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 Si terrà a San Sperate da giovedì 30 maggio a domenica 2 giugno la settima edizione di “Sant'Arte”, il Festival di arti visive e performative nato da un'idea dell'artista Pinuccio Sciola. Realizzata e coordinata dalla Fondazione Pinuccio Sciola, l’iniziativa si svolge con la direzione artistica di Maria Sciola e la direzione organizzativa di Elisabetta Villani.

 

Il Festival – che quest’anno si svolgerà quasi interamente al Giardino Sonoro di San Sperate - è organizzato dalla Fondazione Pinuccio Sciola e promosso dalla Regione Autonoma della Sardegna, dalla Fondazione di Sardegna e dal Comune di San Sperate, con il patrocinio di numerosi partner.

 

La Fondazione Sciola, in linea con la mission di tramandare il messaggio d’arte dell’artista, presenta “Il tavolo del futuro”, tema che sarà il filo conduttore degli eventi in programma da fine maggio a inizio giugno a San Sperate.

 

Partendo dall’iconica immagine del “tavolo di lavoro” nell’atelier di Sciola, si viene catturati nel suo universo, spazio fisico e mentale, attraverso la presentazione dell’Archivio Pinuccio Sciola: una stratificazione di progetti, idee, pensieri, densi anche della convivialità - che attorno a quel tavolo si è consumata per circa 50 anni - che ci parla di Sciola, della sua filosofia e della sua arte accessibile. Un archivio innovativo e digitale che rappresenta la base solida per intraprendere riflessioni sulle azioni future: durante il Festival si parlerà della sua digitalizzazione, che procede grazie ad un progetto europeo, a testimonianza di un lavoro che non si è mai fermato in questi anni.

 

“Il tavolo è simbolo di condivisione e dialogo - afferma Tomaso Sciola, vicepresidente della Fondazione - e unisce le persone, sia in casa sia nel lavoro, per mangiare, discutere, raccontare storie e prendere decisioni. Molti progetti sono nati attorno al celebre tavolo nello studio di Pinuccio Sciola, grazie agli amici che lo hanno sempre frequentato. Oggi guardiamo al futuro, adottando le tecnologie più avanzate con l’Archivio digitale (finanziato con fondi del PNRR) per rendere accessibile l'opera di Sciola e il lavoro di ricerca della Fondazione, senza però trascurare i momenti di convivialità. Il Festival diventa quindi l'occasione per riunire le persone e mostrare quanto abbiamo realizzato, sempre con uno sguardo rivolto al futuro”.

 

“Il modo in cui Pinuccio Sciola accarezzava le sue pietre incise facendole suonare aveva qualcosa di magico, di atavico – ha detto Maria Delogu, segretaria particolare dell’assessore della Pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport della Regione Sardegna, Ilaria Portas - E ora si proietterà verso il futuro, a su benidore, grazie al “Tavolo del futuro”, tema del Festival di quest’anno. Grazie quindi alla Fondazione Sciola che porta avanti l’opera di Pinuccio Sciola che rimarrà per sempre nel novero degli artisti che hanno contribuito a dare lustro alla Sardegna in Europa e nel mondo”.

 

Ai ringraziamenti alla Fondazione Sciola si è unito il sindaco di San Sperate, Fabrizio Madeddu: “E’ particolarmente importante il lavoro per diffondere l’opera di Pinuccio Sciola che, partendo da San Sperate, ha superato tanti confini, rimanendo legato sempre alla sua terra. Il Festival è una importante occasione di approfondimento di tutto quello che ha fatto, e di quello che la Fondazione continua a fare nel suo nome”.

 

Una variegata proposta di appuntamenti, tra cinema, talk, concerti e presentazioni di libri, approfondirà in particolare il tema delle relazioni, delle connessioni con noi stessi e con

gli altri, con lo spazio che ci circonda, attraverso workshop di pratiche esperienziali legate al “sentire”.

 

Al tempo stesso, sul versante culturale, sarà presentato il volume di Silvano Tagliagambe Andrea Granitzio – dato alle stampe dalla Fondazione Sciola - dedicato al grande e indimenticabile lavoro fatto dall’artista per la messa in scena della Turandot.

 

Ci sarà spazio anche per un omaggio a Michela Murgia e Pinuccio Sciola con un’opera che sarà disvelata in via San Sebastiano a San Sperate, mentre a chiudere l’evento sarà la musica di Enzo Favata e Pasquale Mirra.

 

“Ed ecco che nasce l’Archivio digitale di nostro padre – commenta Maria Sciola, direttrice generale della Fondazione e direttrice artistica del Festival - Festeggeremo questo passo importante con i suoi grandi amici: da Gloria Campaner a Enzo Favata, da Pasqualino Mirra a Franco Origoni (Fondazione Origoni Steiner) senza dimenticare chi non c’è più. L’eredità che resta è, anche, di una produzione scultorea di per sé accessibile, di tutti e per tutti. Uno dei momenti più emozionanti sarà, in collaborazione con l’ENS Cagliari, la presentazione del documentario in lingua dei segni e del libro illustrato per bambini “Che cosa senti?”.

