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Sono oltre 800 gli atleti iscritti all’ottava edizione del Brazilian Jiu Jitsu Summer Week, in programma a Cagliari dal 17 al 24 settembre negli spazi sportivi di Monte Mixi.

La tappa sarda è ufficialmente inserita nel circuito mondiale del BJJ e anche quest’anno vedrà la partecipazione dei principali Maestri internazionali della disciplina.

I dettagli della manifestazione, e dei tanti eventi collaterali organizzati non solo a Cagliari, saranno illustrati martedì 12 settembre, alle 10, nella sede dell’assessorato regionale del Turismo, in viale Trieste 105 dall’assessore regionale del Turismo, Gianni Chessa, dall’assessore regionale dello Sport, Andrea Biancareddu, dal sindaco di Cagliari, Paolo Truzzu, da Daniele Pisu, dell'associazione ASD S'Animu, organizzatrice della Summer Week.

 

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Nell'ambito di una cerimonia a Palazzo Bacaredda, l'Amministrazione comunale di Cagliari ha conferito una prestigiosa pergamena di merito agli atleti e ai tecnici della ASD Water Life SC. Questo riconoscimento speciale è stato assegnato per l'eccezionale performance della squadra durante i Campionati del Mondo Master di Nuoto Pinnato, svoltisi lo scorso giugno al Cairo, in Egitto.

“Gli atleti della Water Life SC hanno portato onore alla città di Cagliari e alla Sardegna con il loro straordinario impegno e talento dimostrato nel corso della competizione internazionale. La squadra ha gareggiato con determinazione e passione affermandosi come una delle più forti nel mondo del nuoto pinnato”.

A rimarcarlo il presidente del Consiglio comunale, Edoardo Tocco, che ha avuto l'onore di consegnare personalmente la pergamena ai campioni. Durante il suo discorso, ha sottolineato l'importanza dello sport come veicolo di coesione sociale e di promozione dell'immagine della città. Ha elogiato l'impegno e la dedizione degli atleti e dei loro allenatori, sottolineando che sono un esempio per tutti i giovani cagliaritani.

"Il vostro straordinario successo è motivo di grande orgoglio per la nostra comunità. Siete un esempio di determinazione, passione e impegno, e rappresentate al meglio Cagliari nel mondo. Questa pergamena è un segno tangibile della nostra gratitudine e ammirazione per tutto ciò che avete realizzato", ha concluso il presidente Tocco anche a nome del sindaco Paolo Truzzu, che per impegni imprevisti impegni istituzionali non ha potuto partecipare alla cerimonia.

Gli atleti e i tecnici della ASD Water Life SC hanno accolto con entusiasmo questo riconoscimento, ringraziando l'Amministrazione comunale per il supporto continuo che ha reso possibile la loro crescita e il loro successo nel nuoto pinnato. La cerimonia di questa mattina di lunedì 4 settembre 2023 è stata un momento importante per la squadra e per tutta la città di Cagliari, che continua a celebrare i propri campioni con grande gioia e orgoglio.

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All’inizio era la gara a chi aveva, o pensava di avere, lo smash più potente. Potente ma non sufficiente per fare il punto. Poi, è stata scoperta la parete: finto cristallo con rimbalzo incorporato. Passo avanti, ma ancora non abbastanza. Intanto, hanno cominciato a farsi sentire tocco, posizione e lettura dei colpi. Gli indiziati? Tutti ex tennisti, di primo e secondo pelo. Quindi, il servizio. Teso, profondo, tagliato. Meglio queste cose assieme unite a precisione e traiettoria che va verso le due sponde. Il padel, questo sconosciuto ha preso piede così. Al Tennis club Cagliari. Per nido il campo che confina con la terrazza e il ristorante. Una volta, tanti decenni fa, era il 6. La terra rossa del compianto Lillo Palmieri: “Apri, controlla, piega!”. Quando anche la storia aiuta. E non si tratta delle guerre puniche. Lo sport che sta segnando il secondo decennio del terzo millennio, piaccia o meno, ha preso il volo a Monte Urpinu nel gennaio del 2018 ed è stato supportato dall’allora presidente, Giuseppe Macciotta, e dal suo direttivo. Certo, le prime sfide hanno sfiorato il tragicomico. E nel riannodare i fili, con prevedibili svarioni e dimenticanze, si è arrivati a una cronaca semiseria che si apre con l’inaugurazione. Di domenica, sole affettuoso e maestralino. In campo, Nicola Legrottaglie, Andrea Lecca, Stefano Mocci ed er presidente, Angelo Binaghi. Terzo tempo con malloreddus e salsiccia arrosto.

