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Nell'Isola più gare d'appalto e maggiori investimenti: il report di Sardegna Ricerche
La Sardegna fa meglio dell’Italia: nell’ultimo anno nell’isola sono cresciuti numero e importi delle procedure d’appalto. È questa la fotografia scattata dallo Sportello Appalti Imprese di Sardegna Ricerche con uno studio – elaborato sui dati nazionali e regionali dell’Anac, autorità nazionale anticorruzione – che verrà presentato martedì 19 luglio, dalle 9.30 all’ex Manifattura tabacchi di Cagliari, nel convegno “Next generation Sardegna, il PNRR e la leva degli appalti pubblici”.
L’evento sarà l’occasione per mettere a fuoco il tema delle gare che, da sempre motore di sviluppo economico, diventa cruciale per affrontare le sfide e le opportunità di investimento legate al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Dopo il crollo della spesa pubblica registrato tra il 2018 e il 2019, in Italia c’è stata una notevole ripresa: nel 2021 sono state bandite 348.306 nuove gare d’appalto per procedure di affidamento con importo pari o superiore ai 40mila euro. Numeri in crescita rispetto alle 310.295 procedure del 2020, per un valore complessivo, di appalti e concessioni, arrivato a oltre 152 miliardi di euro, con un incremento pari al 9 per cento di spesa appaltata e al 12 per cento di gare.
In Sardegna la crescita è stata più marcata rispetto al dato nazionale, con un più 33 per cento di gare e più 18 per cento di spesa attivata. La crescita ha coinvolto tutti i settori in maniera omogenea (lavori, forniture e servizi), mentre a guidare gli importi sono le forniture sanitarie (più 156 per cento), esplose per la gestione della pandemia, e i lavori (più 29 per cento) aumentati grazie alla ripresa del settore dell’edilizia.
Se da un lato le imprese sembrano pronte alle sfide del mercato, dall’altro permangono una serie di criticità: burocrazia e tempi troppo lunghi rischiano di far mancare obiettivi importanti. In Italia si impiegano in media 681 giorni per chiudere una gara e arrivare dall’affidamento della progettazione alla conclusione dei lavori. Ben 319 giorni riguardano la fase pre-affidamento, legata alla progettazione e alla programmazione degli acquisti, che concentra le lungaggini maggiori. Il dato peggiora in Sardegna, dove la durata complessiva sale a 727 giorni e per la sola progettazione serve in media un anno. Tempi eccessivamente lunghi e sicuramente non compatibili con le tempistiche del PNRR.
Da migliorare anche il fronte assunzioni: il 67 per cento delle pubbliche amministrazioni contattate dichiara di essere nell’impossibilità di assumere nuovo personale, o per la scarsa conoscenza delle opportunità messe a disposizione dalla normativa (es. DL 80/2021) o per la difficoltà a reperire personale esperto nelle procedure del PNRR.
Lo Sportello Appalti Imprese anche nel biennio 2021-2022 ha lavorato per rafforzare la capacità amministrativa delle stazioni appaltanti e delle imprese sarde, organizzando oltre un centinaio tra eventi, laboratori e momenti di approfondimento. Tra questi si inserisce l’appuntamento di martedì prossimo, al quale prenderanno parte, oltre agli esperti di Sardegna Ricerche, i rappresentanti delle istituzioni locali e regionali (Regione, Centro regionale di programmazione, Anci, Camera di commercio di Cagliari e Sassari) sindaci, ricercatori, docenti universitari e imprese.
Traduttore automatico della Lis: il progetto di Sardegna Ricerche per i sordi negli uffici pubblici
Abbattere le barriere tra uffici pubblici e persone sorde con un traduttore automatico della LIS, la lingua dei segni italiana. È questo l’obiettivo di “INNOVARE, INFORMARE, PARTECIPARE”, un progetto pionieristico - avviato dalla Regione Sardegna, assessorato all’Igiene, Sanità e Assistenza Sociale con Sardegna Ricerche e il CRS4 e finanziato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – i cui risultati verranno illustrati martedì 21 giugno alle 11, alla Manifattura Tabacchi di Cagliari.
La Sardegna è la prima regione in Italia ad avviare un percorso così innovativo, con la realizzazione di reti neurali artificiali capaci di riconoscere e interpretare la LIS, per poi tradurla in lingua verbale. Il fine ultimo è quello di realizzare un traduttore da sperimentare in diversi sportelli della pubblica amministrazione per accorciare le distanze tra comunità dei sordi e burocrazia. Il percorso per arrivare al primo prototipo non è stato semplice sia per la complessità strutturale della LIS – una lingua completa e complessa, con una sua specifica struttura grammaticale, composta da segni, espressioni del viso e movimenti del corpo – sia per la quasi totale assenza di studi in questo senso.
