Mario Frongia
Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi
Cagliari, ko su prodezza di Maldini
Il Monza passa di misura, il pari sarebbe stato più giusto. Poca qualità nella gestione della palla, solita fatica nel finalizzare. Adesso la sosta e a Pasquetta il Verona alla Domus
Mario Frongia
La apre Maldini con un capolavoro - che firma anche il primo tiro del match, il secondo è di Nandez - ma il Cagliari si trova sotto, e finirà per perderla, senza meritarlo. A Monza si interrompe la serie positiva di quattro match con 8 punti. Il figlio d’arte la sblocca con una magia su punizione, palla persa da Deiola e fallo di Nandez. La lotta per stare in A continua a non fare sconti. C'è da soffrire. E Claudio Ranieri lo sa. E non a caso il suo tormentone "ci salveremo all'ultimo secondo dell'ultima partita" è sempre attuale. Formazioni molto concentrate, attente a non dare campo e ripartenze. Con il Monza ficcante sulle fasce e alla ricerca della manovra rasoterra. Ma dura poco. Il Cagliari ha i reparti corti e in equilibrio, le marcature preventive funzionano, la schermata su Pessina, giocoliere dei padroni di casa limita i danni. Nandez è in palla, Makoumbou meno, Shomurodov e Lapadula tengono in apprensione Izzo e Pablo Mari. Dopo un avvio marcato Monza è la formazione di Claudio Ranieri a tenere il pallino. Ci provano Lapadula e Dossena, di testa a lato. Si soffre a sinistra con Colpani e Birindelli che prendono d’infilata Augello. A destra cresce Dani Mota. Lo striscione dedicato a Gigi Riva, con oltre tremila tifosi rossoblù, al Brianteo, porta bene e ricorda meglio il bomber dei bomber. Senza Mina e Gaetano, gli acquisti di riparazione. Al loro posto Wieteska, più limiti che opportunità sinora. Con Lapadula, alla ricerca del bis, e Shomurodov resuscitato dalla doppietta alla Salernitana. Con Oristanio in panca e Jankto, abbastanza opaco nei primi 45’, alle spalle del tandem offensivo. Claudio Ranieri leva il velo. Un 4-4-2, che diventa un 4-2-3-1, di sostanza quello schierato all’UPower di Monza. Palladino chiede ai suoi di tenere alta la linea. Con Bondo che cresce e Djuric che fa i compiti a metà, stretto da Dossena. Ranieri chiede a Nandez di puntare l’ex Carboni. Ma prima del riposo è Dani Mota, su pennellata di Pessina, a graziare di testa Scuffet. L’1-0 è il cinquantesimo gol subito dal Cagliari, quarta peggior difesa del campionato.
Meno paura ma poca qualità. Sir Claudio non è soddisfatto e anticipa i cambi. Serve tecnica e geometria. Ecco Prati e Oristanio, in doccia Makoumbou e Jankto. Cambi puntuali per quello che sembra un 4-3-3 flessibile di un gruppo più consapevole dei propri mezzi e meno impaurito. Il Monza parte veloce, toppano la giocata Djuric, Dani Mota e Colpani. Il Cagliari pare meno reattivo e lucido. Nei primi dieci minuti Deiola è spesso in ritardo su Bondo, Wieteska e Dossena è impreciso. La reazione al dominio di casa è un cross teso di Augello, deviato in corner. Palladino si protegge e inserisce Gagliardini e Zerbin per Maldini e Dani Mota. Ci prova Deiola, angolo. Ripartenza dei brianzoli con Birindelli che entra in area e crossa, brivido. Pessina di testa, Scuffet blocca. La partita esce dall’anonimato e si anima. Segna Lapadula girata in rete ma il peruviano è in offside. Sale Birindelli ma è Pessina il vero metronomo della squadra lombarda: un profilo che il Cagliari non ha e non riesce a trovare da anni. Il miracolo lo firma sir Claudio, non fosse altro per il mix personalità-orgoglio-determinazione mostrato dai suoi. L’accelerata rossoblù procura due angoli. Ma Di Gregorio non soffre. I rossoblù ci credono, la volontà c’è ma manca la qualità nella rifinitura e nelle conclusioni. Entra uno degli obiettivi di mercato sfumati, Colombo per Djuric: il neo entrato cicca una ghiotta occasione di fronte a Scuffet. Azzi subentra ad Augello, Mutandwa (debutto in A per il 2003 originario dello Zambia, cinque reti e un assist nella Primavera) a Shomurodov, poca roba dall’uzbeko. A 8’ dalla fine entra Viola per Deiola. Destro di Prati, a lato. L’arbitro Marcenaro dà cinque minuti di recupero. Colombo impegna Scuffet. I 3 punti li prende il Monza, al Cagliari il rammarico di averci provati solo a tratti. Si chiude con il 62 per cento di possesso per il Monza, con 443 passaggi contro 267. L’ha decisa un capolavoro di Daniel Maldini. Ma è meglio pensare al Verona, ennesimo scontro salvezza, atteso alla Domus per Pasquetta.
