Mario Frongia

Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi

Gli “Incontri in biblioteca” al Teatro delle saline si chiudono mercoledì 15 novembre. Dibattito e approfondimenti lontani da standard e luoghi comuni, nettare prelibato per la comunità. Ultime serate con Dino Manca e Marina Claudio. Ingresso libero

Mario Frongia

Un poker di appuntamenti che fanno onore agli organizzatori e aguzzano l’interesse del pubblico. La Scuola d’arte drammatica di Cagliari e la compagnia Akròama hanno aperto il 6 novembre scorso le iniziative culturali battezzate “Incontri in biblioteca” Un ciclo di quattro serate con personalità di rilievo del mondo della cultura e del sociale. Adesso, alla vigilia degli ultimi due momenti - dopodomani, lunedì 13, con Dino Manca,  mercoledì 15 novembre con Marina Claudio, entrambi alle 19 con ingresso libero - si può trarre un primo parziale bilancio. La rassegna sta confermando quanta fame e attenzione ci sia di incursioni nella cultura lontana dalle standardizzazioni, dal già visto e sentito, dai luoghi comuni. Lelio Lecis, quando nella prima parte del terzo millennio ha deciso di ideare, capire, produrre e accompagnare la Scuola, aveva visto giusto. “La città ha bisogno di forme diverse di riflessione. L’arte teatrale, la recitazione e lo studio dei classici, sono pasti prelibati e sbaglia chi pensa che i giovani se ne tengano alla larga”. Il regista, attore e drammaturgo dirige la compagnia Akròama col piglio dei Conquistadores: mettersi alla prova, costruire professionalità, trarre solidità dalla contaminazione di artisti e percorsi differenti, credere in una comunicazione che rende tutti più forti. Senza scordare la rivisitazione garbata e affascinante dei grandi classici. Anche su questi binari - mentre sono in corso con il solito sold out le Stagioni del teatro contemporaneo e Famiglie a teatro, cavalli di battaglia dell’Akròama in scena alle Saline - sono nati gli “Incontri in biblioteca”. Un titolo-cornice che conduce proprio alla storica biblioteca, con arazzi, stucchi, velluti e poltroncine Liberty del teatro di piazzetta Billy Sechi.

Arte teatrale, tra attualità e storia.  Gli “Incontri” - moderati dagli attori e registi Elisabetta Podda e Simeone Latini, direttore artistico della Scuola d’Arte Drammatica - si sono aperti lunedì scorso con Fernanda Loche. La presidente della Croce rossa di Cagliari ha dimostrato il suo forte impegno sociale raggiungendo con l’associazione diversi traguardi. Tra questi, l’aumento dell’offerta formativa rivolta ai volontari ed alla popolazione, l’aumento dell’assistenza e donazione di viveri e vestiario alle famiglie bisognose, implementazione della prima accoglienza e l’assistenza ai migranti. Traguardi che rispecchiano i principi fondamentali di umanità, volontariato e indipendenza promossi dal Movimento internazionale della Croce rossa. Mercoledì 8 è stata Roberta Ferraresi, critica e studiosa di teatro all’Università di Cagliari a dibattere sul ripensamento delle arti performative nel Novecento e nel contemporaneo. Al centro del dibattito anche la storia e gli sviluppi degli studi, della critica e la storiografia teatrale. Parallelamente al percorso accademico, la studiosa coltiva un’operatività attiva nella scena contemporanea e si occupa di critica su riviste di settore, politiche culturali-teatrali, progetti di approfondimento, ricerca, formazione alla scrittura e alla spettatorialità.

Due appuntamenti da non perdere. Lunedì sarà la volta di Dino Manca. Docente di Filologia della letteratura italiana, di Linguistica italiana e di Letteratura e filologia della Sardegna all’ateneo di Sassari, ha alle spalle una corposa attività di ricerca sul rapporto tra filologia, linguistica e critica letteraria, con particolare attenzione rivolta alla filologia redazionale e d’autore. Tra l’altro, ha curato anche le prime edizioni critiche delle opere di Grazia Deledda, Salvatore Farina, Giuseppe Dessì, Pompeo Calvia e Publio Dui. Gli Incontri in biblioteca si concludono mercoledì prossimo con Marina Claudio. Ballerina, coreografa e maestra di flamenco, si è formata in Spagna alla Scuola delle sorelle Bernal di Valladolid e al Real conservatorio profesional de Mariemma di Madrid. Ha debuttato da professionista a 16 anni nella capitale spagnola. Nel 1994 è stata scelta per interpretare “Laurencia”, parte principale e protagonista dell’ultima opera del maestro Antonio Gades “Fuenteovejuna”. Ha iniziato il tour mondiale di tre anni da partner artistico di ballo di Gades. In seguito, ha collaborato da prima ballerina per importanti compagnie internazionali, da quella di Rafael Aguilar e agli irlandesi Riverdance. Vanta la creazione di diverse produzioni teatrali dedicate al Flamenco, tra le quali “Sola, sola, sola.” (2017) e “Amen” (2018).  Di fatto, appuntamenti da non perdere

L’arte e le immagini a supporto di accoglienza, cure e assistenza di alta qualità. “Supportiamo situazioni di fragilità per pazienti da un mese di vita ai quattordici anni” dice la direttrice generale, Agnese Foddis. La struttura ha oltre ventimila accessi annui

Mario Frongia

Sulle pareti, in reparto, tra anditi, stanze e ambulatori, la Sirenetta, Mowgli, l’Uomo Ragno. Ma anche Minnie, Cenerentola e zio Paperone. Sorridenti e avvicinanti. Dipinti con i colori dell’amore e della solidarietà. Ma, soprattutto, l’abito adatto che contribuisce a offrire un’assistenza e cure di alto profilo. Ai più piccoli, da un mese di vita ai quattordicenni. Il Pronto soccorso pediatrico dell’Arnas Brotzu indossa l’arcobaleno per migliorare l’accoglienza e l’approccio di un reparto che, con una medicina efficiente e di qualità, deve anche saper coccolare e abbracciare i baby pazienti. Per capirci, oltre ventimila l'anno, una media di milleottocento al mese. Nel solco delle terapie che prendono per mano e coccolano, l’azienda ospedaliera diretta da Agnese Foddis, si porta avanti. L’inaugurazione del Pronto soccorso per gli under 14 al San Michele è un tassello di pregio. “Siamo grati all’Associazione Amelia Sorrentino e agli artisti che hanno collaborato alla realizzazione di questo percorso con immagini che rivestono funzioni terapeutico-ricreative” dice la dottoressa Foddis. L’Azienda di via Peretti mette le ali. Sposa “l’arte condivisa”, la mette a disposizione di circa ventimila accessi annui, qualcosa come milleottocento bimbi al mese. E coglie l’attimo: “L’idea ha lo scopo di promuovere i benefici apportati dall’arte in situazioni fragili. Ad esempio - spiega Gabriella Cherchi, direttrice del Pronto soccorso pediatrico - durante la permanenza in modalità di emergenza urgenza in ospedale. L’indirizzo conduce al target infanzia-famiglia, teso ad aiutare e superare i sentimenti di ansia e paura a cui i bambini e i genitori sono esposti”. Gli affreschi sono di Eraclio e Marco Masala: “Realizzarli, in circa due mesi, è stato un piacere” dicono padre e figlio.

