Mario Frongia

Mario Frongia

Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi

Il regista cagliaritano con “Il sogno dei pastori”, primo lungometraggio di finzione, nelle sale di Cagliari e Roma. Cast d'eccezione per narrare una regione feconda e bistrattata

Mario Frongia

Quel giusto mix che sposa storia, poesia, passione. E li unisce ai tanti piccoli e grandi anfratti culturali di una terra che si ritrova, oggi come ieri, a chiedersi tanti perché. Sacrifici, rinunce, diffidenza. Ma anche orgoglio e ambizioni, spesso amputate da decisioni distanti da Campidano e Barbagia, Sulcis e Gallura. Territori ricchi di energie e abnegazione. Ma da tanto, troppo tempo, vittime di angherie e colonialismo selvaggio e indiscriminato. Quasi che i sardi fossero, e siano, cittadini di serie B. Ecco perché la visuale di Tomaso Mannoni colpisce. E va a bersaglio, peraltro in un momento particolarmente complesso qual è la questione del far west energetico, dei trasporti, della sanità, della scuola. E di come questo poker decisivo ed esistenziale, sia sotto la pelle e dentro mente e cuore dei residenti. Di certo, molto più in profondità di quanti ne discettano a distanza. “Il sogno dei pastori” disegna un arco tra fiaba e commedia. Narra e incastra paesaggi, custodisce anima e fuoco di un popolo taciturno ma di parola. Il lungometraggio, esordio nel cinema di finzione del regista, vola leggero. Con Fabio Fulco, Alessandro Gazale, Astrid Meloni e Federico Saba: volti. movenze e parole che scuotono. L’intreccio tra atmosfere rurali e Sardegna contemporanea fanno da culla alla crisi del comparto agropastorale.  Con rabbia e disincanto, dialoghi severi e puntuali, il regista porta i pastori al centro del villaggio. Strozzati dal prezzo del latte, immersi in un inferno senza fine, affrontano le mille salite di un’esistenza drammatica. L'epidemia della lingua blu, ad esempio. Poi, arriva la tecnologia. Che con i social pare offrire una via d'uscita. Da qui, speranze e fantasia per eventuali soluzioni.

Lotta, tradizione, modernità. L’accento ironico di Tomaso Mannoni plana su stereotipi e luoghi comuni. Ecco Ignazio, un burbero Alessandro Gazale nei panni del pastore sardo duro e puro. Pellaccia che non cede anche se la disillusione è feroce. C’è poi Andrea. Lo scafato e truffaldino turista d’oltre Tirreno che Fabio Fulco interpreta senza esitazioni. Nel duo si inserisce Astrid Meloni - nel cast della serie Netflix “Il gattopardo”, prossimamente in onda - nelle vesti di un’Antonietta appassionata e pragmatica. “Nel Sogno dei pastori ci sono due secoli di lotte, l’attualità di uno scontro continuo con la burocrazia e la politica. C’è la rabbia del latte versato. Con l'aspetto documentaristico che stavolta resta sullo sfondo” spiega il regista. Mannoni affronta e predilige la dimensione onirica. Un intreccio narrativo che si sviluppa come una commedia classica. Personaggi inizialmente mossi da forze opposte, s’incontrano per un gioco del destino in paese, al bar, nel presente immobile della Sardegna polverosa e rurale. In sintesi, urgenze del presente per sognare insieme il modo utile a curare un processo economico malato. Tradizione e modernità che paiono fare a botte. Diffidenze, di vecchia e nuova data, più che giustificate. Ma l’analisi del regista è profonda e si spinge su territori persino inediti. Un must per chi ama il cinema di qualità. “Della commedia classica il film ha la semplicità nella quale si muovono personaggi e situazioni. L’ironia come mood, la tecnica dell’imbroglio che capovolge e risolve l’irrisolvibile”. Tomaso Mannoni prova a restituire l’incanto della Sardegna. E ci riesce. Anche grazie alle musiche di Mauro Palmas, le suggestioni della fotografia di Matteo De Angelis, la scenografia di Marianna Sciveres.

Prima cagliaritana. Sono i cinema Odissea (18 e 20.30) e Notorius (17, 19 e 21) a ospitare stasera “Il sogno dei pastori”. La prima nazionale avviene in contemporanea nelle sale di Cagliari e di Roma. Al battesimo del lungometraggio, prodotto e distribuito da Ombre Rosse Film Production e Blue Film, sostenuto da Rai Cinema e dalla Fondazione Sardegna Film Commission e con il contributo del Ministero alla cultura, oltre al regista, hanno preso parte Alessandro Gazale, Astrid Meloni, i produttori Luca Cabriolu e Andrea Di Blasio. Il film resterà in programmazione a Cagliari, per essere poi distribuito nelle sale regionali e italiane. Insomma, un bel colpo per un affresco dei Quattro mori delicato e diretto. Ottantaquattro minuti tra storia, attualità memoria griffati Mannoni. Approdato alla fiction dopo una carriera da documentarista, con una pregiata nomination ai Nastri d'argento con “The Wash”, l’autore cagliaritano è fresco di debutto al Riff, il Rome Independent Film Festival. Ma non solo. La scorsa estate è stato invitato alla Maddalena per “La valigia dell'attore” e la selezione ufficiale al festival di Richmond. Chi ha onestà intellettuale, buone intenzioni, vedute larghe e combatte per la Sardegna, sotto qualsiasi veste, farà fatica. Ma non potrà che avere la coscienza, e la fiction, a posto. 

Al Circolo militare generale Rossi, fine settimana d’eccellenza con ingresso gratuito per la prima edizione del “Sardegna Gran Tour” 2024. Trecentomila euro di montepremi per i grandi della disciplina. In sella anche i cavalieri isolani Gianleonardo Murruzzu e Antonio Meloni

Mario Frongia

 Nella terra dell’angloarabo sardo. Tra tradizione, suggestioni e quel mix di eleganza e tecnica che accompagna cavalli e cavalieri. Cagliari e il Circolo militare generale Rossi al centro del mondo. Per la prima volta nella storia del salto ostacoli in Sardegna ecco i big internazionali della disciplina con un parterre di assoluto prestigio. Da dopodomani a domenica il fine settimana si annuncia di alto profilo per appassionati e sportivi. Con innegabili rimbalzi anche per sul fronte della visibilità del capoluogo regionale, della professionalità dei militari, di un universo che ruota con orgoglio, passione e competenza attorno a cavalli di una straordinari bellezza: “Si dice che se il cavallo compie un salto non al top la responsabilità sia del cavaliere” spiega con un filo di sana ironia Sandro Branca. Il generale presiede il comprensorio di via Tramontana. Tra venerdì e domenica sarà in sella. “Un evento di questa portata accende le attenzioni di migliaia di partecipanti. Basti dire che nel nostro ultimo appuntamento abbiamo avuto circa cinquemila partecipanti e il montepremi era dieci volte minore”. E siamo al dunque. La manifestazione organizzata da EquiEvent Asd con il contributo della Regione e in collaborazione con Anac Sardegna, ha per cornice il concorso CSI4* con Course designer Uliano Vezzani. “Parliamo di uno specialista tra i migliori al mondo. A contendersi il concorso ci saranno olimpionici come gli austriaci Gerfried Puck e Christoph Obernauer,  reduci da Parigi 2024, il brasiliano Arthur Gustavo Da Silva, in sella ai Giochi olimpici di Atene 2004, il lettone Kristaps Neretnieks, in carriera le Olimpiadi di Tokyo 2020. Per l’Italia gareggiamo gli appuntati dell’Arma dei carabinieri Emanuele Gaudiano (Olimpiadi di Rio 2016 e di Tokyo 2020) e Bruno Chimirri (Atene 2004). Al via della prima edizione del “Sardegna Gran Tour” anche lo sloveno Luka Zaloznik, Emanuele Gaudiano, il cavaliere azzurro più in alto nella ranking Fei mondiale, i plurimedagliati Bruno Chimirri e Roberto Turchetto, il cavaliere dell’Esercito Simone Coata e il carabiniere Filippo Codecasa.