 

“Il Giardino Sonoro rappresenta il fulcro vitale delle iniziative della Fondazione – dichiara Chiara Sciola, Presidente della Fondazione -. Quest'anno celebriamo l'eredità poliedrica di Pinuccio Sciola attraverso un'ampia gamma di risultati, produzioni e collaborazioni nei diversi ambiti della cultura: dall'editoria al cinema, dai concerti ai videogiochi, passando per laboratori e convegni. Ogni evento è un'opportunità per coinvolgere il pubblico, consolidare la rete di contatti e diffondere arte e bellezza, fedeli allo spirito innovativo di Pinuccio Sciola”.

 

Nel linguaggio comune il tavolo rappresenta il luogo ideale di incontro, spesso per cercare un

accordo. E’ questa la visione che il visual di quest’anno suggerisce: lo spazio personale dell’artista, in senso concreto (il suo atelier, la sua casa) e mentale (i rapporti di relazione) diventa la testimonianza del completo rispecchiamento dell’autore nella sua opera.

 

Laddove l’artista ha vissuto il quotidiano, ha consumato pranzi e cene con la famiglia, ha costruito

scambi e dialoghi con centinaia di persone, facendo della sua vita e della sua arte un vero unicum, ora è possibile progettare un futuro di relazioni e di connessioni.

 

In questo senso, ciascun ospite del festival è invitato ad agire con spirito di apertura e condivisione, rispetto della natura e delle persone, che fu un valore caratterizzante di tutta

l’esistenza di Pinuccio Sciola. La settima edizione di Sant’Arte sarà caratterizzata da giornate tematiche, secondo il caratteristico processo di costruzione del fare esperienza dell’arte, in maniera accessibile e inclusiva.

 

“Il Giardino Sonoro si conferma come spazio ideale di scambio e sperimentazione artistica – spiega Elisabetta Villani, direttrice organizzativa del Festival - Museo che si trasforma in ogni giornata, da cinema sotto le stelle dopo essere stato set cinematografico (nel documentario “The heart of stone” e nel film “Clorofilla”) a luogo che  accoglie diverse proposte di workshop, che avvicineranno il pubblico alla scoperta di nuove relazioni con l’ambiente circostante (Pleasure Rocks), ma anche all’approfondimento delle relazioni interiori, della propria emotività (C#/SeeSharp - La palestra delle emozioni), oppure accompagneranno ogni partecipante in attività più creative (Bianco x Ps Museum) o in un viaggio studio (in Archivio d’artista di Ps Museum)”.

 

GIOVEDI’ 30 MAGGIO

Si comincia giovedì 30 maggio alle 16 con il laboratorio “C#/SeeSharp - La palestra delle emozioni” a cura di Gloria Campaner realizzato in collaborazione con l’Associazione PS Museum.

 

Alle 21 la proiezione del documentario “Pinuccio Sciola. The heart of stone” di Luca Scarzella, alla presenza di Gloria Campaner, infine alle 22 la prima proiezione regionale di “Clorofilla”, film di Ivana Gloria girato interamente in Sardegna.

 

Gloria Campaner è una giovane pianista italiana notissima in tutto il mondo, protagonista di un progetto – nato nel 2015 con Pinuccio Sciola e Leszek Mozdzer a San Sperate – che fonde con il suono delle pietre sonore la musica classica, il jazz e l’elettronica.

 

VENERDI’ 31 MAGGIO

La seconda giornata del festival – venerdì 31 maggio – si aprirà alle 17 con la presentazione del volume di Silvano Tagliagambe e Andrea Granitzio (con i contributi di Mauro Meli e Giulia Pilloni) “La Turandot di Pinuccio Sciola. La forza poetica di un’antinomia”, mentre alle 18 una tavola rotonda curata dalla Fondazione Sciola presenterà il progetto finanziato dall’Unione Europea (programma Next Generation EU) che sta dando vita all’Archivio Pinuccio Sciola Patrimonio digitale.

 

SABATO 1 GIUGNO

Sabato primo giugno alle 11 sarà presentato “Pietre, Sogni, Segni. Vita e arte di Pinuccio Sciola nella lingua dei segni italiana”, video in LIS, progetto finanziato dall’Unione Europea (programma Next Generation EU), con la partecipazione di Marco Spanu per Immediazione, Alessandra Mura e la collaborazione dell’Ente Nazionale Sordi (ENS) di Cagliari. Alle 14 “Pleasure Rocks”, laboratorio a cura di UltimaBaret, in collaborazione con Associazione PS Museum.

 

Al pomeriggio, alle 15 il laboratorio “Bianco x PS Museum” a cura di Bianco, alle 18 allo Spazio Antas (via Arbarei) la presentazione del nuovo disco “Arrogalla – Suite” con Giacomo Casti, Francesco Medda Carol Rollo, con la collaborazione di Antas Teatro.

 

A seguire, alle 19, in via San Sebastiano a San Sperate sarà disvelata l’opera “Omaggio a Michela Murgia e Pinuccio Sciola”, mentre alle 21.30 si terrà una conversazione con il fotografo Maki Galimberti “Scalzi nell’erba”. Alla stessa ora spazio alla musica, con Moses Concas e il suo “Armonica e libertà”.

 

DOMENICA 2 GIUGNO

Domenica 2 giugno alle 11.30 la presentazione del libro di Daniela Palumbo, con illustrazioni di Roberta Ragona (Tostoini) per L’albero delle matite “Che cosa senti?”. Alle 15 ancora Bianco con il Laboratorio “Bianco x PS Museum”, a seguire alle 16 il laboratorio sull’Archivio “Ma in realtà come lavora un archivista?” con Valentina Lixi, Giulia Pilloni e Maria Sciola.

