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Il San Nicola con i suoi cinquantamila è a due passi. Ma prima per il Cagliari che difeso contro il Parma il 3-2 dell’andata e lo 0-0 al Tardini, c’è la sfida della Domus: il Bari arriva giovedì. E ancora una volta, come sempre, ci sarà da ballare. Musica e parole di Claudio Ranieri. “Il maestro Vessicchio” della band rossoblù è in splendida forma. Ha preso una squadra allo stremo, scollegata, nata male e gestita peggio, quattordicesima, che subiva il doppio dei gol a gara e ne segnava il 30 per cento in meno, e l’portata tra le prime quattro della B. Un miracolo. Un sogno che pareva impossibile e impraticabile. Il tecnico meriterebbe un monumento solo per essere partito a Parma con Obert, Kourfalidis e Luvumbo: il trio under lo scorso anno di questi tempi giocava le semifinali con la Primavera. E in Emilia, nel retourn match play off, sono rimasti in panca i pezzi da novanta Rog, Mancosu, Pavoletti e Barreca. Il Cagliari ha  resistito e prosegue a sognare. Novantasette minuti di lotta, concentrazione e forza fisica. Contro un Parma scialbo, poco incisivo, lontano parente di quello che nel primo tempo alla Domus ha dato una lezione di calcio, segnato due reti e dominato la manovra. Ma le partite durano due frazioni e queste che decideranno quale sarà la terza formazione ad andare in A con Frosinone e Genoa, hanno andata e ritorno. Per Vasquez, sottotono e svagato, e soci non sono bastati due legni, quello di Bonny è stato persino convalidato da Orsato ma la palla non è entrata e il Var ha corretto. L’arbitro di Schio ha fatto giocare anche su fallo di Dossena su Sohm: a essere onesti il rigore andava fischiato. Ma forse il Dio del calcio ha deciso di rimettere in pari i conti dopo il penalty concesso proprio al Parma nella regular season per un inesistente fallo di mano di Azzi. In sostanza il campo ha detto che i rossoblù sono pronti e con merito per l’ultimo assalto. 

E adesso, testa al Bari. La finale per andare in A dopo un solo anno dalla orribile retrocessione, da una rivoluzione della rosa e da un girone d’andata deficitario, è a portata di mano. Il Cagliari di Ranieri ha le carte fisiche, emotive e mentali per  provarci. La finale dei playoff con i pugliesi,  giovedì 8 alla Domus, ritorno domenica 11 al San Nicola, pare alla portata di Makoumbou e compagni. Ranieri imbroglierà il banco come al solito, farà un turn over scientifico, terrà conto della condizione psicofisica dei suoi e analizzerà nei dettagli le ultime due partite degli avversari con il SudTirol. È pressoché certo che scoverà dettagli impalpabili ai più. Il Bari gioca per innescare Cheddira, tiene larghi e liberi di inserirsi Morachioli ed Esposito. Ma la rete dell’1-0 che decide il match la sigla Benedetti, su tocco di Folorunsho: entrambi inseriti da Michele Mignani al 20’ dalla fine. In breve, gruppo che può permettersi di cambiare uomini e pelle. Un altro dettaglio riguarda la cerniera difensiva e la mediana. I galletti sono rimasti in dieci per l’espulsione di Ricci al 44’. In dieci Pierpaolo Bisoli non ha trovato contromosse utili ad confermare la vittoria dell’andata. Anzi, sono stati i biancorossi a infilare i bolzanini. Per Ranieri doppio alert: alla Domus si dovrà essere equilibrati nel fare la partita. E saranno da evitare gli spazi sulle fasce da e verso il centro: Cheddira, che ha beffato Radunovic in campionato nella prima sconfitta interna dell’era Liverani. Insomma, servirà una pressione logica, intelligente, meditata. Alla Domus il Bari va inchiodato, nel gioco e, soprattutto, con il risultato: per dire, il Parma ha chiuso con quasi il 70 per cento di possesso palla la semifinale casalinga ma il pareggio ha premiato il Cagliari. Infine, il pubblico. La squadra sa di avere dietro una tifoseria che pensa positivo. L’opera di Ranieri ha colmato, almeno in parte, il baratro creato dalla presidenza. Con il supporto dei sedicimila alla Domus tutto sarà più semplice. Dita incrociate.

 

 

Mario Frongia

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Mercoledì, 31 Maggio 2023 19:55

Cagliari, remuntada strepitosa!

Il regalo migliore per i 103 anni di vita. Il Cagliari nato nel 1920 a maggio brinda al proprio anniversario e per l’occasione ha battuto il Parma. Un 3-2 in rimonta, maturato in poco più di venti minuti dopo aver subito per un tempo una lezione di calcio. Ma la storia la scrive chi vince e questo gruppo capitanato dal generale Ranieri ha dimostrato di sapersi rialzare, di trovare energie e fosforo per dire un po’ a tutti,  basti pensare a Bari e SudTirol!, che per risalire in A i giochi sono tutt’altro che chiusi. Certo, c’è da giocare sabato al “Tardini”. C’è da confermare nella seconda semifinale una condizione mentale e fisica positiva, mai doma, pronta a ribattere la qualità e la padronanza della manovra dei parmigiani. “In attacco loro sono da serie A: Pecchia ne ha cinque e chiunque metta, per tecnica e movimento, non cambia” le parole oneste di Claudio Ranieri. Che, giusto per sintetizzare sul tema, ricorda il vecchio monito sugli arbitraggi “che nell’arco di una stagione tolgono e danno”. Ma poi, bacchetta il diesse degli ospiti, Mauro Pederzoli (al Cagliari negli anni di Cellino con Zola in campo, ndr): “Noi dopo il rigore molto dubbio subito in casa loro (l’impalpabile fallo di braccio di Azzi, ndr) presunto, siamo stati zitti. Avrebbe dovuto fare altrettanto”. Punto e a capo. Insomma, vittoria con un gol di scarto.

