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Venerdì, 21 Luglio 2023 11:42

Pavo94, il risolutore

Quentin Tarantino nello spettacolare  “Pulp fiction”, si è inventato Mr Wolf, il risolvi problemi. Claudio Ranieri l’ha imitato con Leonardo Pavoletti giustiziere. Nel posto giusto al momento giusto. In una notte senza appello, sotto il diluvio, contro una squadra che mentalmente aveva già messo i piedi in serie A, forte di sessantamila cuori al proprio fianco, nella propria tana. Invece, lui, il bomber marinaio, ha spezzato il sogno. E ne ha regalato uno indimenticabile a tutti i sardi. Indimenticabile quanto struggente e feroce nella sua feroce bellezza. Una bellezza che penetra e persiste, manco fosse un’essenza pregiata e vecchia di secoli proveniente dal Kerala. Sì, rimettere sotto i riflettori adesso, dopo oltre due mesi dalle dieci e mezza di notte di quella domenica 11 giugno, strepitosa, impensabile e unica, è la miscela adatta alla ripartenza. Il Cagliari, con i nuovi Jankto, Augello e Scuffet - ma il mercato si chiude alle 20 del 31 agosto - si sta attrezzando. Sir Claudio guida Nereo Bonato, diesse accomodante e attento. La proprietà sta di lato. E viste le precedenti disavventure la scelta appare saggia. Intanto, la risalita in A targata Ranieri è un buon viatico per chiunque arrivi. Essere allenati e motivati, nelle gambe e nella testa, da uno dei decani del calcio mondiale, è di per sé un assist che in tanti vorrebbero cogliere. Poi, anche sulle delicate questioni irrisolte - il futuro di Rog, Nandez, Mancosu, Viola, Goldaniga, ad esempio - il tecnico non si è scomposto più di tanto: “Chi rimane deve dimostrarmi di essere votato alla causa. Dobbiamo fare da subito punti per la salvezza”. Ed è qui che serve un filo di memoria. E non solo per applaudire le magie di Tarantino dietro la macchina da presa. Infatti, pare assurdo nel riannodare il nastro che se la recente seconda domenica di maggio è stata l’affresco storico di un gruppo che, grazie al tecnico preso come ultima spiaggia, è riuscito a riscattarsi al San Nicola, poco più di un anno fa, il Cagliari è affogato al Penzo. Contro il Venezia, orribile teatro di una retrocessione ignominiosa, sintesi di un disastro sportivo e societario con pochi precedenti. Basti ricordare che a Joao Pedro e soci bastava un punto per stare in A, mentre il Venezia, senza cinque titolari e con tre Primavera in campo, era già retrocesso in B. E ha giocato quella gara, per usare parole usate dal tecnico di Testaccio per condannare distrazioni e superficialità in campo: “con il sigaro in bocca e il braccio fuori dal finestrino!”.

Lo scenario a ritroso che ha chiuso la permanenza in A si completa dando uno sguardo alla Salernitana, in lizza per stare in A con i rossoblù. La squadra di Nicola dopo il primo tempo perdeva in casa 3-0 con l’Udinese. A Venezia sarebbe bastato un golletto. Invece, un flop da incubo si è incredibilmente materializzato. Una mazzata per la tifoseria - anche in quella notte assurda erano in oltre settecento al fianco della squadra - e un fatto inspiegabile, ma solo in parte, per osservatori e media più obiettivi. La cornice dell’annata? Un presidente geniale nell’esonerare Semplici dopo tre turni, chiamare Mazzarri a peso d’oro e cacciarlo a tre giornate dalla fine per assoldare Agostini e poi far saltare anche lui. Senza scordare gli ingaggi mostruosi con la presentazione sciccosa di Godin e Caceres, fatti allontanare dal diesse a dicembre. Con, per ciliegina, rimane memorabile, nel dopo gara, l’insulto del patron in diretta tv a uno dei volti più accreditati del giornalismo sportivo italiano ed europeo. Peraltro, anche uno stupendo esempio di intimidazione per un giovane che voglia intraprendere questo mestiere. Altre storie, vero. Ma è meglio non scordarle.

Adesso, c’è da ripartire, il 13 agosto, Palermo in Coppa Italia, a seguire, lunedì 21, prima di campionato a Torino contro i granata di Juric. Sir Claudio in queste situazioni è più maestro del solito. Dopo aver deciso di non staccare la spina dopo la promozione - per tanti, considerato il contesto, il già eroe della leggenda Leicester, pareva pronto a salutare - ha levato alibi e dubbi alla squadra e al club: “Serve un centrale difensivo esperto e due attaccanti. In B una sbavatura puoi sopportarla. In A hanno i campioni che ti puniscono”. Con la caccia aperta alle pedine chiave, il Cagliari prosegue il ritiro con l’organico da completare. Va così un po’ per tutte. Dunque, fiducia. Intanto, con la permanenza di Pavo94, il risolutore: “Se provo a lasciare Cagliari, mia moglie mi ammazza!” ha scherzato il centravanti di Livorno. Insomma, Harvey Keitel-Mr Wolf non si può scordare. Ma anche in casa nostra con “Maria Listro-S’Accabbadora”, la donna portatrice di morte della Sardegna che fu, descritta da Michela Murgia, c’è poco da scherzare. Uomini e donne dal destino segnato. Luoghi e situazioni che si inchiodano nella storia. Anche quella sportiva, del tifo, della passione. Con Leonardo Pavoletti che - entrato da appena sessanta  secondi nel recupero della finale play off Bari-Cagliari - ne ha inciso un pezzo importante. E indimenticabile.

