo avviato un’azione sinergica di tutti gli attori in campo - prosegue l'assessore - e la collaborazione del territorio sarà, anche in questa fase, un elemento chiave. Inoltre la città di Nuoro sarà il banco di prova per testare il nostro modello su un grande centro urbano. Ribadiamo la nostra attenzione per la sanità nuorese, non solo in ragione dell’emergenza Covid. La salute dei cittadini è la nostra priorità".

Si rafforza il modello inaugurato in Ogliastra. Test anche per gli studenti delle scuole, che potranno sottoporsi al tampone volontariamente e gratuitamente negli spazi organizzati presso gli istituti. Si punta a un maggiore coinvolgimento della fascia d’età 14-18 anni: 2.700 gli studenti già iscritti agli elenchi per l’esecuzione dei test, ma si stima potranno essere il doppio (anche chi non ha effettuato la prenotazione potrà richiedere l'esecuzione del test).

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L'epidemia di coronavirus rallenta in Sardegna. Lo certificano i dati riportati nel dossier della Fondazione Gimbe. Nella settimana tra il 27 gennaio e il 2 febbraio,  prosegue un vistoso calo nella saturazione dei posti letto nelle terapie intensive, dal 22% al 17%, occupati da pazienti Covid-19. Meno pressione anche in area medica, dal 28% al 27%.  E, secondo gli ultimi dati di Agenas, riferiti alla giornata del 3 gennaio, nelle intensive si arriva al 14% (-3% in 24 ore) mentre nei reparti non critici si scende al 26%.

Bene anche il numero dei casi attualmente positivi, 927 (1.025 nel periodo 20-26 gennaio), con un incremento del 3,6%, inferiore di un punto percentiuale rispetto al dato precedente.

Risultano in peggioramento, rispetto alla settimana precedente, solo due indicatori: i casi testati per 100.000 abitanti arrivano ad essere 1.013 (1.166 test effettuati nello scorso periodo) con un rapporto positivi/casi testati che sale dal 7,2% all'8%.

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Nell'ambito del progetto ‘PagoPA Sardegna’, che dallo scorso settembre consente ai cittadini di effettuare pagamenti elettronici verso gli enti aderenti, sono stati organizzate tre sessioni di eventi formativi on line per illustrare i servizi di intermediazione offerti dalla Regione e le funzionalità del sistema informativo messo a disposizione degli enti isolani.

“Grazie a questo progetto - ha sottolineato l'assessore regionale degli Affari generali, Valeria Satta – i cittadini possono pagare direttamente, in maniera semplice, standardizzata ed affidabile, tributi, tasse, utenze, rette, quote associative, bolli e qualsiasi altro tipo di pagamento verso le pubbliche amministrazioni. Attualmente sono già attivi sul sistema 177 enti e prevediamo un incremento a breve, anche in vista dell'obbligo di utilizzo esclusivo del sistema ‘PagoPA’ a partire dal 28 febbraio, come disposto dalla Legge nazionale su semplificazione e innovazione digitale, che detta nuove regole e strumenti per la digitalizzazione dei servizi pubblici".

"Il ruolo di intermediario tecnologico della Regione consente di ridurre i costi ed i tempi rispetto a quelli che si avrebbero con più intermediari. Un ulteriore passo per promuovere una Sardegna digitale sempre più vicina al cittadino”, ha aggiunto l’assessore Satta.

Per avere informazioni è possibile contattare il servizio di assistenza ‘PagoPA Sardegna’ via mail (Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.) oppure per telefono al numero 0706064444. 

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Il Tribunale amministrativo della Sardegna deciderà oggi se la Sardegna debba restare in zona arancione oppure se potranno essere applicate le minori restrizioni della zona gialla. Entro le 15 il ministero della Salute dovrà fornire al tar una relazione che deve spiegare quali sono state le ragioni che hanno portato alla classificazione che ha imposto la chiusura di bar e ristoranti e il divieto di circolazione tra i comuni: lo ha chiesto il presidente del Tar che ha analizzato il ricorso presentato dagli avvocati dello studio legale della Regione, su impulso del presidente Christian Solinas. 

