Mario Frongia

Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi

Giovedì, 21 Dicembre 2023 15:02

Verona-Cagliari, match insidioso

 

Claudio Ranieri: “Partita delicata per noi e per loro. Con Vanoli hanno cambiato modulo e ritrovato gioco e risultati. Ma siamo pronti”

Mario Frongia

Ci sarebbe l’arbitro degli arbitri, l’internazionale Orsato, la Guardia di finanza negli uffici del presidente Setti, patron del Verona, ci sarebbe una partita da non sbagliare. Verona-Cagliari è la prima del trittico che potremo definire a “portata di mano”. Dopo i veneti, i rossoblù giocano in casa con l’Empoli quindi, il giorno della Befana, volano a Lecce. Nove punti in palio, pesantissimi.  Si parte dalla sfida di sabato al Bentegodi: “La gara vale molto per noi e per loro, sì, è una partita diversa, entrambe stiamo bene. Ma sia chiaro, faremo del nostro meglio”. Claudio Ranieri la prende larga. E precisa: “Il Verona da quando ha cambiato sistema di gioco sta facendo ottime cose. Le insidie? Juric. È un riferimento molto importante, quando sono pressati cercano lui, le ali e il trequartista si inseriscono. È una squadra che corre, da cinque partite sta crescendo. Vanoli ha scelto di giocare a quattro, sappiamo che sarà una gara difficile”. Il passaggio all’attualità con l’inchiesta della Gdf è scontato: “Dai problemi societari il gruppo squadra non verrà intaccato. Quando mi è capitato abbiamo creato una bolla impermeabile. Loro giocheranno come sanno”. E il Cagliari? Sir Claudio sfodera la battuta: “Ci sarebbe da piangere ma mi viene da ridere: dietro, come cambio cambio, e prendiamo sempre gol. La squadra sa giocare a tre e a quattro dietro. Prendiamo dei gol per demerito nostro ma altre volte, come con il Napoli, ci sono i campioni che fanno la giocata”.

I singoli, il caso Petagna. “No, non ho parlato con Andrea. Parlo sempre o quasi a tutta la squadra. Petagna si impegna, è un professionista, è smaliziato, sa che quando non si gioca bene le critiche arrivano. Ha giocato ovunque, conosce le regole: quando non si rende per quanto gli riconoscono, si deve reagire in modo positivo”. L’allenatore di Testaccio gestisce e ammorbidisce. “ Pavoletti? Non ho toccato nessun tasto. Quando subentra fa gol e a Napoli mi ha dato la risposta segnando anche quando parte dal via. È un professionista stupendo, anima di un gruppo che tira e si impegna. Gioca. Vi do una notizia: gioca  Scuffet!”. In sala stampa alla Domus si sorride. Si passa per Nandez, con le sirene che lo darebbero all’Inter da gennaio per rimpiazzare Cuadrado. Ranieri glissa: “Nahitan deve arrivare ancora al cento per cento, fino a un certo punto ti da tutto. A Napoli si è messo a terra e mi ha detto “mister, non ne ho più più!”. Luvumbo? Non scordate che è giovane. Due anni fa giocava nella Primavera e all’inizio con noi dribblava molto ed era inconcludente. Gli ho detto che quando è in area o lì vicino deve decidere in fretta ed essere più pratico”. L’attaccante partirà a gennaio per la coppa d’Africa. “La partenza di Zito per la coppa mi toglie una pedina importante. Ma la rosa è a posto”.

Il campionato e i 18 punti all’andata. “Il Frosinone che batte 4-0 il Napoli? Capita. Con le grandi a noi è mancato il gol e qualcuno di troppo l'abbiamo subito. Vedo sempre il bicchiere mezzo pieno e penso: ci sono riusciti loro, deve riuscirci anche a noi”. Si ripassa dal “Maradona” e dal 2-1 per la formazione di Mazzarri. "Con il Napoli ho schierato due centravanti pesanti. Dovevamo stare compatti e non far giocare Lobotka. Poi, quando si saliva, Petagna avrebbe dovuto tenere palla. Abbiamo avuto diverse occasioni ma i gol non sono arrivati. Sentiamo la pressione di dover togliere il tappo? No, abbiamo la volontà e la consapevolezza di sapere che giocando e allenandoci così, il tappo salta. L’umore? Ottimo. Non stiamo a guardare cosa è successo a Napoli, lo vediamo per migliorarci e analizzare pro e contro. Ma pensarci e recriminare non serve. Dagli inglesi ho imparato che cosa fatta e capo ha: non ci si piange addosso, si reagisce e si pensa alla gara successiva”. Sulla tabella di marcia, poche storie: “Ai ragazzi ho detto: cerchiamo di girare a 18, ne facciamo altrettanti al ritorno e con 36 ci si potrebbe salvare. Peccato che le grandi stiano perdendo punti con le seconde linee. Vedremo”.

Il calcio moderno. Sui cinque cambi Claudio Ranieri avverte: “Le squadre top hanno campioni anche in panchina. Dobbiamo sperare che il campione che subentra sia amareggiato e non renda al massimo. Ma noi dobbiamo esserci sempre. Con i cinque cambi hai un margine di manovra molto ampio, ad esempio, se hai un ammonito. Il calcio è cambiato, è più pratico e veloce, anche gli arbitri fanno correre di più. Tutti cambiano in corsa e sfruttano la panchina. Hai più libertà di movimenti. Io ho ragazzi d'oro, chi entra si adatta. E quando cambio non lo faccio perché l'interessato stia facendo male. In genere, spesso date meriti a me ma vanno ai ragazzi che si fanno trovare pronti”.

Dall’arbitro alla SuperLega. “Stimo molto Orsato. Anni fa gli dissi che non ero d'accordo con alcune decisioni che aveva preso. Poi, riguardando la partita in tv mi ritrovai d'accordo con lui. È un grande arbitro, Rocchi ha capito l'importanza della gara e ha mandato il migliore”. Infine, la SuperLega. Il tecnico rossoblù spiega: “Chi cavalca quell'onda farà di tutto per metterla in pratico. Ma saranno i tifosi a decidere se sarà la strada giusta. Però, non sarà più il calcio che conosciamo e non so se sarà meglio o no, anche per lo spettacolo. Immagino tante belle partite ma poi se non c'è classifica e non conta vincere o perdere, non so cosa diranno i tifosi”.

 

I premi a Sa Manifattura con la ministra Marina Calderone e l’assessora Ada Lai. Quindici riconoscimenti ad altrettante figure femminili di eccellenza. Tra le premiate la magistrata Anna Maria Pelegatti, suor Anna Cogoni, l’editrice Caterina Cosseddu, Roberta Celot, Lucina Cellino, Pasqua e Giovanna Palimodde

Mario Frongia


Donne speciali, ma guai a dirglielo. Donne toste, determinate, abituate a sgomitare il doppio del normale. Nella quotidianità, in famiglia e nelle loro imprese. Capaci di stringere i denti, celare fatiche e scalate. “Donna e Lavoro”, premio regionale istituito per la valorizzazione delle migliori esperienze operative in Sardegna, è sintesi e visione utile e riformulare un mondo troppo spesso al maschile. A Sa Manifattura, profumo di Natale e di energie. Al femminile, con quel prezioso e sano connubio di idee, intuito e grinta. La manifestazione rientra in un’agenda che contiene una serie di interventi a supporto del lavoro femminile. La scaletta ha una particolare attenzione ai temi della parità di genere e punta alla costruzione di un mercato del lavoro più equo  per opportunità di carriera, competitività e flessibilità. Un insieme di priorità trasversali per la promozione dell'empowerment femminile così come per il contrasto alla discriminazione di genere e il sostegno allo sviluppo e al miglioramento continuo dell'imprenditorialità femminile.  Capitoli chiavi di un contesto sociale, economico e imprenditoriale che necessita di urgenti manovre di riassestamento.