I cartoon per la salute. Alla presentazione della struttura il team di governo dell’azienda. Oltre ad Agnese Foddis e alla dottoressa Cherchi,  hanno apprezzato e sostenuto il percorso i direttori sanitario, di presidio e del dipartimento emergenza-urgenza, Raimondo Pinna, Marinella Spissu e Giuseppe Dessì. “Un percorso che nasce anche dal confronto con altre realtà nazionali impegnate sul fronte di una medicina sempre più tarata sulle esigenze dei pazienti e su modalità che possano rendere meno cruenti gli accessi alla struttura” sottolinea il dottor Pinna. Insomma, L’azienda ha anima e mostra attenzioni anche per i dettagli. “Un passo gioioso e ricco di umanità per i nostri piccoli pazienti e per i loro genitori” rimarca la dottoressa Spissu. “Dedicare investimenti ai più piccoli, che versano in condizioni di dolore e sofferenza, e ai loro familiari rientra nella nostro filosofia” aggiunge il dottor Dessì. Un dovere, proficuo sotto svariati punti di vista.   

Il sorriso e la speranza. “Le malattie - spiegano gli specialisti dell’Arnas Brotzu - debilitano il corpo e la mente. Più la mente è stanca meno il corpo è in grado di guarire. L’uso di terapie alternative, che curano la psiche prima del fisico, si diffondono sempre di più e risultano essere sempre più importanti ed essenziali, soprattutto se i pazienti sono bambini”. Tra queste, anche l’arteterapia, un insieme di tecniche che utilizzano le attività artistiche visuali come mezzi terapeutici. Il richiamo a pet-therapy, clown therapy e arteterapia in genere, “distraggono il bambino dalle esperienze e dalle sensazioni negative, attraverso l’attuazione di situazioni che catturano l’attenzione e infondono emozioni positive. Così - aggiunge la dottoressa Cherchi - l’arte entra negli ospedali che si occupano di bambini. Per riportare il sorriso e la speranza”.

 

Claudio Ranieri carica i suoi e non nasconde le insidie del match di sabato: “Hanno la miglior difesa della A e sono i principali candidati per lo scudetto”

Mario Frongia

Filosofia e buon senso. Ma anche tanta praticità. Claudio Ranieri a 48 ore dalla trasferta di Torino in casa Juventus, tiene il piede sul pedale del gas. Reduce da tre vittorie in otto giorni tra campionato e Coppa, fresco di fuoriuscita dai tre posti di coda che porterebbero in B, l’allenatore del Cagliari la prende larga. E fa un passo indietro: “Nei momenti difficili, e ci siamo ancora, i ragazzi non hanno mai perso la voglia di combattere. Abbiamo sempre cercato di lottare in ogni singolo allenamento e continuiamo a farlo. Siamo partiti con un handicap, adesso abbiamo tracciato un viottolo, vediamo di farlo diventare un’autostrada”. Sulla Juve poche storie. “Sulla carta siamo condannati, ma i punti si possono fare ovunque. I ragazzi stanno bene, grande rispetto per i bianconeri che ritengo candidati allo scudetto. Ma andiamo là preparati”. Sulla tattica al Sir della Premiun sfugge un mezzo sorriso: “La Juventus a Firenze si è fatta attaccare, come da strategia di Allegri, per poi colpire in contropiede. Siamo carichi per provare a fare la nostra partita. Ce la giocheremo, più di perdere non possiamo”. In sala stampa si ride. A Torino - unici assenti Nandez e Di Pardo - si vedrà un Cagliari diverso da quelle delle prime otto giornate. “Il momento negativo? Sapevamo di esserci dentro. E ci siamo ancora. Ma con una mentalità precisa: lottare e lavorare in ogni singolo allenamento. Dopodomani sulla carta siamo condannati perché abbiamo una delle difese peggiori e la Juve è tra le migliori alla pari con l’Inter”. Intanto, c’è lo spazio anche per un mini bilancio. “La squadra è stata costruita con l’intenzione di prendere giocatori con caratteristiche diverse. Questo, a parità di condizione agonistica, mi permette du cambiare le cose a gara in corso, Poi sta a loro farsi trovare pronti”.

Umore, percorso e uomini. “Cosa rimane delle tre vittorie di fila? La determinazione e la tenacia. Siamo partiti con l’handicap e adesso siamo su un buon cammino, dobbiamo riuscire a restarci, abbiamo tracciato un viottolo, dobbiamo farlo diventare strada e poi autostrada”. Si ripassa da Chiesa e soci. “Noi dobbiamo essere come non siamo mai stati: concentrati per 90 e più minuti, senza dare occasioni da gol perché spesso le concediamo. Poi, se ci fanno un gran gol ci complimenteremo con loro. Allegri è un grande allenatore. Le sue squadre hanno sempre qualcosa da dire. È pratico e studia gli avversari”. Una sorta di clone raineriano. Sui singoli si va sui nomi più gettonati dalla tifoseria. “Viola? Gli faccio gli auguri per la laurea. A inizio anno ci siamo parlati, gli ho detto che valuto sempre gli allenamenti. Mi ha confermato che voleva restare. È tenace e caparbio, sta raccogliendo ora quanto ha seminato”. Sulle fasce, visti i forfait, Azzi è il probabile titolare: “Vista l’emergenza a destra, può giocare anche in quella zona. A tre dietro? Non mi fossilizzo sui sistemi di gioco, dipende sempre dal momento”. Infine, citazione per Jankto: “generoso, forte fisicamente con buona gamba. E non sta ancora dando tutto quel che può”.

Amarcord. Il biennio di Claudio Ranieri alla Juventus necessita di una precisazione: “Dicono che mi abbiano mandato via, ma non è la verità. Che saprete quando avrò smesso di allenare. Ringrazio però chi mi ha portato sulla panchina bianconera”. Ma non è tutto. Il tecnico di Testaccio accelera: “Ho preso la squadra che veniva dalla B e non avevo certo i dodici, tredici campioni delle stagioni precedenti. Comunque, sono stati due anni molto positivi”.

Sofferta e combattuta, vittoria da squadra. Claudio Ranieri imbriglia con i cambi i liguri di Alberto Gilardino. Ci sarà da soffrire ma la risalita prosegue. Sabato la Juve in trasferta

Mario Frongia

Il Cagliari mette la freccia. Nel turno, l'undicesimo, che vede l'exploit dell'Udinese a San Siro con il Milan, il successo per 2-1 sul Genoa. Un colpaccio, sia per la consistenza dell'avversario, sia per il match, incanalatosi da subito su duelli fisici e di reparto. Battere il Grifone vale 3 punti d'oro. Per il morale  e per la classifica. Claudio Ranieri la gira sa subito al meglio. Motiva i suoi allo spasimo, inaridisce le fonti del gioco ospite, presidia le fasce, da mandato a Luvumbo di inserirsi senza dare riferimenti a De Winter e soci. Andrà così. In attesa degli altri risultati, i rossoblù volano a quota 9, superano il Verona a 8 e sono fuori dal terzetto di coda. E sabato (alle 18) possono andare a Torino, in casa Juve, con lo spirito giusto. La caccia alla terza vittoria in otto giorni, tutte last minute, si chiude al meglio. Con i rientranti Luvumbo e Mancosu. Piedi e scatto caldo per infilzare il Genoa. Gilardino risponde con un solido 3-5-2. Out Retegui e Messias, ci sono l'ex Strootman, Malinovskyi e Gudmundsson: "Segna sempre, dovremo avere mille occhi!" il monito di Sir Claudio. Ha predetto bene: l'attaccante metterà le cose in pari. Poi, Cagliari a quattro dietro con la sorpresa Goldaniga quarto di destra, mediana affidata a Prati, Mancosu dietro Luvumbo e Oristanio. Un mix di velocità e imprevedibilità. Contro i liguri, quattordicesimi con 11 punti, senza Nandez. Un'assenza importante. Arbitra Guida, fischietto del match che a Bari è valso la serie A. Al Var c'è Mazzoleni.  

