Venerdì, 08 Marzo 2024 13:20

Enduro, a Capoterra in gara i migliori In evidenza

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Capoterra, sfida ad alzo zero tra bikers off road Capoterra, sfida ad alzo zero tra bikers off road

Domenica le tenute Cantine Nuraghe Antigori ospitano la Sardinian race. Specialisti esperti su bici supertecnologiche per un viaggio pregiato tra natura, territorio, sport e tessuto produttivo

Mario Frongia

Track, Slash, Canyon, Duotts, Cube, Merida. Ma anche Canyon, Santa Cruz, Ktm Lycan, StumpJumping e Wolfking. Potrebbero essere i sopranomi di una squadra di rugby o football americano. Solidi, tosti, capaci di resistere a qualsiasi sollecitazione. Invece parliamo di bici. Superevolute, in carbonio, leghe, gomma. Sospensioni e assi di alto profilo tecnologico. Ciclismo, dunque. Meglio, sempre due ruote, con sella, raggi e freni. Ma da Enduro. Borracce e tubolari sono roba da museo. Gli specialisti dello sterrato e delle colline, bardati come i portieri da hockey su ghiaccio o quasi, vanno su missili che sfiorano in discesa i cinquanta orari. Un motivo in più per rendere suggestiva e affascinante la quarta tappa regionale del Sardinian enduro race. Domenica, giornata da leoni o meno, l’appuntamento è alle 8 all’agriturismo Baccalamanza. Ma la sveglia in casa di quelli che saranno i circa sessanta partecipanti provenienti da mezza isola, sarà messa molto prima. “No, non si tratta di tensione. Ormai ci siamo abituati. Ma è meglio esserci con il giusto anticipo” spiega Sandrino Mazzei, appassionato in sella a un piccolo grande mostro che pesa poco più di quindici chili e costa sugli ottomila euro. Gli scenari? I tracciati, su zone rivisitate che meriterebbero una vetrina puntuale e costante, si snodano in agro di Capoterra. Per la precisione, con il festoso supporto dell’imprenditore Carlo Scano, le quattro tappe in programma avranno per cornice proprio le sue tenute. Ovvero, l’oasi delle Cantine Nuraghe Antigori. Tra storia, tradizione di famiglia e una visione che sposa scelte biologiche e vini di classe. Dunque, sport e territorio. Economie proficue, fertili e rivisitate, come quelle dei vitigni e dei vini di pregio.

La regione che piace e conquista. Una Sardegna sorprendente che, a una manciata di chilometri da Cagliari, inforca le due ruote, indossa l’abito e le emozioni della festa. Condivisa e avvicinante. Curata dall’associazione CapoTrail, con il supporto di Pedroni, Maxxis, Sardinia Encuro, Topeak, Campa Bros, Ethic sport, Grimaldi lines, la manifestazione è una sorta di festival che abbraccia emozioni forti e performance sportive. La gara precedente, tenutasi sui pendii del Monte Arci, è stata dominata da Davide Longu dell’Olbia racing team. A seguire, Gianluca Cara (Olbia), Alberto Olla (Crossbike Sinnai), Edoardo Torre (Ciclobottega Sassari) e Federico Mongittu (CapoTrail, Capoterra). Ed è probabile che il terzetto sia tra i protagonisti anche dell’evento che si apre tra 48 ore. Con la supervisione dei giudici e dei cronometristi della Federazione italiana ciclismo, la Sardinian enduro race mette le luci su un’attività che si sbaglia a definire di nicchia. “In Sardegna siamo in circa cinquecento e il numero lievita. Le gare si svolgono una volta al mese con la formula dei 40 chilometri in quattro tappe in cui si affrontano dislivelli che vanno sino ai milleduecento metri. La preparazione? Se non si esce almeno tre volte la settimana per due orette ciascuna, si fa fatica” aggiunge Sandrino Mazzei. Gli iscritti non temono la carta d’identità. Per dire, sugli strappi che fiancheggiano l’azienda di Carlo Scano si sfidano bikers dai diciassette ai sessant’anni. Insomma, gara aperta. In un contesto naturalistico dalle caratteristiche differenti che scomoda tenuta, coraggio, pro positività agonistica. Il settore, con bici in carbonio e alluminio che costano da millecinquecento ai diecimila euro, si gode Monte Arcosu, Le aree attorno al Parco scientifico e tecnologico, Poggio dei pini, Monte Arci, i Sette fratelli: “Gareggiare dalle parti di Burcei è particolarmente impegnativo. Lasci la macchina e ti trovi di fronte montagne impossibili da scalare. Così come è dura anche dalle parti della caserma di Funtana Bona, ad Orgosolo”.

Un movimento in crescita. Intanto, Campidano e Gallura, con Olbia che ospita il prossimo appuntamento ad aprile, paiono le zone con più specialisti. A Capoterra le regole per salire sul podio sono quelle solite: “Vince chi fa i tempi migliori nella percorrenza delle quattro tappe. Si tratta di prove speciali, piccoli percorsi lunghi dai mille ai milleottocento metri. La somma dei tempi totali premia chi ci mette di meno” rimarca Sandro Mazzei. La curiosità? Per arrivare da un percorso all’altro c’è un’ora di tolleranza. Chi la supera incorre in penalità. La scaletta prevede verifiche e conteggi di gara, pranzetto e premiazioni non necessariamente in quest’ordine. Comunque vada, e con un sospiro di speranza per le condizioni meteo che si annunciano virare al grigio, il party è servito. E saranno applaudi per CapoTrail con gli infaticabili Feffo e Matteo in prima fila. Il brindisi? Carlo Scano non avrà dubbi: tra Spantu, Bovale, Cardile e Pedra Scritta c’è solo l’imbarazzo della scelta. E adesso, non resta che pedalare.