Sabato a Parma basta non perdere. Ma sarebbe folle pensare di giocarsi la finale confidando sulla rete di scarto in un catino rovente. Servirà personalità e mestiere. E chissà se sir Claudio ripartirà dall’usato sicuro. Rog e Pavoletti venivano dati in panca. “Sono partito con i giocatori più esperti ma dopo venti minuti speravo finisse il primo tempo. Avrei cambiato tutti” ha detto il tecnico. E da quei cambi è nata la remuntada con Luvumbo che ha firmato una doppietta, preziosa quanto bella. La Domus è saltata per aria dalla gioia. Anche perché il Cagliari non perdeva in casa dal 1° ottobre dell'anno scorso: 4-1 dal Venezia, seconda sconfitta di fila del gruppo guidato da Liverani. Mentre Ranieri ha subito solo  a Modena e proprio a Parma.   

La fatica mentale ancora prima di quella fisica. Il Cagliari ha sofferto le ripartenze del Parma con un atteggiamento guardingo e attendista. Koulibaly, Estevez e Bernabé sono stati dei robot, Vasquez ha tenuto alta la squadra, dietro Osorio e Del Prato al e in mezzo e sulle fasce Zanimacchia, Sohm e Benedyczak hanno mostrato gamba e idee. Al Cagliari è mancato, in una reazione blanda e impaurita, l'ultimo passaggio. Mancosu è parso sotto misura e il capocannoniere Lapadula non ha dato il solito apporto. Così come Zappa, Azzi, Altare e Rog. Nel seconod tempo Ranieri è corso ai ripari: Luvumbo e Deiola per Pavoletti e Rog. Esce Gigi Buffon, quarantacinque anni compiuti, per Chichizola. La Domus applaude e spera: all'andata Pavoletti la pareggia propria su un clamoroso errore con scivolata del portiere dei ducali. Poi ci pensa Nandez, con un Cobbaut imbarazzante, a crossare per il destro al volo di Luvumbo. Che a seguire si procura il fallo da rigore, trasformato da Lapadula. Quindi, la serpentina magistrale in area con il destro sotto l’incrocio. Il 3-2 è la giusta sintesi del match. Ma non basta. Adesso, vanno ricaricate le pile per il retourn match, tra cinque giorni in Emilia.

 

 

Mario Frongia

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Si terrà da venerdì 2 a domenica 4 giugno il “Vela Day”, l’appuntamento annuale organizzato dai club velici Yacht Club Quartu Sant'Elena e Polisportiva Mare Quartu. L'evento, aperto a tutti coloro che sono curiosi di avvicinarsi al mondo della nautica e della vela in particolare, offrirà l'opportunità di provare gratuitamente ad andare in canoa, in deriva, J24 e su windsurf Techno 293, immergendosi nell'emozionante mondo della navigazione rispettosa dell’ambiente.

 Il Vela Day si svolgerà sulla spiaggia di Sant’Andrea, con accesso da via Sorrento, e avrà orario continuato dalle 9.30 alle 14. I partecipanti potranno sperimentare gratuitamente le diverse discipline veliche, guidati da istruttori esperti con brevetto federale che li accompagneranno in un'esperienza coinvolgente.

 Si tratta di un'occasione unica per vivere da vicino l'ambiente marino, apprendere le tecniche di navigazione e scoprire le meraviglie del mare. Il Vela Day è aperto a tutti i principianti assoluti, dai 6 ai 90 anni, con l'obiettivo di promuovere la passione per questo sport e coinvolgere la comunità locale.

 Per ulteriori informazioni, si può contattare il numero 3347641686 o visitare i siti web www.yachtclubquartu.it e www.polisportivamarequartu.it