Prima frazione. Il Cagliari parte con il ritmo giusto. Il primo tiro, a lato, dopo 6' è di Luvumbo. Il Genoa riprende il pallino e mostra più fisicità sulle seconde palle. Si combatte, nessuno va al tiro nello specchio nei primi 25': match nervoso e sentito con marcature quasi a uomo, anche a centrocampo: Mancosu su Strootman, ad esempio. Alla mezz'ora proprio il cagliaritano si ricorda dell'eurogol da 50 metri e ci prova dalla propria metà campo: out. Sempre Mancosu innesca Oristanio, Martinez para a terra in uscita. La prima vera occasione è ligure: traversa di Vasquez da pochi passi. La replica è affidata a Luvumbo, gol annullato per offside. La partita si accende ma il gioco è spezzettato. Il  Cagliari chiude in attacco, Guida non fa battere il corner, minuto di recupero scaduto.

Le mosse vincenti. Ranieri riparte con Zappa e Viola, per Hatzidiakos e Mancosu: verrà ricambiato con una rete a testa. Il gol arriva dopo 3': Viola risponde alla fiducia del tecnico, rasoterra a battere Martinez con il Genoa ancora negli spogliatoi. Tre minuti e un cross innocuo dei liguri viene trasformato in assist da Goldaniga: Gudmundsson non perdona, 1-1. La reazione del Cagliari è veemente: Luvumbo impegna da distanza ravvicinata Martinez. escono i registi Badelj e Strotmaan, Gilardino inserisce Puscas e Thorsby: una punta e un centrocampista. Luvumbo scappa via e non vede Viola e Oristanio ben smarcati, peccato. Ecco Petagna, fuori proprio Oristanio. Ma è Zappa, al 24' dopo un batti e ribatti ai limiti dell'area, a chiudere di destro alle spalle del portiere del Genoa: 2-1. L'undici di Gilardino accusa il colpo, aumentano i palloni sparacchiati in avanti, scade la precisione nella manovra. Il Cagliari chiude bene. Ranieri dà respiro a Jankto e inserisce Azzi. Si soffre. E si riparte in contropiede. Luvumbo prende botte ma non molla. La sorpresa? Petagna che recupera palla e rifinisce in scioltezza. L'ex Atalanta, Napoli e Monza viene cinturato in area, ma è in fuorigioco Azzi che lo serve. Sempre Azzi scappa, destro rasoterra a fil di palo. Il Genoa attacca in massa ma difende lasciando ampi varchi. I liguri sfiorano il pari con una girata alta di Dragusin. Guida dà 6' di recupero. Poi, Scuffet compi il miracolo su Puscas che calcia da pochi passi a colpo sicuro. Si gioca a una porta. Ma il più è fatto. La squadra che gioca e vince da squadra vale doppio. Esalta l'intero gruppo, dà adrenalina preziosa. Il cammino è ancora lungo, difficile ipotizzare scogli e curve a gomito. Altre otto partite da tripla, come quasi sempre in A, sono dietro l'angolo. Ma Ranieri c'è E i suoi, pure.      

Notarelle

Rombo di tuono. Dopodomani, martedì 6 novembre, Gigi Riva compie 79 anni. Cinquantatré anni dallo scudetto, mezzo secolo dall'ultima sua rete in nazionale, con il record dei 35 gol in 42 gare che tiene. Auguri e suerte, grande uomo!

Tutti in piedi. Minuto di raccoglimento in avvio per le sette vittime del disastro idrogeologico in corso in Toscana. I 16.412 spettatori, incasso di oltre 325mila euro, mostrano rispetto per i morti e per una regione in ginocchio.

Infarto. Al ventesimo del primo tempo i circa 600 genoani smettono di tifare e ammainano le bandiere: un loro tifoso è vittima di un attacco cardiaco. Viene ricoverato al Brotzu, le condizioni non sono critiche. Dal secondo tempo la tifoseria ospite viene avvertita e riprende a tifare e sventolare.

Venerdì, 03 Novembre 2023 14:33

Cagliari, rabbia, umiltà e concentrazione

“Con il Genoa, squadra di valore, vedremo cosa ci rimane dalle vittorie in recupero con Frosinone e Udinese”, dice Claudio Ranieri. Ospiti senza Retegui, rossoblù con un ristabilito Lapadula ma Nandez è out

Mario Frongia

Testa al Grifone, senza se e senza ma. Il Cagliari, come auspica la tifoseria ancora piacevolmente scioccata dall'exploit senza precedenti in casa contro il Frosinone e dal successo a Udine in Coppa, cerca la terza vittoria in otto giorni. Ma Claudio Ranieri frena. “Aspettiamo la riprova di domenica per vedere cosa è cambiato. C’è sempre stata la consapevolezza di lavorare bene, adesso arriva il Genoa, squadra di valore, e la nostra mente è totalmente su di loro. L’anno scorso è finita in pari ma l’infortunio all’arbitro ha scombussolato un po’ tutti. Adesso, stiamo concentrati. Hanno grandi giocatori e dobbiamo portare a casa un risultato positivo”. Il tecnico in conferenza stampa precisa che “se vinci alla fine delle partite significa che i giocatori sono preparati bene e mentalmente non vogliono uscire sconfitti dal campo. Con l’Udinese hanno voluto il passaggio del turno con determinazione. So che non mollano mai. Anche nelle partitelle tra noi non mi interessa chi vince, ma vedere come esce dal campo quella che perde”. Attento ai dettagli, abile conoscitori di uomini e pallone. Soprattutto, onesto intellettualmente: “Dobbiamo migliorare molto in difesa perché commettiamo errori che non commettevamo in B! Mi sono stufato di ripeterlo: una squadra che si deve salvare non può incassare tutte queste reti!”. L’obiettivo è nitido. Il momento pure: “Anche grazie al supporto dei tifosi, sappiamo di dover continuare così: certo, da queste due gare in casa è meglio 6 punti di 4. La verità è che dobbiamo acquisire personalità da serie A. Vorrei che fossero sempre tutti dal primo minuto disperati e affamati. Poi, dipende anche dalle caratteristiche individuali, nessuno si scrolla di dosso paura e tensione allo stesso modo Chi sta fuori? Voglio siano furiosi e si chiedano cosa fare perché possa farli giocare.”. E non manca la battuta: “Allenatore italianista, antico, attendista? Mi va bene tutto se rivinciamo 4-3”