I ricercatori che hanno lavorato al progetto hanno dovuto quindi tracciare un nuovo percorso e, partendo da zero, hanno definito direzione da intraprendere, tecnologie da utilizzare e tipologie di dati da realizzare e archiviare.
Uno dei nuclei centrali del lavoro è stato la realizzazione di un dataset, ossia un patrimonio di dati indispensabili per la traduzione: sono stati realizzati 10mila video con software che riducono il gesto ad uno schema grafico (skeleton based) per ottenere la base informativa della rete neurale, capace di elaborare attraverso un algoritmo i messaggi prodotti in LIS e tradurli in lingua parlata o scritta.
Un progetto dall’alto valore aggiunto rappresentato dalla partecipazione: nella ricerca sono stati coinvolte le associazioni dei sordi, l’Ens Ente nazionale sordi, gli interpreti LIS e gli esperti di lingua e cultura sorda che hanno contribuito attivamente sia alla produzione dei video che alla definizione degli obiettivi. Non dunque un prodotto calato dall’alto, ma uno strumento che agevoli la comunicazione, mettendo sullo stesso piano sordi e udenti. Importanti in questo senso anche living lab, appuntamenti che hanno creato spazi di incontro e confronto tra ricercatori, pubblica amministrazione, comunità dei sordi, scuole e udenti.
Maria Assunta Serra nuovo direttore generale di Sardegna Ricerche
Maria Assunta Serra è il nuovo direttore generale di Sardegna Ricerche, l'ente regionale che promuove innovazione e sviluppo tecnologico, sostenendo le imprese e gli organismi di ricerca. Serra, laureata in Scienze politiche, è dirigente regionale: negli ultimi 10 anni ha ricoperto ruoli di vertice all'Istituto zooprofilattico “Giuseppe Pegreffi” e all'Ersu di Sassari, oltre che di direzione di servizio in Area, l'azienda regionale per l'edilizia abitativa.
«Continuerò nel solco di quanto fatto fino ad ora, con lo stesso impegno ed entusiasmo per rafforzare il ruolo strategico di Sardegna Ricerche e del Parco Scientifico e Tecnologico della Sardegna, insieme alle società partecipate CRS4, Porto Conte Ricerche e IMC, confidando sempre nella proficua collaborazione con le due Università della Sardegna», sottolinea Serra, che negli ultimi due anni è stata commissario straordinario di Sardegna Ricerche.
L'Agenzia gestisce anche la Manifattura Tabacchi a Cagliari, ed è capofila di un importante e ambizioso progetto che i mesi scorsi ha superato la selezione nazionale degli European Digital Innovation Hub, insieme alle due università, alle Camere di commercio, Confindustria e imprese sarde.
«Ci attendono nuovi importanti progetti, anche come supporto operativo del Centro regionale di programmazione, che ci vedranno impegnati con nuovi bandi di finanziamento per sostenere le imprese sarde, rafforzare l'economia e proiettare la Sardegna in nuovi scenari internazionali», ha concluso Serra.
L’atto di a nomina è stata firmato ieri dal presidente della Regione Christian Solinas.
Energia dalle birre artigianali di alta qualità, il progetto di Sardegna Ricerche
Una birra artigianale, sostenibile e dal gusto inconfondibilmente sardo. A questo punta il progetto cluster Bi.Ar. studiato e promosso da Sardegna Ricerche che, nel valorizzare l’economia circolare, ha messo in contatto imprese e innovazione. Il programma parte dallo studio delle materie prime, si propone di migliorare le caratteristiche produttive delle birre e la loro shelf life, e si chiude con la trasformazione degli scarti in risorse. Un percorso avviato dopo aver raccolto le esigenze delle 34 imprese isolane – tra aziende agricole e birrifici - che hanno aderito: a loro stanno dando risposte gli esperti della Porto Conte Ricerche di Alghero, dell’Università di Sassari e della Sotacarbo di Carbonia.