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Sì, papà Ignazio sarebbe stato contento. La settima edizione del torneo giovanile in memoria del dirigente della Corrasi è andata al meglio. Oliena, le abitudini, l’aria e i profumi dei luoghi in cui si cresce bene. Un campo di calcio, un pallone, le urla degli allenatori e le smorfie dei genitori. Il tutto a condire un luogo magico. E un appuntamento che è oramai scolpito nel tempo. Le tre serate con la gioia dei bambini hanno colto nel segno. Dai primi calci alle sfide di quelli più grandicelli. Provenienti da mezza Sardegna, con le foto nel telefonino o il poster in camera di Osimhen e Leao, Di Lorenzo e Barella, Raspadori e Di Maria, ma anche Pavoletti e Nandez, in un film di sport e inclusione voluto e coordinato da Gianfranco Zola. Nel suo paese, nel campetto che l’ha visto crescere e diventare il calciatore sardo più forte di tutti i tempi. Coppe, trofei, riconoscimenti, esempio e classe. Forte di un talento fenomenale, unito a una determinazione e a un’etica del rispetto che l’ha fatto diventare vincente con tutti e ovunque. Il Memorial nel nome del padre, che delle pallonate dei giovani era un attento osservatore, ha vinto la sua partita ancora prima che le squadre scendessero in campo. “Appassionato di calcio, dirigente della Corrasi, mio padre ci accompagnava in giro per le trasferte. Intuiva cosa c’era dietro un ragazzino. Sì, sarebbe stato un ottimo e proficuo osservatore” dice Gianfranco. Magic box, icona di calcio sopraffino e comportamenti esemplari in campo e fuori, a Napoli, Parma e Chelsea, chiusura al Cagliari, il numero 10 ha dato il calcio di inizio alla tre giorni.

Il match è iniziato in ritardo di quasi 20’: un selfie e una foto di gruppo con Zola sono ancora un bel ricordo. Hanno aperto le danze gli Juniores Under 19 di Oliena-Corrasi junior, Torres, Olbia e una selezione della Lega nazionale dilettanti-Sardegna. Il calendario ha poi visto in gioco, perché di questo si tratta, le squadre della categorie Esordienti, Pulcini, Primi calci e Piccoli amici. Gianfranco, con al fianco la moglie Franca e la mamma Giovanna, con la collaborazione del cugino Massimo Zola e di Pierluigi Rosa, collaboratore conosciuto ai tempi di Maradona e Careca, ha avuto una parola, una stretta di mano e attenzioni per tutti. Dagli allenatori ai capitani, passando per i dirigenti e le mamme, ansiose e tese nel parlare di fuorigioco e trequartista.  Insomma, quel genere di piccola grande magia che rende indimenticabili gli eventi. Le maglie, tra le oltre venti società accorse a Oliena, di Puri e forti-Nuoro, Academy Porto Rotondo, Bruno Selleri-Olbia, Orotelli, Seunis, Lupi del Goceano, Atletico Nuoro e Il Melograno-Ottana, hanno dato vita a momenti di un calcio acerbo ma leale, appassionato e combattuto, utile per crescere e sapere, se serve, soffrire. “Il senso è stato proprio questo: il confronto pulito, dove vincere non è un dettaglio ma è importante capire che per prevalere sull’avversario devi prepararti, dare tutto te stesso e giocare con la squadra. Questi concetti, che poi accompagnano sia chi arriva al professionismo, sia chi si ferma prima, da bambini si apprendono in fretta”. Gianfranco è tuttora un obiettivo, per grandi e piccini. Fresco elezione alla vicepresidenza della Lega calcio serie C. Omaggiato da un murale, molto bello e realistico, nel centro del paese a due passi dal municipio e dalla piazzetta in cui calciava per ore e ore, l’ex capitano del Cagliari ha riannodato i fili. Nel ringraziare la municipalità, la Corrasi Junior con la scuola calcio intestata al padre, la Federcalcio sarda con i comitati provinciali, ha ricordato quanto sia “importante vivere in serenità, con lo spirito giusto e il rispetto per le persone e le regole, anche questi tornei. Vivere bene lo sport - ha detto alla platea del comunale gremito come non mai - aiuta a vivere e a essere migliori nella quotidianità. Dico grazie di cuore a tutti voi”. Il Baronetto della Regina è questo. Semplice e solare. Capace di lasciare Londra, il Chelsea, la Premier e la Champions con José Mourinho in panca, per il Cagliari. Insomma, da Manchester United, Arsenal e Liverpool a Treviso, Albinoleffe e Salernitana.

Il tutto nonostante con Massimo Cellino ci fosse stata solo una stretta di mano. E lo aspettasse la serie B e nove partite al “Manconi” di Tempio per i lavori in corso al Sant’Elia. Si racconta ancora del divertente colloquio last minute tra Roman Abramovich, neo proprietario dei Blues, e il patron del Cagliari. “Mister Cellino, ci riprendiamo Zola. Quanto devo darle?”. Dalla sede di viale La Playa la risposta è secca: “Gianfranco non è in vendita, mi spiace”. Abramovich insiste: “Allora mi venda il Cagliari, quanto costa?”. Intuibili le risate compiaciute dell’allora padrone della società rossoblù. Il capitano ha preso per mano quella squadra, l’ha portata in A, ha contribuito a far esplodere David Suazo e Mauro Esposito. E anche a mandare in nazionale Antonio Langella. A 38 anni ha chiuso dopo aver firmato una salvezza per nulla scontata. Un filo verde unisce la storia dell’uomo e della sua famiglia. Ma anche le storie del campione al torneo giovanile tenutosi a Oliena. Storie sane, ricche di sacrifici, identitarie, orgoglio e passione. Sì, Ignazio Zola, ovunque sia, sarà contento.           