 

Mario Frongia 

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Mercoledì, 19 Luglio 2023 15:00

Scudetto del tennis italiano a Cagliari

Ancora sfide per lo scudetto del tennis a Cagliari: per il sesto anno consecutivo i campionati italiani maschili di seconda categoria si disputeranno sui campi del Tennis Club a Monte Urpinu. Da domani e sino al 30 luglio scenderanno in campo 76 giocatori italiani in possesso di tessera agonistica per il tennis valida per l’anno in corso e classificati in seconda categoria. Il montepremi è di 13mila euro. Sono previste le gare di singolare maschile e di doppio maschile. Un’edizione che si preannuncia di particolare interesse sia per l’alto numero degli iscritti sia per il livello dei partecipanti che conta diversi giocatori con classifica ATP. A difendere il titolo ci sará il siciliano Alessandro Ingarao, il campione italiano della scorsa edizione. Proverà a strappargli il tricolore Niccoló Catini, romano, numero 808 al mondo, in cerca di rivincite: dodici mesi fa perse la finale del singolare proprio contro Ingarao. Insieme Catini e lo stesso Ingarao si aggiudicarono il titolo del doppio. Attenzione però al terzo incomodo, l’altro 2.1 Stefano Baldoni, ex atleta del circolo di casa, ora ad Arezzo. Ci sono però altri tre 2.2 pronti a inserirsi nella corsa al titolo: tra loro anche il sardo Marco Dessì, vent’anni, cresciuto al Margine rosso di Quartu, ora a Viterbo. L’anno scorso riuscì a conquistare un posto in semifinale: risultato storico per il tennis sardo. Due mesi fa è entrato nel ranking internazionale Atp. Completano il sestetto dei favoriti Juan Ignazio Iliev (gioca in Puglia) e Tommaso Gabrielli, società tennis Bassano. Tra i giovanissimi anche i promettenti diciottenni Niccoló Consonni a febbraio vincitore del  torneo ITF J60 di Oslo nel doppio con il danese Christopher Garde e Teo Masera (Parioli Roma). Ma tra i 2.3 possono dire la loro Andrea Colombo (Cantù), Filippo Alberti (Arezzo), Luigi Castelletti (Terni), Roberto Miceli (Roma) e Riccardo Tavilla (Genova). Giudice di gara Fabio Giaretta, direttore del torneo Andrea Lecca. Una storia importante, quella dei campionati italiana di seconda categoria: tra i vincitori più prestigiosi Corrado Barazzutti. Era il 1970: sei anni dopo arrivó il trionfo in Coppa Davis. Pieno coinvolgimento del movimento tennistico nazionale: quasi tutte le regioni sono rappresentate anche a questa edizione dei campionati italiani.

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Cagliari. "Ho bisogno di un difensore esperto e di due attaccanti. In B mezza sbavatura puoi concederla, in A ti puniscono. Gli altri hanno il campione che la risolve con una giocata, noi dovremo saper subire gol senza pregiudicare la prestazione". Claudio Ranieri sa di cosa parla. E l'sms alla società è nitido. "In avanti ho giocatori validi ma hanno 33 e 35 anni, e vari acciacchi. Devo avere frecce al mio arco, servono rinforzi". Il messaggio alla proprietà non necessita di commenti. Il bersaglio è la salvezza. Il tecnico di Testaccio usa parole sagge, basate sull'esperienza e sulle forze che gli metteranno a disposizione.