Malto sardo. La prima fase del progetto Bi.Ar. si è concentrata sulla selezione di varietà locali di cereali e orzi adatti alla produzione dei malti. Questi ultimi sono stati affidati agli esperti della Porto Conte Ricerche che sono al lavoro per valorizzarne le caratteristiche più interessanti. I malti isolani, aggiunti a quelli in commercio, possono conferire alla birra un gusto inconfondibilmente sardo. A confermarlo anche le analisi qualitative e sensoriali che valutano colore, gusto, resa della schiuma, aderenza ai parametri di stile e gradimento tra i consumatori.
Shelf life. Allo studio ci sono anche diverse tecniche per aumentare la shelf life delle birre artigianali, garantendone così la freschezza anche a distanza di tempo. I ricercatori stanno sperimentando diversi elementi: dal packaging attivo – come i tappi assorbitori di ossigeno – alle correzioni nelle tecnologie di trasformazione, fino all’analisi delle temperature di conservazione.
Fruit beer. Ad Alghero si lavora anche sulle fruit beer, uno stile birrario riconosciuto, per esaltare le biodiversità isolane. L’obiettivo è usare la frutta locale, anche quella che ormai ha perso appeal tra i consumatori, per farne la carta vincente delle fruit beer sarde. Alla Porto Conte Ricerche si lavora sugli aromi e le qualità dell’albicocca “busucciu” in chiave brassicola. Anche in questo caso le produzioni pilota verranno poi testate sia dal punto di vista chimico che sensoriale. «Sardegna Ricerche investe importanti risorse per finanziare progetti cluster che partono dalle esigenze di innovazione del mondo produttivo. In campo agrifood con la nostra società Porto Conte Ricerche trovano un supporto scientifico e tecnologico di eccellenza che, in sinergia con l’università, porta le imprese sarde a importanti salti di qualità indispensabili per competere in un contesto economico sempre più specializzato», sottolinea Maria Assunta Serra, commissario straordinario di Sardegna Ricerche.
«Oggi se non ti distingui ti estingui. Le imprese, soprattutto quelle che devono competere sullo “scaffale mondiale” del mercato globalizzato e sul web, devono aumentare il valore della tipicità e di una moderna artigianalità, arma vincente per distinguersi, ma solo se abbinata ad una alta qualità organolettica di prodotto e una sostenibilità dell’intero processo. Passare “sulla terra leggeri” con una impronta ecologica sostenibile ma riconoscibile e gradita al mercato», evidenzia Gavino Sini amministratore unico di Porto Conte Ricerche.
Gli scarti in risorse. In cantiere ci sono anche nuove tecnologie capaci di ridurre il consumo energetico. Criticità significative per i birrifici che ogni anno devono smaltire fino a 36mila kg di trebbie, lo scarto più consistente nella produzione della birra. Generalmente cedute agli allevatori o conferite in discarica con relativi alti costi di smaltimento, le trebbie - correttamente trattate - potrebbero diventare un fertilizzante adatto anche all’agricoltura biologica, per un’economia circolare dall’alto valore aggiunto così come dimostrato dai microbiologi dell’Università di Sassari. Questo tipo di scarto ha anche un’altra strada: le trebbie possono essere trasformate in un bio-carburante capace di sostituire il GPL oggi utilizzato per alimentare le caldaie indispensabili nel processo di produzione della birra. A questo scopo la Sotacarbo ha studiato e sta testando una caldaia a biomassa che abbatterebbe i costi energetici – oggi pari a oltre 0,35 euro a litro di birra prodotto – e quelli di smaltimento.
L’acqua. L’ultimo e importante punto al vaglio dei ricercatori è rappresentato dai consumi idrici. Per produrre un litro di birra in birrificio, sono necessari 6 litri di acqua che rappresentano un costo economico e ambientale. Per questo il dipartimento di agraria dell’università di Sassari ha elaborato un sistema per purificare biologicamente l’acqua utilizzata durante la produzione e poterla così riutilizzare nei birrifici.
La Regione punta al rilancio dell'ex Manifattura con Sardegna Ricerche
“Il completamento della gestione degli spazi dell’Ex Manifattura Tabacchi rappresenta il compimento di un discorso di valorizzazione culturale già messo in atto con la precedente gestione affidata a Sardegna Ricerche”. Lo ha detto il Presidente della Regione, Christian Solinas, in seguito all’approvazione della delibera di Giunta riguardante l’integrazione del piano delle attività della “Fabbrica della Creatività” che trova spazio nell’ex tabacchificio. Il programma integrativo è stato presentato dall’Assessore degli Enti Locali, Quirico Sanna. Le attività già programmate e finanziate sulla programmazione 2014-2020, saranno gestite da Sardegna Ricerche fino al 31 dicembre 2023. L’ente regionale avrà il compito di individuare gli enti e le strutture idonee alla gestione degli spazi fino a questo momento rimasti privi di utilizzo.