 

 

Mario Frongia

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Lunedì, 29 Maggio 2023 07:58

Cagliari-Venezia 2-1, il pass per il Parma

Doppietta di Lapadula e tutti a casa. Cagliari-Venezia 2-1 e il pass per la prima semifinale dei play off con il Parma, sempre in casa, è in cassaforte. Che poi contro i lagunari nella ripresa si sia visto un arretramento del baricentro e il braccino nel trovare la giocata, è un’altra storia. Fotografata dall’accelerata del Venezia, che ha anche accorciato con Pierini, e dalle numerose occasioni da gol costruite dalla squadra di Vanoli.

Il 2-1 sancisce la giusta ricompensa per la squadra di Ranieri. Ma con il Parma serve di più e meglio. Le gare vanno chiuse e non sempre ci può pensare il centravanti italo peruviano, giunto a 24 reti in stagione. A dirla tutta, il canovaccio raineriano è stato quello solito: spirito di sacrificio, motivazioni allo spasimo, solidità difensiva, rapidità e verticalizzazioni in mezzo, spinta possibilmente senza riferimenti sulle corsie esterne e poi...ci ha pensato Lapadula. Il tecnico ha imperniato su una concentrazione quasi ossessiva un gruppo spaesato e allo sbando per un intero girone d'andata. Ed è ovvio che la colpa non può essere stata tutta di Fabio Liverani. Adesso, emerge un poker di protagonisti che è la vera mano vincente di Claudio Ranieri: Alberto Dessena, Antoine Makoumbou, Nahitan Nandez e Gianluca Lapadula.

A stare cauti ce n’è abbastanza per inchiodare i parmigiani martedì alla Domus. Con Vasquez, Camara e Man autentiche bestie del Cagliari, Pecchia andrà a cercare la ripartenza palla a terra. Il primo step che vale la finale per risalire in A passa anche dalla conta di chi può e sa dare il massimo. Cagliari-Parma sarà lezione di calcio, comunque vada. Al di là del modulo, quel che daranno i rossoblù nel primo scontro diretto delle semifinali play off, fa capo alla strategia curata da Claudio Ranieri. Il tecnico ha in mano il gruppo, ne conosce limiti e pregi, sa quando alternare e variare, posizioni e qualità. Nei vari scenari, può rimescolare le carte. Sapienza, esperienza e anche quel giusto filo di buonasorte che accompagna gli audaci. Intanto, onore al merito: appena cinque mesi fa pensare di giocare per risalire in A sarebbe stato da idioti o incompetenti. O le due cose assieme. Troppo sbalestrata la squadra, vittima di ingerenze presidenziali, acquisti sbagliati, dirigenti, giocatori e tecnici nel solito calderone tra cacciate e delegittimazioni. Insomma, il plauso al tecnico è doveroso. La sfida  con andata e ritorno vede i parmigiani in vantaggio negli scontri diretti. E se Vasquez è l’asso di Pecchia, Marco Mancosu, uscito dopo 45' nel match vittorioso con il Venezia, è fondamentale per il raccordo e per la qualità tecnica. Anche Pavoletti e Rog, in panca e uno scorcio nel finale contro i veneti, potrebbero partire dal via. Si vedrà.

Ranieri pare intenzionato a confermare Deiola con Azzi, in grande spolvero nella ripresa contro Zampano e soci, che si candida. La lezione di Sir Claudio è stata applaudita a dovere. Il pubblico ha saputo fare il resto. Un successo cucinato con pragmatismo e mestiere. "Concentriamoci sul Parma ma con il Venezia non è stato facile. Chi è venuto allo stadio pensando che non avremmo sofferto sa poco di calcio o non conosce i play off. Ringrazio il pubblico, ha dato ai ragazzi una grande coesione". Insomma, piedi per terra con la testa giusta. L'anticamera dell'obiettivo: sconfiggere la squadra di Fabio Pecchia.

 

Mario Frongia

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Gli stati generali dello sport si sono ritrovati a Tempio per l’ottava Conferenza Regionale dello Sport. La sede ufficiale e l’occasione formale per la presentazione dei risultati del Piano triennale per lo sport in Sardegna e per l’elaborazione e la condivisione di proposte e suggerimenti per la predisposizione del successivo Piano.

Il Piano Triennale dello Sport è il più importante strumento di programmazione strategica con il quale la Regione svolge la propria attività nel pieno rispetto della promozione e diffusione dello Sport nel territorio, Sport quale mezzo di tutela psico-fisica e di crescita culturale e civile della società.

A fare gli onori di casa, con il Presidente regionale del Coni, Bruno Perra, l’Assessore Andrea Biancareddu.

“ Intanto sono passati quattro anni dall'ultima conferenza regionale – ha detto Biancareddu - quindi diciamo che eravamo in fase di dichiarazione programmatica. Adesso si può fare anche un bilancio consuntivo Credo che si sia creata una sinergia eccezionale tra me e il mondo dello sport. Con le Federazioni esiste un rapporto di collaborazione fantastico che ci ha permesso di superare i periodi di difficoltà. Io sono arrivato che il bilancio dello sport complessivo, seppur ragguardevole, era di 14 milioni di euro.

Quest'anno siamo arrivati ad oltre 37 milioni, quindi credo che ci sia stata da parte mia e della della Regione un'attenzione speciale. Credo senza smentita, che la Regione Sardegna sia la prima regione in Italia che una legge così ben fatta e che spende tanto per lo sport. Noi siamo per lo sport, per tutti, lo sport nelle scuole, lo sport inclusivo. Abbiamo dato 3.000 voucher perché i ragazzi potessero frequentare le palestre.”

