Mario Frongia

Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi

Mercoledì, 30 Ottobre 2024 09:51

Cagliari, flessione pericolosa

La sconfitta con il Bologna, l’appannamento di alcuni dei protagonisti, la prossima trasferta a Roma e la successiva gara con il Milan alla Domus, non possono lasciare tranquilla la tifoseria

Mario Frongia

L’ottovolante ha ripreso a girare. Dopo la brusca frenata di Udine, ecco il tamponamento della Domus con il Bologna. Il Cagliari che “prende due gol strani, abbiamo fatto quello che volevo” per dirla con le parole benevole di Davide Nicola, è ancora da decifrare. E la sintesi non può essere benevola. Senza gettare bambino e acqua sporca, la sconfitta interna, due gol secchi come in Friuli, pesa eccome. Pesa per come è maturata, avvio convincente durato un quarto d’ora scarso con la squadra di Vincenzo Italiano che su zampata di Piccoli quasi genera l’autogol di Lucumi con deviazione di Skorupski. Pesa per la classifica, in attesa delle aktre e con il Lecce che ha battuto il Verona e ha ribadito un classico della lotta salvezza: i pareggini servono. La mentalità per ottenerli, giusto per non perdere, pure. Cosa che i rossoblù non sono riusciti a portare a casa nelle ultime due gare. E siamo all’asticella citata dal tecnico rossoblù dopo il pari con la Juventus. Forse, aver detto dopo il trittico Parma-Juve-Torino che era già alta non ha giovato. Forse. Ma quel che pesa ed è stato avvertito anche dal pubblico della Domus è che la qualità è rimasta modesta. E l’aver avuto il “coraggio” di schierare assieme Viola e Gaetano dal via, non ha pagato. Non solo perché i due a tratti si sono pestati i piedi. Ma perché entrambi hanno offerto poco dal punto di vista della qualità delle giocate e del ritmo. Quasi niente sul fronte del filtro e dei raddoppi sugli avversari. E questo in A, alla fine si paga.

Qualità cercasi. Premessa d’obbligo sul Bologna. Sarà stato pure “allenato” a giocare bene da Thiago Motta. Italiano è ripartito, senza i big, con un telaio collaudato. Ma veniva da un percorso accidentato e asfittico con 9 punti, come il Cagliari. Davide Nicola con un undici propositivo puntava a mettere i felsinei spalle al muro, sapendo che lasciar loro il pallino avrebbe significato soffrire per fisicità, concretezza, tecnica individuale, manovra collaudata. E individualità: nei faccia a faccia (Obert-Orsolini, Zappa-Ndoye, Marin-Moro, Prati-Freuler) si sono salvati in pochi. Neanche l’esperto Palomino su Odgaard ha alzato una barriera adeguata. In mezzo al campo, a ben guardare, il tandem Marin-Prati è naufragato dopo mezzo tempo. Poca fisicità, troppo spazio da coprire con Freuler e Moro che sono sembrati giganteschi. Insomma, la sconfitta ha messo a nudo aspetti chiave e il fallimento della strategia tecnico-tattica. “Dobbiamo essere sfacciati!” il mantra di Nicola alla vigilia. Ma il progetto è naufragato miseramente. Con senno di poi tutto è facile. Ma un ripasso anche alla gestione del turn over, specie per gli anzianotti, per le tre partite in otto giorni non guasta. E forse, un minuto di riposo avrebbe giovato anche a Luperto, da sempre in campo e fulminato da Davis in Friuli e da Orsolini alla Domus. Ma adesso c’è poco da recriminare. I tifosi si soffermano anche su Scuffet e Piccoli. Il portiere, due reti in due fare sul suo palo, va sostenuto anche se le diverse esitazioni non sono passate inosservate. L’attaccante è giovane e volenteroso. Però, lasciato a fare sportellate con i difensori è complicato possa crescere bene. Di certo, gli va dato tempo. Ma il bomber da quindici gol serve, serviva!, subito. Altrimenti sottoporta manca chi la metta dentro. Cosa che Lapadula e Luvumbo, per motivi differenti, non possono fare. E questo riporta al mercato: il finalizzatore da doppia cifra, dopo il flop fornito a Claudio Ranieri l’anno scorso, è sempre inesistente.

Un dna che preoccupa. Essere aggressivi e con l’approccio di fuoco a chiacchiere, e per dieci minuti, non può bastare a fare punti. Inoltre, per stare al ko con gli emiliani, si è capito che Adopo, come Mina, non può stare fuori. E merita un cenno anche la questione Gaetano: preso negli ultimi minuti del mercato come asso nella manica, visti gli exploit con sir Claudio, va messo in campo dal via. Probabilmente deve sentirsi importante, leader. Personalità, dunque. Cosa che nel Cagliari attuale, con Pavoletti fuori causa per infortunio - ma finalmente almeno convocato! - Mina in panca, è nelle corde di pochi o nessuno. Insomma, dopo dieci partite - quelle che Davide Nicola aveva chiesto per poter esprimere un giudizio tecnico e psicofisico sul gruppo - il riassunto porta a valutazioni preoccupanti. Specie se il calendario presenta la trasferta con la Lazio, lunedi nel posticipo, e l’arrivo di un Milan alle prese con problemi pesanti ma proprio per questo avversario molto più temibile. In sostanza, c’è da remare. E a poco vale ricordare che lo scorso anno con Ranieri in panca e un organico modesto come quello attuale, ci fossero in saccoccia 6 punti contro i 9 attuali. Le comparazioni sono sempre avventate. Davide Nicola a Udine pensava magari di poter gestire un pareggio. Ma è stato sgambettato, dopo una mezzora senza rischi, dall’espulsione di Makoumbou. Con il Bologna ha provato a osare. Ma i jolly pescati dal mazzo non hanno portato la giocata vincente. Il succo? Sarà anche banale, ma tare dietro non aiuta mai. E i reportage incoraggianti di “famiglia”, accompagnati da perpetue critiche ad arbitri e Var, non sono mai serviti per giocare bene, salvarsi o per giocarsi l’accesso alle Coppe. E neanche a recuperare umiltà, concentrazione e forza d’animo.  