 

Alle 18 spazio al videogioco di strategia che contiene i suoni delle pietre di Pinuccio Sciola.

“La musica delle Pietre Sonore nel videogioco Shadow Gambit: The Cursed Crew”, è il titolo della conversazione con Filippo Beck Peccoz, audio director e compositore della musica del game.

 

Gran finale alle 22 con la musica di Enzo Favata e Pasquale Mirra con “Stone Soul”.

 

Per tutte le info su ingressi e prenotazioni +39 3245875094

 www.santarte.it

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Al Lingotto Fiere di Torino si e aperta stamane la XXXVI edizione del Salone Internazionale del Libro. La Regione Sardegna è presente con un suo stand di 120 mq, nel quale sono esposti i libri di 15 editori. Nel corso della mattinata sono iniziate le presentazioni dei libri, alla presenza di autori ed editori. Nel pomeriggio alcune decine di giovani studenti hanno partecipato ad un laboratorio di tecniche di stampa "Ischire Lab" curato da Ciro Auriemma, Silvia Crobu e Alessi Schreiber.

"Ad un mese esatto dal giuramento - sottolinea l’assessora della pubblica istruzione Ilaria Portas - sono particolarmente contenta di essere presente a questa iniziativa che rappresenta la più grande vetrina dell'editoria italiana e non solo. La cultura, attraverso manifestazioni come il Salone Internazionale del libro di Torino - ha concluso l’esponente della giunta Todde - diventa un ponte ideale per condurre la Sardegna nell'Italia e nel Mondo".

Il programma dello stand della Regione Sardegna si arricchisce di due momenti “OFF”, uno dei quali si è svolto stamane, curato da Eleonora Carta; il secondo è in programma domani, con la partecipazione di una classe proveniente da Eboli. La seconda giornata del Salone, domani, prevede ancora i laboratori per i bambini, cinque presentazioni di libri, i ricordi di Michela Murgia ed Enrico Atzeni e la presentazione della candidatura Unesco.

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  Quarantacinque ospiti, dagli Stati Uniti alla Svezia, dalla Spagna all’Olanda, dall’Islanda alla Francia, dal nord al sud Italia: autrici, autori, illustratrici e illustratori, atelieriste/i con cui indagare
il tema della Fine. Si sono aperte le prenotazioni delle scuole al 19° Festival Tuttestorie di Letteratura per Ragazzi “E ADESSO? Racconti, visioni e libri sulle cose che finiscono”, dall’1 al 6
ottobre a Cagliari e in altri comuni dell’isola. Un intenso programma di incontri e laboratori, ideati e organizzati dalla Libreria per Ragazzi Tuttestorie, per le classi di tutta l’isola, dall’infanzia alla scuola secondaria di 2° grado. Sul sito www.tuttestorie.it può essere consultato il programma completo riservato alle scuole, con le modalità di partecipazione, l’elenco degli ospiti e i
suggerimenti di lettura.
Il festival esplorerà la Fine. Anzi, le Fini, che esistono e fluiscono, coi loro Frattempi (quelli in cui ci si chiede “e adesso?”) e i loro nuovi Inizi: tante, gioiose o tristi, dannose o feconde, importanti. Lo faremo con il contributo di idee e testi di Bruno Tognolini e sulle note della colonna sonora originale di Antonello Murgia. E con la semina dell’Ufficio Poetico del Festival, diretto dal
maestro Emanuele Scotto, che ha iniziato la sua raccolta di pensieri di bambine e bambini sul tema, coinvolgendo insegnanti da tutta l’Italia. Sono 260 le attività destinate alle scuole fra incontri e  laboratori. Di queste 150 si svolgeranno a Cagliari (EXMA, scuole, libreria Tuttestorie, Biblioteca Ragazzi della Città Metropolitana e Micibo Cat Caffè) e 110 fra istituti comprensivi e biblioteche di altri comuni (Gonnesa, Iglesias, Quartu S.Elena, Sanluri, Selargius, Monastir, Villanovaforru, Carbonia per lo SBIS, Isili per il Sistema Bibliotecario Sarcidano-Barbagia di Seulo e Assemini, Decimomannu, Elmas, Villasor, Decimoputzu, Siliqua, Vallermosa, Villaspeciosa per il Sistema Bibliotecario Bibliomedia).
Si parte con l’anteprima del 23 maggio: Gunnar Helgason famoso attore, conduttore, regista e scrittore islandese sarà a Cagliari con il romanzo Una mamma svitata, in collaborazione con
Bardunfula Festival e Uovonero. In arrivo ad ottobre dagli Stati Uniti il vincitore del Premio Strega Ragazzi 2023, Dan Gemeinhart, con L’imprevedibile viaggio di Coyote Sunrise (Giralangolo), un romanzo on the road, ma anche un viaggio fra i ricordi e una fuga da un passato doloroso. André Bouchard, autore e illustratore francese, ci stupisce con i suoi finali ironici che smascherano l’egoismo, la menzogna e le prevaricazioni degli adulti verso l’infanzia. Ed è ancora uno sguardo ironico, sempre dalla parte delle bambine e dei bambini, quello che l’illustratrice e autrice svedese
Emma AdBåge porta nei suoi albi pubblicati da Camelozampa. L’autrice sarà al festival, intervistata da Emanuele Ortu, grazie al progetto Reading Diversity Co-finanziato dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, di cui Tuttestorie è partner. Edward Van De Vendel ci racconta di come si ricomincia a vivere in un paese diverso da quello di nascita. Il suo libro, Misha (Sinnos),
nasce dall’incontro con Anoush Elman, immigrato in Olanda dall’Afghanistan. Ed è una storia di immigrazione, accoglienza e rinascita anche quella narrata da Michele D’Ignazio in Fate i tuoni
(Rizzoli). Ellen Duthie, autrice di Così è la morte (Logos), ci conduce in un territorio che affascina e spaventa e in 38 domande (dei bambini) e risposte, invita a una sana riflessione sulla morte. Tema che torna nei libri di altri autori e autrici ospiti: nelle Cronache dell’Ade (Salani) di Mattia Corrente, che ci fa viaggiare in un aldilà pieno di personaggi e colpi di scena; nello Spiriti dello tsunami (Pelledoca), dove l’autore Daniele Nicastro, scrive di chi è intrappolato tra il mondo dei vivi e quello dei morti; nel Piccolo sonno, di Alessandro Riccioni (LupoGuido), una storia di amore e morte al confine tra sogno e realtà; in Caccia al tesoro con fantasma (Coccole Books), avventura di Sara Marconi.
Poesie di Inizio e Fine, di Bruno Tognolini e Silvia Vecchini, debutterà all’EXMA e festeggerà i 20 anni della casa editrice Topipittori. Due poeti hanno giocato a dire in versi gli Inizi e le Fini di
venti cose: sono nate quaranta poesie. Come nei giochi, scambiandosi di posto (“inizio io e fine tu, fine io e inizio tu”). A dire tutto questo per immagini, ci saranno le illustrazioni di Giulia Orecchia e un laboratorio di Francesca Amat. Ancora poesia nelle passeggiate di parole e rime delle Poesie del camminare di Carlo Marconi (Lapis).
In ogni fine un nuovo inizio. Maratona per un disegno infinito del mondo, sarà l’opera collettiva che coinvolgerà le scolaresche e tutto il pubblico del festival su una cornice narrativa di Bruno Tognolini che intreccia Piumini, Calvino e Borges: una grande sala tutta bianca per creare un mondo immaginario in cui ogni disegno inizia dove l’altro finisce. Con finale, naturalmente a
sorpresa.
La fine porta con sé anche trasformazione e crescita. Chiara Carminati esplora storie dentro la Storia con il romanzo Nella tua pelle (Bompiani): ispirandosi ai documenti custoditi nell'Istituto
San Filippo Neri di Portogruaro, racconta le seconde vite dei “figli della guerra”, separati dalle madri e accolti da religiosi che provano a dar loro una famiglia. Terremoti, la nuova collana Orecchio
Acerbo sarà presentata al festival da Mara Cerri, che illustra due storie di piccole grandi meramorfosi scritte da Nadia Terranova e Alice Rohrwacher. E “terremoti” familiari sono anche quelli narrati da Cristina Brambilla ne I ragazzi della fossa (Pelledoca), quando la morte di un nonno apre scenari inaspettati, e da Flavio Soriga in Signor salsiccia (Bompiani), quando in casa arriva un riccio scombussolato da un clima impazzito. Susanna Mattiangeli arriva in veste di traduttrice dei libri di Beverly Cleary pubblicati da Il Barbagianni: ancora bambine e bambini alle prese con le prime esperienze e col passaggio dall’infanzia all’adolescenza. Stesso editore per La traccia di Tassi, un albo che con ironia e profondità dice del bisogno di lasciare il proprio segno nel mondo, ma anche di tornare in un luogo chiamato casa.
Spazio al fumetto con La mia strana amica (Tunuè) di Alice Coppini, che illustra anche le graphic novel della trilogia di Monte Quiete (Sinnos) e con Terry Time e la leggenda del drago d’argento (Tunuè) di Gud.
Bruno Zocca esplora le possibili molteplici identità nell’albo illustrato E se fossi qualcos’altro? (Lupoguido). Può anche accadere di svegliarsi un giorno ghirigoro, un giorno puntinato e un giorno tratteggiato: Sergio Olivotti lo ipotizza in Se fossi Ugo (Corraini). La sua ironia surreale ci propone in Ma che storia è questa? (Clichy) una spassosa carrellata fra i generi letterari.
Anche Marianna Balducci gioca con le narrazioni: in Una storia troppo corta (Giralangolo) sono proprio le storie a chiedere di essere allungate per allontanare i finali, mentre ne La principessa
nasona si lanciano i dadi per sorteggiare i diversi finali. Tra intreccio e fabula Lucia Giustini è autrice del giallo Cinque giorni (Pelledoca) in cui l’inizio della storia è la sua fine e viceversa, mentre sarà l’illustratrice Evelise Obinu a raccontare il giallo per i più piccoli La scomparsa di maresciallo (Albero delle Matite). Manlio Castagna ci riporta al classico the end cinematografico nell’avventura Dedalo e Dharma (Mondadori), appassionata dichiarazione d’amore per il cinema che muove i suoi protagonisti in uno slalom fra le pellicole.
La carrellata di possibili declinazioni del tema prosegue: fine di oggetti elettronici a cui restituire nuova vita, come ci insegnano Roberta Barzaghi ed Emanuele Breveglieri in Osserva,
smonta, ricicla. Ovvero l’arte dello smonting (Topipittori) e fine di materiali che trovano una seconda vita nel laboratorio di Simone Perra; fine geografica in Un mondo di isole di Serenella
Quarello (Editoriale Scienza) e nel laboratorio di Elena Iodice E non finisce mica il cielo; fine della scuola nei Compiti per le vacanze (Storiedichi edizioni) di Eva Rasano; fine dell’umanità ne La porta delle Apocalissi (Mondadori) di Fabrizio Altieri; forme infinite in Cerca Cerchi (Lapis) di Massimiliano Tappari; fine del giorno ne La notte (Camelozampa), silent book illustrato da
Veronica Truttero, al festival anche con I racconti di Ombraverde (Terre di Mezzo), magico luogo ai margini della città. Si può anche desiderare che finisca, ovvero sparisca, la sorellina minore che
attira su di sé tutte le attenzioni: è Nicoletta Gramantieri a immaginarlo in Le fate non esistono, che segna il debutto al festival della nuova collana dei Miniromanzi de Il Castoro assieme a 54 secondi di ritardo, di Chiara Carminati. La parola fine ci rimanda anche alle rivoluzioni, ai mutamenti di un sistema di regole. La protagonista del romanzo di Maddalena Vaglio Tanet capirà che un altro mondo è possibile in Rim e le parole liberate (Rizzoli). Nella grande e fitta giungla, di Arianna Tamburini (Fatatrac) sarà invece un temporale a rimescolare le relazioni fra gli animali. Che la vita nasce se qualcosa fa Crac ce lo raccontano Matteo Pompili e Lorenzo Monaco nel libro di Camelozampa in uscita a settembre, illustrato da Luogo Comune: fini e nuovi inizi dettano il ritmo
del mondo che avanza. I due fondatori di Tecnoscienza ci portando dentro Una cascata di elementi, un laboratorio dove scoprire cosa accade quando muoiono le stelle. Annalisa Masala, sotto il segno di Munari, propone un laboratorio che gioca con la varietà di creature marine.
Il 19° Festival Tuttestorie è sostenuto da:
 Regione Autonoma della Sardegna (Assessorato Pubblica Istruzione)
 Fondazione di Sardegna
 Comune di Cagliari (Assessorati alla Cultura e alla Pubblica Istruzione)
 Sistemi Bibliotecari Interurbano del Sulcis, Sarcidano Barbagia di Seulo, Bibliomedia
 Comuni di Gonnesa, Iglesias, Monastir, Quartu Sant’Elena, Sanluri, Selargius,