Mogli, fidanzate, i primi gelati e uno scorrazzare di bimbi ad accompagnare il debutto. A seguirne il battesimo Chicco Melis, titolare dell’impresa che ha realizzato la “pista”. Da allora, con la pandemia che aguzzava gli artigli, è stato un silenzioso e feroce crescendo. Intanto, il maestro. Mariano Tallaferro, origini, testa e braccio - ma anche piedi buoni con due mondiali di calcetto con la nazionale biancoceleste - argentine. Quindi, fiuto, ironia, talento e lavoro. Per le proporzioni, fate voi. Così come per l’apprendimento degli allievi. Fatto sta che Tallaferro mette in corsia insegnamenti che vanno a bersaglio. Il Caronte del padel cattura adepti. In avvio sforna, nonostante sforzi, impegno tattico e tecnico, smesciatori modesti, da primo pomeriggio, volleisti un tanto al chilo, ribattitori da palline che finiscono al campo 12. Ovviamente, non va così per tutti. I tennisti con almeno qualche annetto di decente agonismo e qualità evidenti, prendono agevolmente il largo. Il team comprende Andrea Lecca, Sandro Sassu, Fabio e Mario Lilliu, Massimo Salone, Giulio Loi, Jumbo Melis e Chicco Caddeo. Impugnano racchette top, indossano maglie tecniche, non fanno prigionieri e trovano scuse per non giocare con Mariano Diaz e la sua band.

I più talentuosi, o almeno la pattuglia con qualcosina in più rispetto ai peones - Marco Marchese, Giorgio Aru, Chicco Melis Andrea Locci, Ale Orani, Alessandro Caravati, Sergio Melis, Marco Galasso, Ignazio Murgia, Chicco Carta e Davide Maggio, con buona pace per quelli che inevitabilmente scordo o non inserisco! - costruiscono e rimettono a posto un percorso di crescita dignitoso e competitivo. Giorgio Aru è anche uno dei pionieri del binomio torneino con coda a base di civraxiu, mortadella e birra. Il tutto decolla per le feste natalizie: abbondano pandori e panettoni, anche quasi scaduti. Durante il lockdown il padel diventa felice medicina alternativa. Più per la testa, la compagnia e le risate, che, in tanti casi, per la qualità delle giocate. Prende forma un gruppo guidato proprio da Mariano, mecenate di maglie che sponsorizzano le sue boutique. Il conflitto tra l’interpretare il gioco e la qualità del dress code è palese. Ma tant’è! Ad accompagnare gli incontri, e i tornei, Riccardo Mamusa, Gege Lucca, Ferdinando Boero, Enrico Pilia, Andrea Zanda, Fulvio Siotto, Beniamino Loi, Luca Dessy, Marco Versace, Carlo Leone, Andrea Zanda, Bruno Corda, Andrea Uccheddu, Massimo Orani, Maurizio Melis, Alberto Iaia e un congruo numero di apprendisti stregoni che parlano di bandeja, bivora e globo come ne fossero padroni da sempre. Maturano snervanti padellate anche altri amici, alcuni provenienti da tennis, basket e calcio. Tra questi, l’indomito Sergio Bertola, Gianmassimo Sechi, Marco Orani, Ignazio Caboni, Gianni Aramu. Qualcuno approccia ma molla presto, come Paolo Argiolas e Giuseppe Tiragallo.

