Davide Nicola alla vigilia del match di Udine annuncia il turn over e mira al bersaglio grosso: “Andiamo a giocarci le nostre carte”
Mario Frongia
Il dolce sapore della vittoria. I 7 punti in 3 gare, due in trasferta. L’aver ritrovato passo e umore in alcuni dei principali player. Tutto conduce lontano. Regala euforia ed entusiasmo. Ma in questi casi, fermo restando aggressività, concentrazione e spirito di squadra, è meglio pensare di fare le cose al top che dirle. Per Davide Nicola il Cagliari domani al Bluenergy Stadium ha un solo obiettivo: “Andiamo a giocarci le nostre chance come sempre abbiamo fatto sinora e come continueremo a fare”. Un filo di cautela, almeno esteriore, non guasta mai. Invece il tecnico mostra il petto nonostante l’Udinese sia tosta, anche se apparentemente in crisi. “Affrontiamo una squadra che può metterti in difficoltà a livello fisico e nella capacità di gestione nell’arco dei novanta minuti. Siamo consapevoli che la strategia di gioco e i duelli individuali possano fare la differenza. Sono strutturati, hanno un’interpretazione diversa, più dinamica”. L’allenatore rossoblù non si scansa. Il campo dirà se fa bene. Intanto, i tifosi si godono l’attimo e sognano in grande. Davide Nicola cita la produzione di gioco, passa dal poker subito dal Napoli e dal pari di Torino con Juventus. “Fortuna? No, sono stati gli altri poco abili. La produzione di gioco il Cagliari l’ha sempre avuta, se riusciamo a essere efficaci nelle due fasi di gioco cresce la possibilità di tramutare il tutto in punti. Cosa è scattato nella squadra? I recenti risultati sono frutto del lavoro quotidiano”. Il tecnico riassesta il tiro: “Mettiamo in conto che potrà accadere che qualcosa non vada nel verso giusto”. Durante la conferenza pre-gara si parla anche di asticella da alzare: “Abbiamo voglia di fare del nostro meglio. Se alzare l’asticella vuol dire salvarsi per il secondo anno consecutivo, sarà così”.
Turn over e i singoli. “Ci saranno cambiamenti da Udine al Bologna in casa. Sia per le strategie di gioco sia per l’interpretazione del ruolo di chi scende in campo. Dobbiamo - sottolinea Nicola - dividerci la fatica. L’Udinese ha un impianto consolidato ma con Runjac è differente. Sono pericolosi nelle due fasi, ha esterni veloci e tecnici. Dovremo essere attenti e disciplinati. Contro la Roma, l’Udinese non ha vinto ma se l’avesse fatto a quest’ora probabilmente sarebbe stata al primo posto”. L’allenatore passa ai singoli. “Luvumbo, deve crescere, è un 2002 ma sono molto contento: ha caratteristiche tecniche che in rosa pochi hanno. Sta giocando molto, così come Marin tra campionato e nazionale”. Si rimane in attacco: “Piccoli fa un tipo di lavoro importante. Se guardo alle punte dell’Inter, fanno il lavoro che fa anche lui. Può essere l’anno in cui può fare più gol degli altri anni”. Parole dolci anche per Prati: “È cresciuto molto di condizione con la gara che ha giocato con l’U21. Titolare? Ci sto pensando”. Passaggio indiretto anche sul ruolo di Gaetano: “In allenamento proviamo diverse interpretazione. Anche Felici può essere una soluzione sull’esterno. Ma capisco che alcuni giocatori possono essere appetibili da un punto di vista mediatico”. Sui convocati poche storie: sono out Jankto e Pavoletti. Obert si è allenato in gruppo.