Sabato, 26 Ottobre 2024 11:27

Cagliari, il ko serva da lezione

Atteggiamento molle, giocate sottoritmo, dalla mezz’ora con l’uomo in meno. Ma anche Davide Nicola ci ha messo del suo. L’Udinese ha vinto meritatamente, adesso testa al Bologna

Mario Frongia

Con il freno a mano tirato. E c’è da chiedersi il perché. Con un atteggiamento che ha riportato alla debacle casalinga con l’Empoli. Ma anche al secondo tempo con il Como e alla sconfitta, pur avendo l’uomo in più per un’ora, in trasferta con il Lecce. Lo stesso che ne ha preso sei la scorsa settimana dalla Fiorentina. La A è questa, il Cagliari pure. La sconfitta, 2-0, incassata a Udine deve far riflettere. È arrivata dopo il filotto di Parma, Juve e Torino: 7 punti d’oro, 4 in trasferta e 3 alla Domus in rimonta. Tutto pareva contribuire al raggiungimento di una condizione psicofisica ottimale. Pur tenendo conto dei 13 punti dell’Udinese, ieri a nanna da terza in classifica, l’avvicinamento ai friulani dell’algido ma concreto Runjaic pareva capitare al momento opportuno. In conferenza pregara Davide Nicola ha annunciato, anche in vista del Bologna atteso martedi alla Domus, un corposo turn over. I fatti hanno detto altro. E adesso viene facile, e sacrosanto, condannare l’espulsione di Antoine Makoumbou. Ma è meno semplice capire i primi 30’ senza cuore né anima. Un Cagliari vuoto, attendista, da subito in affanno contro un Udinese che, peraltro, ha tenuto il pallino ma non si è mai resa pericolosa sotto porta. Il perché di quest’avvio sottoritmo è il tema che deve impensierire il tecnico.

Da Udine agli emiliani. “Makoumbou sa di aver gestito male la questione” la sintesi delle parole di Davide Nicola nel dopo gara. Ma il congolese non è alla prima svirgolata del genere. Se chi lo manda in campo, dopo aver preso un giallo al sesto minuto, lo piazza dietro da ultimo uomo o quasi in copertura di un’azione d’attacco, ben sapendo che gli avversari ne conoscono le fragilità, ha precise responsabilità. La partita si è persa per l’uomo in meno, per il turn over a metà, per alcune disposizioni e vedute tecnico tattiche a gara in corso. Ma c’è da capire perché Gaetano, dal via al posto di Viola, non sia esplosivo. Perché Zortea sia sempre a un centimetro dal traguardo. Perché non abbia avuto una chance Prati. E anche sulla presenza no stop di Zappa e di Luperto, con Palomino bello carico dopo il gol al Toro, i dubbi rimangono. Poi, rimane decisiva la questione dell’approccio appannato. Nicola ha parlato con una certa enfasi di “asticella sempre più alta”. In A serve misura, umiltà e consapevolezza, soprattutto dei propri limiti. Il Cagliari non ha un bomber, anche se Piccoli è una bella spina per le difese avversarie, da doppia cifra. L’ottovolante è sempre a pieno carico in un campionato che dalla testa alla coda ha per ora poche certezze. Adesso, dai rossoblù servono risposte precise con il Bologna.

Giovedì, 24 Ottobre 2024 18:15

Cagliari, umiltà e modestia pagano sempre

Davide Nicola alla vigilia del match di Udine annuncia il turn over e mira al bersaglio grosso: “Andiamo a giocarci le nostre carte”

Mario Frongia

 

