Terzultimo in classifica, trova Mina e Gaetano. E hanno salutato Asseminello Pereiro, Goldaniga e Desogus. Sessione deficitaria, come quella estiva. Per Ranieri un altro Everest da scalare. A partire da lunedì all’Olimpico contro la Roma
Mario Frongia
Poco da sorridere. Un Cagliari che, fin dal posticipo di lunedì notte a Roma con i giallorossi, potrà dare indicazioni su come è stato o meno rinforzato. Ma l’idea, come passa dai commenti della totalità dei tifosi, in piazza e sul web, è di piena insufficienza. L’auspicio è che ci sia un apporto preciso e rapido dei nuovi. Ma se sei terzultimo, hai poco da sperare. Al campo la risposta. Dato Pereiro alla Ternana, lasciato partire Goldaniga (Como), il solo con esperienza consolidata in A - stoppato proprio prima del match perso con il Torino in casa -, inviato Desogus in C (Gubbio), il quadro è quello già visto dalla tifoseria da nove anni. Hanno poi raggiunto Asseminello - e non se la prenda a male il diesse Bonato se tutti sanno che decide solo quello che ha già deciso il padrone - il difensore Yerry Mina (colombiano, classe ‘94, arriva dalla Fiorentina) e il jolly per centrocampo e attacco è il classe 2000 ed ex Napoli, Gianluca Gaetano. Sui social i tifosi ironizzano: per Sanremo, con Ranieri (Massimo), Zappa (Frank, il chitarrista), Mina e Gaetano (Rino), siamo a posto. Ma il sorriso scema presto. Dopo le ennesime acquisizioni rivelatesi fallimentari del mercato estivo, nonostante le precise direttive tecniche post promozione di Claudio Ranieri - se si hanno difesa e attacco con numeri che relegano la squadra tra le peggiori quattro del campionato - i supporter rossoblù devono augurarsi che ce ne siano almeno tre peggiori. Con la Salernitana in forte affanno, l’Empoli e il Verona a corrente alternata, Scuffet e soci potrebbero riuscire a stare a galla. Più per demeriti altrui che farina propria. Insomma, si va a caccia dell’ennesimo miracolo. Come sempre, con poca programmazione: gli acquisti degli under Prati, Oristanio e Sulemana, la conferma di Luvumbo sono con il segno più. Ma per il resto si fa tanta fatica, come conferma il campo con gioco e risultati opachi, ad avere prospettive meno crudeli. Un eccesso di prestiti, acciacchi ed età media alta, vari top player con il contratto in scadenza a giugno, ad esempio Pavoletti e Nandez (che a giugno andrà via gratis). Ma quel che preoccupa è l’Indice di liquidità, cifra di un club in perenne affanno pur con il sold out perpetuo alla Domus e una buona raccolta promo pubblicitaria.
Scelte sottotono rispetto alle necessità. Il mercato di gennaio non si chiama di riparazione a caso. Qualcuno scomoda il fare cassa del club, quasi alla Woody Allen di “Prendi i soldi e scappa”, che pare sia stato l’imperativo. Sfumate, o troppo lontane, new entries e soliti noti (Ferrari, Palomino, Cistana, Defrel, Touré, Verde, Barak, Kumbulla, Ndour eccetera), Ranieri si dovrà arrangiare con quel che passa il convento. In attesa di recuperare Oristanio e Lapadula, riavere Luvumbo, impegnato nella Coppa d’Africa. Con la sfida dell’Olimpico che rimane da brivido. E non solo perché De Rossi è reduce da una vittoria sporca e maledetta che ha ricompattato il gruppo dopo gli eccessi mouriniani. Il Cagliari visto a Frosinone e in casa con il Toro ha lasciato un’impressione difficile da digerire. A Roma sarà battaglia. Prima di scoprire se il tecnico ha avuto a disposizione due cartucce all’altezza dopo 31 giorni di mercato, c’è da chiedersi quale sia stata la strategia per blindare la salvezza. Da quel che traspare, senza investimenti dalla casa madre o eprsonali del patron, c’è un picco insormontabile tra il dire di amare i colori rossoblù in qualsiasi occasione, addio di Riva incluso, e un fare adeguato al bisogno di un gruppo che è tra i peggiori tre della A. Dicono bene i supporter che evidenziano un vivere alla giornata sperando che sia il maestrale a far sbattere sugli scogli le altre.
Deficit in attacco. Per stare al campo, e al posticipo contro Lukaku e soci, il debutto di Mina (al posto di uno dei due stranieri assieme a Dossena) e Gaetano (a sinistra, con Jankto che con il Toro ha mostrato un po’ di verve sotto porta ma poco altro), potrebbe essere nelle cose. Ma se l’ex Napoli è in condizione, si sa meno del colombiano. Dopo 22 partite, 21 gol segnati e 38 subiti, sarebbe stato opportuno dare al tecnico di Testaccio elementi, pronti, esperti, di buona qualità. E magari, visti i problemi fisici di Lapadula, Oristanio, Mancosu, Shomurodov (tuttora infortunato e in rosa nonostante i tentativi di cederlo), la scarsa vena di Petagna e il minutaggio ridotto di Pavoletti, una punta capace di finalizzare e andare a rete con continuità avrebbe dato un senso preciso alle volontà societarie. Ed è facile ipotizzare che se le cose non dovessero funzionare, tireranno le pietre, faccia bene o male, su sir Claudio. Si vedrà.