Atteggiamento molle, giocate sottoritmo, dalla mezz’ora con l’uomo in meno. Ma anche Davide Nicola ci ha messo del suo. L’Udinese ha vinto meritatamente, adesso testa al Bologna
Mario Frongia
Con il freno a mano tirato. E c’è da chiedersi il perché. Con un atteggiamento che ha riportato alla debacle casalinga con l’Empoli. Ma anche al secondo tempo con il Como e alla sconfitta, pur avendo l’uomo in più per un’ora, in trasferta con il Lecce. Lo stesso che ne ha preso sei la scorsa settimana dalla Fiorentina. La A è questa, il Cagliari pure. La sconfitta, 2-0, incassata a Udine deve far riflettere. È arrivata dopo il filotto di Parma, Juve e Torino: 7 punti d’oro, 4 in trasferta e 3 alla Domus in rimonta. Tutto pareva contribuire al raggiungimento di una condizione psicofisica ottimale. Pur tenendo conto dei 13 punti dell’Udinese, ieri a nanna da terza in classifica, l’avvicinamento ai friulani dell’algido ma concreto Runjaic pareva capitare al momento opportuno. In conferenza pregara Davide Nicola ha annunciato, anche in vista del Bologna atteso martedi alla Domus, un corposo turn over. I fatti hanno detto altro. E adesso viene facile, e sacrosanto, condannare l’espulsione di Antoine Makoumbou. Ma è meno semplice capire i primi 30’ senza cuore né anima. Un Cagliari vuoto, attendista, da subito in affanno contro un Udinese che, peraltro, ha tenuto il pallino ma non si è mai resa pericolosa sotto porta. Il perché di quest’avvio sottoritmo è il tema che deve impensierire il tecnico.
Da Udine agli emiliani. “Makoumbou sa di aver gestito male la questione” la sintesi delle parole di Davide Nicola nel dopo gara. Ma il congolese non è alla prima svirgolata del genere. Se chi lo manda in campo, dopo aver preso un giallo al sesto minuto, lo piazza dietro da ultimo uomo o quasi in copertura di un’azione d’attacco, ben sapendo che gli avversari ne conoscono le fragilità, ha precise responsabilità. La partita si è persa per l’uomo in meno, per il turn over a metà, per alcune disposizioni e vedute tecnico tattiche a gara in corso. Ma c’è da capire perché Gaetano, dal via al posto di Viola, non sia esplosivo. Perché Zortea sia sempre a un centimetro dal traguardo. Perché non abbia avuto una chance Prati. E anche sulla presenza no stop di Zappa e di Luperto, con Palomino bello carico dopo il gol al Toro, i dubbi rimangono. Poi, rimane decisiva la questione dell’approccio appannato. Nicola ha parlato con una certa enfasi di “asticella sempre più alta”. In A serve misura, umiltà e consapevolezza, soprattutto dei propri limiti. Il Cagliari non ha un bomber, anche se Piccoli è una bella spina per le difese avversarie, da doppia cifra. L’ottovolante è sempre a pieno carico in un campionato che dalla testa alla coda ha per ora poche certezze. Adesso, dai rossoblù servono risposte precise con il Bologna.