Il tribunale di piazza del Carmine chiede di sapere tutto "sulle ragioni che hanno determinato la permanenza della Regione Sardegna per un’altra settimana in zona arancione, anche nel confronto con i dati riguardanti le altre Regioni". Poi il ministero deve informare "sui criteri automatici, o con margini di discrezionalità, seguiti per l’assegnazione alle Regioni di una colorazione, anche in sede di aggiornamento (come quello che è stato fatto il 29 gennaio), nonché sulla valutazione (automatica o discrezionale) sul numero dei giorni minimi di valutazione favorevole necessari per il passaggio in una colorazione meno restrittiva" e dare chiarimento  "sulle valutazioni eventualmente fatte sui dati trasmessi dalla Regione Sardegna ai fini di ottenere il reinserimento in zona gialla, anche con riferimento all’attivazione". 

In serata il provvedimento che decide il destino dei sardi per i prossimi giorni. 

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Ricorso della Regione Sardegna al Tar contro l'ordinanza del ministro della Salute Speranza che conferma l'isola in zona arancione. L'ha annunciato il governatore Christian Solinas. L'atto è stato depositato in piazza del Carmine  nel capoluogo sardo, e non nel Lazio. E si attende la fissazione dell'udienza. Che, per essere utile, dovrebbe arrivare nei primi giorni della settimana prossima. 

"Difendiamo i legittimi interessi e i diritti della Sardegna contro un provvedimento immotivato, che danneggia gravemente il nostro tessuto economico e produttivo affliggendo la Sardegna con un nuovo insopportabile atto di prevaricazione. Oggi tutti gli indicatori consentono di mantenere la Sardegna in zona gialla, permettendo al nostro sistema economico e produttivo di continuare il proprio lavoro", ha spiegato Solinas. 

"Tuteliamo dunque le ragioni e i diritti della Sardegna. La collocazione in arancione - prosegue Solinas - appare immotivata, e nemmeno è possibile individuare con certezza a quali dati si sia fatto riferimento per adottarla. I dati da noi trasmessi dopo essere stati tardivamente avvisati dal Ministero, quelli pubblicati da Agenas e il confronto con gli indicatori di altre regioni in zona gialla, confermano l'ingiustizia del provvedimento adottato, tanto più che sono stati attivati numerosi nuovi posti in terapia intensiva e l'indicatore RT non è mai stato tale da giustificare la collocazione in arancione. Non vi è alcun sovraccarico dei servizi assistenziali. L'ultimo rapporto Gimbe, pubblicato ieri - dichiara ancora il presidente della Regione Sardegna - conferma una situazione pienamente sotto controllo e in continuo miglioramento. Il Ministro della Salute, con l'ordinanza impugnata, ha quindi stabilito sussistesse la necessità e l'urgenza di collocare la Sardegna in zona "arancione" e vi ha dato corso senza che in merito l'Amministrazione abbia potuto concretamente esprimersi o apportare i propri elementi di valutazione (che certo avrebbero consentito di pervenire a conclusioni differenti), applicando un Dpcm pubblicato il venerdì della stessa settimana cui si riferivano i dati presi in considerazione. La Regione, ritenendo tale decisione ingiusta e ingiustificata, ha chiesto, con spirito di leale collaborazione, che il provvedimento venisse modificato, in ragione delle non corrette modalità di adozione del provvedimento e dell'insussistenza dei presupposti per l'applicazione delle misure in esso previste, ma senza esito. Ciò sebbene l'art. 2, comma 3 del Dpcm del 14.1.2021 attribuisca al Ministro della Salute il compito di aggiornare l'ordinanza adottata, a seguito di verifica settimanale del permanere dei presupposti che ne hanno giustificato l'adozione".

"Il Ministro non ha ritenuto di provvedere in tal senso e dopo ore di discussione con gli organi tecnici sulle misure da adottare oggi ha deciso di tenere la Sardegna in zona arancione. La Regione Sardegna - conclude Solinas - si vede quindi costretta a chiedere l'annullamento dell'ordinanza impugnata all'intestato Tar, con richiesta di urgenza e di intervento immediato inaudita altera parte".

