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“Per il secondo anno consecutivo registriamo dati positivi, rispetto alla media degli ultimi dieci anni, come la riduzione del numero degli incendi (-18%), la drastica riduzione della superficie complessiva percorsa (-34%) e di quella boscata (-30%). Anche la superficie media per incendio registra un’importante riduzione, rispetto al dato medio del lungo periodo: -21%. Dimostrazione evidente che la macchina regionale antincendio si dimostra sempre più professionale, efficace e tempestiva”. Lo ha sottolineato l’assessore della Difesa dell’ambiente, Gianni Lampis, durante la conferenza stampa nella quale ha illustrato i risultati della Campagna Antincendio 2020.

“Un importante sforzo complessivo, anche economico, con oltre 7.000 donne e uomini in campo, tra Corpo forestale, Forestas, Protezione civile, organizzazioni di volontariato, compagnie barracellari e vigili del fuoco, oltre a 11 elicotteri leggeri, il Super Puma, tre canadair del Dipartimento nazionale della Protezione civile e 281 mezzi terrestri, che quotidianamente hanno garantito la sicurezza dei Sardi – ha aggiunto l’esponente della Giunta Solinas – I numeri di quest’anno non rappresentano certamente un punto d’arrivo, ma un nuovo punto di partenza per migliorare ulteriormente e sconfiggere questa piaga che da troppo tempo affligge la Sardegna. Continuerà anche la collaborazione con le Amministrazioni comunali affinché tutte si dotino, in tempi brevi, dei piani di protezione civile che riguardano il rischio incendi e quello idrogeologico. Sono ancora troppi i Comuni privi dei piani: 41 non hanno né l’uno né l’altro”.

L’assessore Lampis ha anche ricordato come agosto sia stato il mese più difficile: “Si sono registrati 746 incendi per una superficie complessiva percorsa di 4.842 ettari (1.702 boscati). In particolare, la giornata del 1 agosto è stata la peggiore del 2020, con ben ventinove incendi, di cui sette hanno richiesto l’intervento di uno o più elicotteri regionali e quattro l'ausilio dei mezzi aerei della Protezione civile nazionale, per una superficie complessiva di 2.669 ettari (817 di superficie boschiva). Nell'intera Campagna 2020, diciassette il numero medio di interventi giornalieri, salito a ventidue nel periodo 1 giugno-31 agosto”.

Intensa l’attività investigativa del Corpo forestale, che ha effettuato 3 arresti e trasmesso 218 comunicazioni di notizia di reato alla Magistratura, riscontrando come il 75% degli incendi sia di origine dolosa: “Un dato in linea con gli ultimi 10 anni, perciò dobbiamo impegnarci maggiormente nella sfida culturale per la salvaguardia del nostro patrimonio ambientale e paesaggistico, settore decisivo per lo sviluppo ed il riscatto della Sardegna. Una battaglia che va combattuta soprattutto nei luoghi formativi per eccellenza, come la scuola, dove purtroppo in questo periodo non è stato possibile realizzare le iniziative previste dall’Assessorato. Presto, superata l’emergenza sanitaria, riprenderemo con le iniziative per conseguire questo importante obiettivo”.

Infine, l’assessore Lampis ha rivolto un pensiero ad Alessandro Diana, il volontario diciannovenne di Pabillonis morto in un incidente stradale mentre si recava a spegnere un incendio: “Su richiesta mia e del presidente Solinas, abbiamo trasferito alla Prefettura la documentazione necessaria per il riconoscimento, da parte del Presidente della Repubblica, di una medaglia d’oro al valor civile”. 

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Dopo anni di blocco del turn-over, la Regione Sarda avvia un nuovo piano di assunzioni. La Giunta regionale, nel corso dell’ultima seduta, ha approvato il piano triennale di fabbisogno del personale (2020-2022), che consentirà, a regime, 580 assunzioni grazie a una disponibilità finanziaria di circa 27 milioni di euro. “Proseguiamo un percorso già ben avviato – commenta con soddisfazione il Presidente della Regione, Christian Solinas – verso una Regione moderna ed efficiente, più vicina alle imprese e alle famiglie, tagliando la burocrazia e consolidando la macchina amministrativa in funzione dello sviluppo della nostra economia. Abbiamo già intrapreso un processo di snellimento e semplificazione normativa e ora compiamo un altro passo decisivo grazie a nuove assunzioni, indispensabili per un buon funzionamento degli uffici, sbloccando i concorsi pubblici in Regione dopo dieci anni”.