Sui singoli. Intanto, spazio a Petagna: “Ha fatto una gran partita, mi sono sfuggiti i voti alti in pagella! (ride, ndr). Ha corso per 13 chilometri, non me lo aspettavo. Vuol dire che è sulla strada buona anche se gli manca qualcosa per essere al cento per cento. Però,  lui e Shomurodov tentano di fare cose buone e questo è l’importante”. Passaggio anche per Pereiro: “Ha qualità innate e sta entrando pian piano nella mia mentalità. Non posso dirgli con il piede che ha se metterla a destra o a sinistra, ci pensa lui perché ha grande conoscenza tecnica e tattica. Mancosu e Lapadula? Stanno bene, mentre Di Pardo ha una contrattura”. Si passa alle punte. “Siamo dipendenti dal giocatore che fa la differenza, in questi ultimi tempi lo è stato Luvumbo. Pavoletti? Leo per noi significa serie A. Quando vedi giocatori esperti in prima fila a trascinare il gruppo è bello per un allenatore. Stesso discorso per Mancosu e Viola, presenza e qualità”. Infine una curiosità: “Makoumbou lo stresso come nessun altro perché lo vorrei perfetto. Deve fare meno tocchi, essere più rapido e giocare in verticale”. Sugli ospiti, lente sull’assente Retegui: “Un grande giocatore, ha una rapidità di esecuzione notevole. Il Genoa ha un ottimo centrocampo e Gudmundsson: è in formissima, dovremo avere mille occhi, degli ultimi cinque gol ne ha fatti quattro”. Infine, i Premi Ussi Sardegna 2023. Sir Claudio riceve dal comitato regionale guidato da Paolo Mastino il Premio intitolato a Davide Astori: “Sono molto orgoglioso, non me l’aspettavo, mi rende molto felice e ringrazio la famiglia per questo”.

L’analisi. Sest’ultimi in classifica con 6 punti, peggior difesa con 21 reti incassate. Una faccia di realtà da non trascurare pur con gli incoraggianti segnali da Udine, passaggio agli ottavi della coppa Italia inclusi (il 2 o il 3 gennaio sfida al Milan che vale comunque vada una quota cospicua dell’incasso di San Siro. La vittoria aiuta a vincere e si sa. Meglio se in trasferta, con una diretta concorrente alla salvezza, per ora, e con la certezza di saper soffrire sino all’ultimo secondo. Se poi si aggiunge il recupero di alcune pedine chiave, da Lapadula a Petagna, alcune piccole grandi certezze Oristanio e Makoumbou, gli sprazzi di Sulemana: dal Friuli una serie di indicazioni utili per approcciare il Genoa. Claudio Ranieri batte sul ferro della concentrazione e dello spirito di sacrificio. Sa quali sono i rischi mentali da evitare dopo l’exploit del 4-3 in rimonta sul Frosinone. Conosce le trappole che verranno tese dalla formazione di Gilardino e anche quelle in cui potrebbero cadere i suoi: i 3 gol incassati dalla squadra dell’ex Di Francesco sono un monito da tenere bene a mente.     

Notarelle. Gianfranco Ibba, presidente di Abbi group Sardegna e amministratore delegato del gruppo nazionale Crai, dal 1973 nel settore della grande distribuzione, è nel cda del Cagliari. La nomina da parte del patron è arrivata nel corso del cda (approvato bilancio in rosso per 2,2 milioni dai 16 dello scorso anno), a una decina di giorni dell’accordo che ha visto l’impianto di Asseminello diventare Crai sport center. Intesa, pare quinquennale, di marketing e visibilità - che prevede anche altri optional quali cartelloni promozionali eccetera alla Domus - che costa all’imprenditore di Oristano circa 250mila euro. La metà circa di quanto chiedeva la presidenza del club

Mercoledì, 01 Novembre 2023 23:54

Cagliari, remuntada anche in Coppa Italia

I rossoblù stendono l’Udinese in trasferta. In gol Viola e Lapadula all’ultimo minuto dei supplementari. Agli ottavi c’è il Milan. Ma adesso, testa al Genoa

Mario Frongia

Dopo lo scialbo 0-0 in campionato alla Domus, Cagliari corsaro a Udine. Con il marchio della casa, la rimonta. I sedicesimi di Coppa Italia conducono i rossoblù agli ottavi dove troveranno il Milan (presumibilmente il 3 gennaio 2024). Partita arcigna, Claudio Ranieri può essere contento, anche in vista del Genoa, domenica alla Domus. Ben giocata anche come accelerazioni e attesa, strategie e pazienza. Il tecnico parte con Petagna-Shomurodov, dà le chiavi della porta a Radunovic, quelle del centrocampo a Makounbou e quella della fantasia a Oristanio. Il resto, alternanze prevedibili o quasi, inclusi i centrali stranieri Wieteska e Hatzidiakos, tenuto conto della squadra di Gilardino dietro l'angolo, dopo il fresco exploit da Guinness con il Frosinone. Alessandro Cioffi, subentrato a Sottil, tiene a riposo Samardzic e Diawara e schiera Lovric e Zarraga. Sempre out Delofeu. Mentre i medici confermano Nandez fuori causa per un mese: problemi ai flessori.

Buon primo tempo rossoblù. Il Cagliari parte bene, volitivo e determinato. L’Udinese controlla senza affanni e pian piano prende il controllo. Ma le parti si invertono: il primo tiro, a lato, di Oristanio arriva al 12’, con Jankto che lamenta il mancato passaggio. Intanto, si fa male Di Pardo, in campo Zappa dopo 17’. Oristanio firma la prima palla gol in contropiede su assist di Jankto: Okoye para ma il Var decreta l’off side, Cosso di Reggio Calabria fischia. Sempre Oristanio semina il panico nell’area di casa, Okoye respinge. Poi, Azzi calcia a lato. Il dominio rossoblù si consolida. Gli errori si susseguono da entrambe le parte. Il primo squillo dell’Udinese è di Kamara, sinistro a lato. Il match è interessante, si combatte ma la qualità latita ed è la conferma della classifica in A dei friulani (diciassettesimi con 7 punti) e dei sardi (penultimi con 6). Okoye è il migliore dei suoi, prodezze su Shomurodov e Oristanio (top dei rossoblù) dalla distanza. La squadra di Ranieri mostra fluidità di manovra ed efficaci tracce di costruzione, da Sulemana a Jankto fino a Makoumbou, L’Udinese soffre, mostra confusione, passaggi prevedibili e molta fatica a crescere. Il Cagliari,, con Radunovic che non tocca palla, confeziona quattro palle gol, detiene il 55 per cento di possesso palla, 5 parate a zero, 65 attacchi contro 34, 3 corner a zero, 240 passaggi a buon fine contro 186. Makoumbou e Oristanio i migliori.   

