Mario Frongia
Giornalista - consigliere nazionale e comitato di presidenza Ussi
Storia e nobiltà, tra Campidano e Trexenta
Mandas, dalla letteratura al Trenino verde
Il festival nel nome di D. H. Lawrence e di una comunità tenace e operosa
Mario Frongia
Cagliari. Una Sardegna viva ed energica. Con e nelle sue storie, ricche di pathos, umori, luoghi unici. Una terra con un bouquet prezioso, da preservare e divulgare. Mandas, ad esempio. Citato dallo scrittore britannico David Herbert Lawrence nel suo "Sea and Sardinia” del 1821, il centro al confine tra Campidano e Trexenta colleziona e custodisce gelosamente il passato. Da "L’amante di Lady Chatterley” alle pallonate di Renato Raccis, ai premi e alle ricorrenze che coniugano la febbrile e operosa quotidianità dei residenti, la visione e la propositività del sindaco, Umberto Oppus, e della giunta. Passaggi in bianco e nero, emozioni a colori. Dall’esaltare il concittadino, terzo goleador sardo in serie A dopo Virdis e Zola, al Trenino verde. In un fecondo e condiviso incrocio tra generosità e accoglienza mostrata dalla comunità. I muretti a secco descritti da Lawrence ci sono ancora. Agricoltura e allevamento sono tra i capitoli chiave del paese. Ricordato, nell’antichità, come una sorta di casello tra Cagliari e Olbia. Oggi, attenzioni meditate ai numerosi stranieri decisi a godersi tempo libero e anzianità non troppo lontani dal capoluogo. Ma, al tempo stesso, attratti da genuinità dell’enogastronomia, tradizioni culinarie e profumi della campagna e delle colline mandaresi. Una piccola grande oasi con alle spalle il Giudicato di Cagliari e di Arborea, i pisani e gli aragonesi. Quindi, il Ducato di Mandas, siamo nel 1614, e il duca Pietro Maza de Carroz, inviato dal re di Spagna. Poi, le solite corride tra casati sino al crollo del feudalesimo. Siamo nel 1839. Poco meno di duecento anni fa. Una buona ragione per sostenere le attività di rivisitazione, celebrazione e visibilità curate dal primo cittadino e dal suo team. Con il giovane scrittore Matteo Porru che ha portato a casa il premio speciale della quindicesima edizione del “D.H. Lawrence”. L’evento ha chiuso il Festival della letteratura di viaggio 2023 dedicato allo scrittore anglosassone. Organizzato dalla municipalità con Regione, Consorzio Costa Smeralda e Arst, il premio è una sorta di cornice alle attività volute e supportate dal comune. Sul riconoscimento a Matteo Porru, poche storie: “Per la diffusione dei valori umani e l’altissima statura culturale, espressa magistralmente attraverso le pagine “Il dolore crea l’inverno”, grazie ai quali nel corso di quest’ultimo anno è riuscito a diffondere nel mondo, lottando contro i soprusi ai danni dei più deboli, la forza del proprio talento e l’elevato profilo morale” ha letto il primo cittadino. Umberto Oppus, durante la cerimonia conclusiva ha ricordato il titolo della manifestazione: “La bellezza. Mandas incontra la Costa Smeralda”. Il motivo? “Il territorio della Costa in Gallura ha fatto parte del Ducato di Mandas”. Ma non è tutto. Il premio Lawrence per il giornalismo è andato al capo dello sport dell’Unione Sarda, Enrico Pilia, e quello per la Letteratura alla scrittrice, Virginia Saba. “L’obiettivo del Festival? Sensibilizzare l’opinione pubblica regionale e nazionale sul tema del viaggio e, soprattutto, il Treno storico dove, nel 1921, viaggiarono lo scrittore inglese e la moglie Frieda. Non a caso - sottolinea il sindaco - il Premio Speciale l’abbiamo consegnato durante il viaggio del Trenino da Mandas a Laconi”. Proprio sulle due carrozze Bauchiero, al gran completo tra turisti e amatori, Matteo Porru ha ricevuto il riconoscimento che “ha simboleggiato l’esigenza del forte connubio tra letteratura e Treno storico. Siamo lieti di aver ospitato una rassegna di grande impatto culturale che ha arricchito l'offerta turistica di Mandas e del territorio. E ha generato ricadute positive sull'economia dei territori attraversato dalla ferrovia” ha aggiunto Umberto Oppus. Alla feste nella festa hanno preso parte ospiti di rilievo: dal giornalista e divulgatore tv, Roberto Giacobbo, a Carmelo Abbate opinionista di Rete 4 e Canale 5, Emilio Casalini, ideatore e conduttore su Rai 3 di “Generazione bellezza”, Maria Cristina Bigongiali, inviata di “Porta a porta”. Nel parterre anche la scrittrice Ada Lai, il già direttore della Banda della Brigata Sassari, Andrea Atzeni, e l’archeologo Pierluigi Montalbano. In fondo, il dolce. Mandas e i suoi ospiti hanno festeggiato l’istituzione della Fondazione del Treno storico della Sardegna. La Fondazione è stata approvata di recente dal Consiglio regionale della Sardegna. Un passaggio che, per la prima volta, vedrà finalmente i Comuni protagonisti. Cin cin.
Ranieri amaro: "Timorosi e sbagliato troppo"
“Siamo stati timorosi e sbagliamo troppo”
Claudio Ranieri commenta con onestà la terza sconfitta. “Atalanta nel momento top, noi meglio nel secondo tempo. Ora, testa al Milan”
Mario Frongia
Onesto, com’è da sempre nel suo dna. Onesto e dispiaciuto. “Le idee i ragazzi le hanno ma la velocità di esecuzione è totalmente diversa dalla serie A alla B. Dobbiamo capire di essere in serie A: in B le giocate possono andare bene, in A le intuiscono e sbagliamo ancor troppo. Se poi hai paura il quadro è chiaro”. Claudio Ranieri non si nasconde. Il suo Cagliari è questo. Ci prova con l’abito sbarazzino di un 3-5-2 molto leggero sugli esterni e in marcatura nel primo tempo e torna all’antico nella ripresa. Il risultato però non cambia: la sua squadra non sa vincere, è molle nella tonnara di mezzo, fa una fatica tremenda non solo a segnare ma anche a costruire occasioni da gol. L’Atalanta, questa Atalanta, a tratti è parsa in giocabile. Ma non può essere un alibi. Il campionato non aspetta. La salvezza nemmeno. “La squadra nel primo tempo mi è sembrata timorosa, anche se l’Atalanta è partita davvero forte: un rullo compressore, De Ketelear e Loockman sono in gran forma. La squadra è in un momento d’oro. Però, nel secondo tempo - dice sir Claudio in tv - abbiamo perso il velo di tristezza e paura. E abbiamo preso le redini della gara andando vicino al gol. Sì, meritavamo qualcosa di più ma il 2-0 ci ha piegato”.