“Il nostro obiettivo – ha spiegato il Presidente – è quello di portare alla fruizione del grande pubblico, dei sardi e dei turisti, un insieme di opere di incredibile pregio, fino ad arrivare alla creazione di un museo delle opere regionali che sia polo di attrazione per i sardi e per i turisti italiani e stranieri che arrivando nel capoluogo si potranno trovare subito immersi nella cultura dell’intera isola, grazie anche ad una cornice che in se stessa è carica di storia: la Manifattura Tabacchi, nata nel Settecento sulle macerie di un antico convento, fu un’azienda importante del settore fino al 2001”.
“L’Ex Manifattura – spiega l’Assessore Sanna – è un centro importante per eventi culturali ed espositivi, è una delle infrastrutture di intrattenimento più importanti a Cagliari e in Sardegna, competitiva sul piano nazionale e ambiziosa su quello internazionale. Il già ricco programma della Manifattura andrà a completare la sua offerta con attività di elevato livello culturale, che spaziando dalla cinematografia, all’artigianato, alle mostre sulle arti visive, siano in grado di valorizzare il forte carattere identitario del popolo sardo”.
“Dalla cultura – prosegue l’Assessore Sanna – possono nascere sbocchi occupazionali e un indotto economico: pertanto investire su di essa è il metodo più efficace per investire sul futuro. La cultura è l’essenza di un popolo e questo vale ancora di più quando si parla di una civiltà ancestrale quale è quella della Sardegna”.
“Di concerto con l’Assessore del Bilancio Giuseppe Fasolino, ci impegneremo a trovare le risorse per poter dare concretezza a questo obiettivo e, avvalendoci ancora della preziosa collaborazione con Sardegna Ricerche studieremo l’elaborazione dei programmi delle varie attività culturali, anche eventualmente in collaborazione con associazioni senza scopo di lucro”, ha concluso l’esponente della Giunta Solinas.
Crs4, nuove infrastrutture tecnologiche per la digitalizzazione delle imprese
Il CRS4 concluderà a breve la valutazione delle offerte per l’acquisizione di nuove e più potenti infrastrutture tecnologiche con un investimento pari a 5milioni di euro, finanziato dalla Regione con fondi POR 2014-2020. Le nuove infrastrutture, dotate di soluzioni tecniche avanzate per l’alfabetizzazione, favoriranno l’inclusione digitale e l’acquisizione di competenze ICT all’avanguardia da parte delle imprese del mondo della ricerca sardo e dei nuovi professionisti digitali.
Il progetto nel suo complesso è destinato a migliorare la cultura digitale della popolazione, attraverso la sperimentazione e la condivisione della conoscenza e dell’innovazione nel campo delle tecnologie abilitanti digitali, tra le quali, ad esempio, cloud, big data, dati aperti (open data), data analytics, cyber security, blockchain, Internet delle cose (IoT) e le altre tecnologie emergenti dell’ICT, tramite attività di divulgazione, formazione e laboratori sperimentali.
L’investimento hardware e software per l’ammodernamento dell’infrastruttura tecnologica del CRS4 si integrerà funzionalmente con gli apparati attualmente esistenti, portando così a raddoppiare le prestazioni dell’infrastruttura di calcolo e di archiviazione dati. Attualmente la potenza di calcolo è pari a circa 280 TeraFlops, ossia, è in grado di processare 280mila miliardi di operazioni al secondo, mentre lo spazio di archiviazione dei dati è di 2,5 Petabyte: 2,5 milioni di Gigabyte.
Inoltre, le risorse di calcolo del CRS4 saranno impiegate anche per ampliare le collaborazioni su progetti di ricerca con enti nazionali ed internazionali e verranno principalmente utilizzate nei settori trainanti quali: aerospazio, bioscienze, fluidodinamica, gestione computazionale di grandi moli di dati provenienti dal mondo medico e industriale, calcolo ad alte prestazioni per l’energia e l’ambiente (meteorologia, geofisica), visual computing (simulazioni visive e ambienti virtuali), agenda digitale ed elaborazione dati aperti.