La festa delle sponde e del “per quattro”, è godibile. Qualcuno dice che il padel sta al tennis come i Ricchi e poveri ai Pink Floyd. E non è una grande esagerazione. Ma tutto lievita. Tra le signore, in prima fascia dettano legge Francesca Piu ed Elisa Idini. A seguire, con precedenti da tenniste classificate, Luisanna Fodde e Rosy Mastellone. Appena dietro un gruppetto dal buon palleggio composto da Nenni Fantola, Elena Falqui, Giuliana Atzori, Claudia Atzeri, Cristiana Aime, Monica e Cristina Pilloni, Alessandra Rusconi, Simona Lilliu, Angela Loi, Alessandra Orrù, Laura Scano, Francesca Marini, Raffaella Congiu e altre. Intanto, Tallaferro saluta. Approda in cattedra Saul Rielo. Scuola maiorchina, pratica ed efficiente. Le lezioni individuali e di gruppo fioccano. Riportare su la pallina da parete dopo gli smash diventa l’obiettivo condiviso. Sapersi difendere senza sparacchiare bordate su reti e vetri, o passanti in bocca agli avversari, è l’altra tappa. Alzare un pallonetto degno di questo nome e servire in modo civile, sono il passo successivo. I risultati sono altalenanti. Ma nessuno demorde. Anzi. L’esercito dei talebani accaniti e pronti ad azzuffarsi per una mezza riga o un centimetro di parete, lievita. “Ho sentito il rumore, è fuori!” è uno dei refrain furbastri più utilizzati. Comunque sia, è stato il Tc Cagliari l’incubatore di una nidiata di padellisti che sono cresciuti e hanno volleato anche altrove. A ruota, Ossigeno, Ferrini, Dopolavoro ferroviario, Bonaria, Capannone, via Newton, Su Planu, Orange, Amsicora, Bamm e altri, non necessariamente in quest’ordine, sono il monopoli cittadino della disciplina. Intanto, in via Gemelli sorgono altri due campi. Li cura Chicco Melis, con al fianco Giorgio Aru per la sponda ingegneristica. Siamo nel 2020. Passano i grandi e le grandi della disciplina per il tour mondiale. Parlano spagnolo, tirano sassate da paura, recuperano tutto o quasi. Un altro sport. Però, nel gruppo degli assatanati prende corpo una sorta di classifica ufficiosa. Una lista che inchioda, redatta da Tore Lilliu, tennistico generale di corpo d’armata che per primo ha messo tutti dentro un tabellone. Ha poi disposto le coppie a suo insindacabile parere, curato orari e regole di ingaggio. Ma è stato il doloroso addio di un compagno di match e ore racchettare a far coagulare e condividere le velleità, tra il bellicoso e il temerario, del gruppo. Lello Solinas se ne è andato a maggio dello scorso anno. Lo aspettavamo in campo, come sempre alle 14.30. Ci pareva strano fosse in ritardo. Peggio, che non rispondesse alle chiamate. All’improvviso è stato il gelo. Ecco, il padel al Tc Cagliari, ci ha permesso di ricordarlo. Con memoria e rispetto. Fattori che nello sport, e nella vita, fanno spesso la differenza. Che poi Mariano dica “tua!” al compagno, dopo una finta che neanche Ronaldinho, è e rimarrà un’altra fantastica storia.

 

Mario Frongia

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All’ultimo secondo, ma quel che contava era passare il turno. Cagliari-Palermo si è chiusa con la Domus al completo e una prova con luci e ombre. Il 2-1 al 123’ (in rete Dossena - sempre fuori con Liverani a favore di Altare, preferito del patron - e Di Pardo, 1-1 intermedio di Soleri, rigore e tap in fallito da Pavoletti nel primo tempo) ha dato una botta di autostima al gruppo. Indispensabile anche per superare le criticità attuali e trovare il passo giusto, specie mentale, per il debutto in campionato di lunedì 22 a Torino contro i granata. La Coppa Italia non è mai stata avara di sorprese: l’Empoli è stato battuto dal Cittadella. Dunque, ben venga il passo avanti. Un premio per la tenacia di Claudio Ranieri e il suo saper entrare nella testa dei suoi. Poi, occorre un minimo di obiettività. Dalla tifoseria, anche quella più affascinata, arriva il monito: la rosa è incompleta, la serie A chiede altro, dopo il miracolo della risalita non si può pensare che si sia attesi da una passeggiata di salute. Sir Claudio non si scosta. E anche questo gli fa onore: “Spero che entro mercoledì arrivino i rinforzi che ho chiesto” la sintesi delle parole del tecnico nel post Palermo. Dunque, un difensore centrale esperto e due attaccanti. La solita solfa: pur con i sedici milioni di euro incassati dai movimenti di Cragno, Bellanova, Marin, Waluckiewiz e altri, paiono sfumati almeno una decina di buoni papabili per difesa e attacco. Mentre si apprezza l’esordio dei nuovi Sulemana e Oristanio (out Jankto, ancora lungo il percorso di Shomurodov), il Genoa neopromosso ha già chiuso con Retegui e Messias. E il Cagliari? Ha visto i saluti di pedine gradite al tecnico (Nzola, Palomino, Ferrari, Baschirotto, Mina, Petagna, Okereke, Gabbiadini). Ma non solo. Il tergiversare della presidenza, alle prese anche con i casi Nandez e Pereiro, ai quali ha chiesto di dimezzarsi lo stipendio con risposta intuibile, e quello inerente Makoumbou, con avance da Roma e Fiorentina, e il braccio di ferro sull’ingaggio risicato del congolese legittimamente da rivalutare, comporta più rischi che benefici. Tanto che Ranieri l’ha sottolineato con enfasi. Il mercato chiude alle 20 di venerdì 1° settembre. Ma prima ci sono Torino fuori e Inter in casa. È il caso di riflettere sulla scossa da dare ai meritati desideri di Ranieri e alla fiducia, nonostante tutto, dei quattordicimila abbonati?