Pareggio meritato. Sir Claudio lascia fuori Jankto per Obert. L’assetto non cambia con Azzi che sale al posto del ceco. Una sorta di 4-4-2 con Oristanio largo a destra. da squadra camaleonte. Si riparte con Lucca che segna con scavetto ma è in fuori gioco, Cosso annulla. Sempre Lucca colpisce la traversa di testa, l’Udinese pare uscita meglio dagli spogliatoi. Il Cagliari si riorganizza, sfrutta l’ampiezza, specie a sinistra con Azzi. E pian piano cresce. Poi, su corner regalato da Azzi, l’Udinese passa al 18’: Thauvin pennella per Guessand (2004) che di testa, con Sulemana distratto, batte Radunovic. La reazione passa per il sinistro di Oristanio ma Okoye non corre rischi. I rossoblù si riorganizzano e tessono una buona trama con un giro palla e rapide verticalizzazioni. Okoye para su Oristanio, direttamente dalla bandierina. Ci prova Petagna, centrale. Entrano Viola, Pereiro (ammonito dopo 30 secondi!) e Lapadula, al debutto stagionale dopo l’intervento alla caviglia. Ranieri sollecita il pressing alto, l’Udinese soffre. Viola la pareggia al 35’ con una punizione-cross che Okoye non legge: 1-1. Lucca impensierisce Radunovic, piattone a lato. Nei 5’ di recupero, ottima sponda di Petagna per Lapadula, tiro ribattuto. Il Cagliari chiude in attacco, buon segno. Da ottima posizione, punizione di Viola, angolo. Si va ai supplementari.

Petagna-Lapadula, che colpo! La manovra del Cagliari nei tempi supplementari si apre con un buon equilibrio. Viola è il play. I ragazzini dell’Udinese (Pafundi 2006, Pejicic 2007, Diawara e Tikvic 2004) tengono botta. Lapadula sfiora la traversa di testa. Squadre stanche, attente nel non scoprirsi e dare il fianco alle ripartenze. Pafundi, sassata di sinistro alta, è il terminale dei padroni di casa. La sfida tra esperienza e Under (l’Udinese gioca con un’età media che non arriva ai 21 anni!). Poi, c’è la legge del Cagliari: rimonta con Petagna al 120’ che serve Lapadula: 2-1. Con OKoye che evita il 3-1 su Deiola e Lapadula.

Udinese (3-5-2): Okoye 7; Ferreira 6, Tikvic 5,5, Guessand  7 (Nwachukwu dal 5’ pts, 6); Akè 6,5, Zarraga 6, Camara 5,5 (Pejicic dal 43’ st, 6), Lovric 5,5 (Quina dal 20’ st, 6), Kamara 5 (Zemura dal 20’ st, 6); Thauvin 6,5 (Pafundi dal 20’ st, 6,5), Lucca 6,5 (Diawara dal 43’ st, 5). A disposizione: Silvestri, Padelli, Ebosele, Masina, Samardzic. All. Cioffi 5

Cagliari (4-3-2-1): Radunovic 6; Di Pardo sv (Zappa dal 17’ pt, 6), Hatzidiakos 6, Wieteska 6, Azzi 6 (Pereiro dal 30’ st, 5); Makoumbou 7, Sulemana 6,5 (Deiola al 15’ pts, 6), Jankto 6,5 (Obert dal 1’ st, 6); Oristanio 7 (Viola dal 30’ st, 7), Shomurodov 6 (Lapadula dal 30’ st, 7); Petagna, 6,5. A disposizione: Aresti, Scuffet, Goldaniga, Dossena, Prati, Augello, Desogus. All. Ranieri 7

Udinese-Cagliari 1-2

Guessand (U) al 18’ pt, Viola (C) al 35 pt, Lapadula al 30’sts

Domenica, 29 Ottobre 2023 14:40

Miracolo Cagliari, ribaltato il Frosinone!

 

Sotto 3-0 i rossoblù riaprono la corsa salvezza con una doppietta nell'extra time di Leonardo Pavoletti. E adesso testa al Genoa

Mario Frongia

Un ribaltone,da 0-3 a 4-3, che rimarrà a lungo nella mente dei 15.936 della Domus. Pazzesco, a fronte di una condotta modesta e tecnicamente debole, il Cagliari prende con il Frosinone i primi 3 punti in stagione e riapre miracolosamente la corsa salvezza. La decima giornata vale l'aggancio all'Udinese, 18esima, a quota 6. Ma i nodi rimangono e per Claudio Ranieri il lavoro da fare è enorme. Intanto, da segnalare le reti di Oristanio, tra i migliori, Makoumbou, e la doppietta di capitan Pavoletti. Che salva anche il 4-4 di Cheddira sulla linea. Quasi un copione già scritto: il centravanti livornese, Mvp del match, risolve i problemi nei minuti di recupero. E ora testa al Genoa, domenica alla Domus.

Triste illusione. Una sola punta, Luvumbo, con Mancosu a rimorchio. Claudio Ranieri spiazza tutti. E alla lunga avrà ragione, almeno per i cambi della ripresa. Prati in regia, mediana Makoumbou, Jankto e Deiola (entrambi più alti e pronti a inserirsi tra le linee), Nandez terzino: se gioca anche in porta ha completato il tour! In avvio i rossoblù inceppano il 4-3-3 di Eusebio Di Francesco. Con il piglio giusto si affacciano in area ma il primo tiro, all'8', e del Frosinone, Scuffet c'è. I rossoblù spingono ma sono imprecisi, recuperano e smistano con difficoltà. Sentono il peso della gara, da dietro ricompaiono i lanci a casaccio, anche senza pressione. Nel primo quarto d'ora non si ha un'azione con più di tre passaggi a buon fine. Calcio da serie B. Il Frosinone sa aspettare. Ma per ripartenze adeguate e pulite Di Francesco non è messo bene. Da segnalare, un tiro, altissimo, di Nandez e un'incursione di Soulé, imbeccato da Lirola, Scuffet devia ma l'arbitro Pairetto non dà l'angolo. Il Cagliari risponde con Luvumbo, che serve Prati, Turati para ma c'è off side. Al 22' Soulé non sbaglia e i ciociari passano. Il mix di modestia globale nell'assetto difensivo, errore di Dossena, e di poca determinazione nel batti e ribatti, spiegano una parte dei problemi dei padroni di casa. La reazione la firma Goldaniga di testa, para Turati. Il Var chiama Pairetto. fallo di mano di Soulè, è rigore. batte Mancosu, traversa. Il Frosinone mostra padronanza e tecnica. Soprattutto, idea di gioco nel muovere la palla di prima e puntare la porta. Quindi, paratona di Scuffet su punizione di Soulé. Ma nulla da fare per il portiere sull'argentino che in serpentina entra in area e sigla il 2-0. La risposta? Jankto sfiora il palo su assist di Luvumbo. Poi, la sfiga ci vede benissimo: infortunio per Nandez, nel peggio uno dei migliori, e palo, a colpo sicuro, di Mancosu. Il Frosinone chiude con 61 per cento di possesso palla, 84 contro 31 di passaggi a buon fine, 5 corner contro 1. I ragazzi di Ranieri tirano 9 volte, i laziali 8.       

Ripresa choc. Quattro minuti e il 3-0 lo sigla Reggianini, sinistro a fil di palo, Scuffet distante. La mazzata è pesante. Intanto, Ranieri lascia negli spogliatoi Deiola, fischiato dal pubblico, per Pavoletti. Di Francesco inserisce Cheddira e Garritano. Il Cagliari pare sulle gambe. Escono Mancosu, Luvumbo e Jankto, entrano Oristanio, Azzi e Viola. Cambia poco, la manovra è lenta, spesso si torna indietro. Il Frosinone corre meglio. Occasione rossoblù con Zappa, di testa sotto la salvezza, Monterisi salva. L'aperitivo per il gol, destro a giro, di Oristanio: 1-3. I tifosi, nonostante la prova oscena, incitano. E Makoumbou punisce una leggerezza del Frosinone: 2-3, partita riaperta. Poi, fallo di Turati su Pavoletti. Pairetto indica il dischetto: il Var lo toglie, fallo di mano rossoblù. Segna Cheddira, annullato per fuori gioco, idem al terzo minuto, dei sette, di recupero. Il Cagliari assedia il Frosinone. Ma la lucidità è poca. Poi, Viola pennella e Pavoletti sigla il 3 a 3. Quindi, altra disattenzione dei ciociari e Pavoloso concede il bis. Dal Bari al Frosinone, gol pesantissimi. Di Francesco atterrito. La vittoria buttata via è peccato mortale. E il Cagliari respira in attesa del Genoa.