“ Siamo sempre vicini al mondo sportivo in tutti i sensi, sia investendo in impiantistica sportiva sia stando vicino alle federazioni. Quando sono diventato assessore si finanziavano solo il calcio, la pallacanestro, il tennis, la pallavolo. Ora qualsiasi tipo di sport, qualsiasi tipo di categoria, fino a quella più bassa, riceve dei contributi che servono sempre, perché anche solo per pagarsi la luce della sede.”

 Però questa è la dimostrazione che la Regione Sardegna è attenta anche alle piccole realtà e attenta ai 200 mila tesserati che abbiamo nel mondo dello sport. E’ attento a chi pratica sport in maniera amatoriale e all'insegnamento. Questo che lasciamo da Tempio è grande messaggio che lo sport lancia. Lo sport insegna a vincere e a perdere, a cadere e rialzarsi. Ed è un insegnamento che si applica, si deve applicare anche nelle scuole e nella vita.“

“Quando abbiamo una maglietta, un paio di pantaloncini siamo tutti uguali, ha voluto sottolineare ancora Biancareddu. Abbiamo deciso di destinare i fondi della Pubblica istruzione per le famiglie meno abbienti, cioè che avevamo un Isee sotto i 15mila euro. Hanno ricevuto un voucher da 250 euro per poter frequentare le palestre. Ne abbiamo distribuito circa 3.000 e quindi questo è un grande messaggio che io voglio lanciare. Dove la Regione proprio si impegna materialmente a far sì che lo sport sia una disciplina praticata da tutti, sia inclusivo e non abbia distinzioni di censo e di ricchezza.”

La Conferenza  aveva come titolo “Lo Sport Sardo senza confini” . Un titolo che dice tutto sulla volontà del mondo sportivo di andare proprio oltre lo sport. Hanno partecipato alla kermesse i rappresentanti dello Sport in Sardegna, del mondo politico, economico e culturale isolano, gli Enti locali, il CONI, il CIP, l’Università e la Scuola, le Federazioni Sportive e gli Enti di promozione e soprattutto i veri protagonisti: gli sportivi ed i praticanti dell’attività sportiva a qualsiasi livello.

Guardando ai numeri la dotazione finanziaria complessiva negli ultimi anni è stata notevolmente incrementata.  Si è passati da una dotazione di 14 milioni e 881 mila euro nel 2018 a 30 milioni e 170 mila euro nel 2022, grazie agli stanziamenti ordinari, straordinari e a quelli relativi all’impiantistica sportiva. La dotazione 2023 è ancora maggiore delle precedenti, pari ad oltre 37 milioni di euro, con un incremento importante dei fondi per l’impiantistica.

Nel 2020 e 2021 sono stati fortemente voluti due provvedimenti normativi eccezionali per far fronte alla crisi pandemica, i Centri sporti natatori. Il primo rivolto ai Centri sportivi natatori della Sardegna, circa 30, che più di altri impianti hanno dovuto subire costi enormi. A loro favore sono stati stanziati più di 1 milione di euro nel 2020 e altrettanti nel 2021, per sostenere le spese di gestione nei mesi di chiusura durante l’emergenza epidemiologica e per garantire la ripartenza.  Il secondo intervento normativo straordinario è stato effettuato a favore delle palestre e scuole di danza della Regione. Sono stati stanziati 1 milione e mezzo, arrivati alle 449 palestre e scuole di danza per sostenere le spese di gestione nei mesi di chiusura durante l’emergenza epidemiologica.

A favore di tutte le Federazioni Sportive sono stati destinati 4 milioni e mezzo di euro, proporzionalmente al numero degli atleti tesserati, e non solo in favore delle grosse società e Federazioni, al fine di garantire la pratica di tutte le discipline sportive, anche le meno diffuse.  Nel 2019 erano stati stanziati, con la legge di stabilità, 3 milioni e 300 mila euro per la partecipazione ai campionati regionali delle società affiliate alle Federazioni con almeno 5000 atleti, nello specifico alle 4 più grandi Federazioni. Dal 2020, tale disposizione è diventata strutturale ed è stata modificata in favore di tutte le Federazioni ed Enti di promozione sportiva, per il sostegno di tutte le società, anche le più piccole della Sardegna, anche delle discipline sportive meno diffuse. Lo stanziamento è passato da 5 milioni e mezzo nel 2020, anno della pandemia, a 4 milioni e mezzo nel 2021, a 5 milioni nel 2022. Il numero di Federazioni ed Enti è leggermente diminuito in quanto alcuni Comitati non hanno accettato il contributo e le due Federazioni medici sportivi e cronometristi non hanno ASD affiliate. Il numero delle società beneficiarie è invece sempre in aumento. Per il 2023 sono stati stanziati 5 milioni e 300 mila euro, di cui è già stato liquidato ad Enti e Federazioni, più del 50%.