Il dolce sapore della vittoria. I 7 punti in 3 gare, due in trasferta. L’aver ritrovato passo e umore in alcuni dei principali player. Tutto conduce lontano. Regala euforia ed entusiasmo. Ma in questi casi, fermo restando aggressività, concentrazione e spirito di squadra, è meglio pensare di fare le cose al top che dirle. Per  Davide Nicola il Cagliari domani al Bluenergy Stadium ha un solo obiettivo: “Andiamo a giocarci le nostre chance come sempre abbiamo fatto sinora e come continueremo a fare”. Un filo di cautela, almeno esteriore, non guasta mai. Invece il tecnico mostra il petto nonostante l’Udinese sia tosta, anche se apparentemente in crisi. “Affrontiamo una squadra che può metterti in difficoltà a livello fisico e nella capacità di gestione nell’arco dei novanta minuti. Siamo consapevoli che la strategia di gioco e i duelli individuali possano fare la differenza. Sono strutturati, hanno un’interpretazione diversa, più dinamica”. L’allenatore rossoblù non si scansa. Il campo dirà se fa bene. Intanto, i tifosi si godono l’attimo e sognano in grande. Davide Nicola cita la produzione di gioco, passa dal poker subito dal Napoli e dal pari di Torino con Juventus. “Fortuna? No, sono stati gli altri poco abili. La produzione di gioco il Cagliari l’ha sempre avuta, se riusciamo a essere efficaci nelle due fasi di gioco cresce la possibilità di tramutare il tutto in punti. Cosa è scattato nella squadra? I recenti risultati sono frutto del lavoro quotidiano”. Il tecnico riassesta il tiro: “Mettiamo in conto che potrà accadere che qualcosa non vada nel verso giusto”.  Durante la conferenza pre-gara si parla anche di asticella da alzare: “Abbiamo voglia di fare del nostro meglio. Se alzare l’asticella vuol dire salvarsi per il secondo anno consecutivo, sarà così”.

Turn over e i singoli. “Ci saranno cambiamenti da Udine al Bologna in casa. Sia per le strategie di gioco sia per l’interpretazione del ruolo di chi scende in campo. Dobbiamo - sottolinea Nicola - dividerci la fatica. L’Udinese ha un impianto consolidato ma con Runjac è differente. Sono pericolosi nelle due fasi, ha esterni veloci e tecnici. Dovremo essere attenti e disciplinati. Contro la Roma, l’Udinese non ha vinto ma se l’avesse fatto a quest’ora probabilmente sarebbe stata al primo posto”. L’allenatore passa ai singoli. “Luvumbo, deve crescere, è un 2002 ma sono molto contento: ha caratteristiche tecniche che in rosa pochi hanno. Sta giocando molto, così come Marin tra campionato e nazionale”. Si rimane in attacco: “Piccoli fa un tipo di lavoro importante. Se guardo alle punte dell’Inter, fanno il lavoro che fa anche lui. Può essere l’anno in cui può fare più gol degli altri anni”. Parole dolci anche per Prati: “È cresciuto molto di condizione con la gara che ha giocato con l’U21. Titolare? Ci sto pensando”. Passaggio indiretto anche sul ruolo di Gaetano: “In allenamento proviamo diverse interpretazione. Anche Felici può essere una soluzione sull’esterno. Ma capisco che alcuni giocatori possono essere appetibili da un punto di vista mediatico”. Sui convocati poche storie: sono out Jankto e Pavoletti. Obert si è allenato in gruppo.

Lunedì, 21 Ottobre 2024 19:18

Cagliari, super remuntada!

Il 3-2 sul Toro vale 9 punti in classifica. Al quarto risultato positivo di fila, Davide Nicola taglia corto: "Stiamo raccogliendo i frutti del lavoro"

Mario Frongia

Tutto in quattro minuti. E forse, nel momento in cui il Torino, in vantaggio 2-1, stava provando a vincerla. Poi, ecco il Cagliari last minute. Capace di mettere a frutto rabbia, concentrazione, quella cazzimma ("Voi come la chiamate? si chiedeva prima di Parma Davide Nicola) indispensabile per prendere l'ultimo centimetro di campo, l'ultima palla, l'ultimo respiro. ed ecco il 3-2 con Palomino, decisivo da subentrato, a firmare assieme a Viola e all'autorete di Coco su zampata-cross di Piccoli, una vittoria suspence ma meritata. "Abbiamo sofferto, sapevamo delle insidie di un Toro tecnico e abile in avanti. Poi, con pazienza e determinazione siamo venuti fuori. Adesso, stiamo cominciando a raccogliere quel che costruiamo" le parole dell'allenatore rossoblù nel dopo gara.

Il match. Davide Nicola non si è nascosto. Ha tenuto fuori Gaetano, Marin e Prati - difficile intuire il confine tra scelta tecnica e condizione da affinare - ed è ripartito da Augello al posto di Obert fuori causa. Un Cagliari a trazione anteriore. In mezzo la mediana straniera. Makoumbou e Adopo, abili nel capire momenti e situazione con e senza palla. Sì, è vero, manca il regista. I tempi di gioco spesso non hanno una strategia ben delineata. Accelerate e ripartenze vanno aggiustate. Ma se sai stare in campo, gestisci i palloni con una certa sicurezza, sai soffrire quando c'è da farlo e bisticcia a tempo sulle seconde palle, poco importa. Zortea, ad esempio. Prova incolore, quasi anonima se non fosse che tra pressare e raddoppiare su Ricci e Vojvoda, l'esterno si è spolmonato. Insomma, centrocampo delizie e dubbi. Ma se ne fai tre al Toro, i conti tornano comunque. Nicola piazza Viola (gol su punizione, ma per la cronaca Aureliano toppa la decisione, era fallo del trequartista rossoblù) a fare quel che sa e può, cestino della fantasia alle spalle di Luvumbo e Piccoli. La scelta è d'oro. Il capitano fa venire il mal di testa agli ospiti. Il Toro di Vanoli è partito senza Zapata, stagione finita. Ma Adams e Sanabria non sono male. Ad attenuarli ci ha pensato il duo Mina-Luperto, quest'ultimo tra i migliori in campo. Infine, il plauso ai cambi: Marin e Gaetano, oltre a Palomino, sono subentrati con il piglio giusto. Anche da questi spunti, che non sono dettagli, la risposta alla vittoria sul Toro.