Ben venga Jankto ("Spero di trovare il centrocampista che ho avuto alla Samp, che corre come un matto, fa le diagonali, assist e gol"), così come Scuffet: "L'idea principale è Radunovic come primo. Ma devo avere un altro di livello se le cose non vanno bene". Ma se per il centrale si parla di Ferrari (Sassuolo) e per l'attacco di Okereke (Cremonese), con Barreca verso Genoa per Augello (Samp), la scommessa Oristanio (scuola Inter) è da valutare. INtanto il tempo stringe: il 13 agosto il Palermo in Coppa Italia, il 20 si aprono le danze in A in trasferta a Torino, sponda granata. Sir Claudio è cauto. Valuta pro e contro e si gode ancora la miracolosa risalita: "Il gol di Pavoletti riassume il nostro cammino di sacrifici e gioia. Ma adesso ripartiamo con un’altra storia, la vittoria di Bari è tra i ricordi. Dobbiamo scrivere un’altra storia. Il calendario? Non è stato benevolo. C’è da stare compatti, noi e i tifosi, affinché la squadra resti in Serie A”. Con il mercato aperto, dopo tre giorni di lavoro ad Asseminello prima del trasloco in quota a Saint Vincent, il tecnico di Testaccio riannoda i fili. E commenta i casi più complicati. Tra provvigioni pattuite e da pagare, contratti ingenti, mosse che non hanno avuto l'esito sperato. "Rog, Nandez e Mancosu? Mi auguro di averli a disposizione. Hanno il Cagliari nel cuore ma sconti non ne faccio a nessuno: chi mi fa capire di poter rientrare nei miei piani, lo accolgo a braccia aperte. E sapete che stipendi o età non mi interessano. In A non sarà facile, dovrò valutare bene ogni situazione per poter fare i punti salvezza”. Settantuno anni di entusiasmo. La dignitosa emozione nel mettersi in gioco con sincerità e passione. Senza scansare le verità: "Servono giocatori che sappiano lottare fino in fondo, che tengano alla maglia. Lo zoccolo duro ha una forza grande nello spogliatoio. Chi arriva deve adattarsi a questo spirito". Claudio Ranieri lancia l'ennesima sfida: "Vogliamo tenere la Sardegna in serie A”.

Sul ritiro di Asseminello, con il tecnico della leggenda Leicester a bordo campo da giovedì scorso, un primo fastidio. "I ragazzi stanno bene, andremo per gradi, mi piace che assimilino pian piano, non voglio rischiare infortuni. Purtroppo Desogus è scivolato e ne avrà per dieci giorni: mi dispiace, ero curioso di vederlo dopo che ha fatto bene a Pescara". Sul Cagliari che dovrà prendere corpo, poche storie. "Avremo giovani e giocatori più esperti, specie in fase d’attacco. Ripeto, servono risorse che ci permettano di restare in A, brave a lottare fino in fondo". Sulla scorsa stagione, la soddisfazione è evidente. "Volevo portare il Cagliari su. Ora ci tengo a mantenerlo. Non ho le perplessità o l’ansia che avevo all’inizio, ma so bene che bisogna dare il massimo. Dovremo lottare su ogni palla, dovremo essere bravi a farlo. Il 4-4-2? Lo dico tanto per dire un numero”. Risate. Claudio Ranieri, l'antibanalità. Con un altro acchito buono per scaldare la tifoseria. "Se Dio vorrà, dopo l'Amsicora, il Sant’Elia e la Domus, sogno di poter entrare nello stadio Gigi Riva!. la cittadinanza onoraria? Sarebbe un onore, anche se mi sento già cittadino di Cagliari”. Intanto, dovrà tenere d'occhio le intenzioni del club. Una missione che viaggia tra visione, praticità e correttezza. “Ho sempre la voglia di sognare, aiuta a vivere e dà lo slancio. Andremo alla scoperta del campionato, sperando - rimarca con forza - di non sbagliare gli acquisti. Speriamo di avere i nuovi al più presto, ho bisogno di lavorare e provare anche nelle amichevoli”. Per capire le priorità chieste al club, c'è poco da aggiungere.

 

Mario Frongia

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Un miracolo, incredibile ma vero. Una storia a lieto fine che scomoda tante storie. Storie di uomini, luoghi, sport, partite, sudore e sacrificio. Il Cagliari che si riprende la serie A dopo dodici mesi nell'inferno della B, playoff inclusi, ha un mattatore: Claudio Ranieri. Il tecnico di Testaccio, curriculum sontuoso aperto proprio a Cagliari con la cavalcata dalla C alla A applaudita oltre tre decenni or sono, ha forgiato e riformato un gruppo senza leadership, scollato, demotivato, incapace di assumersi le proprie responsabilità. Ha ridato fiato e forza ad atleti acerbi ed esperti, magari alle prese con acciacchi e infortuni di vecchia data. Una sorta di secondo padre, abile nell'intercettare le frequenze dei suoi e di codificarle a favore del gruppo. Ha instillato lo spirito e la determinazione indispensabili per cogliere qualsiasi obiettivo. La risalita ha del fenomenale se si pensa al modo, il contesto e gli interpreti. Ranieri ha preso la squadra nel girone di ritorno, da quattordicesima, più vicina ai play out che alla testa della classifica. Una situazione orribile, figlia dell'esonero di Liverani, della cacciata dei direttori sportivo e generale, Stefano Capozucca e Mario Passetti, del trasloco alla Primavera dei collaboratori tecnici, Roberto Muzzi e Fabio Pisacane. Mosse che hanno confermato l'approssimazione, un filo di supponenza e la mancanza di un progetto. Sir Claudio ha visto, sentito e capito. Ed è andato oltre. Ha blindato da subito il gruppo, e se stesso, dalle interferenze societarie.