Giacomo Cao, amministratore unico del CRS4 sottolinea: “Si tratta di un passaggio molto importante che consentirà al Centro di migliorare sensibilmente le proprie infrastrutture di calcolo in modo da potersi confrontare con quelle disponibili a livello nazionale e internazionale anche nell’ottica dei Digital Innovation Hubs europei al cui bando parteciperà sia con la cordata regionale SharD-Hub coordinata da Sardegna Ricerche sia con quella nazionale DAMAS guidata da Leonardo”. Prosegue: “Verrà nominata nei prossimi giorni una commissione di alto profilo professionale che nel tempo più breve possibile valuterà le offerte pervenute e assegnerà i diversi lotti previsti dal bando europeo a cui hanno risposto dieci aziende”.
Ipoacusia, il progetto di Sardegna Ricerche con assessorato alla Sanità e Crs4 è il migliore in Italia
Si è classificato al primo posto della graduatoria nazionale della presidenza del Consiglio dei Ministri il progetto ”Innovare, informare, partecipare - nuove metodologie per la comunicazione delle persone con ipoacusia” , nato dall’accordo di collaborazione tra l’assessorato regionale alla Sanità (Direzione generale delle politiche sociali) e Sardegna Ricerche, che ha visto la partecipazione tecnica e scientifica del CRS4.
La graduatoria, pubblicata il 4 dicembre dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, vede la Sardegna al primo posto su 17 regioni partecipanti, con un finanziamento assegnato di 360 mila euro.
L'Organizzazione mondiale della sanità ha stimato che n tutto il mondo le persone con ipoacusia saranno 630 milioni nel 2030 e 900 milioni nel 2050, ipotizzando per l’Italia un andamento simile a quello previsto per l’Europa, ma a partire da una percentuale di ipoacusici più elevata che ingloba il più significativo tasso di invecchiamento della popolazione italiana, con un numero di persone con ipoacusia pari a poco più di 8 milioni per il 2025 e un numero compreso tra i 10 e gli 11 milioni per il 2050 (fonte OMS –Censis).
Con delibera del 7 agosto 2020, la Giunta regionale, su proposta degli assessori alla Sanità Mario Nieddu e al Bilancio Giuseppe Fasolino, ha dato mandato al direttore generale delle Politiche sociali, Francesca Piras, e al commissario straordinario di Sardegna ricerche, Maria Assunta Serra, per la predisposizione e sottoscrizione di tutti gli atti necessari per la partecipazione all’avviso dell’Ufficio per le politiche in favore delle persone con disabilità della Presidenza del Consiglio dei ministri, finalizzato alla promozione di iniziative volte a potenziare le competenze e le infrastrutture degli attori pubblici utili a favorire il superamento delle barriere alla comunicazione e l’accessibilità delle persone sorde e con ipoacusia ai servizi pubblici erogati dagli enti territoriali. Il CRS4 – Centro di ricerca, sviluppo e studi superiori in Sardegna – società partecipata di Sardegna ricerche – è stato individuato come organismo deputato a fornire il supporto di competenza scientifica e tecnologica per la predisposizione di un progetto sperimentale volto alla diffusione di servizi di interpretariato in lingua dei segni italiana (LIS) e video interpretariato a distanza, nonché all’uso di ogni altra tecnologia finalizzata all’abbattimento delle barriere alla comunicazione.
Il progetto è stato dunque presentato, entro i termini di scadenza del 30 settembre, dopo un intenso lavoro di equipe nei mesi estivi tra i funzionari e dirigenti della Sanità- Politiche Sociali, Sardegna Ricerche e CRS4.
Secondo i dati riportati nell’indagine Istat “Condizioni di salute e ricorso ai servizi sanitari in Italia e nell'unione europea - Indagine EHIS 2015” si stima in Sardegna la presenza di n. 81.000 persone, di 15 anni e più, con gravità delle limitazioni nell'udito.
In particolare nel 2015 rispetto ad una popolazione in Sardegna, di 15 anni e più, pari a 1.457.000 persone, circa il 19%, si stima avesse una moderata limitazione dell’udito e circa il 5% una grave limitazione dell’udito. Pertanto nell’ambito delle attività volte a favorire l’inclusione sociale delle persone con disabilità uditiva, che secondo fonti OMS – Censis saranno in Italia circa otto milioni nel 2025 e tra i dieci e gli undici milioni nel 2050.
La Regione si è candidata alla realizzazione di strumenti innovativi che, attraverso l’utilizzo delle più moderne tecnologie, consentano di migliorare la qualità della vita delle persone con ipoacusia. In particolare con la proposta progettuale presentata si intende favorire la comunicazione interpersonale all’interno degli uffici regionali e comunali necessaria per assicurare il coinvolgimento attivo dei beneficiari degli interventi e per consentire alle amministrazioni socio sanitarie la presa in carico, la valutazione multidimensionale, la definizione del budget di progetto e la predisposizione del programma personalizzato.