Il piano prevede l’assunzione di 479 unità di personale amministrativo e tecnico. Tra questi, oltre a 136 dipendenti ex Esaf (Ente sardo acquedotti e fognature), 140 posti verranno occupati: mediante scorrimento delle graduatorie dei concorsi di altre amministrazioni previa stipula di convenzione (50, ad esempio gli idonei del concorso Aspal), secondo le procedure previste dall’articolo 52 della legge 31 del 1998 (48), per incremento della mobilità del 20% (19) e con selezioni interne (23) in base all’articolo 1 della legge 18 del 2017. Dopo 17 anni, inoltre, sono state bandite le selezioni interne per 80 posti tra le categorie D, C e B. Altre 123 unità verranno invece acquisite attraverso concorsi (categoria D), più procedure concorsuali e scorrimento graduatorie (categoria C) per un totale di 66 posti. Altri 57 dipendenti verranno assunti attraverso varie procedure di mobilità.

Per il reclutamento dei dirigenti sono previsti concorsi per 29 posti: 18 per l’Amministrazione, 5 per il Corpo forestale e altri 6 con mobilità da riprogrammare e con scorrimento graduatorie. Anche per quanto riguarda il personale del Corpo forestale sono previsti concorsi (anche in questo caso l’ultimo bando risaliva al 2003): la categoria A verrà incrementata di 36 unità attraverso procedure concorsuali e mobilità da bandire, mentre altre 36 tra categorie C e B verranno acquisite con selezioni interne (6) e con procedure concorsuali e mobilità da bandire (30).

“È un grande risultato per la Giunta Solinas”, sottolinea l’assessore regionale del Personale, Valeria Satta. “Dopo tanti anni, finalmente si potrà rafforzare la macchina regionale acquisendo numerose figure professionali che sicuramente porteranno energie nuove e ulteriori competenze a tutta l’amministrazione”. Inoltre, “con il nuovo piano del fabbisogno, dopo quindici anni di attesa, potranno tornare in Regione i dipendenti del soppresso Esaf, trasferiti ad Abbanoa per effetto della legge 10 del 2005. Il reingresso dei lavoratori, che avverrà su base volontaria, attualmente coinvolge 128 unità, ma il numero potrà crescere ancora per effetto di nuove manifestazioni di interesse, considerato che nel Piano di fabbisogno – conclude l’assessore Satta – la disponibilità è per 136 assunzioni”.

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Partiranno oggi le assunzioni dei medici che hanno risposto all’avviso pubblico bandito dall’Ats il 23 ottobre e i cui termini sono scaduti alla mezzanotte di ieri. Al bando hanno risposto 777 medici e l’azienda regionale procederà all’assegnazione di incarichi per la durata di 6 sei mesi che potranno essere prorogati a seconda del protrarsi dell’emergenza. “Stiamo mettendo in campo ogni strumento a disposizione per potenziare il nostro sistema sanitario e dare risposte sempre più efficaci sia in termini di assistenza, sia sul piano della prevenzione, attraverso il rafforzamento dei servizi che svolgono le operazioni di controllo e tracciamento del virus sul territorio”, dichiara il Presidente, Christian Solinas. “La salute dei cittadini – prosegue il Presidente – è il bene più prezioso da difendere, in un quadro difficile a causa della pressione che la pandemia sta esercitando sui nostri ospedali. La Sardegna ha ripreso a investire sulla Sanità dopo anni di tagli i cui effetti sono ancora oggi sotto gli occhi di tutti e appaiono ancora più evidenti in un’emergenza senza precedenti per l’Isola e per il Paese”.

“Inizieremo immediatamente ad esaminare le domande pervenute– dichiara l’assessore regionale della Sanità, Mario Nieddu – e rafforzeremo ogni ambito territoriale. Non abbiamo posto un limite al numero di incarichi da assegnare e recluteremo tutto il personale necessario. Abbiamo il dovere di dare risposte ai cittadini che necessitano d’assistenza e cure, ma anche ai tanti operatori sanitari impegnati in prima linea sul territorio e negli ospedali”. 