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"Grazie al proficuo lavoro svolto dagli Uffici, siamo riusciti ad anticipare la pubblicazione dell’avviso a sportello per la concessione di sovvenzioni a favore delle imprese e dei lavoratori autonomi, perfezionando il bando che consente la partecipazione ad una più ampia platea di destinatari”. Così, l’assessore regionale del Lavoro, Alessandra Zedda, annuncia l’anticipazione della pubblicazione del bando (R)esisto, rispetto ai termini prefissati del giorno 27 gennaio 2021. Tra le modifiche apportate viene evidenziato il contributo parametrato al costo del lavoro annuo, fino ad un massimo del 30 per cento, a condizione che sia mantenuto alla data del 30 giugno 2020, almeno il 40 per cento, e non più il 50 per cento, degli addetti e degli effettivi in servizio rispetto al medesimo periodo dell'anno 2019.

Obiettivo specifico, favorire la permanenza al lavoro e la ricollocazione dei lavoratori coinvolti in situazioni di crisi attraverso l’erogazione di sovvenzioni a Micro, Piccole e Medie imprese (MPMI), Grandi imprese, Lavoratori e lavoratrici titolari di Partita IVA residenti in Sardegna senza dipendenti, particolarmente colpiti dalla pandemia. La presentazione delle domande dovrà essere effettuata esclusivamente utilizzando l’apposito applicativo reso disponibile dalla Regione all’interno del Sistema Informativo del Lavoro e della formazione Professionale (SIL) al seguente indirizzo: www.sardegnalavoro.it. Le domande potranno essere presentate a partire dalle ore 10 del 2 febbraio 2021 e fino alle ore 23:59 del 12 febbraio 2021. Farà fede la data di invio telematico certificata dal SIL. Sarà inoltre possibile consultare le FAQ presentate dagli aventi diritto. 

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Il consiglio regionale ha approvato la legge sul piano  casa: il dibattito è iniziato il 23 dicembre ed è andato avanti tra le tensioni per tredici sedute. Ma alla fine, nonostante fibrillazioni in maggioranza, la legge 108 ha ricevuto il via libera dell'aula con 31 voti a favore.  Resta intangibile la fascia dei trecento metri dalla costa, dove le strutture ricettive possono abbattere e ricostruire ma senza alcun aumento delle volumetrie. mentre si dà il via libera alle costruzioni nell'agro: entro i mille metri dalla costa - oltre i 300 --ì per gli agricoltori professionisti, ma anche oltre per gli hobbisti. 

Nella seduta di oggi il consigliere del M5S, Roberto Li Gioi, ha annunciato il suo voto contrario definendo il testo “una legge fuorilegge”, criticando gli interventi legati ai seminterrati e interrati. «E’ una legge che rende abitabili i piani interrati senza finestre e inventa la compravendita dei crediti volumetrici. Un abominio giuridico che grida vendetta». Li Gioi ha anche criticato l’assessore dell’Urbanistica, Quirico Sanna, per come ha gestito un argomento così delicato, l’assenza del presidente della Regione, Christian Solinas, e il gruppo della Lega. E’ quindi intervenuto il capogruppo della Lega, Dario Giagoni, che ha chiesto rispetto per il suo partito e il suo gruppo

Ha annunciato il voto contrario anche Maria Laura Orrù (Progressisti). La consigliera ha affermato che si sta approvando una legge che sarebbe dovuta essere una proroga del Piano Casa e che si è invece trasformata in una legge urbanistica, che segue ben altri percorsi, con tutti i problemi che ne deriveranno sia per chi la dovrà applicare sia per i cittadini. Per Orrù è una legge che svilisce il territorio e disincentiva la pianificazione territoriale.

Per Laura Caddeo (Progressisti) «questa legge dimostra la mancanza di visione del futuro della nostra Isola». La Sardegna, ha detto, merita di sopravvivere al cemento. Caddeo, annunciando il voto “assolutamente contrario”, si è detta dispiaciuta per come si è svolto il dibattito in aula, “che non ci fa onore” e che ha rappresentato “un confronto insufficiente”.