Poca roba. Ci sarà da stringere i denti. Fatto il miracolo, dopo un primo tempo da incubo, la sensazione è che la rosa sia comunque inadeguata, con gli acquisti chiave toppati senza se e senza ma. Tra i primi undici bocciati i nuovi Shomurodov, Petagna e i centrali Hatzidiakos e Wieteska: quattro acquisti toppati. che Ranieri li abbia avvallati è strano. Ma il campionato è lungo. Certo che avrebbe avuto bisogno fin dal via di due centrali esperti in A e di un attaccante da doppia cifra. Poi, sei ultimo e si va a caccia di alibi, arbitraggi, Var, big impossibili da sfidare. Ma in serie A non giocano Poggibonsi e Aglianese.  

Amarcord. Un po’ di memoria non guasta: a Eusebio Di Francesco il patron aveva detto di “tagliare” Pavoletti e Pisacane. Ma soprattutto, gli aveva garantito che avrebbe avuto un organico per il 4-3-3. Sappiamo come è andata, ed è facile attribuire le responsabilità. Cacciato, con Semplici salvatore della patria. A sua volta defenestrato l’anno seguente a favore di Mazzarri, silurato a tre turni dalla per Agostini, martirizzato dopo il vergognoso match di Venezia con retrocessione assurda!, dopo tre partite: la mano geniale del presidente rossoblù non manca mai. Semplici firma così la sua “morte” sportiva”: 2-2 con lo Spezia in casa, ko 4-1 a san Siro con il Milan e 3-2 per il Genoa alla Domus. Un punto in cassaforte: se il criterio fosse stato applicato in questa stagione, Sir Claudio sarebbe da un pezzo nella sua residenza londinese. Ma questo è un altro tema. La bizzarria di considerare il Cagliari una sorte di concorrente che gioca in un campionato a parte. Prima erano blindate - a favore chissà perché, delle avversarie - le prime otto gare. Poi, dalla Salernitana, e sappiamo come è andata, si sarebbe ripartiti con le nove partite decisive per “salvarci all’ultimo secondo dell’ultima partita, proprio come siamo saliti!”. Claudio Ranieri ha dalla sua esperienza e mestiere senza eguali o quasi. Ma la strategia, anche per lui maestro motivazionale, pare lasciare molti angoli oscuri. 

Venerdì, 27 Ottobre 2023 14:11

Ranieri e le mosse blindate anti Frosinone

 

Il tecnico mischia le carte. Conferma il Cagliari Luvumbo-dipendente e lancia il cuore oltre la curva: “Ci salveremo all’ultimo secondo dell’ultima giornata, proprio come siamo saliti su”

Mario Frongia

Cagliari. Con il Frosinone dell’ex Di Francesco alle porte, i soliti mascheramenti sui primi undici e sul modulo, lo sguardo esperto ma comunque con un filo di preoccupazione. “Cosa deve fare il Cagliari? Vincere. E non sarà facile” aggiunge lesto Claudio Ranieri. Sei ultimo, hai perso sei partite su nove e, Var o meno, non sei riuscito a battere una Salernitana molto modesta dopo essere andato in vantaggio due volte, è ovvio che le rughe aumentino. Ma è inutile guardare al passato: “Salerno non ci interessa, siamo concentrati sul Frosinone. Hanno iniziato bene, sono a metà classifica, in piena fiducia e consapevolezza. Come il Lecce, sono la sorpresa del campionato. Giochiamo con la squadra che ha vinto la B”. L’allenatore di Testaccio prende fiato. E torna sul luogo del peccato: “Dal pari di domenica mi tengo la prova ma sono amareggiato per il risultato. Ed è importante che cresca la condizione di Jankto, Shomurodov e Mancosu: devo valutare ciò che ha avuto. Ma avevo bisogno di giocatori rapidi per supportarlo e per attaccare gli spazi”. Si passa dal gruppo. “Il mal di pancia di chi sta fuori? Peggio per loro, devo scegliere per il bene del Cagliari. Se qualcuno molla non fa parte del nostro modo di pensare: so che mi salverò all’ultima partita, all’ultimo secondo come siamo venuti su. Sia chiaro, ho bisogno di tutti purché siano umili, determinati, volenterosi”. Il messaggio è nitido. Lo spogliatoio non ha scusanti. “I ragazzi credo sappiano bene che per me sono tutti uguali. Devo ragionare sull’avversario che ho davanti e sulle pedine ideali per vincere la partita.”.

Modulo e interpreti. Sulla formazione si parte dal via: “In porta gioca Scuffet, ma la mia fiducia in Radunovic. Il trequartista? Sono da sempre per i giocatori di grande qualità, Mancosu lo è, quando starà bene cercherò di giocare sempre con lui. Nandez? È un giocatore importante, trasforma la fase difensiva in offensiva. Ma sul ruolo dovremo valutare bene, se farlo giocare in mediana o da terzino destro. Mancosu quando è in forma è un asso in più che mi posso giocare. L’ho messo dentro perché dovevo fare quel tipo di partita, anche se veniva da settimane di lavoro intenso. L’ho rischiato, mi hanno detto che era al 100 per cento, ma sapevo che non aveva i 90′. Questa settimana si è allenato, ha fatto quasi tutto con i compagni, è una situazione che mi porterò dietro fino a domani sera”. Sulle punte indicazioni più precise. Ma l’incertezza permane. Ad esempio su Petagna dal 1’. “Andrea ha iniziato molto bene, poi si è fatto male al polpaccio e ha perso due settimane di lavoro. Ha una struttura notevole e sta faticando più del dovuto. Stiamo cercando di stimolarlo al massimo per farlo tornare in piena forma”. Sul Cagliari Luvumbo dipendente poche storie. “Lapadula? Giocherà quando starà bene. È il nostro attaccante principe, ma non è facile dall’oggi al domani allenarsi e poi giocare con la prima squadra. Sì, adesso siamo Luvumbo-dipendenti. Zito deve imparare a dialogare con la squadra. Ma godiamoci i gol che sta facendo”

Dalla Salernitana a Di Francesco: “Ho un ottimo rapporto con Eusebio, crede molto nel suo lavoro. Trasmette tanto e dà tanto, lo vedrete domenica, c’è tutto Di Francesco in questo Frosinone. Ci aspetta una partita importante. Troviamo una squadra che vive un momento d’oro con l’allenatore che sta facendo un ottimo lavoro. Ha provato a farlo a Cagliari ma non c’è riuscito, a Frosinone sta mettendo in pratica le sue idee e si sta divertendo. Il loro gioco? In velocità, con possesso palla nella propria metà campo per andare dritto per dritto per cercare di far gol appena superato il cerchio di centrocampo. Sarà una gara intensa, dovremo lottare fino alla fine della partita”. Sulle scelte tattiche la blindatura di Cluadio Ranieri è totale. “Non traccio mai una strada soltanto, dobbiamo essere bravi a cambiare. Poi, dipende dalle condizioni dei ragazzi per usare un sistema o un altro. Non ne ho uno fisso, il Frosinone pur usando il 4-3-3 ha movimenti differenti. Dovremo pensare bene, vedere chi sta in forma e chi può subentrare. E questo spetta a me”.