La classifica? Meglio non guardarla. Si temevano le aspettative post Parma e Juve, 4 punti d'oro per scappare dall'ultimo posto. La tensione dell'avere la pancia piena. Rischio doppio con un Toro reduce dalla sconfitta con l'Inter e a secco nelle ultime gare. Davide Nicola, il gruppo, l'ambiente (sold out sfiorato), hanno risposto presente. La classifica, i 9 punti, la distanza salubre dal terzetto di coda? Argomenti da non affrontare. Intanto, la faccia del Cagliari è anche questa. Tignosa e aggressiva, pronta a insidiare chiunque. Con la vittoria contro Milinkovic-Savic e compagni non era facile. Ma le mosse sono andate a bersaglio. Adesso, lavoro e ancora lavoro. Più un quintale di focalizzazione su quel che dice il calendario. Dopo il Toro, ci sono Udinese fuori (venerdì), Bologna in casa, Lazio all'Olimpico e Milan alla Domus: un mesetto scarso da prendere con le pinze. Ma c'è poco da sorprendersi, questa è la serie A. E, senza facili entusiasmi, la mano dell'allenatore di Pinerolo si vede sempre di più.

“La Sardegna ha bisogno, per l'ambiente e l’economia, di un sistema di produzione e consumo moderno, performante e con meno impatto possibile su clima e paesaggio” dice il consigliere regionale, Stefano Tunis 

Mario Frongia 

Una sensazione sgradevole e a tratti da incubo. Dettata da logiche distanti dai reali bisogni dei residenti. Un milione e mezzo di sardi infuriati che non sanno quale sarà il domani per quanto riguarda la transizione energetica. Ma sanno benissimo quanto siano pesanti le bollette, le incertezze, le manovre che celano, un giorno dopo l’altro, sguardi avidi sui territori e sui mari della Sardegna. I pirati del terzo millennio dormono poco o nulla. La risposta ai tentativi degli speculatori, in uno scenario senza norme e buon senso, sono state precise. Ma c’è da chiedersi quando apparirà la sigla The end. Con l’incoraggiante e sana raccolta di firme, le attività di protesta dei comuni, dei comitati, dalla Pratobello e dai decreti legge, si legge un filino di civile speranza. Quella che i sindaci stanno per perdere: "Non aspetteremo dicembre, vigileremo sul cammino delle norme e sulla decisione della Corte Costituzionale" hanno urlato numerosi un po' ovunque, anche ai piedi del Palazzo regionale di via Roma. Comunque la si rigiri, la situazione è incandescente. Anche perché la transizione pesa come macigno su un’intera regione. Con l’opposizione che mette i puntini sulle i. “Oramai sono all'ordine del giorno gli ammiccamenti da parte della Giunta Todde ai numerosi comitati che animano il dibattito sulla transizione energetica. Si passa - segnala il consigliere regionale Stefano Tunis - da un DL sulle aree idonee, se possibile più restrittivo della cosiddetta Pratobello, a ripetuti tentativi di approccio ai comitati. È surreale pensare a un doppio esame di due norme così simili nella sostanza che metterebbe in freezer le molte altre emergenze che la politica deve affrontare, a partire dalla sanità. L'unico modo che avrebbero le parti di arrivare ad un risultato, sarebbe quello di un esame congiunto, azzerando il breve percorso che il DL aree idonee ha fatto in commissione”. Ecco, la sanità. Un altro moloch che pare una condanna senza tempo per tutti i sardi. Ma sarà davvero cosi impossibile trovare con tempistiche umane un sistema equo e garantito, da Pula a Castelsardo, passando per Orotelli e Giba?  

Visione e competenze. Le scelte politiche camminano e diventano concrete realtà se si hanno idee. Ma queste necessitano di gambe e conoscenza. In caso contrario, il dramma è granitico. “Dispiace che un tema così strategico sia vittima di tattiche di così breve respiro ed è grande il rimpianto per le opportunità che la Sardegna ha perso per le sconsiderate battaglie, della ex sottosegretaria/viceministro Todde, contro il gas naturale. Per un lustro - rilancia l’onorevole Tunis - ha mercanteggiato come il presente, la possibilità di rendere programmabile la produzione ed il consumo di energia da fonti rinnovabili, superando le centrali a carbone. Consegna viceversa la Sardegna a un futuro fatto solo di carbone e parchi di rinnovabili obsolescenti”. Parlare di carbone nel 2024 significa almeno due considerazione: precipitare nell’inferno perpetuo dell’inquinamento e dei costi. Ma anche immaginare un territorio sempre più vilipeso e arretrato, quasi una condanna per le nuove generazioni. “Viene più spontaneo a questo punto sperare che l'opinione pubblica sarda si faccia un idea più completa non solo di ciò che non vuole, ma di ciò che è disponibile a sacrificare in ragione di ciò di cui ha un bisogno imprescindibile per l'ambiente e per la propria economia, ovvero un sistema di produzione e consumo moderno, performante e con meno impatto possibile sul clima e sul paesaggio. Io - conclude l’esponente di Sardegna al Centro20Venti - il nostro movimento e credo molti altri colleghi siamo pronti a fare la nostra parte”.