Luce alla e dalla Sardegna. L’evento del campo ostacoli del Comprensorio dedicato al Generale Gastone Rossi, sostiene e rafforza la cultura e le tradizioni equestri nel territorio sardo. Illustri binomi - aggiunge il generale Branca - provenienti dai migliori allevamenti dell’isola e da otto nazioni si affrontano nella categoria di Salto ostacoli CSI4 stelle”. Sul prato verde del “Campo Rossi” con l’agente delle Fiamme Oro Francesca Ciriesi, campionessa d’Italia 2022, e la figlia d’arte Elisa Chimirri. Ma saranno applausi anche per Gianleonardo Murruzzu, fresco del nono titolo agli Assoluti regionali con la Società Oristanese di Equitazione, e sul giovane talento e vice campione sardo, Antonio Meloni, cagliaritano di vent’anni. Ulteriori motivi d’orgoglio anche per Bruno Perra, presidente del Coni regionale: “Ospitiamo un concorso ippico internazionale che ci dà prestigio e ci inorgoglisce”.  Silvia Luise spiega:  “La mia famiglia è molto legata alla Sardegna. Realizzare un evento di questa portata ha comportato qualche difficoltà sul fronte dei trasporti, ma abbiamo perseguito l’obiettivo con grande determinazione e impegno. Il concorso sarà una grande festa dello sport equestre e un’occasione per far conoscere questa terra unica al mondo”. La Show director del “Sardegna Gran Tour” e co-founder di EquiEvent, associazione promotrice presieduta dal padre Giuseppe, ringrazia Regione, Associazione Arma di Cavalleria Anac Sardegna e Commissione locale Sardegna. La famiglia Luise, imprenditori veneti innamorati dei cavalli, hanno scelto l’isola come loro “casa del cuore: mio marito è sardo, mio figlio Alessandro è nato a Cagliari. Da qui l’idea del concorso in una città che diventa affascinante vetrina del salto ostacoli internazionale”.

 Domenica 13 ottobre il clou dell’evento. La kermesse si apre venerdì 11 e si chiude domenica 13 ottobre. Con cavalieri di Austria, Belgio, Germania, Italia, Lettonia, Macedonia del Nord, Slovenia e Svizzera, le gare si svolgeranno dalle ore 10 alle 17 nella Grass Arena del "Campo Rossi”, fresca di restyling. Il CSI4* è valida per la Longines ranking Fei (Fédération equestre internationale). Lo spettacolare Grand Prix, montepremi di 106mila euro, è il cuore della manifestazione. News e orari su www.equievent.it). “Abbiamo lavorato sodo per il concorso, migliorando strutture e campi. Abbiamo curato anche l’accessibilità per le persone disabili. Sono certo gli olimpionici e i grandi binomi del salto ostacoli internazionale, sorprenderanno il pubblico per eleganza e preparazione tecnica” rimarca Sandro Branca. Infine, segnalazioni per le giovani star  al “Sardegna Gran Tour”. Si va dall’atleta dell’Esercito Guido Franchi ai fratelli Francesco e Lorenzo Correddu, nati in Sardegna ma lombardi d’adozione.

 

 

Lunedì, 07 Ottobre 2024 09:08

Pareggio d’oro allo Stadium

Il Cagliari blocca la Juve, si difende con ordine, le mette paura e porta a casa un punto prezioso. Applausi per Davide Nicola: il tecnico a Torino mostra coraggio e saggezza

 Mario Frongia

 La Juve stanca per il turno di Coppa, vinto in rimonta e con l’uomo in meno a Lipsia? Una squadra terza in classifica che aveva la propria porta imbattuta in campionato? Vlahovic, Yildiz e Conceicao, tridente anomalo ma tra i più quotati della A e non solo? L’intuito di Thiago Motta, architetto di un Bologna che gioca la Champions e designer juventino obbligato a vincere e convincere? Le domande sul pareggio prezioso strappato dal Cagliari allo Stadium sono tante. Forse, troppe. Per la chimica di uno dei giochi più appassionanti del pianeta - nonostante i tanti improvvisati che pensano di entrare per il business e sanno a malapena mettere i piedi sporchi di fango sul tavolo -, dopo sette turni quel che conta e aver mostrato personalità e coraggio. Sì, il dna del tecnico. Un signor Davide Nicola. Con buona pace delle etichette (“può allenare solo subentrando” la meno simpatica) e pur tenendo i piedi per terra: c’è ancora tanto da fare e bastano tre partite storte per rivederlo sulla graticola. Intanto, i fatti. Parliamo di uno che ha difeso i suoi dopo il secondo tempo mediocre contro il Como, il poker subito dal Napoli, la sconfitta di Lecce in dieci contro undici per un’oretta. Lo stesso che non ha cercato attenuanti dopo la non-partita contro l’Empoli alla Domus. Il tecnico ha chiesto dieci gare di rodaggio. Per capire se gruppo, singoli e club fossero all’altezza del progetto. L’esame l’hanno passato in pieno solo i tifosi, encomiabili, come sempre. Nel merito, pensare, visti i precedenti, che abbia toccato palla tra rinnovi, cessioni e acquisti, è infantile. Si è fidato, voleva mettersi alla prova in una piazza allettante. Ma questo in serie A, e a Cagliari, quasi mai è stata una scelta felice. Si vedrà. Intanto, le dieci gare di fiducia se le è conquistate sul campo.

 

Tattica, uomini, mercato. A Torino fuori Luvumbo, dentro Augello. Dopo i fasti di Parma, è parsa una scelta rinunciataria, visto il quoziente di spinta degli esterni e la barriera difensiva - pur senza Bremer - dei padroni di casa.  È andata diversamente, soprattutto per la posta in gioco. Il Cagliari ha saputo aspettare, Scuffet ha usato i guanti (Koopmeiner, Vlahovic e poco altro). Ha subito un rigore dubbio: ma sia chiaro, le regole sui tocchi di mano in area sono queste. Quel che conta davvero è la chiamata Var da tutti e per tutte. Poi, alle consuete riunioni con l’Associazione arbitrale, allenatori, capitani e vice vadano a dire nel modo giusto la loro. Il bersaglio della fiera - a farla molto sintetica - è il gol. Senza, ci si diverte molto meno. Ieri, Juventus-Cagliari sarebbe finita 0-0. Confermata la diga nella tonnara di mezzo (Adopo e Makoumbou, con qualche tocco in meno e qualche verticalizzazione in più) il gruppo, chiuso dietro e lesto nel provare a ripartire, ha retto le pressioni bianconere. Obert ha chiuso tra i migliori, mentre pare un tantino indietro Zortea. Anche per Gaetano e Prati la sosta è un’ottima medicina. Ma lascia perplessi il non poter dare il cambio a Mina: dopo un’ora il centrale, autore di una prova perfetta, è a rischio. La domanda è: quali sono le condizioni di Palomino? Comunque, è meglio non distrarsi. I 6 punti in sette gare sono il bottino rossoblù, dopo quattro match in casa e alcuni scontri diretti da cui ci si sarebbe aspettato di più (Como, Lecce, Empoli). In breve, da media retrocessione. “Il nostro obiettivo è la salvezza” replica Nicola. E fa molto bene a precisarlo. Il Cagliari ha una qualità tecnica della rosa che non lascia tranquilli. Acciacchi, infortuni, carta d’identità e conseguente tenuta atletica, sono alcuni temi da tenere presente per una corsa che non lascia tranquilli almeno otto società. Viene facile tenere fuori dal mazzo il Monza attuale: Adriano Galliani a gennaio, se servisse, ha mezzi e capacità per colmare le lacune. In casa rossoblù no: perché se così fosse stato, non ci sarebbe stata la necessità di salutare in tutta fretta Dossena e Sulemana, dare l’addio a Nandez senza ricavare un euro, abbandonare Oristanio. E provare a vendere tutti i “vendibili”, per entrare senza soldi, leggasi Indice di liquidità, alla fiera estiva del compravendi. Adesso, riposo, lavoro e testa al Torino.