Carattere, qualità e sofferenza. “Sappiamo che dobbiamo soffrire e continueremo a lottare. Per ora ci teniamo stretti i 2 punti in classifica, dobbiamo prendere fiducia nei nostri mezzi e cercare una vittoria” dice l’allenatore rossoblù nel dopo gara. La sbornia negativa è pesante? “Mi auguro che questo avvio negativo non pesi. L’ho detto a tutti, anche ai tifosi, che saremo andati incontro a molte libecciate. In B la velocità di esecuzione va bene, in A gli avversari capiscono prima cosa vuoi fare. Ma troveremo la nostra matassa, pian piano e con meno timore. Io un aggiustatore? No, devo aiutare questi ragazzi a crescere, hanno fame, corrono come dei pazzi, forse anche troppo, e dovrebbero farlo meglio. Danno tutto, non posso rimproverare loro nulla”. Da esperto motivatore funzionale. Capace di sostenere e supportare, speie i più giovani. “Ai ragazzi dico proviamoci sempre. Abbiamo bisogno di una vittoria per far capire che ci siamo. Non possiamo dare un tempo all’avversario, leviamoci da subito la paura”.
Infortuni, assenze, vecchi vizi. “Preoccupato? No. Non ho avuto a disposizione Mancosu, Pavoletti e Lapadula, che sta guadagnando tempo. Pian piano lo rimetteremo con la squadra. Spero a fine ottobre ma non voglio mettergli fretta”. Tra gli assenti a Bergamo - oltre a Capradossi, Pereiro e Desogus e lo squalificato Wieteska - anche Jankto e Di Pardo. Un Cagliari con i cerotti. Out Rog e Mancosu (strano il suo rientro in panca con l’Udinese e la sua mancata convocazione a Bergamo, ndr), il tecnico ha rispolverato Obert e Viola. Intanto si volge lo sguardo al Milan. “Domani ci alleniamo e valuteremo. Bisogna mettere in campo chi ha la forza di correre per tutti i 90′ o che possa dare una mano dalla panchina”. Momentaccio. “Cosa ci serve? Lavorare dappertutto, nel recupero e nella testa. Sapevo che la prima parte del campionato sarebbe stata tremenda, non mi aspettavo nemmeno i 2 punti in questa fase del campionato. C’è da pagare dazio all’inizio e lo sapevamo”. Con l’Atalanta primo tempo con un 3-5-2, che si rivela troppo leggero (tra Hatzidiakos e Obert, non si sa chi balla meno). Poi, si torna a quattro. La sensazione è nitida: la squadra soffre, ha difficoltà a creare occasioni da gol e, se puntata, cede campo, e corsie (il 2-0 di Pasalic con Zappa e Dossena inguardabili) agli avversari. E il testacoda riprende. La classifica dopo cinque turni - e un calendario impietoso - sarebbe stupido se mettesse paura. Ma il tema comincia a scaldarsi: questo Cagliari del miracolo Ranieri ha forze, qualità, organico e mentalità per difendere l’insperata risalita? Nonostante uno dei più quotati allenatori europei, per riuscirci serve anche altro. C’è tempo. La tifoseria deve pazientare e soffiare sul gruppo.
In attesa del Diavolo. “Mi aspetto un grande avversario, il Milan lotta per lo scudetto e vuole tornare in corsa. Sarà una grande battaglia”. Alla Domus andranno ribaltati i numeri. A Bergamo zero tiri in porta, sei nelle precedenti quattro partite, il dato peggiore di tutta la serie A. Il problema, almeno quello principale, del Cagliari è ancora l’attacco asfittico. Poi, ci sono state le sfasature dietro e in mezzo. Un insieme di criticità che sintetizzano il penultimo posto con 2 punti e una rete dei rossoblù. E neanche la traversa colpita da Oristanio incoraggia. Insomma, con l’Atalanta si è andati a sbattere. I bergamaschi hanno dominato nel primo tempo, poi la stanchezza di Coppa e il baricentro alto urlato da Claudio Ranieri hanno permesso al Cagliari di cercare il pari e di stare in campo con la testa giusta. La prova è stata incoraggiante dal punto di vista dell’approccio e della ricerca della giocata. Ma Claudio Ranieri porta a casa indicazioni da pesare con cura. Però, da qui a mercoledì notte, alla Domus con i rossoneri, ci sarà da sudare freddo. Claudio Ranieri incoraggia: “Servono punti per dare ai ragazzi consapevolezza e fiducia. Dobbiamo essere sereni e lottare. La sconfitta brucia, meno se hai dato il tuo meglio”.
Atalanta-Cagliari, le indicazioni di Sir Claudio
Cagliari, a Bergamo per combattere
Claudio Ranieri lancia i suoi. “Con l’Atalanta da anni non è mai facile per nessuno. Chi gli leverei? Gasperini”
Mario Frongia
Il Cagliari che in otto giorni va a Bergamo dall’Atalanta, riceve il Milan mercoledì alla Domus nell’infrasettimanale e vola a Firenze per il posticipo di lunedì 2 ottobre, ha di fronte una serie di montagne da scalare. Differenti per qualità tattica, condizioni psicofisiche e ambientali. Per Claudio Ranieri l’incipit è obbligato. “In corpo abbiamo tanto. Certo, il dispendio di energia è molto alto, valuterò per ciascuna partita, parlando con i giocatori. Sono validi anche perché mi dicono quando hanno dato tutto. Ho dei ragazzi responsabili e questo mi tranquillizza”. Il tecnico pesa parole e concetti. Dopo quattro gare, i due punti e un gol all’attivo le cautele sono obbligate. Il cuore della tifoseria va sollecitato. Ma senza esagerare, il campo è arbitro crudele. La serie A, dunque. “Non siamo ancora al 100 per cento con gli attaccanti, questo è un motivo importante. Il campionato? La A è cambiata. Tutti giocano per vincere, in tanti partono da dietro. Per fortuna che l’Atalanta gioca diretta come piace a me. Ci sono varie filosofie e questo è un bene per il calcio italiano, per gli allenatori e per i giocatori. Diverse squadre giocano in maniera simile, il Torino, il Verona dove c’è la traccia di Juric e Tudor. Ci sono formazioni figlie di Gasperini”. La battuta, accompagnata da un sorriso, arriva perfetta: “Chi toglierei all’Atalanta? Gasperini. Ho rivisto una splendida Atalanta, è un rullo compressore. Il tecnico sta facendo stagione meravigliose, gli faccio i complimenti”. In conferenza, sul test di domenica alle 15, Ranieri la prende larga. “L’idea è quella di giocare sapendo la forza dell’avversario, dobbiamo fare una partita perfetta per venire fuori da quello stadio con punti. Il modulo? Dietro posso giocare a tre o a quattro. Non è che il sistema non mi affascina, è che perdo un uomo a centrocampo. E sapete che non sono appassionato di sistema di gioco. Mi adatto a quello che vedo nella partita”.