Sabato, 19 Ottobre 2024 16:30

Cagliari, arriva il Toro alla Domus

Alla vigilia della sfida ai granata Davide Nicola mostra il petto: “Siamo pronti per sfruttare le loro debolezze”. Luvumbo e Mina in gruppo, in ascesa la condizione di Gaetano e Zortea

Mario Frongia

Capaci di fare diverse cose, anche a seconda delle mosse avversarie. Con una quasi perfetta omogeinità del gruppo per condizione e affiatamento. Attenti nel rispondere al trittico Torino-Udinese-Bologna; “Dobbiamo trovarci pronti, queste gare serviranno per capire quanto siamo cresciuti e cosa possiamo fare” dice d’un fiato Davide Nicola. Incalzato su tifo e passioni pallonare giovanili, il tecnico rossoblù glissa. Ricorda i quattordici anni a Genova, le esperienze di Torino e il resto in giro per l’Italia. “Della carriera da calciatore non ricordo più nulla, tutto è avvenuto nel Paleozoico. Mentre da allenatore sono quello che ha preso un pochino da ciascun tecnico che ha avuto. I tifosi e le storie locali? Ho tanti amici dappertutto” glissa cyborg-Nicola. E il Toro, squadra che lo ha visto in campo e in panca? “Non penso mai al passato. Tutte le squadre sono da affrontare con la testa e la mentalità giusta. Mi concentro sulla partita”. Quasi algido, molto concentrato, seguace di un credo che vede il lavoro dei suoi e le performance del gruppo che diventano risultati, come prima missione. Forte dei quattro punti colti nella pericolosa trasferta contro Parma e Juventus, la guida del Cagliari mette in guardia sulle insidie del match di domani alla Domus. “Si, sono senza Zapata, ma Adam ha ottimi spunti, Sanabria, che ho allenato, e Vlasic sono pericolosi. Il Torino, di cui ho visto le ultime cinque partite, è quello che a San Siro ha fatto due reti all’Inter. Tutte le squadre hanno punti di forza e di debolezza. Dobbiamo cercare di lavorare bene per limitare le nostre e aggredire le loro”.

 

Pronti per un Toro insidioso. Con Mina e Luvumbo in gruppo (“Yerry è rientrato prima, sta bene”), i soli Wieteska e, in parte, Lapadula di poco distanti dalle potenzialità agonistiche del gruppo, Davide Nicola, piemontese di Pinerolo, non ha dubbi: “Nelle prossime tre gare sarà fondamentale farci trovare pronti. Marin? Viene dall’aver fatto bene con la Romania e dall’aver risposto presente da subentrato”. Insomma, il Cagliari è pronto per la sfida di domani - alle 18 - contro il Toro di Vanoli. Lasciate in freezer, almeno cosi dice, le emozioni, il match è delicato. “Mi piace confrontarmi con squadre di questo genere. Il passato? Definisce il presente, non vediamo l’ora di affrontarli. Ripeto, massimo rispetto per le tifoserie che ho rappresentato. Ma sono immerso nell’attualità”. Dunque, i granata e i loro 11 punti. “Competitivi e con qualità, fanno la partita anche quando le cose non girano. Hanno un baricentro molto alto, diverse strategie di gioco, usano le fasce e con duettano sia con due punte, sia con una e il trequartista”. E il Cagliari? Con il rientro senza strascichi  dei nazionali, Zortea e Gaetano che hanno sollevato l’asticella della continuità e della condizione, c’è da fare i conti con il forfait di Obert. “Ma abbiamo le qualità e le idee per contrastare il Torino”. Riassestata la classifica con la vittoria al Tardini e il pari allo Stadium, il Cagliari riparte. Lo spirito e la tempra dell’allenatore stanno permeando il gruppo. Il sold out della Domus sarà utile per proseguire la marcia e tenersi lontani dalla zona calda: “Vi avevo chiesto dieci giornate per capire meglio cosa avrei potuto fare con i ragazzi. Bene, lo so fin dalla partita di Parma. La strada - chiude Nicola -  è quella giusta”.