Villanovaforru
 Unione Europea – Bando Creative Europe 2024/2025/2026
 42 Costruzioni, Nivea s.p.a. Lavanderia Industriale, Cooperativa Produttori Arborea
Partner programma scuole: Orientare, Cooperativa Progetto S.C.I.L.A., Cooperativa
Socioculturale, Agorà, Comes, Sistema Bibliotecario Monteclaro Città Metropolitana di Cagliari -
Centro CRDBR e Biblioteca Ragazzi, Micibo Cat Caffè, Bompiani, Camelozampa, Editoriale Scienza,
Clichy, Coccole Books, Il Barbagianni, Il Castoro, Giralangolo, Lapis, Logos, Lupoguido, Mondadori,
Orecchio Acerbo, Pelledoca, Piemme, Rizzoli, Salani, Sinnos, Terre Di Mezzo, Topipittori, Tunué

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Sono state rese note le date valide per l’iscrizione al “Premio Isio Saba per la creatività e l’innovazione nella musica jazz 2024”, edizione numero quattro. Chi volesse partecipare all’originale concorso jazzistico che mette in palio un premio in denaro di ben tremila euro potrà farlo iscrivendosi sull’omonima piattaforma a partire da martedì 30 aprile, fino al 30 giugno 2024. Il concorso, realizzato col contributo della Fondazione di Sardegna, ha lo scopo di premiare e promuovere i musicisti che, nel solco della figura e della storia di lsio Saba, dimostrino la loro spiccata personalità artistica e la loro eccellenza creativa. Pioniere del jazz in Sardegna, Isio Saba di cui lo scorso anno si è celebrato il decennale della scomparsa, per tutta la sua vita si è speso nella divulgazione della musica afroamericana in Italia promuovendo l’incontro tra i grandi del jazz mondiale - di cui era promoter in Italia - e sostenendo le nuove generazioni di musicisti

In fase di selezione, fondamentale la presenza di uno o più dei seguenti elementi: l’improvvisazione in qualità di solisti, compositori, arrangiatori e band leaders; la contaminazione tra generi musicali; l’originalità. Conquistato lo scorso anno dal Lorenzo Simoni Quartet, per la forte coesione e maturità artistica dimostrata, unita a un suono decisamente originale e contemporaneo, il Premio si attesta come un prezioso osservatorio a livello nazionale per capire quale sia attualmente la direzione della ricerca jazzistica e come si muovono le nuove tendenze. Un’opportunità importante anche per aiutare i tanti giovani musicisti che faticano a trovare la giusta ribalta e che mira a scovare progetti artistici creativi e innovativi.