Dalla difesa all’1-1 con l’Udinese. “Se ripenso al fallo di Wieteska che gli è costato il doppio giallo, dico che quando si spende un cartellino così, va bene. Alcune volte ci sono situazioni in cui viene tollerato o meno, e in quella non si poteva. È stato giusto così”. Sir Claudio, flemma e competenza. Un cuoco stellato, abile a predicare lavoro e pazienza. E a mettere in tavola quel gli hanno dato dalla fureria. Quindi, i singoli. Con una mezza buona notizia: “Recupero Petagna, si è allenato con noi anche se parzialmente. Ma non avrò Mancosu che sta cercando di ritrovare la condizione”. Un Cagliari ancora incompleto. Con i primi undici da amalgamare per un test ad alzo zero. E non solo per via della sconfitta rimediata dall’Atalanta a Firenze con i viola, vittoriosi 3-2.
Sui singoli. Sir Claudio indica la rotta. Ma tiene tutti o quasi in sospeso “Prati in campo a Bergamo? Con l’Udinese ha fatto bene ma aspettiamo. Devo fare la riflessione sulla mia squadra e su quella avversaria. Cercherò di mettere i giocatori idonei a quel rullo compressore”. Il messaggio è nitido. Esperienza e chili cercasi. In attacco il flash è poco incoraggiante. “Lapadula? Spero per fine ottobre di averlo a disposizione. Ha una grande determinazione nel recuperare il prima possibile. Su Luvumbo, dico sempre che è tutto merito dei giocatori. Ha delle potenzialità, è nel suo ambiente, c’è tutto di lui in quello che si vede in campo”. Dal fronte offensivo alla trincea. “Hatzidiakos è un ragazzo molto attento, piano piano capirà ancora di più il campionato italiano e ne sono sicuro perché è un ragazzo molto intelligente”. Nella tonnara di mezzo considerazioni che ricalcano un percorso preciso: “Deiola ha avuto gamba negli inserimenti ma non ha fatto gol. Makoumbou è il solito macinatore di palloni”. La sensazione? Pur con le pregiate e note doti da alchimista, l’allenatore rossoblù sta cercando una quadra. Ma stenta a trovarla in un roster che pare avere tante caratteristiche ma poche certezze. Tecnica ed esperienza bastano sino a un certo punto. Altrimenti Viola sarebbe in campo dal 1’. Adesso occorre passo, mestiere, attitudine ai ritmi della A, quel genere di spirito di sacrificio che aiuta a superare i momenti più duri. Insomma, benvenuti in uno dei cinque campionati più feroci al mondo. A Bergamo, modulo o meno, servirà un Cagliari perfetto.
Un punto che lascia l'amaro in bocca
Ranieri: “La strada è quella giusta”
Sir Claudio promuove i suoi per il pari con l’Udinese. Ma la classifica è deficitaria. E adesso si gioca con Atalanta e Fiorentina, fuori, Milan e Roma in casa
Mario Frongia
Il palo di Luvumbo, le occasioni, specie la prima, di Deiola. Poi, c’è la parata miracolosa di Radunovic su Lucca. E lo 0-0 rimane una delle cose più giuste dei quasi cento minuti di partita con 32 gradi e un’umidità da foresta pluviale. Con l'Udinese che nel secondo tempo ha fatto capire che il pari andava portato a casa. Claudio Ranieri nel dopo gara potrebbe cavarsela senza parecchi problemi. Ma l’uomo è onesto, l’allenatore pure. “Se avessimo vinto 2 o 3-0 nessuno avrebbe detto nulla” è la sintesi di una pagella positiva. Senza per questo trascurare gli aspetti meno esaltanti. Cagliari-Udinese muove la classifica ma le sensazioni della tifoseria non sono di gioia. Troppo poche le quattro gare, e i 2 punti, per valutare i dieci innesti. Troppe le partite difficili in arrivo, Atalanta e Fiorentina fuori, Milan e Roma alla Domus. “Il risultato logicamente non mi piace ma mi soddisfa la prestazione. Avevo chiesto determinazione e voglia, l'ho avuta. Questa è la strada giusta”. L’allenatore di Testaccio incoraggia i nuovi, specie gli esordienti: “Prati ha fatto una grande partita, quasi da veterano. Sa cosa voglio, mi è piaciuto. Bene anche i nuovi dietro (Wieteska, doppio giallo, Doveri l’ha espulso, salterà l’Atalanta, e Hatzīdiakos, ndr) tenuto conto che sono con noi da poco e non parlano neppure la stessa lingua. Sono intelligenti, c’è da lavorare ma siamo sulla strada giusta. In generale, possiamo perdere ma non dobbiamo uscire sconfitti dal campo”.
Dalle individualità alle scelte. Pochi cenni per Zappa e Makoumbou, fondamentale recupera palloni, ma di nuovo lezioso e poco efficace nel giocare in avanti. Sir Claudio rimane sui singoli. “Shomurodov ha fatto bene, io e il direttore gli abbiamo detto che al Cagliari si deve lottare e dare tutto in campo. Su Radunovic sapete che ci ho parlato. Gli ho detto che ha la mia fiducia. Tutti i grandi portieri hanno almeno un errore l’anno. Lui si è buttato alle spalle Bologna, conta questo. L’anno scorso ci ha portato in A e oggi ha salvato il risultato e noi abbiamo sprecato troppo in attacco”. Dal portiere serbo al modulo. “Il 3-5-2 mi è servito per bloccare le loro punte e i loro esterni. Li ho visti giocare, volevo evitare che con le giocate cambiassero lato di campo. Deiola in marcatura ha fatto un gran lavoro, peccato non abbia segnato. In generale, i ragazzi si sono mossi così come l’avevamo studiata. Da sempre cerco di togliere certezze agli avversari, penso alla formazione più adatta fino alla sera della vigilia. E sarà così anche per l’Atalanta”. Sui primi undici, poche storie: “I nazionali? No, ho scelto in base agli allenamenti. Prati era in Nazionale, ma andava a mille e mi sono detto che non poteva stare fuori”.
Condizioni meteo, criticità, calendario. “Il caldo? I ragazzi erano esausti, l’umidità ci ha prosciugato. Intanto mi tengo la buona prova dei miei”. Claudio Ranieri ripassa dagli angoli bui del pareggio. “Un palo, tante occasioni, magari in futuro vinceremo non meritando, con un autogol. Il calcio è questo, dobbiamo saper lottare. Ripeto, serve tempo. Ad esempio? Occorre più precisione nei movimenti tattici”. Si passa ai prossimi impegni. “Il calendario? Non mi spaventa, sappiamo che ci saranno momenti complicati. Affronteremo grandi squadre come Atalanta, Milan, Fiorentina e Roma. Ma - dice sir Claudio - le affronteremo una alla volta, concentrandoci e preparandole gara dopo gara. È un poker di sfide complesse, poi tireremo le somme”
Cagliari-Udinese, match da non sbagliare
Cagliari, devi svegliarti!