Sabato, 19 Ottobre 2024 09:44

Gianfranco Zola, signore per sempre

Anche la stampa estera rende omaggio al Baronetto della Regina. Lunedi a Roma, Magic box con Ciro Immobile, Giuseppe Marotta, Hakan Calhanoglu e altri campioni, riceve il Premio Eccellenza Mediterraneo 2024 

Mario Frongia 

Cera una volta il calcio. Pallonate sincere, cariche di agonismo, tecnica e una piccola dose di tattica. Con passaggi feroci, legati al successo e al lavoro quotidiano. E i tifosi capivano. Adesso, le cose sono cambiate. E si marcia in un mondo diverso da quello attuale, in campo e fuori. Esasperato e drogato dal business, le smanie di potere, i magheggi, gli accordi sotto banco, il delirio di contratti fuori dall’umano. Per non parlare di una tecnologia che aiuta a metà, dei petrodollari, dei network tv, del calcio-spezzatino e dei cronisti tenuti a parte o peggio. Nel ricordare le gesta di Napoli, assieme a Maradona e Careca, quelle di Parma, con Asprilla e Minotti, l’epopea di Londra con la maglia del Chelsea, con Terry e Lampard, fino a quelle consumate a Cagliari, con Suazo ed Esposito, la giuria del Premio Mediterraneo '24 ha dovuto fare poca fatica per premiare un maestro dello sport, pulito e sincero, qual è stato e continua ad essere, Gianfranco Zola. L’attuale vice presidente nazionale della Lega Pro, lunedi prossimo a Roma riceve a Palazzo Valentini un riconoscimento alla carriera che tiene conto dei successi, delle gioie e delle fatiche indispensabili per raggiungerli. Ma se si parla dell’ex capitano in rossoblù, diventa complicato omettere quanto abbia dimostrato nel voler tornare in Sardegna, con una squadra che era finita in B e avrebbe giocato al “Manconi” di Tempio, per lasciare il Chelsea, allenato da Mourinho e candidato alla Premier e alla Champions league. “Una scelta di cuore” ha ripetuto di recente il Baronetto proclamato da Elisabetta II. Il mix irraggiungibile di talento e modestia, un portamento misurato mai oltre le righe. Con una cifra signorile e vincente di chi ha conosciuto anche momenti complessi e impattanti della quotidianità.

Ussi e Aips Europa, calcio e giornalismo ma non solo. Le ragioni del brindisi per Gianfranco Zola e la sua carriera sono state sottolineate dai presidenti dell’Unione stampa sportiva italiana, Gianfranco Coppola, e da Gianni Merlo, numero uno dell’Associazione del giornalismo sportivo internazionale. A corredo di quella che si annuncia come una serata di festa nel cuore di Roma, un insieme di figure di straordinario pregio. Il team organizzatore guidato da Dundar Kesapli, presidente dell’Associazione giornalisti del Mediterraneo e corrispondente di alcune delle più accreditate testate turche, assegna i riconoscimenti anche al presidente dell'Inter, Giuseppe Marotta, al centrocampista nerazzurro Hakan Calhanoglu, al centravanti storico della Lazio e della Nazionale, Ciro Immobile. Dal mondo del calcio ai palcoscenici olimpici. Il 'Premio internazionale eccellenza Mediterraneo 2024' va anche a Daniele Santarelli, ct della Turchia protagonista ai Giochi di Parigi, alla vice presidente del Coni, Silvia Salis, al presidente del Comitato paralimpico Luca Pancalli. Il Premio, sostenuto dalla Fondazione Artemisia, mira a promuovere e rafforzare i rapporti culturali, linguistici, religiosi, sportivi ed economici tra i paesi del Mare nostrum anche attraverso le arti e le lotte sociali. Dunque, cultura e inclusione, vicinanza e condivisione. Democratica, etica e senza confini. Su questo fronte, applausi scontati nella cerimonia di lunedi a Roma anche per il doppiatore e attore Pino Insegno, i giornalisti Paolo Liguori e Valeria Altobelli, lo stilista palestinese Jamal Taslaq, il pugile italiano Matteo Signani, il docente Hasan Tunc, il presidente dell’Amsi, Foad Aodi, gli artisti Karima Laraba e Esteban Villalta Marzi. Infine, flash e congratulazioni anche per il presidente della fondazione Mediterranean Tourism Foundation, Andrew Agius Muscat. In sostanza, una grande festa di sport, cultura e aggregazione. Il trampolino ideale, come nella visione di Dundar Kesapli e del suo team, per un abbraccio sincero e costruttivo tra popoli e visioni differenti.

 

Due giorni dedicati all’empowerment femminile e alle tecnologie emergenti. Confronto aperto per ricercatrici e ricercatori dell’ateneo con speaker internazionali, investitori e leader d’impresa provenienti dalla Silicon valley. Le iscrizioni alla due giorni, che si tiene in città nell’aula magna di Ingegneria, si chiudono domani, giovedi 17 ottobre  

 

Uno sguardo proficuo verso un mondo che accomuna scienza e ricerca. E si sposa con un’imprenditoria giovane ed emergente. Con al centro le più recenti tendenze in ambito tecnologico e imprenditoriale. E un’attenzione speciale per le donne. Il tutto, in città. InnovateHer: Women’s empowerment global dummit for emerging technologies è la cornice dell’evento organizzato dal Crea UniCa (Centro servizi di ateneo per l'innovazione e l'imprenditorialità - Università di Cagliari) in collaborazione con Prospera Women. Ad ospitarlo venerdi 25 e sabato 26 ottobre, l’aula magna della facoltà di Ingegneria. Per 48 ore piccolo grande alveare di idee, energie e competenze. OnnovayeHer ospiterà ricercatrici e ricercatori dell’ateneo che potranno seguire e confrontarsi con esperti e studiosi di caratura internazionale. L’appuntamento, in linea con gli obiettivi del Cagliari digital Lab-Casa delle tecnologie emergenti, ha il patrocinio dall’ambasciata degli Stati Uniti in Italia. Ma attenzione: domani, giovedi 17 ottobre, si chiudono le iscrizioni. La partecipazione a InnovateHer prevede un numero di posti limitato. Per cui occorre registrarsi su https://crea.unica.it/innovateher/. All’interno è possibile consultare il programma dettagliato dell’evento. 