E, soprattutto, l'ha riavvicinato ai tifosi in modo serio, corretto, trasparente, senza secondi fini. Insomma, una piccola grande rivoluzione. Poi, ha seminato la sua dottrina, basata su lavoro, esperienza e concentrazione. Sul campo, come qualsiasi novellino, ha spostato cinesini e birilli e sgomitato in tuta e scarpette con la rosa. Ha ridato coraggio e fiducia a Lapadula (capocannoniere della B con 21 reti, 26 in stagione), Nandez e Mancosu. Ha lanciato gli Under Obert, Kourfalidis e Luvumbo. Ha trasformato Dossena, proveniente dalla C, fatto diventare portiere di ottimo livello Radunovic, ridato smalto ad Azzi e aspettato Rog e Pavoletti, autore del gol partita, e campionato!, al quarto minuto di recupero a Bari. Inoltre, ha risistemato la difesa: il reparto ha dimezzato le reti subite in pochi mesi. Ha inventato Makoumbou regista e creato una intercambiabilità proficua tra Lella, Deiola, Di Pardo, Zappa, Altare. In definitiva, un percorso utile da studiare nelle scuole di progettazione, gestione e conduzione sportiva professionistica. D'altronde, senza questo mix non si riesce a vincere i play off, con la doppia finale contro i pugliesi spinti da sessantamila tifosi al san Nicola. Ranieri è stato quel manager pulito e competente indispensabile in un club che ha mostrato più di una lacuna. la serie Aè stata ripresa in dodici mesi. Il passato va tenuto bene a mente. A partire dalla vergognosa retrocessione di Venezia, incapaci di battere i padroni di casa imbottiti di riserve e già retrocessi, con la Salernitana travolta in casa dall'Udinese. Un film horror al termine di un torneo allucinante con Semplici esonerato dopo tre giornate, Mazzarri allontanato a tre turni dalla fine con la chiamata di Agostini, Godin e Caceres fulminati in diretta tv - va tenuto bene a mente. E deve servire da monito per l'immediato futuro.

Adesso, c'è da godersi la festa. il popolo rossoblù merita di godersi a fondo la promozione. Ma il tema chiave, avvertito dai più, riguarda il futuro dell'allenatore. Innanzitutto, c'è da chiedersi quale possa essere la scelta di Ranieri. Il tecnico avrebbe in automatico il prolungamento. Ma su questo fronte è presto per capire se, dopo aver firmato un monumento sportivo ed etico impensabile cinque mesi fa, decida altrimenti. La serie A impone una profonda rivisitazione dell'organico. Il campionato delle migliori venti d'Italia è profondamente diverso dalla B e non solo per introiti, potere e visibilità. Tecnicamente occorre e si rende indispensabile, un restyling corposo e meditato. Quindi, investimenti e competenza. Claudio Ranieri il suo non solo l'ha fatto ma ha lasciato capire cosa significa essere consci dell'insieme delle conoscenze, delle buone pratiche e dei modi necessari nel mondo del pallone, più o meno dorato. Adesso, la palla è nel campo della proprietà. Dita incrociate.

 

Mario Frongia

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Due giorni di trainig, uno di practice per testare il campo dei regata e poi finalmente, venerdì 9 giugno alle 12:30 la prima partenza dei Nacra 15, i multiscafi propedeutici alla classe olimpica dei 17 piedi, impegnati a Cagliari fino a domenica 12 nella regata nazionale organizzata dal Windsurfing Club, tappa del circuito della European super-series.

Per gli equipaggi attesi allo start un massimo di 12 prove che si annunciano in condizioni meteo piuttosto variabili. Tra i partecipanti, tutti sotto i 19 anni, i cagliaritani Alessandro e Carolina Vargiu, incoronati a Viareggio campioni italiani giovanili 2022 (passati di recente dal Wcc al Ycc) e Leonardo Vascellari con Eleonora Bandel (Wcc), entrambi provenienti dalla classe Dragoon dove hanno vinto l’oro ai campionati italiani ed europei; Benedetta Ghiani, con Gigi Zonca a prua (Ycc), che hanno conquistato un argento al mondiale 2022, nella categoria under 16, con i compagni di circolo Lorenzo Sirena e Alice Dessì; Matteo Porru e Chiara Cavagnoli, che potrebbero dare il meglio di sé in condizioni di vento sostenuto e Luna Castriotta e Filippo Sollai entrambi dello Wcc. Assente la nostrana Sofia Gorgerino così come, per problemi a un ginocchio, Manfredi Marioni, (Centro Velico 3v di Roma) attualmente primo nella ranking list. Tra gli atleti del circolo Svagamente di Pescara, si segnala la presenza di Enrica Morelli con Stefano Troiano, argento ai giovanili. Dopo il passaggio di consegne tra gli atleti del lago di Garda, arriva a Cagliari l’equipaggio Leonardo Vadagnini con Vedovelli a prua, del circolo Acquafresca.

Saranno premiati i primi tre equipaggi assoluti, il primo equipaggio U19, U16 e il primo equipaggio esordiente. 

La nazionale, quarta tappa dopo Anzio, Follonica e Pescara, precede i campionati europei 2023 che si disputeranno a Knokke-Duinbergen in Belgio a fine luglio e il campionato giovanile doppi Fiv, che assegnerà il titolo italiano sul lago di Garda, ai primi di settembre.