Claudio Ranieri, a Monza per provarci
Il Cagliari alla caccia del quinto risultato utile di fila. Out Gaetano
Mario Frongia
"Siamo all'ultimo rettilineo, ci sono in palio 30 punti, non possiamo sbagliare una virgola". Claudio Ranieri e l'avviso ai naviganti. Il tecnico mostra serenità e freddezza: "Sono fatto così, mi tengo tutto dentro, sono asettico, devo seguire il gruppo e le partite con distacco e rigore. Ma ricordate che a Bari ho pianto". Sir Claudio e la corsa salvezza. Con un guizzo che sabato all'ex Brianteo deve diventare certezza. Punti e sostanza, anche per abbracciare idealmente i tifosi: "Mi dicono che saranno in tremila. Noi dobbiamo fare il massimo per renderli felici. Non smetterò mai di ringraziarli, l'ho detto l'anno scorso, l'ho ripetuto tante volte: senza il loro supporto faremo davvero poco". Nella conferenza pre-gara c'è spazio anche per un grazioso amarcord: trentaquattro anni fa in quello stesso stadio il Cagliari di Claudio Ranieri batte il Monza con rete di Provitali. I punti valgono per salire in A. L'allenatore di Testaccio sorride. E incassa. Si torna al presente. "Ci siamo goduti i 3 punti presi con la Salerninata ma ai ragazzi ho detto che non mi sono piaciuti i dieci minuti in cui si è perso il focus e abbiamo subito due reti. Poi, mi è piaciuta la reazione e l'aver fatto quattro gol. La verità? Dobbiamo stare sul pezzo ogni secondo. Se siamo concentrati, con un filo logico, siamo noi. Senza, non va bene". Sulla quota salvezza, poche storie: "Servono 36, 37 punti. Ripeto, non possiamo permetterci passi falsi". Neanche gli 8 punti in quattro gare rassicurano il tecnico: "Sì, ci permettono di stare in questa posizione. Ma questa serie di partite di capisce cosa possiamo fare. Il Monza gioca bene, ha grandi giocatori. All'andata hanno giocato con il 4-3-2-1, poi cambiano. Contro il Genoa sono partiti a mille, poi hanno avuto una pausa ma sono stati capaci di ribaltarla. Ecco cosa ci aspetta"
Mentalità. IL cambio di passo ha mille ragioni, dall'Udinese al Napoli alla vittoria di Empoli. Ranieri spiega: "Ci ha reso più consapevoli. Se abbassiamo l'attenzione non siamo livelli accettabili. Ci siamo resi conto che dovevamo fare ognuno il suo e non cercare di fare di più per il bene della squadra, così si va fuori rotta. Certo, non posso rimproverarli per troppo amore, ma su corner e punizioni non possiamo abbassare la soglia di concentrazione. Io l'artefice? No, sono credibile perché dico prima quello che potrebbe succedere, gli artefici sono i giocatori. I tifosi l'hanno capito. Non è facile trovare una tifoseria che ci sta dietro anche nei momenti difficili".
Presente e futuro. "Gli infortunati? Tutti evolvono al positivo, devo vedere se e cosa posso rischiare". Ma di sicuro non sarà disponibile Gaetano. "Le mie idee? La prima è quella di centrare la salvezza, la cosa più importante per tutti e per la Sardegna. Sapete che ho un contratto che finisce tara un anno. Vedremo". Ranieri ripassa dalla trasferta di dopodomani: "Stiamo concentrati. Spesso leggo che criticate il momento dei cambi, ma sappiate che è basilare capire gli attendi per togliere uno o l'altro. Con i cinque cambi il calcio è cambiato, tutti hanno capito che sono importanti in egual misura è questo è decisivo per noi allenatori". In sala stampa partono i buoni auspici. "Oristanio decisivo? Me lo auguro. Se segna Deiola dico era ora! Ma quel che conta è non prenderli". Arriva l'inciso sul mercato: "Ci abbiamo messo troppo a mettere in pari i nuovi". Infine, parentesi fuori porta. "Non giustifico D'Aversa ma ci sono mille stress per gli allenatori. Riesco a capirlo ma non va bene, ci sono tanti ragazzi che ci vedono. Episodi simili ci sono stati anche in passato. Ricordo una sfuriata di Guardiola su un giocatore ma questo se ne era già andato. Ripeto, si capisce ma non si fa".
Claudio Ranieri, a Monza per provarci
Il Cagliari alla caccia del quinto risultato utile di fila. Out Gaetano
Mario Frongia
"Siamo all'ultimo rettilineo, ci sono in palio 30 punti, non possiamo sbagliare una virgola". Claudio Ranieri e l'avviso ai naviganti. Il tecnico mostra serenità e freddezza: "Sono fatto così, mi tengo tutto dentro, sono asettico, devo seguire il gruppo e le partite con distacco e rigore. Ma ricordate che a Bari ho pianto". Sir Claudio e la corsa salvezza. Con un guizzo che sabato all'ex Brianteo deve diventare certezza. Punti e sostanza, anche per abbracciare idealmente i tifosi: "Mi dicono che saranno in tremila. Noi dobbiamo fare il massimo per renderli felici. Non smetterò mai di ringraziarli, l'ho detto l'anno scorso, l'ho ripetuto tante volte: senza il loro supporto faremo davvero poco". Nella conferenza pre-gara c'è spazio anche per un grazioso amarcord: trentaquattro anni fa in quello stesso stadio il Cagliari di Claudio Ranieri batte il Monza con rete di Provitali. I punti valgono per salire in A. L'allenatore di Testaccio sorride. E incassa. Si torna al presente. "Ci siamo goduti i 3 punti presi con la Salerninata ma ai ragazzi ho detto che non mi sono piaciuti i dieci minuti in cui si è perso il focus e abbiamo subito due reti. Poi, mi è piaciuta la reazione e l'aver fatto quattro gol. La verità? Dobbiamo stare sul pezzo ogni secondo. Se siamo concentrati, con un filo logico, siamo noi. Senza, non va bene". Sulla quota salvezza, poche storie: "Servono 36, 37 punti. Ripeto, non possiamo permetterci passi falsi". Neanche gli 8 punti in quattro gare rassicurano il tecnico: "Sì, ci permettono di stare in questa posizione. Ma questa serie di partite di capisce cosa possiamo fare. Il Monza gioca bene, ha grandi giocatori. All'andata hanno giocato con il 4-3-2-1, poi cambiano. Contro il Genoa sono partiti a mille, poi hanno avuto una pausa ma sono stati capaci di ribaltarla. Ecco cosa ci aspetta"
Mentalità. IL cambio di passo ha mille ragioni, dall'Udinese al Napoli alla vittoria di Empoli. Ranieri spiega: "Ci ha reso più consapevoli. Se abbassiamo l'attenzione non siamo livelli accettabili. Ci siamo resi conto che dovevamo fare ognuno il suo e non cercare di fare di più per il bene della squadra, così si va fuori rotta. Certo, non posso rimproverarli per troppo amore, ma su corner e punizioni non possiamo abbassare la soglia di concentrazione. Io l'artefice? No, sono credibile perché dico prima quello che potrebbe succedere, gli artefici sono i giocatori. I tifosi l'hanno capito. Non è facile trovare una tifoseria che ci sta dietro anche nei momenti difficili".