Impegno e appartenenza. “Il premio va alle donne che si sono distinte in Sardegna. La testimonianza di quanto sia importante il loro impegno, un simbolo dell’importanza del loro lavoro. La Regione - ha detto l’assessora regionale al Lavoro, Ada Lai - continuerà a sostenere la formazione e l’occupazione femminile, nei settori dell’istruzione e della ricerca, della cultura, del sociale, dell’imprenditoria e dell’economia identitaria”. Foto, abbracci, interviste. Con la certezza che c’è ancora molto da fare. “Quest’occasione è importante per dare valore e riconoscere la professionalità delle donne che contribuiscono, talvolta silenziosamente, alla crescita del Paese. La valorizzazione e la condivisione delle migliori esperienze lavorative, professionali e imprenditoriali è uno stimolo per dare impulso al mercato del lavoro. Modelli, esempi ai quali ispirarsi” ha concluso Ada Lai. Con le note del Coro femminile di Orani Marianna Bussalai, la cerimonia ha preso il volo. In prima fila, donne e uomini delle istituzioni, generali, comandanti, figure di rilievo dal mondo delle professioni tra ricerca, sanità, cultura, istituzioni e sociale. La fotografia di un’isola che si è rimessa in marcia. Con le creazioni di Mara Damiani ad accompagnare i quindici premi, suddivisi per categoria. L’applauso all’eccellenza del lavoro femminile nei vari ambiti del tessuto economico, sociale e culturale, tra senso di appartenenza alla propria terra, professionalità, innovatività e intraprendenza.

Le eccellenze in rosa. Il riconoscimento “Donna e Lavoro” dell’anno è stato conferito alla ministra Marina Calderone. Per la categoria Istituzioni il premio è andato a Maria Alessandra Pelagatti, prima donna a guidare la Procura di Cagliari. Mentre nel Sociale il riconoscimento è stato per suor Anna Cogoni che gestisce l'Oasi di San Vincenzo, casa di accoglienza per bambini e ragazzi in difficoltà. I premi per Didattica e ricerca, Sanità e Turismo applausi per Stella Piro Vernier (docente Analisi matematica, università Cagliari), per la chirurga senologa, Rita Nonnis (Aou Sassari) e per Pasqua e Giovanna Palimodde (hotel-ristorante Su Gologone, Oliena). Riconoscimenti anche per l'Editoria network e comunicazione per l’intraprendenza, un filo di meditato coraggio  e il fiuto imprenditoriale a Caterina Cosseddu (editrice Telesardegna, Nuoro). Per l'Imprenditoria, il Giornalismo e le Professioni sul palco Lucina Cellino (Ad Gruppo Cellino, farine e pasta), Roberta Celot (responsabile Ansa, Cagliari), Maria Sias (ingegnera). I premi per Scrittura, Arte e spettacolo e Comunicazione e sociale sono stati assegnati a Cristina Caboni (autrice), Lia Careddu (attrice) e Maria Francesca Chiappe (giornalista e scrittrice). Applausi, Artigianato e Agroalimentare a Wilda Scanu (tessitrice) e Luisa e Giulia Mura (imprenditrici vitivinicole). La mattinata, in una sala gremita all’inverosimile, si chiusa con i riconoscimenti alla carriera per le giurate, le giornaliste Carmina Conte e Susi Ronchi (Giulia giornaliste) e l'imprenditrice del settore florovivaistico Rosina Zuliani Sgaravatti. La prima edizione del Premio “Donna e Lavoro”, istituita in attuazione di una delibera della Giunta regionale, adottata di recente, è stata intestata a Francesca Sanna Sulis, imprenditrice, stilista e filantropa sarda. Nata a Muravera nel 1716, nota per la sua attività imprenditoriale nel campo dell’agricoltura, del welfare e soprattutto dell’abbigliamento e della seta è stata una donna affermata tra le personalità più importanti della sua epoca, sostenitrice delle donne e dei giovani nel campo delle conquiste sociali, didattiche e del lavoro. “Il lavoro è l'inizio e la fine di tutto e lo dimostra il fatto che sia nell'articolo 1 della nostra Costituzione. La storia, lontana nel tempo ma idealmente vicina, di Francesca Sanna Sulis a cui è intitolato questo premio è un esempio da ammirare e seguire perché dimostra quanto lavoro e politiche sociali siano strettamente legati e camminino di pari passo. Lo ricevo - ha commentato Marina Calderone - con la consapevolezza dell'urgenza di operare perché i talenti speciali delle donne, e delle giovani donne soprattutto, trovino spazi e modi per la giusta partecipazione e valorizzazione del loro potenziale nel mondo del lavoro. Lavoriamo, con un approccio di sistema, per far sì questo accada”.

Sabato, 16 Dicembre 2023 20:16

Cagliari, da Napoli con zero punti

 

Rossoblù in gara sino alla fine, sconfitti 2-1. Gara viva e alla pari con i campioni d’Italia. Rete del pareggio di Pavoletti su assist di Luvumbo. La decidono Osimhen e Kvaratskhelia. Adesso, testa al Verona, sabato 23 dicembre in trasferta

Mario Frongia

Belli vivi anche nei sei minuti di recupero. Il Cagliari non porta via almeno un punto dal Maradona ma conferma di poter giocare alla pari con tutti e sino alla fine, extratime incluso. Claudio Ranieri sa di averla vista giusta. Il ko per 2-1 nasce dalla strapotente fisicità di Osimhen e da una legnata palo-rete di Kvaratskhelia. Poi, c’è il solito Pavoletti, inserimento preciso su cross radente di Lubumbo. Insomma, sconfitta amara. Ma gli osservatori che ipotizzavano un facile 4-0 per i campioni d’Italia hanno da riflettere. Adesso, testa al Verona, sabato prossimo alle 18.