Cagliari in casa Juve all'ora degli spaghetti. Il tecnico, dopo la prima vittoria in campionato, taglia corto. "Vincere fa sempre bene, allo Stadium vogliamo dare il massimo"

Mario Frongia

La prima settimana con un mezzo sorriso. Il primo vero test con una grande fuori casa. La ricerca della continuità. Il Cagliari di Davide Nicola e uno sguardo che vada più a fondo delle facili apparenze. Se il 3-2 in rimonta a Parma, dopo essere stati in vantaggio, è miele per gambe e testa del gruppo, la sfida alla Vecchia Signora sul proprio terreno è un'asticella che sale. E di molto. "Mi piacerebbe fare un risultato importante" dice il tecnico rossoblù, solitamente abile e attento oratore, ma stavolta sforna un timido replay di Massimo Catalano e delle fulminee ovvietà agli ordini di Renzo Arbore in Quelli della notte. Ci sta. Lo Stadium chiede altro. La Juventus di Thiago Motta non lascia spazi, ha negli esterni e nelle imbucate, un po' come il Parma, le doti migliori. Oltre a tecnica, organizzazione, individualità, una rosa di profilo europeo. Ma il Cagliari non può partire battuto. Out Jankto, Wieteska, Lapadula e Pavoletti, domani a Torino - 12.30 Dazn - sono probabili modulo e mediana fotocopia del Tardini. Quindi, trequartista e due punte con Adopo e Makoumbou in mezzo al campo. Ma non si escludono sorprese. Che dipendono dalla condizione di Gaetano, Mina e Marin. Davide Nicola lo dice chiaro: "Mi interessa un discorso che comprenda la partita che si deve affrontare. La squadra si sta allenando bene, l'approccio è quello giusto e di questa prima fase, cancello solo la partita con l'Empoli”.

Principi di gioco. "Gli  errori da non ripetere? Il discorso è più ampio in funzione della gara che faremo. Mi piace il modo in cui la squadra si sta allenando e come ci approcciamo alle gare. Ho chiaro l’obiettivo ma richiede tempo e lavoro. Limitare la Juve? In genere, i principi di lavoro valgono per qualsiasi avversario. Ma non scordate che le situazioni di gioco cambiano in poco tempo in tutte le gare. Abbiamo acquistato consapevolezza ma su questo fronte dobbiamo migliorare nel saper leggere l’azione, occupare lo spazio, fermare gli avversari e scegliere il tipo di giocata giusta". L'allenatore dei Quattro mori è focalizzato sul bersaglio, dare al gruppo forza e spirito per stare distanti dalle ultime tre posizioni. E siamo alla Juve. "Ha qualità, è organizzata, attraversa un momento importante. Andiamo lì convinti di poter esprimere il nostro potenziale. Li abbiamo studiati, ha giocatori abili individualmente, che fanno bene entrambe le fasi. E - rimarca Nicola - non hanno mai subito gol". Una ragione in più per essere motivati. I dettagli? "Dovremo giocare tranquilli e veloci quando avremo la palla, cercare di aggredirli alti. Daremo il meglio da noi stessi".

Singoli e passato. Al Genoa Davide Nicola è subentrato a Thiago Motta, esonerato. “Ho mantenuto le mie convinzioni, il tempo porta ad acquisire esperienza nell’ambiente in cui ti trovi. Vale per gli allenatori così come i giocatori” taglia corto il tecnico. Per il resto i cenni a Prati ("In panca, sta recuperando") e Felici: “Ognuno ha il suo processo di crescita, deve completare l'adattamento alla categoria". Su Piccoli e Zortea poche storie: "Il paragone di Piccoli con Vieri lo lascio ad altri. Zortea sta entrando in forma. In genere, se un giocatore fa bene significa che il collettivo lo ha aiutato”. Si chiude con Viola-Gaetano“Nicolas stava bene, a Parma serviva uno con le sue caratteristiche. Possono giocare insieme con un modo di stare in campo diverso che non cambia lo spartito di sviluppo”. Per Thiago Motta, reduce dalla vittoria in rimonta e con l'uomo in meno in Coppa a Lipsia, pesano le assenze di Bremer e Nico Gonzalez. Ma cresce l'idea di Conceicao dal via. 

Martedì, 01 Ottobre 2024 10:27

Cagliari, sprint vincente a Parma

Prima vittoria esterna con l’addio alla coda della classifica. Fiducia, coraggio e attenzione del gruppo per un 3-2 che conduce alla trasferta di domenica con la Juve

Mario Frongia

Un balzo che in pochi si aspettavano. Eccetto Davide Nicola: “Non eravamo in un periodo delicato” precisa a caldo l’allenatore del Cagliari. I rossoblù - reduci in campionato dalla debacle casalinga con l’Empoli - hanno tirato il cazzotto che serve al momento giusto e nel luogo giusto. Il 3-2 nella coda di una partita persino bella, al Tardini con il Parma, è un piccolo grande elisir di lunga vita. Piaccia o meno alla pretattica sorridente del tecnico, i 3 punti non solo permettono di lasciare l’ultimo posto al Monza, ma conducono Piccoli e soci al sedicesimo posto. E sono la cifra di un gruppo che sa cambiare pelle. Pelle, cuore e testa. E questo, senza dubbi, è merito di Nicola. Artefice coraggioso nel cambiare modulo e nel lasciare in panca Marin, che lo ha ricambiato con un gran gol da subentrato, Deiola e Augello. Nel Cagliari corsaro in Emilia è riapparso il trequartista. Viola, un’ora di tocchi e idee, poi benzina finita. Ed ecco Gaetano, ancora lontano dai suoi standard. Ma la grande mossa tattica viene dalla tonnara di mezzo: Adopo e Makoumbou, che senza i tocchi in più sarebbe perfetto o quasi, sono stati i mediani della svolta. Pressing alto, esterni ben presidiati, continuo raddoppio e attenzione sulle prime palle. Con Luvumbo finalmente largo e Zortea riconoscibile (gol dell’1-0, tempismo e inserimento), appare un gruppo che sa cosa fare quando ha la palla tra i piedi. E anche quando passa agli avversari. Se poi Mina e Luperto difendono senza sbavature e anche Zappa raddoppia la concentrazione, ecco che c’è Piccoli a chiudere il match, pareggiato su rigore dai padroni di casa, all’87’.

