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Sì, papà Ignazio sarebbe stato contento. La settima edizione del torneo giovanile in memoria del dirigente della Corrasi è andata al meglio. Oliena, le abitudini, l’aria e i profumi dei luoghi in cui si cresce bene. Un campo di calcio, un pallone, le urla degli allenatori e le smorfie dei genitori. Il tutto a condire un luogo magico. E un appuntamento che è oramai scolpito nel tempo. Le tre serate con la gioia dei bambini hanno colto nel segno. Dai primi calci alle sfide di quelli più grandicelli. Provenienti da mezza Sardegna, con le foto nel telefonino o il poster in camera di Osimhen e Leao, Di Lorenzo e Barella, Raspadori e Di Maria, ma anche Pavoletti e Nandez, in un film di sport e inclusione voluto e coordinato da Gianfranco Zola. Nel suo paese, nel campetto che l’ha visto crescere e diventare il calciatore sardo più forte di tutti i tempi. Coppe, trofei, riconoscimenti, esempio e classe. Forte di un talento fenomenale, unito a una determinazione e a un’etica del rispetto che l’ha fatto diventare vincente con tutti e ovunque. Il Memorial nel nome del padre, che delle pallonate dei giovani era un attento osservatore, ha vinto la sua partita ancora prima che le squadre scendessero in campo. “Appassionato di calcio, dirigente della Corrasi, mio padre ci accompagnava in giro per le trasferte. Intuiva cosa c’era dietro un ragazzino. Sì, sarebbe stato un ottimo e proficuo osservatore” dice Gianfranco. Magic box, icona di calcio sopraffino e comportamenti esemplari in campo e fuori, a Napoli, Parma e Chelsea, chiusura al Cagliari, il numero 10 ha dato il calcio di inizio alla tre giorni.

Il match è iniziato in ritardo di quasi 20’: un selfie e una foto di gruppo con Zola sono ancora un bel ricordo. Hanno aperto le danze gli Juniores Under 19 di Oliena-Corrasi junior, Torres, Olbia e una selezione della Lega nazionale dilettanti-Sardegna. Il calendario ha poi visto in gioco, perché di questo si tratta, le squadre della categorie Esordienti, Pulcini, Primi calci e Piccoli amici. Gianfranco, con al fianco la moglie Franca e la mamma Giovanna, con la collaborazione del cugino Massimo Zola e di Pierluigi Rosa, collaboratore conosciuto ai tempi di Maradona e Careca, ha avuto una parola, una stretta di mano e attenzioni per tutti. Dagli allenatori ai capitani, passando per i dirigenti e le mamme, ansiose e tese nel parlare di fuorigioco e trequartista.  Insomma, quel genere di piccola grande magia che rende indimenticabili gli eventi. Le maglie, tra le oltre venti società accorse a Oliena, di Puri e forti-Nuoro, Academy Porto Rotondo, Bruno Selleri-Olbia, Orotelli, Seunis, Lupi del Goceano, Atletico Nuoro e Il Melograno-Ottana, hanno dato vita a momenti di un calcio acerbo ma leale, appassionato e combattuto, utile per crescere e sapere, se serve, soffrire. “Il senso è stato proprio questo: il confronto pulito, dove vincere non è un dettaglio ma è importante capire che per prevalere sull’avversario devi prepararti, dare tutto te stesso e giocare con la squadra. Questi concetti, che poi accompagnano sia chi arriva al professionismo, sia chi si ferma prima, da bambini si apprendono in fretta”. Gianfranco è tuttora un obiettivo, per grandi e piccini. Fresco elezione alla vicepresidenza della Lega calcio serie C. Omaggiato da un murale, molto bello e realistico, nel centro del paese a due passi dal municipio e dalla piazzetta in cui calciava per ore e ore, l’ex capitano del Cagliari ha riannodato i fili. Nel ringraziare la municipalità, la Corrasi Junior con la scuola calcio intestata al padre, la Federcalcio sarda con i comitati provinciali, ha ricordato quanto sia “importante vivere in serenità, con lo spirito giusto e il rispetto per le persone e le regole, anche questi tornei. Vivere bene lo sport - ha detto alla platea del comunale gremito come non mai - aiuta a vivere e a essere migliori nella quotidianità. Dico grazie di cuore a tutti voi”. Il Baronetto della Regina è questo. Semplice e solare. Capace di lasciare Londra, il Chelsea, la Premier e la Champions con José Mourinho in panca, per il Cagliari. Insomma, da Manchester United, Arsenal e Liverpool a Treviso, Albinoleffe e Salernitana.

Il tutto nonostante con Massimo Cellino ci fosse stata solo una stretta di mano. E lo aspettasse la serie B e nove partite al “Manconi” di Tempio per i lavori in corso al Sant’Elia. Si racconta ancora del divertente colloquio last minute tra Roman Abramovich, neo proprietario dei Blues, e il patron del Cagliari. “Mister Cellino, ci riprendiamo Zola. Quanto devo darle?”. Dalla sede di viale La Playa la risposta è secca: “Gianfranco non è in vendita, mi spiace”. Abramovich insiste: “Allora mi venda il Cagliari, quanto costa?”. Intuibili le risate compiaciute dell’allora padrone della società rossoblù. Il capitano ha preso per mano quella squadra, l’ha portata in A, ha contribuito a far esplodere David Suazo e Mauro Esposito. E anche a mandare in nazionale Antonio Langella. A 38 anni ha chiuso dopo aver firmato una salvezza per nulla scontata. Un filo verde unisce la storia dell’uomo e della sua famiglia. Ma anche le storie del campione al torneo giovanile tenutosi a Oliena. Storie sane, ricche di sacrifici, identitarie, orgoglio e passione. Sì, Ignazio Zola, ovunque sia, sarà contento.           