ISCRIZIONI

L’apertura delle iscrizioni al Premio è fissata per martedì 30 aprile 2024: tutti coloro che intendono partecipare potranno farlo seguendo le indicazioni del regolamento fino al 30 giugno, data di chiusura delle iscrizioni. Sono ammessi al concorso musicisti che si presentino come singoli solisti o come band (max 6 elementi). L’iscrizione si effettua attraverso la compilazione del modulo di iscrizione, disponibile sull’apposito indirizzo web: https://www.jazzinsardegna.com/premio-isio-saba/

GIURIA

A valutare i partecipanti sarà una giuria presieduta dal compositore e pianista Paolo Carrus e composta da musicisti e addetti ai lavori presenti in occasione delle varie esibizioni. Saranno loro a decretare i premi previsti nell'ultima serata di live. La giuria è composta da membri incaricati direttamente dall’Associazione Festival Internazionale Jazz in Sardegna e dell’associazione culturale Il Jazzino. La composizione della Giuria verrà comunicata prima delle serate finali. Conquistato lo scorso anno dal Lorenzo Simoni Quartet, per la forte coesione e maturità artistica dimostrata, unita a un suono decisamente originale e contemporaneo, il Premio si attesta come un prezioso osservatorio a livello nazionale per capire quale la direzione della ricerca jazzistica e come si muovono le nuove tendenze.  Un’opportunità importante anche per aiutare i tanti musicisti di livello che faticano a trovare la giusta ribalta e che mira a scovare progetti musicali creativi e innovativi.

SELEZIONI

Una commissione coordinata dal direttore artistico del Premio Gianrico Manca avrà il compito di effettuare una preselezione di 12 candidati, i quali si esibiranno nelle varie fasi di selezione del Premio previste il 16, 23 e 30 ottobre 2024 sul palcoscenico del jazz club Il Jazzino di Cagliari. Le serate saranno aperte al pubblico e verranno trasmesse in diretta streaming sui canali social di Jazz in Sardegna/Jazzino. Ogni candidato avrà a disposizione al massimo 30 minuti. A conclusione di tutte le esibizioni, la giuria effettuerà la selezione di tre finalisti, che verranno proclamati entro la fine del mese di ottobre. L'elenco dei candidati che accederanno alle fasi finali e quello dei tre finalisti sarà pubblicato sulle pagine dell’omonimo sito. La serata finale di premiazione (finalissima) si svolgerà venerdì 22 novembre 2024 al Teatro Massimo di Cagliari.

 

PREMI

Per il vincitore assoluto della finalissima è previsto un premio in denaro di tremila euro. Il vincitore sarà ospite della 44ma edizione del Festival internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo. Inoltre, sarà assegnata una Menzione Speciale al concorrente la cui proposta musicale abbia mostrato un evidente carattere innovativo. Anche il vincitore della Menzione parteciperà al Festival Internazionale Jazz in Sardegna-European Jazz Expo.

 

ISIO SABA

Fotografo e promotore musicale di statura internazionale, Isio Saba è nato ad Ozieri il 24 febbraio del 1942 ed è morto ad Amantea, in Calabria, il 29 marzo del 2013. A metà degli anni ‘60, poco più che ventenne, si trasferì a Roma dove svolse la sua attività per quasi cinquanta anni diventando punto di riferimento per tantissimi musicisti. È stato amico fraterno di grandi jazzisti, da Don Cherry a Nanà Vasconcelos, ma è agli Art Ensemble of Chicago che il suo nome rimane ancora oggi collegato in virtù di una lunghissima frequentazione. Saba è stato tra i soci fondatori del festival Jazz in Sardegna con Alberto Rodriguez ed è stato ideatore e collaboratore dei più importanti festival sardi. Profondo conoscitore del jazz americano e indimenticabile animatore di molte rassegne in tutta Italia, nei primi anni ‘70 grazie al rapporto speciale che lo ha sempre legato a Lester Bowie, all’Art Ensemble of Chicago e ai maggiori esponenti della musica creativa americana che si raccoglieva attorno all’Association for the Advancement of Creative Musicians, divenne pioniere e principale protagonista della sua diffusione in Italia e in Europa. La sua instancabile attività votata al rischio, all’innovazione, alla promozione di giovani artisti e alla sperimentazione di audaci contaminazioni di genere lo ha consacrato come uno dei maggiori protagonisti della diffusione della musica jazz in Italia. Nei primi anni Duemila decise di trasferire la sua residenza ad Amantea, in Calabria, per stare vicino alla sua famiglia. È morto all’età di 71 anni.

 

 

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Ci sarà tempo fino alle 12 del 6 maggio 2024 per presentare la manifestazione di interesse per la nomina di Componente esterno delle Commissioni giudicatrici delle domande di contributo per Manifestazioni culturali e di spettacolo, annualità 2024.