 

 

Mario Frongia

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Mercoledì, 09 Agosto 2023 15:01

Anche Palomino è sfumato

Anche Palomino è sfumato. Andrà in Argentina. Il centrale difensivo ex Atalanta chiesto con urgenza da Ranieri, non vestirà il rossoblù. E come lui, non saranno utili alla causa la girandola di nomi messi in gioco dallo scorso giugno. Da Baschirotto a Colley passando per Ferrari. Niet. Giocheranno altrove. È il mercato, non una novità. Ma i tifosi cominciano a chiedersi quale sia la strategia del club. Strategia che, sempre su input di Ranieri, ha in cima alla lista il difensore “esperto” da affiancare a Dossena (debuttante) e due punte. Poi, con l’enorme tegola che terrà fuori per mesi Lapadula e Mancosu, più Rog in mezzo al campo, l’elenco va certamente aggiornato. Ma il club su questo pare andare a fari spenti. Ci si augura che da qui alle 20 del 31 agosto, con slittamento di dodici ore, le esigenze del tecnico autore del più grande miracolo della recente storia sportiva, vengano esaudite. Senza, si spera, veder tornare in auge la tattica fallimentare cara alla presidenza. Ovvero, le figurine vintage, in disarmo, o quella di ricorrere ai senza contratto o acciaccati da riatletizzare.

Aver riconquistato la serie A è stato un successo memorabile dell’allenatore di Testaccio, già fenomenale con il Leicester, e di un gruppo che, assortito male e rinforzato così così a gennaio come prova l’addio a Prelec. Adesso, con la A non si scherza. Specie dopo nove anni con un’altra retrocessione in avvio, il successo con Rastelli e le annate da incubo tra salvezze stentate e una gestione orribile in campo e fuori, culminata con la disastrosa caduta in B dopo l’osceno pareggio di Venezia. La sintesi di una conduzioni presidenziale deficitaria sotto vari punti di vista. Tuttora, il direttore sportivo Nereo Bonato, che ha portato in cassa circa sedici milioni di euro dalle operazioni Bellanova, Cragno, Marin eccetera, prima di muovere un dito deve sentire il patron. Normale.

C’è tempo, tutte le squadre sono cantieri aperti, l’ultima settimana è quella decisiva. Tutto vero. Ma chi aspetta troppo rischia di essere preso per il collo o, peggio, bidonato con pedine da adattare. In più, il diesse deve provare a risolvere i casi Nandez e Pereiro. Il primo ha rifiutato la Juve ma non ha ceduto alle pressioni del vertice societario che insiste affinché si dimezzi lo stipendio. Stessa musica per Pereiro, contratto super, ma mica lo ha firmato da solo!, poche richieste e valigia in mano. Ecco perché le ipotesi Prati (Spal) per il centrocampo o la gragnola di idee (Okereke, Petagna, Colombo, Petkovic eccetera) per completare l’attacco sono in alto mare. Intanto, i supporter rispondono presente: sono oltre tredicimila gli abbonamenti sottoscritti. Numeri importanti. Adesso, c’è da aspettare il campo: sabato con il Palermo per i trentaduesimi di Coppa Italia. Il 22 agosto trasferta a Torino in casa granata per la prima di campionato. Dita incrociate.       

 

 

Mario Frongia

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Mercoledì, 26 Luglio 2023 15:56