Valter Piscedda (Pd), anticipando il suo voto contrario, ha ricordato alla maggioranza che esisteva già la Legge 8 e che sarebbe bastato prorogarla fino a giugno, così da avere il tempo di elaborare un testo organico. «Questo testo - ha detto - sarà difficilmente utilizzabile”.

Antonio Piu (Progressisti) ha annunciato il voto contrario e ha ricordato che l’Aula è stata impegnata per 13 sedute, con totale di 140 ore, per approvare un testo che sarà di difficile comprensione. Il consigliere di opposizione ha fortemente criticato il disegno di legge, in particolare, per quanto riguarda gli interventi nell’agro (“case che spunteranno dei deserti non serviranno a niente”), i problemi che dovranno affrontare le amministrazioni comunali, e per gli alberghi e le strutture alberghiere che, da questa legge, saranno penalizzate «perché spunteranno le seconde case vicino alle coste in maniera  quantitativamente maggiori rispetto a quelli che abbiamo oggi e, purtroppo, ci sarà da parte dei proprietari delle seconde case vicino alle coste una concorrenza sleale nei confronti delle strutture alberghiere, che invece producono, assumono e fanno sì che nel nostro territorio ci sia e si produca ricchezza». Piu ha evidenziato la necessità che la Sardegna si doti di una legge urbanistica.

Alessandro Solinas (M5S) ha affermato che quello svolto in aula è stato un dibattito poco edificante nei modi e nei contenuti. Il consigliere ha annunciato il voto negativo evidenziando che la legge va a vantaggio di pochi e non creerà né sviluppo, né progresso. Una legge che indebolirà, ha aggiunto, la Sardegna e che crea false aspettative, visto che sarà sicuramente impugnata.

Voto contrario anche da parte  di Eugenio Lai (Leu) che ha elencato i motivi del suo giudizio negativo sul testo. Il consigliere ha sottolineato, in particolare, che si tratta di una legge che va a vantaggio di pochi, che vuole trasformare le stalle in seconde case, che consentirà agli imprenditori più ricchi di speculare, che va a vantaggio dei furbi, che svilisce la pianificazione comunale, che è “un’accozzaglia di norme particolari pensate ad hoc e anche mal scritte”, che ha una visione di sviluppo turistico che si basa solo sull’aumento delle camere degli alberghi, che amplia il divario tra i cittadini più ricchi e quelli più poveri e che punta al consumo del suolo e a un modello di sviluppo già fallito in passato. «Dico sì invece a una politica coraggiosa e visionaria nell’interesse di tutti i sardi», ha concluso Lai.

Per Massimo Zedda (Progressisti) è stata un’occasione persa perché il Consiglio avrebbe potuto parlare di sviluppo e impostare una nuova legge urbanistica. Il consigliere ha ribadito che la legge sarà sicuramente impugnata dal Governo, che potrebbe anche chiedere alla Corte Costituzionale di bloccarne gli effetti, visto che si tratta, ha continuato, di una legge che “potrebbe produrre drammatiche conseguenze per l'ambiente, per le tante cittadine e cittadini e per le imprese” che, in buona fede, potrebbero utilizzare la testo che sarà approvato. Zedda ha annunciato il voto contrario.

Per Desiré Manca (M5S) è una legge a cui mancano soltanto “nomi, cognomi e indirizzi”. Una legge che, con la scusa di creare lavoro e di rilanciare l'edilizia, ha detto, di fatto autorizza l'abitabilità dei seminterrati e, “cosa molto più grave degli interrati”. Per Manca la maggioranza ha creato il mercato delle volumetrie che aumenterà il divario tra ricchi e poveri. E ha evidenziato, annunciando il voto contrario, che la maggioranza non ha una visione strategica né per quanto riguarda il settore urbanistico, né per quello turistico.

Il presidente della Quarta commissione, Giuseppe Talanas (FI), ha ringraziato tutti i consiglieri di maggioranza e opposizione, che compongono la commissione, per l’importante lavoro svolto. E ha aggiunto che non ritiene il testo una legge frettolosa, perché da quando è stata assegnata alla sua commissione “una squadra di legislatori ha lavorato ininterrottamente”. Per Talanas si tratta di una legge difficile e tecnica, in cui è stato complicato, a volte, tradurre l’esatta visione politica su determinati argomenti. Per questo, ha detto, il lavoro fatto in commissione e in aula è stato importante per migliorare il testo. Secondo il presidente non è una legge che ha “nomi o indirizzi”, ma è generale e astratta, ricordando che era attesa da tanti cittadini. Il presidente del parlamentino ha anche sottolineato che questa legge non risolve tutti i problemi e che potrà anche essere integrata con altri provvedimenti.