Mercoledì, 25 Ottobre 2023 10:02

Gigi Riva, i colori della storia all’Amsicora

 

Il murale sulla porta dello stadio dello scudetto, la “stamborrata” di Rombo di tuono, i ricordi dei campioni del ’70 e l’amarezza per l’attuale situazione del Cagliari. Con i dubbi sulle ultime mosse presidenziali

Mario Frongia

Le emozioni di una volta. Quelle che paiono perse per sempre. Le stesse che  animano la tifoseria: ieri, per uno scudetto che ha e avrà sempre dell’incredibile. Oggi, per un murale che ricorda Gigi Riva. All’ingresso dell’Amsicora, tempio laico e di fede indelebile assieme. Nella serata del pareggio che non sposta le cose in classifica, dà amarezza e rende incerto il percorso della squadra di Ranieri, l’inaugurazione. Con i campioni del tricolore, Tomasini, Brugnera, Greatti e Reginato, accompagnati dai tanti che hanno vestito i colori rossoblù, Quagliozzi, Piras, Copparoni, Bellini, Gattelli e Roccotelli, ma senza di lui. Rombo di tuono è rimasto a casa. “Ci abbiamo provato sino alla fine. Pareva esserci una piccola speranza. Poi, a me e a mio fratello Mauro ha detto che sì, sarebbe venuto a vedere il murale. Ma quando non ci sarebbe stato nessuno” ha spiegato con un sorriso Nicola Riva, primogenito del bomber. Insomma, la festa curata dal Comitato una statua per Riva - idea impantanatasi tra mille pastoie burocratiche nonostante una proficua raccolta fondi - è stata un ritrovo per non dimenticare. I figli di Riva, i campioni, Andrea, figlio di Stefano e nipote dell’Arrica architetto del titolo ‘69/70, tanti tifosi. Alcuni con gli occhi lucidi. La storia che non si scorda e aiuta a capire l’attualità. “È impressionante che a distanza di mezzo secolo ci sia ancora tanta gente che ricorda mio padre e questo gruppo di giocatori. Il motivo? L’essere stato sempre tutto d’un pezzo, coerente. Non l’ho mai sentito dire una bugia” ha aggiunto Nicola Riva. “Era il nostro condottiero. Giocavamo per lui, da Albertosi in avanti, la difesa era impermeabile. E riuscivamo a vincere. Anche perché erravamo tutti molto amici. Ricordo che prima di un Cagliari-Torino negli spogliatoi ci prese in disparte e ci disse che dovevamo vincerla a tutti i costi perché Mario Martiradonna doveva finire di pagarsi la cucina!” ha aggiunto Beppe Tomasini. “Eravamo in sedici, contati, non ti poteva venire un raffreddore. Gigi insuperabile e determinante ma farci gol era un’imrpesa per chiunque” ha segnalato Adriano Reginato. “Il nostro gioco? Partiva da Cera, mi arrivava la palla e sapevo di avere diverse possibilità: due cavalli di razza come Nené e Domenghini ai fianchi, o la verticalizzazione su Gigi. Sì, era un altro calcio e noi eravamo una grande squadra” ha rimarcato Ricciotti Greatti. Alle spalle del regista, un grande 10 prima dello stesso Brugnera, di Matteoli e Zola, il murale firmato dall’artista con mostre ed esposizioni in mezzo mondo, Giorgio Casu, con il supporto dell’associazione culturale Skizzo di San Gavino Monreale. E quando dagli organizzatori con il presidente del Comitato, Pietro Porcella, viene letto il telegramma del presidente della Repubblica, anche il traffico, nella piazzetta Campioni d’Italia, tra via Cagna e viale Diaz, pare fermarsi: “Gigi Riva ha scelto di essere sardo, di condividere i valori identitari e umani della vostra terra. Oltre a essere un grande campione e un indimenticabile protagonista del calcio italiano - ha scritto Sergio Mattarella - rappresenta un esempio di lealtà sportiva, una testimonianza straordinaria per le nuove generazioni”.

Applausi e un filo di commozione. Il recordmen, 35 reti in 42 gare in Nazionale, a mezzo secolo dall’ultima rete siglata in azzurro (il 23 ottobre 1973, qualificazioni per gli Europei, 2-0 sulla Svizzera, Rivera su rigore e Gigi a chiuderla), scuote le anime degli sportivi. A pochi passi dall’area di rigore dove fu il propiziatore del gol dell’1-0 al Bari, in quella domenica 12 aprile 1970 che sancì lo scudetto matematico a Cagliari, al Cagliari e all’intera Sardegna, inclusi i 150mila emigrati, Mario Brugnera si concede un sorriso: “Lo provavamo in allenamento. Gigi mi diceva, se finto di venirti incontro, mettimela sul secondo palo. Se vado largo, dammela corta. Su una punizione a dieci metri dal limite dell’area, sulla destra, scelse la prima e gli misi la palla lunga. Segnò di testa in tuffo. Poi, Bobo Gori fece la rete del 2-0”. Che storie e che tempi!

Amarezza e dubbi. L’inaugurazione del murale, che riproduce la classica “stamborrata” del mancino di Riva, si è svolta a neanche un’ora dal pareggio del Cagliari a Salerno. Mondi diversi. Per stile, qualità tecniche, sensibilità umane. “Mio nonno e mio padre Stefano mi hanno raccontato di quello scudetto. Ho visto filmati, foto e letto tanti libri. Erano belle persone” ha aggiunto Andrea Arrica. Belle e diverse. Adesso, dopo la miracolosa promozione in A voluta e costruita sui cocci da Claudio Ranieri, la squadra è in forte difficoltà. Organico inadeguato alla categoria nonostante le precise indicazioni estive del tecnico, un percorso che pare più teso a raccogliere sponsor, come la catena di market Crai che da qualche giorno dà il nome al centro di Assemini. Nel frattempo, il presidente posta video che dimostrerebbero un fallo da rigore su Prati e protesta per il penalty assegnato da Chiffi, su richiamo del Var, per il mani di Viola. È il calcio, bellezza, può dirsi parafrasando Humphrey Bogart. Ma non è tutto. Avantieri la Lega ha firmato il contratto quinquennale sui diritti tv per la serie A con Sky-Dazn pari a 900 milioni di euro l’anno. In pratica, il salvagente per numerosi club di prima e seconda fascia, denari senza i quali la bancarotta del sistema, come evidenziato dagli analisti, sarebbe certa in breve tempo. Ebbene, hanno votato sì diciassette società. Nel trio dei no, con Salernitana e Napoli, astenuto, anche il Cagliari. Un altro passo che testimonia diverse cose. Di certo, una solida intesa (!) con gli altri club e un gesto proficuo per le tv aggiudicatarie.