 

Vittoria e sorpasso. Con 5 punti in sei gare, appena sotto la media salvezza, la macchia delle quattro gare in casa e delle sconfitte di fila, il Cagliari ha ritrovato nella notte emiliana l’assist per stare in fila. E rimettere luce nella classifica. Il grande merito va la tecnico. Fiducia in ascesa, determinazione pure. Con il tecnico piemontese che arriva alla prima vittoria stagionale prima del maestro Claudio Ranieri. “Una vittoria meritata. Abbraccio  di gruppo con l’allenatore, seguiamo Nicola” ha detto Piccoli. Squadra tonica, dunque. Per il ritiro e per la vittoria in Coppa con la Cremonese? Può darsi. Certo che il tonfo su tutti i fronti con l’Empoli non è stato da poco. Ma i rossoblù si sono rialzati. E si sono rimboccati le maniche. Voglia di combattere e personalità, elementi chiave di qualsiasi riscossa. La novità tattica, con il 3-5-2 che sta fuori per un più congeniale fronte offensivo con il falso nueve - Viola finché ne ha, Gaetano appena è al top - è l’approccio che piace. “Siamo stati bravi a tradurre in gol le tante azioni offensive” ha aggiunto il tecnico che in settimana aveva ricordato che il Cagliari è tra le squadre della A con una percentuale di tiri elevata.

 

Coraggio e ordine. “Sappiamo che ci sarà da soffrire. Ma lo faremo con coraggio nell’attaccare e con ordine nel difenderci” il mantra dell’ex allenatore di Torino, Crotone e Salernitana. Basterà? La tifoseria, ricompattata dal successo fuori casa, ci spera. Lavoro e ancora lavoro sono il menu del gruppo. Il riacquistare la piena disponibilità delle pedine acciaccate - a Parma senza Prati, in rientro, Lapadula, Pavoletti, Jankto e Wieteska - è altro passaggio chiave. Ma adesso occhio a non cadere nella trappola. Domenica allo Stadium i rossoblù incrociano la Juventus all’ora degli spaghetti. A seguire, dopo la sosta, riecco la Domus con il Torino. Ma sarebbe sciocco guardare la classifica e gli avversari. Adesso, la testa va alla Vecchia Signora. Match delicato, comunque lo si affronti. Ma se vincere aiuta a stare meglio, quel che serve è avere una fame da lupi e dimenticare il 3-2 rifilato al Parma. Davide Nicola sa cosa lo aspetta.

 

L’Università di Cagliari e una Notte da non scordare. All’Exma l’evento che ha sposato capoluogo regionale, accademia e futuro. “Siamo al servizio delle nuove generazioni e dei cittadini” ha detto il prorettore Fabrizio Pilo  

Mario Frongia

C'erano anche i Ris dei Carabinieri e la Polizia scientifica. Con tanto di slide, video, illustrazioni e oggetti tratti da indagini con al centro omicidi e rapine. Ma anche i sindaci di Cagliari e Monserrato, Massimo Zedda e Tommaso Locci, hanno partecipato a quella che un tempo non lontano è stata battezzata “Università diffusa”. Circondati da un centinaio tra ricercatrici e ricercatori. Più decine di bambine e bambini affascinate da esperimenti con l’acqua, figure cangianti, bilancini, computer, microscopi elettronici. Tra proiezioni, biglie, puzzle, cartoncini. I colori di un mondo incantato. Nel cuore di Cagliari, in una serata afosa apertasi nel primo pomeriggio e chiusasi a notte fonda. Per gli operatori coordinati dalla Direzione ricerca, uno spicchio di umile e orgogliosa soddisfazione. Sharper è stato un film interessante. Curioso, aperto, inclusivo. Adatto e trasversale alle varie anime del sociale e dei tanti che hanno voluto saperne di più. All’Exma, con l’Università del capoluogo, immersi in un piccolo grande viaggio tra le pieghe della formazione avanzata. Un mix  di sapere e conoscenza che ha incrociato la quotidianità. “Non siamo una torre d’avorio, né viviamo in una campana di vetro. Siamo vicini ai giovani e alle loro famiglie. Sharper per le nostre politiche di engagement è stato e rimarrà un fondamentale passo avanti” ha ben detto la prorettrice Ester Cois. Il filo verde trova compatto e performante lo stato maggiore dell’ateneo. I 404 anni dell’Accademia si sono librati leggeri nel cielo del capoluogo regionale. La scaletta con i talk su diritti - con gli applausi preoccupati per un tribunale in cui potrebbe svettare anche il giudice-robot! -, miniere e detriti tossici, chimica verde, informatica (hacker e bullismo cibernetico incluso!), diseguaglianze di genere, economia circolare, transizione energetica con tanto di indicazioni da tenere a mente: far partire la lavatrice alle dieci di sera non è più una genialata. In breve, nel posto giusto e al momento giusto. Anche per un progetto che ampli l’insegnamento della storia e delle potenzialità dell’isola. Portando sul tavolo, per dire, quella sarda. L’elenco delle bellezze scientifiche e la loro narrazione, è stato lungo e incoraggiante. Sharper ha messo in vetrina aspetti e dinamiche per lo più sconosciute su ambiti disciplinari variegati. Insomma, un happening genuino per la comunità accademica, i partner, gli oltre trecento tra docenti, volontarie e volontari a disposizione di un pubblico numeroso. attento e partecipe.

Slancio accademico e passione. “Sharper è anche un modo per avvicinarci ulteriormente ai nostri allievi e alle loro esigenze. La Notte delle ricercatrici e dei ricercatori serve per coinvolgere, favorire il confronto, dare forza al lavoro quotidiano, specie sul fronte della Terza missione” ha aggiunto il prorettore vicario, Gianni Fenu. “Vicinanza e attenzione per le necessità del territorio e il benessere dei cittadini, passano per l’insieme delle filiere di ricerca. Siamo strafelici per aver coinvolto così tanti cittadini e per aver offerto un pomeriggio diverso, che testimonia quanta passione sia indispensabile per un ricercatore, alle famiglie e ai tanti allievi delle scuole dell’obbligo” ha puntualizzato Fabrizio Pilo, prorettore Innovazione e territorio. “Un contesto di straordinaria vitalità, fondamentale per rafforzare l’educazione e i valori insiti nella scienza e nella democrazia” ha rimarcato la farmacologa Micaela Morelli, già prorettrice per la Ricerca  e vice presidente della Fondazione di Sardegna.

Il ring del sapere tra via Sonnino e via San Lucifero. Con un soffio di musica new wave per colonna sonora, centinaia di palloncini, maglie rosse e il brand con la civettona nera di Sharper, gli stand e le connessioni con altri dodici atenei, venerdì 27 settembre è stato pratica e teoria di un canovaccio moderno e inclusivo. Di pari passo, attuale e volto al domani. E pazienza per i 33 gradi che hanno fatto sbuffare relatori e ospiti. Negli spazi del vecchio mattatoio, proposte e percorsi multidisciplinari diretti alle nuove generazioni. Tecnologie innovative, economia circolare, clima, qualità della vita, fonti rinnovabili ed energia. Spazio anche a spigoli e meandri dell’Intelligenza artificiale. Ben accompagnata dagli interventi su sicurezza, mare, ambiente, storia, architettura. Discipline “avvicinate” con giochi interattivi, test, mini lezioni e un bel sorriso. Finanziato da Commissione Europea e Fondazione di Sardegna, l’evento ha avuto al via Inaf, Istat, Airc, ScienzaSocietàScienza, Sardegna Ricerche-10Lab, InFn, UniCa radio, Polo universitario penitenziario, Polizia e Carabinieri. Un momento che è stato sintesi e cornice di una visione solida e mirata. Con il benessere delle comunità per obiettivo. D’altronde, se l’acronimo della manifestazione (Sharing researchers’ passion for education and rights) mette in gioco conoscenza, diritti, educazione e passione, non poteva che andare così. I linguaggi utilizzati, accessibili e fruibili su vasta scala, hanno reso scienza e saperi a portata di mano. Con interessanti rimbalzi mediatici, Sharper è stata condita da apprezzati pre-eventi con visite e seminari. Di assoluto pregio, quelli dei ricercatori dell’ateneo di Cagliari in alcune scuole secondarie e ai penitenziari di Uta e Massama. Ma l’agenda pre-Notte ha offerto visite guidate alle collezioni museali d’ateneo, alle cere anatomiche di Clemente Susini e ai musei di fisica e zoologia. Apprezzati anche i laboratori per bimbi nella cornice dell’Orto botanico e le mostre dedicate all’architetto Paolo Portoghesi allestite nel museo universitario di arte e cultura contemporanea (Muacc) e nell’aula “Stefano Asili”. Queste ultime saranno visitabili sino al 22 novembre. In breve, un affresco interattivo stringente e attuale. Che non ha lasciato nessuno a terra e ha avuto un pensiero per gli ultimi, che si tratti di didattica o socialità. L’input adatto per crescere e maturare con intelligenza. E se poi si scopre, piacevolmente sorpresi, che il rifacimento del manto stradale si può fare con il guscio delle cozze, l’assist è servito. È la scienza, bellezza, si potrebbe dire parafrasando Humprey Bogart.