Campionati italiani di seconda categoria di tennis

I campionati italiani di tennis di seconda categoria entrano nel vivo. E chi vuole lo scudetto manda a distanza segnali chiarissimi anche agli avversari. Oggi esordio della testa di serie numero uno Stefano Baldoni, umbro di casa al Tc Cagliari, per i suoi trascorsi in Sardegna. Ed è stata subito vittoria: 6-2, 6-2 con il promettente giovane padrone di casa Nicola Porcu. Sul “Centrale”, attraversando il vialetto del circolo di Monte Urpinu, la risposta del siracusano Alessandro Ingarao: 6-4, 6-0 contro il genovese Curzio Manucci, bravo a strappare qualche game a uno come il siciliano che ne concede davvero pochi. Tommaso Gabrieli, altro favorito per la vittoria finale, ha fatto anche meglio in termini di punteggio: 6-1, 6-1 contro l’anconetano Luigi Castelletti. Sul 14 Marco Dessì, sardo che gioca a Viterbo, si è distratto solo all’inizio del secondo set quando il mancino Andrea Pavia gli ha strappato il servizio. Dessì aveva giá vinto il primo parziale 6-1. Poi, dopo il 2-2, ha cominciato a martellare l’avversario cercando di evitare che Pavia potesse far entrare in azione il suo bel dritto. E, senza grandi fatiche, è arrivato sino al 6-3. Ma forse il match più intenso della giornata è stato quello tra il sardo Andrea Calcagno e Edoardo La Piana. Nel primo set tutto facile per il maddalenino del club Moneta: 6-1. Poi si è risvegliato La Piana: il viterbese di Punta del Lago ha ritrovato testa e gambe andando a vincere il secondo parziale 6-3. Al terzo set il successo di Calcagno: 6-4. Domani ai quarti il sardo troverà sulla sua strada il numero tre del torneo Gabrieli. Avanti anche Alessandro Sartori contro il veneziano Marco Di Maro: 6-1, 6-3. Bella prova, ma domani il tabellone dice che dall’altra parte della rete ci sará Ingarao. La sorpresa del giorno è Gian Rocco de Filippo, Canottieri Roma: sul campo 11 ha battuto con un doppio 6-2 il genovese Riccardo Tavilla, testa di serie numero 8 dei campionati. Domani dovrà vedersela con il primo giocatore del seeding, Baldoni. Molto bello anche il percorso del 2004 romano Simone Macchione: con la vittoria contro Luca Galazzetti, approda ai quarti: troverà il sardo Dessì. Un successo sofferto, ma solo nel primo set, finito al tie break. Nel secondo parziale partita più semplice con il 6-2 finale. Stasera tocca al doppio. E siamo giá ai quarti. In campo la coppia cagliaritana Sanna-Porcu contro Colombo-Consonni. Gli altri incontri: Miceli-Pace contro i favoriti Baldoni e Gabrieli, Ingarao-Massara con i gemelli veneziano Marco e Lorenzo Di Maro. E infine Montani-Castelletti contro Dessì-De Filippo.

Risultati

Macchione b. Galazzetti 7-6, 6-2
Baldoni b. Porcu 6-2, 6-2
Ingarao b. Manucci 6-4, 6-0
Sartori b. Di Maro 6-1, 6-3
Dessì b. Pavia 6-1, 6-3
Gabrieli b. Castelletti 6-1, 6-1
Calcagno b. La Piana 6-1, 3-6, 6-4
De Rocco b. Tavilla 6-2, 6-2

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“Come assessore dello Sport e come tempiese è per me un onore avere il Cagliari Calcio ospite a Tempio in questo momento così importante con per la squadra e per la società. Il ritorno in serie A dei rossoblù dimostra che lo sport va ogni confine e che con impegno e passione, anche dopo una brutta caduta ci si può rialzare”.

Lo ha detto l’assessore regionale dello Sport, Andrea Biancareddu, che ieri sera a Tempio Pausania ha incontrato il Cagliari. La squadra, fresca di ritorno nella massima serie dopo la vittoria contro il Bari nel campionato appena concluso, si trova nel capoluogo gallurese per due giornate di allenamento a porte aperte allo stadio “Nino Manconi”, tappa intermedia nella preparazione atletica per il prossimo campionato.

 “Il Cagliari si è dimostrato ancora una volta capace di trasmettere un messaggio di serietà e di sport sano ai più giovani” ha detto l’assessore dello Sport e della Pubblica Istruzione. “Questa promozione, non sperata ma spettacolare, ha regalato emozioni fortissime ai tifosi ed è un regalo anche per la Regione Sardegna che con orgoglio stasera è qui per festeggiarli. Allo stadio di Tempio in queste due giornate si incontrano due livelli calcistici differenti, a dimostrazione del fatto che lo sport è alla portata di tutti e si nutre del contatto con la gente. È un grande messaggio anche di amicizia e di spirito di squadra che si deve avere anche nella vita. Questi campioni ci insegnano che non si vince solo con la preparazione atletica, servono soprattutto passione e entusiasmo: è questo il messaggio positivo dello sport, che ha anche il potere di distogliere i giovani da cattive abitudini e insegnare loro uno stile di vita sano sotto tutti i punti di vista”.