Altro obiettivo della precedente Conferenza era intervenire, tramite appositi stanziamenti, sul patrimonio impiantistico sportivo regionale al fine di garantire la messa a norma, la piena accessibilità e fruibilità degli impianti e spazi sportivi, anche attraverso il perseguimento di livelli ottimali di sicurezza e sostenibilità ambientale.

E’ fondamentale, è stato sottolineato più volte dall’assessore Biancareddu, mettere a disposizione dei cittadini spazi dove praticare attività sportiva, soprattutto nei territori più disagiati, carenti di strutture o con impianti non funzionali alle esigenze della popolazione. Gli stanziamenti per l’impiantistica sportiva sono stati incrementati dal milione e mezzo nel 2020, a quasi 3 milioni nel 2021, a circa 11 milioni e mezza nel 2022, tra fondi regionali e statali. Importante intervento finanziario è stato quello previsto dalla Legge Omnibus 2021 che , tramite Accordo tra Stato e Regione Sardegna, ha stanziato circa 12 milioni di euro che in parte sono già stati programmati (circa 10 milioni). I restanti verranno programmati nel 2023.

Altro progetto importante è il Progetto VISPI,  finanziato dal Fondo nazionale delle politiche giovanili, con un cofinanziamento regionale, che prevedeva la possibilità di realizzare iniziative di innovazione sociale finalizzate a prevenire e contrastare il rischio di esclusione sociale, generato o accentuato dalla pandemia, soprattutto degli adolescenti, anche mediante forme di voucher da destinare alle attività sportive, in forma di agevolazione per le fasce economicamente deboli. Nel corso dei lavori, particolarmente apprezzati gli interventi di Angelo Binaghi, presidente della Federazione nazionale Tennis, del presidente del Coni Regionale, Bruno Perra, del Rettore dell’Università di Sassari, Gavino Mariotti e il Commissario del CIP-Sardegna, Simone Carrucciu.

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Sabato, 20 Maggio 2023 22:29

Venezia, ancora tu!

Quinto, alla pari con il Parma che ha però la meglio per gli scontri diretti. Il Cagliari di Claudio Ranieri ha dominato e battuto il Cosenza al “Marulla” e si appresta a ricevere il Venezia. Ai tifosi non sfugge l’acchito: in Laguna i rossoblù un anno fa sono retrocessi vergognosamente, con i padroni di casa già in B, imbottiti di Primavera, e la Salernitana che contemporaneamente si è suicidata in casa. Bastava un punticino per stare in A. Adesso, di nuovo i lagunari. Sabato prossimo alla Domus, gara secca: in caso di parità passa il Cagliari. E chi vince se la vedrà con il Parma. La corsa al terzo posto che riporta tra le migliori venti del pallone italiano dominato dal Napoli scudettato di Spalletti, vede in lizza anche Bari, SudTirol e Reggina, capace di estromettere nell’extratime il Palermo. Insomma, ci sarà da soffrire. Con la tifoseria che ha piena fiducia in Lapadula (capocannoniere con 21 reti, bottino suggestivo che riporta alle imprese di sua maestà Gigi Riva) e soci. La quarta vittoria di fila firmata Claudio Ranieri è stata la giusta ricompensa, comunque vada a finire, per quello che è stato un miracolo a tutto tondo. Il tecnico a Cosenza ha risparmiato dal via Goldaniga, Luvumbo, Makoumbou e Nandez: erano  in diffida.

Il match si è messo subito al meglio con due puntate di Pavoletti. I padroni di casa hanno risposto ma Radunovic non ha corso grandi rischi. Al gol partita di Lapadula il gruppo ha capito che si poteva salutare la Calabria da vincitori. Il centravanti italo peruviano ha poi colpito anche due legni. Insomma, 1-0 e tutti a casa. In attesa del Venezia. Un faccia a faccia per non dimenticare. La retrocessione e la pochezza del girone d’andata, innanzi tutto. Per dire, con Ranieri la media punti a partita è stata portata dall’1,22 di Liverani all’1,84. E non guasta rimarcare che il Genoa di Gilardino, in A senza passare dal via, ha una media di 1,89 punti a gara. Il tecnico di San Saba ha conquistato 35 punti, frutto di 9 vittorie, 8 pareggi e 2 sconfitte. I gol segnati sono stati 28, 11 quelli subiti: con Liverani 22 all’attivo e 23 al passivo. La cura Ranieri è stata e rimarrà una pagina scritta in bella grafia. Gli ultimi quattro successi consecutivi riassumono - per mentalità, consolidamento e organizzazione - la bontà del lavoro fatto dal tecnico e dal gruppo. Adesso, testa e cuore al Venezia. Con la rabbia agonistica di chi, nella vita e nello sport, deve avere buona memoria.