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Festeggiamenti nel capoluogo sardo per i neo e pluri-campioni del Windsurfing Club Cagliari Antonello Ciabatti e Luisa Mereu che anche si aggiudicano (per l’undicesima volta),  il titolo di campioni italiani Hobie cat 16, dopo due giornate di altissima competizione, con sette prove in tutto, dal venerdì al sabato e una costante minaccia di pioggia che si è riversata pesantemente la domenica, imponendo una prematura fine di campionato. Al termine delle tre prove della prima giornata, Ciabatti e Mereu concludono al secondo posto (ma a pari punti), dietro le campionesse del mondo della categoria femminile Caterina Degli Uberti e Diana Rogge, del Tognazzi marine Village. Ma già all’inizio della seconda giornata, gli atleti cagliaritani prendono il sopravvento, premiati dalla regolarità dei piazzamenti tra il secondo e il quarto posto, segnando le distanze da Alessandro Cesarini e Eleonora Tabussi del Centro velico 3D (a cui va il Trofeo Pecorini, in quanto vincitori dell'ultima prova), risaliti al secondo posto, e dall’equipaggio tedesco Hahn Ulf e Katrin Wiese-Dohse (primo Master) vincitore del bronazo. Degli Uberti-Rogge hanno concluso quarte assolute, davanti ai tedeschi Jens Goritz e Kerstin Wichrdt.

"Siamo ormai agli ultimi colpi - dichiara un più che soddisfatto Antonello Ciabatti - ogni vittoria vale almeno triplo". 

"Il guaio è che continuiamo a divertirci, per cui continuiamo a scendere in acqua ogni volta che ne abbiamo la possibilità", aggiunge Luisa Mereu.

Bene anche gli altri equipaggi cagliaritani, con un ottimo sesto posto per Luca Marcis e Michela Piu, davanti al collaudato team Daniele Ciabatti-Paola Trois. Solo noni i campioni europei Piero Gessa e Roberto Dessy, che pagano la rottura della trozza a 50 secondi dalla quinta partenza e alcuni errori di interpretazioni del campo di regata.

Premiati i vincitori della categoria under 19, Valerio Tomassi e Eva Maria Orsolini, della Compagnia delle Vele di Roma; negli under 21, prevale una portentosa Francesca Pedde con a prua Gabriele Usai, atleti del Wcc. 

Il podio femminile premia l’indiscusso dominio di Caterina Degli Uberti e Diana Rogge che precedono le atlete Wcc Emma Costante e Clarissa Stinca, in ottima forma.

Tra i giovanissimi, si laureano campioni italiani Hobie Dragoon Giorgia Casula e Filippo Boetti del Windsurfing Club Cagliari, che hanno resistito al recupero di Leonardo Vascellari e Noa Lisci, sempre del WCC, premiati con l’argento e seguiti, al terzo posto, da Maria Giulia Trevisan e Sofia Masi del Tognazzi marine Village. 

Sul campo di regata, che non sempre ha premiato chi ha scelto il bordo verso terra, richiedendo attenzione costante e scelte rapide, condizioni di vento ottime il primo giorno, con uno scirocco teso intorno ai 16 nodi, per boline con equipaggi sempre al trapezio, e che è calato solo nel tardo pomeriggio. Il sabato, una direzione abbastanza costante del vento e un’intensità mai superiore ai 10 nodi, diminuita nel corso della giornata, hanno consentito di svolgere ben 4 prove con partenze cadenzate e qualche ripetizione per partenza anticipata di gran parte della flotta che ha indotto la giuria a esporre la bandiera nera. Grande variabilità tra coloro che hanno tagliato il traguardo al primo posto nel corso delle sette prove, a dimostrazione dell'alto livello della classe.

Impeccabile l’organizzazione del Windsurfing Club Cagliari, come sempre all’altezza di eventi largamente partecipati, con una congrua flotta di assistenza a mare e attività a terra nel migliore Hobie way of life.

“È stato un campionato avvincente e pieno di colpi di scena, con condizioni ottimali nei primi giorni, nonostante previsioni che facevano temere il peggio. Abbiamo visto regate svolgersi all’insegna del fair play e nel più puro spirito agonistico, con un’organizzazione perfetta e un comitato di giuria che è riuscito a far disputare ben 7 prove in 2 giorni. Siamo molto soddisfatti ma non sorpresi dai risultati di questo campionato, che premia l'assiduità e la competitività degli atleti del circolo, assieme ai fuoriclasse Antonello Ciabatti e Luisa Mereu”, dice il presidente del WCC Roberto Festa. 

Il prossimo appuntamento al Windsurfing Club Cagliari è per il fine settimana 9-11 giugno, con la regata nazionale Nacra 15 - European Superseries 2023.