Networking e formazione. “I lavori - spiega la professoressa Maria Chiara Di Guardo -  sono un’occasione per esplorare e approfondire le varie tematiche con speaker internazionali, investitori e leader di settore. Ci si apre a nuove opportunità di collaborazione e sviluppo tecnologico, una delle anime del Cagliari digital Lab-Casa delle tecnologie emergenti, di cui il nostro ateneo è parte attiva. Durante le due giornate, piattaforma di networking e formazione, sono previste sessioni formative su leadership, pitching e raccolta fondi, ideali per chi volesse trasformare le proprie idee di ricerca in progetti imprenditoriali concreti”. L’evento è di portata internazionale ed è dedicato all’empowerment femminile nel settore delle tecnologie emergenti. Teso a promuovere e supportare la crescita delle donne imprenditrici e leader del settore tecnologico, fornendo strumenti concreti per superare le sfide del business globale. Tra le tematiche di rilievo Leadership e Innovazione e Startupper e Investitori Globali. Previsto un workshop su Tecnologie emergenti, con un focus su crescita delle smart cities e nell’economia verde, e un Pitching con raccolta fondi. In sintesi, una serie di opportunità per chiunque desideri trasformare idee innovative in realtà imprenditoriali di successo. (m.fr.)

Seconda e terza piazza per il lettone Kristaps Neretnieks su Palladium Kjv e l’austriaco Gerfried Puck su Equitron Naxcel V. Il Gran premio Csi a quattro stelle di salto a ostacoli ha scaldato il pubblico al Circolo militare generale Rossi   

Mario Frongia

 Un mosaico di gare mozzafiato. Sia per la presenza di oltre trenta cavalli di una bellezza imbarazzante, sia per le qualità tecniche mostrate su un percorso discretamente impegnativo e in linea con i canoni internazionali. Binomi, come si definiscono in gergo cavaliere e animale, che hanno segnato indelebilmente la tre giorni cagliaritana di salto a ostacoli. La prima edizione del Sardegna Gran Tour 2024 sigla un momento storico per la disciplina: mai prima d’ora un passaggio mondiale di questa portata era stato organizzato nell’isola. Cavalieri di otto nazioni, campioni iridati ed europei, olimpionici, i giovani e le giovani emergenti di un circuito che non regala nulla. Come Elisa Chimirri, ventuno anni e figlia d’arte reduce dal successo di Palermo, che ieri su Calandro Z, uno spettacolare esemplare dal manto argenteo, ha cullato per un attimo il sogno del podio dei migliori. Insomma, spettacolo, natura e classe. E applausi scroscianti in una cornice tirata a lucido. Con il supporto della Regione, al Circolo di via Tramontana, dal generale Sandro Branca al comandante del Centro militare di equitazione e coordinatore dell’attività equestre dell’Esercito, Marco Del Nevo, ben supportati dai rispettivi staff, hanno fatto le cose per bene. “Per noi è stato un onore e un piacere ospitare la manifestazione. L’auspicio è che questa sia la prima di tante edizioni” il commento del colonnello Del Nevo. Il Gran Premio, ritenuto “difficile” dagli operatori e anche per questo utile per misurare stato di forma e perfomance dei binomi, è stato un perfetto affresco sportivo e culturale. D’altronde, “un quattro stelle internazionale non poteva che avere queste caratteristiche” ha detto la show manager, Silvia Luise.  

 

Spettacolo puro. Un Grand prix a cinque stelle che ha conquistato un pubblico di tutte le età. Famiglie, adolescenti, giovani amazzoni piacevolmente assieme negli impianti del Circolo militare. In un pomeriggio di sole e un contesto che ha accomunato altre iniziative di aggregazione, come la degustazione di vini sardi, cavalli e cavalieri provenienti dall’intero Continente su giganteschi tir attrezzati, con notevoli problemi di imbarco e trasporto. Ma questa è un'altra storia. E siamo al vincitore. Guido Franchi è stato l’unico a terminare il percorso base dell’arena senza errori. Una prova da dieci e lode. In sella a Enjoy One il cavaliere toscano con divisa dell’Esercito, ha chiuso al top una prestazione entusiasmante. L’ovazione degli spettatori è stata da brivido. Il successo di Enjoy-Franchi assume una dimensione amplificata anche dal valore dei contendenti. Per dire, nessuno degli avversari è riuscito a fare altrettanto. Nomi blasonati del circuito, come gli azzurri Bruno Chimirri, Emanuele Gaudiano (tra i partecipanti quello con la classifica più alta del ranking Fei), Roberto Turchetto e Filippo Codecasa sono riusciti a tenere testa al trionfatore. E anche gli stranieri, dalla slovena Nina Jovocic su Diamant’s Dream al brasiliano Arthur Gustavo Da Silva, olimpionico con il passaporto svizzero, sino al belga Franz Ducci su Lena du Grand Camp, sono rimasti alle spalle di mister Franchi. Anche per la seconda e terza piazza, il lettone Kristaps Neretnieks su Palladium Kjv e l’austriaco Gerfried Puck su Equitron Naxcel V, sono rimaste le briciole, frutto di almeno quattro penalità. Il Sardegna Gran tour 2024, montepremi complessivo 300mila euro, 106mila riservati al Gran Prix, ha aperto una piccola grande epoca in casa dei Quattro mori. Il generale Gastone Rossi, che dà il nome agli impianti del Circolo cagliaritano, sarebbe stato contento.