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“Nonostante il momento difficile che stiamo vivendo e il grande sforzo in atto sul fronte sanitario, la Regione non si ferma e continua a lavorare per il futuro e la qualità del trasporto. Con la rimodulazione del piano di investimenti proseguiamo nel percorso di rinnovo totale del parco viaggiante dei treni sardi. La Sardegna attualmente dispone di tanti mezzi datati, con un’età media tra le più elevate d’Italia. Grazie all’aumento della disponibilità economica sarà possibile dotare i territori di infrastrutture efficienti con conseguenti risparmi in termini di investimenti in manutenzione ciclica e revamping”. Lo dichiara il presidente della Regione, Christian Solinas, a commento dell’approvazione della delibera, su proposta dell’assessore regionale dei Trasporti, Giorgio Todde, che prevede di integrare e modificare il Contratto di servizio stipulato nel 2017 della durata di 9 anni, 2017-2025, tra la Regione Sardegna e Trenitalia.

Nello specifico, viene aggiornato il volume complessivo degli investimenti del Contratto posti a carico della Regione, che passa dai primi 9 milioni e 400 mila euro a una dotazione finanziaria complessiva di 62 milioni e 300 mila euro per effetto dei 52 milioni e 900 mila euro delle risorse definite dal Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), previste dal “Piano di investimenti per il rinnovo del materiale rotabile ferroviario”.

L’incremento della disponibilità economica a disposizione del Contratto consente l’acquisto di ulteriori 4 unità DMU (Diesel Multiple Unit) rispetto alle 8 DMU inizialmente previste dal Contratto, per complessivi 12 DMU; di effettuare l’acquisto di tutti i 12 treni DMU con capacità maggiori, 300 posti, rispetto a quella a 200 posti originariamente prevista; l’acquisto delle 12 unità in configurazione ibrida (unità diesel elettriche, dotate di pantografo utilizzabile nelle tratte in futuro elettrificate e con batterie utilizzabili anche per percorrere l'ultimo tratto su linee non elettrificate, evitando l'uso di carburante nei centri abitati, nonché utili per il ricovero del treno senza necessità di materiale rotabile di soccorso); l’acquisto di 2 nuove locomotive diesel per il sistema di soccorso a supporto della restante flotta; il completo rinnovo della flotta, che vedrebbe così l’immissione in servizio di 22 nuovi treni che si aggiungerebbero ai 10 Minuetto e agli 8 ATR che verranno mantenuti in servizio, per un totale di 40 treni entro il 2022.

“Migliori standard, performance, più comfort e accessibilità per le persone che ogni giorno scelgono il treno per lavoro, studio, svago o turismo - spiega l’assessore Giorgio Todde - I nuovi convogli, dotati di moderni motori Diesel a bassa emissione per la salvaguardia dell’ambiente, assicureranno la rivoluzione del trasporto ferroviario regionale e invoglieranno i cittadini a scegliere il treno, evitando sempre più l’utilizzo dell’auto”.

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Un augurio di buon lavoro ai numerosi sindaci sardi già eletti, in ragione del raggiungimento del quorum, viene rivolto dal presidente della Regione Christian Solinas. “Le sfide importanti che ci attendono in questa fase delicata – dice il Presidente – possono essere vinte con il sostegno delle comunità che essi da oggi possono legittimamente rappresentare. La Regione – prosegue il Presidente – assicura il proprio costante supporto per un lavoro comune e coordinato, nel quadro di una piena e leale collaborazione tra le Istituzioni”.

Un particolare augurio viene rivolto dal presidente al nuovo sindaco ed a tutta la comunità di Austis, che dopo un lungo commissariamento può finalmente avere una guida ed un consiglio comunale democraticamente eletti.

“Qualche segnale positivo – prosegue il Presidente Solinas – seppure in un trend purtroppo sempre negativo, viene dai dati dell’affluenza alle urne, nettamente superiori a quelli registrati nelle amministrative del 20 e 21 settembre scorsi sul territorio nazionale, e che testimoniano una grande maturità democratica del popolo Sardo unita, nonostante le tante difficoltà del momento, al desiderio di partecipazione alla vita delle Istituzioni”.

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Si è tenuta stamani in modalità “virtuale” la conferenza stampa di presentazione del protocollo d’intesa tra il Centro di ricerca regionale CRS4 e l’associazione La Sardegna verso l’Unesco. Alla conferenza erano presenti: Giacomo Cao, amministratore unico del CRS4 e Michele Cossa, presidente dell’Associazione La Sardegna verso l’Unesco. (qui la mappa virtuale del nuraghi in Sardegna)

L’associazione La Sardegna verso l’Unesco, nata con l’intento di sviluppare la conoscenza del patrimonio culturale della Sardegna, ha recentemente sottoposto istanza di inclusione dei monumenti della civiltà nuragica alla Commissione italiana Unesco, nella lista del patrimonio dell’umanità. Gli oltre 6000 siti archeologici inseriti in questa lista sono quelli mappati nel geoportale Nurnet realizzato nel 2013 dal CRS4. Il 31 marzo 2021 si conoscerà l’esito dell’istanza.