L’avvio e il pre-gara. A Napoli si parte con mezz’ora di ritardo. Si gioca dalle 18.30 per una questione di ordine pubblico legata alle condizioni meteo. Sir Claudio propone il carico da 90, Petagnone e Pavoloso. Gioca Oristanio. Il 4-4-2 lo vede esterno a destra. Il compito principale ricade su Prati e Jankto, sguardo speciale per Lobotka, regista che nei cinque principali campionati europei, per palloni toccati viene superato solo da Kroos, metronomo del Real Madrid di Ancelotti e della Germania. Altro compito da non toppare per Goldaniga, aiutato sulle palle alte anche da Dossena, che se la vede con Osimhen. Mentre Nandez deve sbattersi su Kvaratskhelia

Mosse azzeccate. Ranieri ha incartato il primo tempo della partita da maestro. Anzi, se è vero che il Napoli, specie a destra, entra come il burro con Politano fa ammattire Augello, colpisce il palo con Rrahmani e tira 15 volte, il Cagliari ha una palla gol con Nandez. Ed è bravo Meret in uscita. Nella prima frazione si contano anche due buone incursioni di Oristanio e un tiro, deviato, di Augello. Insomma, i rossoblù l’hanno preparata bene. Reparti corti, poche linee di passaggio, filtro sui portatori di palla, con Anguissa, Cajuste e la mediana che non hanno spazio e giocano sulle imbucate in profondità. Poi, c’è la differenza tecnica e una manovra che a tratti è figlia dei campioni d’Italia griffati Spalletti. Ma il lavoro di Mazzarri è nitido. Il tecnico - che contro Ranieri vanta quattro pareggi e sei vittorie - ha riportato un filo di serenità,e i punti, al Maradona. In campo, il movimento di Ktvara su Nandez è ben studiato. A destra mancano Jankto e Augello, sotto tono anche Prati, schiacciato in mezzo, a sprazzi Makoumbou, inesistente Petagna. I primi 45’ si chiudono con quattro cartellini gialli: Pavoletti, Goldaniga, Rrahmani e Osimhen. Ai punti, l’avrebbero vinta i padroni di casa, che escono tra i fischi e hanno manovrato spesso con troppa superficialità. Il possesso palla non dà sempre i 3 punti. E nel calcio vince chi segna un gol in più.

Tattica e uomini. Fuori Petagna e Jankto, dentro Deiola e Obert. A cascata, Oristanio va su Lobotka. La prima occasione è del Cagliari è proprio di Obert. Il match si incattivisce. Il pubblico fischia, anche perché Pavoletti e soci stanno meritando il pareggio. E se hanno chiuso con una pressione corale tempestiva, ripartono dalla stessa frequenza. Intanto, Anguissa spara alto dal limite. Nel primo quarto d’ora si viaggia attorno al 77 per cento di possesso palla degli azzurri. Un palleggio comunque troppo lento e prevedibile. Cajuste e Natan lasciano spazio a Raspadori e Mario Rui. Il Napoli accelera, il Cagliari regge bene. Una tenuta tattica, agonistica e mentale. La squadra ha preso consapevolezza dello spirito e della determinazione. Kvarat impegna Meret. Escono Nandez e Oristanio, dentro Luvumbo e Zappa, pare sempre un 3-5-2. Dopo 67’ Ranieri la legge lunga e ci prova. Il turn over, dalla cintola in su, è una delle sue carte. Poi, a 20' più recupero dalla fine, la sblocca volando in cielo Osimhen, su cross al bacio di Mario Rui. I cinquantamila balzano per aria per l’ottava rete in stagione, quarto gol contro il Cagliari, del centravanti Pallone d’oro africano. Un minuto e Pavoletti la pareggia, con un movimento da attaccante puro con Juan Jesus che dorme, su ottimo sprint e assist di Luvumbo: il primo gol di Pavoloso non da subentrato! 1-1 meritato. La risposta del Napoli è rabbiosa. Prima Politano, poi, Osimhen che si porta a spasso in area in palleggio volante Deiola, Goldaniga, Dossena e Augello. La fisicità è mostruosa, il cross pure con Kvaratskhelia che segna con una stecca di destro il 2-1. Ranieri chiama Lapadula - operato al naso tre giorni fa - per Goldaniga. Mossa che la dice lunga sulla visione ottimistica dell’allenatore di Testaccio. Gol di Politano annullato per fuorigioco dubbio passivo - di rientro - di Osimhen. Grande occasione per Dossena che la mette di un soffio alto su punizione di Augello. Ci prova Luvumbo, alto, nei 6’ + 2’ di recupero decisi dall’arbitro Marcenaro.

 

Per il Cagliari prova ad alzo zero al Maradona: "Mi auguro che la vittoria sul Sassuolo ci dia la giusta consapevolezza"

Mario Frongia

Gli allibratori che danno il Napoli super favorito non lo scuotono. Il Sir del calcio italiano ha imparato ovunque, specie in Inghilterra, che un conto sono le aspettative dei tifosi e degli scommettitori, un conto il campo e il lavoro settimanale. "Mai come ora - attacca Claudio Ranieri - dobbiamo trovare una concentrazione speciale che duri cento minuti. Pensiamo al primo quarto d'ora con il Sassuolo e resettiamolo". Punto e a capo. Con un bersaglio e un auspicio: "Spero proprio che la vittoria in rimonta contro il Sassuolo ci dia la giusta consapevolezza" tratteggia il tecnico di San Saba a Testaccio Inutile negarlo, la storia è questa: un Cagliari reattivo, con l'animo e il piglio giusto, magari disordinato tatticamente, che però riesce a ritrovare se stesso quando c'è da inseguire e condannare gli avversari. Con Pavoletti che segna l'impensabile. Ma la serie A è feroce. l'allontanamento dalla zona calda della classifica non è un caso. Per stare lontano dai seggiolini che porteranno in B, serve continuità. "Il Napoli è squadra di grandi campioni, inutile descriverli. Sono felice per Mazzarri che è ritornato ad allenare in una piazza importante, dove in passato ha fatto bene. Cagliari? Andremo a fare la nostra partita”.

Atteggiamento e approccio. L'avvio diesel non tranquillizza Claudio Ranieri. “Intanto, abbiamo lavorato sul pronti, via. Entriamo subito in gara, senza tanti fraseggi, non gradisco partenze a rilento. Ma capita che i ragazzi abbiano qualche difficoltà di concentrazione, soprattutto in avvio. Questa è la nostra lacuna. Il Napoli? Ripeto, ha grandi interpreti, vanta subentranti che sono titolari aggiunti. Parliamo di una città meravigliosa, con tifosi incredibili che mi accolsero nell’avventura di tanti anni fa. Non posso che parlare bene di Napoli e del Napoli. Un ricordo? Anche l'ultima volta che li ho affrontati avevano lo scudetto sulle maglie. Speriamo bene!”. Sul match il quadro è chiaro: “Mi auguro che la vittoria con il Sassuolo ci dia consapevolezza. In positivo, certamente: anche però delle lacune che abbiamo, così da capire che ci sia da fare uno sforzo di concentrazione. Sottolineo con i ragazzi questo aspetto fondamentale”. Passo indietro. Il 2-1 rifilato agli emiliani alla Domus: "La formazione iniziale con il Sassuolo non si è rivelata adatta. Non siamo riusciti ad incidere, anche sugli esterni dove loro ci hanno sorpresi”.