 L’assessore Biancareddu ha incontrato i giocatori al Petit Hotel di Tempio ed in seguito si è recato insieme ai rossoblù verso il centro storico, in Piazza Gallura dove, insieme al sindaco Gianni Addis, ha consegnato al Presidente Giulini, al Mister Ranieri e al capitano Pavoletti delle targhe per premiarli per l’importante traguardo del ritorno in serie A. L’assessore dello Sport ha anche omaggiato la squadra con delle miniature dei Giganti di Mont’e Prama. Oggi la trasferta della squadra continua con una seduta di allenamento a porte aperte nello Stadio Nino Manconi, cui seguirà un'amichevole con l’Olbia alle 20 per il Trofeo Sardegna

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Venerdì, 21 Luglio 2023 11:42

Pavo94, il risolutore

Quentin Tarantino nello spettacolare  “Pulp fiction”, si è inventato Mr Wolf, il risolvi problemi. Claudio Ranieri l’ha imitato con Leonardo Pavoletti giustiziere. Nel posto giusto al momento giusto. In una notte senza appello, sotto il diluvio, contro una squadra che mentalmente aveva già messo i piedi in serie A, forte di sessantamila cuori al proprio fianco, nella propria tana. Invece, lui, il bomber marinaio, ha spezzato il sogno. E ne ha regalato uno indimenticabile a tutti i sardi. Indimenticabile quanto struggente e feroce nella sua feroce bellezza. Una bellezza che penetra e persiste, manco fosse un’essenza pregiata e vecchia di secoli proveniente dal Kerala. Sì, rimettere sotto i riflettori adesso, dopo oltre due mesi dalle dieci e mezza di notte di quella domenica 11 giugno, strepitosa, impensabile e unica, è la miscela adatta alla ripartenza. Il Cagliari, con i nuovi Jankto, Augello e Scuffet - ma il mercato si chiude alle 20 del 31 agosto - si sta attrezzando. Sir Claudio guida Nereo Bonato, diesse accomodante e attento. La proprietà sta di lato. E viste le precedenti disavventure la scelta appare saggia. Intanto, la risalita in A targata Ranieri è un buon viatico per chiunque arrivi. Essere allenati e motivati, nelle gambe e nella testa, da uno dei decani del calcio mondiale, è di per sé un assist che in tanti vorrebbero cogliere. Poi, anche sulle delicate questioni irrisolte - il futuro di Rog, Nandez, Mancosu, Viola, Goldaniga, ad esempio - il tecnico non si è scomposto più di tanto: “Chi rimane deve dimostrarmi di essere votato alla causa. Dobbiamo fare da subito punti per la salvezza”. Ed è qui che serve un filo di memoria. E non solo per applaudire le magie di Tarantino dietro la macchina da presa. Infatti, pare assurdo nel riannodare il nastro che se la recente seconda domenica di maggio è stata l’affresco storico di un gruppo che, grazie al tecnico preso come ultima spiaggia, è riuscito a riscattarsi al San Nicola, poco più di un anno fa, il Cagliari è affogato al Penzo. Contro il Venezia, orribile teatro di una retrocessione ignominiosa, sintesi di un disastro sportivo e societario con pochi precedenti. Basti ricordare che a Joao Pedro e soci bastava un punto per stare in A, mentre il Venezia, senza cinque titolari e con tre Primavera in campo, era già retrocesso in B. E ha giocato quella gara, per usare parole usate dal tecnico di Testaccio per condannare distrazioni e superficialità in campo: “con il sigaro in bocca e il braccio fuori dal finestrino!”.

Lo scenario a ritroso che ha chiuso la permanenza in A si completa dando uno sguardo alla Salernitana, in lizza per stare in A con i rossoblù. La squadra di Nicola dopo il primo tempo perdeva in casa 3-0 con l’Udinese. A Venezia sarebbe bastato un golletto. Invece, un flop da incubo si è incredibilmente materializzato. Una mazzata per la tifoseria - anche in quella notte assurda erano in oltre settecento al fianco della squadra - e un fatto inspiegabile, ma solo in parte, per osservatori e media più obiettivi. La cornice dell’annata? Un presidente geniale nell’esonerare Semplici dopo tre turni, chiamare Mazzarri a peso d’oro e cacciarlo a tre giornate dalla fine per assoldare Agostini e poi far saltare anche lui. Senza scordare gli ingaggi mostruosi con la presentazione sciccosa di Godin e Caceres, fatti allontanare dal diesse a dicembre. Con, per ciliegina, rimane memorabile, nel dopo gara, l’insulto del patron in diretta tv a uno dei volti più accreditati del giornalismo sportivo italiano ed europeo. Peraltro, anche uno stupendo esempio di intimidazione per un giovane che voglia intraprendere questo mestiere. Altre storie, vero. Ma è meglio non scordarle.