Sabato, 28 Settembre 2024 18:59

A Cuglieri i campioni del tiro con l’arco

A Torre del Pozzo sono stati assegnati i titoli italiani individuali e a squadre. Brilla anche la Sardegna con i club di Uras, Sardara, Torres, Nurachi e Olbia  

Mario Frongia

Tre giorni speciali. Dedicati alla disciplina che accomuna tecnica, determinazione e tanto lavoro. Poi, per quanti amano la storia e i suoi interpreti, c’è un filo che mette assieme storia e tradizioni. Torre del Pozzo, una manciata di chilometro da Cuglieri, ha ospitato i campioni di tiro con l’arco. In calendario da giovedì scorso a oggi il Campionato italiano 3D. In palio i podi individuali Under 20 e Over 20 delle divisioni Arco nudo, Arco istintivo, Longbow e Compound. Insomma, roba sofisticata e da specialisti. Ma anche quel genere di pathos che mette assieme amatori e sportivi di varia estrazione. La manifestazione organizzata dagli Arcieri Uras in collaborazione con il Comitato Fitarco Sardegna e il supporto di altri club isolani, ha visto in gara molti degli arcieri che domani partono per Mokrice. La Slovenia è la culla della rassegna iridata 3D, specialità nella quale l'Italia eccelle: il primo posto nel medagliere ottenuto ai Campionati europei 2023 di Sansicario e ai Mondiali 3D di Yankton (Usa) del 2022. 

E siamo a Cuglieri. Interrotte per il buio le sfide per medaglie di bronzo e oro, oggi è stato definito il podio a squadre Over 20 maschile. Il terzo oro a squadre dopo i successi 2011 e 2015, l’hanno messo al collo gli Arcieri Fivizzano (Bellotti, Gallo, Pontremolesi) che hanno la meglio sui campioni uscenti Arcieri delle Alpi (Lazzaroni, Seimandi, Vieceli). Bronzo agli Arcieri Tigullio (Baldini, Godano, Noceti), vincenti sugli Arcieri Costa Etrusca (De Pietro, Fani, Rossi). Tra i titoli a squadre ieri oro femminile per Sagitta Arcieri Pesaro (Donati, Giorgetti, Marcaccini), di un filo all'ultima piazzola su Arcieri Città di Pescia (Crocioni, Pennacchi, Sacchetti). Terzo gradino al trio Arcieri dell'Airone (Clerici, Desilvestri, Maffiuletti) su Sardara Archery Team (Angius, Masala, Nioi). Tricolore maschile giovanile per Arcieri Altopiano Piné (Avi, Giovannini, Maccarinelli) su Arcieri dell'Airone (Medina Cerrato, Scudeller, Tironi).  Terzo posto per gli Archi del Grande Falco (Manca, Mazzi, Romano) vincenti sui padroni di casa degli Arcieri Uras (Nalli, Onali, Pinna). Anche il tricolore femminile va agli Arcieri Altopiano Piné (Maccarinelli, Melchiori, Sitkevich) su Polisportiva Pegasus (Griguoli S., Griguoli D., Toscano) 86-77. Bronzo agli Arcieri Uras (Cotza, Delunas, Mura) che vincono 59-40 il derby sardo con gli Arcieri Torres Sassari (Figus, Pilo, Sanna). Titoli individuali Over 20. Nel Compound il campione uscente Marco Bruno (Fiamme Azzurre) conferma l'oro su Paolo Pockaj (Asd Zarja). Raffaele Gallo (Arcieri Fivizzano) terzo su Giusto Magrelli (Arcieri del Medio Chienti). Tra le donne fa il bis Irene Franchini (Fiamme Azzurre) per un punto (39-38) su Ilaria Spanu (Arcieri Uras). Bronzo per Elisa Baldo (Arcieri Decumanus Maximus) su Anna Puricelli. Nell'Arco istintivo Giuliano Faletti (Arcieri delle Alpi) vince l’oro su Luca Rossi (Arcieri Costa Etrusca). Terzo posto per Ivano Lolli (Le Frecce di S. Margherita) su Massimo Cavanna (Aga). Tra le donne vittoria di Michela Donati (Sagitta Arcieri Pesaro) su Barbara Pagliuca (Arcieri Costa Etrusca). Erminia D'Agostino (Arco Club Capri) prende il bronzo su Simonetta Graziani (Arcieri della Volpe Bianca). Nell'Arco Nudo Alessio Noceti (Arcieri Tigullio) vince il titolo su Giuseppe Seimandi (Fiamme Azzurre). Bronzo per Alessandro Morini (Ypsilon Arco Club) su Simone Barbieri (Malin Archery Team). Nel femminile la campionessa in carica Cinzia Noziglia (Fiammo Oro) si conferma su Eleonora Meloni (Arcieri Uras). Bronzo per Rania Braccini (Arcieri Lucca) su Alia Hamoude (Arcieri Virtus).