Presente e futuro. "Gli infortunati? Tutti evolvono al positivo, devo vedere se e cosa posso rischiare". Ma di sicuro non sarà disponibile Gaetano. "Le mie idee? La prima è quella di centrare la salvezza, la cosa più importante per tutti e per la Sardegna. Sapete che ho un contratto che finisce tara un anno. Vedremo". Ranieri ripassa dalla trasferta di dopodomani: "Stiamo concentrati. Spesso leggo che criticate il momento dei cambi, ma sappiate che è basilare capire gli attendi per togliere uno o l'altro. Con i cinque cambi il calcio è cambiato, tutti hanno capito che sono importanti in egual misura è questo è decisivo per noi allenatori". In sala stampa partono i buoni auspici. "Oristanio decisivo? Me lo auguro. Se segna Deiola dico era ora! Ma quel che conta è non prenderli". Arriva l'inciso sul mercato: "Ci abbiamo messo troppo a mettere in pari i nuovi". Infine, parentesi fuori porta. "Non giustifico D'Aversa ma ci sono mille stress per gli allenatori. Riesco a capirlo ma non va bene, ci sono tanti ragazzi che ci vedono. Episodi simili ci sono stati anche in passato. Ricordo una sfuriata di Guardiola su un giocatore ma questo se ne era già andato. Ripeto, si capisce ma non si fa".
Claudio Ranieri, testa e sacrificio per continuare a lottare
Un 4-2 senza sussulti: misura e compostezza dal tecnico di Testaccio. La gioia per il gol di Lapadula e il recupero di Shomurodov, doppietta, e Oristanio. "Ma dobbiamo ancora soffrire!"
Mario Frongia
La squadra è con lui. E non c'erano dubbi. La capacità di Claudio Ranieri nel ricaricare e tenere i suoi con la testa giusta, è roba nota. Poi, a fare la differenza - specie in queste ultime gare - c'è la "bolla" creata dall'allenatore di Testaccio per proteggere lo spogliatoio dalle ingerenze societarie. E i risultati arrivano. Che poi, Sir Claudio tenga il profilo basso e mantenga garbo e contesto fa parte dell'esperienza e della buona educazione.
Le arrabbiature. Claudio Ranieri si scoccia spesso. Anche quando ha appena vinto 4-2 e dato uno scossone, dopo Empoli, al campionato rossoblù. A bordo campo, a tratti, è una furia. Braccia larga, urla, indicazioni. "Non mi piacciono i passaggi all'indietro. Cosa ho detto ai ragazzi? Vediamo di salvarci, poi scherziamo e ridiamo". Ma la vittoria rende tutto più facile. "Il modulo? Dipende sempre dall'avversario. Ma una cosa è certa: se i terzini attaccano, le ali devono prenderli. Ma oggi il guaio è stato quello di non fare mai quel che abbiamo fatto noi nel secondo tempo: pensare che sul 3-0 la gara sia conclusa". Il cenno alla classifica, con il Cagliari tredicesimo in attesa che giochino le altre impelagate in fondo, è inevitabile. "Per noi non cambia nulla. Anche perché appena pensiamo che qualcosa cambi prendiamo due reti. Dobbiamo lottare sino alla fine. La mia stizza a bordo campo? Guardate la partita o guardate me! Sulle occasioni fallite da Viola e Azzi, non vi dico cosa ho provato". In sala stampa si ride.
Strategia e recuperi. La partita e l'avversario, per Ranieri non è un qualcosa che non muta. Anzi, dalle tante partite nella stessa gara si deve trovare lucidità e concentrazione. "L'amnesie e il calo di tensione che ci ha fatto prendere due reti? Male. Ma anche prima, in vantaggio 2-0, abbiamo creato buone occasioni ma non stavamo facendo quel che avevo chiesto io". Si passa ai big, da Lapadula a Gaetano e Nandez. "Sono contento per Gianluca, l'ho tolto perché ha preso un colpo sul polpaccio, devo preservarlo. Lapadula è importante, è un leader, se non fa gol sta male. L'anno scorso ne ha fatto 25, se non segna è come se non aiutasse la squadra. E io gli chiedo anche lavoro oscuro, che fa volentieri". E ancora. "Anche Gaetano ha sentito un leggero risentimento e ho preferito richiamarlo. Nandez? L'ho tolto perché ha preso un colpo". Claudio Ranieri si gode il rientro di Oristanio e Shomurodov: "Sono recuperi importanti. noi siamo qui per combattere". Sull'attaccare in velocità la coppia Fazio-Manolas, che Ranieri ha allenato, poche storie: "Li conosco bene. Come loro studiano noi, noi studiamo gli altri. Ci arriva di tutto, statistiche e video, un altro calcio da quando ho iniziato io. La Salernitana tagliata fuori? No, sinché la matematica non li condanna, credo che possano fare qualcosa. Se fossi seduto sulla loro panchina non mi arrenderei. E se la matematica mi condannasse giocherei per il pubblico. La resa non l'accetto mai".
