Domenica, 14 Maggio 2023 09:47

Cagliari, le magie di Claudio Ranieri In evidenza

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Un piccolo grande miracolo. Claudio Ranieri e il Cagliari, dalla prima con il Como di Fabregas al Palermo di Corini: un girone di ritorno che per punti fatti vede i rossoblù appena dietro a Frosinone e Genoa, le prime del campionato, volate in A direttamente. Ma non solo. Sir Claudio ha preso un gruppo reduce da una retrocessione orribile, costruito male e gestito peggio. È arrivato e ha trovato macerie e contestazioni, dal presidente allo staff tecnico. Uno spogliatoio devastato e senza spirito, calciatori scontenti, infortunati, ingrigiti. Asseminello è stato colpito dalla cacciata di Liverani, e, a seguire, del direttore generale e sportivo, Passetti e Capozucca, del team manager e del tecnico aggiunto, Muzzi e Pisacane. Con la classifica che vedeva il Cagliari più vicino alla coda che alla testa. E comunque, ben al di sotto dei soliti proclami societari, estivi e invernali. Il tecnico di San Saba, ha saputo rivitalizzare il gruppo, ha messo a posto la difesa, ha dato equilibrio ai reparti, ha saputo tirar fuori dai suoi una crescita mentale e agonistica imprevedibile. Un miracolo, appunto. Scandito dall’imbattibilità casalinga e da due sole sconfitte in trasferta, Modena e Parma. Testa, lavoro e ancora lavoro. Un viaggio che ha permesso di conquistare matematicamente i play off a due turni dalla fine della regular season, dopo il sontuoso 5-0 rifilato al Perugia al “Curi”. Insomma, una magia. Senza scordare che l’allenatore ha saputo assorbire anche una modesta campagna di riparazione al mercato di gennaio: aver fatto diventare un play serio e, forse, da categoria superiore, l’acerbo e farraginoso Makoumbou è la sintesi pregiata del lavoro di mister Leicester; “Non è Kanté ma sono tranquillo”. Aver messo Lapadula in condizioni di volare fino ai 20 gol attuali, bomber della B, è un altro ottimo risultato, così come aver dato fiducia a Dossena, Azzi, Obert, Kourfalidis e Lella. Per non parlare della rigenerazione di Nandez, Zappa, Di Pardo, Mancosu e dello stesso Prelec. Mosse che, oltre a rimpinguare il valore economico del gruppo, hanno messo in luce la serietà e il pragmatismo del coach romano. Su queste frequenze i tifosi più anziani non si sono sorpresi più di tanto. Claudio Ranieri è il debuttante che oltre tre decenni fa ha preso il Cagliari degli Orrù, lungimiranti e competenti, dalla C dell’Amsicora e, con l’abilità di Carmine Longo, l’ha portato in A. Chi l’ha conosciuto, nonostante abbia allenato e vinto in mezza Europa con le big e al timone di squadre in forte difficoltà, ne ha ritrovato i tratti umani e professionali.

Ma adesso, compiuta l’opera, serve il guizzo. “Andiamo a Cosenza per vincere. Anche loro si giocano un pezzo molto importante di stagione. Ma noi non possiamo staccare la spina. Sui play off sappiamo che sono una lotteria, rispettiamo tutti ma non temiamo nessuno. Spero siano quattro partite, nelle gare secche può succedere di tutto” le parole del tecnico nel dopo Palermo. Il 2-1 rifilato ai rosanero di Corini ha chiuso il cerchio. Il perimetro tattico, agonistico e organizzativo del collettivo, oltre alle motivazioni individuali, sono al top. Il Cagliari è a quota 57. Sesto posto, alla pari con il Parma che però vanta uno score migliore negli scontri diretti. La quarta piazza è del SudTirol, pari in rimonta con il Cittadella, con 58. In breve, tutto può accadere. Anche che si agguanti il quarto posto: se la squadra di Bisoli e i parmigiani non vincono le prossime a Modena e con il Venezia (la squadra più in forma delle prime otto), battendo il Cosenza Pavoletti e soci possono evitare il turno preliminare. In caso contrario, con la classifica attuale, i rossoblù dovrebbero affrontare nei preliminari il Venezia alla Domus. Venerdì prossimo in coda e in testa si decide un torneo combattuto come non mai. Il Cagliari sa quel che deve fare. Poi, si faranno i conti.

 

Mario Frongia