Venerdì, 26 Gennaio 2024 23:15

Cagliari, il Torino passa alla Domus In evidenza

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Cagliari-Torino, cerimonia e coreografie in ricordo di Gigi Riva Cagliari-Torino, cerimonia e coreografie in ricordo di Gigi Riva

In affanno ma reattivi contro i granata che segnano con Zapata e Ricci. Viola accorcia con un eurogol. Il forcing finale non dà il 2-2 alla squadra di Ranieri: solo dal mercato si potrà invertire la rotta. Lo splendido addio, peccato per le strumentalizzazioni, a sua maestà Gigi Riva. La prossima all'Olimpico con la Roma di De Rossi

Mario Frongia

Cade anche il fortino. La Domus cade in una sera che ricorda Gigi Riva. Cade e lascia oscuri presagi su una squadra che necessita di urgenti rinforzi. Il Torino di Juric vince 2-1. Il Cagliari prova nel finale, rilanciato da una rete da dieci e lode di Viola. Ma non basta. La situazione è pesante, la classifica pure. Sarebbe il caso di agire. Ma i dubbi restano. E alla prossima si va in trasferta in casa Roma. I rintocchi sono chiari ma pare che il presidente non ci senta. Si parte. Aggressivi, pressing alto sul trio difensivo granata Tameze-Buongiorno-Rodriguez, i rossoblù contro il Toro provano a fare la partita. Ma dalla modestia e padronanza globale del gioco emerge la differenza. Ranieri urla "sali!". Il Toro ha riferimenti certi, fa girare la palla, costruisce trame che premiano i movimenti di Sanabria e Zapata. Il pallino è degli ospiti. Vlasic pare Messi. Hatzidiakos, Wieteska e Dossena soffrono. Imprecisi nelle ripartenze Nandez e Zappa nei primi 20' neanche un'idea di azione manovrata. Il Cagliari improvvisa, il Toro costruisce ma non conclude. Poi, al 22' si accende l'ex Bellanova che fulmina Azzi e mezza difesa, piazza il piattone al centro e Zapata arriva puntuale a inchiodare Scuffet. 1-0. Il Cagliari, sospinto dai sedicimila della Domus, prova a reagire. Palla interessante sciupata da Jankto e un tiro senza pretese di Prati, subentrato a Sulemana. E per fortuna c'è Scuffet, miracoloso su Sanabria che gia da due passi. Serataccia. I granata mostrano palleggio, manovra e organizzazione. I padroni di casa spazzano anche con i migliori per qualità, Nandez e Prati. La fiammata rossoblu arriva al 33': Jankto, prima  di testa, salva Linetty, poi col piattone impegna Milinkovic-Savic. Piccolo ma interessante segnale. Cresce Makoumbou, dà segnali di vita Petagna. Ma non basta. "Vinci per Gigi" cantano gli ultras. Scuffet ancora da urlo a tu per tu con Zapata e due volte sullo stesso Wieteska. Il Torino accelera, a tratti dilaga. Ma la gara rimane aperta. Ancora Scuffet superlativo in mischia smanaccia da due passi. Ripartenza, ma è un caso isolato, con Jankto, Milinkovic-Savic respinge di pugno. La solidità in mezzo, le distanze tra reparti, i tre dietro sempre in affanno anche per la scarsa attitudine al filtro in mediana, la difficoltà a concludere efficacemente sono le croci del Cagliari. La finalizzazione è modesta anche per la poca qualità tecnica. E sir Claudio lo sa. L'apnea difensiva, il rincorrere spesso senza costrutto e l'arrivare secondi troppo spesso sulle seconde palle, vedono Vlasic e soci prevalere quasi sempre. Nei 3' di recupero Ricci trafigge, tunnel su Wieteska, Scuffet: 0-2. Dossena e compagni escono tra i fischi. Il Toro chiude con il 59 per cento di possesso palla 194 passaggi contro 117, 8 tiri contro 6.

Un po' meglio ma non basta. Si riparte con Zapata, incontenibile, che impegna Scuffet. Ranieri inserisce Pavoletti per Jankto e Viola per Hatzidiakos. Dietro ci si mette a quattro. Ci provano Zappa e Pavoletti di testa. Petagna si divora l'occasione migliore, piattone addosso al portiere ospite. Male. Si nota comunque una ritrovata energia dei padroni di casa. Il Toro sfiora il tris in contropiede, Scuffet narcotizza Tameze dopo che Sanabria cicca un rigore in movimento. Ranieri inserisce Lapadula per Nandez, la pressione rossoblù cresce. Azzi, occasione di testa, esce per Augello. Ranieri non molla. In ripartenza Zapata calcia alto, e Ginetis spara alto su punizione. Ma il Cagliari c'è. Combatte e lotta: il miracolo Ranieri, per motivazioni e spirito di sacrificio paga sempre. Si sta in area, Pavoletti e Viola salgono di tono. Ed è proprio il numero 10 a scoccare la freccia dell'1-2, sinistro a giro di eccellente bellezza. Juric corre ai ripari con Sazonov (perfetto nel ribattere su Lapadula e Wieteska) per Sanabria.  Colombo fischia la fine, dopo aver annullato un gol a Pellegri, ammonito Juric e concesso 7' di recupero. Gigi Riva avrebbe meritato ben altro. Ma si raccoglie quel che è stato costruito la scorsa estate dopo la miracolosa risalita in A.

Braccio di ferro. Con i due centrali stranieri - pagati poco meno di dieci milioni di euro!, e Jankto in campo dal via Ranieri potrebbe aver alzato la posta. Dopo aver visto partire Goldaniga (impacchettato e venduto senza se e senza ma!), Pereiro e Capradossi, senza nessun rinforzo a una manciata di giorni dalla chiusura del mercato (alle 20 del 31 gennaio) il messaggio alla proprietà, immobile e assente, pare nitido. Bloccato dall'Indice di liquidità, con nessuna intenzione di mettere mano al portafoglio, i presagi sono pessimi. Al di là delle infinite mosse cattura tifosi e del marketing, il campo manda segnali feroci. Ed è facile trovare il responsabile. Piuttosto, sarebbe insolito, strano e ingiusto se Claudio Ranieri, dopo aver dato precise indicazioni a giugno, continuasse a coprire ciò che non si può. Se gli ostacoli, anche finanziari, sono insuperabili, sarebbe più dignitoso pensare di passare seriamente la mano. 

Ciao, grande Gigi. Ma sarebbe stato meglio senza strumentalizzazioni. Le maglie vintage durante il riscaldamento, la patch sul davanti con il numero 11. Coreografia spettacolare, dalle curve ai Distinti. Per colonna sonora Bob Dylan, Mina, Beatles e Fabrizio De Andrè. Gigi Riva, i gol più belli nel maxi schermo, il suggestivo brano di Piero Marras e le migliaia di cartoncini colorati, con i bandieroni e gli striscioni. Nello stadio che avrà il suo nome, appare, complimenti!, anche quello dei tifosi del Toro: "Ciao, Gigi Riva". Il minuto di raccoglimento, la frase di Riva ("Oggi so che era un destino - so che stavo andando a casa mia"), lo striscione "Come te nessuno mai". Al minuto 11, come una maglia che non si potrà mai scordare, l'applauso del pubblico e il coretto su Rombo di tuono. La sciarpata è commovente. Quel che dispiace alla tifoseria, agli sportivi e a tutti i sardi, è che il Mito venga usato.  

Ultima modifica il Sabato, 27 Gennaio 2024 09:02
Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi