Martedì, 19 Marzo 2024 18:19

Andrea Mura, una storia di mare e rispetto per l’ambiente In evidenza

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Andrea Mura, i Quattro mori, una bella storia di agonismo e umanità Andrea Mura, i Quattro mori, una bella storia di agonismo e umanità

 

Il velista cagliaritano si è piazzato terzo nella regata in solitaria Global. È il primo sardo e il quinto italiano a riuscirci. “Ma adesso riparto” dice con un sorriso

Mario Frongia

Anche di fronte a fortunali e tempeste ha reagito con un sorriso sincero. Guasti meccanici, manutenzioni impegnative, onde alte dieci metri. A migliaia di chilometri dalla costa più vicina. Luoghi esotici, da Capo Horn agli oceani più temuti. Anche da chi va per mare da bambino. Andrea Mura è approdato l’altra sera a Marina La Coruña, in Spagna. Ha chiuso il giro del mondo in solitaria dopo quattro mesi di forti temporali, vortici, buriane. “Il momento più difficile? Le onde alte sette metri e un vento da 40 nodi al largo dell’Argentina”. Il sorriso viene inquadrato da telecamere e fotoreporter. Andrea e il suo Vento di Sardegna sono la notizia. Un ottimo esempio di professionalità, passione, temperamento. Quattro mesi di navigazione per compiere la Global Solo Challenge. Un giro del mondo che non fa sconti, meno che mai ai velisti più esperti. Una circumnavigazione senza scalo e assistenza. Sotto peso forma di svariati chili, il volto cotto da salsedine e sole, Andrea Mura è un buon esempio per i giovani, per quanti amano lo sport, per coloro che vogliono cimentarsi con rinunce e sacrifici. Mai domo, classe 1964, ha già in mente da dove ripartire. E l’ha detto ai cronisti appena sbarcato in Galizia: “Sì, le sirene dell'Oceano mi chiamano. Mi piace pensare a un'altra impresa, simile a questa che ho appena concluso. Una sfida che giorno dopo giorno, miglia dopo miglia, ha pian piano selezionato i concorrenti. Siamo partiti in sedici l’autunno scorso da La Coruna e siamo arrivati in sette”. Dunque, neanche il tempo di rassettare le vele ed ecco il nuovo obiettivo: “La Vendèe Globe, la circumnavigazione del globo non stop. Si arriva e parte dal porto francese Les Sables d'Olonne, nel dipartimento della Vandea. La regata è simile alla Global ma si svolge con barche tutte uguali, molto più grandi e performanti, come gli Imoca 60, mono scafi di 60 piedi”.

Si ripassa dal terzo posto nella Global. Un piazzamento che ha confermato le abilità nautiche di Andrea Mura. Vento di Sardegna, Open 50 varato nel 2001, ha fatto egregiamente la sua parte. Ma il coraggio e la determinazione del velista cagliaritano hanno fatto la differenza. Senza non si reggono le 26mila miglia del tracciato. Con il nodo Sud America che non si scorda. “Nella risalita dell'Atlantico, al largo di Buenos Aires sono incappato in una tempesta, con vento di 40 nodi e onde che hanno raggiunto i sette metri di altezza. Condizioni estreme che hanno quasi rovesciato la barca, una botta terribile che per fortuna non mi ha provocato dei danni alla schiena. Beh, quella volta mi sono davvero spaventato e ho avuto paura” ha raccontato con l’immancabile sorriso, noto anche al grande pubblico televisivo che lo ha seguito grazie ai video inviati alle emittenti locali e nazionali. Il terzo posto lo ha catapultato nella storia della navigazione oceanica. Intanto, è il primo sardo che ha circumnavigato la terra su una barca a vela. Ed il quinto tra gli italiani. A La Coruña si è goduto gli applausi dei tifosi e degli amici. E, soprattutto, l’abbraccio della moglie Daniela e dei figli Lucas e Marvel.  “Cosa significa questo viaggio? Servirebbe tanto tempo per raccontare il significato profondo di questo lungo viaggio negli oceani. Ma ci provo in due parole. La prima è l'amore, per il mare, per l'ambiente, per noi stessi, per gli altri. La seconda è il  rispetto. E penso all'ambiente e alla vita. Potrà sembrare banale ma queste due parole sono sempre con me. Qui in Spagna non è la fine ma l'inizio di tante altre avventure”.

Ultima modifica il Martedì, 19 Marzo 2024 18:25