Gli interessati, in possesso dei requisiti previsti dall'Avviso pubblico (disponibile sul portale istituzionale del Comune di Cagliari nella sezione “Documenti e dati/Bandi e Avvisi/Altri Bandi e Avvisi”) dovranno inviare la proposta di candidatura, completa dei documenti richiesti e indirizzata al Comune di Cagliari - Servizio Sport Cultura e Spettacolo, esclusivamente via PEC all'indirizzo: protocollogenerale@comune.cagliari.legalmail.it

 

 

 

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 Quest’anno, per la prima volta, alla Biennale di Venezia, la prestigiosa istituzione culturale tra le più note e antiche al mondo, sarà esposta un’opera dello scultore sardo Costantino Nivola.
Un significativo riconoscimento per l’artista, per il Museo di Orani, che conserva la più importante collezione al mondo delle sue opere, ma anche per l’intera Sardegna che da sempre vede nell’artista e nelle sue opere una forte testimonianza identitaria.
“Siamo particolarmente felici - ha sottolineato l’assessora della cultura, Ilaria Portas - che un’opera di Costantino Nivola, a più di 25 anni dalla sua morte e per la prima volta, sia presente a Venezia, in questa importantissima vetrina internazionale. Il tema scelto per l’edizione 2024 è: “Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere” e rappresenta – precisa l’assessora - un tema particolarmente significativo, dal punto di vista culturale, politico, etico e sociale, alla luce delle tragiche guerre che in questo momento coinvolgono diverse nazioni e ci ricordano che siamo tutti stranieri ovunque".
 
La Biennale aprirà i battenti a Venezia sabato 20 aprile e si concluderà il 24 novembre.
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La Commissione Nazionale UNESCO ha accolto la proposta di candidatura delle Domus de janas a Patrimonio Mondiale dell’umanità. Primo obiettivo centrato per il comitato promotore guidato dal Cesim - Centro Studi Identità e Memoria, e sostenuto dalla Regione Sardegna e dalla Rete dei comuni delle Domus de janas, che coinvolge 37amministrazioni con Alghero capofila. 

Grande soddisfazione è stata espressa anche dal ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano: «Sono lieto che la Commissione Nazionale UNESCO abbia accolto la proposta del Ministero della Cultura e abbia deciso di presentare le Domus de janas per l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale. I 26 siti custodiscono una testimonianza storico-culturale di eccezionale valore universale che ben illustra la ricchezza del patrimonio sardo». 

Il dossier passa ora all’esame degli organismi consultivi del Comitato del Patrimonio Mondiale, con sede a Parigi, per una valutazione sulla conformità dei criteri proposti alle linee guida UNESCO. Il verdetto definitivo è atteso per i primi mesi del 2025

A tracciare un primo bilancio di questo percorso anche la professoressa Giuseppa Tanda, presidente del Cesim a guida del comitato promotore: «Il cammino verso il riconoscimento UNESCO sta procedendo spedito. È stato un lavoro lungo ma ricco di soddisfazioni, reso possibile dalle sinergie operative tra entità diverse: il ministero italiano della Cultura, le Università di Sassari e Cagliari, i Comuni,  associazioni no-profit, piccole e medie imprese».

Per Alessandro Cocco, assessore alla Cultura del comune di Alghero, capofila della Rete dei comuni, «La candidatura UNESCO del patrimonio archeologico preistorico sardo è sempre stata una scelta ambiziosa, un'opportunità di sviluppo e promozione per tutta la Sardegna. Come comune capofila siamo davvero orgogliosi dell'accoglimento del dossier. In questi anni abbiamo lavorato tanto per raggiungere questo momento, che è stato possibile anche grazie alla vicinanza del Ministero della Cultura».

La particolarità della proposta è quella di un sito seriale formato da 26 componenti, che identifica un’epoca particolarmente importante per la storia dell’isola al centro del Mediterraneo, compresa tra il V e il III millennio a.C. Le componenti individuate si riferiscono ai monumenti più rappresentativi di questo periodo storico, che va dal Neolitico medio all’Età del rame, e riferibili ai due grandi fenomeni dell’ipogeismo e del megalitismo. Entrambi diffusi nelle coeve civiltà europee, assumono in Sardegna aspetti e connotazioni peculiari, che testimoniano gli scambi con il mondo esterno, ma allo stesso tempo le originali rielaborazioni locali.

Attraverso elementi legati alle funzioni civili, funerarie, culturali e religiose, sottolineate in molti casi dalle importanti ed elaborate manifestazioni artistiche, è possibile ricostruire la vita quotidiana delle comunità che abitarono la Sardegna in quell’epoca. Particolarmente note sono le Domus de janas, strutture funerarie spesso riccamente decorate, che sono nei secoli diventate parte comune e identitaria dell’immaginario dell’isola. 

