Domenica, 23 Aprile 2023 10:35

Il Cagliari crolla a Parma. I rossoblù non la chiudono e subiscono un rigore troppo generoso In evidenza

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Dopo dieci risultati utili - ma con sette pareggi è dura guardare da vicino i posti nobili dei play off - il Cagliari è caduto a Parma. Il 2-1 è maturato da un rigore fin troppo generoso, il primo, e da un secondo tempo opaco e incomprensibile dei rossoblù. Po, ci sono i cambi. Claudio Ranieri l’ha precisato per l’ennesima volta alla vigilia: “Ho questi giocatori” l’onesta e legittima sintesi del tecnico. Proviamo a riannodare i fili. La squadra al Tardini è partita bene. Determinata e vogliosa, linea difensiva alta, esterni, Zappa e Nandez da una parte, Azzi e Deiola dall’altra, in buona sincronia. In mezzo, Dossena e Obert hanno fatto il resto, con Makoumbou che ha snellito i tocchi e iniziato a giocarla più spesso in verticale. Lapadula che la mette dentro beffando anche sua maestà Buffon, ma il mito è parso a fine corsa, è la sintesi del miracolo Ranieri. Sì, perché di questo si tratta. Ed è ingeneroso accusare l’allenatore di ritardare i cambi, di pensare al pareggio “quando non si può vincerla”. La rosa è quella, frutto di una retrocessione orribile, progettata male e assortita peggio. Con alle spalle un girone d’andata disastroso, la risposta ovvia a un non progetto, basato su troppa improvvisazione, dirigenti e tecnici cacciati dall’oggi al domani. Aver perso il faccia a faccia con il Parma, entrambe a 48 punti, a cinque gare dalla fine, è molto doloroso. Ma se dopo l’1-0 e almeno altre due occasioni interessanti - una nitida anche per il Parma - non hai la forza, la garra, la rabbia per chiuderla e pian piano ti viene il braccino, succede questo. E ti ritrovi al sesto posto in attesa del Pisa, in campo domani. Ma soprattutto, perdi terreno da Sudtirol e Bari.

Sulla gara, poche storie. I cambi di Pecchia hanno inciso, quelli del Cagliari no. Anzi. Caso mai, c’è da chiedersi quali siano le condizioni generali di Kourfalidis e Rog, se Deiola, encomiabile per impegno e attaccamento, batte Lella e ritrova una maglia da titolare. Ma un passo indietro è obbligato. L’arbitro Gariglio ha concesso un rigore troppo generoso, indirizzato dal Var. Che poi Man sigli il gol del secolo – ma in tre non sono riusciti a ostacolarlo -  e Radunovic pari lo scavetto di Mihaila, altro rigore, fa parte di un film da dimenticare in fretta. Più in generale, c’è da pensare che aver strepitato in settimana contro l’Osservatorio che aveva stabilito il divieto per i tifosi residenti in provincia di Cagliari, dopo gli incidenti innescati dagli ultras a Pisa e i Daspo emessi da varie questure, abbia sortito un pessimo effetto. Una situazione analoga in casa rossoblù è stata già vista: lo scorso anno la presidenza si lamenta contro i torti arbitrali, dopo la sconfitta di Marassi con il Genoa, e chiede giustizia. Per la gara successiva in casa, con il Verona, il designatore invia Orsato, internazionale ritenuto tra i primi tre fischietti al mondo. L’arbitro dirige al top. I veneti daranno una severa spazzolata al Cagliari. Le analogie e i confronti nello sport hanno poco senso. Ma talvolta aiutano ad avere una lettura più ampia. E pare poco sensato anche il silenzio stampa post gara deciso dal club.   

Il bilancio è nitido. La squadra di Ranieri ha ancora quattro gare, in casa con Ternana e Palermo, fuori con Perugia e Cosenza, l’ultima con i calabresi che potrebbero essere già salvi. I play off sono lì, anche se i posti pregiati sono andati. Serve un ultimo sforzo e di certo i pareggi non bastano, e non sono mai bastati. La squadra che subisce un rigore inesistente che condiziona. Ma ha mezzora per provare a vincere. Invece, pian piano si sgonfia, molla ed è la stessa che crea poche occasioni da rete, tira poco, soffre. Ottimismo e fiducia per Sir Claudio sono blindate. Ma è complicato immaginare che certi nodi e una politica societaria recidiva e deficitaria a monte possano essere raddrizzate come nulla fosse. Ai tifosi il compito di sostenere comunque la rosa, applaudire Ranieri e sostenere fino all’ultimo minuto chi scende in campo. In attesa della Ternana, sabato prossimo alla Domus.

 

Mario Frongia