Per Francesco Mura (capogruppo FdI) questa legge viene approvata “dopo 25 giorni in cui l’opposizione ha tenuto in ostaggio quest’Aula”. E citando il collega Li Gioi, ha affermato che il Piano casa delle Libertà, come lo ha chiamato il collega, spiega bene l’importanza di questa legge: “La Sardegna ha bisogno di libertà e con questa legge un po’ gliela stiamo restituendo”. Mura ha sottolineato che questo testo non risolve tutto, ma è “un tassello che sarà fondamentale per lo sviluppo di questa terra”. Ha, poi, ricordato che è una legge che aspettano tanti cittadini e professionisti e ha sottolineato l’importanza dell’attenzione che è stata riservata ai cavalieri della Sartiglia. Mura ha annunciato il voto a favore.

 Giorgio Oppi (Udc Cambiamo) è intervenuto a titolo personale e, pur annunciato il voto favorevole, ha evidenziato che non gli è piaciuto il metodo utilizzato per arrivare a questa legge. Ha evidenziato che il suo gruppo si è sempre battuto perché venissero tutelati gli interessi generali, mentre in questo testo ci sono interessi particolari. Oppi ha anche aggiunto che nel testo vede luci e ombre e che, seppur la legge è stata migliorata, non sarà una legge eccellente.

Voto favorevole è stato annunciato anche da Roberto Caredda (capogruppo Misto). Si tratta, ha detto, di un disegno di legge per il riuso, la riqualificazione e il recupero del patrimonio edilizio esistente. Il nuovo piano casa dalla Sardegna – ha detto - porterà benefici ai cittadini e nuove importanti possibilità di sviluppo nel campo edilizio, soprattutto, in questo delicato momento storico. Caredda ha ringraziato tutti coloro che hanno lavorato alla stesura del testo, dall’assessore Sanna e il suo staff al presidente Solinas, ma anche i componenti della commissione Urbanistica, dirigenti e funzionari. “La prima importante legge del 2021 ci proietta verso una riforma complessiva della legge urbanistica – ha detto - che dovrà essere innovativa e rispondente alle nuove reali esigenze della nostra società”.

Per Aldo Salaris (capogruppo Riformatori) si tratta di un provvedimento generale che ha avuto la necessità di un confronto ampio e minuzioso. Un testo improntato alla riqualificazione dell'esistente, comune denominatore di questo testo. Per Salaris è stato così chiarito che la maggioranza ha la volontà di tutelare l'ambiente della Sardegna, creando anche opportunità di sviluppo per l’Isola. Il consigliere ha dichiarato il suo voto favorevole.

Voto contrario è stato annunciato, invece, dal capogruppo del M5S, Michele Ciusa, il quale ha ricordato che il suo gruppo è sempre stato contrario a questo testo. Un disegno di legge, ha detto, che guarda al passato e non al futuro e che ancora premia le coste e non le zone interne, creando sempre più l’effetto “ciambella”. Ciusa ha ricordato che il suo gruppo è favorevole a uno sviluppo sostenibile e non all’idea di sviluppo presente in questo testo.

 Voto favorevole è stato dichiarato da Emanuele Cera (FI), che ha ringraziato l’assessore Sanna e la commissione per il lavoro svolto e ha evidenziato che questa legge chiarisce una volta per tutte che non è vero che la maggioranza è a favore della cementificazione e non tutela l’ambiente. “La paventata cementificazione – ha detto – non c’è stata”. Per Cera questo testo creerà importanti opportunità di sviluppo per il lavoro degli artigiani, per il settore turistico e per il comparto edilizio. Cera ha anche sottolineato l’importanza dell’intervento a favore dei cavalieri della Sartiglia (“costruzione dei box”) e ha affermato che questa legge non è punto di arrivo, ma un punto di partenza.

