Venerdì, 20 Ottobre 2023 12:06

Anci, norme urgenti per l'istruzione in Sardegna

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Cagliari, Una fase della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge. Al centro, Emiliano Deiana e Alberto Urpi Cagliari, Una fase della conferenza stampa di presentazione della proposta di legge. Al centro, Emiliano Deiana e Alberto Urpi

 

"Rischiamo il taglio di 45 autonomie scolastiche. Proponiamo alla Regione una legge ad hoc. I fondi? Una decina di milioni di euro " dicono Alberto Urpi ed Emiliano Deiana

 

Mario Frongia

 

Formazione, spopolamento, cultura. In una terra che soffre. Uno sgambetto feroce e di vecchia data. Soprattutto per le nuove generazioni. E il loro futuro. "Il domani della Sardegna passa da una serie corposa di riforme serie, pratiche, vicine ai cittadini. Ma adesso - ha detto Alberto Urpi, presidente del consiglio regionale dell'Anci e sindaco di Sanluri - per l'istruzione primaria non possiamo perdere tempo: rischiamo la chiusura di 45 autonomie sulle 273 previste dal Piano di dimensionamento nazionale". Un allarme nitido. Cruciale e delicato, da affrontare senza indugi. Cosa che l'Associazione dei comuni ha preso di petto. "Nel pieno rispetto dei ruoli istituzionali, la nostra proposta di legge ha a cuore le dotazioni organiche negli istituti e le autonomie scolastiche, che significa anche evitare conflittualità tra i comuni. Auspichiamo - ha precisato Emiliano Deiana, presidente Anci Sardegna - che la proposta in corso di presentazione durante l'audizione nella seconda Commissione del Consiglio regionale, possa scongiurare il taglio e aprire la strada alla legge quadro di riordino". Le 377 amministrazioni comunali sarde incrociano le dita. Intanto, l'Anci accelera. Ha inquadrato il problema e ha redatto un testo di 15 articoli, che prevede una dotazione finanziaria di 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2024, 2025 e 2026. "Partiamo, purtroppo, da una constatazione: quest'anno non ci saranno proroghe, il Governo chiede il taglio di 45 autonomie. I criteri e le finestre che inchiodano i comuni, ad esempio, da 600 a 900 studenti, da 400 a 600 per le municipalità montane, sono folli: la viabilità, i trasporti, l'orografia della Sardegna è altra cosa rispetto alla Lombardia o all'Emilia Romagna. Ma chiudere le sedi significa non fermare l'emorragia che scomoda anche spopolamento. E quindi significa perdere fondi, istruzione, cultura e futuro" ha aggiunto Alberto Urpi. Insomma, una situazione complessa e delicata. Che genera amarezza.

Una legge regionale di sistema. "Sarebbe un passo che ci permetterebbe di superare lo stallo. Con il passaggio di competenza alla Regione di ogni decisione riguardante la distribuzione delle risorse di personale tra le istituzioni scolastiche. Perdere le autonomie significherebbe perdere dirigenti, insegnanti, personale e mettere in crisi anche i sindaci" ha rimarcato Emiliano Deiana. Lo stato dell'arte si apre da base normativa esistente. La legge 3 del 2009, prevede che "nelle more di una riforma organica della normativa regionale in materia di istruzione, la Giunta regionale, nell'ambito delle dotazioni organiche complessive definite in base alle vigenti disposizioni e tenuto conto delle condizioni di disagio legate a specifiche situazioni locali, definisce le modalità e i criteri per la distribuzione delle risorse di personale tra le istituzioni scolastiche".

In Sardegna il tema è storia stantia. La necessità di approvare una legge regionale organica sull'istruzione e la formazione è basilare. Ma sulle spalle degli amministratori, delle scolaresche e delle loro famiglie è caduto il macigno statale: tagli, razionalizzazioni, ridimensionamenti dei servizi sia sui Pes (Punti erogazione servizio), sia sulle autonomie scolastiche. La foto si completa con il decremento demografico e i tassi di abbandono scolastici che vedono la Sardegna agli ultimi posti della graduatoria nazionale. Per cui, la battaglia Anci è decisiva: scuola, cultura, istruzione e formazione devono stare al centro delle politiche pubbliche. "Vogliamo creare un ponte tra la norma in vigore e la futura legge organica sull'istruzione che ormai sarà argomento della prossima legislatura e di cui si sente l'impellenza di tracciare una linea netta e non far chiudere nessuna autonomia scolastica. "Puntiamo a una legge sarda per una scuola sarda. Non possiamo - ha rincarato Alberto Urpi -, andare avanti con una legge nazionale che non tiene conto delle specificità e difficoltà nel nostro territorio, tra spopolamento e trasporti. Ci serve una legge nostra, tarata sui numeri della nostra scuola". La norma prevede anche il coinvolgimento diretto dei Comuni. Sul tema i vertici regionali dell'Anci, hanno tagliato corto: "Vogliamo evitare che ci siano conflitti tra municipi. Il dialogo è fondamentale". Gli amministratori pubblici possono affrontare la questione e alleviare il disagio stanziando una decina di milioni di euro.

Ultima modifica il Venerdì, 27 Ottobre 2023 09:19