Singoli e recuperi. “Lapadula? Si è allenato a parte, mi dice che sta sempre bene, ormai non glielo chiedo neanche più. Mi diceva di stare bene anche dopo l’intervento alla caviglia. Makoumbou? Di nuovo con noi, è un giocatore di classe superiore”. Claudio Ranieri tesse le lodi anche di Augello: "Ha avuto un buon inserimento, ma può essere ancora più performante. L’ho fatto arrivare perché credo in lui, tuttavia il suo meglio lo deve ancora dare. Scuffet? Bravo in alcuni interventi chiave, sta facendo bene. Ho due portieri ottimi, Radunovic ha iniziato un po’ nervoso, ma sono molto tranquillo se penso al loro ruolo". Pagelle anche per tutti i nuovi: "Stanno facendo il loro, sono soddisfatto anche di Oristanio, Prati, Petagna, Sulemana.Wieteska e Hatzidiakos, quando si inseriranno nel migliore dei modi, sono convinto che resteranno dieci anni a Cagliari. Sui difensori stranieri l'ottimismo dell'allenatore, che indica anche le soluzioni tattiche: "Nández a destra è una delle possibilità che sto vagliando. Meno Capradossi e Rog ho tutti a disposizione”. Infine, il modulo per arginare Lobotka e soci. “Il centrocampo a rombo possiamo  usarlo. Ma punto sul non essere ripetitivi, non c’è un modulo più vincente rispetto a un altro. Pavoletti dal 1'?” Anche Altafini qualche volta partiva titolare! " risate. ”.

 

La nuova magia sportiva da sabato debutta a Cagliari: al Centro commerciale test e lezioni gratuite, tornei e approccio senza confini di età e capacità. "Sarà la disciplina del terzo millennio" dice Claudio Cugusi

 

Mario Frongia

 

Ben Johns? In pochi, ma ancora per poco, sanno chi sia. Eppure, negli States è già una leggenda. Del pickleball. Leggenda e riferimento per altri giganti dello sport quali John Mc Enroe, Andy Roddick, André Agassi e Michael Chang. Abili e intuitivi nel mettersi alla prova con quello che si annuncia come uno dei giochi sportivi più intriganti del terzo millennio. Il poker d'assi - animali del tennis che hanno messo assieme centinaia di settimane in vetta alle classifiche mondiali, oltre duecento titoli Atp - si sono sfidati nel Pickleball slam. L'evento, con borsa da un milione di dollari: tutto meno che un dettaglio!, si è tenuto nel marzo scorso a Central park in un week end da oltre 150mila presenze. Banale sottolineare la visibilità e 'impatto mediatico - quotidiani, rotocalchi, tv e reti via cavo hanno seguito le sfide con share e ascolti da Nba! - e la calamitante attenzione degli sponsor. Il tutto ha avuto per declinazione la pickleball-mania con migliaia di adepti, figli del tennis e del padel, in campo. Dal cuore di New York al Centro commerciale I Fenicotteri di santa Gilla, il passo vale i diecimila chilometri di distanza. Ma le emozioni e il richiamo, con le debite proporzioni, sono le stesse. Da dopodomani, il pickleball sbarca ufficialmente a Cagliari. Gestito da Nhood, con le palle bucate e racchette superleggere, a metà strada tra smash e bandeja, ci si potrà cimentare per capire fascino e divertimento della passione più forte dell'anno. Da sabato 16 e fino al 24 di questo mese, tutti i giorni, mattina e sera, si potrà provare gratuitamente il nuovo sport con il supporto tecnico e tattico dell'atleta professionista di origine russa, Margarita Demenkova, e del pluricampione sardo di padel, Matteo Casula.

Prodotto nuovo per amatori e dilettanti, Un gioco senza limiti di età, particolari performance psicofisiche o attitudine. Capace di scatenare nuovi appetiti anche in chi ha giocato tennis e padel di buon livello. Insomma, un orizzonte da scoprire e cavalcare. L’iniziativa è a cura di Vip, brand del Dopolavoro ferroviario di Cagliari dedicato al pickleball. La società sportiva di viale La Playa ha realizzato i primi due campi al Villaggio pescatori di Giorgino. “Lo abbiamo fatto riadattando un vecchio cortile della borgata, partendo dalla collaborazione con la Fitp, che si occupa di far conoscere questa nuova disciplina agli amanti sardi della racchetta. Sappiamo che sarà un successo, proprio come il padel” le parole di Claudio Cugusi, presidente onorario del Dopolavoro. La volata è in corso, proseliti e curiosi si avvicinano, chiedono e si informano sul gioco del momento con le palline da colpire al volo su un mini campo molto veloce. “Subito dopo Natale, il 26 e 27, ci sarà il torneo di doppio libero al Vip e al Golf Club Cagliari, dove è stato appena realizzato un campo da pickleball” rilancia Cugusi. Insomma, la macchina è in moto. E si appresta a innestare marce veloci. Se negli States il semaforo verde l'hanno cliccato star della cultura pop quale è stato Andre Agassi, otto volte campione del Grande Slam e medaglia d'oro olimpica, Andy Roddick, ultimo americano a vincere un Grande Slam (2003) e il più recente numero uno del ranking mondiale, Michael Chang, 34 titoli di singolare, tra cui sette Masters, e un'icona senza tempo quale John McEnroe, 77 titoli di singolare e 78 di doppio, anche ai Fenicotteri l'entusiasmo è palpabile. Con un'attesa che supera le aspettative.

Sponsor e collaborazione. “Siamo sempre attenti alle esigenze dei clienti e attrarre nuovi trend rappresenta un elemento fondamentale dell’attrattività dei nostri mall, che non sono solo spazi per lo shopping ma autentici luoghi di vita” precisa con soddisfazione Nadia Mombelli, direttrice del Centro commerciale di santa Gilla. L'iniziativa promossa da Claudio Cugusi - con il supporto e la collaborazione di Farmacie Mambrini, Centro Vista, Wilson, PubbliA e Koinè - prevede tornei con premi, esibizioni di campioni del tennis e del padel. Sì, anche per non avere confini anagrafici, la disciplina cattura beginers. Tanto che, come quasi sempre è accaduto con le novità sportive, culturali e tecnologiche, è facile supporre che quel che è accaduto in poco tempo oltre oceano - otto milioni di giocatori e diecimila nuovi campi, aziende leader come Horizon Sports & Experiences e InsideOut Sports&Entertainment, intese con la catena Hard Rock Café, dirette tv esclusive su Espn con la Lega basket femminile a seguire, Pickleball tournament e l'Amateur slam in Florida con montepremi sontuosi e quote importanti in beneficienza, fenomeni quali LeBron James, Gary Vee, Drew Brees, Tom Brady, Kevin Durant e Patrick Mahomes nella Major League Pickleball - avrà un grande seguito anche dalle nostre parti. Con e senza i colossi delle enciclopedie sportive, il debutto nel capoluogo e nell'isola non è una scommessa. Né un azzardo. Ma somiglia fortemente a una certezza. Sportiva, inclusiva e aggregante.