Domenica arriva l’Udinese e Claudio Ranieri alza la posta: “Dobbiamo dare il massimo. Il mercato? Non mi hanno dato Mbappé ma chi è arrivato ha avuto il mio ok”. Il tecnico si gode la cittadinanza onoraria
Mario Frongia
“Il mercato? Chi è arrivato ha avuto il mio via libera. Certo, non mi hanno dato Mbappé”. Claudio Ranieri è sereno. Fa la battuta, sorride. Ma la testa va all’Udinese - domenica alle 12.30 alla Domus – e a una classifica da rattoppare: “L’ultima volta qui ha vinto 4-0. Sono solidi, hanno buone tradizioni, scoprono buoni giocatori. Dobbiamo darci una svegliata perché la serie A non aspetta nessuno”. Rieccolo, sir Claudio. Dal Bologna ai friulani senza passare dal via. Con i dieci nazionali che, più o meno, sono rientrati alla base. Gli acciaccati che danno qualche segnale di risveglio. La necessità di fare punti e uscire “dal campo certi di aver dato il cento per cento. Nel mercato per le possibilità del Cagliari è stato fatto tutto. Ora dobbiamo lavorare e remare dalla stessa parte. Il direttore ha detto una cosa saggia: l’anno scorso eravamo abituati a vincere spesso, pareggiare qualche volta, perdere poco. Quest’anno invece potremo perdere, ma l’importante sarà non uscire dal campo sconfitti a testa bassa”.
Incognite e dubbi. La conferenza pre gara arriva ricca di incertezze. “Hatzidiakos o Nandez al posto di Zappa e Di Pardo? Sto valutando. Ho fatto vedere dei filmati a Dossena per capire alcuni errori di valutazione” dalla difesa alla mediana. “Sulemana e Makoumbou, coprono poco? No, sono grandi recuperatori di palloni, tra i migliori della serie A. Ma sbagliano troppi passaggi. Devono fare meglio”. Inevitabile il tema Mancosu: “È rientrato, ha fatto la prima settimana con noi. Non è al top ma è convocabile. Riavrò anche qielli che erano in nazionale. No, non tornano più scarichi. Sono andati e sono tornati belli carichi, anche chi non ha giocato come Shomurodov, o Nandez che non ha fatto bene nella seconda partita, giocando da braccetto. Comunque, stanno bene. E dico lo stesso per Prati e Oristanio, li vedo con rinnovata energia. Makoumbou? Il solito, mentre Luvumbo non ha giocato. Per fortuna! Ed ecco la seconda risatina. Figlia di uno stato d’animo che regala fiducia ai tifosi. Che, intanto, difficilmente potranno sapere quale sarà il modulo e gli interpreti. Ranieri è sul pezzo. E accelera: “Il Cagliari ha bisogno di un regista vero, Prati lo è ma troverò il momento giusto per farlo giocare. L’Udinese? La solita, anche se è partita male. Fisica, arcigna, forte nei contrasti e di testa, determinata. La solita Udinese, Da 35 anni sono in A, la famiglia Pozzo l’ha portata in Europa. Complimenti a loro”.
Pallonate all’ora di pranzo. Con la squadra di Sottil, dato dai bookmakers a rischio, si gioca alle 12.30: “Chi ha scelto questo orario a Cagliari a settembre, è un vero mago”. Arriva un’altra mezza risatina. E si passa al portiere: “Il titolare è Radunovic: l’anno scorso ci ha portato in A. Voglio vedere come si mette alle spalle quell’errore, come hanno fatto i grandi portieri. Ha l’opportunità di farmi vedere che ha il carattere di un grande portiere e che si è lasciato alle spalle Bologna”. Il messaggio è delicato, Scuffet scalpita. E si ripassa dalla sconfitta dell’Dall’Ara: “A Bologna non siamo stati aggressivi. Abbiamo preso gol su fallo laterale dopo che siamo rimasti a parlare con l’arbitro: un errore dopo l’altro, è mancata concentrazione e aggressività. Sì, ne ho parlato con i ragazzi. Petagna? Ha fatto lavoro differenziato, sentirò lui e i dottori. Idem per Pavoletti”. Si chiude con la domanda facile. Ma non per questo meno importante: “Il vero Cagliari di Ranieri? Spero possiate vederlo il prima possibile. Ho detto che le prime otto partite sarebbero state tremende. Noi ci dobbiamo svegliare, la serie A non ci aspetta. Bisogna far punti e andare avanti a testa alta. Fare la nostra prestazione è sempre la cosa più importante. Poi, ci sono gli episodi che ti possono condannare. Ma dobbiamo dare sempre il massimo”.
Cittadino onorario. Claudio Ranieri ha avuto la cittadinanza onoraria dall’assemblea civica. Tutto è nato dalla proposta del consigliere regionale, Andrea Piras. Che in un post ha scritto: “Da tifoso e da consigliere comunale e regionale, con emozione e orgoglio, ho incontrato il mister Claudio Ranieri. Gli ho illustrato le motivazioni contenute nella mia proposta, approvata due giorni fa, con cui gli è stata conferita la cittadinanza onoraria di Cagliari. L’ho voluto ringraziare e stringergli la mano, da cittadino e da sportivo, con sentimenti condivisi da tutti i sardi perbene, onesti, sinceri. Ha apprezzato molto. Gli ho anche detto lo aspettiamo in Comune per la cerimonia ufficiale che sarà organizzata dal sindaco Paolo Truzzu. Ho ritenuto doveroso fare questa proposta perché è l'unico strumento per rendere onore a un grande uomo per quello che ha fatto per il popolo sardo, per lo sport, come manifesto comportamentale per i nostri giovani, per Cagliari e per il Cagliari. Grazie Claudio”.
Parità di genere? L'Italia la raggiunge nel 2134!