 

La mozione “balneari” Sardegna, che ha come primo firmatario Alberto Urpi,  punta ad archiviare una norma vecchia di 35 anni per avere una stagione turistica non stop

Mario Frongia

Una Sardegna che cresce. Matura una consapevolezza socioeconomica diversa. Per una piena maturità culturale ci vuole ancora del tempo. Ma intanto, la marcia è incoraggiante. E confida in uno sviluppo omogeneo di un jolly tra i più importanti per occupazione e l’imprese: la solida e continua valorizzazione dei propri litorali. Un perimetro ambientale che unisce spiagge, calette e centinaia di chilometri di lungomare. Ambiti che siano frequentabili da gennaio a dicembre. Senza interruzione, con un pensiero ai movimenti dei vacanzieri che si divertono, spendono e viaggiano anche da ottobre a maggio. Un popolo che cresce e associa, alle popolazioni nordiche, da sempre in giro anche sotto la pioggia, con giubbotto e scarpe pesanti, un crescente numero di aficionados. Il puzzle metta assieme anche la sostenibilità ambientale e il clima che muta e incute riflessioni di vario genere. Ma intanto si applaude il gol: Alberto Urpi, consigliere regionale e determinato sindaco di Sanluri, ha rotto gli indugi. “Il tema dei servizi indispensabili per destagionalizzare è di vecchia data. Ma tuttora nei lidi extraurbani questo non avviene. E gli operatori e i concessionari del comparto balneari sono costretti a smantellare le strutture da novembre ad aprile. Una follia!”. Per camperisti, bikers, giovani, famiglie, l’orizzonte, se la mozione dovesse passare, del made in Sardinia cambia pelle. Il potenziale pubblico che approda nell’isola anche nei periodi meno battuti, cerca e necessita di servizi adeguati. Dunque, un volano economico da preservare e rinforzare. Da qui, il  no allo smontaggio dei chioschi in spiaggia nei mesi invernali chiesto al Consiglio regionale da Alberto Urpi, Stefano Tunis e Antonello Peru di Sardegna al Centro20Venti.

 Stagione turistica e legge 45. Il primo step della mozione punta alla revisione delle norme che impongono alle imprese balneari la rimozione e lo smontaggio dei chioschi dei lidi extraurbani. Il tutto fa capo alla legge regionale n.45 del 1989. Sono passati 35 anni, si vive in un presente che è già futuro, innovazione soluzioni tecnologiche dettano e impongono i tempi, la competizione è serrata, nel Mediterraneo e sono solo. Eppure, da Castelsardo a Villasimius, il settore mantiene un affanno inconcepibile. L’assist per pensare a un nuovo approccio sulla gestione dei flussi turistici fuori stagione, è lineare. “I servizi balneari sono fondamentali per offrire nelle nostre spiagge un servizio adeguato a visitatori e frequentatori anche in bassa stagione. Ma - rimarca l’onorevole Urpi - vanno tenuti in considerazione anche il turismo sportivo, i percorsi e i camminamenti religiosi, le escursioni e il trekking. Attività che si praticano tutto l’anno e che possono trovare in Sardegna sempre nuove opportunità”. Un pensiero lungo, che punta a far si che i servizi ci siano nei lidi urbani e in quelli extra urbani.

Una Sardegna con dodici mesi di primavera. La mozione, presentata all’Assemblea regionale di via Roma lo scorso 23 settembre, ha avuto da subito un consenso motivato e trasversale alle forze politiche. Il documento impegna la Giunta a rimuovere l’obbligo per le imprese balneari di smontare i chioschi presenti nei lidi extraurbani: “La norma è superata. La legge consente di mantenere le strutture solo nei lidi urbani, ciò significa che il 90 per cento delle spiagge sarde è privo di servizi da fine ottobre ad aprile. Un evidente ostacolo per l’allungamento della stagione turistica. La presenza dei servizi in spiaggia è diventata indispensabile” aggiunge il primo firmatario. Tra l’altro, l’obbligo di rimozione delle strutture, da sempre contestato dai balneari, è anche un costo insostenibile per le imprese. “Prevedere lo smontaggio dei chioschi non fa bene all’ambiente, in quanto s utilizzano mezzi pesanti in aree di grande pregio e si producono rifiuti da smaltire. Inoltre - segnalano i consiglieri Tunis e Peru - si determina un abbassamento della qualità dei servizi. Auspichiamo che il testo venga approvato quanto prima”. In breve, una mozione intelligente e di buon senso. Utile ai balneari, in cerca di uniformità operative e certezze. Ma basilare anche per l’industria del turismo. A pensarci bene, una visione che alla lunga è benefica per tutti i sardi.

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