 

Leader della distribuzione con ventimila addetti, oltre mille partner coinvolti, millecinquecento punti vendita e 750 milioni di euro di fatturato. “Il segreto? Condivisione, valori e vicinanza”

Mario Frongia

Sì, Giacomo e Beatrice Ibba sarebbero contenti. Il loro ultimogenito alla Camera dei deputati. Per parlare di economie della distribuzione e degli alimenti. Per spiegare come si possa partire dal poco e arrivare in cima. Sapendo che giorno dopo giorno devi meritarti successo e azioni che lo consolidino. Giangiacomo Ibba, passo spedito, eloquio che va oltre le posture obbligate di politica e management, sorriso misurato di modestia e consapevolezza a condire il tutto. L’occasione nasce dall’incontro che ieri ha avuto per focus “Crai futura. Il cibo al centro”. Ma anche dalla presentazione del libro “Il mio Cibo. Storie di un manager del gusto (Giunti Editore) firmato da Roberto Comolli, direttore generale di Food 5.0. A sostenere e dare il plauso all’iniziativa i padroni di casa, i deputati Martina Semenzato, presidente Commissione dei disturbi alimentari, e Calogero Pisano, segretario XIV Commissione politiche Unione Europea. Testimonial di pregio e sostanza, l’assessore regionale all’Industria, Anita Pili: “Da oristanese sono orgogliosa di come giangiacomo veicoli la nostra identità fuori dall’isola. Da assessore sono onorata di poter vantare nel territorio regionale una realtà che è un valore aggiunto a livello nazionale”. Insomma, Sardegna che sa di buono. Vitale, energica, produttiva. Con le filiere del gusto di Crai e di Food 5.0 a rafforzare identitarietà e obiettivi.

Occasione proficua. Le modalità sono nate e si sono  affinate nella zona industriale di Oristano. Tempi e contesto da lupi: il dopoguerra, la crisi, la ripresa, la ricostruzione, le incertezze, un sistema bancario ingessato. Eppure, il percorso imprenditoriale griffato Ibba ne ha invertito la rotta con idee, ingegno, intuito. “Siamo impegnati nell'essere non solo attori chiave del presente, ma anche partecipi e attivi nel condividere la nostra visione di qualità nel panorama economico e sociale dell'Italia” scandisce Giangiacomo Ibba. Un manifesto che parla. Poi, che chiave in sardo si dica “crai” è più di un dettaglio. Specie se si è davvero “chiave” di progresso e innovazione con un occhio all’ambiente. Nella sala della Camera dei deputati, Roberto Comolli, direttore generale di Food 5.0, coglie l’attimo: “Le formule più innovative vengono sviluppate per garantirne la conservazione e gli effetti benefici. In questo contesto, è fondamentale discutere di processi e filiere, evidenziando un approccio che pone l'enfasi sulla qualità del prodotto”. Per l’assessore Anita Pili “la nostra regione ha dalla sua anche quel genere di efficienza imprenditoriale che il gruppo Crai e Abbi ha promosso e rilanciato nel tempo con successo”. Poker servito in un pomeriggio che aiuta a costruire e accomunare progetti e intese. Ma anche a regalare sensazioni indispensabili per qualsiasi percorso di crescita. Una sistemata all’orologio, la giacca tasmanian che tira da dietro, Giangiacomo Ibba c’è. Solare e attento. Piccolo grande calvinista acciaio-cachemire, forse a suo agio anche con jeans e polo. In piedi, nel palazzo dei poteri legislativi tricolore, per esaltare visioni nuove, coraggiose, intriganti. Ma sia chiaro, poco spazio per chiacchiere e  sermoni.

Big del mercato. Il presidente e Ad di un gruppo che l’anno scorso ha fatturato oltre settecentocinquanta milioni di euro, con millecinquecento punti vendita un migliaio di imprenditori del settore coinvolti, circa ventimila addetti, mantiene semplicità e aplomb. Potrebbe mettere in fila successi, progetti ambiziosi e innovativi, capaci di rivoluzionare e indicare altre strade ai mercati nazionali della distribuzione. Ma non lo fa. Preferisce virare su concetti di vicinanza alle esigenze dei cittadini, su un Paese che ha cambiato pelle e continua a farlo. Anche nel privilegiare le relazioni umane nelle esigenze primarie della quotidianità: il cibo, le bevande, gli alimenti da mettere in tavola. Sia che si risieda ai Navigli o dalle parti di via Veneto, sia che si abbia un camino con un fuoco scoppiettante nel centro di Simaxis o a Sestu. Sì, Giangiacomo Ibba, 47 anni di sardità internazionale, emana e trascende esperienze. Un mix di metodiche e linguaggi che ha visto svilupparsi giorno dopo giorno nel centro distribuzione messo su dalla famiglia a pochi minuti da piazza Eleonora d’Arborea. La Fratelli lbba s.r.l., nata nel 1950, è la prima pietra di quattro fratelli. A seguire, il Consorzio Crai Sardegna, l’acquisizione, tra le tante, del Gieffe market. Quindi, l’Abbi group. Un convoglio che cresce. E salta il Tirreno. Nel 2003, alla scomparsa di papà Giacomo, i cugini Stefano, Mariagiovanna, Giacomina, Giuseppina, Gianmario, Antonio e Maria Francesca chiamano da Oristano. Giangiacomo, il più giovane della nidiata, trascorre notti insonni a Parma sui manuali di Economia aziendale. La domanda di famiglia contiene anche la risposta: viene designato presidente del gruppo. Non ci sono alternative. La laurea arriva a 26 anni. Nel 2009 viene nominato presidente di Crai Coop Nazionale e di Crai Tirreno spa (Roma). Nel 2012 è il numero uno di Crai Fidi Coop. E se c’è da ballare si balla. Determinazione e competenza, sono nell’abc del manager che non sa tanto di calcio ma è appena entrato nel cda del Cagliari e vede il suo brand scorrere sui banner della Domus. Giangiacomo è apostolo di dinamiche che contemplano una ritrovata voglia di contatto relazionale con la clientela.

Un nuovo orizzonte. Forza di gambe e di mente. Che vanno rapide al punto. Con le ricadute operative e logistiche che da Catanzaro a Desenzano sul Garda, creano un network solido, accreditato e funzionale. Un canovaccio da manager e persona per bene, capace di pensare positivo. E Jovanotti c’entra poco o nulla. Economia vera, quella dei piccoli centri, dei paesi dell’interno, spesso dimenticati e trascurati. Economie di prossimità per un mondo che non può costruire la quotidianità sui social, nell’indifferenza, nel plastificato. Crai e Abbi vanno oltre. Promuovono valori, sostenibilità ambientale, qualità e cura dei patrimoni esperenziali sui territori. E i conti tornano. Il gruppo marcia spedito. Una sorta di portaerei che macina utili e viene visto con la giusta reputazione da competitor nazionali ed esteri. “Crai ha una sua storicità come distributore, caratterizzato in maniera forte nei comuni, nei piccoli centri, in quel tessuto territoriale dove si pensava che i piccoli dovessero chiudere. Ma - sottolinea Giangiacomo Ibba - sta andando diversamente. I cambiamenti sociali, le abitudini, la vita media che sale e gli acquisti più responsabili stanno determinando un nuovo risveglio di quella che veniva battezzata piccola distribuzione. Attualmente, le politiche e le strategie del nostro percorso sono di pressante interesse per i gruppi del settore in Italia e all’estero”. È l’addio al totem ipermercato imperante. Con il balzo in cattedra dell’ottica green, dell’intelligenza che porta a diminuire le scorte ed evitare gli sprechi, del voler fare due passi a piedi per comprare pelati, pane e carne. In più c’è il sorriso e il garbo delle cassiere e degli addetti. Una miscela vincente. Ma il rewind è obbligato. Dove, come e perché nasce la best practice? “Con i miei cugini sapevamo che non sarebbe stato facile ma ci siamo buttati sapendo che i progetti imprenditoriali possono essere di lunga durata ma non eterni. Così come non può esserlo l’idea alla base di ogni azienda. Ecco perché - ripete spesso il manager - abbiamo deciso di provare a garantire la continuità dell’azienda portandola a rigenerarsi, cambiare, diversificare, essere veloce e condividere, innanzitutto con i collaboratori e i dipendenti”. Strike!

