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ASL CAGLIARI Ospedale di Isili: già operativa un'altra anestesista per supportare le attività del presidio
La professionista andrà a coprire i turni del presidio ospedaliero e, nel contempo, collaborerà con dott. Salvatore Burrai, medico specialista in Chirurgia Plastica che, dal mese di settembre a oggi, ha già effettuato oltre 400 interventi al San Giuseppe Calasanzio

CAGLIARI, 14 aprile 2023 - Arriva a Isili, nell'ospedale San Giuseppe Calasanzio, un'anestesista già dipendente della ASL di Cagliari, che andrà a coprire i turni del presidio ospedaliero e, nel contempo, supporterà le attività del dott. Salvatore Burrai, medico specialista in Chirurgia Plastica del Dipartimento di Chirurgia del PO SS. Trinità, diretto dal Dott. Raffaele Sechi, che opera già dal mese di settembre 2022 nell’ospedale di Isili.

"Si tratta di un ulteriore tassello che va ad aggiungersi ai professionisti che stanno decidendo di svolgere la loro attività nei territori della ASL di Cagliari, dopo aver maturato esperienza in presidi della città metropolitana - spiega  Marcello Tidore, manager della ASL di Cagliari -. La Direzione qualche mese fa aveva avviato il progetto per contribuire a ridurre le liste di attesa per alcune prestazioni di chirurgia plastica programmata e di rilanciare e potenziare l’attività chirurgica del P.O. San Giuseppe, valorizzando le risorse esistenti, integrandole con altri professionisti”.
 
"Nell'ospedale di Isili si eseguono due sedute operatorie settimanali aggiunge il Chirurgo plastico dott. Salvatore Burrai - Da settembre a oggi al San Giuseppe abbiamo eseguito un totale di 240 interventi in regime ambulatoriale e Day Hospital. Nei 2 ambulatori CUP a Cagliari (P.O.Marino) e ad Isili (P.O.San Giuseppe) vengono effettuate 18 prime visite CUP settimanali; sono invece oltre 400 le prime visite eseguite dal mese di settembre 2022 con le agende piene, sia a Cagliari che ad Isili, fino ad Agosto 2023".  

"I nostri pazienti vengono da tutta la Sardegna per eseguire interventi come asportazione di voluminose formazioni cutanee e sottocutanee, malformazioni congenite o acquisite, ulcere e lesioni che richiedano ricostruzioni tissutali con lembi cutanei, innesti di cute e matrici dermiche", conclude Burrai.

La presenza di un'ulteriore anestesista, che ha preso servizio già nei giorni scorsi, permetterà inoltre di ridurre il ricorso a figure esterne, tramite convenzione, da altri presidi o Aziende sanitarie, riducendo così non solo i costi sanitari ma soprattutto garantendo una continuità assistenziale nel rapporto medico-paziente che assicura una migliore presa in carico e qualità nelle cure.
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Oltre 160 mila screening, 9.200 ricoveri ospedalieri e 64.500 prestazioni ambulatoriali. Sono questi, in sintesi, i volumi registrati nell’Isola dal piano di recupero delle prestazioni sanitarie rimaste inevase durante il periodo della pandemia da Covid-19, per una spesa, in relazione alle prestazioni erogate tra pubblico e privato, di circa 7,5 milioni di euro dei 13,6 stanziati per questo scopo a favore della Regione Sardegna. Un piano di recupero che, secondo quanto stabilito dal decreto mille proroghe a livello nazionale, è esteso per tutto il 2023.

“L’impatto del Covid sul sistema sanitario nazionale è stato un evento epocale e lo è stato in particolare sulla nostra sanità regionale impoverita da una lunga stagione di tagli e blocco del turnover iniziati fin dal 2004. Nonostante la difficile situazione dettata soprattutto dalla carenza di specialisti il piano di recupero delle prestazioni prosegue ed è andato avanti registrando, in alcuni casi, risultati superiori alle aspettative, come accaduto per i ricoveri dove a fronte di 5.835 prestazioni, stimate come recuperabili nel 2022, ne sono state recuperate quasi il doppio”. Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, in risposta alle recenti polemiche politiche.

