Mercoledì, 21 Agosto 2024 20:14

Marta Maggetti, regina olimpica del windsurf In evidenza

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Marta Maggetti premiata dall'assessora regionale Ilaria Portas Marta Maggetti premiata dall'assessora regionale Ilaria Portas

“Sono fiera di essere sarda. L’oro a Parigi? Non ho ancora realizzato ma con la testa sono ai giochi di Los Angeles 2028”.  Modello ed esempio per tanti giovani: “Atleta e donna straordinaria” dice l’assessore regionale allo sport, Ilaria Portas

Mario Frongia

Sul caschetto bianco indossato tra le onde e i venti del golfo di Marsiglia, brilla il nome, in blu stampatello maiuscolo. Poco distante il fumetto che la ritrae, in rosso, circondata da fulmini e saette: “Sono io e i miei superpoteri” dice con un filo di dolce ironia. Marta Maggetti, ventotto anni di splendida modestia. La medaglia d’oro è poco distante. Con indosso la polo ufficiale dell’Italia griffata Armani, alle spalle il tricolore e il drappo dei Quattro mori: “Il mio rammarico? Non averlo potuto sventolare appena ho vinto la gara!”. Marta è quel genere di magia sportiva e umana che accompagna le persone per bene, sincere, riservate. Abili nel capire che sacrifici, lavoro, determinazione pagano. Un mix che ricorda un gigante dello sport, scomparso nel gennaio scorso, Gigi Riva. “Alle premiazioni mi è venuto spontaneo pensare a quanto avesse dato alla Sardegna, ai sardi, a Cagliari. Anch’io sono fierissima di essere sarda e di aver dato un po’ di emozioni ai miei corregionali. Ci tenevo a vincere per la mia terra”. Tutto perfetto, senza neanche una sbavatura.  Figlia del Windsurfing club di Cagliari, genitori assecondanti e motivanti, vittorie in serie dall’età di quindici anni. In breve, pane, nutella e Marina piccola, gioiello del golfo degli Angeli. Una storia che si racconta da sola. Con le luci della ribalta che la colgono quasi impreparata dopo l’oro nel windsurf. Il dettaglio? Il podio per l’Italia mancava dal 2000. Da Alessandra Sensini, oro alle Olimpiadi di Sidney. La cronaca ricorda la scritta che aveva sulla maglia da ragazzina: “Se mi vedi, sei dietro”. Marta sorride. E smorza: “Eravamo un bel gruppo, si scherzava. Nulla a che fare con la superiorità”. Nella acque di Marsiglia l’hanno vista idealmente l'israeliana Sharon Kantor, argento, e la britannica Emma Wilson, bronzo.

Fatica, rinunce, obiettivi. “È stato un risultato un po’ inaspettato. L’obiettivo era quello di prendere una medaglia dopo che avevo sfiorato il podio alle Olimpiadi di Tokyo, tre anni fa”. Parole pesate con attenzione. Marta Maggetti rende tutto semplice, innanzitutto a se stessa. “Il primo posto è stato una ricompensa per tutti gli sforzi che ho fatto”. Ci sarebbe da fermarsi. Per incollare giorni, mesi, anni sulla tavola. Salsedine e freddo, pioggia e vento a scolpirti il viso. Tanta fatica a intorpidirti anima e corpo. La vita di chi va per mare. Lo rispetta, lo studia, va avanti. Come è successo tre settimane fa in Francia. “La vera difficoltà? L’ho affrontata durante le semifinali a dieci, in passato ho sofferto. Con questo nuovo formato è un attimo perdere tutto, visto che ne vanno avanti soltanto due”. Nella sala conferenze di Galleria progetti in via Milano, la voce si perde. Giusto un attimo. “Non ero partita benissimo ma sono riuscita a recuperare al secondo giro. Ho fatto una manovra particolare, ma avevo le gambe che mi tremavano, come una principiante a lezione di vela. Sono rimasta concentratissima ed è andata. Si, è stata  una grande emozione”. Le Olimpiadi francesi, sintesi e tesi di un percorso sportivo di eccellenza. I flash sono indimenticabili: “Sono stata a Parigi, a Casa Italia e a una festa bellissima. Ho visto alcune gare di ciclismo, poi sono dovuta ripartire”.

Profumo di Sardegna. Marta e gli altri. I super sardi di un’edizione dei Cinque cerchi indelebile. “Ho fatto i complimenti a Stefano Oppo, ci siamo incrociati in altre occasioni. Mentre non conosco Alessia Orro e conto di poterla sentire presto”. Quasi come se passasse per caso. Un oro che vale un’esistenza. Una vittoria che guarda lontano: “Adesso, mi riposo. È da due settimane che vado tranquilla ma non ho resistito e sono andata a fare un giretto in acqua con un surf da onda. Sarò qui a settembre per due manifestazioni di rilievo e poi aprirò il percorso che sto pianificando per le olimpiadi che si terranno a Los Angeles nel 2028. Intanto, prima sarà necessario qualificarsi”. Un panzer con canotta bianca e scritta ITA al centro, boxer da gara, occhiali e capellino. Con una corazza che poggia su tecnica, agonismo, temperanza e senso dello sport. Quindi, della vita. L’olimpionica sorride. E posa con l’assessora regionale allo sport, Ilaria Portas. Che spiega: “Marta il 3 agosto scorso ci ha fatto un regalo enorme. Il messaggio straordinario che passa per i nostri giovani è un inno alla forza d’animo, al non mollare mai, al saper reagire alle avversità”. La regina dell'Iqfoil, la nuova tavola a vela al debutto in Francia, prova a staccare la spina: “Dopo Tokyo non ho avuto più il modo di fermarmi. Ma adesso lo faccio con piacere". Si ripassa - con il tema medaglie di legno che ha visto l’Italia al top - dal quarto posto giapponese. “Alle Olimpiadi piazzarsi quarti è comunque un risultato eccezionale, visto il livello della competizione. Per alcuni è un incubo. Ma a me ha dato la carica”. Le ricordano che è entrata nella storia dello sport italiano e mondiale, quella con la esse maiuscola. “Faccio ancora fatica a capacitarmi” taglia corto. E sale con garbo in cattedra:  “Il movimento sardo ha tanti atleti e tanti giovani talenti, mi piace allenarmi con loro. Ho iniziato da piccolissima, non pensavo al risultato, mi piaceva stare in acqua. Un consiglio? Divertitevi, con meno stress il corpo risponde meglio". Il volto della campionessa delle Fiamme gialle è sereno. E sa di gioia e profonda soddisfazione. Più che meritata.  

Ultima modifica il Mercoledì, 21 Agosto 2024 20:25