Lunedì, 12 Giugno 2023 10:22

Il Cagliari in serie A: un'opera d'arte firmata Claudio Ranieri

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Un miracolo, incredibile ma vero. Una storia a lieto fine che scomoda tante storie. Storie di uomini, luoghi, sport, partite, sudore e sacrificio. Il Cagliari che si riprende la serie A dopo dodici mesi nell'inferno della B, playoff inclusi, ha un mattatore: Claudio Ranieri. Il tecnico di Testaccio, curriculum sontuoso aperto proprio a Cagliari con la cavalcata dalla C alla A applaudita oltre tre decenni or sono, ha forgiato e riformato un gruppo senza leadership, scollato, demotivato, incapace di assumersi le proprie responsabilità. Ha ridato fiato e forza ad atleti acerbi ed esperti, magari alle prese con acciacchi e infortuni di vecchia data. Una sorta di secondo padre, abile nell'intercettare le frequenze dei suoi e di codificarle a favore del gruppo. Ha instillato lo spirito e la determinazione indispensabili per cogliere qualsiasi obiettivo. La risalita ha del fenomenale se si pensa al modo, il contesto e gli interpreti. Ranieri ha preso la squadra nel girone di ritorno, da quattordicesima, più vicina ai play out che alla testa della classifica. Una situazione orribile, figlia dell'esonero di Liverani, della cacciata dei direttori sportivo e generale, Stefano Capozucca e Mario Passetti, del trasloco alla Primavera dei collaboratori tecnici, Roberto Muzzi e Fabio Pisacane. Mosse che hanno confermato l'approssimazione, un filo di supponenza e la mancanza di un progetto. Sir Claudio ha visto, sentito e capito. Ed è andato oltre. Ha blindato da subito il gruppo, e se stesso, dalle interferenze societarie.

E, soprattutto, l'ha riavvicinato ai tifosi in modo serio, corretto, trasparente, senza secondi fini. Insomma, una piccola grande rivoluzione. Poi, ha seminato la sua dottrina, basata su lavoro, esperienza e concentrazione. Sul campo, come qualsiasi novellino, ha spostato cinesini e birilli e sgomitato in tuta e scarpette con la rosa. Ha ridato coraggio e fiducia a Lapadula (capocannoniere della B con 21 reti, 26 in stagione), Nandez e Mancosu. Ha lanciato gli Under Obert, Kourfalidis e Luvumbo. Ha trasformato Dossena, proveniente dalla C, fatto diventare portiere di ottimo livello Radunovic, ridato smalto ad Azzi e aspettato Rog e Pavoletti, autore del gol partita, e campionato!, al quarto minuto di recupero a Bari. Inoltre, ha risistemato la difesa: il reparto ha dimezzato le reti subite in pochi mesi. Ha inventato Makoumbou regista e creato una intercambiabilità proficua tra Lella, Deiola, Di Pardo, Zappa, Altare. In definitiva, un percorso utile da studiare nelle scuole di progettazione, gestione e conduzione sportiva professionistica. D'altronde, senza questo mix non si riesce a vincere i play off, con la doppia finale contro i pugliesi spinti da sessantamila tifosi al san Nicola. Ranieri è stato quel manager pulito e competente indispensabile in un club che ha mostrato più di una lacuna. la serie Aè stata ripresa in dodici mesi. Il passato va tenuto bene a mente. A partire dalla vergognosa retrocessione di Venezia, incapaci di battere i padroni di casa imbottiti di riserve e già retrocessi, con la Salernitana travolta in casa dall'Udinese. Un film horror al termine di un torneo allucinante con Semplici esonerato dopo tre giornate, Mazzarri allontanato a tre turni dalla fine con la chiamata di Agostini, Godin e Caceres fulminati in diretta tv - va tenuto bene a mente. E deve servire da monito per l'immediato futuro.

Adesso, c'è da godersi la festa. il popolo rossoblù merita di godersi a fondo la promozione. Ma il tema chiave, avvertito dai più, riguarda il futuro dell'allenatore. Innanzitutto, c'è da chiedersi quale possa essere la scelta di Ranieri. Il tecnico avrebbe in automatico il prolungamento. Ma su questo fronte è presto per capire se, dopo aver firmato un monumento sportivo ed etico impensabile cinque mesi fa, decida altrimenti. La serie A impone una profonda rivisitazione dell'organico. Il campionato delle migliori venti d'Italia è profondamente diverso dalla B e non solo per introiti, potere e visibilità. Tecnicamente occorre e si rende indispensabile, un restyling corposo e meditato. Quindi, investimenti e competenza. Claudio Ranieri il suo non solo l'ha fatto ma ha lasciato capire cosa significa essere consci dell'insieme delle conoscenze, delle buone pratiche e dei modi necessari nel mondo del pallone, più o meno dorato. Adesso, la palla è nel campo della proprietà. Dita incrociate.

 

Mario Frongia

Ultima modifica il Venerdì, 23 Giugno 2023 09:50