Adesso, c’è da ripartire, il 13 agosto, Palermo in Coppa Italia, a seguire, lunedì 21, prima di campionato a Torino contro i granata di Juric. Sir Claudio in queste situazioni è più maestro del solito. Dopo aver deciso di non staccare la spina dopo la promozione - per tanti, considerato il contesto, il già eroe della leggenda Leicester, pareva pronto a salutare - ha levato alibi e dubbi alla squadra e al club: “Serve un centrale difensivo esperto e due attaccanti. In B una sbavatura puoi sopportarla. In A hanno i campioni che ti puniscono”. Con la caccia aperta alle pedine chiave, il Cagliari prosegue il ritiro con l’organico da completare. Va così un po’ per tutte. Dunque, fiducia. Intanto, con la permanenza di Pavo94, il risolutore: “Se provo a lasciare Cagliari, mia moglie mi ammazza!” ha scherzato il centravanti di Livorno. Insomma, Harvey Keitel-Mr Wolf non si può scordare. Ma anche in casa nostra con “Maria Listro-S’Accabbadora”, la donna portatrice di morte della Sardegna che fu, descritta da Michela Murgia, c’è poco da scherzare. Uomini e donne dal destino segnato. Luoghi e situazioni che si inchiodano nella storia. Anche quella sportiva, del tifo, della passione. Con Leonardo Pavoletti che - entrato da appena sessanta  secondi nel recupero della finale play off Bari-Cagliari - ne ha inciso un pezzo importante. E indimenticabile.

 

Mario Frongia 

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Mercoledì, 19 Luglio 2023 15:00

Scudetto del tennis italiano a Cagliari

Ancora sfide per lo scudetto del tennis a Cagliari: per il sesto anno consecutivo i campionati italiani maschili di seconda categoria si disputeranno sui campi del Tennis Club a Monte Urpinu. Da domani e sino al 30 luglio scenderanno in campo 76 giocatori italiani in possesso di tessera agonistica per il tennis valida per l’anno in corso e classificati in seconda categoria. Il montepremi è di 13mila euro. Sono previste le gare di singolare maschile e di doppio maschile. Un’edizione che si preannuncia di particolare interesse sia per l’alto numero degli iscritti sia per il livello dei partecipanti che conta diversi giocatori con classifica ATP. A difendere il titolo ci sará il siciliano Alessandro Ingarao, il campione italiano della scorsa edizione. Proverà a strappargli il tricolore Niccoló Catini, romano, numero 808 al mondo, in cerca di rivincite: dodici mesi fa perse la finale del singolare proprio contro Ingarao. Insieme Catini e lo stesso Ingarao si aggiudicarono il titolo del doppio. Attenzione però al terzo incomodo, l’altro 2.1 Stefano Baldoni, ex atleta del circolo di casa, ora ad Arezzo. Ci sono però altri tre 2.2 pronti a inserirsi nella corsa al titolo: tra loro anche il sardo Marco Dessì, vent’anni, cresciuto al Margine rosso di Quartu, ora a Viterbo. L’anno scorso riuscì a conquistare un posto in semifinale: risultato storico per il tennis sardo. Due mesi fa è entrato nel ranking internazionale Atp. Completano il sestetto dei favoriti Juan Ignazio Iliev (gioca in Puglia) e Tommaso Gabrielli, società tennis Bassano. Tra i giovanissimi anche i promettenti diciottenni Niccoló Consonni a febbraio vincitore del  torneo ITF J60 di Oslo nel doppio con il danese Christopher Garde e Teo Masera (Parioli Roma). Ma tra i 2.3 possono dire la loro Andrea Colombo (Cantù), Filippo Alberti (Arezzo), Luigi Castelletti (Terni), Roberto Miceli (Roma) e Riccardo Tavilla (Genova). Giudice di gara Fabio Giaretta, direttore del torneo Andrea Lecca. Una storia importante, quella dei campionati italiana di seconda categoria: tra i vincitori più prestigiosi Corrado Barazzutti. Era il 1970: sei anni dopo arrivó il trionfo in Coppa Davis. Pieno coinvolgimento del movimento tennistico nazionale: quasi tutte le regioni sono rappresentate anche a questa edizione dei campionati italiani.