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Il San Nicola con i suoi cinquantamila è a due passi. Ma prima per il Cagliari che difeso contro il Parma il 3-2 dell’andata e lo 0-0 al Tardini, c’è la sfida della Domus: il Bari arriva giovedì. E ancora una volta, come sempre, ci sarà da ballare. Musica e parole di Claudio Ranieri. “Il maestro Vessicchio” della band rossoblù è in splendida forma. Ha preso una squadra allo stremo, scollegata, nata male e gestita peggio, quattordicesima, che subiva il doppio dei gol a gara e ne segnava il 30 per cento in meno, e l’portata tra le prime quattro della B. Un miracolo. Un sogno che pareva impossibile e impraticabile. Il tecnico meriterebbe un monumento solo per essere partito a Parma con Obert, Kourfalidis e Luvumbo: il trio under lo scorso anno di questi tempi giocava le semifinali con la Primavera. E in Emilia, nel retourn match play off, sono rimasti in panca i pezzi da novanta Rog, Mancosu, Pavoletti e Barreca. Il Cagliari ha  resistito e prosegue a sognare. Novantasette minuti di lotta, concentrazione e forza fisica. Contro un Parma scialbo, poco incisivo, lontano parente di quello che nel primo tempo alla Domus ha dato una lezione di calcio, segnato due reti e dominato la manovra. Ma le partite durano due frazioni e queste che decideranno quale sarà la terza formazione ad andare in A con Frosinone e Genoa, hanno andata e ritorno. Per Vasquez, sottotono e svagato, e soci non sono bastati due legni, quello di Bonny è stato persino convalidato da Orsato ma la palla non è entrata e il Var ha corretto. L’arbitro di Schio ha fatto giocare anche su fallo di Dossena su Sohm: a essere onesti il rigore andava fischiato. Ma forse il Dio del calcio ha deciso di rimettere in pari i conti dopo il penalty concesso proprio al Parma nella regular season per un inesistente fallo di mano di Azzi. In sostanza il campo ha detto che i rossoblù sono pronti e con merito per l’ultimo assalto. 

E adesso, testa al Bari. La finale per andare in A dopo un solo anno dalla orribile retrocessione, da una rivoluzione della rosa e da un girone d’andata deficitario, è a portata di mano. Il Cagliari di Ranieri ha le carte fisiche, emotive e mentali per  provarci. La finale dei playoff con i pugliesi,  giovedì 8 alla Domus, ritorno domenica 11 al San Nicola, pare alla portata di Makoumbou e compagni. Ranieri imbroglierà il banco come al solito, farà un turn over scientifico, terrà conto della condizione psicofisica dei suoi e analizzerà nei dettagli le ultime due partite degli avversari con il SudTirol. È pressoché certo che scoverà dettagli impalpabili ai più. Il Bari gioca per innescare Cheddira, tiene larghi e liberi di inserirsi Morachioli ed Esposito. Ma la rete dell’1-0 che decide il match la sigla Benedetti, su tocco di Folorunsho: entrambi inseriti da Michele Mignani al 20’ dalla fine. In breve, gruppo che può permettersi di cambiare uomini e pelle. Un altro dettaglio riguarda la cerniera difensiva e la mediana. I galletti sono rimasti in dieci per l’espulsione di Ricci al 44’. In dieci Pierpaolo Bisoli non ha trovato contromosse utili ad confermare la vittoria dell’andata. Anzi, sono stati i biancorossi a infilare i bolzanini. Per Ranieri doppio alert: alla Domus si dovrà essere equilibrati nel fare la partita. E saranno da evitare gli spazi sulle fasce da e verso il centro: Cheddira, che ha beffato Radunovic in campionato nella prima sconfitta interna dell’era Liverani. Insomma, servirà una pressione logica, intelligente, meditata. Alla Domus il Bari va inchiodato, nel gioco e, soprattutto, con il risultato: per dire, il Parma ha chiuso con quasi il 70 per cento di possesso palla la semifinale casalinga ma il pareggio ha premiato il Cagliari. Infine, il pubblico. La squadra sa di avere dietro una tifoseria che pensa positivo. L’opera di Ranieri ha colmato, almeno in parte, il baratro creato dalla presidenza. Con il supporto dei sedicimila alla Domus tutto sarà più semplice. Dita incrociate.

 

 

Mario Frongia

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Mercoledì, 31 Maggio 2023 19:55

Cagliari, remuntada strepitosa!

Il regalo migliore per i 103 anni di vita. Il Cagliari nato nel 1920 a maggio brinda al proprio anniversario e per l’occasione ha battuto il Parma. Un 3-2 in rimonta, maturato in poco più di venti minuti dopo aver subito per un tempo una lezione di calcio. Ma la storia la scrive chi vince e questo gruppo capitanato dal generale Ranieri ha dimostrato di sapersi rialzare, di trovare energie e fosforo per dire un po’ a tutti,  basti pensare a Bari e SudTirol!, che per risalire in A i giochi sono tutt’altro che chiusi. Certo, c’è da giocare sabato al “Tardini”. C’è da confermare nella seconda semifinale una condizione mentale e fisica positiva, mai doma, pronta a ribattere la qualità e la padronanza della manovra dei parmigiani. “In attacco loro sono da serie A: Pecchia ne ha cinque e chiunque metta, per tecnica e movimento, non cambia” le parole oneste di Claudio Ranieri. Che, giusto per sintetizzare sul tema, ricorda il vecchio monito sugli arbitraggi “che nell’arco di una stagione tolgono e danno”. Ma poi, bacchetta il diesse degli ospiti, Mauro Pederzoli (al Cagliari negli anni di Cellino con Zola in campo, ndr): “Noi dopo il rigore molto dubbio subito in casa loro (l’impalpabile fallo di braccio di Azzi, ndr) presunto, siamo stati zitti. Avrebbe dovuto fare altrettanto”. Punto e a capo. Insomma, vittoria con un gol di scarto.