Il progetto troverà in un primo momento di applicazione nella Direzione generale delle politiche sociali e successivamente sarà esteso ad altri settori dell’amministrazione regionale e di alcune amministrazioni comunali. Potrà poi essere replicato in un secondo momento con il coinvolgimento sull’intero territorio regionale delle amministrazioni comunali interessate e delle strutture e uffici del Servizio sanitario regionale.
Successo per il progetto RadarDrone dell'Inaf finanziato da Sardegna Ricerche
Si conclude dopo tre anni “RadarDrone”, il progetto tecnologico finalizzato allo sviluppo di sistemi di intercettazione di aeromobili a pilotaggio remoto (Apr) a partire da sistemi radar commerciali di facile reperibilità. L’intervento è stato realizzato dagli ingegneri, tecnici e tecnologi dell’INAF-Osservatorio Astronomico di Cagliari e del Dipartimento di Ingegneria Elettrica ed Elettronica (Diee) dell'Università di Cagliari, grazie all’aggiudicazione di un bando “cluster top-down” finanziato da Sardegna Ricerche. “Siamo molto soddisfatti del successo di questo progetto - sottolinea Maria Assunta Serra, commissaria straordinaria dell’ente finanziatore - e siamo certi che i centri di ricerca e le imprese coinvolte ne godranno i frutti, tanto in termini di competenze acquisite quanto di possibilità d’accesso a un mercato competitivo come l’aerospaziale. Questo è d’altra parte lo spirito dei progetti cluster da noi promossi e finanziati con i fondi del Por-Fesr”.
“Il progetto – dichiara il coordinatore di RadarDrone, Tonino Pisanu dell’Inaf di Cagliari - si inserisce nella filosofia che l’Inaf ha adottato con successo negli ultimi anni, ovvero mettere tutta la tecnologia che siamo in grado di sviluppare per il Sardinia Radio Telescope di San Basilio a disposizione delle imprese del territorio tramite collaborazioni mirate e pragmatiche.” “Quando si tratta di alta tecnologia – sottolinea il Direttore dell’INAF-OAC Emilio Molinari - l’INAF usa il meglio delle sue risorse umane e scientifiche per restituire alla società nuove opportunità di conoscenza e benessere.”
Anche per l'Università di Cagliari il progetto RADARDRONE è stato una opportunità per approfondire le tematiche relative ai RADAR e alle applicazioni sia in ambito di ricerca che didattico. Giorgio Montisci, responsabile per UNICA del progetto, segnala che a partire dallo scorso A.A. il percorso formativo del corso della Laurea Magistrale in Ingegneria Elettronica è stato modificato per fornire agli studenti le nozioni di base sui RADAR e le loro applicazioni principali, inserendo il corso "Microwave System for Remote Sensing". Nell'ambito del corso "Affidabilità dei componenti elettronici", tenuto dalla prof.ssa Giovanna Mura, sono state inoltre organizzate esercitazioni di laboratorio sulle tematiche del progetto.
Le collaborazioni del progetto RADARDRONE sono effettivamente cresciute insieme con gli sviluppi tecnologici anche al di fuori del numeroso partenariato iniziale, come è successo con il Distretto Aerospaziale della Sardegna (DASS) che, nell’ambito di un parallelo progetto (Sardinia UAV Test range), ha ampliato le possibilità operative di RADARDRONE consentendo l’accesso ad idonei spazi di volo. I sistemi radar sono stati testati, in una prima fase, presso l’area dell’INAF Osservatorio Astronomico di Cagliari a Selargius. Occorrevano tuttavia spazi di volo sufficientemente ampi, così il 27 novembre 2020 si sono svolti i test operativi di funzionamento dei prototipi presso l'aviosuperficie dell’Asd Aliquirra di Perdasdefogu nell’ambito dell’accordo con il DASS.