“Le risorse a disposizione del piano regionale non sono sparite, sono state impiegate su tutto il territorio e continueranno a essere utilizzate fino a quando non sarà recuperata anche l’ultima visita rimasta indietro. Il tema dell’abbattimento delle liste d’attesa riguarda tutte le Regioni, una sfida che a livello nazionale non può essere persa e che rappresenta per noi una priorità assoluta che andrebbe affrontata con la massima compattezza e responsabilità da parte di tutti, soprattutto a livello politico e istituzionale, nell’interesse dei cittadini. Dispiace, mentre si lavora con il massimo impegno per superare i problemi, registrare invece l’ennesima strumentalizzazione politica, che ancora una volta arriva da chi ha lasciato in macerie il nostro sistema sanitario regionale”, conclude l’esponente della Giunta.

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“Sostenere che da parte della Regione non ci sia, o non ci sia stata, la giusta attenzione nei confronti dei medici dell’emergenza territoriale e per l’irrinunciabile lavoro che svolgono ogni giorno è semplicemente il ribaltamento della realtà”. Lo dichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, in risposta alle polemiche sollevate in seguito alla firma del nuovo Accordo integrativo regionale (AIR) sottoscritto con i sindacati della categoria.

“Proprio per rispondere alle criticità della medicina dell’emergenza territoriale, a dicembre siamo intervenuti disponendo un aumento strutturale del fondo AIR di oltre 900 mila euro annui, prevedendo che questa modifica andasse a decorrere dal primo giugno 2022, con lo scopo di adeguare la remunerazione delle ore aggiuntive dei medici in servizio nel 118. L’incremento del fondo ci ha consentito di aumentare la retribuzione lorda oraria per le ore aggiuntive del 33%, da 45 a 60 euro con decorrenza retroattiva, intervenendo così su una situazione ferma dal 2019. Una soluzione che ha visto la contrarietà di una sola delle sigle presenti al tavolo”.

“Sorprende inoltre il paragone emerso per giustificare la mancata sottoscrizione dell’accordo – precisa l’assessore – che ha messo a confronto infermieri (dipendenti del sistema sanitario regionale) e medici dell’emergenza territoriale (personale convenzionato), raffrontando le retribuzioni per le prestazioni aggiuntive dei primi con l’orario aggiuntivo dei secondi, istituti contrattuali completamente diversi. I 40 euro netti per le prestazioni aggiuntive degli infermieri sono un importo onnicomprensivo, non essendo previsto rimborso chilometrico. In questi termini il confronto non può che essere che una fuorviante forzatura. Voglio inoltre ricordare che, come anche per le prestazioni aggiuntive per il personale dirigente del sistema sanitario nazionale, gli importi orari previsti dai CCNL sono sempre al lordo e mai al netto”.

“Dispiace quindi non aver trovato l’intesa con tutte le sigle sindacali. L’accordo raggiunto non risolverà tutti i problemi, ma rappresenta un passo importante, senza il quale la retribuzione sarebbe rimasta a 45 euro l’ora. Nell’emergenza territoriale il ruolo del medico è insostituibile e continueremo a lavorare nella direzione presa per dare loro il massimo sostegno”, conclude l’esponente della Giunta

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“La pandemia ha rappresentato un evento epocale che ha sconvolto le nostre vite. L’impatto del virus, sul piano sanitario, sociale ed economico, è ancora oggi evidente a un anno dalla fine dello stato d’emergenza. Quasi 7 milioni le vittime in tutto il mondo, secondo i dati dell’Oms, oltre 2 milioni solo in Europa. Un dramma che non ha risparmiato la Sardegna, che oggi paga un pesante tributo di quasi tremila vittime”. Lo dichiara il Presidente della Regione Sardegna, Christian Solinas, in occasione delle celebrazioni per la giornata nazionale delle vittime del Covid-19, il 18 marzo.