 

 

Mario Frongia

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Fra venerdì, sabato e domenica Ugo Humbert ha trascorso sul Centrale del Tennis Club Cagliari oltre nove ore, lottando punto su punto, ma i risultati del campo dicono che ne è decisamente valsa la pena. Perché è così che il 24enne francese si è meritato il titolo della prima edizione del Sardegna Open, evento premium della neonata categoria ATP Challenger 175. Dopo le 4 ore e 13 minuti da record di venerdì per battere il giapponese Taro Daniel, il mancino di Metz ne ha impiegate altre tre abbondanti (3 ore e 8 minuti la durata precisa) per superare la strenua resistenza di Laslo Djere, in una finale di altissimo livello che più volte è sembrata poter prendere la strada del serbo, sia nel secondo set sia in un terzo condotto per 3-1 dal 27enne di Senta, con due palle-break del 4-1. Invece, l’ultimo punto davanti a un Centrale gremito di spettatori l’ha vinto Humbert, chiudendo per 4-6 7-5 6-4 e lasciandosi andare a una lunga esultanza che ha accompagnato il suo ottavo titolo Challenger, il più importante e soprattutto il primo in carriera sulla terra battuta. Un dettaglio, quello della superficie, tutt’altro che banale visto che sul rosso il transalpino non era mai riuscito a esprimere il tennis mostrato a Monte Urpinu. “Non dimenticherò mai questa settimana – ha detto in conferenza stampa –, perché ho sempre odiato giocare sulla terra, quindi essere riuscito addirittura a vincere il titolo è una sensazione incredibile. Non ho mai finito un torneo così stanco. Affrontare Djere è un inferno: ti obbliga sempre a giocare una palla in più e dopo 3 ore diventa difficile. Sono fiero di come sono riuscito ad andare a prendermi la coppa”.

La dedica di Humbert è per Jeremy Chardy, il coach (ancora in attività come giocatore) che l’ha accompagnato in Sardegna e al quale nel 2022 ha affidato l’obiettivo di tornare fra i primi 30 al mondo. “Mi ha detto di chiamarlo quando volevo arrivare fra i primi 10 – ha continuato –, e così ho fatto, approfittando del fatto che fosse infortunato. Mi sta dando una grande mano, in campo e fuori”. La vittoria di Humbert ha messo la ciliegina sulla torta a una settimana di grande tennis, che sempre domenica aveva incoronato gli austriaci Lucas Miedler e Alexander Erler come campioni del tabellone di doppio, al termine di una finale vinta per 7-6 6-3 contro gli argentini Maximo Gonzalez e Andres Molteni. “Siamo contenti – ha detto Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel – di aver portato un torneo così importante in Sardegna, che si è rivelato anche un prezioso banco di prova per i nostri migliori giovani. Il pubblico di Cagliari ha risposto subito bene, apprezzando un evento che diventerà un gioiello con cadenza annuale ed entrerà nelle abitudini del popolo sardo. Nel complesso è stata una buona esperienza, e chissà che in futuro non si possa trasformare il Sardegna Open in un torneo combined aprendo anche alle donne. Ci penseremo, e faremo le scelte migliori sulla base della nostra esperienza, riconosciuta fra le più importanti a livello mondiale”. Ulteriori informazioni sul sito www.sardegnaopen.com e sulla pagina Instagram @sardegnaopen.

RISULTATI

Singolare. Finale: Ugo Humbert (Fra) b. Laslo Djere (Srb) 4-6 7-5 6-4.

Doppio. Finale: Erler/Miedler (Aut) b. Gonzalez/Molteni (Arg) 7-6 6-3.

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C’erano tanti motivi per credere che Diego Schwartzman fosse un avversario proibitivo per Mattia Bellucci: per i trascorsi da numero 8 del mondo dell’argentino, con una finale agli Internazionali BNL d’Italia e una semifinale al Roland Garros; e anche per il momento così così dell’azzurro, unito alla poca abitudine a giocare incontri – e tornei – di tale portata. E invece, quando meno te l’aspetti, ecco il colpaccio del 21enne varesino, protagonista di una poderosa rimonta nella prima sessione serale del Sardegna Open, completata dal successo per 2-6 6-2 6-3. Sul Centrale del Tennis Club Cagliari il suo inizio è stato da incubo: ha perso i primi 10 punti e per tutto il primo set è stato in balia della quinta testa di serie, raccogliendo le briciole. Ma poi si è acceso improvvisamente: ha aggiunto aggressività e varietà al suo tennis mancino (usando benissimo la smorzata), e ha ribaltato le sorti del match, per la gioia di coach Fabio Chiappini sorridente in tribuna. Decisivo il cambio di passo dallo 0-2 del set finale: Bellucci ha vinto 5 game consecutivi e poi è andato a prendersi il successo più importante della sua giovane carriera.

“Sono felicissimo – ha detto Bellucci – per la vittoria contro un giocatore che ho sempre stimato molto. L’ho studiato spesso, vedendo tante sue partite, e me lo ricordo battere Nadal al Foro Italico. Scendere in campo contro di lui, perciò, non è stato semplice e all’inizio ho fatto tanta fatica a trovare il ritmo, giocando molto male. Ma dall’inizio del secondo set è andata meglio: ho cercato di entrare in partita provando a fare le cose semplici e ha funzionato. La smorzata? La usavo tanto da piccolo, poi l’avevo un po’ smarrita. Ma mi sono reso conto che può ancora essere un’arma importante, insieme al servizio”. Nel secondo turno di giovedì, per Bellucci ci sarà il derby con Giulio Zeppieri, suo coetaneo, mancino come lui. “Mi aspetto un match difficile, contro un avversario molto più abituato di me a giocare questo tipo di incontri. Sono certo – chiude – che sfide come queste mi serviranno per migliorare”. Ulteriori informazioni sul sito www.sardegnaopen.com e sulla pagina Instagram @sardegnaopen.