Cagliari, tre punti d'oro
Quarto risultato utile di file e seconda vittoria consecutiva: Con il 4-2 sulla Salernitana Ranieri blinda un pezzo importante di salvezza. E domenica trasferta a Monza
Mario Frongia
Partita chiusa. Con cuore, testa e determinazione, meno un quarto d'ora thriller nella ripresa. Il Cagliari si prende i 3 punti e inchioda la Salernitana dell'ex Fabio Liverani. Dopo i pari di Udine e con il Napoli e la vittoria di Empoli arriva il poker con i campani. In un mese che con gli scontri diretti vale metà stagione. Il 4-2 vale un'enormità in ottica salvezza. Claudio Ranieri ha avuto ancora una volta ragione. Gli ospiti sono separati dalla B solo dalla matematica. I rossoblù sono padroni del loro destino, fin da domenica a Monza. A seguire, il Verona alla Domus.
La cronaca. Due traversoni nei primi 10'? Sono della Salernitana e non dei padroni di casa. Ma gli ospiti non sono ultimi per caso e non creano problemi a Scuffet. Al 10' ecco Lapadula: rinvio di Zappa, rete con doppio dribbling del numero 9. L'1-0 è con suspense: prima Fourneau annulla per off side poi convalida grazie al Var. Per l'attaccante peruviano alla Domus c'è anche una troupe da Lima. Il match va in discesa ma il gioco latita: il lancio lungo da Mina e Dossena è la norma. La Salernitana annaspa, il Cagliari accelera. Jankto spara a lato ma era in offside. Su corner, Mina incorna, alto di poco. La palla sta poco a terra, partita da serie B. Ma, d'altronde, tra terzultima e penultima, se non si vuol dare la colpa al maestrale o alle scie chimiche, c'è da aspettarsi poco altro. Anche perché i primi undici rossoblu dal via rivelano una strategia sparagnina: Lapadula unica punta, Gaetano appena dietro. Oristanio? In panca. E Prati? Giocano Deiola e Jankto che non brillano certo per qualità. Claudio Ranieri la prende larga: è in casa, deve vincere per forza, la Salernitana è ultima e alla canna del gas ma ci va cauto. Candreva e soci provano a ragionare. Ma i traversoni sono fuori misura. Poi, ci prova Tchaouna, Scuffet devia. Il Cagliari risponde con i cross di Zappa e Gaetano, le deviazioni sfumano. L'ex Liverani - che hanno costretto dentro un abito con cravatta! - urla. Il tecnico tiene la linea alta, Manolas e Fazio sono lenti ma la tattica regge. Risponde Kastanos di testa, Makoumbou intercetta. In contropiede Nandez serve Gaetano che batte Ochoa di destro, annullato. Al 40' l'ex Napoli controlla e firma il 2-0. La Domus salta per aria. Le risposte di Candreva e Weissman sono deboli. La Salernitana ha il 66 per cento di possesso palla, gioca 218 palloni, il Cagliari si ferma a 97. ma i campani, al momento, hanno un piede e mezzo in B.
Vittoria fondamentale. Fastidio muscolare per Gaetano, Ranieri inserisce Shomurodov. Liverani risponde con Pirola per Manolas. Il Cagliari parte bene, gli ospiti boccheggiano. Nandez è incontenibile anche se paga in esuberanza. Maggiore lo ferma la limite. Sulla punizione Zappa e Deiola ciccano la palla del 3-0. Che non sbaglia Shomurodov, fuga, tiro e tap in su parata precaria di Ochoa. La Salernitana risponde con una buona manovra, poi Maggiore, Scuffet blocca. Ma nulla può su Kastanos pescato nell'area piccola da Zanoli: 3-1. Un minuto e arriva il 3-2: angolo di Candreva e Maggiore insacca sul primo palo. Rossoblù molli e con la convinzione di avere i 3 punti in classifica. Brivido per i sedicimila della Domus. L'inerzia della gara è cambiata. I bianchi manovrano e tessono, non si capacitano di ritrovarsi di nuovo in corsa. E assediano l'area di casa. Esce Weissman per Simy, Liverani ha annusato aria di remuntada. Al 20' Sir Claudio intuisce il pericolo: dentro Viola, Azzi e Oristanio per Lapadula, Nandez e Jankto. Bradaric a sinistra e Coulibaly in mezzo crescono e tengono un ritmo che funziona. Liverani inserisce Sambia per Zanoli e Gomis per Coulibaly. Poi, ci pensa Fazio. Il centrale regala la palla a Shomurodov che in due tempi batte Ochoa: 4-2. Esce Augello, ammonito, per Wieteska. La gara si incattivisce. La Salernitana accusa il colpo. Azzi impegna Ochoa, Shomurodov viene rimpallato. La Salernitana chiude con il 71 per cento di possesso palla. Il Cagliari si prende la posta, vola a quota 26 e lascia, in attesa delle altre pericolanti, la zona calda.