Domenica, 22 Ottobre 2023 17:17

Cagliari, pareggio amaro all'Arechi

Dopo San Luvumbo, tre reti in stagione, Viola prima segna poi commette un fallo ingenuo e la Salernitana pareggia. Match da  categoria inferiore per 80’. Compleanno amaro per Claudio Ranieri

Mario Frongia

Tensione palpabile. Accade tutto negli ultimi dieci minuti. Prima tanta confusione, rabbia, poca lucidità, gambe e testa pesanti. Comunque sia, il Cagliari interrompe il poker di sconfitte e pareggia a Salerno. Ma, con più attenzione, dopo una partita pessima per 80’, contro la squadra di Inzaghi si potevano prendere i 3 punti. Il 2-2 lascia l’amaro in bocca ai tifosi. D’altronde, penultima contro ultima all’Arechi. Cinque punti in tutto e si capisce la fatica di metter su un’azione di almeno quattro passaggi o di costruire un tiro in porta. Il Cagliari parte a quattro dietro con Nandez terzino destro, come con l’Uruguay, e Goldaniga centrale, da giugno messo in vendita. Prati in regia, Mancosu al rientro, trequartista, il duo Luvumbo-Oristanio in avanti. Desogus neppure convocato, peccato. La prima partita spartiacque dopo un inizio da incubo arriva dopo otto gare. Il Cagliari ultimo con 2 punti, mai partito così male da quando gioca in A, reduce da quattro sconfitte, sei in tutto, lascia la Campania con un punto e tanto rammarico. La classifica non cambia: 3 punti, ultimi. C’è da soffrire. A partire da domenica alla Domus con il Frosinone.

Match da serie B. La Salernitana parte a mille, primo corner dopo 2’. In compenso la prima palla lanciata da dietro (Goldaniga), facile preda dei difensori di casa, arriva due minuti dopo. Idee di gioco? Poche. I granata prendono campo e area. La pressione nel primo quarto d’ora è forte. Intanto, Mancosu innesca Luvumbo, che trova la palla gol al 16’, Costil si salva. Al 26’ stessa combinazione, gol, ma l’angolano è off side. Il  Cagliari sale, prova a tenere palla ma manca in precisione. La Salernitana è più concreta ma dà l’idea di poter prendere il gol. Se Dia spreca nell’area piccola, Augello è attento su traversone di Bradaric. E Prati impegna Costil. Il ritmo sale. Gli errori in impostazione e rifinitura pure: se in due hanno 5 punti una ragione deve esserci. Intanto, Mancosu cresce. Ma non basta. Partita da serie B. Alla mezz’ora del primo tempo Nandez e soci ritrovano ripartenze e coraggio. Ma negli ultimi 30 metri e buio notte per entrambe. Per citarne due, tra Bradaric e Deiola è corsa a chi sbaglia o perde il tempo della giocata. Un innocuo colpo di tacco di Candreva chiude i giochi. Chiffi manda le squadre negli spogliatoi. I numeri confermano un sostanziale equilibrio: 52 e 48 per cento di possesso palla per i padroni di casa, 14 e 10 i cross, 4 e 3 i corner. I tiri nello specchio? Due il Cagliari, zero i campani.

Zito e Viola spietati. Ma non bastano. Si riparte con Zappa per Nandez (cambio dubbio) e Viola per Prati. La prima ripartenza in superiorità numerica è della Salernitana. Ma Candreva spreca. Jankto subentra a Oristanio: mossa difensiva o dettata dalle pessime condizioni di Petagna e Shomurodov?  Intanto, l’ultimo passaggio è cosa sconosciuta per la squadra di Inzaghi. Idem per il Cagliari. Complice il terrore di perdere, lo spettacolo è scadente. Entra Obert (crampi Dossena), Pippo Inzaghi ne cambia tre. Le squadre pensano che un punto sia il meno peggio. Poi, c’è il botto: Luvumbo servito da Jankto, con regalo di Martegani, segna con il piattone sinistro a 11’ più recupero dalla fine. Dia la pareggia sull’ennesimo svarione difensivo rossoblù. Ma la Salernitana attuale è davvero peggiore anche del Cagliari. Dietro Costil e i suoi dormono e dopo un minuto è 2-1: Viola di testa su cross morbido di Shomurodov. Ma all’Arechi le emozioni sono tutte in coda. Il Var richiama Chiffi: contrasto tra Viola e Legowski in area, c’è il tocco di mano del rossoblù. Dia segna dal dischetto: 2-2. Nel recupero Dia si divora il 3-2. Poi, ci prova Jankto, girata di testa centrale. Ancora Dia, scivola in area al momento del tiro. Dopo 100’ i tre fischi. Entrambe devono rimandare il primo successo in campionato.

Bilancio fallimentare. Le punte da doppia cifra chieste da Ranieri? In panca. Il tecnico tiene fuori Petagna e Shomurodov. La prima certificazione del mezzo flop di mercato arriva a Salerno. Anche la seconda, se è per questo: dentro Goldaniga, a giugno messo sull’aereo per fare spazio agli arrivi dei fenomeni esteri. Poi, è rimasto. Ma all’Arechi sono out Wieteska e Hatzidiakos, acciacco in nazionale. Tra i nuovi giocano Augello, Prati e Oristanio. In panca, ci vanno anche  Sulemana e Jankto. Anche per sir Claudio non deve essere facile. E i risultati si vedono. Il pareggio, sofferto e sfortunato per come si era messa, arriva per la gioia presidenziale che ha passato la settimana a dare supporto etico a Barella e a fare cassa, cedendo a un gruppo del settore alimentare il nome di Asseminello. Per Ranieri, 72 anni compiuti venerdì scorso, l’ultima volta con la Salernitana era finita con un 2-1 firmato da Giovannelli e Cappioli. Di Bartolomei per la squadra di casa. Era serie C, nel triennio d’oro del tecnico al Cagliari. Altri tempi.

Salernitana-Cagliari 2-2 (0-0)
Salernitana (4-3-2-1): Costil; Mazzocchi, Gyomber, Fazio (38' st Ikwuemesi), Bradaric; Coulibaly (30' st Legowski), Maggiore, Kastanos (10' st Martegani), Candreva (30' st Tchaouna); Cabral (10' st Stewart), Dia. (13 Ochoa, 1 Fiorillo, 5 Daniliuc, 6 Sambia, 8 Bohinen, 66 Lovato, 98 Pirola). All.: F. Inzaghi
Cagliari (3-4-1-2): Scuffet; Goldaniga, Dossena (28' st Obert), Augello; Nandez (1' st Zappa), Prati, Makoumbou, Deiola; Mancosu (1' st Viola); Oristanio (19' st Jankto), Luvumbo (39' st Shomurodov). (1 Radunovic, 31 Iliev, 9 Lapadula, 20 Pereiro, 23 Wieteska, 25 Suleman, 30 Pavoletti, 32 Petagna, 37 Azzi, 99 Di Pardo). All.: Ranieri
Arbitro: Chiffi di Padova
Reti: nel st al 34' Luvumbo, al 41' Dia, al 43' Viola, al 48' rig. Dia
Angoli: 7-4
Recupero: 1' e 10'
Ammoniti: Kastanos, Prati, Martegani, Makoumbou per gioco falloso
Spettatori: 17.409

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