Nel Longbow Ignazio Efisio Tiana (Asd Annuagras, Nurachi) conquista il suo primo tricolore in carriera su Alfredo Dondi (Le Frecce di S. Margherita). Terzo posto di Riccardo Bergonzi (Shadow Archery Team) su Marco Pontremolesi (Arcieri Fivizzano). Tra le donne Gabriella Sabetta (Arcieri del Molise) batte Cristina Fiorano (Le Frecce di S. Margherita) con Maria Cristina Giorgetti (Sagitta Arcieri Pesaro) bronzo su Elena Garbugli (Sagitta Arcieri Pesaro). Tra gli Under 20 nel Compound scudetto per Davide Ciaccarini (Asd Puma Riano) su Mattia Corgiat Loia (Arcieri Iuvenilia). Terzo posto per Mattia Celi (Compagnia degli Etruschi) su Omar Cecco (Arcieri del Tagliamento). Martina Del Duca (Sardara Archery Team) conferma l’oro su Sofia Morari (Arcieri dell'Airone). Ginevra Seneca (Arcieri Altopiano Piné) batte per il bronzo Sara Conci (Arcieri Altopiano Piné). Sapori di Sardegna. Nell'Arco Istintivo oro per Mattia Cabodi (Hunter Archery Team) su Tiziano Piumatti (Arclub I Falchi di Bra). Bronzo a Gabriele Arras (Arcieri Torres Sassari). Oro a Ylenia Bianchi (Arcieri della Volpe Bianca) su Asia Genovese (Arcieri Sagittario). Terzo posto per Matilde Cabodi (Hunter Archery Team) su Alessandra Schiavi (Le Frecce di S. Margherita). Nell'Arco nudo Matteo Dessì (Asd Annuagras) è d'oro su Gabriele Pizzutto (Arcieri della Fenice Fvg) e Gabriele Medina Cerrato (Arcieri dell'Airone) è bronzo su Antonio Mottola (Arcieri della Stella). Tricolore di Emma Svaldi (Arcieri Altopiano Piné) su Claudia Aluzzi (Arcieri della Stella), bronzo di Sofia Toscano (Pol. Pegasus) su Marta Malacrida (Arcieri dell'Airone). Nel Longbow oro per Flavio Manca (Archi del Gran Falco) su Edoardo Pinna (Arcieri Uras), Bronzo per Thomas Casula (Arcieri Terranoa Olbia) su Alessio Tironi (Arcieri dell'Airone). Titolo italiano di Elena Maccarinelli (Arcieri Altopiano Piné) su Silvia Porretta (Arcieri delle Due Corone). Bronzo di Emma Calcagno (Le Frecce di S. Margherita) su Deborah Griguoli (Pol. Pegasus).  Titoli italiani mixed team. Over 20 Longbow. Tricolore per gli Arcieri Fivizzano (Brogi, Pontremolesi) su Sagitta Arcieri Pesaro (Giorgetti, Ambrosi). Terzo posto per Frecce di S. Margherita (Forni, Dondi) su  Arcieri Torres Sassari (Bozzi, Arca). Arco Nudo, oro per Arcieri Tigullio (Noziglia, Noceti) su Arcieri Città di Pescia (Colombo, Pennacchi). Terzo posto degli Arcieri Uras (Meloni, Bandini) su Arcieri dell'Ortica (Goldoni, Figliola).

Titolo nell’Arco istintivo per le Frecce di S. Margherita (Forni, Lolli) su Arcieri della Volpe Bianca (Graziani, Macciocca). Bronzo per gli Arcieri Costa Etrusca (Pagliuca, Rossi) su Arclub I Falchi di Bra (Bo, Panero). Nel Compound oro per Arcieri dell'Airone (Maffiuletti, Tironi) su Arcieri Iuvenilia (Matzutzi, Bruno). Terzi gli Arcieri delle Alpi (Franchini, Vieceli) sugli Arcieri Grande Milano (Puricelli, Casiello). Tra gli Under 20 - Longbow, il titolo va agli Arcieri Altopiano Piné: Elena e Daniele Maccarinelli sugli Arcieri Uras (Cotza, Pinna). Nell’Arco nudo oro arco per gli Arcieri della Fenice Fvg con Monica e Gabriele Pizzutto sugli Arcieri del Falco (Carlini, Fagioli). Bronzo per gli Arcieri Altopiano Piné (Avi, Sitkevich) sugli Arcieri dell'Airone (Malacrida, Medina Cerrato). Nell’Arco istintivo Matilde e Mattia Cabodi dell'Hunter Archery Team  vincono l’oro sugli Arcieri Uras (Figus, Arras). Nel Compound titolo giovanile agli Arcieri dell'Airone (Morari, Scudeller) su Sardara Archery Team (Del Duca, Melis). Bronzo agli Arcieri Altopiano Piné (Melchiori, Giovannini) su Francesca e Antonio Garofalo degli Arcieri della Stella.

Lapadula risolve con una zampata la sfida con la Cremonese alla Domus. A dicembre trasferta a Torino. Ma adesso testa al campionato: per la doppia trasferta a Parma e in casa Juventus passa un pezzo importante di salvezza

Mario Frongia

Comunque la si giri, vincere fa sempre bene. E sarebbe molto importante che il Cagliari vittorioso 1-0 sulla Cremonese con fatica e sofferenze, prendesse animo dal passaggio agli ottavi della Coppa Italia. Ovvero, il 4 dicembre match in casa Juve. Ma quel che più conta è aver spezzato almeno in parte la cappa di negatività, errori, amnesie e pochezza tecnica e tattica. Quel che conta è il campionato. Lunedì nel posticipo del Tardini contro il Parma non si può sbagliare. Altrimenti tutto si complica, salvezza inclusa anche si sono giocate solo cinque partite.

Rivoluzione o quasi. Ed era prevedibile: la Coppa Italia è un dettaglio nella corsa salvezza. La partita vera, con tutto il rispetto per la Cremonese, è quella di lunedì a Parma. Dal black out con l'Empoli, dal via o subentranti, sopravvivono Zappa, Azzi, Augello, Makoumbou e Gaetano. Gli 11mila si aspettavano Viola e Pavoletti. Davide Nicola ha scelto Lapadula, con fascia da capitano. Giovannino Stroppa, primo allenatore del Monza di Silvio Berlusconi, mette in campo Milanese, Moretti e Barbieri del 2002, Antov, Saro e Quagliara del 2000. Il Cagliari schiera Obert ('02), Felici ('01), Adopo e Gaetano ('00). Dieci minuti di studio, due angoli senza esito, una ripartenza per parte. Il migliore? Il portiere Saro, piedi da mezzala, cercato spesso dai compagni. Gli ospiti sono reduci dalla vittoria in trasferta a Catanzaro, i rossoblù dalla terza sconfitta di fila con l'Empoli. La prima occasione dei sedicesimi della Coppa Italia la divora Azzi, su cross di Augello e smanacciata di Saro.Il Cagliari prende coraggio ma la Cremonese è rapida, si muove a memoria, spreca poco e riparte. Zappa potrebbe far male dall'area piccola ma il tocco all'indietro non trova battitori. Applausi per un voglioso Lapadula. Il pallino dal 20' è rossoblù. Ancora Azzi in zona gol, anticipato da Quagliara. Lapagol colpisce il palo, sinistro al volo. I lombardi provano a spezzare una sorta di assedio e scappano con ripartenze ficcanti. Pickel e Antov duettano, tiro ribattuto di Majer, off side. Risponde Felici, Saro respinge. Nicola è contento a metà. Personalità e pressione si vedono. Mancano rifinitura e tiro. Intanto, Zappa mette un tracciante in area, Moretti antcipa Lapadula. La notizia? Makoumbou, aldilà dei soliti tocchi superflui, c'è. Ma la squadra da A sembra la Cremonese, quarta in classifica, con organizzazione e velocità. Bonacina di Bergamo fischi due volte. Lo 0-0 sta stretto al Cagliari.

Ripresa vincente. La Cremonese parte a mille, Majer tira, deviazione. Il Cagliari prova a ripartire. Gaetano non si intende con Lapadula, il pubblico borbotta. Sherri para a terra un destro facile di Barbieri, scuola Juve. Anche Pickel impegna il portiere albanese che risponde in bagher. Geometrie solide e superiori,quelle degli ospiti. De Luca si gira bene ma calcia alto dal limite. Segno di un predominio netto. Nicola chiama Felici e Gaetano per Viola e Piccoli. De Luca sciupa a  tu per tu con Sherri. Poi, il ribaltone: da un quasi rigore per la Cremonese la rete al 16' la stoccata di Lapadula su cross di Augello innescato da Piccoli: 1-0. A seguire, occasionissima di Lapagol, Saro impeccabile, e Piccoli, destro a lato. Il Cagliari prende fiducia. Johnsen è devastante per Adopo e Makoumbou. Quagliara impegna Sherri di testa. La reazione ospite è nitida. I rossoblù reggono. E rispondono, Zappa crossa e la palla scorre a un passo dalla riga di porta. Entrano Zortea e Luvumbo per Lapadula e Augello. Luvumbo subito in scena su disastro difensivo ospite, piattone a lato di fronte a Saro. Viola si prende la scena, mancino a giro di un filo a lato. Imbucata in off side per entrambe. Bonacina è attento. Anche Palomino su Johnsen fa buona guardia: la candidatura per partire dal via lunedì a Parma è pronta. Ancora una puntata ospite in fuorigioco, ma Sherri si fa trovare pronto. Game over e testa al Parma. Con il ritiro di Asseminello che potrebbe interrompersi.