“La Sardegna – sottolinea il Presidente – non dimentica chi ha perso la vita a causa del virus e lo fa ricordando la grande forza con la quale i sardi hanno combattuto questa battaglia. Nel momento più difficile abbiamo avuto la capacità di reagire e di rialzarci soprattutto grazie al profondo impegno di chi ha combattuto in prima fila sul territorio e nelle corsie degli ospedali, con sacrificio e abnegazione: medici, infermieri, operatori, tecnici e personale del comparto del nostro sistema sanitario regionale. La memoria di chi non ce l’ha fatta vive nell’immenso lavoro svolto nel corso della lunga campagna di vaccinazione partita con la prima somministrazione il 27 dicembre del 2020. Da quel giorno, carico di speranza, in Sardegna sono state somministrate 3,8 milioni di dosi di vaccino contro il Covid: adulti e giovani, uomini e donne, che con senso di responsabilità hanno aderito alla campagna per proteggere se stessi e le persone più fragili”.

“La più grande forma di rispetto che possiamo rivolgere alle vittime è quella di non dimenticare la lezione che il Covid ha impartito ai nostri sistemi sanitari. Oggi, pur nelle difficoltà dovute alla carenza di figure professionali indispensabili, abbiamo gettato le basi per un modello di assistenza nuovo, moderno e sostenibile, anche attraverso gli investimenti del Pnrr e con l’ausilio delle nuove tecnologie e la realizzazione di quelle strutture intermedie che avranno il compito di dare assistenza e costituire un filtro tra territorio e ospedale”, conclude il Presidente Solinas.

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Dalla Regione nuovi indirizzi per un modello di triage improntato all’efficienza organizzativa nella gestione degli accessi nei pronto soccorso. Nel corso dell’ultima seduta, la Giunta Solinas, su proposta dell’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, ha approvato le linee guida per la riorganizzazione dei percorsi di triage nei pronto soccorso della Sardegna.

“Il triage – spiega l’assessore Doria – rappresenta il primo momento d’accoglienza per le persone che arrivano in pronto soccorso ed è una funzione che ha lo scopo di identificare le priorità di assistenza. Il modello a cui le nuove linee di indirizzo fanno riferimento è quello del ‘triage globale’, dove il paziente viene preso in carico secondo un approccio volto alla gestione di tutte le sue problematiche attraverso una valutazione basata su elementi soggettivi e oggettivi. I nuovi indirizzi applicano sul nostro territorio le linee guida nazionali, come risultato di un lavoro portato avanti da una cabina di regia regionale costituita dai direttori dei pronto soccorso con il maggior numero di accessi. Il nuovo modello sarà preceduto da percorsi formativi rivolti al personale”.

Le nuove linee guida prevedono un sistema basato su cinque codici di priorità indicati con una numerazione da uno a cinque, dal più al meno urgente, associati ai colori: rosso (emergenza), giallo (urgenza), azzurro (urgenza differibile, caratterizzata da un basso rischio evolutivo delle condizioni del paziente), verde (urgenza minore) e bianco (non urgenza). Per tutti i codici (ad eccezione del rosso, per cui lo standard prevede l’accesso immediato al trattamento sanitario) è prevista una rivalutazione della classe di priorità che deve essere ripetuta a cadenze prestabilite.

“Di particolare importanza – sottolinea l’assessore Doria – è quanto previsto per i codici 4 e 5, cioè i bianchi e i verdi, in cui rientra la possibilità di attivare percorsi rapidi denominati ‘fast track’. Parliamo di casi a bassa complessità di cura che necessitano di un tipo d’assistenza riconducibile a un unico specialista e che nella maggior parte dei casi si concludono con il rinvio a domicilio del paziente. I diversi percorsi (ortopedico, oculistico, dermatologico, ginecologico, urologico, ecc…) vengono definiti dalle stesse strutture attraverso protocolli specifici e prevedono l’invio del paziente direttamente dal triage all’ambulatorio specialistico di competenza, con un conseguente sgravio sull’attività del pronto soccorso”.