Enduro, a Capoterra in gara i migliori
Domenica le tenute Cantine Nuraghe Antigori ospitano la Sardinian race. Specialisti esperti su bici supertecnologiche per un viaggio pregiato tra natura, territorio, sport e tessuto produttivo
Mario Frongia
Track, Slash, Canyon, Duotts, Cube, Merida. Ma anche Canyon, Santa Cruz, Ktm Lycan, StumpJumping e Wolfking. Potrebbero essere i sopranomi di una squadra di rugby o football americano. Solidi, tosti, capaci di resistere a qualsiasi sollecitazione. Invece parliamo di bici. Superevolute, in carbonio, leghe, gomma. Sospensioni e assi di alto profilo tecnologico. Ciclismo, dunque. Meglio, sempre due ruote, con sella, raggi e freni. Ma da Enduro. Borracce e tubolari sono roba da museo. Gli specialisti dello sterrato e delle colline, bardati come i portieri da hockey su ghiaccio o quasi, vanno su missili che sfiorano in discesa i cinquanta orari. Un motivo in più per rendere suggestiva e affascinante la quarta tappa regionale del Sardinian enduro race. Domenica, giornata da leoni o meno, l’appuntamento è alle 8 all’agriturismo Baccalamanza. Ma la sveglia in casa di quelli che saranno i circa sessanta partecipanti provenienti da mezza isola, sarà messa molto prima. “No, non si tratta di tensione. Ormai ci siamo abituati. Ma è meglio esserci con il giusto anticipo” spiega Sandrino Mazzei, appassionato in sella a un piccolo grande mostro che pesa poco più di quindici chili e costa sugli ottomila euro. Gli scenari? I tracciati, su zone rivisitate che meriterebbero una vetrina puntuale e costante, si snodano in agro di Capoterra. Per la precisione, con il festoso supporto dell’imprenditore Carlo Scano, le quattro tappe in programma avranno per cornice proprio le sue tenute. Ovvero, l’oasi delle Cantine Nuraghe Antigori. Tra storia, tradizione di famiglia e una visione che sposa scelte biologiche e vini di classe. Dunque, sport e territorio. Economie proficue, fertili e rivisitate, come quelle dei vitigni e dei vini di pregio.
La regione che piace e conquista. Una Sardegna sorprendente che, a una manciata di chilometri da Cagliari, inforca le due ruote, indossa l’abito e le emozioni della festa. Condivisa e avvicinante. Curata dall’associazione CapoTrail, con il supporto di Pedroni, Maxxis, Sardinia Encuro, Topeak, Campa Bros, Ethic sport, Grimaldi lines, la manifestazione è una sorta di festival che abbraccia emozioni forti e performance sportive. La gara precedente, tenutasi sui pendii del Monte Arci, è stata dominata da Davide Longu dell’Olbia racing team. A seguire, Gianluca Cara (Olbia), Alberto Olla (Crossbike Sinnai), Edoardo Torre (Ciclobottega Sassari) e Federico Mongittu (CapoTrail, Capoterra). Ed è probabile che il terzetto sia tra i protagonisti anche dell’evento che si apre tra 48 ore. Con la supervisione dei giudici e dei cronometristi della Federazione italiana ciclismo, la Sardinian enduro race mette le luci su un’attività che si sbaglia a definire di nicchia. “In Sardegna siamo in circa cinquecento e il numero lievita. Le gare si svolgono una volta al mese con la formula dei 40 chilometri in quattro tappe in cui si affrontano dislivelli che vanno sino ai milleduecento metri. La preparazione? Se non si esce almeno tre volte la settimana per due orette ciascuna, si fa fatica” aggiunge Sandrino Mazzei. Gli iscritti non temono la carta d’identità. Per dire, sugli strappi che fiancheggiano l’azienda di Carlo Scano si sfidano bikers dai diciassette ai sessant’anni. Insomma, gara aperta. In un contesto naturalistico dalle caratteristiche differenti che scomoda tenuta, coraggio, pro positività agonistica. Il settore, con bici in carbonio e alluminio che costano da millecinquecento ai diecimila euro, si gode Monte Arcosu, Le aree attorno al Parco scientifico e tecnologico, Poggio dei pini, Monte Arci, i Sette fratelli: “Gareggiare dalle parti di Burcei è particolarmente impegnativo. Lasci la macchina e ti trovi di fronte montagne impossibili da scalare. Così come è dura anche dalle parti della caserma di Funtana Bona, ad Orgosolo”.
Un movimento in crescita. Intanto, Campidano e Gallura, con Olbia che ospita il prossimo appuntamento ad aprile, paiono le zone con più specialisti. A Capoterra le regole per salire sul podio sono quelle solite: “Vince chi fa i tempi migliori nella percorrenza delle quattro tappe. Si tratta di prove speciali, piccoli percorsi lunghi dai mille ai milleottocento metri. La somma dei tempi totali premia chi ci mette di meno” rimarca Sandro Mazzei. La curiosità? Per arrivare da un percorso all’altro c’è un’ora di tolleranza. Chi la supera incorre in penalità. La scaletta prevede verifiche e conteggi di gara, pranzetto e premiazioni non necessariamente in quest’ordine. Comunque vada, e con un sospiro di speranza per le condizioni meteo che si annunciano virare al grigio, il party è servito. E saranno applaudi per CapoTrail con gli infaticabili Feffo e Matteo in prima fila. Il brindisi? Carlo Scano non avrà dubbi: tra Spantu, Bovale, Cardile e Pedra Scritta c’è solo l’imbarazzo della scelta. E adesso, non resta che pedalare.
Claudio Ranieri: “Occhio alla Salernitana!”