Lunedì, 23 Settembre 2024 17:06

Dramma Cagliari!

In ritiro, ultimo in classifica dopo quattro gare su cinque in casa, tre ko di fila, bastonato alla Domus da Napoli ed Empoli. Davide Nicola paga una qualità modesta della rosa. La gestione presidenziale non riesce a imbastire un progetto che funzioni. Domani test delicato con la Cremonese per la Coppa Italia

 Mario Frongia

 Bilancio deprimente. Prima considerazione: far finta di nulla o minimizzare su un Cagliari opaco, scarico mentalmente e fisicamente, incapace di riordinare gioco, idee - almeno quelle viste nella prima ora con la Roma e nel primo tempo contro il Como - e propositività, sarebbe deleterio. Seconda considerazione: Davide Nicola ha chiesto “dieci giornate” per capire stoffa e anima del gruppo. Le merita. Terza considerazione: la presenza del patron in sala stampa - parole, cortocircuiti, amnesie -  dopo il tracollo interno con l’Empoli, visti i precedenti, non promette bene. Partiamo da qui. Tommaso Giulini si è messo in discussione o ha provato a farlo. Tono basso, lunghi minuti di considerazioni su momento, rosa, tecnico, diesse (Bonato stia in campana ancor più di Nicola!), passato, se stesso: “Devo riflettere, forse sono io il problema!”. La frase pesa. Meglio, va dritta al cuore. Ma se nel dopo Cagliari-Lazio 0-3, con Claudio Ranieri che si dimette e cambia idea solo per la vecchia guardia, con Pavoletti in testa, l’imprenditore milanese aveva detto ruvidamente, e in sintesi, che “non sono un Paperone. Se c’è qualcuno posso farmi da parte”, adesso il passaggio di mano societario, potrebbe riaprirsi. Ed è questo il punto. I si dice sono tanti, al riguardo. Dal club comprato da Cellino per 34 milioni di euro, come parafulmine per gli imminenti guai giudiziari al patteggiamento, con arresti eccellenti, e 22 milioni di euro circa di bonifiche - stando a quanto emerso la scorsa estate da un’ispezione delle Guardie forestali, ancora inevase -, fino al delirio di poter giocare da protagonista sul tavolo del pallone che conta, grazie alla cessione di Barella. La mezzala, tirata su dalla scuola calcio guidata da Gianfranco Matteoli, ha esordito in Coppa Italia con Gianfranco Zola e in serie A con Gianluca Festa, monumenti del calcio sardo. Un trio ben “venduto” alla tifoseria. Ma, in breve tempo, cacciati senza appello. Ci sarebbe anche l’iter legato allo stadio da rifare. Per il centenario, inserita tra le promesse del 2014. Per ora è meglio lasciar correre.

Una storia già vista. Fin dal via, con Zeman in panca e Marroccu diesse, le cose sono sempre state in bilico. Allenatori, direttori sportivi, staff tecnici, direttori generali, uomini chiave e immagine, come lo stesso Zola (senza scordare, per dire, Stefano Filucchi, Daniele Conti, Alessandro Agostini e Giovanni Rossi!), il detentore del record di punti in A, Massimo Rastelli, e decine di risorse interne e del settore giovanile che hanno salutato con eleganza senza voltarsi. O sono state accompagnate alla porta, in una giostra di avvicendamenti quasi sempre slegata da quel che hanno dato e offerto ai colori sociali. Si dirà, capita ovunque. Nel calcio-business non si fanno prigionieri. E il rispetto  delle persone - basti pensare alla vicenda Roberto Montesi, licenziato senza giusta causa, rientrato al lavoro su ordine del giudice, provvedimento impugnato dal collega giornalista da decenni nell’ufficio stampa del Cagliari, tuttora in attesa di sentenza - è pratica che pare poco nota ad Asseminello. Turn over, spogliatoi spesso roventi e risultati conseguenti che il campo ha ormai cristallizzato: la squadra inanella esoneri e salvezze a fil di sirena, con esoneri, ingaggi e contratti esorbitanti. Il tutto pare privo di un progetto, o almeno di uno schema base. Qualcosa che funzioni? Il marketing. Al sodo: nel dopo Ranieri parlare di giovani da affiancare alle chiocce è un azzardo. Oristanio, e altri, forse valeva il rinnovo. La storia anche recente è impietosa. Dopo il primo miracolo - dal quattordicesimo posto in B, con Azzi e Prelec come rinforzi decisivi per risalire!, quinti ai play off e il prodigioso fattore Q a Bari - a sir Claudio era stato promesso un mercato per una serie A tranquilla. E si è visto! Al tecnico romano il patron ha attribuito anche l’ok sui due centrali stranieri, rivelatasi fallimentari tanto che non sono riusciti a cederli, e delle punte da doppia cifra, Shomurodov e Petagna: 4 gol in due. E anche in A, con la leggenda Leicester che da subito avrebbe preteso la distanza di Giulini e del suo cerchio magico dal gruppo squadra, la sofferenza è stata atroce. Poi, anche per la passione dei sedicimila della Domus, e avversarie più deboli, la salvezza. Per un punto e a una giornata dalla fine.

 

Occhio al campionato. Adesso, dopo il frontale delle tre sconfitte di fila dopo quattro partite in casa su cinque, dei 2 punti in classifica, di un gol fatto e otto subiti, di una squadra che dopo l’avvio aggressivo voluto da Davide Nicola, si è sgonfiata e si ritrova ultima, le nuvole sono nere. Intanto, la rosa. Anche il tifoso più distratto rileva l’assenza di una punta esperta e prolifica, di un “braccetto” di destra e di un mediano, viste le cessioni di Kourfalidis e Sulemana che, con il flop clamoroso e datato di aver perso Nandez a zero euro, hanno evidenziato una qualità tecnica complessiva che in queste prime gare non è parsa all’altezza del torneo. I rinnovi di Lapadula, Mina e Viola e la chiamata di Palomino, grondano acciacchi, autonomia limitata e una carta d’identità piuttosto pesante. E dei quattro per ora ha trovato spazio dal via solo il difensore colombiano. Ma anche il tira e molla estivo su Scuffet e Wieteska, la corsa a Gaetano, preso all’ultimo e con addosso l’assurdo compito di salvatore della patria manco fosse Messi!, sono parse mosse a sé stanti. Il Cagliari, anche per una gestione economica discutibile (il monte ingaggi da prime dieci della classe, dagli stipendi esorbitanti di Godin, Asamoah, Mazzarri, Pereiro, Petagna e Shomurodov, tra i tanti), senza ovvie iniezioni di denaro, ha un Indice di liquidità che ha bloccato e blocca il mercato. Un altro dente che duole. Ma come dice Antonio Conte se hai dieci euro in tasca non entri in un ristorante stellato da cento euro a persona. In sostanza, si balla. Anche con almeno tre cambi, da programmare per gennaio, nella speranza di arrivarci con un gruzzoletto di punti incoraggianti per la salvezza, i rischi sono enormi. Ed eccoci a Davide Nicola. Che ci siano scelte del tecnico discutibili - l’impiego spalle alla porta di Luvumbo, il modulo che pare scansare il trequartista, Deiola titolare eterno a conferma della condizione precaria di Adopo e Jankto, la ricomparsa contro l’Empoli di Makoumbou, male - sono visioni dubbie. Come sempre, dal divano e dalla tribuna tutto pare semplice. Intanto, la ruota gira. Dopo la strapazzata dell’Empoli, tutti in ritiro per ordine del patron. La sensazione è che, come accade ovunque, la partita di domani alla Domus - 18.30 - in Coppa Italia contro la Cremonese, sia un primo spartiacque. Per il destino del club, per la risposta che darà il gruppo, per l’allenatore. Tra l’altro, chi vince trova la Juve, ovvero un bel po’ di soldini da portare a casa comunque vada. Dopo la Coppa si va a Parma, a seguire a Torino contro la squadra di Thiago Motta. Inutile dire quanto Nicola si giochi la panchina in queste tre settimane scarse. Tra i prezzi da pagare per aver accettato la sfida con una dirigenza, spesso invadente, e forse con poche risorse. Più una rosa con qualità tecnica complessiva che si sta rivelando inadatta al campionato. I tifosi incrociano le dita e contestano (la Nord ha rispolverato anche i coretti sul presidente). E la giostra con gli eventuali sostituti è in moto. In attesa che Giulini precisi dove si va a parare.      