Gap gender, il nostro paese arranca e se può peggiora
“Sui generis, Giornata cagliaritane per le pari opportunità” mette a confronto cinque ordini professionali, esperti, docenti e testimonial. La tre giorni si chiude domani. Focus su lavoro, previdenza, reti antiviolenza, prevenzione e formazione
Mario Frongia
Giusto per capire quale sia la dimensione del problema, è sufficiente esaminare un dato: in Italia la parità di genere si raggiungerà tra 131 anni. Una stima impietosa, quella evidenziata dal report del World Economic Forum. Il nostro Paese è al 79° posto, dietro Uganda, Kenya, Georgia, Etiopia, Thailandia e perde 16 posizioni rispetto al 2022. Il tema, declinato su professioni, sanità, istruzione, lavoro e previdenza, è centrale da ieri a domani nella scaletta di “Sui Generis, Giornate cagliaritane delle pari opportunità”. I lavori, ospitati dalla facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche, sono stati aperti da Rosanna Mura, presidente Comitato pari opportunità, Ordine avvocati Cagliari: “Condividiamo un percorso di metodo e con l’obiettivo di rivedere i temi di genere. Sui generis è uno spazio libero di riflessione. E diciamo basta ai convegni con sole donne!” Sul ripensamento dell’ottica di genere, con i focus su lavoro, professioni, salute, sanità, formazione, istruzione e libertà delle donne, sono intervenuti i presidenti Filippo Anelli (medici), Elisabetta Cosci (giornalisti), Elbano De Nuccio (commercialisti), Francesco Greco (avvocati) e David Lazzari (psicologi). L’incontro, moderato da Susi Ronchi (cofondatrice di Giulia giornaliste), ha visto assieme per la prima volta cinque ordini professionale con oltre un milione di iscritti e iscritte. Dal report di World Economic Forum si scopre che per il 14° anno di fila l’Islanda è prima, seguita da Norvegia, Finlandia, Svezia e Nuova Zelanda. Un ambito su cui è intervenuta anche Susanna Pisano, avvocata e presidente di Confprofessioni: “Abbiamo perso sedici posizioni sul 2022. Serve una seria politica di formazione, condivisa da scuole, famiglie e associazioni, tesa ad abbattere pregiudizi e stereotipi”. Il tema, declinato su professioni, sanità, istruzione, lavoro è al centro di Sui generis-Giornate cagliaritane delle pari opportunità. “Per noi violenza e discriminazioni sono molto presenti. Dobbiamo essere toste e vigili. E lo saremo” dice Anna Rita Ecca, segretario Ordine medici di Cagliari. La tre giorni - apertasi ieri a Cagliari nella facoltà di Scienze economiche, giuridiche e politiche - affianca gli Ordini di medici, avvocati, commercialisti, psicologi e giornalisti. Sulle problematiche di genere servirebbe una piccola grande rivoluzione culturale. Dagli esperti è arrivata una conferma: le questioni per accorciare il gap sono trasversali e quotidiane. Per cui, nessuno può chiamarsi fuori. A seguire, su molestie, discriminazioni retributive e di carriera, interventi, tra gli altri, di Susanna Pisano “L’Europa - ha detto Angela Quaquero, presidente delle’Ordine degli psicologi regionale - ha la più alta parità di genere: un terzo dei Paesi si classificano nelle prime venti posizioni e venti su trentasei hanno raggiunto il 75 per cento di parità. Per noi rimane tanto da fare”. L’avvocata Pisano spiega: “Le disparità economiche tra avvocati maschi e femmine a inizio carriera? Una ragazza prende almeno tremila euro in meno in un anno e posso garantire che non sono pochi!”. Con “Repressione di genere al giorno d’oggi: Donne, vita e libertà”, voci di Tiziana Ciavardini (giornalista esperta di Iran), Farian Sabahi (storica e orientalista) e Guido Alpa (La Sapienza, Roma), moderati da Ester Cois, prorettrice Pari opportunità ateneo di Cagliari, il salto ai drammi in Iran. Oggi e domani si parla di Reti antiviolenza, linguaggio, intelligenza artificiale e linguaggio di genere. Stamani sono previste nove tavole rotonde con esperti e figure di vertice di enti pubblici e privati. Si dibatte di Professioni, Previdenza e povertà, Covid, Segregazione orizzontale e Gender pay gap, sicurezza e Burn-out professionale. Domani Sui generis affronta i vari aspetti degli scenari che accomunano salute, malattia e benessere. La giornalista Roberta Ida Villa modera i professori Silvano Tagliagambe e Maria Del Zompo impegnati sul tema “Percezione e idea della salute: dall’assenza di malattia al benessere della persona”. A seguire, l’intervento del rettore Francesco Mola e quello dei presidenti degli Ordini professionali regionali e territoriali Emilio Montaldo (medici), Matteo Pinna (avvocati), Angela Quaquero (psicologi), Alberto Vacca (commercialisti) e Daniela Paba (vicepresidente giornalisti). Ai cronisti vengono riconosciuti quattordici crediti formativi professionali, tredici agli psicologi, mentre avvocati e commercialisti ne avranno dodici.
Sir Claudio, super cittadino!
Claudio Ranieri, cagliaritano doc: "Ringrazio di cuore. Mi avete fatto sentire uno di voi!"
Ieri dall'assemblea civica la pergamena onoraria per il tecnico delle tre promozioni in rossoblù. "Uomo e allenatore che ha dimostrato attaccamento alla squadra e affetto smisurato per i sardi" dice Andrea Piras
Mario Frongia
La storia degli uomini e dei luoghi. In più, il lavoro, la pulizia intellettuale, la trasparenza. E se accade nello sport, meravigliosa officina che somiglia alla quotidianità, smaschera asini e opportunisti, è anche meglio. Basta unire i puntini ed ecco Claudio Ranieri. Il tecnico nel giro di poche ore diventa cittadino onorario di Cagliari. La proposta, avanzata in piena roulette play off dal consigliere regionale Andrea Piras quando il miracolo della promozione in A era tutto meno che certo, verrà ratificata a stretto giro dal voto in Consiglio comunale. Un’incoronazione che premia un percorso che risale al 1988. Alla “visione” del compianto Tonino Orrù, ben affiancato dal direttore sportivo Carmine Longo e dal dirigente Ermanno Cortis. Il futuro Sir Claudio era l’allenatore debuttante della Puteolana, serie C. Con un passato da onesto difensore centrale con debutto in prima squadra voluto da Carletto Mazzone - quando si dice dei corsi e ricorsi storici! -, allora tecnico della Roma. Quindi, gavetta e sudore con la maglia del Catanzaro. Tonino e i suoi lo incrociano in Campania. Quel Cagliari da ricostruire è precipitato in C. Claudio Ranieri ha lo skill giusto per ripartire da zero. E sarà così. Con il triplo salto verso la A. Un percorso che la tifoseria e anche lo sportivo meno attento non può scordare. Da qui, un sentimento trasversale che scomoda anche stima e affetto. La città, e l’intera regione non dimentica. "Grazie all'amministrazione e al sindaco, grazie ai tanti che mi hanno fatto sentire da subito uno di voi. Anche quando le nostre strade si sono divise - ha detto Sir Claudio - avete continuato a farmi sentire speciale e a manifestarmi attenzioni e affetto".