RISULTATI

Singolare. Primo turno: Giulio Zeppieri (Ita) b. Andrea Vavassori (Ita) 7-6 4-6 6-4, Thanasi Kokkinakis (Aus) b. Nikoloz Basilashvili (Geo) 6-4 6-3, Taro Daniel (Jpn) b. Aleksandar Kovacevic (Usa) 6-1 4-6 6-1, Mattia Bellucci (Ita) b. Diego Schwartzman (Arg) 2-6 6-2 6-3.

Doppio. Primo turno: Erler/Miedler (Aut) b. Cacic/Nedovyesov (Srb/Kaz) 7-6 6-4.

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Dopo dieci risultati utili - ma con sette pareggi è dura guardare da vicino i posti nobili dei play off - il Cagliari è caduto a Parma. Il 2-1 è maturato da un rigore fin troppo generoso, il primo, e da un secondo tempo opaco e incomprensibile dei rossoblù. Po, ci sono i cambi. Claudio Ranieri l’ha precisato per l’ennesima volta alla vigilia: “Ho questi giocatori” l’onesta e legittima sintesi del tecnico. Proviamo a riannodare i fili. La squadra al Tardini è partita bene. Determinata e vogliosa, linea difensiva alta, esterni, Zappa e Nandez da una parte, Azzi e Deiola dall’altra, in buona sincronia. In mezzo, Dossena e Obert hanno fatto il resto, con Makoumbou che ha snellito i tocchi e iniziato a giocarla più spesso in verticale. Lapadula che la mette dentro beffando anche sua maestà Buffon, ma il mito è parso a fine corsa, è la sintesi del miracolo Ranieri. Sì, perché di questo si tratta. Ed è ingeneroso accusare l’allenatore di ritardare i cambi, di pensare al pareggio “quando non si può vincerla”. La rosa è quella, frutto di una retrocessione orribile, progettata male e assortita peggio. Con alle spalle un girone d’andata disastroso, la risposta ovvia a un non progetto, basato su troppa improvvisazione, dirigenti e tecnici cacciati dall’oggi al domani. Aver perso il faccia a faccia con il Parma, entrambe a 48 punti, a cinque gare dalla fine, è molto doloroso. Ma se dopo l’1-0 e almeno altre due occasioni interessanti - una nitida anche per il Parma - non hai la forza, la garra, la rabbia per chiuderla e pian piano ti viene il braccino, succede questo. E ti ritrovi al sesto posto in attesa del Pisa, in campo domani. Ma soprattutto, perdi terreno da Sudtirol e Bari.

Sulla gara, poche storie. I cambi di Pecchia hanno inciso, quelli del Cagliari no. Anzi. Caso mai, c’è da chiedersi quali siano le condizioni generali di Kourfalidis e Rog, se Deiola, encomiabile per impegno e attaccamento, batte Lella e ritrova una maglia da titolare. Ma un passo indietro è obbligato. L’arbitro Gariglio ha concesso un rigore troppo generoso, indirizzato dal Var. Che poi Man sigli il gol del secolo – ma in tre non sono riusciti a ostacolarlo -  e Radunovic pari lo scavetto di Mihaila, altro rigore, fa parte di un film da dimenticare in fretta. Più in generale, c’è da pensare che aver strepitato in settimana contro l’Osservatorio che aveva stabilito il divieto per i tifosi residenti in provincia di Cagliari, dopo gli incidenti innescati dagli ultras a Pisa e i Daspo emessi da varie questure, abbia sortito un pessimo effetto. Una situazione analoga in casa rossoblù è stata già vista: lo scorso anno la presidenza si lamenta contro i torti arbitrali, dopo la sconfitta di Marassi con il Genoa, e chiede giustizia. Per la gara successiva in casa, con il Verona, il designatore invia Orsato, internazionale ritenuto tra i primi tre fischietti al mondo. L’arbitro dirige al top. I veneti daranno una severa spazzolata al Cagliari. Le analogie e i confronti nello sport hanno poco senso. Ma talvolta aiutano ad avere una lettura più ampia. E pare poco sensato anche il silenzio stampa post gara deciso dal club.   

Il bilancio è nitido. La squadra di Ranieri ha ancora quattro gare, in casa con Ternana e Palermo, fuori con Perugia e Cosenza, l’ultima con i calabresi che potrebbero essere già salvi. I play off sono lì, anche se i posti pregiati sono andati. Serve un ultimo sforzo e di certo i pareggi non bastano, e non sono mai bastati. La squadra che subisce un rigore inesistente che condiziona. Ma ha mezzora per provare a vincere. Invece, pian piano si sgonfia, molla ed è la stessa che crea poche occasioni da rete, tira poco, soffre. Ottimismo e fiducia per Sir Claudio sono blindate. Ma è complicato immaginare che certi nodi e una politica societaria recidiva e deficitaria a monte possano essere raddrizzate come nulla fosse. Ai tifosi il compito di sostenere comunque la rosa, applaudire Ranieri e sostenere fino all’ultimo minuto chi scende in campo. In attesa della Ternana, sabato prossimo alla Domus.

 

Mario Frongia

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