Michele Cossa, presidente dell’associazione interviene dicendo: “Finalmente l’unicità della nostra archeologia diventa centrale nella nostra identità ed economia. Grazie a questa collaborazione la Sardegna potrà contare su una mappatura uniforme, precisa, dettagliata del patrimonio nuragico sardo. Oggi la tecnologia va a supporto della cultura per sostenere un progetto che attraverso l’Unesco permetterà alla Sardegna di trovare una nuova dimensione, con evidenti ricadute di carattere non solo culturale ma anche e soprattutto economico. Comincia un’avventura straordinaria, profonda e dalle ampie prospettive, avendo ben chiari e scolpiti nel cuore gli insegnamenti atavici che, chi ha popolato questa terra migliaia di anni fa ci ha lasciato attraverso i suoi manufatti più rappresentativi, i nuraghi. Avremo quindi due comitati scientifici, uno umanistico, archeologico/paesaggistico; l’altro tecnologico informatico e aerospaziale che coniugheranno le loro competenze a favore del bene comune”.

“Il CRS4 – commenta Giacomo Cao, amministratore unico del CRS4 – aderisce all’iniziativa portata avanti dall’associazione per dare un concreto apporto tecnologico alla mappatura dei siti attraverso l’uso delle tecnologie GIS – sistemi informativi geografici. Il geoportale è solo un punto di partenza, il supporto dei nostri ricercatori, Roberto Demontis, Eva Lorrai e Laura Muscas, sarà fondamentale per la creazione di una piattaforma web GIS che gestirà i dati relativi alle informazioni di tutto il patrimonio culturale nuragico e prenuragico della Sardegna”. Conclude Cao: “L’iniziativa, accolta all’unanimità dal Consiglio Regionale, consente al CRS4, e più in generale al Parco scientifico e tecnologico della Sardegna, coordinato da Sardegna Ricerche, di contribuire, ci auguriamo in modo significativo, al raggiungimento di un importante obiettivo in chiave storica e turistica per la nostra Isola, mettendo a frutto alcune tecnologie anche innovative sviluppate all’interno del Centro”.

 

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Il mercato del lavoro sardo non sta vivendo un momento positivo. Lo si evince da un recente studio curato dall'Osservatorio del mercato del lavoro dell’Aspal (Agenzia regionale per il lavoro) che evidenzia una situazione dai toni più neri che grigi. A preoccupare, dopo il lockdown, è l'importante crescita degli inattivi: coloro che un'occupazione non la cercano nemmeno più. Così tanti che hanno fatto calare, paradossalmente, il numero di colro che vengono classificati come disoccupati.

“Al momento si contano circa 58mila posti di lavoro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso”, afferma Massimo Temussi, direttore generale dell’Aspal. Tuttavia, lo stesso Temussi tiene a precisare che si può trarre un grande vantaggio dal periodo che stiamo attraversando. “Bisogna sfruttarlo per acquisire nuove competenze e certificazioni. Cosa che in altri momenti non si potrebbe fare”. Inoltre la Regione sta attivando numerose misure di politica attiva necessarie per la ripartenza.  "Se abbiamo seminato bene, se tutto riparte a febbraio-marzo potrebbe essere una stagione di segno più”. 

Qual è lo stato di salute del mercato del lavoro in Sardegna?

“Si contano circa 58mila posti di lavoro in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso.  Sono percentuali altalenanti, il picco lo abbiamo avuto a maggio quando tutto era completamente fermo a causa del coronavirus. Tuttavia stiamo cercando di aumentare l’occupabilità per poter ripartire.  Gli effetti economici della crisi non li vedi nell’immediato, ma in prospettiva. Se abbiamo seminato bene, se tutto riparte, a febbraio-marzo potrebbe essere una stagione di segno più”.

Quali sono i settori più colpiti?