“Il distretto - specifica il Presidente Giacomo Cao – è particolarmente lieto di poter mettere a disposizione dei Soci l’aviosuperficie dell’associazione Aliquirra, con la quale è in essere un rapporto contrattuale pluriennale, per le attività descritte che dimostrano quanto la Sardegna possa essere percepita, a livello nazionale e internazionale, una piattaforma ideale per il test e la certificazione di droni e sistemi ad essi correlati”. Gli fa eco Marco Corongiu dell’Asd Aliquirra: “Poter mettere a disposizione del mondo scientifico ed industriale la nostra aviosuperficie è anche l’opportunità, per Aliquirra, di far conoscere la struttura e le potenzialità che essa può offrire: con adeguati investimenti, infatti, potrebbero essere maggiorati sia la pista di volo che le disponibilità logistiche, aumentando così il bacino di utenti ed incrementando le attività e la mobilità umana e materiale.”
Durante questi ultimi test - effettuati con il nulla osta del prospicente Poligono Interforze di Salto di Quirra – PISQ, in base all’accordo quadro firmato nel 2018 tra il Ministero della Difesa e il DASS - sono state fatte volare diverse tipologie di APR a varie quote e velocità. Nel corso delle prove sono stati simulati diversi scenari, riproducendo quelle che sono le reali condizioni operative che normalmente potrebbero presentarsi in un normale scenario urbano o aeroportuale, ovvero le aree solitamente considerate più sensibili all’intrusione di droni non autorizzati. Indispensabile è stato il supporto tecnico e di sicurezza del personale dell’associazione Aliquirra, dell’azienda 3D Aerospazio e del SASS (Soccorso Alpino e Speleologico della Sardegna), tutti presenti durante i test. “3D Aerospazio – evidenzia il Comandante Antonio Depau - partecipa al Progetto RADARDRONE con estremo interesse; l’opportunità di crescita professionale rappresentata dalla possibilità di poter collaborare con partner di elevata competenza tecnica, concretizza un passo importante verso la condivisione di opportunità di crescita per tutto il settore aerospaziale.”
I prototipi, che si basano rispettivamente sullo sviluppo di un RADAR commerciale marino a compressione di impulsi operante in banda X e sulle potenzialità offerte da schede di acquisizione dati di tipo commerciale operanti in banda C, hanno mostrato una significativa capacità di rilevamento dei droni, confermando i buoni risultati già evidenziati nel corso dei test preliminari condotti nelle aree di pertinenza dell'INAF-OAC. Il progetto si può dunque considerare concluso dopo aver centrato l’obiettivo che si era prefissato, tuttavia saranno necessari ulteriori passi avanti per portare i nuovi sistemi ad un livello tale da poter essere commercializzati e utilizzati con successo nelle aree più sensibili.
Il laboratorio protetto di Porto Conte Ricerche in prima linea contro il Covid
Anche la Sardegna sta fornendo il suo contributo alla ricerca per trovare le soluzioni che possano contrastare e non solo arginare gli effetti negativi del virus. Ricerche che si stanno sviluppando proprio nel centro di Tramariglio della Porto Conte Ricerche.
Cos’è BSL3 (BioSafety Level 3)
Il laboratorio BSL3 è una struttura ad accesso controllato, dotato di porte interbloccate e con un sistema di ventilazione indipendente dalle altre strutture del centro. Sono laboratori dove l’immissione e l’espulsione dell’aria ambientale avvengono attraverso filtri assoluti (HEPA) con efficienza 99.995. All’interno del laboratorio BSL3 è possibile lavorare con microrganismi di classe 3, così coma da catalogazione in funzione del proprio grado di pericolosità.
Di fatto Il SARS CoV 2 fino maggio scorso era classificato come agente biologico del gruppo 2: con la Direttiva UE 2020/739 della Commissione Europea del 3/06/2020 il SARS-CoV 2 viene inserito d’urgenza come patogeno del gruppo 3. Le sole attività di diagnostica del COVID_19 possono essere effettuate in laboratori BSL2, tutte le altre attività di ricerca con uso propagativo del virus, da questo momento in poi, devono essere effettuate in laboratori di classe superiore, ovvero BSL3. I progetti di ricerca che prevedano l’uso del virus “attivo”, pertanto, devono essere condotti in laboratori che possano contare su elevati standard di sicurezza. Al momento, la lotta al Covid condotta dal Porto Conte Ricerche, si sta concentrando sulla sperimentazione relativa a cocktail di farmaci che possano curare e contrastare l’azione patogena del virus.