Ecco perché l’idea di Andrea Piras (Lega), affiancato da una mozione analoga firmata da Matteo Massa (Progressisti), ha trovato terreno fertile in un attimo. Ci sono i fatti: tre promozioni, inclusa quella dello scorso giugno. C’è l’affinità con i sardi, di modi e comportamento. Il tecnico la consolida appena può: “Il Cagliari, e la città, è il club dove sono diventato allenatore, non potrò dimenticarlo mai” le parole a margine dell’exploit con il Leicester, squadretta da B inglese, in cima al mondo con la vittoria della Premier. E c’è anche la passione del sindaco Paolo Truzzu ("La storia non si dimentica, grazie Claudio!") e del presidente del Consiglio comunale, Edoardo Tocco. Entrambi hanno sposato con entusiasmo la proposta. Entrambi l’hanno sostenuta e portata avanti. Maggioranza e opposizione mai come in questo caso si sono trovate sulla stessa linea. Adesso, si aspetta l’atto ufficiale. Ma per l’applauso in Consiglio è questione di un attimo: domani, martedì 12 settembre, alle 18. “Le imprese del mister Ranieri - ha sottolineato Andrea Piras nella mozione - con la squadra del Cagliari calcio, rappresentano un patrimonio di memoria collettiva per le cagliaritane e i cagliaritani e per tutti i tifosi in Sardegna e fuori. Le due promozioni consecutive dalla C alla A ottenute dal Cagliari sotto la sua guida, l’entusiasmo collettivo creato dalla recentissima promozione in serie A, che i tifosi e i calciatori riconoscono unanimemente merito principale del tecnico, hanno determinato un sentimento di gratitudine e un legame di concittadinanza tra Claudio Ranieri e le cagliaritane e i cagliaritani”. Dal tecnico alla persona: "Ha dimostrato non solo l'attaccamento alla squadra e ai colori sociali ma anche un affetto smisurato per tutti i sardi" ha aggiungo il consigliere regionale.
Le parole dell’allenatore. Interpellato di recente sull’ipotesi di diventare un cittadino della capitale dell’isola, parole di riconoscenza e amicizia: “Ne sarei molto orgoglioso, mi sento già cittadino onorario, mi ha fatto cittadino la gente. Se poi anche l’amministrazione dovesse conferirmi la cittadinanza sarei molto orgoglioso”. Insomma, un pregiato filo verde che accomuna chi ama lo sport e chi lo interpreta. Nel nome di una terra che non smetterà mai di essere riconoscente a chi merita. A quanti possano essere esempio di competenza, onestà e buon senso. Una regione che è e sarà giusta anche nel combattere arroganza e protervia.
Cagliari, niente allarmismi ma serve il cambio di marcia
Servono punti e serenità!
In attesa dell’Udinese, tra i primi responsi dai nuovi, il mercato in chiaro-scuro e un percorso accidentato. I tifosi siano fiduciosi, Ranieri non molla
Mario Frongia
Bilancio provvisorio. “Le prime otto partite sono davvero dure, non ci è andata molto bene” la sintesi delle parole di Claudio Ranieri all’uscita dei calendari della A 2023/24. Il bilancio dopo tre turni è nitido: dopo Torino, Inter e Bologna, un punto e un gol, coda della classifica al penultimo posto alla pari della Roma di Mourinho e sopra l’Empoli, zero punti. La tifoseria è già in ebollizione. Si dibatte dell’errore di Radunovic (da non colpevolizzare, Scuffet c’è ma deve stare al suo posto, per ora), degli acquisti - tardivi, sbagliati, fuori condizione, infortunati -, di un mercato asfittico con venti milioni spesi e circa sedici incassati, con Genoa e Frosinone, le altre neopromosse, che hanno investito cifre superiori. E al riguardo, un lettore di Gol Rossoblù segnala che per lo stesso bottino, un punto ma con squadre di peso inferiore, è stato esonerato Leonardo Semplici, autore due stagioni or sono di una salvezza miracolosa quasi quanto lo è stato il salto di categoria firmato da Sir Claudio. I fatti sono questi. Ma adesso, sarebbe sciocco e improduttivo dare le pagelle. I tifosi devono tener botta. Fin dalla prossima in casa con l’Udinese, domenica 17 alla Domus.
Vecchie scorie. Per i nuovi arrivati è improduttivo trarre le somme. Certo è che l’approccio di Shomurodov è sotto tono e preoccupante. C’è da augurarsi che la nazionale ricarichi l’uzbeko. Mentre si aspetta il centrale greco Hatzidiakos, c’è da chiedersi chi si farà da parte nella quaterna difensiva che ha già lasciato a terra Obert. Con Dossena che si sta confermando con prove positive e il buon debutto di Wieteska, per il tecnico di Testaccio materiale su cui riflettere non ne manca. Cosi come, in un campionato lungo e impegnativo dove si deve avere un duo per ruolo, sarà curioso vedere come sistemerà la zona di mezzo e l’attacco. Per ora con due mediani, Makoumbou e Sulemana, e gli esterni, Jankto e Nandez. E ci si chiede quale sia il possibile contributo di Prati. In avanti, con Petagna, che dovrebbe recuperare per la ripresa dopo i 45’ a Bologna con problema al polpaccio, che ha affiancato Luvumbo. Con Oristanio, in attesa di Mancosu, che giostra dietro le punte, settore più malconcio degli altri. Notarella su Nahitan Nandez. Caduti i problemi giudiziari in Uruguay, con la chiamat nella Celesta del Ct Marcelo Bielsa, l’esterno è in scadenza. La rogna è quella solita: il club è entrato da subito in rotta di collisione con i procuratori dell’uruguagio. Balla una provvigione monstre (due milioni di euro, si dice) che la società non vorrebbe pagare. Da qui, il primo braccio di ferro in tribunale per i diritti di immagine. Adesso, la ricerca di un rinnovo che pare complicato. Si vedrà. Ma la lezione rimane: meglio non fare i furbi con chi è più furbo. E anche per la questione Pereiro, con ingaggio milionario e spunto che non arriva, sarebbe utile da parte della presidenza un onesto mea culpa.
Il duro prosieguo. Dopo l’Udinese i rossoblù sono attesi dall’Atalanta. Quindi, il Milan in casa nell’infrasettimanale del 27 settembre e la Fiorentina al Franchi nel posticipo di lunedì 2 ottobre. Quindi la Roma in casa e la trasferta a Salerno. E siamo alle otto partite citate, e studiate, da Claudio Ranieri. È chiaro che si deve provare a fare punti sempre e comunque. E sull’atteggiamento l’allenatore è da sempre stato chiaro: “Quelle che non puoi vincere cerca di non perderle”. Ma l’attendismo e la cautela, che si traducono in un assetto e un piglio troppo difensivistico con baricentro basso e una scarsa presenza in zona tiro, sta spaventando i supporter. Ci sarà da avere fiducia e pazienza. Sia per il recupero di Lapadula, Mancosu, Pavoletti e Desogus. Mentre di Rog non se ne parla, stagione finita. Sia per l’ineludibile migliore integrazione dei nuovi, per lo spirito battagliero e la voglia di non mollare fino al minuto numero cento che accompagna da gennaio la squadra griffato Ranieri. Che poi i bookmakers abbiano già messo a rischio la panchina e vedano il Cagliari tra le probabili retrocesse, fa parte del gioco.