“Il settore che più di tutti ha inciso sulle migliaia di disoccupati è il turistico, diretto e indiretto. Il dato positivo è che negli ultimi quattro anni, il mercato delle vacanze ha avuto un’impennata, creando circa 70mila posti di lavoro. Questi ora li abbiamo persi, perché siamo tornati indietro almeno di 4 anni. Ma, ovviamente la situazione ora è così in tutta Italia”. 

 Quali sono le prospettive?

“Stiamo cercando di investire il più possibile nelle politiche attive per riattivare il lavoro con incentivi forti.  Questa Giunta lo sta facendo. Per esempio si pensi all’ultima delibera su 18 milioni di euro di incentivi indirizzati a diverse tipologie di soggetti, quelli rimasti fuori dal mercato del lavoro.  Poi ci sono gli incentivi alle imprese erogati dall’assessorato del Lavoro che vanno dai 30 ai 70mila euro. Oppure quelli dell’assessorato alla Programmazione che invece dà liquidità. Le misure sono diverse e ce ne saranno altrettante. Ma, per riattivare il lavoro non sono bastate in nessuna regione d’Italia e d’Europa.  Adesso sarà determinante la spesa corretta dei fondi che arrivano dal Recovery Fund - che sarà una vera leva finanziaria - e la ripartizione della partenza 2021 del nuovo percorso di programmazione. Questo vede quasi un raddoppio di fondi a favore della Sardegna sui punti prioritari che sono: il Fondo Sociale Europeo, che riguarda l’attivazione del lavoro, e il Fondo europeo di sviluppo regionale, per gli investimenti di infrastrutture.  Questi due fondi insieme sono positivi. Da un lato perché sono rientrati nel cosiddetto obiettivo uno. D’altro lato, il raddoppio delle risorse fa sì che ci siano quasi due miliardi e mezzo da investire totalmente in Sardegna.  Sono cifre di tutto il rispetto che possono sicuramente riattivare l’economia della nostra regione. Devo dire che questa Giunta sta facendo uno sforzo veloce e forte in questa direzione”.

Se uno guarda alle tabelle la disoccupazione in Sardegna è diminuita... 

“Paradossalmente è così: è un effetto classico nel breve periodo. Ma in realtà l’effetto vero e proprio della disoccupazione non lo abbiamo ancora visto, perché le aziende, attualmente, non possono licenziare. Non sappiamo quanti disoccupati reali ci sono perché c’è il blocco licenziamenti. Quando questo finirà vedremo l’impatto sull’economia reale.  Adesso le persone sono state messe in cassa integrazione. Si è fatta una proroga per il rinnovo, quindi gli effetti reali sull’economia del lavoro non li sappiamo.  In questo momento le persone si trovano in una fase di limbo, non stanno neanche cercando un lavoro perché sono confuse, hanno bisogno di una guida”. 

Quali possibilità ci sono?

“Bisogna sfruttare questo periodo per acquisire competenze. Cosa che in altri momenti non si potrebbe fare.  Si possono rafforzare le competenze che già si hanno o assimilarne delle nuove e prendere certificazioni.  Quello che ora stiamo facendo è ripartire con delle misure di politica attiva.  Per esempio sulle grosse vertenze: tra Porto Canale e che Air Italy, ci sono 600 lavoratori. Quello che possiamo fare per loro, come agenzie e come assessorato in particolare con accordi ministeriali, è dare una formazione, in alcuni casi anche di riconversione professionale o di certificazione delle competenze per far sì che a febbraio, post Covid, - se Dio vuole - riparta un po’ di economia. Così, le persone si saranno nel frattempo professionalizzate o avranno un certificato delle competenze che prima non avevano.  Oggi una delle parole chiave per la ricerca del lavoro è certificare le competenze.  Le aziende cercano persone con un certificato di competenza acquisita, un corso professionalizzante dal punto di vista sia teorico che pratico. È importante tenere a mente che in questo momento ci sono centinaia di migliaia di posti di lavoro disponibili, in tutta Europa, che non trovano risposta perché non ci sono i curriculum adeguati. Questo è l’effetto dell’innovazione digitale degli ultimi anni, che va a ritmo velocissimo cerando posti di lavoro che prima non c’erano”.



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La Sardegna potrà essere esplorata in bicicletta, completamente immersi nella natura con il semplice suono dell’ambiente circostante. La Rete ciclabile della Sardegna sta muovendo i primi passi per trasformarsi in realtà: l’Arst è stata scelta dalla Regione per curare la realizzazione del progetto. A disposizione ci sono 8 milioni di euro, stanziati  dall’assessorato dei Lavori Pubblici. 