Sono operativi anche altri progetti collaborativi, con Università di Sassari e Cagliari, per sviluppare metodi diagnostici alternativi, confermare la diagnostica ottenuta con metodo classico, che possano sfruttare altre tecniche e per sviluppo di protocolli più rapidi e in linea con la stessa tecnica (RT-PCR)
“Sardegna Ricerche è il braccio operativo della Regione per supportare la ricerca e il trasferimento tecnologico. Porto Conte Ricerche è una delle punte di diamante del parco scientifico e tecnologico della Regione – dice il commissario di Sardegna Ricerche, Maria Assunta Serra-. Abbiamo appoggiato dunque le richieste della nostra società partecipata per un investimento immediato su strutture e progetti di ricerca in grado di dare risposte rispetto alla battaglia contro la pandemia che ha messo in ginocchio tutto il mondo. La Regione sostiene la ricerca in ambito biomedico e ora, in particolare, sulle cure del Covid con azioni di contrasto, monitoraggio e prevenzione per dimostrare meglio, se ce ne fosse ancora bisogno, di quanto sia fondamentale l'investimento in ricerca e innovazione per ogni strategia sostenibile ed efficace tesa al miglioramento della nostra qualità della vita e dello sviluppo.”
BSL3, Porto Conte Ricerche e Regione Sardegna
La Regione Sardegna ha creduto nel progetto di Porto Conte Ricerche per il ripristino delle strutture e collaborazioni per un panel di progetti in linea Covid, investendo, attraverso Sardegna Ricerche, quasi un milione di euro. 450mila euro sono la quota per due progetti COVID con titolarità Porto Conte Ricerche; 345mila euro per 3 progetti collaborativi (Porto Conte Ricerche con Università degli Studi di Sassari e Università degli Studi di Cagliari) per i quali la quota PCR è pari ad oltre 130mila euro.
Porto Conte Ricerche controllata dall’Agenzia regionale Sardegna Ricerche è società specializzata nei campi delle Tecnologie Alimentari e delle Biotecnologie applicate, impiega 33 dipendenti di cui 24 ricercatori e svolge le proprie attività nel complesso di Tramariglio ad Alghero.
“La battaglia contro il Covid si deve giocare sia in difesa, con tutti i presìdi e le prescrizioni di distanziamento a cui giustamente ci stiamo conformando – sostiene l'amministratore unico del Porto Conte Ricerche Gavino Sini- che in attacco, investendo su ricerca e innovazione con strumenti e progetti concreti, così come ci sta consentendo di fare il finanziamento messoci a disposizione dalla Regione Sardegna. Il laboratorio BSL 3 è uno di questi, che ci permette di ritagliarci uno spazio come centro attivo nella rete globale della ricerca per sconfiggere il virus e per evitare che continui a diffondersi.”
BSL3 al Porto Conte Ricerche
L’Area BSL3 di Porto Conte Ricerche dispone di due identici laboratori destinati: uno ai sistemi di diagnosi (se richiesto) e uno alla ricerca per i lavori di colture virali, saggi di isolamento, e saggi di farmaci.
La struttura, quindi, oltre che per la ricerca potrà essere impegnata sul fronte della diagnosi, che in questo momento limita molto tutte le regioni italiane e anche la Sardegna, dando così ulteriore forte impulso sul fronte della cura del COVID_19 e della battaglia per prevenzione e contenimento. Un paternariato internazionale ha già chiesto a Porto Conte Ricerche la disponibilità della struttura per la cura del Covid_19 attraverso l’uso di farmaci antivirali da utilizzarsi in combinazione, analogamente a quanto è stato già fatto con infezioni virali anche recenti (vedi HIV e Epatite C).
Sono inoltre in corso altri contatti e verifiche di progetti in collaborazione tra Porto Conte Ricerche e enti ed imprese del territorio.
Set plan per l'energia sempre più pulita, iscrizioni aperte
Sardegna Ricerche comunica che sono aperte le iscrizioni alla Conferenza sul Piano Strategico per le Tecnologie energetiche europee (SET Plan), organizzata dalla Commissione europea, che si terrà online il 23 e 24 novembre. Il SET Plan è lo strumento principale per la definizione delle politiche europee sull'energia che mira a sviluppare tecnologie innovative che possano aiutare l’UE a ridurre le emissioni inquinanti, favorendo così la transizione verso un’economia ecosostenibile e per portare sul mercato nuove tecnologie energetiche a basso contenuto di carbonio.
La conferenza, dal titolo “Making the SET Plan fit for the EU Green Recovery”, sarà un’opportunità per politici, ricercatori e portatori d’interesse per valutare i progressi compiuti nel raggiungimento degli obiettivi del Piano e la loro coerenza con quelli del Green Deal. La partecipazione è gratuita previa registrazione.
Link www.bmwi-registrierung.de/SETPlan2020/