 

 

Mario Frongia

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Il baronetto della Regina pare si sia davvero sorpreso. Un murale di oltre quindici metri quadri da qualche giorno lo ritrae su una parete di una casa nella centrale via Vittorio Emanuele, a due passi dal municipio. Gianfranco Zola e Oliena. Una storia lunga 57 anni. Mezzo secolo di finte, tiri, gol. Nate, una pallonata dopo l’altra, nello spiazzo antistante il bar di papà Ignazio, ricordato da qualche anno con un torneo giovanile che gli avrebbe aperto il cuore. La sagoma di Gianfranco, volto  determinato e ambizioso, su un muro del suo paese. Di lato, trofei e loghi delle squadre dove ha vinto e giocato. Dalla Corrasi al Cagliari, passando per Nuorese, Torres, Napoli, Parma, Chelsea. Luoghi, storie e persone che non lo hanno scordato. E continuano a rendergli un tributo sincero e infinito. Anche se ha smesso nel 2005 di ubriacare i suoi avversari con i dribbling, di mettere la palla al sette, di compiere gesti da campione. L’uomo e il calciatore. Capace di ritagliarsi uno spazio perpetuo nella memoria dei tifosi inglesi, dopo aver collezionato trofei al San Paolo e al Tardini. Gianfranco Zola, l’umiltà con le scarpette da calcio, il rispetto del prossimo e la genuinità senza secondi fini. Sarà anche per questo che la municipalità ha voluto dedicargli il murale griffato magistralmente dall’artista Luigi Colombu. Sarà anche per questo che il sindaco Bastiano Congiu, e in tante e tanti con lui, si è commosso nel dare il via alla cerimonia di presentazione.

Ai piedi del monte Corrasi, in un pomeriggio nuvoloso di fine marzo, con al fianco la moglie Franca e l’inossidabile mamma Giovanna, 92 anni, lo spirito generoso e una parola buona per tanti. A tessere le fila il cugino Massimo. Una festa meritata e ben riuscita. E lui? Colpito dall’affetto e dalla solidarietà. Emozionato, quasi come se stesse nuovamente debuttando in A al fianco di Maradona e Careca. O magari, mandando in gol Asprilla e Protti, segnando a Wembley per l’Italia contro l’Inghilterra. E per stare oltre Manica, infilzando di tacco il Norwich con la maglia del Chelsea su corner. Per poi dedicare la magia a un bambino che lo ammirava e che da lì a poco se ne sarebbe andato per un male incurabile. Gianfranco, l’eterno ragazzino che adora la pizza e le bistecche ben cotte. Lo stesso che a 38 anni, al Sant’Elia in una sera d’inverno ha beffato Buffon, Thuram e Zebinà saltando tra le nuvole per pareggiare un match stregato contro la Juve di Capello. Sì, proprio lui. Che tra Londra e Puntaldia, tra i tanti trofei e onorificenze, guarda con particolare attenzione le targhe dei Premi intitolati a Gaetano Scirea, nel 2005, e Giacinto Facchetti, 2010.

Aggiudicarseli è stato un ulteriore e significativo passo per la persona ancora prima che per il fantasista. In questa veste è sufficiente che abbia avuto in dote la maglia e il ruolo di Maradona, che in Premier sia stato più volte campione dell’anno con i Blues che hanno ritirato la sua maglia e che nel 2006 sia stato inserito nella British Hall of fame. Senza scordare coraggio e serietà nel salutare José Mourinho e il Chelsea atteso dalla Champions per tornare in B e riportare il Cagliari in serie A. In Italia l’ingresso da campione tra campioni è arrivato lo scorso febbraio. Gianfranco  si aggiunge a maestri della giocata quali Totti, Del Piero, Roby Baggio. Hall of fame, tris di numeri dieci azzurri con Magic box che firma il poker. Nella Hall c’è anche Zinedine Zidane: lo spettacolo è servito. Dalla vicepresidenza della Lega Pro, con Matteo Marani a ridare una scossa al sistema, fino alla Hall della Figc per arrivare al murale. Il flash decisivo? Durante la presentazione dell’opera muraria, i bambini olianesi si sfidano tre contro tre nella piazza del Comune. Piccole stelle crescono che possono contare su gesti nobili, comportamenti ed esempio, umano e sportivo. Per loro, baronetto, ufficiale della Repubblica, vice campione del mondo e Pallone d’argento, poco importa. Intanto, hanno portato a casa una frase: “Non mollate mai e difendete i vostri sogni”. Ladies and gentlemen, Gianfranco Zola.

 

Mario Frongia

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