“La Rete ciclabile ha un duplice obiettivo: favorire a livello locale l’utilizzo della bicicletta, come forma di mobilità sostenibile, e realizzare un’offerta turistica distribuita su scala regionale”, afferma l’ingegner Alessandro Boccone, dirigente Arst e responsabile del procedimento.  “Puntiamo ad avere un’offerta completa e strutturata, capace di entrare nel mercato internazionale, che invogli i cicloturisti a venire in Sardegna. E che sia in grado di competere con altre realtà geografiche europee, come ad esempio le Isole Baleari, più piccole della Sardegna e che attraggono più di 200.000 cicloturisti/anno”, continua. 

L’Arst deve curare la progettazione e l’azione della rete insieme all’Università di Cagliari.  Esistono tanti tracciati frammentati sparsi sul territorio regionale,  percorribili in bici: ora si cercherà di metterli insieme in modo da dare loro una scala più ampia che esca dalla visione strettamente locale. I percorsi ciclabili sorgeranno anche nelle linee ferroviarie dismesse.

Rete ciclabile regionale: a che punto siamo?

“L’Arst è soggetto attuatore.  Il sistema sardo si collega a quello nazionale attraverso i porti e gli aeroporti dell’Isola. L’incarico arriva dall’assessorato regionale dei Lavori Pubblici, ente promotore e finanziatore dell’opera.  In queste attività ci siamo avvalsi anche della preziosa collaborazione dell’Università di Cagliari, in particolare dal Centro Interuniversitario Ricerche Economiche e Mobilità (Cirem) che ha le migliori competenze, tecniche e scientifiche, per studiare e pianificare il miglior intervento possibile. Assieme abbiamo svolto un’azione diffusa di coinvolgimento degli enti locali e delle associazioni e sono state accolti tanti suggerimenti e contributi, come ad esempio quelli della Federazione Italiana Ambiente e Bicicletta (Fiab). Tutto questo lavoro ha portato alla definizione del piano regionale della mobilità ciclistica della Sardegna, approvato con delibera di giunta regionale a fine 2018. La Sardegna così, pur partendo in ritardo rispetto a altre regioni in Italia, è passata all’avanguardia per poter disporre di un Piano di riferimento a favore dello sviluppo della mobilità ciclabile”.

Cosa è il cicloturismo?

“Semplicemente, è il turismo praticato con l’utilizzo della bicicletta: è scelto da chi vuole fare una vacanza salutare, a contatto con l’ambiente, muovendosi alla giusta velocità. Con la bicicletta non sei chiuso dentro un vettore (macchina, aereo, treno che sia), ma ti muovi nel territorio, tra la natura e le persone. Fai in tempo a sentire i rumori, le voci, gli odori che ti circondano. È la forma migliore per viaggiare e conoscere un territorio. In Sardegna esistono dei tracciati già realizzati. Ma sono corti, frammentati, sparsi sul territorio regionale: si cercherà di adattarli alle caratteristiche e agli standard dimensionali previsti dal Piano e di dare loro una scala più ampia che esca dalla visione strettamente locale e che costituisca un’occasione di viaggio più accattivante e completa”.

Quali sono i vantaggi di questa forma di turismo?

“L’obiettivo di candidare la nostra Isola a nuova meta internazionale per il cicloturismo è particolarmente importante e suggestivo. I vantaggi sono tanti. La sostenibilità, innanzitutto. Consapevoli del fatto che occorre preservare le risorse naturali del nostro pianeta, dobbiamo ragionare sul fatto che ogni azione incidente sull’ambiente deve essere tale da non pregiudicare il patrimonio naturale da lasciare ai nostri posteri. Ora: quale forma di mobilità e di offerta turistica sostenibile è migliore della bicicletta? Puntare sul cicloturismo, poi, vuol dire allargare e completare l’offerta della Sardegna: da tutti gli studi del settore, emerge che circa il 70% dei nostri turisti è attratto dalla favolosa suggestione ‘sole-mare-coste’: se risulta evidente, quindi, la forza attrattiva del nostro splendido mare, assai maggiore di altre aree in Italia, tale proposta, però, presenta grossi limiti spazio/temporali, per una concentrazione di turisti principalmente lungo le coste e nei mesi estivi.  La Rete può quindi consentire di attrarre nuovi turisti nei mesi primaverili e autunnali (i periodi migliori per usare la bici), che viaggiano attraverso aree ancora poco interessate ai maggiori flussi turistici, per piccoli centri dell’interno dove si trova ancora un’offerta genuina basata su prodotti naturali locali". 