“Gara molto importante. Li ho visti a Udine, vivono un momento particolare: serve concentrazione e sacrificio” dice il tecnico del Cagliari
Mario Frongia
Premessa obbligata. “Non bisogna mai mollare”. Il seguito è una sinfonia griffata Claudio Ranieri: “Quando le cose non vanno hai due possibilità: o molli e sprofondi. Oppure, non ci stai e reagisci. Ecco, i ragazzi stanno reagendo, ma abbiamo diverse insidie davanti”. La vittoria in trasferta in Toscana, il faccia a faccia con la cenerentola del campionato: “Ogni partita è decisiva, ti può dare sorriso o tristezza. Si deve dare tutto, voglio che i miei giocatori dicano più di questo non potevo fare. La Salernitana? L’Ho vista a Udine, ha giocato una bella partita, veloci, pratici, con qualità. Non si arrendono e hanno impensierito l’Udinese. Mi aspetto una gara insidiosa. Ho avvertito i ragazzi, spetta a noi fare una buona gara”. La conferenza a 48 ore dal match della Domus riannoda i fili. “La vittoria di Empoli ci ha dato la consapevolezza che se si lotta fino all’ultimo secondo si è fatto il proprio lavoro. Gli episodi in questo finale di stagione sono ancora più importanti. Sarebbe fondamentale battere la Salernitana. Ma so quali siano le insidie, attraversa un momento particolare. Si deve essere concentrati a mille. Poi, il risultato è figlio di molti episodi. Liverani? È propositivo, qui non è riuscito ma può capitare di fare bene in alcuni luoghi e in altri meno”.
Tattica e determinazione. Neanche la perfidia del regista più cinico avrebbe potuto innescare Cagliari-Salernitana. Meglio, tra Ranieri e Liverani. Quest’ultimo, esonerato nel dicembre 2022, imputato anche di colpe non sue, a furor di popolo. Sir Claudio capace di rimettere in carreggiata un club preso a +3 dai play out per la C e -4 dalle migliori otto in corsa per la A. Tanto da riportarla miracolosamente nel massimo campionato con un rincorsa pazzesca. Il calcio e lo sport, tra magie e misteri. Ma anche tanto lavoro e competenza. La ventottesima giornata è anche questo. Un faccia a faccia salvezza con i rossoblù che devono affondare gli ultimi della classe. Dopo la prima vittoria esterna stagionale a Empoli, c’è poco o nulla da sbagliare. “Adesso stiamo giocando in questa modo - una punta e due trequartisti - con alcuni giocatori in buona forma. Ma non ripudio quello fatto durante questo mio anno e più. Sono sempre sereno, questa squadra ci ha insegnato che ci prova sempre”
Sui singoli. Si parte dalla difesa: “Mina e Dossena? Della loro crescita ha beneficiato la squadra. Jerry ha dato sana cattiveria, fisicità e serenità quando abbiamo la palla. Giocoforza migliorano tutti quanti. Scuffet? Si è preso il posto e lo sta difendendo molto bene. Se siamo compatti gli arrivano meno palloni, domenica è stato bravo a neutralizzare le insidie”. Parole al miele anche per Lapadula, Luvumbo e Oristanio: “Giocatori importanti, Lapa si sta riavvicinando al gol. Speriamo che Zito possa rientrare al più presto. Oristanio si sta allenando bene, vedrò quando poterlo mettere in campo. Shomurodov e Kingstone? Possono essere tutti protagonisti. Shomurodov ha recuperato, King mi piace perché non si dà per vinto, sta facendo bene con la Primavera”. Sulla tempra, l’assist è noto: “I giocatori mi stanno dando il massimo, devo continuare con loro. Prati ha avuto una flessione ma magari sabato parte titolare. Viola? Ha tirato la carretta e sta ritrovando il suo standard”.
Amarcord e tifoseria. Claudio Ranieri fa un passo all’indietro lungo tre decenni. “Lo speravo dall’inizio di poter salvare la squadra. Sapevo che sarebbe stato un campionato difficile per noi, per questo dicevo che lotteremo fino alla fine”. Poche storie, sui tifosi: “La loro presenza non è importante, è vitale. Hanno capito che sono stati loro a spingerci l’anno scorso e sanno che solo con la loro presenza abbiamo una chance per salvarci. Per questo abbiamo fatto tanti punti in casa e meno in trasferta. E ringrazio chi ci supporta in trasferta”.
Il girone delle dannate. Dai 25 punti di Empoli e Lecce ai quattordici della Salernitana passando per i 24 di Udinese e Frosinone, i 23 di Verona e Cagliari e i 20 del Sassuolo. La giornata non risparmia il fiatone con, oltre a quello di sabato alle 15 alla Domus, gli scontri diretti Sassuolo-Frosinone e Lecce-Verona. Pare più in salita per l’Empoli a San Siro contro il Milan e per l’Udinese ospite della Lazio. Insomma, un’occasione che Makoumbou e soci non possono toppare.
"Bistecca a Empoli? No, pappa al pomodoro: siamo terzultimi"
Claudio Ranieri si gode la vittoria e scomoda le specialità toscane. Ma il profilo è basso, l'umiltà e la forza del gruppo sono gli elementi chiave
Mario Frongia
Per la prima volta in stagione gli stessi primi undici che hanno affrontato, e pareggiato, con i campioni d'Italia del Napoli. Un segno del destino? Chissà. Dopo Torino, a Empoli è arrivato il secondo clean sheet fuori casa. "Partita difficilissima, non bella, altre volte abbiamo giocato meglio senza raccogliere nulla. Nel primo tempo sofferto troppo, non abbiamo trovato gli spazi, per merito dell'Empoli. Nel secondo tempo, siamo stati più puntigliosi e determinati. Tre punti preziosi ma siamo ancora in zona retrocessione" attacca Claudio Ranieri. Dopo "i brodini" con Udinese e Napoli, ecco "la pappa al pomodoro: ho visto la classifica, siamo ancora lì. Ho detto ai ragazzi che questo sarebbe stato un mese decisivo che dirà cosa potremo fare in futuro". Cinque punti in tre partite. Il tecnico di Testaccio annuisce. "I ragazzi si sacrificano, tatticamente hanno fatto quel che avevo chiesto. L'Empoli? A buon punto, dall'arrivo di Nicola la loro marcia è cambiata. Sapevo delle loro ripartenze, ho avvisato la squadra che sarebbe stato così. Dopo un corner sono ripartiti a mille, mi è venuto un brivido!". Una questione di applicazione e testa. "Gara gagliarda, entrambe volevamo vincere. Anche se l'Empoli l'ha dimostrato di più, l'abbiamo vinta noi. Ci siamo ripresi quel che ci siamo persi in precedenza".