“Abbiamo inoltre introdotto – dichiara l’assessore – un sistema di valutazione (tecnicamente definito ‘Quick sequential organ failure assessment’) per determinare con più accuratezza la priorità d’accesso dei pazienti con sospetta sepsi, una delle situazioni cliniche emergenti la cui incidenza e mortalità è in continuo aumento ed è destinata ad incidere sempre più sui sistemi sanitari”.

“Oggi la criticità più grave del pronto soccorso è la carenza di personale, un problema che riguarda l’intero Paese. Le strutture territoriali intermedie sono sicuramente uno strumento indispensabile per ridurre l’impatto sui pronto soccorso, ma intervenire sui modelli organizzativi è altrettanto necessario per ottimizzare la gestione delle risorse e rendere più efficiente l’assistenza, a beneficio dei pazienti e degli stessi operatori”, conclude l’esponente della Giunta Solinas. 

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Un reclutamento straordinario per rispondere alle carenze d’organico più urgenti nei reparti ospedalieri e nei territori.

L’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, ha inviato una comunicazione ai direttori generali delle aziende sanitarie dell’isola, finalizzata all’apertura di avvisi rivolti all’assegnazione di incarichi ai medici in quiescenza che non abbiano ancora compiuto settant’anni d’età e al personale del comparto secondo quanto previsto dalla norma nazionale emanata durante la pandemia. Una possibilità che, come indicato nella circolare dell’Inps del 6 settembre scorso, resterà aperta fino al 31 dicembre 2023.

“La possibilità di assegnare incarichi al personale in pensione rappresenta chiaramente uno strumento ulteriore rispetto a quelli già messi in campo per rispondere alla carenza di medici nei reparti ospedalieri. L’obiettivo è quello di dare soluzioni rapide ed emergenziali e per farlo utilizzeremo ogni mezzo a nostra disposizione, analogamente, ad esempio, a quanto avviene per l’impiego degli specializzandi secondo quanto previsto dal Decreto Calabria”.

Dalla proroga degli effetti della normativa al 31 dicembre 2023 è prevista la possibilità di assunzioni anche per gli specializzandi in pediatria, che “potranno – sottolinea l’assessore Doria – assumere incarichi provvisori o di sostituzione nelle sedi vacanti dei pediatri di libera scelta, quest’ultima ipotesi in analogia a quanto già avviene per i medici specializzandi in medicina generale”.

“Parliamo di misure emergenziali – sottolinea l’assessore – per sopperire a una carenza che, in particolare in alcune specialità, riguarda l’intero sistema sanitario nazionale e che deriva da una mancata programmazione che parte da lontano e per cui occorrono soluzioni strutturali. Bene la decisione del Governo che per la Sardegna ha aumentato il tetto del numero degli iscritti alle facoltà di medicina, dando risposta positiva alle nostre richieste, ma è solo un primo passo. La Regione con risorse proprie ha stanziato fondi per la riattivazione e il potenziamento dell’offerta delle scuole di specializzazione nelle discipline in cui la carenza è più sentita all’interno del nostro territorio. Alle soluzioni di lungo periodo dobbiamo però affiancarne altre che ci consentano di dare una risposta immediata che garantisca la piena funzionalità dei reparti e della sanità del territorio, ed è anche su queste che stiamo concentrando il nostro impegno”.

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“In un clima di grande condivisione e in totale armonia abbiamo raggiunto l’accordo per l’assegnazione di risorse economiche per le sedi disagiate e disagiatissime della Sardegna, affinché possa essere corrisposto un incentivo per i medici ad accettare incarichi nelle sedi più periferiche, in cui è riconosciuto uno svantaggio in ragione delle caratteristiche geografiche del loro territorio, dei collegamenti, della scarsa densità abitativa, della distanza dai centri ospedalieri o della carenza persistente del medico, nonostante i bandi regionali”.