Vela internazionale, Sardegna in vetrina
Gallura, tra arte velica, mare e ospiti da sogno
Al via la Rolex cup curata nei dettagli dallo Yacht club Costa Smeralda. Fino a sabato 9 settembre le super imbarcazioni da mille e una notte
Mario Frongia
Qualche miliardo di dollari in tecnologia velica è salpata ieri da Porto Cervo. Il top di gamma, senza eguali o quasi. Comandanti reduci da Olimpiadi e America's cup, skipper e tattici contesi come neanche Cristiano Ronaldo e Messi ai tempi d'oro. Armatori che amano vento e competizione in modo uguale. Per cornice il golfo di Arzachena, il fascino della Costa Smeralda, il maestrale delle Bocche e dell'arcipelago di La Maddalena. La Rolex cup è questo e altro. Puntuale e solenne, con il "buon vento", augurato da Michael Illbruck, commodoro dello Yacht club fondato dall'Aga Khan, alle 48 imbarcazioni al via da oggi fino a sabato. Giganti dei mari che scuotono e indirizzano la disciplina, e un mondo in continua evoluzione, dalle fondamenta. Per la 33^ edizione della Maxi Yacht Rolex Cup. sono iscritte barche superiori ai 60 piedi. Almeno diciotto metri e mezzo di lunghezza che annettono scuole veliche, tradizione e ottoni con scafi in un mix di carbonio e software sofisticati capaci di volare sulle onde a cinquanta nodi. Curata dallo Yacht club Costa Smeralda con il supporto di Rolex (title partner) e dell’International Maxi association (Ima), l’evento comprende una flotta che va da Baruna, magnifica barca d’epoca di quasi 22 metri varata nel 1938 e restaurata di recente, a Wally Yacht, Y3K di 101 piedi fresco di varo, ai tre multiscafi ammessi per la prima volta alla regata, fino agli spettacolari J Class, barche di 40 metri e oltre 100 tonnellate di dislocamento. Tutti da Hall of fame skipper e tattici. Da Vasco Vascotto, trionfatore in ventisette campionati del mondo e tattico di Cannonball, vincitore del Rolex TP52 World championship su Platoon, all'eterno rivale Terry Hutchinson, tattico di Bella Mente e skipper di American Magic per la 37^ America’s Cup. Le 48 bellezze del mare sono suddivise in sei classi. Sempre per la Classe Maxi B sono in gara racer puri. Tra questi, gli ex Maxi72 Class - riconfigurati e talvolta leggermente allungati - come Bella Mente, Jethou, North-Star e Proteus, oltre ai due 65 Ambersail e Sisi, e al Wally 82 Django HF. "I grandi nomi della vela ci sono tutti" dice Andrea Vallicelli, padre di Azzurra che adagiata sul molo di Porto Cervo fa bella guardia e festeggia i quarant'anni. Il designer segue le operazioni di pre-partenza e si appresta a guerreggiare con la sua ultima creatura, 80 H2O. Per stare ai grandi nomi, la regata vanta il gotha della vela internazionale. Da Adam Beashel su Black Jack, a Murray Jones su Galateia, Brad Butterworth su Jethou, Mitch Boot su Leopard 3, Jochen Schuemann su Magic Carpet, Guillermo Parada su Moat, Morgan Larsson su Proteus, Ken Read su V. Una sorta di tutti contro tutti. Tra gli italiani, Francesco De Angelis su Cannonball, Tommaso Chieffi su Django HF, ‘Ganga’ Bruni su Grande Orazio, Alberto Bolzan su My Song, Andrea Casale su Re/Max One 2 e Mauro Pelaschier su Viriella dell'armatore Vittorio Moretti, patron di Franciacorta e dell'azienda vinicola con sede ad Alghero, Sella&Mosca. Insomma, un pool senza eguali pronto a non mollare neanche un alito di vento. Tommaso Chieffi e Pierluigi Loro Piana, armatore di My Song, tagliano corto. "La settimana prevede venti molto interessanti, vincerà chi li saprà acchiappare al meglio. Sarà una sfida bella, divertente e combattuta" Alla Rolex cup by Yacht club Costa Smeralda la Maxi C è la classe più numerosa con sedici barche. Gli yacht appartengono alle sottoclassi Maxi 3, 4 e 5 e vanno dal debuttante Baltic 60 Open Season al Southern Wind 82 Grande Orazio, a Wallyño, armato dal presidente dell’Ima, Benoit de Froidmont. Regatano nella Classe Maxi C anche Baruna of 1938, lo Starkel 64 Stella Maris e il Dehler 60 Blue Oyster. Il Comitato di regata ha preparato sei differenti partenze alla flotta che comprende Maxi A, B e C, Supermaxi, J-Class e Multiscafi. Della Classe Supermaxi fanno parte lo Spirit 111 Geist, il progetto custom Inoui, lo Swan 115 Moat, il Maxi Dolphin 118 Viriella e il debuttante Wally 101 Y3K. “Gli yacht sono stati raggruppati in funzione della tipologia e delle loro performance. Per ciascuna classe i tempi di percorrenza vengono compensati sulla base del rating specifico della singola barca. Anche la tipologia di percorso - spiegano gli organizzatori - viene prescelta dal Comitato di regata per adattarsi al meglio alle caratteristiche di ogni classe. In particolare, l’intera flotta si cimenta nelle regate costiere tra le isole dell’Arcipelago. Ma le imbarcazioni di alcune classi possono esprimere le loro potenzialità tra le boe dei percorsi a bastone”. Tra i Maxi A regatano gli yacht più veloci. Tra questi, il 100 piedi australiano Black Jack, i WallyCento Magic Carpet Cubed, Galateia e V, il Wally 93 Bullitt, il ClubSwan 80 My Song e il Botin 85 Deep Blue, armato e timonato dall’americana Wendy Smith: la signora con il team 11th Hour Racing ha vinto l’ultima edizione di The Ocean Race. Sia la Classe J che i Multiscafi hanno tre yacht ciascuno di altissimo livello con equipaggi formati da campioni plurititolati. A bordo del J Class Topaz, Peter Holmberg è al timone affiancato da Andy Horton, tattico, e Cole Parada, stratega. Bouwe Bekking è il tattico sul J Class Svea mentre su Velsheda lo stratega è Grant Simmer, iconico protagonista dell’America’s Cup. Sugli agguerriti catamarani della classe Multiscafi, su Allegra domina Paul Larsen, detentore del record mondiale di velocità a vela. Mentre su Convexity 2 l’armatore Don Wilson è anche stato campione iridato 2021 al timone dei catamarani M32 Class. Con Wilson regatano a Porto Cervo il match racer Taylor Canfield, Chris Nicolson e Charlie Enright, skipper vincitore della Ocean Race. Highland Fling 18 punta sull’esperienza di Loick Peyron con le chiamate tattiche affidate al neozelandese Cameron Appleton. Sui moli di Porto Cervo centinaia di appassionati e tifosi hanno applaudito le prime uscite in mare. La vela attrae e avvicina. Le magie dei mari del nord Sardegna compiono il resto. La curiosità? Nelle acque isolane vengono utilizzate le boe senza ancoraggio al fondale. La posizione viene garantita da un motore elettrico e dal Gps. Benvenuti a bordo.