La ruota della fortuna. Otto formazioni nella giostra che vale la poltrona nel primo campionato italiano. Da Lecce ed Empoli a 25, fino a Udinese e Frosinone (24), Verona e Cagliari (23), Sassuolo (20) e Salernitana (14). Una coda di stagione, che dopo 27 gare, si annuncia emozionante e ad alta tensione. Sir Claudio ripassa da Luvumbo: "Si è fermato subito, speriamo sia una contratturina. Mina e Deiola stanno bene, hanno lottato e corso. Il gruppo? Non mi piace la metafora con la politica, meglio quella con il cibo. Oggi bistecca? Ma neanche per sogno, ripeto, pappa al pomodoro!". Claudio Ranieri afferra l'osso. E spiega: "Il gruppo è la cosa più importante in una squadra. Magari la risolve il singolo, ma la sostanza, e la differenza, la fa anche chi non gioca. Do a tutti il massimo dei voti". L'eurogol di un allenatore che ha qualità umane che fanno il paio con competenza e atteggiamento.
Cagliari, colpaccio a Empoli
Tre punti pesantissimi per la corsa salvezza, Ranieri ritrova un successo di squadra con cuore e determinazione. La prima vittoria in trasferta conduce con ottimismo alla Salernitana, sabato alla Domus
Mario Frongia
I 3 punti, mai visti prima in stagione lontano dalla Domus, arrivano al "Carlo Castellani-Computer gross arena". Il Cagliari operaio l'ha spuntata sull'Empoli, più tecnico ma poco abile sotto porta. Un match giocato con umiltà e attenzione. Le sole variabili in mano a Claudio Ranieri. Il balzo a quota 23 è un balsamo spettacolare. Raggiunto il Verona e lasciato il penultimo posto al Sassuolo, la giostra è apertissima. La corsa salvezza si rianima e i rossoblù ci sono. Per Davide Nicola pareva in discesa. Ma non è stato così. Sir Claudio ha costruito in maniera logica, magari sporca e battagliera, la propria partita. Stare in campi sino all'ultimo secondo, senza timori e a testa alta. In Toscana senza Pavoletti e Petagna che si sono aggiunti a Mancosu, Sulemana e Hatzidiakos, con a disposizione Shomurodov. e Oristanio. Opta per Lapadula con Gaetano e Luvumbo a rimorchio. In panca Prati, dentro Deiola. L'Empoli parte con Destro, l'ex Cerri fuori, mentre ci sono Marin e Walukiewicz. L'altro, ex, Grassi, è acciaccato. Il pallino è dei padroni di casa. Il Cagliari sta coperto. ci provano Cancellieri e Kovalenko, Scuffet non rischia. In mezzo incomprensioni Makoumbou-Nandez. Imprecisi anche Deiola e Luvumbo. Dietro si spazza. Errori in impostazione da entrambe le parti: con il Verona che ha battuto il Sassuolo, i punti pesano triplo. In due minuti, dal 15' al 17' accade di tutto: Gaetano impegna Caprile da 25 metri, sulla ripartenza palo di Cambiaghi e parata successiva di Scuffet su Maleh. La difesa rimpalla, ma si soffre. Con Mina e Dossena che cercano Lapadula con lanci di 50 metri, tutto si complica. La squadra non ha la serenità per manovrare. E forse neanche una qualità tecnica sufficiente, ma questa è storia vecchia. Al 25' Ranieri sposta Luvumbo a destra. Dura poco, anche perché alla mezz'ora un problema muscolare costringe il tecnico al cambio con Zappa. Nandez sale. L'arbitro Rapuano non ha problemi. Ma la sostanza in palleggio e personalità non cambia: la palla da dietro è sempre un piattello, utile alla difesa toscana. Augello trova un buon traversone basso, Cacace spazza. Il match è farraginoso. La parola d'ordine pare essere provare a non perderla. L'Empoli prende le fasce ma non punge. E questa sarà la sua condanna. Poi, Destro sfiora il palo di testa. Il Cagliari ci prova, la difesa azzurra non sembra invulnerabile. Si intravede un germe di azione manovrata, ma Zappa la chiude crossando in fallo laterale. Lapadula ci prova in sforbiciata, sulla respinta Jankto centra Caprile da tre metri. Ma il gioco è fermo. Altro guizzo rossoblù con Lapadula che di testa prende il tempo a Luperto e impegna il portiere di casa. Il Cagliari c'è, firma il 52 per cento di possesso palla, tira due volte, come l'Empoli. Finisce 0-0.