Sabato a Parma basta non perdere. Ma sarebbe folle pensare di giocarsi la finale confidando sulla rete di scarto in un catino rovente. Servirà personalità e mestiere. E chissà se sir Claudio ripartirà dall’usato sicuro. Rog e Pavoletti venivano dati in panca. “Sono partito con i giocatori più esperti ma dopo venti minuti speravo finisse il primo tempo. Avrei cambiato tutti” ha detto il tecnico. E da quei cambi è nata la remuntada con Luvumbo che ha firmato una doppietta, preziosa quanto bella. La Domus è saltata per aria dalla gioia. Anche perché il Cagliari non perdeva in casa dal 1° ottobre dell'anno scorso: 4-1 dal Venezia, seconda sconfitta di fila del gruppo guidato da Liverani. Mentre Ranieri ha subito solo  a Modena e proprio a Parma.   

La fatica mentale ancora prima di quella fisica. Il Cagliari ha sofferto le ripartenze del Parma con un atteggiamento guardingo e attendista. Koulibaly, Estevez e Bernabé sono stati dei robot, Vasquez ha tenuto alta la squadra, dietro Osorio e Del Prato al e in mezzo e sulle fasce Zanimacchia, Sohm e Benedyczak hanno mostrato gamba e idee. Al Cagliari è mancato, in una reazione blanda e impaurita, l'ultimo passaggio. Mancosu è parso sotto misura e il capocannoniere Lapadula non ha dato il solito apporto. Così come Zappa, Azzi, Altare e Rog. Nel seconod tempo Ranieri è corso ai ripari: Luvumbo e Deiola per Pavoletti e Rog. Esce Gigi Buffon, quarantacinque anni compiuti, per Chichizola. La Domus applaude e spera: all'andata Pavoletti la pareggia propria su un clamoroso errore con scivolata del portiere dei ducali. Poi ci pensa Nandez, con un Cobbaut imbarazzante, a crossare per il destro al volo di Luvumbo. Che a seguire si procura il fallo da rigore, trasformato da Lapadula. Quindi, la serpentina magistrale in area con il destro sotto l’incrocio. Il 3-2 è la giusta sintesi del match. Ma non basta. Adesso, vanno ricaricate le pile per il retourn match, tra cinque giorni in Emilia.

 

 

Mario Frongia

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Si terrà da venerdì 2 a domenica 4 giugno il “Vela Day”, l’appuntamento annuale organizzato dai club velici Yacht Club Quartu Sant'Elena e Polisportiva Mare Quartu. L'evento, aperto a tutti coloro che sono curiosi di avvicinarsi al mondo della nautica e della vela in particolare, offrirà l'opportunità di provare gratuitamente ad andare in canoa, in deriva, J24 e su windsurf Techno 293, immergendosi nell'emozionante mondo della navigazione rispettosa dell’ambiente.

 Il Vela Day si svolgerà sulla spiaggia di Sant’Andrea, con accesso da via Sorrento, e avrà orario continuato dalle 9.30 alle 14. I partecipanti potranno sperimentare gratuitamente le diverse discipline veliche, guidati da istruttori esperti con brevetto federale che li accompagneranno in un'esperienza coinvolgente.

 Si tratta di un'occasione unica per vivere da vicino l'ambiente marino, apprendere le tecniche di navigazione e scoprire le meraviglie del mare. Il Vela Day è aperto a tutti i principianti assoluti, dai 6 ai 90 anni, con l'obiettivo di promuovere la passione per questo sport e coinvolgere la comunità locale.

 Per ulteriori informazioni, si può contattare il numero 3347641686 o visitare i siti web www.yachtclubquartu.it e www.polisportivamarequartu.it