Martedì, 12 Dicembre 2023 00:15

Sir Claudio&Mr Pavoletti: strike!

 

Ranieri, con l'uomo in più per quasi 40', la chiude con cinque punte. Protagonista la vecchia guardia, con il bomber marinaio che si inventa la sforbiciata dei 3 punti. "Questa vittoria vale oro!"

Mario Frongia

Dopo oltre un'ora con il volto corrucciato, il sorriso che lascia intendere un messaggio: "Questa squadra non molla mai, anche grazie a un pubblico eccezionale che ci soffia dietro". Claudio Ranieri riacchiappa il Sassuolo ed esce dal terzetto di coda della classifica. Un colpo di straordinario valore. "Questa vittoria vale 101!. Davvero troppo importante sia prendere questi 3 punti, sia in questa maniera. Tutto è stato molto bello". La terza vittoria casalinga ha ridato fiducia ai quindicimila della Domus. Ma Ranieri è persona seria. "Nei primi 15' meritavamo di prendere due reti. Poi, ci siamo riassestati, anche se loro pressavano, si inserivano e la giocavano di prima. Noi ci siamo ritrovati cambiando modulo: pensavo di farli soffrire e invece stavano facendo soffrire noi. Il trucco? I ragazzi sanno cambiare pelle a partita in corso. Ormai i moduli li conosciamo e li abbiamo provati tutti!". Il Cagliari va sotto e nel secondo tempo si ritrova con l'uomo in più. L'allenatore rossoblù parte dalla coda. "Buon per noi che il Var è stato dalla nostra parte, anche se per pochi centimetri. Il 2-0 non lo meritavamo. E qui, con la squadra che non molla mai e una tifoseria fenomenale, abbiamo confermato di saper fare anche questi finali di partita". Ecco, l'allenatore che costruisce giorno dopo giorno, resetta e riparte. E con onestà non nasconde il fattore Q.

Sui singoli. "Fuori Nandez e Sulemana, dentro Luvumbo e Pavoletti? Ho fiducia in tutti i miei giocatori. Gliel'ho detto prima della partita, mi state mettendo in difficoltà. Ma devo scegliere e sono pagato per questo. A quel punto, perdere 1 o 2 a zero cambiava poco. Ho pensato che con Luvumbo, Pavoletti e Lapadula dentro l'area qualcosa sarebbe successa. Loro erano in dieci, dovevo provarci". E tanto per non farsi mancare niente, ecco anche Mancosu ad affiancare Viola. Quasi sbarazzino, ma rispettoso degli avversari. Ranieri sulle parole amare di Dionisi ("Uno di noi ha perso due denti per una manata di Sulemana, neppure ammonito!" ha detto il tecnico del Sassuolo) taglia corto: "Sì, è stata una partita sporca ma sono più contento oggi che dopo la sconfitta dell'Olimpico con la Lazio, dove siamo stati più puliti". Riappare un filo di sorriso. "Ho giocato con cinque attaccanti, più Viola e Mancosu. La partita ha richiesto queste decisioni, si doveva rischiare. Ma non mi sono pentito di averli sfidati a specchio".  Gestione e tattica. "Oristanio doveva giocare, con la Lazio ha fatto bene. Lapadula deve mettere minuti sulle gambe per ritrovare il suo rendimento standard. Luvumbo dovevo metterlo dall'inizio ma l'altro ieri ha avuto un piccolo risentimento al flessore e l'ho portato in panchina". Claudio Ranieri la racconta così. E testimonia la qualità del gruppo e di uno spogliatoio sano. "Anche dalla panchina non sbagliano prestazione. Ho accelerato nei cambi offensivi perché stavamo mettendo troppi palloni da lontano e non andava bene. Volevo fossero più veloci e larghi  nel prendere il fronte d'attacco per creare più scompiglio in area. Mi serviva giocare negli ultimi venticinque metri per creare sovrapposizioni". Il resto è il solito finale thriller. Sir Claudio non lesina complimenti. "Shomurodov ha fatto un bell'assist di testa a Pavoletti. Luvumbo da sinistra ha dribblato e crossato bene". Dalle giocate individuali alla performance di squadra. "Noi siamo così. Ricordate con il Parma in B e con il Frosinone. stavamo perdendo e le abbiamo riprese grazie alla simbiosi con il pubblico. Avevo chiesto in B che ci stessero vicino, da solo ad andare  in A non ce l'avrei mai fatta. Ripeto, i tifosi sono fondamentali e lo saranno anche quest'anno".

Notarelle.

Il risolvi problemi. Il duro faccia a faccia con i difensori del Sassuolo anticipa di pochi minuti il colpo di biliardo, in volo e spalle alla porta. Leonardo il tosto, quello capace di commuoversi mentre serve pasta e fagioli agli ultimi e fa la spesa per gli anziani. Leonardo il terribile, quando inchioda Dionisi e i suoi al centesimo minuto di una partita feroce e tesa, di uomini e pallone che non si risparmiano. Il bomber marinaio, fortunato nel perdersi dietro i consigli per portare il dritto e la volée del padre maestro di tennis. Il livornese trapiantatosi nel cuore di Cagliari che non sa più andar via. Felice di averti tra noi, super Pavoloso!

Naso rotto. "Cosa ho detto a Lapadula? Tutto nasce alla vigilia: gli ho detto che non era ancora al cento per cento. Doveva darmi tutto dal 1' e poi l'avrei tirato fuori. Quando ha preso la botta al naso è venuto correndo ad abbracciarmi e mi ha urlato: "Mister, non mi tolga, non mi tolga". Gli ho risposto che dovevamo provare a portarla in porto".

Tra passato e futuro. I deficitari difensori stranieri "esperti" e gli attaccanti "da doppia cifra" in panca, il bomber della B dal 1', l'uruguaiano terzino. Claudio Ranieri con i primi undici ha accontentato la gran parte della tifoseria. Di fatto, un bel 4 per la campagna acquisti estiva. Ma questa è un'altra storia. Dettaglio? Con gli ospiti sta fuori uno dei centrali più vicini al club rossoblù la scorsa estate, Ferrari. Poi, il Sassuolo gioca in dieci dal 62' e per un centimetro gli viene annullato il raddoppio. Lapadula pareggia e San Pavoletti si esibisce in una splendida sforbiciata. Quando si dice che un filo di buona sorte può cambiare, e di molto, l'esito delle cose.