L’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, esprime soddisfazione per il risultato del tavolo riunito oggi, che, all’unanimità di tutte le sigle sindacali dei medici di medicina generale, ha sottoscritto il documento che segna il punto su circa 140 sedi disagiate e disagiatissime nell’Isola.

“Oggi è un giorno importante in cui riprende con forza un dialogo il cui intento comune è quello di dare una risposta d’efficienza al sistema sanitario territoriale e, in particolare alla medicina generale”, conclude l’esponente della Giunta Solinas, che precisa come ogni divergenza con i sindacati sia stata chiarita e superata. Il 15 marzo l’assessore incontrerà nuovamente i sindacati per discutere la proposta del nuovo Accordo integrativo regionale (AIR), in linea con quanto previsto per la sanità territoriale dal DM 77 e dall’ultimo Accordo collettivo nazionale (ACN) della medicina generale.

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L’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, ha partecipato, a Tramatza, all’incontro, autoconvocato dal comitato spontaneo dei medici di medicina generale, in autonomia rispetto alle rappresentanze sindacali di categoria. “Da assessore e da medico ho voluto partecipare a questo importante incontro per condividere insieme ai medici di medicina generale percorsi e soluzioni. Molte delle istanze presentate dai medici – dichiara l’assessore Doria – sono condivisibili, altre necessitano di trovare un inquadramento nell’Accordo collettivo nazionale (ACN). Contiamo che buona parte delle richieste possano trovare risposte attraverso il nuovo Accordo integrativo regionale (AIR) il cui tavolo di contrattazione aprirà i lavori il 15 marzo con le sigle sindacali. La Regione ha messo in campo risorse importanti e intendiamo accelerare per rispondere alle necessità dei cittadini e alle aspettative degli operatori”.

Tra i temi affrontati quello della semplificazione amministrativa. “Oggi il 30% dell’attività dei medici di medicina generale viene assorbito dagli adempimenti amministrativi. Già ai primi di gennaio ho dato indicazione alle Asl di istituire presso tutti i distretti della Sardegna un ufficio di semplificazione amministrativa, per la dematerializzazione di tutte le procedure e per scomporle tra la parte di competenza del medico, quella anagrafica, le diagnosi e le impostazioni terapeutiche, e la parte di burocrazia vera e propria pertinente agli uffici amministrativi, permettendo così ai medici di occuparsi di medicina e sanità. Inoltre in un ottica di semplificazione, nel Collegato che andrà in discussione in aula abbiamo previsto l’eliminazione del certificato medico per il ritorno a scuola, come già accade in altre regioni”.

Sul tetto dei pazienti l’assessore precisa: “Parliamo di un incremento su base volontaria. Ottimizzando i percorsi e riducendo la burocrazia possiamo pensare di dare risposte mantenendo invariati i numeri dei pazienti, attraverso le integrazioni previste dal nuovo AIR – spiega l’assessore –, gli incentivi per gli infermieri e gli assistenti di studio e gli incentivi per le sedi disagiate e disagiatissime. Certo è che con i numeri che abbiamo serve un cambio delle regole che rendano più efficiente l’intera macchina, come il cambio del rapporto tra il numero di medici per cittadino per l’individuazione delle sedi carenti per favorire le sedi più svantaggiate”.

Sulla carenza dei medici l’assessore precisa: “Nel collegato alla Finanziaria abbiamo previsto un aumento delle borse di studio per le scuole di medicina generale, equiparandole alle scuole di specializzazione e con un’integrazione rispetto alle borse di studio nazionali. La professione del medico deve però tornare a essere più appetibile e per questo serve un intervento sul piano nazionale, oggi i medici italiani, assieme ai portoghesi, greci e bulgari, sono quelli con gli stipendi più bassi”, conclude l’esponente della Giunta. 

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Mercoledì, 01 Marzo 2023 08:02

Il numero unico europeo 112 attivo in tutta l'Isola

Da ieri tutti i cittadini sardi e i turisti hanno come unico riferimento, per qualsiasi emergenza, il Numero Unico Europeo 112. Ieri mattina l’ultima attivazione nei Distretti telefonici 070, 0781.