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Sì, papà Ignazio sarebbe stato contento. La settima edizione del torneo giovanile in memoria del dirigente della Corrasi è andata al meglio. Oliena, le abitudini, l’aria e i profumi dei luoghi in cui si cresce bene. Un campo di calcio, un pallone, le urla degli allenatori e le smorfie dei genitori. Il tutto a condire un luogo magico. E un appuntamento che è oramai scolpito nel tempo. Le tre serate con la gioia dei bambini hanno colto nel segno. Dai primi calci alle sfide di quelli più grandicelli. Provenienti da mezza Sardegna, con le foto nel telefonino o il poster in camera di Osimhen e Leao, Di Lorenzo e Barella, Raspadori e Di Maria, ma anche Pavoletti e Nandez, in un film di sport e inclusione voluto e coordinato da Gianfranco Zola. Nel suo paese, nel campetto che l’ha visto crescere e diventare il calciatore sardo più forte di tutti i tempi. Coppe, trofei, riconoscimenti, esempio e classe. Forte di un talento fenomenale, unito a una determinazione e a un’etica del rispetto che l’ha fatto diventare vincente con tutti e ovunque. Il Memorial nel nome del padre, che delle pallonate dei giovani era un attento osservatore, ha vinto la sua partita ancora prima che le squadre scendessero in campo. “Appassionato di calcio, dirigente della Corrasi, mio padre ci accompagnava in giro per le trasferte. Intuiva cosa c’era dietro un ragazzino. Sì, sarebbe stato un ottimo e proficuo osservatore” dice Gianfranco. Magic box, icona di calcio sopraffino e comportamenti esemplari in campo e fuori, a Napoli, Parma e Chelsea, chiusura al Cagliari, il numero 10 ha dato il calcio di inizio alla tre giorni.

Il match è iniziato in ritardo di quasi 20’: un selfie e una foto di gruppo con Zola sono ancora un bel ricordo. Hanno aperto le danze gli Juniores Under 19 di Oliena-Corrasi junior, Torres, Olbia e una selezione della Lega nazionale dilettanti-Sardegna. Il calendario ha poi visto in gioco, perché di questo si tratta, le squadre della categorie Esordienti, Pulcini, Primi calci e Piccoli amici. Gianfranco, con al fianco la moglie Franca e la mamma Giovanna, con la collaborazione del cugino Massimo Zola e di Pierluigi Rosa, collaboratore conosciuto ai tempi di Maradona e Careca, ha avuto una parola, una stretta di mano e attenzioni per tutti. Dagli allenatori ai capitani, passando per i dirigenti e le mamme, ansiose e tese nel parlare di fuorigioco e trequartista.  Insomma, quel genere di piccola grande magia che rende indimenticabili gli eventi. Le maglie, tra le oltre venti società accorse a Oliena, di Puri e forti-Nuoro, Academy Porto Rotondo, Bruno Selleri-Olbia, Orotelli, Seunis, Lupi del Goceano, Atletico Nuoro e Il Melograno-Ottana, hanno dato vita a momenti di un calcio acerbo ma leale, appassionato e combattuto, utile per crescere e sapere, se serve, soffrire. “Il senso è stato proprio questo: il confronto pulito, dove vincere non è un dettaglio ma è importante capire che per prevalere sull’avversario devi prepararti, dare tutto te stesso e giocare con la squadra. Questi concetti, che poi accompagnano sia chi arriva al professionismo, sia chi si ferma prima, da bambini si apprendono in fretta”. Gianfranco è tuttora un obiettivo, per grandi e piccini. Fresco elezione alla vicepresidenza della Lega calcio serie C. Omaggiato da un murale, molto bello e realistico, nel centro del paese a due passi dal municipio e dalla piazzetta in cui calciava per ore e ore, l’ex capitano del Cagliari ha riannodato i fili. Nel ringraziare la municipalità, la Corrasi Junior con la scuola calcio intestata al padre, la Federcalcio sarda con i comitati provinciali, ha ricordato quanto sia “importante vivere in serenità, con lo spirito giusto e il rispetto per le persone e le regole, anche questi tornei. Vivere bene lo sport - ha detto alla platea del comunale gremito come non mai - aiuta a vivere e a essere migliori nella quotidianità. Dico grazie di cuore a tutti voi”. Il Baronetto della Regina è questo. Semplice e solare. Capace di lasciare Londra, il Chelsea, la Premier e la Champions con José Mourinho in panca, per il Cagliari. Insomma, da Manchester United, Arsenal e Liverpool a Treviso, Albinoleffe e Salernitana.

Il tutto nonostante con Massimo Cellino ci fosse stata solo una stretta di mano. E lo aspettasse la serie B e nove partite al “Manconi” di Tempio per i lavori in corso al Sant’Elia. Si racconta ancora del divertente colloquio last minute tra Roman Abramovich, neo proprietario dei Blues, e il patron del Cagliari. “Mister Cellino, ci riprendiamo Zola. Quanto devo darle?”. Dalla sede di viale La Playa la risposta è secca: “Gianfranco non è in vendita, mi spiace”. Abramovich insiste: “Allora mi venda il Cagliari, quanto costa?”. Intuibili le risate compiaciute dell’allora padrone della società rossoblù. Il capitano ha preso per mano quella squadra, l’ha portata in A, ha contribuito a far esplodere David Suazo e Mauro Esposito. E anche a mandare in nazionale Antonio Langella. A 38 anni ha chiuso dopo aver firmato una salvezza per nulla scontata. Un filo verde unisce la storia dell’uomo e della sua famiglia. Ma anche le storie del campione al torneo giovanile tenutosi a Oliena. Storie sane, ricche di sacrifici, identitarie, orgoglio e passione. Sì, Ignazio Zola, ovunque sia, sarà contento.           

 

 

Mario Frongia

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