Come è strutturata la Rete?

“È  formata da tanti piccoli tratti che collegano nodi potenziali di partenza/arrivo di un itinerario. Il cicloturista può studiarsi il proprio itinerario basandosi sul proprio grado di allenamento e sul tipo di tracciato che vuole percorrere: può quindi personalizzare il proprio viaggio. In molti di questi nodi, poi, esistono stazioni ferroviarie e automobilistiche, potendo consentire, così, di iniziare il viaggio in bicicletta e di terminarlo con un mezzo pubblico, favorendo l'intermodalità vettoriale e ancora la sostenibilità. Durante il percorso poi si trovano piccoli centri nei quali il cicloturista può trovare ristoro e assistenza, favorendo così la nascita di attività di servizio ai nuovi flussi turistici e l’innesco di nuove economie indotte.”

Quali sono i prossimi passi?

“Siamo nella fase di approvazione delle progettazioni di fattibilità tecnica-economica (Pfte). Nella rete sono stati individuati 5 itinerari, per complessivi 650 chilometri, che sono quelli chiamati prioritari, selezionati perché collegano i principali porti e aeroporti dell’isola, le aree a maggior pregio ambientale e sono collegati con la rete ferroviaria. Entro l’anno saranno consegnati i primi progetti definitivi. Il più avanti è l’itinerario che andrà da Cagliari fino a Isili: disegnato a fianco della rete delle Ferrovie dello Stato fino a San Gavino, prosegue da Sanluri sulla ex sede ferroviaria delle Complementari e accanto al Flumini Mannu fino a Isili, dove si trova la rete ferroviaria Arst e del Trenino Verde.  Il secondo itinerario è quello che parte da Alghero, passa per Porto Torres, Castelsardo e arriva fino a Badesi. Quindi il terzo, forse il più atteso, che va da Chia fino a Cagliari e poi prosegue per Villasimius e Villaputzu. Il quarto, invece, parte da Terralba, passa per Oristano, Tharros e arriva fino a Bosa, dove si attacca al quinto che, passando per Macomer, Tirso-Illorai, arriva fino a Ozieri-Chilivani sulla sede di un’altra ferrovia smantellata.”

I percorsi ciclabili potrebbero sorgere sulle linee ferroviarie dismesse?

“Assolutamente sì. Questi ex tratti ferroviari sono ideali perché si trovano, per lo più, lungo sedi protette e hanno pendenze molto dolci. Le ferrovie secondarie vennero costruite a partire dal 1888, quando la trazione era a vapore, con le locomotive che erano macchine capaci di superare pendenze leggere, al massimo del 3 per cento (‘il 30 per 1.000’ come dicono i ferrovieri). Anche i tratti in salita, quindi, possono essere percorsi agevolmente in bicicletta”.

Quale messaggio si può dare?

“In un’isola che dovrebbe vivere di turismo, ecco la strategia e un'offerta sostenibile che può allargare il periodo di alta stagione a tutto l’anno e coinvolgere tutte le aree dell’isola. Sono convinto che realizzare la rete ciclabile regionale rappresenti un sicuro investimento per il futuro. Non è un sogno, ma l’applicazione di una politica intelligente, originale, coraggiosa”. 