La Centrale Unica di Risposta di Sassari ha iniziato a filtrare le chiamate di soccorso e di emergenza provenienti dal Sud Sardegna.

“Con la completa copertura del Numero Unico Europeo su tutta l’Isola – dichiara l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria – abbiamo raggiunto un traguardo importante, rispettando le tappe e il cronoprogramma che avevamo fissato. Un risultato che è stato possibile raggiungere grazie al lavoro in sinergia con l’Areus e tutte le istituzioni coinvolte. Parliamo di un servizio moderno, in grado di geolocalizzare l’utente e con un supporto multilingua, che non riguarda solo la sanità, ma la gestione dell’emergenza a tutto campo”.

Il passaggio al Numero Unico Europeo 112, iniziato lo scorso 29 novembre da Olbia, è proseguito il 31 gennaio con l’attivazione del servizio a Sassari e Macomer e il 14 febbraio nei distretti di Nuoro, Oristano e Ogliastra.

Positivi i riscontri del nuovo sistema registrati finora sulla rete di emergenza urgenza, soprattutto nella localizzazione e nell’azione di filtro. Lo confermano ancora una volta i dati registrati sino a ieri: delle 28 mila chiamate ricevute dalla CUR di Sassari in questi primi 3 mesi 14mila, ovvero il 51 per cento, sono risultate appropriate (con un notevole sgravio sulle centrali di secondo livello). L’Operatore Tecnico di Sala Operativa codifica la richiesta di soccorso o di emergenza e immediatamente attiva le centrali di secondo livello del 118, forze dell'ordine, carabinieri, vigili del fuoco e Capitaneria, trasferendo in pochi secondi dettagli e posizione precisa del chiamante.

Sono già tanti i sardi che hanno scaricato l'App "Where are U" collegata alla CUR NUE112. L’applicazione è pensata soprattutto per gli anziani e per le persone con disabilità.  Con l’applicazione la richiesta d’aiuto può essere facilmente inoltrata tramite chat o telefonata muta, rendendo più precisa la localizzazione del chiamante.

I numeri 118, 115, 113 e 1530 restano comunque operativi: la chiamata viene comunque confluita verso la Centrale Unica di Risposta del NUE 112 di Sassari.

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Più posti a disposizione per gli studenti che vogliono iscriversi alle facoltà di Medicina delle Università di Cagliari e Sassari e nuove regole per l’individuazione delle sedi carenti della medicina generale, per contrastare, con un intervento a livello nazionale, la carenza di medici di base negli ambiti territoriali più svantaggiati, al di fuori dei grandi centri urbani. Sono questi i temi su cui si articolano le proposte che l’assessore regionale della Sanità, Carlo Doria, ha messo sul tavolo del Ministero della Salute. Due, in sintesi, le richieste avanzate: la prima riguarda l’autorizzazione all’aumento di circa un terzo per almeno un triennio, dei posti disponibili per l’immatricolazione ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia nei due atenei della Sardegna, mentre la seconda riguarda l’avvio di una contrattazione a livello nazionale per la modifica del parametro attualmente in uso per l’individuazione delle sedi carenti della medicina generale e la loro messa a bando, da un medico ogni 1.000 abitanti a uno ogni 1.200 per gli ambiti urbani con una popolazione sopra i 20 mila abitanti, mantenendo invece il rapporto medico/popolazione invariato per gli ambiti con meno abitanti.

“La problematica correlata alla carenza dei medici di medicina generale in molti dei territori al di fuori dei grandi centri urbani è comune a tutta Italia e ha origini lontane, a partire da una mancata programmazione del turnover con un netto squilibrio fra pensionamenti ed ingressi nel sistema sanitario nazionale. In quest’ottica si inquadra un antistorico numero programmato negli accessi al corso di laurea in Medicina e Chirurgia”, spiega l’assessore Doria.