Vittoria super lusso. Si riparte con l'Empoli che chiede il rigore per fallo di mano di Makoumbou su cross di Cambiaghi. Rapuano aspetta il Var e indica l'angolo. La musica non cambia: Ranieri vuole stare in partita e aspettare per la zampata last minute. La tattica è rischiosa. Ma altre carte non ce ne sono. Nicola richiama Destro e inserisce Niang. L'Empoli tiene il pallino, il palleggio è solido. Ma non incide. Al 12' incornata di Walukiewicz, sì, proprio lui, paratona di Scuffet, tap in in rete di Cacace. Rapuano annulla per offside. Mentre è d'oro la rete, al 21', di Jankto che riprende una parata di Caprile su Nandez. Il Cagliari è in vantaggio. Nicola richiama Cancellieri, Kovalenko e Cacace per Fazzini, Gyasi e Pezzella. La reazione degli azzurri è perentoria. Ma dietro Dossena, che mura Niang, e soci reggono l'urto. Escono Jankto e Augello per Azzi e Wieteska. I rossoblù mettono il bus di fronte a Scuffet. Fuori Walukiewicz, dentro Cerri: da Cagliari a Cagliari. Gyasi e Niang sprecano. I contatti sono al limite, Rapuano fischia e ammonisce (Mina, Scuffet). Ranieri butta nella mischia Mutandwa e Shomurodov per Gaetano e Lapadula. Sono otto i minuti di recupero. Miracolo di Scuffet al 95' su Pezzella. La ciliegina di una torta mai così saporita.
Notarelle
La sorpresa. Se un marziano avesse dovuto esprimersi al pronti, via, avrebbe dato di certo uno sguardo alla classifica e all'ultimo trend. L'Empoli di Davide Nicola ha incamerato 12 punti nelle ultime sei gare e ne ha messo 5 sopra il terzultimo posto. Il Cagliari di Claudio Ranieri nello stesso periodo ne ha colto 2 ed è penultimo a 20 lunghezze. Facile pronosticare una vittoria della squadra di casa. Invece, va al contrario. Forse, senza mostrare un gran calcio, con una buona dose del fattore Q. Ma vincenti.
Quello che deve dare di più. "Vorrei rivedere Jankto come l'hp visto con la Samp e a Udine. deve darmi di più, lo sa". Claudio Ranieri in settimana ha tirato la volata alla mezzala ceca. IL gol partita, una perla che ha determinato un balzo di umore e convinzione per il tecnico e per il gruppo. Ma anche per i 400 tifosi accorsi a Empoli. Forza, Jakob!
Ranieri, trenta giorni di fuoco
Il tecnico avverte: "A Empoli troviamo una squadra in gran forma. Si apre un ciclo di quattro partite che diranno molto del nostro futuro"
Mario Frongia
Marzo, per il Cagliari, è una sorta di Mezzogiorno di fuoco. Con i tanti se, ma, perché che hanno contrassegnato, e lo faranno sino in fondo, l'ennesima stagione di mediocrità societaria, operativa, programmatica e gestionale. Mix che si traduce in un doppio mercato deficitario nonostante le indicazioni di Claudio Ranieri dopo la miracolosa risalita in A. E, soprattutto, nel penultimo posto dopo 26 gare, con un attacco che staziona tra i peggiori tre del campionato e una difesa nella lista nera delle cinque squadre più perforate. I numeri non mentono: 20 punti frutto di quattro successi, otto pareggi e la bellezza di quattordici sconfitte con 24 gol segnati e 47 subiti. Il calendario, dopo Empoli, riserva la Salernitana in casa, sabato 9 marzo, trasferta a Monza e il Verona alla Domus il 1° aprile. Quattro gare da brivido.
Il plauso all'Empoli. I tifosi continuano a sperare e attendono dal campo le risposte che meritano. "Marzo determinerà molto probabilmente il nostro futuro. Serve concentrazione e umiltà. A Empoli troviamo una squadra in gran forma. Con Nicola, che sta facendo un altro capolavoro dopo Crotone, Genoa e Salernitana, si è tirata fuori dai guai ed è vicina alla meta". E ancora. "In sei partite - precisa Sir Claudio - hanno fatto 12 punti. In contropiede sono micidiali, chiudono bene gli spazi e sono compatti. Servirà una grande partita”. Si passa alla tattica da attuare al Castellani: "Non ho gerarchie. L'Empoli ha giocato a tre, un 3-4-2-1 che in fase difensiva diventava un 5-4-1, ma anche, con la Fiorentina, con il 4-3-3, visto anche con il Sassuolo. Cambiare sistema di gioco è normale, stare fermi a determinati concetti non paga“.
Tra acciaccati e ripartenza. A lenire i dolori di classifica i pareggi con Udinese e Napoli. Claudio Ranieri torna sul match con i campioni d'Italia: "Il gol al 96’ di Luvumbo ci ha dato consapevolezza, sino a quel momento avevamo fatto una bella partita, di sostanza e sacrificio. Il Napoli ci ha fatto vedere cosa può fare nel recupero col Sassuolo, 6-1". Intanto, il tecnico perde Petagna, out per tre settimane: "Perdiamo in fisicità ma guadagniamo in velocità con Oristanio e Shomurodov. I gol di Lapadula? Ci siamo quasi, lo vedo determinato, è molto importante per noi, non si dà mai per vinto". Sulle scelte, poche storie: "Valuto per ciascuna gara, solo così possiamo provare a salvarci”. Inevitabile il passaggio sui singoli. "Non ho i social ma mi dicono che Deiola viene crocifisso: ha dei difetti ma a noi serve tutto e se lo gioca significa che mi serve il suo equilibrio e la sua forza. Se sbaglia un pallone non mi interessa, voglio gente che dia tutto per salvarsi. Se poi qualcuno vuole Messi o Dybala, cambi squadra" l'affondo di Ranieri. “Nandez può giocare in due posizioni, da centrocampista di centro destra e da terzino, come lo fa giocare Bielsa lo fa giocare terzino destro e anche da braccetto. Nahitan gioca e trascina anche gli altri”. Su Jankto il quadro è a metà: "Si sta riportando sui livelli che conoscevo. Trova la porta con facilità, sia a Udine che alla Samp. Spero che in questo finale ci dia qualcosa in più. Ci conto molto"