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Cagliari. "Ho bisogno di un difensore esperto e di due attaccanti. In B mezza sbavatura puoi concederla, in A ti puniscono. Gli altri hanno il campione che la risolve con una giocata, noi dovremo saper subire gol senza pregiudicare la prestazione". Claudio Ranieri sa di cosa parla. E l'sms alla società è nitido. "In avanti ho giocatori validi ma hanno 33 e 35 anni, e vari acciacchi. Devo avere frecce al mio arco, servono rinforzi". Il messaggio alla proprietà non necessita di commenti. Il bersaglio è la salvezza. Il tecnico di Testaccio usa parole sagge, basate sull'esperienza e sulle forze che gli metteranno a disposizione.

Ben venga Jankto ("Spero di trovare il centrocampista che ho avuto alla Samp, che corre come un matto, fa le diagonali, assist e gol"), così come Scuffet: "L'idea principale è Radunovic come primo. Ma devo avere un altro di livello se le cose non vanno bene". Ma se per il centrale si parla di Ferrari (Sassuolo) e per l'attacco di Okereke (Cremonese), con Barreca verso Genoa per Augello (Samp), la scommessa Oristanio (scuola Inter) è da valutare. INtanto il tempo stringe: il 13 agosto il Palermo in Coppa Italia, il 20 si aprono le danze in A in trasferta a Torino, sponda granata. Sir Claudio è cauto. Valuta pro e contro e si gode ancora la miracolosa risalita: "Il gol di Pavoletti riassume il nostro cammino di sacrifici e gioia. Ma adesso ripartiamo con un’altra storia, la vittoria di Bari è tra i ricordi. Dobbiamo scrivere un’altra storia. Il calendario? Non è stato benevolo. C’è da stare compatti, noi e i tifosi, affinché la squadra resti in Serie A”. Con il mercato aperto, dopo tre giorni di lavoro ad Asseminello prima del trasloco in quota a Saint Vincent, il tecnico di Testaccio riannoda i fili. E commenta i casi più complicati. Tra provvigioni pattuite e da pagare, contratti ingenti, mosse che non hanno avuto l'esito sperato. "Rog, Nandez e Mancosu? Mi auguro di averli a disposizione. Hanno il Cagliari nel cuore ma sconti non ne faccio a nessuno: chi mi fa capire di poter rientrare nei miei piani, lo accolgo a braccia aperte. E sapete che stipendi o età non mi interessano. In A non sarà facile, dovrò valutare bene ogni situazione per poter fare i punti salvezza”. Settantuno anni di entusiasmo. La dignitosa emozione nel mettersi in gioco con sincerità e passione. Senza scansare le verità: "Servono giocatori che sappiano lottare fino in fondo, che tengano alla maglia. Lo zoccolo duro ha una forza grande nello spogliatoio. Chi arriva deve adattarsi a questo spirito". Claudio Ranieri lancia l'ennesima sfida: "Vogliamo tenere la Sardegna in serie A”.

Sul ritiro di Asseminello, con il tecnico della leggenda Leicester a bordo campo da giovedì scorso, un primo fastidio. "I ragazzi stanno bene, andremo per gradi, mi piace che assimilino pian piano, non voglio rischiare infortuni. Purtroppo Desogus è scivolato e ne avrà per dieci giorni: mi dispiace, ero curioso di vederlo dopo che ha fatto bene a Pescara". Sul Cagliari che dovrà prendere corpo, poche storie. "Avremo giovani e giocatori più esperti, specie in fase d’attacco. Ripeto, servono risorse che ci permettano di restare in A, brave a lottare fino in fondo". Sulla scorsa stagione, la soddisfazione è evidente. "Volevo portare il Cagliari su. Ora ci tengo a mantenerlo. Non ho le perplessità o l’ansia che avevo all’inizio, ma so bene che bisogna dare il massimo. Dovremo lottare su ogni palla, dovremo essere bravi a farlo. Il 4-4-2? Lo dico tanto per dire un numero”. Risate. Claudio Ranieri, l'antibanalità. Con un altro acchito buono per scaldare la tifoseria. "Se Dio vorrà, dopo l'Amsicora, il Sant’Elia e la Domus, sogno di poter entrare nello stadio Gigi Riva!. la cittadinanza onoraria? Sarebbe un onore, anche se mi sento già cittadino di Cagliari”. Intanto, dovrà tenere d'occhio le intenzioni del club. Una missione che viaggia tra visione, praticità e correttezza. “Ho sempre la voglia di sognare, aiuta a vivere e dà lo slancio. Andremo alla scoperta del campionato, sperando - rimarca con forza - di non sbagliare gli acquisti. Speriamo di avere i nuovi al più presto, ho bisogno di lavorare e provare anche nelle amichevoli”. Per capire le priorità chieste al club, c'è poco da aggiungere.

 

Mario Frongia

Pubblicato in Gol Rossoblu
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