“Questo squilibrio, reso più evidente dai numerosi pensionamenti del personale medico negli ultimi anni rispetto ai nuovi ingressi, ha mostrato – sottolinea l’esponente della Giunta Solinas – l’estrema vulnerabilità soprattutto sul versante sanitario territoriale con ampie fasce della popolazione, specie nelle aree periferiche, attualmente private dalla presenza del medico di medicina generale, ma anche, talvolta, del pediatra di libera scelta”.

In questo quadro, spiega l’assessore Doria, il rapporto di un medico ogni 1.000 abitanti, che definisce l’attuale distribuzione delle sedi carenti di medicina generale da bandire non è più adeguato a dare risposte ai territori: “Per poter comprendere meglio cosa non funziona e ciò su cui stiamo intervenendo è bene conoscere i numeri in gioco: oggi in Sardegna i medici titolari di sede sono 979 (dato al 31 gennaio 2023). A questi si sommano circa 200 medici che oggi hanno i titoli per partecipare al prossimo bando di assegnazione delle sedi carenti di medicina generale, 418 in tutta la Sardegna. Se ciascuno degli oltre 1.100 medici di medicina generale fosse massimalista, cioè avesse in carico 1.500 pazienti, le persone assistite sarebbero 1.650.000, più del numero di adulti presenti in Sardegna”.

“Tuttavia – dichiara l’assessore – l’attuale distribuzione delle sedi della medicina generale, secondo il parametro di un medico ogni mille abitanti, determina uno squilibrio con una concentrazione dei medici nei grandi centri urbani, più richiesti, mentre nelle sedi periferiche si registrano le carenze più forti. La modifica del parametro comporterebbe una leggera diminuzione delle sedi disponibili nelle aree metropolitane, che comunque continuerebbero a essere coperte in modo soddisfacente, a vantaggio degli ambiti più periferici”

Sul rapporto medico/abitanti attualmente in uso l’esponente della Giunta precisa: “In passato, quando il numero di medici di medicina generale era maggiore, poteva essere considerata una condizione adeguata, ma allo stato attuale, avendo perso in Sardegna circa un terzo dei medici di medicina generale rispetto a dieci anni fa, ci ritroviamo con un parametro che finisce per favorire inevitabilmente i grandi centri urbani, più ambiti e assegnati, senza aver poi a disposizione risorse in grado di rispondere  alle necessità dei territori periferici. È come se si volesse combattere questa nuova battaglia con le regole d’ingaggio di ieri quando avevamo un esercito più numeroso”.

“Nelle more di un provvedimento nazionale, la Regione – dichiara l’assessore Doria – ha avviato con i sindacati dei medici di medicina generale una trattativa per la modifica del parametro per l’individuazione delle sedi, proponendo la soluzione di un medico ogni 1.200 abitanti, da applicare solo negli ambiti sopra i 16 mila abitanti, ma, oggi questa soluzione non ha incontrato il favore di tutte le sigle sindacali e, nonostante una prima intesa, ieri durante l’ultimo incontro alcune rappresentanze non hanno sottoscritto l’accordo”.

“Se vogliamo rispondere alle necessità attuali serve l’impegno di tutti. In un’ottica di riorganizzazione della sanità territoriale, come anche sancito dal DM 77, nella finanziaria recentemente licenziata dal Consiglio Regionale, abbiamo previsto nel triennio 2023-2025 lo stanziamento di 3 milioni annui per l’attivazione delle UCA (Unità Continuità Assistenziale), che parteciperanno a sostenere le attività dei medici di medicina generale, e di 50 milioni nel triennio 2023-2025 da investire nel Ruolo Unico di Medicina Generale a ciclo di scelte e a ciclo orario previa una rapida contrattazione sindacale del nuovo accordo integrativo regionale (AIR) che rappresenta lo strumento con cui incentivare il personale sanitario per ridisegnare la nuova sanità territoriale ivi compresa l’attuale continuità assistenziale che deve rappresentare un filtro sicuro territoriale per tutte quelle patologie inquadrabili nei codici verdi e bianchi che oggi invadono i nostri pronto soccorso”, conclude l’assessore Doria. 

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