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 Le opere di Giuseppe Biasi, di proprietà regionale e oggi custodite nei locali dell’ex convento del Carmelo di Sassari, nelle more dell’ultimazione del Museo per l’arte del ‘900 e del Contemporaneo di Sassari, andranno in prestito temporaneo alla Pinacoteca Nazionale di Sassari che potrà quindi esporle. La Giunta regionale, su proposta dell’Assessore degli Enti locali, Aldo Salaris, d’intesa con l’Assessore regionale dei Beni Culturali, Andrea Biancareddu, ha dato il via libera alla stipula di una Convenzione con la Direzione Generale Musei Sardegna finalizzata appunto all’esposizione delle opere dell’artista sardo, uno dei più importanti del Novecento, presso la Pinacoteca Nazionale di Sassari, prevedendo il comodato d’uso gratuito della durata di un anno eventualmente rinnovabile. 
“Sassari potrà esibire al mondo le oltre 200 opere di un suo artista”, ha annunciato l’Assessore Salaris. “Nelle more della realizzazione del Museo era doveroso trovare soluzioni che consentissero l’esposizione al pubblico delle opere di Giuseppe Biasi, in considerazione soprattutto dell’alto valore artistico e culturale che rappresentano – ha proseguito l’Assessore Salaris – Oggi possiamo finalmente dire che la città di Sassari, i sassaresi e i sardi tutti avranno la possibilità di apprezzare da vicino parte di quel patrimonio straordinario che è rappresentato dalle opere di Biasi”.
L'assessore Salaris a luglio nel corso di un incontro finalizzato a fare il punto della situazione sulla realizzazione e gestione dei musei Tavolara (dal marzo scorso in comodato al Comune di Sassari) e del Carmelo (di proprietà della Provincia di Sassari).aveva chiesto che venisse verificato lo stato di conservazione dell'intera collezione per valutare proprio la possibilità che i dipinti siano resi fruibili al pubblico. Ieri l’atto formale che sblocca la situazione.
L’Assessore Salaris ha proposto alla Giunta regionale di dare mandato alla Direzione Generale degli Enti Locali affinché mediante i servizi competenti proceda alla stipula di una Convenzione con la Direzione Generale Musei Sardegna finalizzata all’esposizione delle opere. Considerato poi che l’esposizione al pubblico risulta di preminente interesse della Regione, è stato anche dato mandato alla Direzione Generale di procedere alla stipula di un’apposita polizza di assicurazione dei beni per tutta la durata del prestito e di organizzare il trasporto sicuro delle opere nella sede espositiva (e il ritiro delle opere al termine del prestito).
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Con l'obiettivo di creare una rete territoriale attiva per la promozione della lettura, il Comune di Cagliari ha pubblicato un avviso di manifestazione di interesse per la sottoscrizione del “Patto locale per la lettura”, destinato a tutte le realtà che possano offrire il loro contributo in base alle rispettive capacità, come scuole di ordine e grado, istituti, enti, biblioteche, case editrici, librerie, autori, lettori organizzati in gruppi e associazioni, imprese private, associazioni culturali e di volontariato, fondazioni bancarie.

In modo da poter assicurare al Patto una immediata operatività, i soggetti interessati sono invitati a manifestare la propria disponibilità all’adesione entro 30 giorni (a fare data dal 19 ottobre 2023), tramite pec all'indirizzo di posta elettronica protocollogenerale@comune.cagliari.legalmail.it .

L'avviso e la modulistica per aderire al Patto sono consultabili e scaricabili attraverso la pagina web https://www.comune.cagliari.it/portale/page/it/documento?contentId=DOC163105 del portale istituzionale del Comune di Cagliari (link più sotto).

Al Patto si potrà comunque aderire anche successivamente nei limiti del 31 dicembre 2025.

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 “Una nuova sfida per la Fondazione Mont’e Prama che rappresenta anche l’inizio di un percorso che deve avere un seguito strutturale e che punta a compiere una riflessione complessiva sui temi dell’archeologia, della scienza e della cultura come strumenti di crescita e di governo”. Lo ha detto il Presidente della Fondazione Mont’e Prama Anthony Muroni aprendo i lavori di “Sardegna Mediterranea - L’Isola del Genio e dell’Ingegno” che per tre giorni, fino a sabato 14 ottobre, animerà il Teatro Doglio di Cagliari con una serie di riflessioni “che, partendo dall’eredità del passato, arriveranno fino alle prospettive future dell’isola come cuore pulsante del Mare Nostrum”. “Una manifestazione – ha continuato Muroni - che costituisce una nuova posizione dell’intero sistema che lavora per la valorizzazione del patrimonio culturale regionale e che si apre anche a nuove realtà, a partire dalla forte collaborazione con la Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine. Il Mediterraneo, anche in un momento così difficile, rimane al centro della discussione nella costante ricerca del progresso, del dialogo, della fratellanza e anche di scambio culturale ed economico”.

Luciano Violante (Presidente Fondazione Leonardo - Civiltà delle Macchine) ha sottolineato l’importanza di “Sardegna Mediterranea - L’Isola del Genio e dell’Ingegno” perché rappresenta “lo sforzo concreto per mettere assieme, in un unico contesto, aspetti umanistici e scientifici”. Poi ha aggiunto: “Fino a oggi non è stato sufficientemente valorizzato il patrimonio scientifico italiano. Il nostro Paese è considerato la patria dei poeti e dei letterati, in realtà, come dimostrano anche i nostri premi Nobel, siamo essenzialmente un paese di scienziati e di questo dobbiamo tenerne conto. Fondamentale, anche grazie al coinvolgimento delle scuole, il ruolo delle nuove generazioni, che rappresentano la futura classe dirigente del Paese. La trasmissione del sapere ai più giovani – ha concluso Violante nel suo intervento – rappresenta il vero collante nel rapporto tra le generazioni”.

Sardegna Mediterranea ha rappresentato l’occasione per presentare il Protocollo di intesa tra Fondazione Mont’e Prama e la Fondazione Leonardo – Civiltà delle Macchine, un atto che segna concretamente l’inizio della collaborazione tra i due enti, insieme “per dare un senso alla loro stessa ragione sociale e all’impegno costante verso la ricerca, la scienza e l’innovazione”.  Tre giorni densi di appuntamenti che dalla mattina proseguiranno fino a tarda serata con delle proposte di grande interesse e suggestione. Incontri, dibattiti, interviste, dialoghi, letture e approfondimenti per raccontare al pubblico l’isola sotto diversi angoli di lettura, considerando sempre la sua posizione strategica al centro del Mare Nostrum, luogo di scambi, di incontri e di contaminazioni culturali.

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