Venerdì, 20 Settembre 2024 20:01

Cagliari, tracollo con l'Empoli

Terza sconfitta di fila alla quarta in casa dopo cinque gare. I toscani dominano e affondano con due gol un gruppo lento, impacciato con qualità tecniche che non sembrano all'altezza della categoria. A seguire le trasferte a Parma e con la Juve. Intanto, la Domus fischia, la Nord sbeffeggia il presidente Giulini

Mario Frongia

Alla Domus passa anche l'Empoli, 2-0. E la Nord insulta il presidente Giulini e la squadra. Ci sta. Se con il Napoli si pagava il dazio ai campioni di Conte, stavolta c'è poco da cercare alibi. Il Cagliari ha una rosa inadeguata. Se cinque partite, quattro in casa, sono poche per giudicare, sono comunque abbastanza per capire che le criticità sono tante, profonde e di vecchia data. Centravanti e regista cercasi. Magari con un esterno di destra come si deve. E magari si rischia che a pagare sia Davide Nicola e non un mercato, applaudito dai cortigiani, palesemente insufficiente. E adesso, ci sono le trasferte a Parma e a Torino con la Juventus. Mala tempora.

Senza nerbo. Zortea c'è, Gaetano no. I primi undici di Davide Nicola partono ancora una volta senza le due risorse più quotate. La sorpresa? Makoumbou dal via. Roberto D'Aversa schiera una squadra che sa cosa fare della palla, distanze giuste tra i reparti, un correre con intelligenza. L'avvio è degli ospiti. Determinati, con le idee chiare, smaliziato. Cagliari timoroso e senza cuore anche sulle prima palle. L'Empoli accelera. Nei primi 15' si procura un angolo, su questo e su altri traversoni da Mina a Scuffet si percepisce incertezza. Male. Il pubblico (15.225) si spazientisce. Quando Augello batte una rimessa e la dà senza pressioni particolari ai toscani, arrivano i primi fischi. La Domus si scalda per una sgommata di Luvumbo. Ma ci si chiede: l'angolano ha sempre dato il meglio se gli dà spazio sulle fasce per poi accentrarsi. Farlo giocare spalle alla porta pare un regalo per gli avversari. Ma Davide Nicola sa il suo, diamogli fiducia anche perché la rosa è quella che é. Intanto, l'Empoli crea pericoli con Colombo, Ismaili e Gyasi. Si sveglia Zortea, cross teso, corner. Risponde Henderson, punizione dalla trequarti, Scuffet esce di pugno. Rossoblù episodici e deboli sulle seconde palle. Empoli tosto e sicuro anche nella manovra. La novità? La linea alta della difesa, con Luperto alla guida. Per stare agli ex, opaco l'avvio di Marin, Zappa, Deiola e Makoumbou. Intanto, la squadra di D'Aversa spreca ma è sempre in controllo. Il Cagliari si affida ai lanci e alle ripartenze di Luvumbo con Piccoli a spizzare palloni. Poco per provare a vincere la prima partita di campionato, dopo due sconfitte e due pareggi, alla quarta partita in casa nelle prime cinque. Al 32' l'Empoli passa. Mina lancia lungo, palla dei bianchi, passaggio filtrante di Anjorin, piattone sìnistro rasoterra di Colombo a tu per tu con Scuffet: 0-1. Da non scordare che l'anno scorso dal Monza hanno preso Petagna e non il promettente classe 2002. La reazione è blanda e macchinosa. Eppure, l'Empoli non ha la qualità e le individualità del Napoli. Scatta Luvumbo, Vasquez intercetta. Deiola ha una pallagol, tira debole e centrale, Vasquez respinge. Ma Sozza ferma il gioco per un fallo precedente. Si chiude con due angoli rossoblù. Sul secondo la prende Mina di testa, debole e centrale. Il primo tempo racconta di un gruppo che va a corrente alternata, balla in difesa, non filtra e limita, costruisce ed è prevedibile in mezzo, ha difficoltà a tirare. Se non si prende una seconda palla che sia una con l'Empoli dove si spera di andare?

Caporetto rossoblù. L'aria non è leggera e tenderà ad appesantirsi. Alla Domus la sensazione di un Cagliari con poche qualità tecniche è sempre più pesante. Davide Nicola riparte con Pavoletti, fuori Makoumbou. Il bersaglio? Giocarsela con i cross per il centravanti di Livorno. Tre minuti e arriva il raddoppio dell'Empoli con Esposito, tiro, parata di Scuffet, palla recuperata tra una difesa di marmo e rete. Fischi. Dalla tribuna chiedono di Claudio Ranieri. Ma il sir sapeva quel lo aspettava ed è scappato via. I rossoblù reagiscono con poca precisione. Ci mettono l'anima ma non basta. In serie serve qualità. Ci prova Luvumbo, alto. Al 15' Azzi e Viola in campo per l'angolano e per Augello. Pavoletti ci prova, girata alta. Neanche Zortea cresce. L'Empoli cerca di sterilizzare il match. Nicola si sbraccia. Richiama Marin e mette in campo Gaetano. Un minuto e l'ex Napoli ha l'occasione sottoporta. Ma in acrobazia la mette alta. D'Aversa richiama Grassi e Colombo per Cacace e Solbakken. L'Empoli, dopoun batti e ribatti, mette dentro il 3-0, Sozza annulla per offside. Entra Lapadula per Piccoli. La palla va da Scuffet, il pubblico fischia, la curva richiama gli attributi. Esposito sfiora l'incrocio con una sassata. Il Cagliari cerca l'arrembaggio. Ma non paga. Entrano De Sciglio e Pellegri, mica male averli in panchina. Si gioca fino al 95'. Gaetano sfiora la rete con Vasquez che salva il tocco sulla linea di porta. Tira Azzi, in curva. Da due angoli nascono altrettante mischie ma la stoccata non arriva. L'Empoli si prende i 3 punti - momentaneamente terzo in classifica con 9 - il Cagliari è sempre penultimo con 2. E potrebbe stare da solo in fondo alla serie A.

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