Da Oliena e Las Vegas, oltre quattromila partecipanti, piazzamento di pregio per la secondogenita di Franca e Gianfranco

Mario Frongia

Combattono a mani nude e senza kimono. Sanno che corpo e cervello diventano una macchina sofisticata che associa concentrazione, forza, astuzia e tecniche particolari. Sport e stili di vita, equilibrio mentale e fisico, competizione e grinta. Il Brasilian Jiu-Jitsu è questo e altro. E stavolta, ai mondiali che si sono chiusi ieri dall’altra parte dell’oceano, si è parlato un po’ in limba: Martina Zola ha colto una terza piazza di prestigio nella categoria 125 libre, circa 57 chilogrammi. Un bel colpo per la figlia trentunenne di Franca e Gianfranco Zola. Con il papà vice presidente della Lega calcio di serie C e la mamma che si  godono il successo con garbo e un giusto filo di orgoglio. Un podio con sangue made in Sardinia che vale oro anche per la disciplina, per l’Italia, per l'Accademia 10th Planet Jiu-Jitsu di Londra e per gli appassionati di arti marziali miste. A Las Vegas, costa occidentale degli Stati Uniti, si è tenuta la massima competizione del settore, il Ibjjf Worlds No-Gi. La città dalle mille luci per tre giorni ha ospitato la sedicesima edizione dell'evento. Inutile sottolineare che osservatori e media hanno battezzato l’appuntamento - trasmesso sui principali portali e tv internazionali - come colossale. Di fatto, il più grande della storia delle arti marziali. I numeri non mentono: oltre quattromila atleti dei cinque continenti si sono contesi fasce e podio. In questa enorme famiglia diversi campioni del mondo No-Gi cintura nera, ma anche specialisti affamati in corsa per risalire le classifiche. Ecco un’altra buona ragione per applaudire Martina Zola: il quarto grande evento internazionale Ibjjf  del 2023 ha messo in gara i migliori e le migliori.

Competizione feroce. Nella categoria Featherweight - i pesi piuma della boxe - Martina ha combattuto tre volte. Al primo turno ha sconfitto Sophia Cassella. Il dettaglio? L’americana a metà ottobre ha battuto Jasmine Rocha, cintura nera e tra le prime delle classifiche mondiali. In semifinale miss Zola è stata superata dalla medaglia d’oro dei campionati, la statunitense Mona Maree Bailey (Carlson Gracie Team). In sostanza, orgoglio e soddisfazione per Martina, piazzatasi dietro le big, seconda piazza per Josefine Beatrice Modig (CheckMat), e capace di competere con le atlete più qualificate del ranking. Un bouquet di talenti, ragazze e ragazzi in cerca di emozioni e successo. Senza scordare che per approdare così in alto si deve mettere in gioco se stessi, compiere rinunce e sacrifici, saper soffrire e stringere i denti. Carattere e determinazione sono l’abc del Jiu-Jitsu. Da Oliena, 9.795 chilometri dal Nevada, passando per Londra, dopo aver vissuto con semplicità e forza al tempo stesso, le varie tappe pallonare del padre campione ed emblema di classe e valori sportivi e umani, Martina ha portato buone dosi dell’una e dell’altra. Con un sorriso sincero e genuino, come quello di nonna Giovanna, e il supporto operativo e affettuoso di mamma Franca. Solida e generosa Martina - sostenuta dai messaggini dei fratelli Andrea e Samuele - si è fatta largo in un calendario fittissimo.

Disciplina includente. I concorrenti, tra i trenta e i settant'anni, sono legati da un dna speciale: lo spirito e l’inclusione indissolubile creata dal Jiu-Jitsu. Al Las Vegas convention center  si è respirata l’aria che accompagna le arti marziali: “Possiamo dire che si tratta di un viaggio che dura tutta la vita, favorisce la salute e la forza mentale in ogni fase della nostra quotidianità. I mondiali - dice Martina Zola, terza classificata per i colori del club londinese 10th Planet Jiu-Jitsu, tra le migliori accademie del pianeta - sono stati la celebrazione dello stile di vita della disciplina. Non si tratta solo di allenarsi e gareggiare ma di vivere e respirare l'arte dentro e fuori dal tappeto”. Dunque, un terzo posto di pregio per la secondogenita di Gianfranco e Franca. Con formazioni dai nomi particolari, CheckMat, Alleanza, Brasa Cta, Easton Bjj, Jiu-Jitsu a sei lame, campioni cintura nera come Jansen Gomes, Jessa Khan, Shay Montague, Edwin Ocasio, Adele Fornarino, Zach Kaina, Josh Cisneros, Gabrielle McComb, Lucas Valente, Rosa Walsh, Jacob Couch, Roberto Jimenez, Matheus Diniz e Roosevelt Sousa, alloggiati al gigantesco Westgate hotel dove hanno annuito a un accordo storico: la Ibjjf ha sottoscritto un’intesa specifica con l’Usada. L’Agenzia antidoping degli Stati Uniti, organo che cura olimpiadi, giochi panamericani e mondiali, ha fornito tutela e un programma utile a garantire l’integrità nella competizione, equa e senza sostanze proibite. A seguire, una sfilza di controlli e test ematici utili alla “pulizia” dei partecipanti. Insomma, l’evento non ha ammesso eventuali scorciatoie. Un altro grande motivo d’orgoglio per super Martina.

“Hanno battuto Juve e Inter e fatto più punti fuori che in casa. Ma sappiamo cosa fare” dice il tecnico del Cagliari. Ipotesi Lapadula dal via

Mario Frongia

Prima, un’avvertenza: “Sbaglia chi pensa che il Sassuolo giochi solo di rimessa con le ripartenze. Palleggiano, portano dentro ali e terzini, sanno molto bene quel che vogliono fare”, Quindi, la solita onestà: “Nelle sconfitte ci mettiamo del nostro. Non voglio nascondermi ma pian piano stiamo affrontando le incongruenze. E ci aiuta poter dire che riusciamo a fare le cose che proviamo”. Claudio Ranieri, conferenza che precede Cagliari-Sassuolo, lunedì alle 20.45 alla Domus. Il tecnico ripassa dalla sconfitta di misura all’Olimpico con la Lazio. “Abbiamo avuto una buona reazione, con l’uomo in meno. I ragazzi sanno bene, si gioca, si vince, si perde e si va alla gara successiva” Questa con gli emiliani è gara delicata. “Ma non è quella della svolta, è un altro mattoncino per salvarci, magari all’ultima giornata”. Sulla formazione, buio più o meno totale: “Attacco leggero o pesante? Le idee Lapadula-Petagna, Pavoletti-Lapadula e Petagna-Pavoletti sono soluzioni che non accantono. Vedremo. Devo soppesare bene i pro e i contro. Ma è chiaro che lunedì servirà una prestazione perfetta. Lapadula? Dopo quattro mesi di stop e 20 giorni di allenamento in gruppo, non può essere il Lapadula che ci ricordiamo. L’ho visto bene, voglioso e rapido. Per qualsiasi soluzione devono essere tutti al 100 per cento”.