Cagliari, illuso e sconfitto
Cagliari, rimontato e battuto a Bologna
Svarione di Radunovic, presente su altre due palle gol dei padroni di casa. Male i cambi. Ranieri: "In serie A certi errori non te li puoi permettere"
Mario Frongia
Sarebbe ingiusto e sbagliato dare a Radunovic le colpe maggiori per la sconfitta al Dall'Ara. Il portiere serbo è stato autore di due mezzi miracoli nel primo tempo. Anche se la palla che gli sfugge arriva all'88', è la squadra ad aver condotto per quasi un tempo e non aver trovato e creato l'occasione per chiuderla. Difendere l'1-0 di Luvumbo non sarebbe stato semplice. Ma almeno, per atteggiamento e mentalità, avrebbero potuto provarci. Certo, l'uscita di Petagna, problemi muscolari ma neanche mezzo tiro in porta, ha creato disagi: "Senza Andrea abbiamo perso il riferimento" dice Ranieri. Forse, anche la condizione psicofisica per alcuni deve crescere. Ma non sono alibi né buoni né cattivi. E ci sarebbe da chiedersi del perché uno dei più tecnici, Nandez, sia sempre sotto tono. O perché Makoumbou abbia ripreso a girarsi su se stesso. Inoltre, la squadra fatica a trovare la porta e il tiro. E ha ancora una manovra prevedibile e poco incisiva. La sconfitta riguarda un po' tutti. C'è tempo ed entusiasmo per correggere la rotta. Adesso, c'è la sosta. Ottimo break per preparare l'accoglienza all'Udinese, ospite alla Domus domenica 17 alle 12.30.
Partenza strategica. Claudio Ranieri non ha dato tempo al tempo: subito in campo il polacco Wieteska e il triestino Petagna. Proprio sul difensore centrale, affiancato a Dossena, e su Petagna si sono appuntate le aspettative della tifoseria. Per stare ai nuovi, Augello, Sulemana e Jankto dal via con Luvumbo al fianco dell'ex Monza. Si parte con il 4-4-2: e ci si chiede come mai sia stato accantonato il 4-3-1-2 della risalita in A. Una questione di uomini, avversari e tempo, sarà la risposta. Intanto, la ferita è aperta. Fischia l'internazionale Daniele Orsato: a Bologna non scordano il rigore macroscopico non dato da Di Bello e dal Var (sospesi dall'Aia) a Torino contro la Juve: il mutismo di Thiago Motta ha fatto il giro del web.
In vantaggio con super Zito. Partenza forte dei padroni di casa. Il Cagliari sa aspettare, come da direttivo del tecnico di Testaccio. Il Bologna colpisce il palo dopo 6', botta di Karlsson. Ma manca nella finalizzazione, vizietto comune per la metà dei club della A. Tenere il gioco e il campo non basta. Poi, Luvumbo concretizza e gela il Dall'Ara: errore in anticipo di Beukema, spunto rabbioso e sinistro a fil di palo per la prima rete in A del classe 2002. Ranieri dopo 22' gode delle proprie scelte. Anche perché il lancio per Zito lo firma Wieteska.
Scelte azzeccate. Con Jankto e Nandez (comunque insufficiente) a soffrire, raddoppiare e levare campo sugli esterni agli emiliani, Ranieri vede giusto. La lettura preventiva di Sir Claudio si rivela quasi esatta anche nel chiedere pressione alta alle punte con la mediana che sale a sporcare manovra e possesso, sterile, del Bologna. La squadra di Thiago Motta accusa la botta. Ma tiene palla e mostra personalità. Sotto di un gol la reazione è così così. Tanto che Radunovic è miracoloso su Karlsson e Zirzkee in successione. Nei primi 45' ottimi Dossena e Sulemana, bene anche Augello. Per il resto, la sensazione è che si sappia stare in campo quando gli altri mostrano rabbia. Purtroppo, le partite durano due tempi.
Rigore fallito dal Bologna, papera e sconfitta. Si riparte con i cambi. Fuori Petagna (botta al polpaccio) e Nandez, dentro Shomurodov e Di Pardo. Il Bologna tiene il pallino ma è lento, lezioso, senza punte che sappiano muoversi in area e impensierire Radunovic. Il fraseggio esasperato e con pochi inserimenti senza palla di Moro e soci, aiuta il Cagliari. Ranieri imposta i suoi sulla modalità pazienza e attenzione. La mossa funziona a metà. Fino alla stoccata in area di Zirkzee, fino ad allora ininfluente, se non irritante per gli errori gratuiti, che fulmina rasoterra sul primo palo Radunovic con Dossena che manca all'appello. L'1-1 carica il Bologna e mette in crisi i rossoblù. Ci provano Ndoye, Lucumi e Aebischer. Intanto, Ranieri avverte puzza di bruciato: Zappa e Jankto out per Oristanio (l'euforia di Torino è scemata) e Deiola (possibile che sia il primo battitore delle punizioni?). I cambi arrivano, arroccarsi può essere pericoloso. Motta risponde con Orsolini per Ndoye e Urbanski per Moro. Il Bologna prende metri e mostra autorevolezza. Sì non si parla del Real Madrid ma è quel che accade. Orsolini ha la possibilità di portare avanti i suoi dal dischetto: traversa. Orsato fischia il penalty al 75' per fallo di mano da Di Pardo. I quattrocento tifosi sardi tirano un gran sospiro. Il vantaggio sarebbe stato un filo immeritato. Azzi subentra ad Augello, cambia poco. La partita è viva, con rapidi capovolgimenti di fronte e una caterva di errori da entrambe le parti. Poi, ci prova Sulemana su cross di Luvumbo, alto. La beffa nasce dalla pressione, intensa ma poco precisa, del Bologna: tiro morbido di Kristansen, Radunovic para con tranquillità ma perde la palla e Fabbian lo infilza. "Potevamo proteggere meglio il portiere. I dettagli fanno spesso la differenza" ammonisce Ranieri. Il 2-1 punisce eccessivamente il Cagliari. Ma è il risultato logico: la squadra di Thiago Motta ha cercato il gol con maggiore intensità e convinzione, i rossoblù sono scemati e il pari l'hanno quasi innescato. La lezione dell'Inter, club e ambizioni ben differenti, è servita a poco.