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"Nessun pericolo per il regolare svolgimento delle elezioni amministrative in programma domenica e lunedì prossimi: sono del tutto prive di fondamento le notizie circolate in queste ultime ore".  Lo assicura il Capogruppo Sardista in Consiglio Regionale Franco Mula, al termine della Conferenza dei Capigruppo che si e’ svolta questa mattina in Consiglio Regionale, su iniziativa, precisa Mula, dello stesso presidente Christian Solinas, "che ancora una volta ha dimostrato la sua piena e saggia volontà di adottare provvedimenti condivisi con le forze politiche". 
"L’attuale indice di circolazione del virus", prosegue Mula, "e la comprensibile pressione cui sono sottoposte le nostre strutture sanitarie, impongono una severa riflessione e, in assenza di un rapido miglioramento dei dati, determineranno alcune scelte a tutela della salute pubblica. Ma e’ del tutto fuori luogo parlare di un lockdown totale per la Sardegna", dice Mula. Che prosegue: "Il presidente Solinas ha come sempre coinvolto i rappresentanti delle forze politiche presenti in Consiglio per condividere con essi un’analisi della situazione e discutere sulle scelte più opportune da adottare. Un ulteriore passaggio sarà effettuato alla presenza del nostro Comitato tecnico Scientifico, sempre alla presenza di tutti i capigruppo. Ciò che ne scaturirà sarà dunque il frutto di un’analisi attenta e di una piena condivisione politica, nell’interesse di tutti i Sardi e a tutela e protezione delle attività economiche e produttive.   Domenica e lunediì intanto", conclude Mula, "le elezioni si svolgeranno regolarmente in tutti i Comuni sardi".
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Mentre la Sardegna rischia di entrare in lockdown per 15 giorni, come annunciato dal governatore Christian Solinas, per i dipendenti della Regione arriva lo smart working: questa modalità di lavoro deve essere estesa ad almeno il 75% dell'organico. Lo prevede una circolare del direttore generale dell'assessorato regionale al Personale Silvia Cocco, indirizzata a tutti i suoi colleghi della macchina amministrativa che fa capo a Villa Devoto.

Nel documento si legge che “al fine di contemperare l’esigenza del contrasto della diffusione della malattia infettiva Covid 19 con la necessità di assicurare l’erogazione dei servizi, cosi come raccomandato nel decreto Rilancio” la direzione generale “ritiene inderogabile disporre che le direzioni in indirizzo, nel valutare la consistenza del contingente di personale in regime di lavoro a distanza, assicurino una percentuale non inferiore al 75%, tenendo in debita considerazione la potenzialità organizzativa dei diversi servizi e/o direzioni, la tipologia di servizi erogati e i compiti svolti”.

Il fine ultimo è limitare l’eccessiva presenza di dipendenti nei luoghi di lavoro.

La Cocco precisa che “resta inteso che le Direzioni in indirizzo avranno cura di gestire le rotazioni periodiche (settimanali, plurisettimanali o mensili) del personale posto in regime di lavoro agile sulla base delle priorità connesse alle esigenze di servizio e di eventuali esigenze personali dei dipendenti legate all’emergenza sanitaria in atto”.

In ogni caso “dovrà essere attuata un’attenta programmazione delle giornate di lavoro in presenza e da remoto, con una equilibrata flessibilità, nel rispetto delle prescrizioni sanitarie vigenti e di quanto stabilito dai protocolli di sicurezza”.

Seguirà un incontro con i sindacati, per la definizione dei dettagli. Ma intanto, chiude la direttrice, La Regione deve organizzarsi per il lavoro da casa.

Intanto nel pomeriggio il presidente Solinas ha diramato una nota che preannuncia un possibile lockdown. 

"La progressione della curva dei contagi sta registrando una accelerazione che impone ulteriori e tempestive azioni per evitare di compromettere la tenuta del sistema sanitario e la regolare erogazione delle cure. Lo comunica il Presidente della Regione Christian Solinas.

Fino ad ora, grazie all’impegno straordinario del personale ospedaliero, territoriale e amministrativo, dice il Presidente, l’emergenza è stata governata in modo ordinato ed efficace. Oggi, però, siamo dinanzi ad un fatto nuovo: le catene di contagio si moltiplicano esponenzialmente perché troppi hanno abbassato la guardia e stanno sottovalutando la portata del fenomeno tanto che il semplice appello al buon senso ed alla responsabilità nell’osservanza delle buone pratiche (distanziamento personale, divieto di assembramento, igiene delle mani) sembrano non essere sufficienti.

Siamo pronti, prosegue il Presidente Solinas, se nelle prossime ore i numeri dei ricoveri continueranno a salire con il trend attuale, ad intervenire in maniera radicale per invertire questa tendenza e tutelare al meglio la salute di tutti i sardi. Ciò significa, d’intesa con il Ministro della Salute ed con l’ausilio del nostro Comitato Tecnico Scientifico, applicare in Sardegna uno “Stop&Go” di 15 giorni per le principali attività, con contestuale chiusura di porti e aeroporti per limitare in modo rapido ed incisivo la circolazione delle persone e, con esse, del virus. Naturalmente, conclude il Presidente Solinas, appronteremo di pari passo una serie di misure economiche di supporto per sostenere le perdite derivanti dalla sospensione temporanea delle attività"

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