Gli avversari. “Ripeto, il Sassuolo è squadra difficilissima, Hanno un modulo ben collaudato, hanno fatto 4 gol alla Juventus e 2 all’Inter. Ci aspettiamo una squadra che pressa e non vuole farti giocare, cosa che ha portato più punti in trasferta che in casa. Giocano molto bene, sono rapidi nel fraseggio, tirano da lontano. Dobbiamo stare attenti a ogni circostanza, segnano molto e ne hanno preso quanto noi”. Con il solito richiamo all’aiuto del pubblico, Sir Claudio scherza sulle assenze: “Spero pesino più a loro. Per dire, Castillejo non gioca perché c’è Berardi. A noi manca Antoine (Makoumbou, out per squalifica, ndr) che con me ha sempore giocato, è diventato un punto di riferimento”. Sul possibile sostituto, con eventuale adattamento dell’assetto, il bouquet prevede Sulemana, Jankto e Nandez, che pare a buon punto.

I singoli. Su Nandez, Ranieri va veloce: “Devo valutare se farlo giocare dal via. Sulemana? Si innervosiva anche dopo un passaggio sbagliato ma da un mesetto lo vedo meglio, a Roma ha fatto una gran partita”. Rimane il dilemma attacco. Su Shomurodov l’allenatore di Testaccio spiega: “Ha faticato molto in avvio ma sta tornando quello di Genova, dopo le parentesi Roma e Spezia. Ha qualità è veloce, lo pungolo per la fase difensiva, ci darà una grossa mano”. Si mette a fuoco l’espulsione di Makoumbou: “Nell’espulsione ho notato che abbiamo sbagliato anche noi. Non dovevamo permettere la solitudine all’uomo che si inseriva. Ovviamente Antoine ci mancherà, ma sono certo che chi lo sostituirà farà una gran partita”. Si chiude con la difesa e la debacle del duo Hatzidiakos-Wieteska. “Ci vuole tempo, in Italia c’è da capire, assetto, diagonali, inserimenti, raddoppi, meccanismi. Il calcio non aspetta, devo aspettarli io (ride), quando saranno abile li arruolerò” Visione e dettagli. “ Hatzidiakos ha perso serenità con la Lazio, non ho ben capito cosa gli sia successo in quella palla persa che ha permesso il gol di Pedro. Entrambi stanno affrontando le difficoltà legate all’esordio in A. Hatzidiakos con la Grecia contro la Francia è stato tra i migliori in campo. Sono buoni giocatori, lo dimostreranno. Al momento - rimarca Ranieri - mi sto rivolgendo all’usato sicuro: Goldaniga e Dossena mi danno più sicurezza.”. Sui tempi di ambientamento, poche storie: “Quando ero alla Samp Skriniar non ha giocato per sei mesi, Andersen ora all’Arsenal è stato fuori un anno. Sì, qualcuno non sta rendendo ma è normale. Sono buoni giocatori, il nostro direttore sportivo (Bonato, ndr) sa cosa fare”.

Domenica, 03 Dicembre 2023 10:10

"L'intervento del Var? Fuori luogo"

 

Nel post Lazio Claudio Ranieri sul rosso a Makoumbou non si trattiene. E guarda avanti: "Mi sono complimentato con i ragazzi, anche in dieci abbiamo fatto quel che avevamo preparato. Adesso, testa al Sassuolo"

Mario Frongia

Roma. "Non ho più l'età per montare polemiche ma sull'impiego del Var ci vorrebbero linee guida rigorose e chiare per tutti". Nella sala stampa dell'Olimpico, la voce di Claudio Ranieri risuona nitida. La chiamata all'arbitro Dionisi, sul fallo di Makoumbou su Guendouzi, da parte del collega Guida - meglio ricordarlo, lo stesso che ha diretto il Cagliari nella partita che è valsa la serie A a Bari lo scorso giugno - per l'allenatore di Testaccio è parsa fuori luogo: "Ditemi cosa c'entra il Var? Ha valutato un fallo di campo, fuori area, da ultimo uomo. Ma non sappiamo se Dossena avesse potuto recuperare la palla o se Scuffet in uscita l'avrebbe presa. L'arbitro ha fischiato la punizione e ammonito Makoumbou, richiamarlo per dargli il rosso e lasciarci in dieci è stata una decisione che mi ha stupito. Ma cosa volete fare, il calcio è anche questo. Me ne torno a casa dopo una buona prestazione ma senza punti, e mi fa male. Rimane la convinzione positiva e una certezza: i miei ragazzi hanno fatto quel che abbiamo preparato". La sala che l'ha visto dominatore anche alla guida con la Roma lo riempie di attenzioni. I giornalisti della capitale lo coccolano e gli dimostrano una riverenza speciale. Ci sono anche inviati da testate inglesi. Uno gli ricorda l'impresa Leicester: "Acqua passata, adesso devo provare a salvare il Cagliari" dice mentre stringe mani e ringrazia.

Atteggiamento e tattica. "L'abbiamo impostata per rispondere colpo su colpo. Mi aspettavo un loro inizio arrembante e ho detto alla squadra recuperiamo e ripartiamo. Poi, ci abbiamo messo del nostro: Hatzidiakos è un nazionale, doveva proteggere quella palla e farla finire fuori. Forse, ha anche subito fallo ma lì, specie se puoi scegliere, non si deve sbagliare". La strigliata al difensore greco non è inusuale. Anche perché l'ingenuità che è costata l'1-0 di Pedro non è stata la sola. Nel commentare la partita, inevitabile il commento su Immobile: "Ciro l'ho lasciato quando ero alla Juve che era un ragazzino ma si intuiva che possedesse grandi potenzialità. Adesso, è uno dei cannonieri più prolifici del campionato". Si torna al Cagliari. E a una sconfitta che comunque brucia "Ripeto, la prestazione l'abbiamo fatta e per questo mi sono complimentato con i ragazzi. Siamo riusciti a non prendere il raddoppio e abbiamo costruito due palle gol, una pulita con Pavoletti e Provedel che ha compiuto una parata straordinaria. L'altra con Oristanio e un pallonetto fuori di poco. Soddisfatto? Sì, perché abbiamo perso giocando da squadra. Nella prima fase del campionato non lo eravamo. adesso so che riusciamo a combattere e non molliamo sino alla fine".

I singoli, tra under e futuro. "Prati? Ha un bell'avvenire, gioca un ruolo cruciale, legge i momenti della partita, sono contento. certo, deve crescere e ne ha il tempo" commenta Ranieri. Su Zito Luvumbo, pagella positiva con asterisco di richiamo: "Ma può fare ancora meglio, deve saper capitalizzare le palle che recupera anche a favore del compagno messo meglio". Un cronista laziale spara a bruciapelo: "Mister, salverà il Cagliari? Sono qui per questo e ci credo, magari all'ultimo minuto dell'ultima partita". Sul Sassuolo che arriva lunedì 11 alla Domus, Sir Claudio taglia corto: "Mi aspettavo una Lazio vogliosa e determinata, carica per il successo con il Celtic e pronta a cancellare la sconfitta in campionato con la Salernitana. Il calcio inglese mi ha insegnato che chiusa una partita si pensa alla prossima".

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