Voto favorevole anche da Antonello Peru (Udc Cambiamo): al coro unanime di no dell’opposizione opponiamo un sì rivolto alle famiglie e non agli speculatori. Per Peru la legge, abbinata anche ad altri incentivi (“110%) offrirà opportunità di sviluppo. E per quanto riguarda l’agro ha chiesto: “Perché non dobbiamo consentire ai sardi di vivere in campagna?”. Per il consigliere, che si è detto d’accordo con il collega Oppi sulla necessità di dotarsi di uno strumento organico, né il Ppr né la legge 8 hanno portato benefici allo sviluppo della Sardegna.

Fausto Piga (FdI) ha affermato che l’approvazione della legge arriva dopo un confronto lungo, in cui non sono mancate le tensioni e in cui sono arrivati anche spunti positivi da parte dell’opposizione. Dalla minoranza, però, ha continuato, non sono mancati i no ideologici e gli inutili allarmismi. La verità, ha continuato Piga, è che non ci sarà alcuna devastazione con cemento e mattoni. Il consigliere, annunciando il voto favorevole, ha affermato che con questa legge sono stati mantenuti gli impegni presi con chi ha votato la maggioranza.  (Eln)

Per l’on. Ganau (Pd) «questa legge è nata male e finita peggio, mette in campo milioni di metri cubi con un disordine che non si è mai visto in Sardegna nell’urbanistica. Una legge che risponde a interessi particolari ed esautora i comuni dalla possibilità di programmare lo sviluppo dei propri territori. In più mettete a rischio la vita dei cittadini con le residenze dei seminterrati e violentate l’agro con le costruzioni nelle campagne. Sarà una legge foriera di infiniti contenziosi e cassata dal governo. Per questo votiamo convintamente no e per questo abbiamo fatto una battaglia che non ha prodotto i frutti sperati per la vostra chiusura sin dalla proposizione della legge in commissione che qui in aula».

Di parere opposto il capogruppo della Lega Sardegna, Dario Giagoni: «Il nostro gruppo ha contribuito a dare migliorie a questa legge, frutto dell’ascolto prolungato delle parti sociali. A dispetto di quanto ho letto su alcuni giornali, la maggioranza è salda e unita nel solo bene dei sardi e le nostre divergenze sono assolutamente sanabili in un contesto dove non vige il pensiero unico. Queste norme erano richieste, le avevamo promesse e le abbiamo mantenute. Siamo all’avvio della nuova legge urbanistica, sarà questo il prossimo passo. Alla sinistra dico che noi, a differenza loro, non siamo contrari allo sviluppo e all’economia».

Per l’on. Giovanni Satta (Psd’Az) «questa legge è comunque una risposta alle domande degli elettori ma invito l’assessore e la Giunta perché da domani mattina si apra il confronto con il governo sul Ppr, per rivederlo in senso più favorevole per la Sardegna. E poi chiedo che si scriva la legge urbanistica, anche coinvolgendo la minoranza. In 25 anni la politica sarda non c’è riuscita ma credo sia il momento».

Per l’on. Mula, capogruppo del Psd’Az,  «bisogna sottoscrivere le parole dell’amico Satta perché il vero obiettivo del Consiglio regionale non poteva essere questa legge ma una legge urbanistica nuova. Assessore, ci dovete lavorare per arrivare a questo obiettivo. Siamo consapevoli che il testo che stiamo licenziando non cambierà le sorti di questa terra ma almeno è un primo passo avanti».

Per l’on. Agus, capogruppo dei Progressisti, «la maggioranza sta per approvare una pessima legge e non è un caso che non sia presente in Aula il presidente della Regione, che si riserva il diritto di disconoscere questo testo, in tutto o in parte. Questa è una legge che farà lavorare gli avvocati e le imprese di demolizioni. Noi siamo contro  al peggio di quanto già accadde negli anni ’70 e ’80. Bisognava fare altro, salvare il piano casa e adattare la norma al contesto sardo evitando così il rischio di un giudizio di illegittimità costituzionale. Il nostro è un convinto no».

 

 

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